Visualizza la didascalia della fotoQuasi la metà degli 1,9 milioni di sfollati a Gaza è composta da bambini. Grazie ai fondi dell’UE, l’Unicef ha fornito capi d’abbigliamento invernali essenziali a oltre 120 000 bambini sfollati. 28 gennaio 2024.
Nel 2024 il mondo ha continuato a essere messo a dura prova da conflitti, crisi umanitarie e catastrofi naturali. L’Unione europea ha assunto un ruolo attivo e ha riaffermato il suo impegno a favore della pace, della sicurezza e della dignità umana. In quello che è stato il terzo anno dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, l’UE ha continuato a rafforzare la sua difesa e la sua sicurezza. Ha inoltre collaborato con i paesi candidati, compresa l’Ucraina, nella realizzazione delle riforme necessarie, e con i potenziali paesi candidati nella preparazione alla futura adesione. L’UE fornisce aiuti umanitari e mantiene il suo impegno a trovare soluzioni alle varie crisi in Medio Oriente, comprese quelle a Gaza e in Siria. Nel corso dell’anno l’UE ha rafforzato i suoi partenariati internazionali, ha aiutato le persone bisognose e ha fornito una risposta alle catastrofi in tutto il mondo. Adattando i suoi interventi di soccorso ai nuovi rischi e creando partenariati più forti, l’UE ha consolidato il suo ruolo guida nell’assistenza a livello mondiale. Questo approccio unitario ha dimostrato la resilienza dell’UE e la sua visione di un continente aperto e prospero, anche di fronte alle sfide globali.
Allargamento
Le attuali tensioni geopolitiche, in particolare la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, hanno messo in evidenza l’importanza della politica di allargamento. L’allargamento è un investimento nella pace duratura, nella sicurezza e nella stabilità per il nostro continente. Ogni nuovo Stato membro rafforza l’economia dell’UE, creando crescita e occupazione.
Il 2024 ha segnato il 20º anniversario dell’allargamento dell’UE del 2004, il più grande della sua storia. Vent’anni fa l’UE ha accolto 10 nuovi Stati membri e si è convertita in uno dei più grandi mercati unici al mondo. Da allora milioni di persone hanno beneficiato di nuove opportunità, posti di lavoro e programmi in tutta l’UE.
VIDEO: Perché è così importante celebrare l’allargamento dell’UE del 2004?
Oltre 2,7 milioni di giovani provenienti dai 10 Stati membri che hanno aderito nel 2004 hanno partecipato al programma Erasmus+ negli ultimi vent’anni.
26 milioni di nuovi posti di lavoro sono stati creati in tutta l’UE dal 2004.
Il 79 % dei cittadini di questi Stati membri ritengono che il loro paese abbia beneficiato dell’adesione all’UE.
La porta dell’adesione rimane aperta a tutti i paesi europei che fanno propri i valori dell’UE e soddisfano criteri fondamentali. Gli aspiranti membri devono, tra l’altro, dimostrare di avere solide pratiche democratiche, rispettare lo Stato di diritto, mantenere stabili le loro economie e migliorare la loro governance (cfr. anche il capitolo 9).
L’UE valuta periodicamente i progressi compiuti da tutti i paesi dell’allargamento. A ottobre ha pubblicato il suo pacchetto allargamento - apri una nuova scheda. annuale, che esamina i progressi realizzati dai paesi candidati (Albania, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Macedonia del Nord, Moldova, Montenegro, Serbia, Turchia e Ucraina) e dal potenziale paese candidato Kosovo (tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244/1999 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo). Le relazioni annuali si concentrano su riforme fondamentali in ambiti quali lo Stato di diritto, la pubblica amministrazione, le istituzioni democratiche e il soddisfacimento dei criteri economici per l’adesione all’UE.
Una volta avviati, i negoziati di adesione si svolgono nell’ambito di conferenze intergovernative tra i ministri e gli ambasciatori degli Stati membri e del paese candidato che negozia la propria adesione. La prima conferenza di questo tipo con la Moldova - apri una nuova scheda. e l’Ucraina - apri una nuova scheda. si è svolta a giugno 2024 e ha dato formalmente il via ai negoziati di adesione dei due paesi. Il processo di screening - apri una nuova scheda. è iniziato a luglio e continuerà per tutto il 2025. In questo periodo la Moldova e l’Ucraina dovranno illustrare in che modo intendono adottare e attuare le norme e le politiche dell’UE e delineare piani per un ulteriore allineamento.
Tavola rotonda della conferenza intergovernativa UE-Ucraina. Lussemburgo, 25 giugno 2024.
Progressi compiuti nel 2024 dai Balcani occidentali verso l’adesione all’UE
È stata presentata una relazione di screening sul primo dei sei gruppi di norme, per il quale i due paesi devono soddisfare requisiti specifici (parametri) quali riforme del sistema giudiziario, della pubblica amministrazione, della governance ecc.
L’apertura del primo gruppo di capitoli di negoziato con l’Albania ha avuto luogo nell’ambito di una conferenza intergovernativa a ottobre.
L’apertura del primo gruppo di capitoli di negoziato con la Macedonia del Nord avrà luogo una volta che il paese avrà soddisfatto le condizioni necessarie.
La Bosnia-Erzegovina - apri una nuova scheda. ha cominciato i negoziati di adesione a marzo. Un forum ad alto livello ha poi discusso le riforme necessarie per l’avvio delle fasi successive.
Il Montenegro - apri una nuova scheda. ha compiuto progressi nel processo di adesione all’UE soddisfacendo, a giugno, requisiti chiave in materia di Stato di diritto e diritti fondamentali, come confermato nella relazione specifica per il paese. Da allora l’UE ha iniziato a chiudere in via provvisoria i capitoli di negoziato una volta soddisfatte le condizioni pertinenti, cominciando con tre capitoli a dicembre.
Il Kosovo - apri una nuova scheda. a gennaio ha ottenuto l’esenzione dall’obbligo del visto per i viaggi verso l’UE, il che significa che adesso i suoi cittadini possono entrare nell’UE per soggiorni di breve durata senza bisogno di un visto.
La Serbia - apri una nuova scheda. ha compiuto progressi in materia di riforme giudiziarie e lotta alla corruzione, ma deve ancora attuare pienamente la legislazione sui media, allinearsi meglio alla politica estera dell’UE, sostenere la società civile e i media e rispettare il suo impegno a normalizzare le relazioni con il Kosovo.
La richiesta di adesione all’UE avanzata dalla Georgia ha invece subito una battuta d’arresto nel 2024 quando il paese ha approvato una legge controversa relativa alle organizzazioni finanziate dall’estero, che ha suscitato preoccupazioni in merito al deliberato soffocamento delle voci indipendenti e alla limitazione delle libertà democratiche. A causa di questo e di altri sviluppi negativi nei progressi della Georgia verso l’adesione all’UE, il processo di adesione si è di fatto fermato.
I negoziati di adesione con la Turchia sono in stallo dal 2018 a causa delle perduranti preoccupazioni per la democrazia, lo Stato di diritto, l’indipendenza della magistratura e il rispetto dei diritti fondamentali.
La prospettiva di un’UE più grande avrà implicazioni per il suo funzionamento. In considerazione di questo a marzo è stata adottata una comunicazione sulle riforme e sulle revisioni strategiche pre-allargamento - apri una nuova scheda. che esamina le implicazioni di un’UE ulteriormente allargata per quanto riguarda i valori, le politiche, il bilancio e la governance. Questo approccio proattivo mira a garantire che l’UE sia preparata a un futuro allargamento.
Sostegno alla riforma, alla crescita e all’integrazione dei paesi dell’allargamento
Dal 2021 l’UE ha fornito alla Moldova 2,2 miliardi di euro di assistenza finanziaria a sostegno dell’indipendenza energetica, delle riforme della giustizia e di legami più forti con l’UE. Il nuovo piano di crescita proposto a ottobre sosterrà la Moldova nel suo percorso verso l’adesione all’UE, fornendo al paese fino a 1,8 miliardi di euro tra il 2025 e il 2027 per far crescere la sua economia e promuovere le riforme necessarie per l’adesione all’Unione.
A seguito dell’arretramento democratico in Georgia, l’UE ha declassato i contatti politici e ha sospeso 30 milioni di euro a titolo dello strumento europeo per la pace e 121 milioni di euro di assistenza diretta al governo del paese. Ciò non ha influito sul sostegno dell’UE alla società civile e ai media indipendenti, che sono essenziali per la difesa della democrazia. Il 20 dicembre 2024 l’UE ha inoltre proposto - apri una nuova scheda. che i diplomatici e i funzionari georgiani, insieme ai loro familiari in possesso di passaporti diplomatici o ufficiali, siano tenuti a ottenere un visto per recarsi nell’UE per soggiorni di breve durata.
Nonostante i progressi compiuti verso l’adesione, i paesi dei Balcani occidentali hanno un prodotto interno lordo pro capite compreso tra un quarto e la metà della media dell’UE. Per colmare questo divario l’UE ha adottato il piano di crescita per i Balcani occidentali, che mira a rafforzare i legami economici sia con l’UE che all’interno della regione, e potenzialmente a raddoppiare le dimensioni delle economie dei Balcani occidentali entro un decennio. L’attuazione del piano di crescita è iniziata, e a maggio è entrato in vigore lo strumento per le riforme e la crescita, del valore di 6 miliardi di euro. Da allora cinque dei sei partner dei Balcani occidentali hanno presentato ambiziosi programmi di riforme che specificano i principali miglioramenti da apportare in ambiti quali lo Stato di diritto, la governance, il capitale umano, le transizioni energetica e digitale e il settore privato, unitamente a un elenco indicativo di progetti di investimento. I programmi di riforme sono stati approvati a ottobre.
Nuovo pacchetto di investimenti per i Balcani occidentali nell’ambito del piano economico e di investimenti
1,2 miliardi di euro per investimenti in otto ambiti relativi al trasporto ferroviario, all’approvvigionamento idrico e al settore privato.
Il piano comprende ora 68 progetti faro in settori quali i trasporti, la digitalizzazione, la transizione energetica, l’ambiente, l’istruzione e la crescita del settore privato.
L’UE ha già fornito 5,4 miliardi di euro in sovvenzioni, che dovrebbero mobilitare altri 17,5 miliardi di investimenti, a copertura di oltre la metà del piano da 30 miliardi di euro complessivi.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea (quinta da sinistra), e Olivér Várhelyi, allora commissario europeo per il Vicinato e l’allargamento (a sinistra), durante un pranzo di lavoro da loro organizzato con i leader dei sei partner dei Balcani occidentali. Bruxelles, Belgio, 19 settembre 2024.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea (in prima fila, prima da destra), Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo (in seconda fila, prima da destra), e António Costa, presidente del Consiglio europeo (in prima fila, quinto da destra), insieme ai leader dell’UE e dei Balcani occidentali al vertice UE-Balcani occidentali. Bruxelles, Belgio, 19 settembre 2024.
Nel corso dell’anno i leader dei Balcani occidentali hanno organizzato diverse riunioni ministeriali sul piano di crescita per discutere gli sforzi di integrazione (a gennaio in Macedonia del Nord, a febbraio in Albania e a maggio in Montenegro). Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha visitato i sei partner dei Balcani occidentali in autunno, mentre il vertice UE-Balcani occidentali - apri una nuova scheda. si è svolto il 18 dicembre.
Durante il vertice del processo di Berlino - apri una nuova scheda. del 2024 è stato adottato un nuovo piano d’azione per il mercato comune regionale al fine di rafforzare l’integrazione economica regionale, che è anche uno degli obiettivi principali del piano di crescita.
VIDEO: Con il sostegno dell’UE, migliaia di progetti celebrano il patrimonio culturale dinamico e unico dei Balcani occidentali, promuovendo la creatività e la collaborazione.
Dopo le tensioni provocate dalle attività illegali di trivellazione nel Mediterraneo orientale, l’UE sta gradualmente ristabilendo i legami con la Turchia attraverso visite e dialoghi ad alto livello in materia di sanità, ricerca, innovazione e commercio. Nel 2024 l’UE si è inoltre impegnata a stanziare ingenti risorse finanziarie per sostenere il paese in vari settori.
Partner orientali
L’UE sta anche contribuendo a rafforzare le economie del suo vicinato orientale e collegarle più strettamente all’Unione europea.
Ad aprile, in occasione di una riunione ad alto livello UE-USA-Armenia, è stato annunciato - apri una nuova scheda. un piano di resilienza e crescita per l’Armenia da 270 milioni di euro. L’iniziativa è tesa a rafforzare l’economia armena e a sostenere gli sfollati. I negoziati relativi a un’agenda di partenariato UE-Armenia mirano inoltre a rafforzare la cooperazione attraverso una tabella di marcia del partenariato più coraggiosa.
L’Azerbaigian rimane un partner energetico prezioso, che consente all’UE di diversificare le sue fonti di gas affrancandosi da quelle russe. L’attuale sostegno dell’UE al settore azero delle energie rinnovabili nel contesto della 29ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) di Baku promuove una più stretta cooperazione in materia di transizione verde.
L’UE mantiene il suo impegno a sostegno dei negoziati di pace tra Armenia e Azerbaigian e sta finanziando gli sforzi di pace, compreso il sostegno ai dividendi della pace, attraverso il piano economico e di investimenti, con l’obiettivo di creare benefici economici e sociali tangibili che promuovano una pace duratura nella regione.
Con il sostegno dell’UE gli studenti di Baku, Azerbaigian, hanno partecipato alla competizione EU4Climate cimentandosi in sfide ambientali, cercando di trovare soluzioni per migliorare l’ambiente e salvare il lago Masazir. L’iniziativa EU4Climate aiuta i paesi del partenariato orientale a elaborare e attuare politiche climatiche, promuovendo uno sviluppo a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici. 5 giugno 2024.
Gli stretti legami economici tra Bielorussia e Russia hanno consentito a quest’ultima di eludere alcune delle sanzioni imposte nei suoi confronti. In risposta al coinvolgimento del regime di Lukashenko nella guerra contro l’Ucraina, nel giugno 2024 sono state introdotte ulteriori sanzioni nei confronti della Bielorussia, che rispecchiano molte delle misure già imposte alla Russia e rendono le sanzioni dell’UE nei confronti della Russia ancora più efficaci (cfr. il capitolo 1).
Investimenti dell’UE nel partenariato orientale dal 2021
Dal 2021 i finanziamenti dell'UE a favore del partenariato orientale hanno raggiunto 2.539 miliardi di euro, con investimenti mobilitati previsti per un totale di 13.919 miliardi di euro. Si tratta di progressi significativi verso l'obiettivo di 17 miliardi di euro in investimenti mobilitati previsti entro la fine del 2027. Per raggiungere tale obiettivo servono ancora 3.081 miliardi di euro.
Vicinato meridionale
È stato posto un maggiore accento su partenariati globali con i vicini meridionali per migliorare il loro tenore di vita e rafforzare la loro stabilità macroeconomica. Questi partenariati su misura rendono la regione più sicura perché affrontano le cause profonde della migrazione e trattano apertamente questioni complesse come la sicurezza.
A marzo l’UE e l’Egitto hanno istituito un partenariato globale che riguarda le relazioni politiche, la migrazione, la stabilità economica, gli investimenti sostenibili e il commercio. A giugno hanno organizzato una conferenza UE-Egitto sugli investimenti - apri una nuova scheda., che ha attirato nuovi investimenti del valore di 49 miliardi di euro.
La firma di un significativo partenariato globale con la Tunisia nel 2023 è stata seguita da un’importante conferenza UE-Tunisia sugli investimenti - apri una nuova scheda. a giugno, durante la quale è stato concordato un memorandum di intesa (un quadro formale per la cooperazione) incentrato sull’energia, comprese le energie rinnovabili.
I recenti avvenimenti in Medio Oriente hanno accresciuto l’incertezza circa la stabilità politica, sociale ed economica della regione. Il pacchetto di sostegno finanziario di emergenza a breve termine del valore di 400 milioni di euro concordato tra l’UE e l’Autorità palestinese consentirà a quest’ultima di far fronte alle sue esigenze finanziarie più pressanti e di sostenere le riforme. Questo sostegno finanziario a breve termine aprirà la strada a un programma pluriennale inteso a garantire la stabilità finanziaria a lungo termine dell’Autorità palestinese e l’attuazione del suo programma di riforme.
Durante la sua visita al paese a maggio, la presidente von der Leyen si è impegnata a stanziare un miliardo di euro al Libano - apri una nuova scheda.. La prima parte dello stanziamento, del valore di 500 milioni di euro, è stata adottata ad agosto e sosterrà il Libano nel 2024 e nel 2025. Questo finanziamento si concentrerà su servizi di base come la sanità, l’istruzione e la protezione sociale, unitamente all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, destinati ai gruppi vulnerabili, compresi i rifugiati siriani e i libanesi vulnerabili. Sosterrà inoltre riforme fondamentali, il settore della sicurezza, la gestione delle frontiere (compresa la lotta alla tratta e al traffico di esseri umani), la resilienza economica e la transizione verde. L’UE ha inoltre proseguito il suo impegno a sostenere i rifugiati siriani attraverso gli aiuti umanitari e allo sviluppo in corso (cfr. la sezione «Aiuti umanitari e protezione civile»).
Da sinistra a destra: Nikos Christodoulides, presidente di Cipro, Najib Mikati, primo ministro del Libano, e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Beirut, Libano, 2 maggio 2024.
Investimenti dell’UE nel vicinato meridionale dal 2021
Dal 2021 i finanziamenti dell'UE a favore del vicinato meridionale hanno raggiunto 5.698 miliardi di euro, con investimenti mobilitati previsti per un totale di 26.686 miliardi di euro. Si tratta di progressi significativi verso l'obiettivo di 30 miliardi di euro in investimenti mobilitati previsti entro la fine del 2027. Per raggiungere tale obiettivo servono ancora 3.314 miliardi di euro.
Partner dell’Europa occidentale
Nel 2024 le relazioni tra l’UE e il Regno Unito sono rimaste una delle priorità principali, sulla base della piena, rigorosa e tempestiva attuazione dell’accordo di recesso, compreso il Quadro di Windsor, e dell’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione. Questi sforzi proteggono i diritti di milioni di cittadini dell’UE e del Regno Unito che vivono all’estero, sostengono la stabilità economica e agevolano gli scambi. Sono proseguiti anche i negoziati per concludere un accordo tra l’UE e il Regno Unito nei confronti di Gibilterra. L’UE ha avviato e concluso i negoziati con la Svizzera relativi a un ampio pacchetto di accordi che mirano ad approfondire e ampliare le relazioni bilaterali. Ha inoltre compiuto progressi verso la firma dell’accordo di associazione con Andorra e San Marino.
Per informazioni sugli accordi tecnologici e commerciali, cfr. il capitolo 2.
Global Gateway
Nel 2024 attraverso il Global Gateway, la sua strategia di investimento globale, l’UE ha continuato a instaurare partenariati in tutto il mondo. Insieme, l’UE, i suoi Stati membri, le banche di sviluppo e le istituzioni di finanziamento europee mirano a fornire fino a 300 miliardi di euro di investimenti entro il 2027, al fine di ridurre la carenza globale di investimenti e sostenere le transizioni verde e digitale a livello mondiale.
Il Global Gateway sostiene progetti volti a migliorare la connettività digitale, aumentare l’accesso all’energia sostenibile, sviluppare rotte di trasporto e rafforzare la sanità, l’istruzione e la ricerca. L’obiettivo è una prosperità duratura per i paesi partner e l’UE.
Fino a 300 miliardi di euro di investimenti dal 2021 al 2027.
Oltre 200 progetti faro in tutto il mondo.
3,2 miliardi di euro per progetti in materia di energie rinnovabili in Africa.
Insieme, l’UE e i suoi Stati membri continuano a essere il principale fornitore di aiuti pubblici allo sviluppo a livello mondiale, con
95,9 miliardi di euro forniti nel 2023 (l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati), pari al 42 % del totale. L’UE è inoltre il principale contributore dell’iniziativa per gli aiuti al commercio dell’Organizzazione mondiale del commercio.
Africa subsahariana
Nel 2024 l’UE ha fatto notevoli passi avanti nei suoi partenariati con l’Africa, prestando particolare attenzione allo sviluppo sostenibile, alla sanità e alla crescita economica. Ha inoltre compiuto progressi nell’attuazione del pacchetto di investimenti Global Gateway Africa-Europa del valore di 150 miliardi di euro, destinato a settori quali l’energia pulita, l’infrastruttura digitale, i trasporti, la sanità e l’istruzione.
la mobilità per la ricerca e l’apprendimento in Nigeria;
il sostegno all’istruzione delle ragazze nello Zambia;
una nuova iniziativa Team Europa sull’istruzione e la formazione professionale in Africa;
l’avvio di un’Accademia giovanile Africa-Europa;
15 nuovi progetti per la mobilità accademica in Africa.
Queste iniziative riflettono il costante impegno dell’UE a favore di un’istruzione inclusiva e di qualità nell’ambito del Global Gateway.
Iniziative del 2024 nell’Africa subsahariana
A Cabo Verde - apri una nuova scheda. è stato avviato un importante programma per sostenere i settori dell’energia rinnovabile e dell’economia digitale e blu e il corridoio strategico (Praia-Dakar-Abidjan).
Sono stati forniti ulteriori 40 milioni di euro a sostegno di iniziative per rafforzare le capacità del Ruanda nella ricerca in campo vaccinale e nella produzione di vaccini, e per aumentare l’accesso ai prodotti sanitari attraverso il miglioramento dell’istruzione, delle infrastrutture e della gestione della catena di approvvigionamento.
Sono stati compiuti progressi nel ripristino della diga di Kariba, che è fondamentale per coprire il fabbisogno di energia pulita dello Zambia e dello Zimbabwe.
Al terzo forum delle imprese Uganda-UE del 6 e 7 marzo sono stati avviati otto nuovi progetti per un valore di oltre 200 milioni di euro, intesi a sostenere le piccole imprese, le giovani imprenditrici, le imprese agroalimentari e l’infrastruttura digitale. Il forum ha riunito 12 Stati membri, otto istituzioni finanziarie, compresa la Banca europea per gli investimenti, e 193 imprese europee.
Nel corso dell’anno l’UE ha contribuito a rafforzare l’agricoltura africana proteggendo i prodotti alimentari locali con indicazioni geografiche (marchi di qualità che attestano l’origine di un prodotto e offrono accesso al mercato europeo). Il partenariato sulla sicurezza alimentare e nutrizionale e sull’agricoltura sostenibile - apri una nuova scheda. si è adoperato per istituire un consorzio di ricerca sui cambiamenti climatici, la biodiversità e la parità di genere nell’agricoltura, incentrato su soluzioni agricole pratiche e sulla condivisione delle conoscenze.
La Commissione e il Sud Africa, insieme a Global Citizen, un gruppo di sostegno internazionale, hanno avviato una campagna di raccolta fondi della durata di un anno, denominata «Diffondere le energie rinnovabili in Africa - apri una nuova scheda.», che mobiliterà investimenti pubblici e privati per accelerare i progetti sulle energie rinnovabili in tutto il continente, al fine di consentire alla popolazione africana di accedere all’energia a prezzi abbordabili e contribuire a ridurre le emissioni globali, in linea con gli impegni annunciati alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 (COP28).
Ha inoltre approfondito il suo partenariato con il Sud-Est asiatico, anche attraverso una più stretta collaborazione con l’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico, sostenendo ad esempio progetti sulla formazione in materia di competenze e sulla formazione professionale in Cambogia - apri una nuova scheda. e sull’agricoltura sostenibile e il ripristino di una strada nazionale in Laos - apri una nuova scheda., come pure un pacchetto per l’economia digitale nelle Filippine - apri una nuova scheda..
Jutta Urpilainen, allora commissaria europea per i Partenariati internazionali, partecipa a una cerimonia di piantagione di alberi presso la scuola elementare Thmey a Phnom Penh, Cambogia, il 13 marzo 2024. Durante la sua visita in Cambogia, la commissaria Urpilainen ha varato misure per promuovere i posti di lavoro verdi e la crescita sostenibile e ha visitato l’impianto di trattamento delle acque di Bakheng, un’iniziativa Global Gateway che fornisce acqua pulita a oltre due milioni di persone.
L’avvio del protocollo regionale Pacifico, un accordo regionale nell’ambito dell’accordo di Samoa - apri una nuova scheda. (il quadro di partenariato della durata di vent’anni tra l’UE e i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, firmato nel 2023) ha rafforzato il partenariato UE-Pacifico. L’UE ha continuato a sostenere i paesi insulari del Pacifico in relazione alla resilienza climatica, all’economia blu e all’agricoltura sostenibile.
L’UE ha firmato cinque nuovi accordi di cooperazione con i paesi e i territori d’oltremare, incentrati su digitalizzazione, acqua e servizi igienico-sanitari, protezione degli ecosistemi marini, turismo sostenibile e cooperazione intraregionale. Nell’ambito della strategia dell’UE per l’Artico - apri una nuova scheda. è stato stabilito un nuovo ufficio dell’UE a Nuuk, Groenlandia, per rafforzare il partenariato tra l’Unione e il territorio.
Ai vertici del G7 e del G20 i capi di Stato e di governo delle maggiori economie del mondo si riuniscono per affrontare le sfide globali, coordinare le misure politiche e assumere impegni importanti su questioni di rilevanza mondiale.
Il vertice del G7 - apri una nuova scheda. di giugno tenutosi a Fasano, in Puglia, ha confermato il forte sostegno del G7 a favore dell’Ucraina. I leader hanno convenuto di fornire un ulteriore prestito da 45 miliardi di euro all’Ucraina, attingendo dalle entrate straordinarie generate dalle attività pubbliche russe bloccate. I leader del G7 hanno inoltre avviato iniziative per rafforzare la sicurezza economica, migliorare la cooperazione nel settore energetico (specialmente con l’Africa), accrescere la sicurezza alimentare e contrastare il traffico di esseri umani.
Il G7 si è inoltre impegnato a promuovere un’intelligenza artificiale (IA) sicura e affidabile, e intende varare un piano d’azione sull’uso dell’IA sul luogo di lavoro e sviluppare un marchio per sostenere il codice di condotta internazionale per le organizzazioni che sviluppano sistemi di IA avanzati. Il regolamento sull’IA dell’UE (cfr. il capitolo 5) e la firma - apri una nuova scheda., da parte dell’Unione, della convenzione quadro del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale stabiliscono quadri per garantire che l’IA rispetti i diritti umani e i valori democratici.
In senso orario, da davanti a sinistra: Charles Michel, allora presidente del Consiglio europeo, Olaf Scholz, cancelliere federale tedesco, Justin Trudeau, primo ministro canadese, Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, Giorgia Meloni, prima ministra italiana, Joe Biden, allora presidente degli Stati Uniti, Fumio Kishida, allora primo ministro del Giappone, Rishi Sunak, allora primo ministro del Regno Unito, e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, al vertice del G7 tenutosi a Fasano, in Puglia, il 13 e 14 giugno 2024.
Al vertice del G20 - apri una nuova scheda. di novembre tenutosi a Rio de Janeiro, in Brasile, i leader si sono concentrati sulle disuguaglianze, sulla riforma della governance globale e sui cambiamenti climatici, e hanno varato l’Alleanza globale contro la fame e la povertà. L’UE ha aderito all’alleanza come membro fondatore, insieme a 82 paesi, l’Unione africana, 24 organizzazioni internazionali, 9 istituzioni finanziarie internazionali e 31 organizzazioni filantropiche e organizzazioni non governative. Al vertice la presidente von der Leyen ha annunciato l’avvio della campagna di raccolta fondi sulle energie rinnovabili in Africa, della durata di un anno. Per sostenere la realizzazione di maggiori progressi verso il conseguimento degli obiettivi concordati alla COP28, la presidente von der Leyen ha invitato i leader del G20 e altri leader a unire le forze nel contesto di un nuovo forum mondiale sulla transizione energetica, che riunirà governi, organizzazioni internazionali e attori finanziari per rafforzare gli sforzi di attuazione.
Relazioni dell’UE con il Consiglio di cooperazione del Golfo
Il Consiglio di cooperazione del Golfo riunisce sei Stati arabi del Golfo per promuovere l’integrazione politica ed economica. Il Golfo ospita quasi un terzo delle riserve petrolifere mondiali.
A ottobre l’UE e i suoi Stati membri hanno organizzato il primo vertice - apri una nuova scheda. con il Consiglio per discutere le questioni relative al Medio Oriente ed esaminare possibili modalità di collaborazione in nuovi settori quali:
energie rinnovabili;
sicurezza energetica;
connettività;
transizione verde.
Fondata su ideali di pace e cooperazione, l’UE ha continuato a collaborare con i suoi alleati per affrontare le principali sfide globali al fine di mantenere la pace, rafforzare la difesa e proteggere la sua popolazione. In quest’ottica il partenariato UE-NATO - apri una nuova scheda. ha assunto una rinnovata importanza nel 2024, contribuendo a mantenere la stabilità su entrambe le sponde dell’Atlantico e fornendo sostegno all’Ucraina. L’UE e la NATO si sono adoperate per coordinare meglio l’azione civile e militare, rendendo le infrastrutture essenziali più resilienti e migliorando la loro comprensione delle crisi e delle catastrofi e il modo in cui vi rispondono. Nuovi dialoghi strutturati affrontano ora problematiche quali le minacce informatiche, le attività spaziali, le tecnologie di rottura, gli effetti dei cambiamenti climatici e l’industria della difesa.
Nella lotta per la pace, la sicurezza e la stabilità, l’ONU è un altro partner importante dell’UE. Insieme si adoperano per prevenire i conflitti, sostenere le missioni di mantenimento della pace e facilitare la ricostruzione postbellica in tutto il mondo. Nel corso dell’anno il partenariato strategico UE-ONU sulle operazioni di pace e la gestione delle crisi per il periodo 2022-2024 ha compiuto progressi.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea (a destra) e Mark Rutte, segretario generale della NATO (a sinistra). Bruxelles, Belgio, 29 ottobre 2024.
Partenariato UE-ONU sulle operazioni di pace e la gestione delle crisi
Il partenariato tra l’UE e l’ONU sulla gestione delle crisi e il mantenimento della pace con mezzi civili, di polizia e militari è unico e di lunga data, basato su valori e impegni condivisi.
Nell’ambito del partenariato si tengono periodicamente dialoghi ad alto livello, ad esempio in seno al comitato direttivo UE-ONU sulla gestione delle crisi, e vi è un’interazione continua a livello operativo tra le missioni e le operazioni, unitamente a una stretta cooperazione tra le sedi centrali.
Attualmente l’UE sta conducendo 21 missioni e operazioni nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune, di cui 12 civili, 8 militari e una civile-militare. Undici delle 21 missioni e operazioni si svolgono parallelamente alle missioni dell’ONU, ad esempio nella Repubblica centrafricana, in Iraq, in Israele/Palestina (tale designazione non è da intendersi come un riconoscimento dello Stato di Palestina e non pregiudica le singole posizioni degli Stati membri sulla questione), in Kosovo, in Libia e in Somalia.
I contributi degli Stati membri costituiscono complessivamente un quarto del bilancio dell’ONU per il mantenimento della pace.
Cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa: panoramica del 2024
Si sono tenuti dialoghi in materia di sicurezza e di difesa con i partner del vicinato orientale e meridionale dell’UE, dell’Africa, della regione indo-pacifica, dell’America latina e dell’America settentrionale.
L’UE ha collaborato con organizzazioni regionali quali l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, l’Unione africana e l’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico.
È stato avviato un dialogo regionale sulla sicurezza con il Consiglio di cooperazione del Golfo.
Sono stati conclusi partenariati in materia di sicurezza e di difesa con Albania, Corea del Sud, Giappone, Macedonia del Nord, Moldova e Norvegia.
Strumento europeo per la pace.
È stato fornito sostegno alle capacità militari e di difesa dei partner.
È stata fornita assistenza a 26 beneficiari in più regioni:
Africa;
vicinato orientale e meridionale;
Balcani occidentali.
È stata ampliata la rete di consulenti militari nelle delegazioni dell’UE.
Si è tenuta la seconda edizione del forum Schuman per la sicurezza e la difesa a Bruxelles, Belgio.
L’UE riconosce che un’azione risoluta è essenziale per mantenere la pace e la stabilità, soprattutto in tempi di crisi. Gli avvenimenti al di là delle frontiere dell’UE possono avere un effetto diretto sulla sicurezza dei suoi cittadini. La politica di sicurezza e di difesa comune consente all’UE di rispondere alle sfide in materia di sicurezza effettuando missioni e operazioni all’estero. Così facendo, l’UE contribuisce a prevenire i conflitti, migliora la capacità dei paesi partner di far fronte alle problematiche in materia di sicurezza e riduce al minimo le minacce che potrebbero raggiungere l’Europa.
Nell’ambito di questa politica, nel 2024 l’UE ha avviato l’iniziativa in materia di sicurezza e di difesa - apri una nuova scheda. per sostenere i paesi dell’Africa occidentale lungo la costa del Golfo di Guinea e aiutarli a far fronte ai problemi di sicurezza che si diffondono dal Sahel, come il terrorismo e le attività illegali.
In Benin sono stati formati 90 agenti di cinque unità della polizia repubblicana per la gestione della lotta agli ordigni esplosivi improvvisati. La formazione, parte dell’iniziativa in materia di sicurezza e di difesa nel Golfo di Guinea, si è svolta a Kandi, Parakou, Dassa e Cotonou. Dassa, Benin, 2 maggio 2024.
Impegno dell’UE nel settore della sicurezza e della difesa in tutto il mondo
5 missioni/operazioni militari in corso.
12 missioni civili in corso.
3 operazioni militari navali in corso.
1 iniziativa civile e militare.
Approccio integrato Le azioni dell’UE in materia di sicurezza e di difesa sono sviluppate e attuate di concerto con altri strumenti dell’Unione per conseguire un impatto strategico.
Obiettivi Mantenimento della pace, prevenzione dei conflitti, rafforzamento della sicurezza internazionale, sostegno allo Stato di diritto, prevenzione della tratta di esseri umani e della pirateria, contributo alla sicurezza marittima e fornitura di attrezzature militari e infrastrutture di sicurezza ai partner dell’UE.
Nel febbraio 2024 l’UE ha inoltre lanciato l’operazione Aspides dell’Eunavfor - apri una nuova scheda., un’operazione marittima volta a proteggere le navi in viaggio sul Mar Rosso dagli attacchi dei ribelli Houthi, un gruppo armato dello Yemen. L’operazione contribuisce a garantire che le navi possano viaggiare sicure e rafforza la sicurezza nel Mar Rosso e nella vicina regione del Golfo.
Dal 6 all’8 luglio 2024 Josep Borrell, allora alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea responsabile per un’Europa più forte nel mondo (a destra), si è recato a Gibuti per rafforzare i legami con questo importante partner regionale e valutare l’impatto delle operazioni navali dell’UE. Ha visitato la fregata italiana Virginio Fasan, attiva nell’ambito dell’operazione Aspides dell’Eunavfor, una missione militare dell’UE che protegge la sicurezza marittima e la libertà di navigazione nel Mar Rosso, nell’Oceano Indiano, nel Golfo Persico e in altre zone limitrofe.
La crisi in Medio Oriente
La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è peggiorata drasticamente da ottobre 2023, quando il brutale attacco terroristico perpetrato da Hamas nei confronti di Israele, la successiva escalation delle ostilità tra le parti e le operazioni militari israeliane su vasta scala hanno aggravato una crisi esistente.
Nel 2024 l’UE ha continuato a chiedere un cessate il fuoco immediato a Gaza, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, un urgente aumento degli aiuti umanitari a Gaza e una fine duratura delle ostilità. Ha inoltre ripetutamente invitato tutte le parti, compreso Israele, a rispettare il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale, in particolare le convenzioni di Ginevra, e a fare tutto il possibile per proteggere i civili innocenti e non causare loro danni. L’UE lavora instancabilmente per prevenire ulteriori ricadute del conflitto nell’intera regione, e mantiene il suo fermo impegno a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e sulle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite attraverso rinnovati sforzi nel processo di pace in Medio Oriente.
Bilancio delle vittime della crisi di Gaza (al settembre 2024)
40 000morti.
88 000feriti.
1,9 milionidi sfollati.
Oltre 2,2 milioni di persone sono state colpite, e in centinaia di migliaia si trovano ad affrontare gravi carenze di beni di prima necessità, quali cibo, acqua e alloggi. I danni alle infrastrutture scolastiche e ospedaliere hanno inciso ulteriormente sull’accesso ai servizi essenziali. Sono soprattutto i bambini a subire le conseguenze peggiori della situazione, e molti di loro si trovano ad affrontare traumi sia fisici che psicologici. Anche la Cisgiordania deve fare i conti con una situazione in peggioramento, perché la violenza diffusa dei coloni - apri una nuova scheda. acuisce le esigenze umanitarie tra le comunità palestinesi.
Nel contesto di queste sfide l’UE mantiene il suo impegno a favore della sua missione umanitaria, fornendo un’ancora di salvezza sotto forma di assistenza diretta e di un consistente sostegno finanziario. Questi aiuti di ampia portata forniscono servizi essenziali — da cibo e acqua pulita a cure mediche, alloggi, istruzione e protezione — alle persone più bisognose in tutte le zone colpite. Inoltre il sistema di risposta alle emergenze dell’UE, il meccanismo unionale di protezione civile - apri una nuova scheda., è stato attivato 10 volte nel 2024 per fornire assistenza a Gaza, coordinare le evacuazioni e sostenere i paesi vicini colpiti dalla crisi.
Nonostante i notevoli rischi per la sicurezza, l’UE continua a fornire assistenza nell’ambito del meccanismo, anche attraverso il corridoio marittimo a Cipro - apri una nuova scheda., una rotta marittima essenziale tramite la quale la Germania, Cipro, la Romania e la Slovacchia hanno fornito cibo e materiali per gli alloggi. Nove Stati membri hanno fornito assistenza in natura al ministero della Salute egiziano. Il meccanismo sostiene inoltre i suoi partner inviando esperti e coordinando le evacuazioni sanitarie - apri una nuova scheda. di pazienti palestinesi gravemente malati verso l’Europa.
Oltre 20 anni di sostegno dell’UE ai palestinesi
L’UE è il principale donatore internazionale per il popolo palestinese.
SOSTEGNO ALLO SVILUPPO
2014-20202,2 miliardi di euro stanziati.
2021-20241,36 miliardi di euro stanziati (di cui oltre 920 milioni sono stati approvati).
SOSTEGNO UMANITARIO
Dal 2000 oltre1,1 miliardi di euro.
Nel 2024238 milioni di euro di aiuti umanitari impegnati (*).Oltre4 000 tonnellate di forniture umanitarie per i palestinesi bisognosi a Gaza.
(*) Compresa l’integrazione supplementare di 45 milioni di euro annunciata dalla presidente von der Leyen a settembre.
In Cisgiordania l’UE e diversi Stati membri stanno collaborando con i partner umanitari sul campo per proteggere le comunità a rischio di sfollamento forzato e di violenza dei coloni.
Quando si verificano catastrofi naturali o scoppiano conflitti, milioni di persone si trovano in pericolo. Gli aiuti umanitari diventano quindi un’ancora di salvezza perché forniscono cibo, riparo e cure mediche ai più vulnerabili.
L’UE è in prima linea in questi interventi di soccorso, ed è uno dei principali donatori al mondo di aiuti umanitari: fornisce aiuti in funzione delle necessità alle persone colpite dalle crisi provocate dall’uomo e dalle catastrofi naturali in tutto il mondo. Nel 2024 l’UE ha stanziato 2,49 miliardi di euro per sostenere oltre 300 milioni di persone bisognose.
La Commissione sta avviando un nuovo ponte aereo umanitario per le persone più bisognose in Siria, al fine di fornire assistenza sanitaria di emergenza e altre forniture essenziali, e sta aumentando i finanziamenti umanitari.
Aiuti umanitari dell’UE in tutto il mondo nel 2024
L'importo pari a 2,5 miliardi di euro del bilancio globale per gli aiuti umanitari comprende 956 milioni di euro per l'Africa subsahariana, 665 milioni di euro per il Medio Oriente e l'Africa settentrionale, 447 milioni di euro per l'Asia, l'America latina, il Pacifico e i Caraibi, 214 milioni di euro per l'Ucraina, i Balcani occidentali e il Caucaso e 205 milioni di euro per gli stanziamenti non geografici.
Nella regione del Sahel, devastata da conflitti, crisi climatiche ed epidemie, l'UE ha fornito aiuti essenziali per far fronte a malnutrizione e sfollamenti e migliorare la sanità e l'istruzione. L'UE ha fornito sostegno alle persone colpite da conflitti prolungati e da eventi meteorologici estremi in Africa orientale e meridionale. In Afghanistan, dove oltre la metà della popolazione necessita di assistenza umanitaria a causa di conflitti, povertà e cambiamenti climatici, l'UE ha erogato aiuti indispensabili sia all'interno del paese che nei paesi vicini, concentrandosi sulla sicurezza alimentare, sull'assistenza sanitaria e sulla protezione. Nel contesto dell'inasprimento del conflitto in Myanmar/Birmania, l'UE ha contribuito a rispondere alle crescenti esigenze della popolazione locale e a sostenere i rifugiati rohingya in Bangladesh. Hanno ricevuto sostegno anche le vittime di conflitti e catastrofi in Asia. Nelle Americhe, l'UE ha contribuito ad affrontare la crisi umanitaria in Venezuela, ha provveduto al sostegno delle vittime del conflitto in Colombia, ha offerto assistenza alle persone colpite da violenza e criminalità in America centrale e altrove, ha fornito aiuti agli sfollati in tutta la regione e ha contribuito a organizzare il primo ponte aereo umanitario ad Haiti nel 2024 in risposta alla crescente violenza delle bande
Capacità di risposta umanitaria europea nel 2024
16 crisi affrontate in 17 paesi (Afghanistan, Burkina Faso, Ciad, Cuba, Haiti, Laos, Libano, Mali, Niger, Palestina, Repubblica democratica del Congo, Ruanda, Saint Vincent e Grenadine, Siria, Somalia, Sudan e Yemen).
La capacità di risposta umanitaria europea ha sostenuto iniziative Team Europa in 5 crisi, cooperando con 8 Stati membri in operazioni congiunte.
93 voli charter.
5 402 tonnellate metriche di aiuti trasportati (per via aerea, marittima e terrestre).
16 683 passeggeri trasportati sui voli per gli aiuti umanitari dell’UE.
3 nuovi magazzini aperti.
817 tonnellate di scorte mobilitate.
13 esperti inviati sul campo.
Nel corso del 2024 l’UE ha inoltre organizzato eventi ad alto livello per massimizzare l’impatto umanitario. A marzo si è tenuto a Bruxelles, in Belgio, il terzo forum umanitario europeo - apri una nuova scheda., durante il quale l’UE ha annunciato che avrebbe stanziato oltre 7,7 miliardi di euro per far fronte alle crisi mondiali nel 2024.
Il mese seguente, l’UE, la Germania e la Francia hanno organizzato una conferenza internazionale sul Sudan - apri una nuova scheda., paese in cui nell’aprile 2023 è scoppiata la guerra civile, che ha provocato sfollamenti su vasta scala e una grave crisi umanitaria. In risposta all’appello delle Nazioni Unite del febbraio 2024, alla conferenza i donatori internazionali si sono impegnati a stanziare oltre 2 miliardi di euro. Di questa cifra, quasi 900 milioni di euro provengono dall’UE e dai suoi Stati membri e sono intesi a sostenere la popolazione civile in Sudan e i rifugiati nei paesi vicini.
Farchana in Ciad sta affrontando una crisi umanitaria causata dall’afflusso di rifugiati di guerra sudanesi e dagli effetti di catastrofi naturali ricorrenti. Oltre 800 000 persone si trovano ora ad affrontare una grave insicurezza alimentare e hanno urgente bisogno di aiuti umanitari. 28 e 29 aprile 2024.
Proseguendo il suo impegno ad affrontare le sfide umanitarie globali, a maggio l’UE ha presieduto il segmento ministeriale ad alto livello dell’ottava conferenza di Bruxelles «Sostenere il futuro della Siria e della regione» - apri una nuova scheda., i cui partecipanti hanno sottolineato la necessità di una soluzione politica pacifica al conflitto siriano e di un sostegno finanziario costante per le persone colpite. L’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a contribuire con 3,8 miliardi di euro in sovvenzioni, confermandosi il principale donatore di aiuti alla Siria. Questi fondi sono destinati alle necessità urgenti dei siriani in Siria, dei rifugiati siriani nei paesi vicini e delle comunità di accoglienza.
La Siria sta attraversando il suo tredicesimo anno di crisi e deve rispondere a esigenze umanitarie di portata senza precedenti. Circa 7,2 milioni di siriani continuano a essere sfollati interni e la necessità di assistenza umanitaria è ai massimi storici. Le donne e i bambini, che costituiscono oltre due terzi della popolazione sfollata, sono in gran parte esclusi dall’istruzione formale a causa del conflitto in corso.
Nel 2024 l’UE ha adottato ulteriori misure per rafforzare il suo meccanismo di protezione civile al fine di migliorare la preparazione, la prevenzione e la risposta alle catastrofi in tutta l’UE e nel resto del mondo (cfr. i capitoli 4 e 7).
Il 94 % delle persone nell’UE ritiene che gli Stati membri debbano fornire aiuto agli altri Stati membri colpiti da catastrofi.
Il 91 % crede che gli Stati membri debbano fornire aiuto ai paesi terzi colpiti da catastrofi.
Il 90 % ritiene importante che l’UE contribuisca al coordinamento della risposta alle catastrofi ovunque nel mondo.
Il 90 % concorda sul fatto che in futuro sia necessario un potenziamento dell’azione coordinata dell’UE in questo settore.
Janez Lenarčič, allora commissario europeo per la Gestione delle crisi (terzo da sinistra), all’ottavo Forum europeo della protezione civile a Bruxelles, Belgio, il 5 giugno 2024.