Relazione speciale
20 2020

La lotta contro la povertà infantile – È necessario rendere più mirato il sostegno della Commissione

Contenuto del documento Nell’UE la povertà infantile rimane un grave problema, poiché quasi un minore su quattro è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Gli studi condotti hanno ripetutamente evidenziato come un investimento effettuato durante l’infanzia, a costi finanziari relativamente ridotti, possa produrre utili per tutto l’arco della vita.
La Corte ha deciso di espletare questo audit perché la lotta alla povertà infantile rimane una sfida in molti Stati membri. Lo scopo era di valutare se la Commissione avesse recato un contributo efficace agli sforzi profusi dagli Stati membri per ridurre la povertà infantile.
È emerso che l’importanza degli strumenti non giuridicamente vincolanti di cui la Commissione dispone è limitata per la loro stessa natura, ma che essa possiede anche strumenti più potenti. Tuttavia, data la mancanza di informazioni direttamente connesse alla povertà infantile, è stato difficile, se non impossibile, valutare l’effettivo contributo di tali strumenti agli sforzi compiuti dagli Stati membri per ridurre la povertà infantile.
Relazione speciale della Corte dei conti europea presentata in virtù dell’articolo 287, paragrafo 4, secondo comma, del TFUE.

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Sintesi

I

La lotta contro la povertà e l’esclusione sociale è al centro della strategia Europa 2020. Individuare i gruppi esposti a un rischio accresciuto di povertà o di esclusione sociale, e determinare i motivi di tale vulnerabilità, è essenziale per ottenere risultati positivi in questo campo. Le statistiche di un decennio dimostrano che i minori sono esposti a un rischio di povertà o di esclusione sociale maggiore rispetto al resto della popolazione dell’UE.

II

Per costruire un’economia della conoscenza sostenibile, efficiente e competitiva, nonché una società equa tra le generazioni, è indispensabile concentrare l’attenzione sui minori e contrastare l’elevato tasso di minori in stato di povertà, che si registra attualmente. I benefici economici degli investimenti a favore dei minori superano sensibilmente i costi di finanziamento degli investimenti.

III

Adottare misure adeguate per ridurre la povertà infantile rientra in primo luogo tra le responsabilità degli Stati membri e dei governi nazionali. Anche la Commissione, tuttavia, ha un ruolo da svolgere: dovrebbe sostenere e integrare le attività degli Stati membri nella lotta contro l’esclusione sociale e la povertà infantile. A tale scopo può utilizzare strumenti sia giuridici che finanziari.

IV

La Corte non ha finora sottoposto ad audit il settore della povertà infantile. La presente relazione può contribuire alle iniziative che la Commissione adotterà in futuro per sostenere gli sforzi degli Stati membri nella lotta contro la povertà infantile.

V

Il controllo di gestione svolto si prefiggeva di valutare se la Commissione avesse recato un contributo efficace agli sforzi degli Stati membri per la riduzione della povertà infantile. Per rispondere al principale quesito di audit, la Corte ha esaminato se gli strumenti giuridici della Commissione – la raccomandazione della Commissione 2013/112/UE, del 20 febbraio 2013, “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale” (di seguito “la raccomandazione”), il pilastro europeo dei diritti sociali e il processo del semestre europeo – abbiano contribuito a contrastare la povertà infantile. La Corte ha esaminato altresì come l’utilizzo dei fondi UE da parte degli Stati membri abbia contribuito a quest’obiettivo.

VI

Sebbene la raccomandazione non sia uno strumento giuridicamente vincolante, si è dimostrata un’iniziativa positiva per combattere la povertà infantile in maniera integrata. Nonostante ciò, è difficile valutare i progressi della sua attuazione e del suo impatto sulle strategie nazionali, giacché non sono stati fissati né valori-obiettivo misurabili, né tappe intermedie.

VII

Il pilastro europeo dei diritti sociali ha migliorato la consapevolezza in merito alle politiche sociali nell’UE, compresa la povertà infantile, e possiede il potenziale per indirizzare misure e finanziamenti verso la lotta contro la povertà infantile nel periodo di programmazione 2021‑2027. Non è stato però ancora completato un piano d’azione per attuarne compiutamente i diversi princìpi. La stesura di un piano d’azione è essenziale per delineare un quadro complessivo dei suoi progressi.

VIII

Il processo del semestre europeo prevede la formulazione di raccomandazioni specifiche per paese, dirette agli Stati membri per i vari settori d’intervento. La Corte ha rilevato che agli Stati membri sono state rivolte raccomandazioni specifiche per paese in settori concernenti le strategie per la famiglia e l’infanzia, che possono contribuire alla riduzione della povertà infantile. La povertà infantile, tuttavia, viene raramente affrontata esplicitamente e non è stata chiaramente definita una specifica metodologia per stabilire quando considerare la povertà infantile prioritaria ai fini della potenziale formulazione di una raccomandazione specifica per paese.

IX

La legislazione dell’UE non destina direttamente fondi alla lotta contro la povertà infantile. Né la Commissione, né gli Stati membri visitati sono stati in grado di quantificare l’entità dei fondi stanziati per progetti destinati direttamente alla lotta contro la povertà infantile; pertanto, non hanno potuto valutarne l’efficacia.

X

Nella conclusione generale, la Corte constata che nell’UE la povertà infantile rimane un grave problema, poiché quasi un minore su quattro è ancora a rischio di povertà o di esclusione sociale. Benché il ruolo della Commissione sia limitato, è difficile, se non impossibile, valutare se le iniziative da essa intraprese per ridurre la povertà infantile, tramite il ricorso a strumenti giuridici e fondi UE, siano state sufficientemente efficaci.

XI

La Corte raccomanda alla Commissione di:

  • inserire nel suo piano d’azione per il pilastro europeo dei diritti sociali azioni e obiettivi per la lotta contro la povertà infantile;
  • disporre di chiari orientamenti interni per individuare, nell’ambito dell’analisi svolta ai fini del processo del semestre europeo, situazioni che potrebbero condurre a un’eventuale raccomandazione specifica per paese direttamente connessa alla povertà infantile;
  • destinare investimenti alla lotta contro la povertà infantile nel periodo di programmazione 2021‑2027 e monitorarne l’esito; e
  • fare in modo che siano stati compiuti i passi necessari e raccolte sufficienti informazioni di intelligence per preparare la prossima iniziativa strategica su una garanzia europea per l’infanzia.

Introduzione

01

La lotta contro la povertà e l’esclusione sociale è al centro della strategia Europa 2020. Individuare i gruppi esposti a un rischio accresciuto di povertà o esclusione sociale, e determinare i motivi di tale vulnerabilità, è essenziale per ottenere risultati positivi in questa lotta. Una persona è considerata a rischio di povertà o di esclusione sociale se si trova in almeno una delle seguenti situazioni: è a rischio di povertà, oppure vive in condizioni di grave deprivazione materiale o di intensità di lavoro molto bassa (paragrafo 77).

02

Il confronto tra fasce di età su un periodo di dieci anni dimostra che i minori (da 0 a 18 anni) sono esposti a un rischio di povertà o di esclusione sociale maggiore, rispetto al resto della popolazione dell’UE (cfr. figura 1).

Figura 1

Percentuale della popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’Unione europea, per fascia di età (2018)

Fonte: Dati Eurostat estratti il 22.11.2019.

03

Nel 2018, i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE erano 23 milioni, ossia un minore su quattro1. Il livello della povertà infantile varia però sensibilmente da uno Stato membro all’altro. Quattro Stati membri (Romania, Bulgaria, Grecia e Italia), hanno registrato una percentuale di minori a rischio di povertà o di esclusione sociale superiore al 30 %, per cui un minore su tre si trova a rischio di povertà o di esclusione sociale. Negli Stati membri (Danimarca, Paesi Bassi, Cechia e Slovenia) che hanno segnalato i tassi più ridotti, i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale sono uno su sei (cfr. figura 2).

Figura 2

Percentuale di minori a rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE) nell’UE, nel 2018

Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei dati Eurostat (estratti il 20.12.2019).

04

Secondo le previsioni economiche della Commissione per il 2021, la pandemia di COVID-19 ha provocato gravi sconvolgimenti e ha mutato le prospettive dei mercati del lavoro europei. Si prevede che il tasso di disoccupazione nella zona euro aumenti dal 7,5 % del 2019 al 9,5 % circa nel 2020 e all’8,6 % nel 2021. Di conseguenza, i gruppi vulnerabili della società sono a rischio di povertà o di esclusione sociale. È indispensabile che gli Stati membri coordinino le proprie attività all’interno dei rispettivi territori e in tutta l’UE per proteggere le categorie più a rischio.

05

Per un’economia della conoscenza sostenibile, efficiente e competitiva, e per una società equa tra le generazioni, è indispensabile concentrare l’attenzione sui minori e contrastare l’elevato tasso di minori in stato di povertà che si registra attualmente2. Vari studi hanno ripetutamente dimostrato come un investimento effettuato durante l’infanzia, a costi finanziari relativamente ridotti, possa produrre utili per tutto l’arco della vita, non solo a vantaggio delle singole persone, ma anche della società e dell’economia3. I benefici economici degli investimenti a favore dei minori superano sensibilmente i costi di finanziamento degli investimenti4.

06

La lotta contro la povertà infantile viene attuata in primo luogo a livello di Stato membro. Le amministrazioni pubbliche e gli altri attori che agiscono negli Stati membri possono mettere in atto una serie di iniziative nel settore dello stato assistenziale e della politica sociale a sostegno di famiglie e minori svantaggiati: per esempio programmi di trasferimenti sociali di routine, erogazione diretta di servizi e risorse, oppure programmi di intervento mirati.

07

Tuttavia, anche l’UE – in particolare la Commissione – ha un ruolo da svolgere. Deve sostenere e integrare le attività degli Stati membri nella lotta contro l’esclusione sociale. La Commissione dovrebbe inoltre facilitare il coordinamento degli interventi degli Stati membri in tutti i campi contemplati dal titolo X – Politica sociale – del TFUE. A tale scopo può utilizzare strumenti sia giuridici che finanziari.


Estensione e approccio dell’audit

08

La Corte ha deciso di espletare l’audit in questione, in quanto i minori sono più esposti del resto della popolazione al rischio di povertà o di esclusione sociale. La povertà infantile è una sfida che si presenta in molti Stati membri e può incidere gravemente sulle opportunità nelle fasi successive della vita, per esempio con la disoccupazione in età adulta. Il problema occupa attualmente uno dei primi posti nell’agenda politica, dopo la proposta di una garanzia per l’infanzia avanzata dal Parlamento europeo per il periodo 2021‑2027 (paragrafi 85-90).

09

Il controllo di gestione svolto si prefiggeva di valutare se la Commissione avesse recato un contributo efficace agli sforzi degli Stati membri per la riduzione della povertà infantile. Per rispondere al quesito principale dell’audit, la Corte ha esaminato se gli strumenti giuridici della Commissione e l’utilizzo dei fondi UE da parte degli Stati membri abbiano contribuito efficacemente agli sforzi per contrastare la povertà infantile.

10

L’audit della Corte ha esaminato l’utilizzo e l’attuazione dei seguenti strumenti:

  • la raccomandazione 2013/112/UE della Commissione, del 20 febbraio 2013 – “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale” (la raccomandazione), che promuove un approccio integrato tale da riunire un ampio ventaglio di azioni che dovrebbero contribuire a ridurre la povertà infantile;
  • il pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR), del 2017, che comprende 20 princìpi, alcuni dei quali mirano, direttamente o indirettamente, a contrastare la povertà infantile;
  • il processo del semestre europeo, nel cui ambito la Commissione analizza le politiche sociali degli Stati membri e può formulare, ove lo ritenga necessario, raccomandazioni specifiche per paese (RSP) in materia di povertà infantile;
  • i contributi finanziari dell’UE disponibili nel quadro del Fondo sociale europeo (FSE) nel periodo di programmazione 2014‑2020 per contrastare la povertà infantile;
  • gli indicatori della povertà infantile in tutta l’UE.
11

Il principale organismo sottoposto ad audit è stato la Commissione europea. La Corte ha inoltre visitato le autorità nazionali pertinenti in Germania, Italia, Polonia e Romania, nonché organizzazioni internazionali e non governative operanti nel campo della lotta contro la povertà infantile, per ottenere maggiori informazioni e conoscere il loro punto di vista al riguardo. I criteri per la selezione degli Stati membri comprendevano, tra l’altro, i tassi di povertà infantile e la potenziale dotazione degli Stati membri, nel quadro dell’FSE, destinata alla lotta contro la povertà infantile. I paesi visitati rappresentano una selezione equilibrata, che comprende valori sia ridotti che elevati, per quanto riguarda sia i tassi di povertà infantile, sia le dotazioni dell’FSE.

12

Le attività di audit hanno compreso esami documentali di regolamenti, strategie, documenti strategici, orientamenti, valutazioni, relazioni di monitoraggio e documenti interni, nonché documenti pubblicati da autorità azionali, organismi di ricerca, esponenti del mondo accademico e organizzazioni non governative.

13

Il lavoro della Corte comprende alcuni elementi in prospettiva futura, con i quali si offre un contributo alla discussione in corso sulla garanzia per l’infanzia. Si noti che il lavoro di audit della Corte è stato portato a termine prima dell’epidemia di COVID-19; la presente relazione non tiene conto, quindi, di eventuali sviluppi politici o di altri cambiamenti verificatisi in risposta all’attuale pandemia.


Osservazioni

La raccomandazione è stata un’iniziativa positiva, ma è difficile, se non impossibile, valutarne l’impatto

La raccomandazione è stata un tentativo positivo di affrontare il problema della povertà infantile secondo un approccio olistico

14

La Commissione ha adottato la raccomandazione nel 2013, in seguito a un’iniziativa del Consiglio europeo e a consultazioni con organizzazioni di esperti e autorità degli Stati membri. Il documento è stato adottato nel quadro del pacchetto di investimenti sociali5, la risposta con cui la Commissione era venuta in aiuto agli Stati membri che dovevano affrontare il crescente rischio di povertà o di esclusione sociale provocato dalla crisi del 2008. La raccomandazione mira a promuovere un approccio integrato, basato su tre pilastri, concernente l’accesso a risorse sufficienti, l’accesso a servizi di qualità a un costo sostenibile e il diritto dei minori a partecipare alla vita sociale, con particolare attenzione per i minori e le loro famiglie (cfr. figura 3).

Figura 3

Struttura della raccomandazione della Commissione “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”

Fonte: Corte dei conti europea, sulla base della raccomandazione della Commissione “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”.

15

Sebbene la raccomandazione non sia giuridicamente vincolante, essa si è dimostrata un’iniziativa positiva per combattere la povertà infantile in maniera integrata. Intende incoraggiare gli Stati membri ad adottare e applicare politiche volte a eradicare la povertà e l’esclusione sociale dei minori mediante strategie multidimensionali, ispirate a una serie di princìpi orizzontali. Invita inoltre gli Stati membri a sviluppare i meccanismi di governance, di esecuzione e di monitoraggio necessari, per fare in modo che le politiche attuate agiscano effettivamente sulla povertà e l’esclusione sociale dei minori e sfruttino pienamente gli strumenti pertinenti dell’UE, compresi i finanziamenti dell’Unione.

16

A causa della natura non vincolante della raccomandazione, la Commissione non può obbligare gli Stati membri ad attuarla, ma può promuoverne la rilevanza e i progressi nel modo seguente:

  • assistendo gli Stati membri nell’attuazione, con l’elaborazione di un piano d’azione e la condivisione di buone pratiche di lotta contro la povertà infantile;
  • monitorando e comunicando i progressi ottenuti negli Stati membri, in modo da favorire la trasparenza e il confronto.

La Commissione non ha elaborato una tabella di marcia

17

I princìpi della raccomandazione e le varie misure previste nel quadro dei suoi tre pilastri sono di portata generale e per un’efficace attuazione necessitano di ulteriori orientamenti. A tale proposito, il Parlamento europeo ha raccomandato alla Commissione di stabilire, insieme agli Stati membri, una tabella di marcia per l’attuazione dell’approccio articolato su tre pilastri della raccomandazione.

18

Le parti interessate, tra cui le ONG attive nel settore sociale, gli enti pubblici e le organizzazioni di tutela dei diritti umani, partecipanti al “Gruppo ad hoc sulla povertà infantile e il benessere dei minori”, avevano segnalato alla Commissione la medesima esigenza. Questi soggetti avevano raccomandato di redigere una tabella di marcia dell’UE, che stabilisse un piano visibile e comunicabile recante gli obiettivi specifici, le principali tappe intermedie con un calendario e concrete dotazioni di risorse, nonché il ruolo dei differenti attori e livelli di amministrazione pubblica6.

19

La Commissione non ha però preparato questa tabella di marcia né un documento equivalente, e quindi si è lasciata sfuggire l’occasione di offrire un’assistenza specifica agli Stati membri in merito ai modi e ai tempi di attuazione della raccomandazione.

La piattaforma online sulla condivisione di buone pratiche è un’iniziativa valida, ma occorre intensificare gli sforzi per individuare le migliori pratiche.

20

Gli sforzi degli Stati membri nella lotta contro la povertà infantile trarrebbero vantaggio dalla condivisione delle buone pratiche impiegate e individuate da altri Stati membri. La Commissione ha istituito la Piattaforma europea per investire nell’infanzia (EPIC), che possiede il potenziale per assolvere tale funzione.

21

La Commissione ha sviluppato questa piattaforma online con l’intento di condividere i risultati migliori dell’attività politica a favore dei minori e delle loro famiglie, nonché di promuovere la cooperazione e l’apprendimento reciproco in questo campo. La piattaforma è entrata in funzione sin dall’epoca dell’adozione della raccomandazione. La piattaforma EPIC raccoglie e divulga pratiche innovative e fondate su elementi concreti, che possono avere un impatto positivo sui minori e sulle famiglie negli Stati membri. Le pratiche sono assegnate a uno dei tre pilastri della raccomandazione e classificate come “pratiche emergenti”, “pratiche promettenti” o “migliori pratiche”.

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All’inizio di marzo del 2020, sul sito di EPIC erano disponibili in totale 130 pratiche fondate su elementi concreti. Solo tre di queste, tuttavia, sono state classificate come “migliori pratiche”; tutte e tre riguardano il secondo pilastro della raccomandazione (accesso a servizi di qualità a un costo sostenibile). Queste “migliori pratiche” sono illustrate nel riquadro 1. Non sono state caricate e individuate migliori pratiche né per il primo, né per il terzo pilastro della raccomandazione, concernenti rispettivamente l’accesso a risorse sufficienti e il diritto dei minori a partecipare alla vita sociale.

Riquadro 1

Pratiche classificate come “migliori pratiche” sul sito EPIC, marzo 2020

Home-Start (Cominciare da casa)

(avviato nel 1973 – ancora operativo)

Attuato in: Danimarca, Ungheria, Irlanda, Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi, Cechia, Francia, Malta, Grecia, Romania, Polonia e Lettonia

Il programma Home-Start prevede interventi di visite a domicilio in cui volontari con esperienza di assistenza all’infanzia forniscono sostegno a famiglie in difficoltà con bambini di età inferiore a cinque anni. Home-Start è diretto a famiglie e madri prive di esperienza o dell’ausilio di reti di sostegno sociale, che talvolta lamentano problemi di salute fisica o mentale di modesta entità, ma non gravi. Si prefigge di ridurre lo stress della vita familiare e di fornire un incoraggiamento alle famiglie, soprattutto a quelle a rischio di violenza e abbandono dei minori, in modo da creare un ambiente accogliente e affettuoso per i bambini.

Incredible years

(avviato nel 2001 – ancora operativo)

Attuato in: Irlanda, Danimarca, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Finlandia, Paesi Bassi e Portogallo

Il programma prescolastico di base Incredible Years, destinato ai genitori, prevede sessioni di assistenza ai genitori di due ore o due ore e mezza, che si protraggono per otto-dodici settimane, e insegnano ai genitori come riconoscere e trattare i problemi emotivi e comportamentali dei bambini tramite una genitorialità positiva. Questo programma può essere utilizzato per genitori di bambini in età prescolare che abbiano già manifestato, o rischino di sviluppare, problemi di condotta (come comportamento antisociale, frequenti scoppi d’ira e una propensione alla violenza).

Triple P – Positive Parenting Programme (Programma per una genitorialità positiva

(avviato nel 1999 – ancora operativo)

Attuato in: Belgio, Svizzera, Paesi Bassi e Germania

Il programma per una genitorialità positiva è un sistema multilivello di interventi familiari teso a prevenire gravi disturbi emotivi e comportamentali nei minori promuovendo relazioni positive e affettuose tra genitori e figli. Secondo coloro che lo hanno ideato, oltre a migliorare le competenze genitoriali, “il programma si prefigge di incrementare il senso di fiducia dei genitori nella propria capacità genitoriale, migliorare la comunicazione nella coppia in tema di genitorialità, e diminuire lo stress genitoriale. L’acquisizione di specifiche competenze genitoriali migliora la comunicazione nell’ambito della famiglia e la diminuzione dei conflitti, a sua volta, riduce il rischio che i bambini accusino una serie di problemi comportamentali ed emotivi” (trad. della Corte) - (Sanders, Turner e altri, 2002).

Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei dati EPIC, marzo 2020.

23

Il ridotto numero di “migliori pratiche”, la più recente delle quali ha avuto inizio nel 2001, e l’assenza di tali pratiche per il primo e terzo pilastro, limitano l’efficacia della piattaforma EPIC nel favorire l’attuazione della raccomandazione. Inoltre, la Commissione dispone solo di limitate informazioni sull’adozione e l’attuazione negli Stati membri delle pratiche EPIC fondate su elementi concreti.

24

Alcuni Stati membri visitati hanno comunicato alla Corte che le iniziative nazionali efficaci assumono la forma di programmi di trasferimenti sociali, grazie ai quali le famiglie ricevono direttamente un contributo in denaro. Nel corso del tempo, iniziative di questo genere possono comportare un forte aggravio per il bilancio nazionale. Il riquadro 2 riporta, al riguardo, un esempio.

Riquadro 2

Esempio di una misura di lotta contro la povertà infantile in Polonia

Le autorità polacche segnalano che la più importante misura di lotta contro la povertà infantile è stata la prestazione familiare “programma Famiglia 500+”, introdotta il 1° aprile 2016.

L’eccezionale diminuzione del numero di minori in stato di povertà relativa, che si è registrata nel 2017 rispetto al 2016, e la percentuale relativamente bassa riscontrata da allora, sono in larga misura dovute a tale programma, benché su di esso non sia stata ancora svolta alcuna valutazione indipendente.

Dall’aprile 2016 al 30 giugno 2019 la prestazione familiare è stata erogata per il primo figlio sulla base del reddito, e per ogni figlio successivo indipendentemente dal reddito.

Il Consiglio europeo ha pure manifestato la preoccupazione che il programma abbia influito negativamente sulla partecipazione dei genitori (soprattutto delle donne) al mercato del lavoro.

Dal 1° luglio 2019 è stata introdotta una modifica: ora il programma eroga un sostegno finanziario universale, non dipendente dal reddito, a tutti i 6,8 milioni di minori polacchi.

Tale prestazione non è però priva di inconvenienti. Nel 2017 e nel 2018 il costo totale annuale di questo programma ha raggiunto approssimativamente 23 miliardi di PLN (circa l’1,1 % del PIL7) e dal 2020 in poi dovrebbe aumentare fino a 40 miliardi.

Sul monitoraggio e sulla rendicontazione pesano le limitate informazioni

25

L’efficace monitoraggio dell’attuazione della raccomandazione è un altro strumento che la Commissione può utilizzare per promuovere l’importanza della raccomandazione stessa agli occhi degli Stati membri. In particolare, la regolare comunicazione dei progressi compiuti nei diversi Stati membri assicura la trasparenza e offre la base per istituire confronti, oltre che un elemento di incoraggiamento. A tal fine sono tuttavia necessari indicatori misurabili e valori-obiettivo realistici, nonché un appropriato meccanismo di rendicontazione.

26

A tale proposito la raccomandazione invitava gli Stati membri a potenziare il ricorso ad approcci fondati su elementi concreti, sfruttando appieno i dati amministrativi e le statistiche disponibili, oltre al quadro di monitoraggio proposto, che è formato da 32 indicatori8.

27

La Corte ha però rilevato che gli indicatori proposti non coprono tutte le misure indicate nella raccomandazione. Per le misure che rientrano nel terzo pilastro non è stato elaborato alcun indicatore.

28

È difficile valutare i progressi compiuti nell’attuazione della raccomandazione, giacché in questo contesto non sono stati stabiliti valori-obiettivo e tappe intermedie misurabili. La Commissione e gli Stati membri avevano esaminato la possibilità di fissare tali valori-obiettivo, ma alla fine gli Stati membri non l’hanno accettata.

29

Nonostante questi limiti, tramite il comitato per la protezione sociale (CPS), di cui fa parte la Commissione, sono disponibili alcune informazioni. Il CPS è un comitato strategico a carattere consultivo per i ministri all’interno del Consiglio “Occupazione e affari sociali” (EPSCO). I compiti del CPS, che beneficia della competenza strategica e del supporto analitico e di segretariato forniti dalla Commissione, comprendono il monitoraggio della situazione sociale e l’elaborazione di strategie di protezione sociale negli Stati membri e nell’UE. Tramite il “Thematic portfolio of investing in children”, il portafoglio tematico degli investimenti sull’infanzia, il CPS pubblica un aggiornamento annuale relativo alla maggioranza degli indicatori elencati nel quadro di monitoraggio della raccomandazione.

È difficile, se non impossibile, misurare l’impatto quantitativo diretto della raccomandazione

30

L’efficace attuazione della raccomandazione dovrebbe seguire una politica/strategia nazionale di lotta contro la povertà infantile, che individui i settori in cui uno Stato membro ritiene necessario concentrare principalmente gli sforzi per combattere la povertà infantile, nonché le modalità per conseguire questo fine. L’esistenza e il contenuto di tale strategia fornirebbero anch’essi un’indicazione sull’impatto della raccomandazione.

31

Su richiesta della Commissione, la Rete europea per la politica sociale (ESPN) ha preparato uno studio sulle strategie nazionali, allo scopo di misurare i progressi degli Stati membri nell’attuazione della raccomandazione9. Questo studio fornisce informazioni concrete e comparabili su ciascuno Stato membro e su sette altri paesi.

32

Il dato di fondo che emerge dall’analisi della Rete europea per la politica sociale è l’insufficienza dei modesti progressi registrati nella direzione indicata nella raccomandazione, rispetto alla dimensione che il problema presenta in molti paesi. Gli esperti hanno evidenziato che molti dei paesi in cui i livelli di povertà infantile o esclusione sociale erano alti o molto alti hanno compiuto limitati passi in avanti in quasi tutti i settori; alcuni paesi hanno addirittura indebolito il proprio approccio per alcuni settori. I paesi che già si erano dotati di strategie e programmi solidi, e che vantavano livelli modesti di povertà infantile o esclusione sociale, hanno in larga misura mantenuto le proprie posizioni.

33

Lo studio nota poi che è difficile, se non impossibile, valutare in che misura i singoli miglioramenti si possano attribuire alla raccomandazione, ma per molti paesi segnala scarsi cambiamenti nelle strategie nazionali. Ciò non sorprende per gli Stati membri in cui i tassi di povertà infantile sono modesti o di medio valore, ma desta grave preoccupazione che molti Stati membri con tassi alti o molto alti non siano passati a un approccio più integrato e multidimensionale. Tale conclusione corrobora ciò che la Corte ha già riscontrato nei quattro Stati membri visitati (Germania, Italia, Polonia, Romania).

34

Lo studio formula raccomandazioni non vincolanti10, tese a sottolineare l’urgenza e a migliorare l’efficacia dell’attuazione della raccomandazione. La Commissione non ha però dato seguito a tali raccomandazioni.

Il pilastro europeo dei diritti sociali: un’iniziativa sociale globale e progressista, che sancisce princìpi di carattere generale sull’infanzia

35

Il 17 novembre 2017, durante il vertice sociale per l’occupazione e la crescita eque di Göteborg, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno proclamato congiuntamente il pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR)11. La Commissione e gli Stati membri condividono la responsabilità della sua attuazione. L’EPSR rappresenta un altro strumento non giuridicamente vincolante per la lotta contro la povertà infantile, la cui attuazione non può essere imposta dalla Commissione agli Stati membri.

36

L’EPSR è concepito come un quadro per la realizzazione di un’Europa più giusta, con una forte dimensione sociale, a vantaggio dei cittadini. Comprende 20 princìpi formulati per la maggior parte sotto forma di diritti e tesi a stimolare l’attività legislativa e non legislativa a livello di Stato membro.

37

I 20 princìpi sono suddivisi in tre categorie, a sostegno di mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale inclusivi e ben funzionanti: i) pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, ii) condizioni di lavoro eque, iii) protezione sociale e inclusione.

38

L’EPSR, che confluisce nel processo del semestre europeo, è accompagnato da un “quadro di valutazione della situazione sociale” che ne monitora l’attuazione, osservando tendenze e performance nei paesi dell’UE in 12 settori.

Nell’EPSR i diritti dei minori sono tutelati da un principio specifico

39

Uno dei 20 princìpi dell’EPSR, il principio 11 (Assistenza all’infanzia e sostegno ai minori), inserito nella categoria protezione e inclusione sociali, menziona esplicitamente l’esigenza di investire nell’infanzia, rilevando che:

  • i bambini hanno diritto a un’educazione e cura della prima infanzia a costi sostenibili e di buona qualità;
  • i minori hanno il diritto di essere protetti dalla povertà. I minori provenienti da contesti svantaggiati hanno diritto a misure specifiche tese a promuovere le pari opportunità.
40

Vari altri princìpi sono importanti per i minori e potrebbero incidere, direttamente e indirettamente, sulla povertà infantile (per esempio i princìpi relativi all’istruzione, all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, alla protezione sociale e alla salute), ma non si riferiscono specificamente ai minori.

41

L’EPSR ha accresciuto la consapevolezza delle politiche sociali nell’Unione europea, anche per quanto riguarda la povertà infantile. In particolare, ciò è avvenuto tramite l’aggiornamento degli orientamenti in materia di occupazione. Questi orientamenti fissano priorità e valori-obiettivo comuni per le politiche a favore dell’occupazione; sono proposti dalla Commissione, approvati dai governi nazionali e adottati dal Consiglio dell’UE. Nel 2018 gli orientamenti in materia di occupazione sono stati aggiornati per tener conto dei princìpi sanciti dal pilastro. Gli orientamenti inquadrano l’ambito di applicazione e l’indirizzo del coordinamento delle politiche degli Stati membri in materia di occupazione e contribuiscono al processo del semestre europeo.

42

La Corte rileva tuttavia che l’EPSR si è limitato a esporre princìpi generali, già recepiti più dettagliatamente dalla raccomandazione sotto forma di misure specifiche.

  • Per la prima parte del principio 11, relativa all’educazione e cura della prima infanzia a costi accessibili, alcune misure erano già in vigore prima dell’adozione dell’EPSR. La raccomandazione invita a introdurre strategie integrate per combattere la povertà infantile; ciò comprende anche l’educazione e cura della prima infanzia.
  • La seconda parte del principio 11 riguarda il diritto dei minori di essere protetti dalla povertà. La raccomandazione prevede che i minori abbiano accesso a risorse e servizi completi e integrati; in tal modo questo diritto sarebbe rispettato.

L’EPSR trarrebbe vantaggio da un piano d’azione

43

Approvando l’EPSR, il Consiglio europeo12 ha chiarito che la sua attuazione dovrebbe avvenire a livello sia di Unione che di Stato membro, con la condivisione delle responsabilità fra Commissione e Stati membri. Benché molti degli strumenti per la realizzazione del pilastro siano in mano agli Stati membri (ma anche alle parti sociali e alla società civile), le istituzioni dell’UE, e in particolare la Commissione europea, possono contribuire fissando il quadro strategico e fornendo indicazioni.

44

Gli orientamenti politici per la Commissione 2019‑2024 hanno annunciato l’intenzione di presentare “un piano d’azione per la piena attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali”13. Nel gennaio 2020 la Commissione ha presentato una comunicazione14 che definisce la via da seguire in vista di tale piano d’azione e ha avviato un’ampia discussione con tutti i paesi e le regioni dell’UE, nonché con tutti i partner interessati. Il piano d’azione sarà prevedibilmente presentato all’inizio del 2021, quasi quattro anni dopo la sua adozione; esorterà all’azione gli attori a tutti i livelli: europeo, nazionale, regionale e locale. Il piano d’azione previsto rappresenta uno sviluppo apprezzabile, ma la sua realizzazione è importante per delineare un panorama dei progressi nell’attuazione dei diversi princìpi, compreso il principio 11 sui diritti dei minori.

L’EPSR avrà probabilmente un ruolo di spicco nel periodo di programmazione 2021‑2027

45

La proposta di regolamento per il Fondo sociale europeo Plus (FSE+), per il periodo 2021‑2027, concentra l’attenzione sugli investimenti nelle persone e sostiene la realizzazione dell’EPSR. Inoltre, un’Europa più sociale attraverso l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali è uno dei cinque obiettivi strategici individuati dal regolamento recante le disposizioni comuni per il periodo 2021‑202715.

46

Secondo la proposta, per garantire che la dimensione sociale dell’Europa, come indicato nel pilastro europeo dei diritti sociali, sia debitamente sostenuta, gli Stati membri dovrebbero destinare almeno il 25 % delle proprie risorse nazionali FSE+ in regime di gestione concorrente alla promozione dell’inclusione sociale16. Il settore d’intervento dell’inclusione sociale contiene un riferimento ai minori, ma finora non è stata avanzata alcuna proposta per destinare a tal fine valori-obiettivo o livelli di sostegno specifici.

47

La proposta di regolamento relativa al FSE+ specifica che gli Stati membri dovrebbero tener conto dei princìpi e dei diritti stabiliti nel pilastro europeo dei diritti sociali. Questo nuovo particolare rilievo, che si propone di accordare all’EPSR nel periodo di programmazione 2021‑2027, è potenzialmente in grado di concentrare misure e finanziamenti sulla lotta alla povertà infantile.

Le RSP formulate nel quadro del semestre europeo affrontano raramente in maniera esplicita la povertà infantile

Modesti progressi verso i valori-obiettivo del 2020 per la riduzione della povertà

48

Introdotto nel 2010, il semestre europeo è un ciclo annuale di coordinamento della politica economica e di bilancio, concepito specificamente per coordinare gli sforzi nazionali tesi a realizzare i valori-obiettivo della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Contribuisce pertanto a conseguire l’obiettivo principale in materia di povertà ed esclusione sociale, ossia “far uscire almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà o di esclusione sociale entro il 2020, rispetto ai livelli del 2008”.

49

In che misura tale obiettivo sarà realizzato, dipende in gran parte dagli Stati membri, i quali hanno fissato i propri valori-obiettivo nazionali relativi alla povertà nei rispettivi programmi nazionali di riforma (PNR). La Corte osserva che anche qualora tutti i valori-obiettivo nazionali venissero conseguiti entro il 2020, il numero totale delle persone uscite dalla povertà non raggiungerebbe il valore di 20 milioni previsto dalla strategia Europa 2020 (cfr. allegato I per i dettagli di ogni Stato membro).

50

Secondo i dati Eurostat17, nel 2018 erano ancora a rischio di povertà o di esclusione sociale 109,2 milioni di persone. La riduzione totale per l’UE‑28 si colloca a 7,15 milioni di persone uscite dalla povertà rispetto al 2008: i progressi finora sono stati pertanto modesti, e difficilmente i valori-obiettivo fissati per il 2020 saranno raggiunti.

Le raccomandazioni specifiche per paese comprendono temi connessi alla povertà infantile, ma è necessario chiarire ulteriormente il processo sottostante

51

La povertà infantile rientra nell’elemento “povertà ed esclusione sociale” della strategia Europa 2020, e fa quindi parte del processo annuale del semestre europeo, guidato dalla Commissione, che comporta le seguenti cinque fasi principali:

  1. la Commissione prepara relazioni per paese destinate a ciascuno Stato membro,
  2. gli Stati membri presentano i propri programmi nazionali di riforma (politiche economiche) e i programmi di stabilità o convergenza (sulle politiche di bilancio), e
  3. la Commissione propone raccomandazioni specifiche per paese (di seguito RSP),
  4. il Consiglio adotta le RSP che sono dirette agli Stati membri e dovrebbero essere applicate tramite la definizione di politiche nazionali,
  5. la Commissione monitora la successiva attuazione delle RSP.
52

Le relazioni per paese costituiscono il punto di partenza del processo del semestre europeo. Contengono una valutazione della situazione economica di ciascuno Stato membro e dei progressi compiuti verso i valori-obiettivo di Europa 2020. Le RSP trattano generalmente i problemi individuati nelle relazioni per paese.

53

La Corte ha esaminato le relazioni per paese del 2019 riguardanti sei Stati membri, tre dei quali lamentavano nel 2018 i più elevati tassi di minori a rischio di povertà o di esclusione sociale18. Ne è emerso che, in queste relazioni, la Commissione ha valutato la povertà infantile in maniera coerente, rilevando ove opportuno la gravità del problema.

54

Un criterio importante della fase successiva, in cui la Commissione decide se proporre un progetto di RSP sul rischio di povertà infantile, è quello di valutare se, nell’UE, il tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale per i minori sia “alto” o “molto alto”. La Corte osserva che le soglie interne usate per classificare i tassi di povertà infantile come “alti” variano, per gli anni esaminati (2015‑2017), dal 28 % al 31 %. Tali soglie, collocate al di sopra dei livelli medi dell’UE (compresi tra il 24,3 % e il 27,1 %) per il periodo corrispondente, influiscono sulla selezione degli Stati membri da prendere in considerazione per una eventuale RSP direttamente connessa alla povertà infantile.

55

Dal 2015 al 2017, la Corte ha riscontrato 28 casi in cui gli Stati membri avevano un tasso di minori a rischio di povertà o di esclusione sociale che sarebbe rientrato, per gli anni in questione, nella categoria “alto” o “molto alto” (cfr. figura 4). Inoltre, in due dei 14 Stati membri segnalati nel 2015 (Bulgaria e Romania) questo tasso era peggiorato nel 2016.

Figura 4

Stati membri con un tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale per i minori considerato “alto” o “molto alto”, anni 2015‑2017 (sulla base delle RSP 2016‑2019)

Fonte: Corte dei conti europea-Eurostat, percentuale della popolazione (fascia di età 0-17) a rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE) nell’UE (2008‑2018), cfr. allegato III.

56

La Corte ha riscontrato che tutti gli Stati membri, in cui il tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale per i minori era considerato “alto” o “molto alto” dalla Commissione19, hanno ricevuto RSP in altri settori concernenti le politiche per la famiglia e l’infanzia, per esempio nel settore “adeguatezza della protezione sociale in termini di sostegno al reddito”. Queste RSP possono contribuire a ridurre la povertà infantile. La Corte osserva che nel periodo 2016‑2019 uno Stato membro, l’Irlanda, ha ricevuto una RSP riguardante specificamente la povertà infantile (cfr. riquadro 3).

Riquadro 3

Esempio della RSP relativa alla povertà infantile rivolta all’Irlanda nel 2016

Nel 2016 il Consiglio dell’Unione europea ha inviato all’Irlanda una raccomandazione specifica per paese concernente la povertà infantile:

ampliare e accelerare l’attuazione delle politiche di attivazione per aumentare l’intensità di lavoro delle famiglie e contrastare il rischio di povertà infantile; adottare misure volte a incentivare l’occupazione riducendo gradualmente le indennità e i pagamenti supplementari; aumentare l’offerta di servizi per l’infanzia a tempo pieno, di qualità e a prezzi accessibili20.

57

In tale contesto i servizi della Commissione hanno spiegato che le RSP vengono definite e proposte in funzione non solo del tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale per i minori, ma anche dei seguenti fattori:

  1. la sfida o il problema sono stati precedentemente affrontati nel semestre europeo?
  2. è iniziata l’attuazione delle raccomandazioni già adottate?
  3. le circostanze dello Stato membro sono cambiate anche per quanto riguarda gli indicatori indirettamente connessi alla povertà infantile?
  4. altre sfide pressanti che lo Stato membro potrebbe dover affrontare, a causa del limite del numero di RSP che si possono proporre a uno Stato membro nel corso di un anno.
58

Benché la Commissione analizzi la povertà infantile nel preparare le relazioni per paese nell’ambito del processo del semestre europeo, non è stata chiaramente definita una specifica metodologia per stabilire quando considerare la povertà infantile prioritaria ai fini della potenziale formulazione di una raccomandazione specifica per paese.

Non è possibile valutare l’efficacia dei finanziamenti UE 2014‑2020 nella lotta contro la povertà infantile

59

Un altro modo in cui la Commissione può contribuire alla lotta contro la povertà infantile è il processo attraverso il quale si definiscono le modalità di utilizzo e stanziamento dei fondi UE da parte degli Stati membri. La Commissione può esercitare un impatto in tre fasi di questo processo. La prima fase è la progettazione del regolamento recante le disposizioni comuni (RDC), la seconda avviene mediante gli accordi di partenariato (AP) e la terza tramite i programmi operativi (PO); le ultime due fasi hanno luogo a livello di Stato membro. La figura 5 illustra questo processo per l’attuale periodo di programmazione.

Figura 5

Il processo dalla progettazione del regolamento fino all’adozione dei programmi operativi nel periodo 2014‑2020

Fonte: Corte dei conti europea.

L’RDC per i fondi SIE non è rivolto direttamente alla povertà infantile

60

L’RDC21 definisce le disposizioni comuni per sette fondi in gestione concorrente. Fissa le norme principali che regolano i fondi per il periodo 2014‑2020. L’RDC contiene le disposizioni fondamentali concernenti la programmazione degli obiettivi della politica di coesione e la spesa corrispondente per il periodo 2014‑2020.

61

Grazie al ruolo che svolge nella progettazione della proposta di RDC, la Commissione può influire sulle dotazioni e sul successivo utilizzo dei Fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE) per contribuire alla lotta contro la povertà infantile. Uno dei principali strumenti previsti dall’RDC a tal fine è la definizione di obiettivi tematici e priorità d’investimento pertinenti.

62

Gli obiettivi tematici sono definiti nell’RDC; si tratta di obiettivi che dovrebbero fruire del sostegno dei fondi SIE. L’RDC individua 11 obiettivi tematici, che definiscono i settori e le aree di intervento in cui il sostegno UE, tramite i fondi SIE, può recare il massimo valore aggiunto. Gli obiettivi tematici (OT)22 sono suddivisi in priorità d’investimento23.

63

L’RDC è integrato dai regolamenti specifici per il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). In totale, nei regolamenti specifici dell’FSE e del FESR figurano 57 priorità d’investimento, nessuna delle quali è specificamente dedicata alla lotta contro la povertà infantile.

64

Per il periodo 2014‑2020 l’RDC ha introdotto un nuovo strumento volto a migliorare l’efficacia degli interventi dei fondi SIE, ossia le condizionalità ex ante (CEA). Tali condizionalità fissano requisiti minimi all’inizio dell’attuazione dei programmi e comprendono requisiti strategici e normativi che gli Stati membri devono soddisfare prima di ricevere i fondi UE. Per la CEA relativa alla povertà cfr. riquadro 4.

Riquadro 4

Durante la preparazione dei programmi operativi del FESR, dell’FC e dell’FSE per il periodo di programmazione 2014‑2020, gli Stati membri devono valutare se tali condizioni siano state soddisfatte

Obiettivo tematico CEA tematica Tipo
OT 9 Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni discriminazione CEA 9.1. Esistenza e attuazione di un quadro politico strategico nazionale per la riduzione della povertà ai fini dell’inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro alla luce degli orientamenti in materia di occupazione. Strategica
65

La CEA relativa all’OT 9 sulla povertà “Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione” è considerata soddisfatta se lo Stato membro dispone di un “Quadro politico strategico nazionale per la riduzione della povertà ai fini dell’inclusione”. Tutti gli Stati membri visitati hanno adottato strategie di lotta alla povertà in risposta alla condizionalità ex ante 9.1; la Commissione ha constatato che la CEA 9.1 era stata soddisfatta per tutti e quattro gli Stati membri visitati.

66

I criteri di adempimento della CEA sull’inclusione sociale non impongono però agli Stati membri di fissare valori-obiettivo per la riduzione della povertà, né indicano specificamente i gruppi vulnerabili destinatari, tra cui i minori. La legislazione dell’UE non destina direttamente fondi alla lotta contro la povertà infantile.

L’ammontare dei fondi SIE destinati direttamente alla lotta contro la povertà infantile non è noto

67

Gli accordi di partenariato sono piani di investimento strategici che indicano, per ciascuno Stato membro dell’UE, le priorità della spesa nazionale per i Fondi strutturali e d’investimento europei nell’arco di un periodo settennale. Tali accordi comprendono gli obiettivi e gli OT che uno Stato membro deve perseguire, relativi alle specifiche esigenze di investimento e sviluppo dello Stato membro stesso. Tali obiettivi sono articolati ulteriormente nei programmi operativi pertinenti. Le condizioni rispetto alle quali misurare la performance di questi programmi dovrebbero essere scelte opportunamente e dovrebbero prevedere indicatori pertinenti, che consentano di valutarne l’efficacia.

68

Gli accordi di partenariato coprono l’intero periodo del programma e comprendono tutti i cinque fondi SIE. Per ciascuno Stato membro viene stilato, in base ai programmi nazionali di riforma, un accordo di partenariato che illustra le politiche e le misure adottate dal paese per sostenere la crescita e l’occupazione e per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020, nonché le raccomandazioni specifiche per paese più recenti e le pertinenti raccomandazioni del Consiglio.

69

L’accordo di partenariato è subordinato all’approvazione della Commissione e comprende, tra l’altro, informazioni sulle esigenze di sviluppo degli Stati membri; alcuni obiettivi tematici selezionati; un elenco di programmi operativi dello Stato membro; una sintesi delle valutazioni ex ante e una sintesi della valutazione delle condizionalità ex ante.

70

Gli accordi di partenariato conclusi con i quattro Stati membri visitati prevedevano valori-obiettivo per la riduzione della povertà in generale, ma nessuno aveva fissato valori-obiettivo volti specificamente alla riduzione della povertà infantile.

71

La Corte ha esaminato cinque programmi operativi, cercando di individuare i fondi destinati alla lotta contro la povertà infantile. I minori in stato di povertà, però, non costituiscono esplicitamente un gruppo di destinatari degli interventi dei fondi SIE, né vi sono criteri di selezione orizzontali/condizioni di ammissibilità che orientino il sostegno finanziario verso i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale. Di conseguenza, non è possibile stabilire se tali interventi abbiano recato direttamente beneficio ai minori a rischio di povertà o di esclusione sociale24. La figura 6 mostra l’importo massimo dei finanziamenti UE potenzialmente disponibili, secondo le indicazioni delle autorità nazionali, per combattere, tra l’altro, la povertà infantile, nell’ambito dei cinque programmi operativi che formavano il campione.

Figura 6

Finanziamenti UE per alcuni programmi operativi selezionati e per obiettivo tematico (in milioni di euro)

Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei programmi operativi selezionati.

72

Non sono tuttavia disponibili informazioni sulla quota di questi fondi SIE direttamente destinata alla lotta contro la povertà infantile. Tutti i programmi operativi esaminati contengono misure che dovrebbero contribuire, indirettamente ma concretamente, alla lotta contro la povertà infantile. Fra tali misure figurano fondi volti all’inclusione delle persone a rischio di povertà, con l’obiettivo di migliorarne la partecipazione al mercato del lavoro oppure di promuovere l’occupazione.

73

Inoltre, misure relative all’assistenza sanitaria e all’istruzione, benché non destinate specificamente ai minori a rischio di povertà o di esclusione sociale, sono potenzialmente in grado di recare loro un beneficio indiretto. Questa miscela di misure indirette è illustrata nel riquadro 5.

Riquadro 5

Esempio di misure potenzialmente in grado di recare un beneficio indiretto ai minori a rischio di povertà o di esclusione sociale – programma operativo regionale per il voivodato di Warmińsko-Mazurskie finanziato dal FESR e dall’FSE.

Le autorità polacche hanno individuato una serie di interventi promossi dal programma operativo, che potrebbero andare direttamente o indirettamente a beneficio dei minori che si trovano, o rischiano di cadere in uno stato di povertà o di esclusione sociale. Tali misure mirano a:

  • Promuovere l’inclusione delle persone a rischio di povertà – Priorità d’investimento 9i, assistenza e sostegno per le competenze sociali, educative e professionali, oltre che nel settore della salute.
  • Migliorare l’accesso ai servizi di cura dell’infanzia e istruzione prescolare – Attività cofinanziate nel quadro delle priorità d’investimento 8iv (investimenti nelle infrastrutture di cura dell’infanzia e finanziamento dei costi della cura dell’infanzia, allo scopo di promuovere l’occupazione dei genitori); 10i e 10a (investimenti nelle strutture di istruzione prescolare e scolastica e finanziamento dell’istruzione prescolare).
  • Migliorare l’accesso ai servizi sanitari e di assistenza – Il programma operativo prevede attività nel quadro della priorità di investimento 9iv volte a migliorare l’accesso a (i) i servizi sanitari, in particolare con lo sviluppo e l’attuazione di programmi di individuazione precoce dei deficit di sviluppo e di riabilitazione dei minori con disabilità o a rischio di disabilità; prevenzione della carie e prevenzione del carcinoma della cervice uterina e (ii) sostegno ai servizi di assistenza, tra cui l’affidamento familiare e i servizi di assistenza generale, come per esempio i doposcuola.
74

A causa delle limitazioni ricordate più sopra, la Commissione non è in grado di quantificare l’ammontare dei fondi assegnati a progetti che contrastano direttamente la povertà infantile, e di conseguenza di valutarne l’efficacia. Questa situazione è aggravata dall’assenza, negli accordi di partenariato e nei programmi operativi selezionati, di obiettivi e valori-obiettivo in grado di indicare i traguardi da raggiungere in questo campo. Inoltre, gli indicatori di risultato eventualmente adottati riguardano specificamente alcuni programmi e non dimostrano chiaramente come gli investimenti finanziati vadano a beneficio dei minori a rischio di povertà o di esclusione sociale.

Gli indicatori rispecchiano in maniera differente la situazione della povertà infantile

75

Gli indicatori significativi offrono informazioni pertinenti ai responsabili dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche. Li informano dell’efficacia pratica di una strategia, consentendo loro di adottare misure correttive in caso di necessità.

AROPE permette di confrontare il rischio di povertà o di esclusione sociale tra gli Stati membri

76

L’indicatore che misura la povertà nell’UE, e costituisce l’indicatore principale per misurare il valore-obiettivo per la povertà della strategia Europa 2020 è AROPE, acronimo di “at risk of poverty or social exclusion” (a rischio di povertà o di esclusione sociale).

77

AROPE è un indicatore multidimensionale composto di tre sottoindicatori, i quali rivestono la medesima importanza e sono parzialmente sovrapponibili. AROPE indica la somma delle persone che si trovano in almeno una delle situazioni seguenti (le persone che si trovano in più di una di queste situazioni sono conteggiate una sola volta):

  • A rischio di povertà – La percentuale di persone con un reddito disponibile (dopo i trasferimenti sociali) inferiore alla soglia di rischio di povertà, stabilita al 60 % del reddito mediano disponibile dello Stato membro (dopo i trasferimenti sociali).
  • Grave deprivazione materiale – L’impossibilità economica di accedere ad alcuni beni considerati desiderabili o necessari per condurre una vita dignitosa indica il tasso di deprivazione materiale. L’indicatore misura la percentuale della popolazione che non ha la possibilità economica di accedere ad almeno quattro delle nove voci contenute in un elenco di beni e servizi per uso domestico. Il tasso di grave deprivazione materiale è definito come l’impossibilità di accedere ad almeno quattro delle voci contenute nell’elenco.
  • Vita in famiglie ad intensità di lavoro molto bassa – Definito come il numero di coloro che vivono in una famiglia in cui le persone in età lavorativa, nei 12 mesi precedenti, hanno lavorato meno del 20 % del loro potenziale totale. Le famiglie composte solo da minori, studenti di età inferiore a 25 anni e/o persone di età pari o superiore a 60 anni sono completamente escluse dal calcolo dell’indicatore.

L’indicatore della deprivazione infantile riguarda specificamente la situazione dei minori

78

Nel quadro dell’iniziativa di lotta contro la povertà infantile avviata dall’UE, nel 2013 la Commissione ha annunciato l’inizio dei preparativi di un indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori. L’indicatore della deprivazione infantile, che è simile a un indicatore della deprivazione materiale (come il sottoindicatore di AROPE) indica la percentuale di minori di età compresa tra 1 e 15 anni che non hanno la possibilità economica di accedere ad articoli necessari nella vita quotidiana. L’elenco di 17 voci ne contiene alcune relative all’infanzia, e riprende alcune voci concernenti la famiglia dall’indicatore della deprivazione materiale relativo all’intera popolazione. I minori sono definiti in stato di deprivazione se sono privi di almeno tre voci fra le 17 dell’elenco (cfr allegato II).

79

Nel marzo 2018, cinque anni dopo l’annuncio, l’indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori è stato infine adottato dal comitato per la protezione sociale. Nel luglio 2019 sono stati pubblicati i primi (e per ora unici) dati sulla deprivazione infantile (raccolti sulla base di un sondaggio). Si trattava solamente di dati relativi al 2014, poiché non ne erano disponibili altri. L’indicatore della deprivazione infantile non sarà disponibile ogni anno, bensì ogni tre anni a partire dal 202125.

80

Se si confronta l’indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori con il sottoindicatore della deprivazione materiale in AROPE (indicatore della grave deprivazione materiale), (cfr. allegato II) per la medesima fascia di età, l’indicatore della deprivazione infantile indica in tutti gli Stati membri valori superiori all’indicatore della deprivazione materiale (cfr. figura 7).

Figura 7

Raffronto fra l’indicatore della deprivazione infantile e l’indicatore della grave deprivazione materiale

Fonte: Dati Eurostat estratti il 23.11.2019.

81

Sia le esigenze che il tenore di vita dei minori possono essere differenti da quelli degli adulti, anche all’interno della stessa famiglia. L’indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori, che è calibrato più esattamente sulla situazione dei minori stessi, offre un’immagine differente e più specifica dell’effettivo livello di povertà infantile.

La misurazione della povertà infantile differisce da uno Stato membro all’altro

82

Un indicatore è la rappresentazione di una tendenza che segue i cambiamenti misurabili in un settore d’intervento nel corso del tempo. AROPE è l’indicatore principale per la misurazione della povertà nella strategia Europa 2020. Il principale vantaggio offerto da AROPE consiste nel fatto che permette di effettuare confronti tra gli Stati membri e nel corso del tempo, grazie alla raccolta standardizzata del sistema statistico europeo.

83

In tutti gli Stati membri visitati, tuttavia, le autorità nazionali dispongono di una serie di indicatori propri, che considerano pertinenti per la rispettiva situazione nazionale e che utilizzano nell’ambito di strategie e politiche, oltre che a scopo di monitoraggio. Di conseguenza, esistono informazioni differenti in merito al livello di povertà e di povertà infantile negli Stati membri (cfr. riquadro 6).

Riquadro 6

Confronto tra AROPE (0-17) e gli indicatori nazionali

Stato membro 2014 2015 2016 2017
Germania
AROPE 0-17 19,6 % 18,5 % 19,3 % 18,0 %
Microcensimento 15,1 % 14,6 % 15,4 % 15,2 %
SOEP 21,7 % 22,6 % 23,1 % N/D
Fonte: Eurostat; Armuts- und Reichtumsbericht der Bundesregierung – https://www.armuts-und-reichtumsbericht.de/DE/Indikatoren/Armut/Armutsrisikoquote/A01-Indikator-Armutsrisikoquote.html.
Polonia
AROPE 0-17 28,2 % 26,6 % 24,2 % 17,9 %
Tasso di povertà definito dalla legge 0-17 19,3 % 19,3 % 18,1 % 14,8 %
Fonte: Eurostat e dati dell’ufficio statistico polacco (https://stat.gov.pl/obszary-tematyczne/warunki-zycia/ubostwo-pomoc-spoleczna/zasieg-ubostwa-ekonomicznego-w-polsce-w-2017-r-,14,5.html).
84

La variabilità di indicatori e informazioni sulla povertà infantile tra gli Stati membri, basata su dati nazionali non armonizzati, rende difficile alle parti interessate valutare la situazione della povertà infantile.

L’iniziativa strategica “Garanzia europea per l’infanzia” necessita di informazioni sufficienti

La garanzia per l’infanzia proposta dal Parlamento europeo

85

Nell’aprile 2019, il Parlamento europeo ha modificato la proposta di regolamento FSE+ per il periodo di programmazione 2021‑202726 e ha proposto di introdurre un sistema di garanzia europea per l’infanzia27, allo scopo di contrastare la povertà infantile. La proposta modificata concernente l’FSE+ comprende una disposizione che impone a ciascuno Stato membro di destinare il 5 % delle proprie risorse FSE+ a misure di lotta contro la povertà infantile. Queste risorse potrebbero anche contribuire direttamente all’attuazione della futura iniziativa “Garanzia europea per l’infanzia”.

86

Nel 2018 la Commissione ha avviato l’attuazione della Fase I dell’azione preparatoria ai fini di una Garanzia per l’infanzia richiesta dal Parlamento europeo.

  • La prima fase dell’azione preparatoria, uno studio di fattibilità, è stata finalizzata nell’aprile 2020. Si prefiggeva di esplorare la fattibilità di una garanzia per l’infanzia analizzandone le condizioni di attuazione, nonché di valutare se avrebbe o meno apportato un valore aggiunto ai quadri di riferimento nazionali e dell’UE esistenti e se si sarebbe rivelata un utile strumento aggiuntivo.
  • La seconda fase dell’azione preparatoria è uno studio economico e di fattibilità incentrato sui costi e sui benefici di una garanzia per i minori dell’UE a rischio di povertà o di esclusione sociale. Tale fase dovrebbe essere completata nel maggio 2021.
  • La terza fase prevede l’attuazione, a livello locale negli Stati membri, di alcuni progetti pilota (da tre a cinque) da parte dell’UNICEF e terminerà nel 2022. La fase III riguarderà l’attuazione in quattro Stati membri di una serie di progetti pilota. Comprenderà anche una serie di approfondimenti e sviluppi programmatici e di strategia nazionale dei piani d’azione nazionali in materia di povertà infantile ed esclusione sociale in alcuni Stati membri.
87

L’azione preparatoria per la garanzia per l’infanzia, in particolare lo studio di fattibilità della fase I e lo studio economico di fattibilità della fase II, contribuiranno allo sviluppo dell’iniziativa strategica. In entrambe le fasi dovranno essere reperite e raccolte informazioni esaustive, tempestive e di qualità adeguata. In caso contrario vi è il rischio che non siano adottate le azioni opportune e che non siano disponibili fondi adeguati.

88

La prima fase dello studio non contiene un panorama complessivo, né esempi delle azioni finanziate dall’FSE, che hanno contrastato efficacemente la povertà infantile. Vi è in realtà un panorama dei finanziamenti disponibili tramite i fondi SIE, ma le cifre presentate sono semplici stime, giacché lo studio conclude che gli investimenti nell’infanzia non risultano chiaramente visibili nel quadro strategico e di monitoraggio di gran parte dei fondi UE.

89

In base alle informazioni attualmente disponibili dalla prima fase dell’azione preparatoria per una Garanzia per l’infanzia (studio di fattibilità), risulta quindi difficile decidere con sufficiente cognizione di causa come dovrebbe essere strutturata una garanzia per l’infanzia, anche per quanto riguarda le misure e i finanziamenti necessari per esercitare un impatto positivo sul livello della povertà infantile nell’UE, nonché per assicurare l’impegno degli Stati membri.

90

La Corte constata inoltre che la terza fase (pilota) non sarà portata a termine prima del 2022, ossia in un momento in cui, in circostanze normali, il nuovo periodo di programmazione sarebbe già iniziato e i programmi operativi pertinenti per l’FSE sarebbero stati adottati.


Conclusioni e raccomandazioni

91

Nell’UE la povertà infantile rimane un grave problema, poiché quasi un minore su quattro è ancora a rischio di povertà o di esclusione sociale.

92

La lotta contro la povertà infantile rientra in primo luogo tra le competenze degli Stati membri, ma anche la Commissione ha un ruolo da svolgere. L’importanza degli strumenti non giuridicamente vincolanti di cui essa dispone è limitata per la loro stessa natura, ma la Commissione possiede anche strumenti più potenti come il processo del semestre europeo e l’orientamento che può imprimere ai fondi UE tramite gli accordi di partenariato e i programmi operativi. Tuttavia, data la mancanza di informazioni direttamente connesse alla povertà infantile, è difficile, se non impossibile, valutare l’effettivo contributo di tali strumenti agli sforzi compiuti dagli Stati membri per ridurre la povertà infantile.

La raccomandazione è stata un’iniziativa positiva, ma è difficile, se non impossibile, valutarne l’impatto

93

Sebbene la raccomandazione non sia uno strumento giuridicamente vincolante, essa si è dimostrata un’iniziativa positiva per combattere la povertà infantile in maniera olistica, tramite un approccio integrato (paragrafi 14 e 15). La Commissione ha fornito assistenza specifica agli Stati membri per l’attuazione della raccomandazione; quest’ultima non era però accompagnata da una tabella di marcia dell’UE che stabilisse un piano di attuazione visibile e comunicabile per gli Stati membri (paragrafi 18 e 19). La piattaforma EPIC contiene scarse informazioni sulle migliori pratiche di lotta contro la povertà infantile, messe in atto dagli Stati membri (paragrafo 22).

94

Non è possibile valutare i progressi compiuti nell’attuazione della raccomandazione, giacché non sono stati stabiliti valori-obiettivo e tappe intermedie misurabili (paragrafo 28). Lo studio preparato nel 2017 dalla Rete europea per la politica sociale, su richiesta della Commissione, ha confermato la difficoltà, se non l’impossibilità, di valutare in che misura i miglioramenti delle strategie nazionali degli Stati membri si possano attribuire alla raccomandazione; in molti paesi lo studio ha comunque segnalato scarsi cambiamenti (paragrafo 33).

Il pilastro europeo dei diritti sociali: un’iniziativa sociale globale e progressista, che sancisce princìpi di carattere generale sull’infanzia

95

L’EPSR ha accresciuto la consapevolezza delle politiche sociali nell’Unione europea, anche per quanto riguarda la povertà infantile. Tuttavia il principio 11 è di natura generale ed è già recepito in maniera più dettagliata dalla raccomandazione sotto forma di misure specifiche (paragrafi 40-42).

96

All’inizio del 2021 sarà presentato un piano d’azione per attuare completamente l’EPSR. Il piano d’azione previsto rappresenta uno sviluppo apprezzabile, ma la sua realizzazione è cruciale per delineare un panorama dei progressi compiuti nell’attuazione dei diversi princìpi (paragrafo 44).

97

L’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali è uno dei cinque obiettivi strategici individuati dal regolamento recante le disposizioni comuni per il periodo 2021‑2027. Questo nuovo particolare rilievo, che si propone di accordare all’EPSR nel periodo di programmazione 2021‑2027, è potenzialmente in grado di concentrare misure e finanziamenti sulla lotta alla povertà infantile (paragrafi 45-47).

Raccomandazione 1 – Il piano d’azione per l’EPSR dovrebbe comprendere la povertà infantile

La Commissione dovrebbe inserire nel suo piano d’azione per il pilastro europeo dei diritti sociali azioni e obiettivi per la lotta contro la povertà infantile.

Termine: inizio del QFP per il periodo 2021‑2027.

Le RSP formulate nel quadro del semestre europeo affrontano raramente in maniera esplicita la povertà infantile

98

Il semestre europeo è stato concepito specificamente per coordinare gli sforzi nazionali tesi a realizzare i valori-obiettivo della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Considerati i progressi finora compiuti nel conseguimento del valore-obiettivo di far uscire 20 milioni di persone dalla povertà entro il 2020, è improbabile che tale valore sia raggiunto (paragrafi 48-50).

99

Nel considerare un progetto di RSP sul rischio di povertà infantile per uno Stato membro, un criterio importante per la Commissione è quello di valutare se, nell’UE, il tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale per i minori sia “alto” o “molto alto”. La soglia interna usata a tal fine è fissata al di sopra dei livelli medi di povertà infantile nell’UE per il periodo in questione (paragrafo 54).

100

Tra il 2016 e il 2019 sono state rivolte agli Stati membri varie RSP in settori concernenti le politiche per la famiglia e l’infanzia, ma un solo Stato membro ha ricevuto una RSP riguardante specificamente la povertà infantile (paragrafo 56). In tale contesto i servizi della Commissione hanno spiegato che le RSP vengono definite e proposte in funzione non solo del tasso di minori a rischio di povertà o di esclusione sociale, ma anche di altri fattori (paragrafo 57). Tuttavia, non è stata chiaramente definita una specifica metodologia per stabilire quando considerare la povertà infantile prioritaria ai fini della potenziale formulazione di una RSP (paragrafo 58).

Raccomandazione 2 – Analizzare e valutare la povertà infantile in base a chiari orientamenti interni

La Commissione dovrebbe disporre di chiari orientamenti interni per individuare, nell’ambito dell’analisi svolta ai fini del processo del semestre europeo, situazioni che potrebbero condurre a un’eventuale RSP direttamente connessa alla povertà infantile.

Termine: a partire dal processo del semestre europeo nel 2021

Non è possibile valutare l’efficacia dei finanziamenti UE 2014‑2020 nella lotta contro la povertà infantile

101

La Commissione può influire sulla dotazione dei fondi UE utilizzati per contrastare la povertà infantile, tramite la progettazione della proposta di regolamento recante le disposizioni comuni e l’approvazione di accordi di partenariato e programmi operativi a livello di Stato membro (paragrafo 59).

102

L’RDC definisce i settori e le aree di intervento in cui il sostegno offerto dai fondi UE può recare il massimo valore aggiunto. Gli investimenti da esso previsti, tuttavia, non sono direttamente mirati alla povertà infantile (paragrafi 61-63).

103

La Corte ha rilevato che tutti i programmi operativi esaminati contengono misure in grado di contribuire indirettamente alla lotta contro la povertà infantile. Tuttavia, in assenza di una priorità di investimenti specifica o di un indicatore pertinente alla povertà infantile, né la Commissione né gli Stati membri dispongono di informazioni sulla quota di fondi SIE direttamente utilizzata nella lotta contro la povertà infantile, né su ciò che è stato realizzato in questo campo (paragrafi 71-74).

Raccomandazione 3 – Destinare investimenti alla lotta contro la povertà infantile nel periodo di programmazione 2021‑2027 e monitorarne l’esito

La Commissione dovrebbe garantire che nel periodo 2021‑2027 gli accordi di partenariato e i programmi prendano adeguatamente in considerazione la povertà infantile. In particolare la Commissione dovrebbe far sì che, nei casi in cui sono previsti finanziamenti diretti per la lotta contro la povertà infantile, ciò si rifletta chiaramente nella logica di intervento degli accordi di partenariato e dei programmi.

La Commissione dovrebbe istituire un quadro di monitoraggio che consenta di cogliere le realizzazioni e i risultati degli investimenti SIE 2021‑2027 miranti a combattere la povertà di tutte le fasce d’età, compresi i minori.

Termine: inizio del QFP per il periodo 2021‑2027.

Gli indicatori rispecchiano in maniera differente la situazione della povertà infantile

104

AROPE, l’indicatore che misura la povertà nell’UE, è l’indicatore principale destinato al monitoraggio del valore obiettivo riguardante la povertà nella strategia Europa 2020. È un indicatore multidimensionale composto di tre sottoindicatori (paragrafi 7677).

105

Nel 2013 la Commissione ha annunciato l’inizio dei preparativi di un indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori, che è stato infine adottato nel 2018. Tale indicatore è calibrato più esattamente sulla situazione dei minori. Offre pertanto un’immagine differente e più specifica degli effettivi livelli di povertà infantile. L’indicatore sarà tuttavia disponibile ogni tre anni a partire dal 2021 (paragrafi 78-81).

106

Il principale vantaggio offerto da AROPE consiste nel fatto che permette di effettuare confronti tra gli Stati membri e nel corso del tempo. In tutti gli Stati membri visitati, tuttavia, le autorità nazionali dispongono di una serie di indicatori propri, che considerano pertinenti per la rispettiva situazione nazionale. Ne deriva un variegato mosaico di indicatori nazionali e informazioni sulla povertà infantile nelle diverse regioni dell’UE che rende difficile alle parti interessate valutare la situazione quando vengono usate fonti di dati nazionali non armonizzate (paragrafi 82-84).

Per attuare l’iniziativa strategica “Garanzia europea per l’infanzia” servono informazioni sufficienti

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Nell’aprile 2019, il Parlamento europeo ha modificato la proposta di regolamento FSE+ per il periodo di programmazione 2021‑2027 e ha proposto di introdurre un sistema di garanzia europea per l’infanzia, allo scopo di contrastare la povertà infantile (paragrafo 85).

108

Nel 2018 la Commissione ha lanciato un’azione preparatoria ai fini della garanzia europea per l’infanzia. La fase I, uno studio di fattibilità, mirava a valutare la fattibilità, le opzioni di attuazione e il valore aggiunto di tale iniziativa. L’azione preparatoria viene svolta in tre fasi distinte. Considerato il calendario previsto per l’azione, sarà difficile disporre di informazioni complete e tempestive per il processo decisionale (paragrafi 85-86).

Raccomandazione 4 – Fare in modo che siano stati compiuti i passi necessari e raccolte sufficienti informazioni di intelligence per preparare la prossima iniziativa strategica su una garanzia europea per l’infanzia

La Commissione dovrebbe far sì che, per definire una garanzia europea per l’infanzia, vengano confrontate e analizzate informazioni sufficienti e attendibili sulle misure e sui finanziamenti necessari per esercitare un impatto positivo sul livello della povertà infantile nell’UE.

Termine: inizio del QFP per il periodo 2021‑2027.

La presente relazione è stata adottata dalla Sezione II, presieduta da Iliana Ivanova, Membro della Corte dei conti europea, a Lussemburgo, nella riunione del 15 luglio 2020.

Per la Corte dei conti europea

Klaus-Heiner LEHNE
Presidente

Allegati

Allegato I – Valori-obiettivo nazionali relativi alla povertà nella strategia Europa 2020

Stato membro/UE Povertà ed esclusione sociale
UE‑28 Fare uscire dal rischio di povertà o di esclusione sociale almeno 20 milioni di persone (rispetto al 2008)*
Belgio − 380 000 persone
Bulgaria Ridurre di 260 000 unità il numero di persone che vivono in condizioni di povertà monetaria.
Cechia − 100 000 persone
Danimarca Ridurre di 22 000 unità il numero di persone che vivono in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa
Germania Ridurre del 20 % il numero dei disoccupati di lungo periodo (disoccupati da più di un anno) rispetto al 2008 (ciò equivale a una riduzione di 320 000 disoccupati di lungo periodo)
Estonia Ridurre a un tasso del 15 % il numero di persone che rimangono a rischio di povertà dopo i trasferimenti sociali (rispetto al 17,5 % del 2010)
Irlanda Ridurre di almeno 200 000 unità il numero delle persone in situazione di povertà combinata (povertà costante, a rischio di povertà o privazione di beni essenziali)
Grecia − 450 000 persone
Spagna Tra − 1 400 000 e − 1 500 000 persone
Francia − 1 900 000 persone (rispetto al 2007)
Croazia Ridurre a 1 220 000 unità il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale
Italia − 2 200 000 persone
Cipro − 27 000 persone oppure una riduzione del tasso fino al 19,3 % della popolazione (rispetto al 23,3 % del 2008)
Lettonia Ridurre di 121 000 unità il numero di persone che rimangono a rischio di povertà dopo i trasferimenti sociali e/o vivono in famiglie con un’intensità di lavoro molto bassa
Lituania − 170 000 persone e limitazione del numero delle persone interessate dal fenomeno a 814 000 nel 2020
Lussemburgo − 6 000 persone
Ungheria − 450 000 persone
Malta − 6 560 persone
Paesi Bassi Ridurre di 100 000 unità il numero delle persone (di età compresa fra 0 e 64 anni) che vivono in famiglie senza lavoro (rispetto al 2008)
Austria − 235 000 persone
Polonia − 1 500 000 persone
Portogallo − 200 000 persone
Romania − 580 000 persone
Slovenia − 40 000 persone
Slovacchia Ridurre a un tasso del 17,2 % il numero di persone che vivono in condizioni di povertà o di esclusione sociale (rispetto al 20,6 % del 2008)
Finlandia Ridurre a 770 000 unità il numero di persone che vivono in condizioni di povertà o di esclusione sociale
Svezia Ridurre ben al di sotto del 14 % la percentuale di uomini e donne (di età compresa fra i 20 e i 64 anni) che non fanno parte della popolazione attiva (eccetto gli studenti a tempo pieno), disoccupati di lungo periodo o persone in congedo di malattia di lunga durata
Regno Unito Il programma di riforma nazionale non prevede valori-obiettivo; sono stati però fissati valori-obiettivo numerici nel quadro della legge sulla povertà infantile del 2010 e della strategia sulla povertà infantile 2011‑2014.
Fonte di informazioni e commenti Il valore-obiettivo dell’UE è indicato in Commissione europea, “Bilancio della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, COM(2014) 130 final, Bruxelles 2014 (pag. 14).

L’espressione “a rischio di povertà o di esclusione sociale”, abbreviata in AROPE, si riferisce alla situazione delle persone che sono a rischio di povertà monetaria, oppure versano in una situazione di privazione materiale grave o vivono in una famiglia a intensità di lavoro molto bassa. Il numero totale delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è inferiore alla somma delle persone che si trovano in ciascuna delle tre forme di povertà o di esclusione sociale, poiché alcune persone sono colpite contemporaneamente da più di una di queste situazioni.

*Il 2008 è utilizzato come anno di riferimento perché molti degli indicatori sociali impiegati per misurare le tre dimensioni della povertà sono disponibili solo a partire dal 2008.

Il monitoraggio fa riferimento all’UE‑27 poiché la Croazia ha aderito all’UE nel 2013 e i dati sono disponibili solo a partire dal 2010.

Valori-obiettivo indicati nei più recenti programmi nazionali di riforma.

Le definizioni dei valori-obiettivo nazionali sono comparabili al valore-obiettivo dell’UE, tranne nei casi di Bulgaria, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi e Svezia (cfr. osservazioni specifiche sui singoli paesi).

Il calcolo dei valori-obiettivo differisce dal calcolo del valore-obiettivo dell’UE nei casi di Estonia, Francia, Croazia, Slovacchia, Finlandia e Svezia (cfr. osservazioni specifiche sui singoli paesi).

Allegato II – Comparazione delle voci che compaiono nell’elenco dell’indicatore della grave deprivazione materiale e nell’elenco dell’indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori

Grave deprivazione materiale Deprivazione materiale relativa ai minori
Pagare l’affitto o le bollette Minori: vestiti nuovi
Riscaldare in modo adeguato l’abitazione Minori: due paia di scarpe
Affrontare spese impreviste Minori: verdura e frutta fresca ogni giorno
Consumare carne, pesce o un equivalente proteico ogni due giorni Minori: carne, pollo, pesce ogni giorno
Trascorrere una settimana di vacanza al di fuori del domicilio Minori: libri adatti
Un’automobile Minori: attrezzature sportive da esterno
Una lavatrice Minori: giochi da interno
Acquistare un televisore a colori Minori: attività ricreative
Acquistare un telefono Minori: feste
Minori: invitare gli amici
Minori: gite scolastiche
Minori: vacanze
Famiglia: sostituzione di mobili vecchi
Famiglia: arretrati nei pagamenti
Famiglia: Internet
Famiglia: riscaldare in modo adeguato l’abitazione
Famiglia: automobile

Allegato III – Percentuale della popolazione (fascia di età 0-17) a rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE) nell’UE (2008‑2018)

N. LUOGO/PERIODO 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
1 Unione europea 26,5 26,5 27,6 27,3 28,1 27,9 27,8 27,1 26,4 24,9 24,3
2 Zona euro 23,6 24,1 25,2 25,3 25,5 25,0 25,7 25,4 25,3 24,3 23,5
3 Belgio 21,3 20,5 23,2 23,3 22,8 21,9 23,2 23,3 21,6 22,0 23,2
4 Bulgaria 44,2 47,3 49,8 51,8 52,3 51,5 45,2 43,7 45,6 41,6 33,7
5 Cechia 18,6 17,2 18,9 20,0 18,8 16,4 19,5 18,5 17,4 14,2 13,2
6 Danimarca 12,7 14,0 15,1 15,7 14,9 15,4 14,5 15,7 13,9 14,5 15,2
7 Germania 20,1 20,4 21,7 19,9 18,4 19,4 19,6 18,5 19,3 18,0 17,3
8 Estonia 19,4 24,5 24,0 24,8 22,4 22,3 23,8 22,5 21,2 18,8 17,9
9 Irlanda 26,6 31,4 34,1 34,1 33,2 34,4 30,4 29,0 27,3 25,2 23,9
10 Grecia 28,7 30,0 28,7 30,4 35,4 38,1 36,7 37,8 37,5 36,2 33,3
11 Spagna 30,1 32,0 33,3 32,2 32,4 32,6 35,8 34,4 32,9 31,3 29,5
12 Francia 21,2 21,2 22,9 23,0 23,2 20,8 21,6 21,2 22,6 22,1 22,9
13 Croazia n,d, n,d, 29,4 31,1 34,8 29,3 29,0 28,2 26,6 25,8 23,7
14 Italia 28,4 28,7 29,5 31,5 34,1 32,0 32,1 33,5 33,2 32,1 30,6
15 Cipro 21,5 20,2 21,8 23,4 27,5 27,7 24,7 28,9 29,6 25,5 25,5
16 Lettonia 32,4 38,4 42,2 44,1 40,0 38,4 35,3 31,3 24,7 23,9 22,5
17 Lituania 29,1 30,8 35,8 34,6 31,9 35,4 28,9 32,7 32,4 31,6 28,0
18 Lussemburgo 20,9 23,7 22,3 21,7 24,6 26,0 26,4 23,0 22,7 23,6 23,5
19 Ungheria 33,4 37,2 38,7 40,4 41,9 43,9 41,8 36,1 33,6 31,6 23,8
20 Malta 25,0 26,5 26,7 27,8 31,0 33,0 31,8 28,4 24,0 23,0 22,8
21 Paesi Bassi 15,5 17,5 16,9 18,0 16,9 17,0 17,1 16,8 17,6 16,6 15,2
22 Austria 22,9 20,8 22,4 22,1 20,9 22,9 23,3 22,3 20,0 23,0 21,6
23 Polonia 32,9 31,0 30,8 29,8 29,3 29,8 28,2 26,6 24,2 17,9 17,2
24 Portogallo 29,5 28,7 28,7 28,6 27,8 31,7 31,4 29,6 27,0 24,2 21,9
25 Romania 50,9 50,6 48,1 49,2 52,5 51,4 50,7 46,8 49,2 41,7 38,1
26 Slovenia 15,3 15,1 15,2 17,3 16,4 17,5 17,7 16,6 14,9 15,1 13,1
27 Slovacchia 24,3 23,7 25,3 26,0 26,6 25,5 23,6 24,9 24,4 22,5 23,8
28 Finlandia 15,1 14,0 14,2 16,1 14,9 13,0 15,6 14,9 14,7 15,1 16,0
29 Svezia 17,3 18,8 19,2 20,3 19,4 20,2 20,5 19,8 19,9 19,4 20,6
30 Regno Unito 29,6 27,4 29,7 26,9 31,2 32,6 31,2 30,3 27,2 27,4 29,9

Nota: n.d.: non disponibile.

Fonte: dati Eurostat estratti il 20.12.2019.

Acronimi e abbreviazioni

AP: Accordo di partenariato

AROP: a rischio di povertà

AROPE: a rischio di povertà o di esclusione sociale

CPS: Comitato per la protezione sociale

EPSR: Pilastro europeo dei diritti sociali (European Pillar of Social Rights)

ESPN: Rete europea per la politica sociale (European Social Policy Network)

Fondi SIE: Fondi strutturali e d’investimento europei.

OT: Obiettivo tematico

PNR: Programmi nazionali di riforma

PO: Programma operativo

RDC: Regolamento recante disposizioni comuni

RSP: Raccomandazioni specifiche per paese.

SSE: Sistema statistico europeo


Glossario

A rischio di povertà (AROP) è una sottocomponente di AROPE: il tasso di persone a rischio di povertà è la percentuale di persone con un reddito disponibile equivalente (dopo i trasferimenti sociali) inferiore alla soglia di rischio di povertà, stabilita al 60 % del reddito disponibile equivalente mediano nazionale (dopo i trasferimenti sociali).

A rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE): il tasso di “Persone a rischio di povertà o di esclusione sociale” corrisponde alla somma delle persone che sono a rischio di povertà (AROP), versano in una situazione di deprivazione materiale grave o vivono in una famiglia a intensità di lavoro molto bassa. Ciascuno è contato una sola volta anche quando rientra in diversi sottoindicatori. Il tasso AROPE, la percentuale della popolazione totale che è a rischio di povertà o di esclusione sociale, è l’indicatore principale per il monitoraggio del valore-obiettivo riguardante la povertà della strategia Europa 2020.

Accordo di partenariato (AP): accordo stipulato tra la Commissione europea e ogni singolo Stato membro per il periodo di programmazione 2014‑2020. Stabilisce i piani delle autorità nazionali sulle modalità d’impiego dei finanziamenti erogati dai Fondi strutturali e d’investimento europei ed elenca gli obiettivi strategici e le priorità d’investimento di ciascun paese, collegandoli agli obiettivi generali della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Gli accordi di partenariato comprendono, tra l’altro, anche una sintesi della valutazione dell’adempimento delle condizionalità ex ante applicabili e, ove queste ultime non siano ottemperate, delle azioni da adottare, degli organismi responsabili e delle tempistiche di attuazione di tali azioni, nonché la descrizione della metodologia e dei meccanismi volti a garantire la coerenza nel funzionamento dei quadri di riferimento dell’efficacia dell’attuazione. Sono predisposti dallo Stato membro in consultazione con la Commissione e devono essere approvati da quest’ultima.

Comitato per la protezione sociale (CPS): comitato strategico a carattere consultivo per i ministri che compongono il Consiglio “Occupazione e affari sociali” (EPSCO).

Condizionalità ex ante: condizioni, basate su criteri predefiniti fissati nel RDC, che sono considerate presupposti necessari per un uso efficace ed efficiente dei finanziamenti UE destinati a tutti i fondi SIE. Durante la preparazione dei PO del FESR, dell’FC e dell’FSE per il periodo di programmazione 2014‑2020, gli Stati membri devono valutare se tali condizioni siano state soddisfatte. In caso negativo, entro il 31 dicembre 2016 avrebbero dovuto essere elaborati dei piani di azione per garantire il rispetto di tali condizioni.

Fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE): comprendono il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Sono gestiti congiuntamente dalla Commissione europea e dagli Stati membri dell’UE.

Obiettivo tematico (OT): elemento strutturante degli accordi di partenariato. Prestabilito dalla normativa, presenta obiettivi che dovrebbero essere sostenuti dai Fondi strutturali e di investimento europei. Gli obiettivi tematici stabiliscono un collegamento con gli obiettivi strategici a livello dell’UE.

Pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR): pilastro teso ad assicurare nuovi e più efficaci diritti per i cittadini, sulla base di 20 princìpi fondamentali. È stato proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione europea nel corso del vertice sociale per l’occupazione equa e la crescita a Göteborg il 17 novembre 2017. Far rispettare princìpi e diritti definiti ai sensi del pilastro europeo dei diritti sociali è una responsabilità congiunta delle istituzioni europee, degli Stati membri, delle parti sociali e di altri portatori di interessi.

Povertà infantile: indica la percentuale di minori (di età compresa fra 0 e 17 anni) che, nell’Unione europea (UE), sono a rischio di povertà o di esclusione sociale (AROPE). I minori sono a rischio di povertà o di esclusione sociale se vivono in famiglie in cui sussiste almeno una delle tre condizioni seguenti: rischio di povertà dopo i trasferimenti sociali (povertà reddituale), grave deprivazione materiale o intensità di lavoro molto bassa.

Programma operativo (PO): stabilisce le priorità e gli obiettivi specifici di uno Stato membro e descrive in che modo i finanziamenti (cofinanziamenti dell’UE e cofinanziamenti nazionali pubblici e privati) saranno utilizzati durante un dato periodo (generalmente di sette anni) per finanziare progetti. I finanziamenti dei PO possono provenire dal FESR, dal Fondo di coesione e/o dall’FSE.

Raccomandazioni specifiche per paese (RSP): documenti preparati dalla Commissione europea per ciascun paese, in cui viene analizzata la situazione economica e vengono formulate raccomandazioni sulle misure da adottare in un periodo da 12 a 18 mesi.

Semestre europeo: ciclo di coordinamento della politica economica e di bilancio nell’ambito dell’UE. Costituisce parte del quadro di governance economica dell’Unione europea e si focalizza su un periodo di sei mesi dall’inizio di ogni anno, motivo per cui viene definito “semestre”. Durante il semestre europeo gli Stati membri allineano le rispettive politiche economiche e di bilancio agli obiettivi e alle norme convenuti a livello dell’UE.

Sistema statistico europeo (SSE): partenariato tra l’autorità statistica europea, ovvero la Commissione (Eurostat), gli istituti nazionali di statistica (INS) e le altre autorità nazionali preposte in ciascuno Stato membro all’elaborazione, alla produzione e alla diffusione di statistiche europee. Tale partenariato è esteso anche ai paesi del SEE e dell’EFTA. Gli Stati membri rilevano dati e producono statistiche per soddisfare scopi nazionali e dell’UE. Il sistema statistico europeo opera come una rete in cui Eurostat svolge un ruolo di promozione dell’armonizzazione delle statistiche in stretta collaborazione con le autorità statistiche nazionali.

Strategia Europa 2020: strategia di crescita dell’UE per uscire dalla crisi nei dieci anni successivi alla sua pubblicazione; è articolata in cinque obiettivi principali che riguardano l’occupazione, la ricerca e lo sviluppo, il clima e l’energia, l’istruzione, l’inclusione sociale e la riduzione della povertà.

Risposte della Commissione

Sintesi

VI

In quanto strumento giuridico, una raccomandazione della Commissione fornisce una base politica per la cooperazione a livello di Unione europea in questo settore, nel rispetto della competenza degli Stati membri in tale materia.

VII

Il ruolo del pilastro europeo dei diritti sociali va al di là del miglioramento della consapevolezza in merito alla politica sociale. Il pilastro funge da bussola per gli strumenti politici a livello dell'UE, compresi il semestre europeo e gli strumenti di finanziamento.

Esso ha già prodotto vari risultati concreti, tra cui la direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare, la direttiva relativa a condizioni di lavoro prevedibili e trasparenti e la raccomandazione sull'accesso alla protezione sociale.

La Commissione si è inoltre impegnata ad adottare nel 2021 un piano d'azione per garantire l'ulteriore attuazione del pilastro.

VIII

La Commissione prende molto seriamente la lotta contro la povertà nell'ambito del processo del semestre europeo: ha rafforzato il suo impegno nelle questioni sociali integrando nel semestre europeo il pilastro europeo dei diritti sociali e il quadro di valutazione della situazione sociale. Oltre alle raccomandazioni specifiche per paese concernenti in particolare il funzionamento del sistema di protezione sociale, numerose raccomandazioni hanno riguardato, nel corso degli anni, l'occupazione, l'acquisizione di competenze, l'apprendimento degli adulti, l'assistenza all'infanzia e l'inclusione attiva delle persone più lontane dal mercato del lavoro. Tutte queste tematiche rivestono un'importanza sostanziale fondamentale nella lotta contro la povertà, compresa la povertà infantile.

IX

I requisiti in materia di monitoraggio previsti per gli Stati membri nell'ambito della gestione concorrente devono trovare un equilibrio tra l'esigenza di raccogliere dati corretti sull'attuazione dei fondi e di non oberare i beneficiari e le autorità responsabili dei programmi. L'attuale quadro di monitoraggio per il Fondo sociale europeo (FSE) fornisce informazioni precise sui finanziamenti complessivi assegnati e spesi per contrastare la povertà e l'esclusione sociale, senza tuttavia ripartirli per età e gruppo di riferimento. Il quadro di monitoraggio del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) fornisce invece stime sul numero di minori che beneficiano del sostegno alimentare e/o materiale del Fondo.

In vista del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), il 27 maggio 2020 la Commissione ha proposto che tutti gli Stati membri assegnino il 5 % delle proprie risorse a titolo del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) in regime di gestione concorrente alla lotta contro la povertà infantile. È stato inoltre proposto un indicatore apposito per determinare il numero di partecipanti alle operazioni dell'FSE+ di età inferiore a 18 anni.

X

La Commissione sottolinea che, sebbene l'impatto delle sue iniziative sulle politiche nazionali sia difficile da valutare, in tutta l'UE la povertà infantile è diminuita a seguito dell'adozione della raccomandazione "Investire nell'infanzia" nel 2013. In diversi Stati membri il sostegno al reddito per le famiglie con figli è stato migliorato, e questo miglioramento potrebbe essere attribuito alla raccomandazione della Commissione del 2013. Sebbene nell'attuale quadro strategico e di monitoraggio i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale non siano stati interessati direttamente dai fondi dell'UE, a eccezione del FEAD, nell'attuale periodo di finanziamento 2014-2020 l'FSE, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) dedicano maggiore attenzione alla lotta contro la povertà rispetto al precedente periodo 2007-2013.

La Commissione prende molto seriamente la lotta alla povertà. Nel suo strumento REACT-EU, istituito nell'ambito del piano per la ripresa europea, la Commissione ha proposto che le risorse supplementari da assegnare all'FSE dovessero essere destinate in via prioritaria a sostenere, tra l'altro, le misure di contrasto alla povertà infantile. La modifica della proposta relativa all'FSE+ nell'ambito del QFP proposto per il periodo 2021-2027 contempla l'obbligo per tutti gli Stati membri di assegnare il 5 % delle loro risorse a titolo dell'FSE+ a misure volte a contrastare la povertà infantile. Tali risorse contribuiranno direttamente anche all'attuazione della futura iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia che la Commissione proporrà nel 2021.

XI

Primo trattino: La Commissione accetta la raccomandazione di inserire nel piano d'azione per il pilastro europeo dei diritti sociali azioni concernenti la povertà infantile.

Secondo trattino: la Commissione accetta la raccomandazione. Nel contesto dell'azione volta ad affrontare le conseguenze socioeconomiche della crisi COVID-19, la Commissione ribadisce il suo impegno a far uscire le persone dalla povertà, compresa la povertà infantile, intervenendo sulle cause dei rischi di povertà.

Terzo trattino: la Commissione accetta la raccomandazione. La proposta della Commissione relativa all'FSE+ prevede che il 5 % delle risorse a titolo dell'FSE+ a livello nazionale debba essere destinato alla lotta contro la povertà infantile e programmato in conformità degli obiettivi specifici v) e da vii) a x) e inoltre che nel quadro di monitoraggio siano inseriti indicatori specifici sui minori. Tuttavia la Commissione non può pregiudicare i negoziati con il Consiglio e con il Parlamento europeo.

Quarto trattino: la Commissione accetta la raccomandazione. La prima fase della preparazione è già stata completata. In linea con i principi per legiferare meglio, la Commissione sta adottando le misure e raccogliendo i dati necessari al fine di garantire una solida preparazione dell'imminente iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia.

Introduzione

04

La Commissione ha già intrapreso numerose iniziative per riorientare i fondi dell'UE verso la lotta contro la diffusione del virus. Ha proposto misure nel quadro dell'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII) e dei pacchetti CRII+, ora adottati, che accordano piena flessibilità nel riorientare tutte le risorse disponibili nell'ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei verso la risposta al coronavirus.

La proposta di regolamento della Commissione che istituisce l'assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU) si fonda sulle iniziative CRII e CRII+ e sostiene in modo significativo obiettivi sociali e occupazionali. Essa prevede un finanziamento supplementare complessivo di 55 miliardi di EUR per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Lo strumento REACT-EU può contribuire, tra l'altro, alla lotta contro la disoccupazione e la povertà (giovanili). Inoltre la Commissione ha proposto di rafforzare entrambe queste dimensioni anche nella sua proposta riveduta relativa al Fondo sociale europeo Plus (FSE+), introducendo per gli Stati membri l'obbligo di assegnare almeno il 5 % delle rispettive dotazioni a titolo dell'FSE+ alla lotta contro la povertà infantile e il 15 % alla lotta contro la disoccupazione giovanile, qualora tale problematica sia particolarmente presente nello Stato membro in questione.

Osservazioni

14

La raccomandazione "Investire nell'infanzia" è stata adottata su iniziativa del Consiglio europeo. Nel periodo 2010-2012 le presidenze belga e cipriota del Consiglio hanno organizzato due importanti conferenze sul tema della povertà infantile. I documenti di riferimento, elaborati da esperti e organizzazioni non governative (ONG), fornivano già una prima base per la raccomandazione e hanno preparato il terreno verso gli elementi che, in seguito, ne avrebbero costituito i tre pilastri.

19

La raccomandazione è servita da tabella di marcia politica. È stata utilizzata come leva durante i negoziati per la programmazione 2013-2014 dei Fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) e viene impiegata durante le discussioni annuali del semestre europeo, che rappresentano un importante orientamento strutturato per tutti gli Stati membri.

La Commissione ha coordinato l'azione degli Stati membri mediante il semestre europeo, tramite il comitato per la protezione sociale (CPS) e avvalendosi del metodo di coordinamento aperto e di seminari speciali di valutazione inter pares. Segnatamente, la raccomandazione è molto dettagliata e ha sempre rivestito un ruolo importante nel contesto del semestre europeo: è servita da tabella di marcia e da orientamento ed è in linea con le competenze dell'UE in questo settore; in sostanza ciò corrisponde al metodo di coordinamento aperto. La Commissione ha inoltre istituito la Piattaforma europea per investire nell'infanzia (EPIC) per facilitare l'apprendimento reciproco e lo scambio di migliori pratiche. La Commissione ha altresì organizzato seminari tecnici in 13 Stati membri nell'intento di presentare la raccomandazione e fornire orientamenti su come stabilire un legame con i fondi SIE.

21

La Commissione, attraverso il metodo di coordinamento aperto nell'ambito della politica sociale, esorta gli Stati membri ad apprendere gli uni dagli altri e ad adottare misure che si sono dimostrate efficaci in altri Stati membri. Anche le relazioni sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa sono uno strumento utilizzato per promuovere le migliori pratiche e fornire orientamenti politici agli Stati membri.

23

La Commissione dà seguito a tali pratiche, che sono state illustrate in molteplici occasioni durante i vari eventi organizzati dalla Commissione. Tali pratiche rappresentano una fonte di ispirazione, nonostante sia effettivamente raro che vengano copiate in un altro Stato membro, per via delle specificità di ciascuno di essi e del fatto che le iniziative connesse all'infanzia sono attuate a livello locale.

32

La Commissione ha valutato la raccomandazione contenuta nel documento di lavoro dei suoi servizi SWD/2017/0258 final "Taking stock of the 2013 Recommendation on 'Investing in children: breaking the cycle of disadvantage'" (Bilancio della raccomandazione dal titolo "Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale") e ne ha dimostrato gli effetti sul semestre europeo e sui programmi 2014-2020 dei fondi SIE.

34

Lo studio della Rete europea per la politica sociale (ESPN) ha svolto solo un ruolo indiretto nelle discussioni del semestre europeo. La Commissione osserva che lo studio dell'ESPN è stato presentato dopo che la Commissione aveva completato nel 2017 il suo documento di lavoro sull'attuazione della raccomandazione del 2013 (SWD/2017/0258). La Commissione utilizza questo studio nell'ambito del lavoro di analisi in vista della preparazione dell'iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia.

35

L'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali riguarda diversi attori su vari livelli, tra cui anche il Parlamento europeo e il Consiglio, le autorità regionali e locali, le parti sociali e la società civile. Al punto 17 del documento si afferma che la realizzazione degli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali dipende dall'impegno e dalla responsabilità politici condivisi. Il pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe essere attuato a livello dell'Unione e degli Stati membri nell'ambito delle rispettive competenze, tenendo conto dei diversi contesti socioeconomici e della diversità dei sistemi nazionali, compreso il ruolo delle parti sociali, e nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità.

36

I principi del pilastro mirano ad avviare azioni al livello appropriato, conformemente alla ripartizione delle competenze tra l'UE e gli Stati membri e nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità.

Risposta comune della Commissione ai paragrafi 39 e 40:

la lotta contro tutte le forme di povertà richiede un approccio globale e integrato. La raccomandazione "Investire nell'infanzia" esorta a introdurre strategie integrate per combattere la povertà infantile basate su tre pilastri, che comprendano risorse adeguate, servizi di qualità a prezzi accessibili e il diritto di partecipazione dei minori. Il pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR) non contempla soltanto l'accesso all'educazione e cura della prima infanzia (di fatto connesso al principio 11), ma anche la necessità di sostenere la partecipazione dei genitori al mercato del lavoro, un adeguato tenore di vita attraverso le prestazioni sociali, le pari opportunità attraverso l'istruzione, comprese le politiche di riduzione dell'abbandono scolastico, e l'accesso a sistemi sanitari e alloggi di qualità. Tali aspetti sono connessi ai principi 1, 2, 3, 4, 9, 12, 13, 16, 19 e 20 dell'EPSR.

42

Il documento di lavoro dei servizi della Commissione SWD/2017/0201 final contiene informazioni relative all'ambito di applicazione e alle modifiche introdotte dal pilastro europeo dei diritti sociali.

Il pilastro stabilisce che tutti i minori hanno diritto all'educazione e cura della prima infanzia (ECEC) di buona qualità.

Il pilastro evidenzia inoltre gli aspetti qualitativi dell'ECEC, intesi come l'insieme degli aspetti relativi all'accesso, alla forza lavoro, ai piani di studi, al monitoraggio, alla valutazione e alla governance. Un'ECEC universalmente disponibile e di buona qualità comporta vantaggi per tutti i minori, in particolare per quelli provenienti da contesti svantaggiati.

Le disposizioni del pilastro stabiliscono il diritto dei minori di essere protetti dalla povertà, il che significa che ogni minore deve avere accesso a misure globali e integrate, come indicato nella raccomandazione della Commissione europea del 2013 "Investire nell'infanzia". Le strategie integrate consentono di conseguire l'obiettivo di prevenzione della povertà e dell'esclusione sociale con la massima efficacia. Tra le misure mirate dovrebbero rientrare, ad esempio, l'accesso a risorse adeguate, una combinazione di prestazioni sociali in denaro e in natura che consentano di offrire ai minori un tenore di vita adeguato, l'accesso a servizi di qualità a un costo sostenibile in materia di istruzione, sanità, alloggio, sostegno alle famiglie e promozione dell'assistenza di prossimità e su base familiare, nonché la tutela giuridica e il sostegno dei minori affinché possano prendere parte ai processi decisionali che li riguardano.

Il principio 11, lettera b), conferisce inoltre ai bambini provenienti da contesti svantaggiati (come i minori Rom, i minori di famiglie migranti o appartenenti a minoranze etniche, i minori con esigenze specifiche o affetti da disabilità, i minori che sono oggetto di una presa in carico alternativa, i ragazzi di strada, i minori i cui genitori sono reclusi e i minori provenienti da famiglie particolarmente esposte al rischio di povertà) il diritto a misure specifiche, segnatamente un sostegno rafforzato e mirato, al fine di garantire loro un accesso equo ai diritti sociali e il godimento degli stessi.

44

La Commissione ha avviato i lavori relativi alla tabella di marcia per il pilastro europeo dei diritti sociali con l'obiettivo di rafforzarne ulteriormente l'attuazione. Il piano d'azione per realizzare gli obiettivi del pilastro è una priorità della Presidente von der Leyen. Nel gennaio 2020 la Commissione ha presentato una comunicazione che definisce la via da seguire in vista di un piano d'azione per attuare il pilastro e ha avviato un'ampia discussione con tutti i paesi e le regioni dell'UE e con tutti i nostri partner. Secondo le previsioni, il piano d'azione sarà presentato all'inizio del 2021.

46

Il 27 maggio la Commissione ha proposto che tutti gli Stati membri assegnino il 5 % delle proprie risorse a titolo dell'FSE+ in regime di gestione concorrente alla lotta contro la povertà infantile.

55

La Commissione sottolinea che gli Stati membri che hanno registrato il peggioramento di un indicatore non sono automaticamente oggetto di raccomandazioni. La Commissione tiene conto degli sviluppi sociali, delle politiche in atto nello Stato membro e dei progressi compiuti nelle riforme pertinenti. Inoltre nel corso degli anni varie raccomandazioni specifiche per paese hanno riguardato l'occupazione, l'acquisizione di competenze, l'apprendimento degli adulti, l'assistenza all'infanzia e l'integrazione nel mercato del lavoro delle persone da esso più distanti. Si tratta di tematiche che rivestono tutte un ruolo fondamentale nella lotta alla povertà, compresa la povertà infantile. Ne consegue che, rispetto al 2012, anno in cui la crisi economico-finanziaria ha raggiunto il suo picco, sono stati compiuti progressi sostanziali nella riduzione della povertà e la percentuale di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è scesa ben al di sotto del livello precedente alla crisi. Nel 2018 erano 19,9 milioni i minori (di età inferiore ai 16 anni) a rischio di povertà o di esclusione sociale nell'UE-27, vale a dire 3,1 milioni in meno rispetto al picco del 2012 e 2 milioni in meno rispetto al livello precedente alla crisi (2008).

Risposta comune della Commissione ai paragrafi 55 e 56:

l'analisi della Commissione prevede valutazioni quantitative, che tuttavia non comportano automaticamente una raccomandazione specifica per paese. In fase di stesura dei progetti di raccomandazioni specifiche per paese è necessario tenere in considerazione le circostanze specifiche del paese e il quadro più ampio delle problematiche affrontate dallo Stato membro, nonché il contesto europeo.

58

La riduzione della povertà infantile richiede una strategia integrata incentrata sui minori e sulle loro famiglie che individui ed elimini gli ostacoli strutturali alla partecipazione dei genitori al mercato del lavoro e all'inclusione sociale, combini la prevenzione e il sostegno e miri sia ad accrescere lo sviluppo e il benessere di tutti i minori sia a migliorare in modo specifico la situazione dei più vulnerabili. Ciò comporta uno stretto coordinamento tra un'ampia gamma di obiettivi e strumenti politici, quali il sostegno alla partecipazione al mercato del lavoro da parte di entrambi i genitori, l'aumento delle retribuzioni e del reddito, la garanzia di politiche adeguate in materia di equilibrio tra attività professionale e vita familiare e l'accesso ai servizi utilizzati dalle famiglie. In tale contesto le raccomandazioni specifiche per paese riguardanti il sostegno al reddito, l'efficienza della protezione sociale, l'istruzione inclusiva, i disincentivi finanziari e l'accesso alla cura dell'infanzia e all'assistenza sanitaria sono state formulate in passato quali strumenti per combattere la povertà infantile.

63

La proposta della Commissione relativa ai regolamenti per l'FSE e il FESR è stata adottata l'11 giugno 2011, ossia molto prima della raccomandazione del 2013. Ciononostante, anche se i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale non sono direttamente interessati dai fondi dell'UE, ad eccezione del FEAD, nell'attuale periodo di finanziamento 2014-2020 l'FSE, il FESR e il FEASR hanno dedicato maggiore attenzione alla lotta contro la povertà, compresa la povertà infantile. 

70

I documenti di sintesi della Commissione sono stati redatti due anni prima dell'adozione della raccomandazione. Tuttavia la raccomandazione è stata utilizzata come leva nei negoziati per la programmazione 2013-2014 dei fondi SIE. Per quanto riguarda la Romania e l'Italia, la povertà infantile è trattata in maniera integrata nei programmi operativi nazionali e regionali. Le azioni cofinanziate dall'FSE e dal FEAD, dall'FSE e dal Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) sono rivolte ad esempio ai minori non accompagnati. Il programma operativo sull'inclusione sociale, in aggiunta ai servizi connessi al regime di reddito minimo, sostiene progetti specifici per porre fine all'istituzionalizzazione dei minori, spesso causata dalla povertà.

In particolare, in Italia il programma operativo nazionale sull'integrazione sociale finanzia i servizi sociali a sostegno dei minori e delle loro famiglie (ad es. sostegno socio-educativo, sostegno alla genitorialità e servizi di mediazione familiare). Inoltre tali servizi comprendono il sostegno ai genitori con esigenze complesse e ai nuclei familiari con figli al di sotto dei 1 000 giorni di vita. Nei moduli di monitoraggio si chiede di indicare il numero di minori che fanno parte del nucleo familiare dei beneficiari. Il numero di minori raggiunti negli ultimi anni è in aumento. Inoltre, nell'ambito dell'Asse 3 del PO italiano, diverse misure sono espressamente rivolte ai minori vulnerabili, tra cui i cittadini di paesi terzi, i minori non accompagnati e i giovani migranti. Altre azioni sostengono i minori delle comunità Rom in 13 città metropolitane al fine contrastare l'abbandono scolastico e coadiuvarle nell'istruzione e nell'educazione della prima infanzia.

71

La Commissione non dispone del mandato giuridico per imporre ulteriori stanziamenti che non siano previsti dai regolamenti.

74

Gli indicatori comuni dell'FSE non sono specifici per determinate tipologie di sostegno, ma corrispondono alla portata del sostegno dell'FSE in modo da ridurre gli oneri amministrativi a un livello adeguato. Se investono i fondi dell'FSE nella lotta contro la povertà infantile, di norma le autorità di gestione definiscono un indicatore specifico per il programma.

Sono disponibili i dati sul finanziamento dell'FSE suddivisi per categorie di intervento, le quali corrispondono alle priorità di investimento. Ciò consente di quantificare il finanziamento destinato all'assistenza all'infanzia e all'istruzione dei minori, ma non vi sono dati sui finanziamenti stanziati per la lotta contro la povertà infantile, in quanto non esiste alcuna priorità di investimento specifica per la povertà infantile.

79

Adottato dal sottogruppo Indicatori del comitato per la protezione sociale nel marzo 2018, l'indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori si basa sull'unico anno per cui finora sono stati raccolti e pubblicati i dati sulla deprivazione relativa a minori, il 2014. In linea con il codice delle statistiche europee, è stata effettuata una divulgazione preliminare, mentre la diffusione e l'analisi costanti e complete seguiranno un ciclo triennale a partire dalla pubblicazione per l'anno di riferimento 2021.

L'intervallo tra l'annuncio sull'indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori e la sua adozione è stato necessario per garantire la solidità dell'indicatore attraverso l'impiego di più di una serie di risultati dei moduli delle statistiche dell'Unione europea sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC); da qui deriva la necessità di attendere i risultati del modulo del 2014 (che non erano immediatamente disponibili). Sono stati condotti studi dettagliati per garantire la solidità dell'indicatore della deprivazione. Il ricorso ai risultati dei moduli e la messa a punto dell'indicatore sono stati possibili una volta disponibili i risultati di tali studi.

Il ciclo di tre anni rappresenta un notevole passo avanti. Nell'intervallo fra due misurazioni si potrebbero considerare l'evoluzione di altri indicatori (ad esempio la deprivazione generale nella popolazione) e le correlazioni tra le voci relative ai minori e altre variabili [ad esempio, le prestazioni sociali disaggregate, compresi gli assegni familiari, rilevate in EU-SILC ai sensi del regolamento (UE) 2019/1700 dal 2021 in avanti] al fine di effettuare le prime valutazioni dell'evoluzione della situazione dei minori.

80

Il confronto tra i due indicatori, ovvero gli indicatori della deprivazione relativa ai minori (3 voci mancanti su un totale di 17) e l'indicatore della "grave" deprivazione materiale totale (4 voci mancanti su un totale sostanzialmente diverso di 9 voci), ha una validità metodologica limitata.

Ciò è dovuto in parte al fatto che l'indicatore della deprivazione relativa ai minori è stato definito (3 voci tra le 17 selezionate per la deprivazione) piuttosto in relazione all'indicatore della deprivazione, ossia con 3 voci per la deprivazione mancanti su un totale di 9 voci considerate, e il confronto si opera con questo indicatore anziché con quello della "grave" deprivazione, che conta 4 voci mancanti su 9 e che costituisce la sottocomponente di AROPE.

Risposta comune della Commissione al paragrafo 83 e al riquadro 6:

sebbene la serie di indicatori nazionali sia il risultato di scelte nazionali, nella maggior parte dei casi le tendenze nel tempo sono analoghe ad AROPE, anche se i livelli sono diversi.

85

La Commissione proporrà la futura iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia nel 2021.

86

Terzo trattino: la fase III inizierà nell'estate del 2020 e durerà due anni. Consisterà in una serie di progetti pilota attuati in Bulgaria, Croazia, Grecia e Italia e di approfondimenti strategici e programmatici a livello nazionale nonché nello sviluppo di piani d'azione nazionali contro la povertà infantile e l'esclusione sociale in: Spagna, Lituania, Germania, Bulgaria, Croazia, Italia e Grecia.

88

L'obiettivo generale della prima fase dell'azione preparatoria alla garanzia per l'infanzia (studio di fattibilità) è presentare un'analisi della struttura, della fattibilità e della governance di un possibile sistema di garanzia per l'infanzia negli Stati membri dell'UE. Si basa su ciò che ad oggi è già attuato e fattibile negli Stati membri e fornisce informazioni dettagliate sull'accesso ai servizi da parte di vari gruppi di minori vulnerabili.

In linea con i principi per legiferare meglio, la Commissione sta adottando le misure e raccogliendo i dati necessari al fine di garantire una solida preparazione dell'imminente iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia.

Conclusioni e raccomandazioni

92

La proposta della Commissione relativa al QFP 2014-2020 è stata adottata prima della raccomandazione. Per questo motivo, l'attuale quadro di monitoraggio (a eccezione del FEAD) non interessa direttamente i minori a rischio di povertà e di esclusione sociale.

Tuttavia, nell'attuale periodo di finanziamento 2014-2020, l'FSE, il FESR, il FEAD e il FEASR hanno dedicato maggiore attenzione alla lotta contro la povertà, segnatamente contro la povertà infantile, rispetto al precedente periodo 2007-2013.

93

A partire dall'adozione della raccomandazione, la Commissione ha rilevato un più ampio riconoscimento tra gli Stati membri della necessità di maggiori investimenti in servizi inerenti all'ECEC e numerosi Stati membri sono effettivamente intervenuti in tal senso (Irlanda, Malta, Germania, Repubblica Ceca, Spagna).

Oltre alla piattaforma EPIC, la Commissione ha fornito sostegno ai responsabili politici nazionali degli Stati membri nell'ambito dell'apprendimento reciproco.

Raccomandazione  – 1 Il piano d'azione per l'EPSR dovrebbe comprendere la povertà infantile

La Commissione accetta la raccomandazione di inserire nel piano d'azione per il pilastro europeo dei diritti sociali azioni concernenti la povertà infantile.

La lotta contro la povertà in generale, e contro la povertà infantile in particolare, rappresenta una priorità assoluta per la Commissione.

99

Gli Stati membri con valori eccessivi o che registrano il peggioramento di un indicatore non sono "automaticamente" oggetto di raccomandazioni. Sebbene il rischio di povertà o di esclusione sociale tra i minori non sia contemplato tra gli indicatori del quadro di valutazione della situazione sociale, la metodologia di detto quadro (ossia la ponderazione non solo dei livelli registrati, ma anche della velocità e della direzione del cambiamento) potrebbe essere presa in considerazione in sede di valutazione degli sviluppi sociali, compresi i cambiamenti nei rischi di povertà infantile.

100

Il semestre affronta la riduzione della povertà in modo pluridimensionale, formulando raccomandazioni ai paesi in cui sono individuate problematiche sulla base di un'ampia gamma di fattori, tra cui l'analisi dei livelli di povertà e dei cambiamenti e il contesto politico nazionale generale, nonché una valutazione dei progressi delle riforme pertinenti. Le raccomandazioni sono per natura specifiche per paese. Nel corso degli anni la Commissione ha intensificato l'enfasi che il semestre europeo pone sulle questioni sociali, anche integrandovi il pilastro europeo dei diritti sociali e il quadro di valutazione della situazione sociale che lo accompagna.

Inoltre nel corso degli anni varie raccomandazioni specifiche per paese hanno riguardato l'assistenza all'infanzia, l'istruzione, l'occupazione, l'acquisizione di competenze e l'integrazione nel mercato del lavoro delle persone da esso più distanti.

Raccomandazione 2 – Analizzare e valutare la povertà infantile sulla base di chiari orientamenti interni

La Commissione accetta la raccomandazione.

Nel contesto dell'azione volta ad affrontare le conseguenze socioeconomiche della crisi COVID-19, la Commissione ribadisce il suo impegno a far uscire le persone dalla povertà, compresa la povertà infantile, intervenendo sulle cause dei rischi di povertà.

Raccomandazione 3 – Destinare investimenti alla lotta contro la povertà infantile nel periodo di programmazione 2021-2027 e monitorarne l'esito

Primo paragrafo: la Commissione accetta la raccomandazione.

La proposta della Commissione relativa all'FSE+ prevede che il 5 % delle risorse a titolo dell'FSE+ a livello nazionale debba essere destinato alla lotta contro la povertà infantile e programmato in conformità degli obiettivi specifici v) e da vii) a x) e inoltre che nel quadro di monitoraggio siano inseriti indicatori specifici sui minori.

Tuttavia la Commissione non può pregiudicare i negoziati con il Consiglio e con il Parlamento europeo.

Secondo paragrafo: la Commissione accetta la raccomandazione.

Per il prossimo QFP è stato proposto un approccio specifico rivolto ai minori. Secondo le modifiche alle proposte della Commissione relative ai regolamenti per il periodo 2021-2027, gli Stati membri devono destinare almeno il 5 % delle risorse dell'FSE+ in regime di gestione concorrente alla lotta contro la povertà infantile. Inoltre, nell'ambito dell'obiettivo specifico XI (e dell'attuale FEAD), saranno comunicati dati sui minori (fino all'età di 18 anni) che beneficiano di un sostegno. Riconosciamo che, nel prossimo periodo, tale indicatore sarebbe significativo per gli altri obiettivi specifici, in considerazione dell'estensione dell'ambito di applicazione dell'FSE+ riveduto.

105

La frequenza dell'indicatore della deprivazione infantile è stabilita dal regolamento (UE) 2019/1700. Tale regolamento è stato approvato in seguito a difficili negoziati con i colegislatori, che hanno infine permesso di giungere a un accordo equilibrato. La frequenza delle raccolte dei dati è stata una parte fondamentale della discussione. Alla fine ha prevalso il parere che si debba tenere conto della natura strutturale di diversi indicatori relativi alla povertà in generale, poiché sovraccaricare l'indagine non solo apporterebbe poche informazioni supplementari, ma peggiorerebbe la qualità complessiva dello strumento, con una conseguente diminuzione dei tassi di risposta.

La soluzione trovata (ovvero raccogliere i dati sull'indicatore della deprivazione materiale relativa ai minori ogni tre anni) offre l'opportunità di raccogliere i dati frequentemente, tenendo conto al contempo dell'onere che grava sui partecipanti all'indagine e sugli istituti nazionali di statistica.

106

Sebbene la serie di indicatori nazionali sia il risultato di scelte nazionali, nella maggior parte dei casi le tendenze nel tempo sono analoghe ad AROPE, anche se i livelli sono diversi. Con l'introduzione degli indicatori della deprivazione materiale relativa ai minori sarà possibile effettuare un confronto a livello internazionale.

107

L'iniziativa politica relativa alla garanzia per l'infanzia sarà sviluppata in conformità degli orientamenti politici della Presidente della Commissione. In vista del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), il 27 maggio 2020 la Commissione ha proposto che tutti gli Stati membri assegnino il 5 % delle proprie risorse a titolo del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) in regime di gestione concorrente alla lotta contro la povertà infantile.

Raccomandazione 4 — Assicurare che siano state completate le fasi necessarie e siano stati raccolti dati sufficienti per preparare l'imminente iniziativa politica relativa alla garanzia europea per l'infanzia.

La Commissione accetta la raccomandazione.

La prima fase della preparazione è già stata completata. In linea con i principi per legiferare meglio, la Commissione sta adottando le misure e raccogliendo i dati necessari al fine di garantire una solida preparazione dell'imminente iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia.

Oltre alle fonti di dati già disponibili, compresi i dati Eurostat, l'azione preparatoria pluriennale in corso per una garanzia per l'infanzia fornirà un'analisi approfondita della struttura, della fattibilità e della governance di una iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia negli Stati membri dell'UE. Ciò contribuirà ai lavori preparatori della Commissione. La Commissione effettuerà inoltre le attività di analisi necessarie per sostenere lo sviluppo dell'iniziativa relativa alla garanzia per l'infanzia e si consulterà con tutte le parti interessate.

Équipe di audit

Le relazioni speciali della Corte dei conti europea illustrano le risultanze degli audit espletati su politiche e programmi dell’UE o su temi relativi alla gestione concernenti specifici settori di bilancio. La Corte seleziona e pianifica detti incarichi di audit in modo da massimizzarne l’impatto, tenendo conto dei rischi per la performance o la conformità, del livello delle entrate o delle spese, dei futuri sviluppi e dell’interesse pubblico e politico.

Il presente controllo di gestione è stato espletato dalla Sezione di audit II – presieduta da Iliana Ivanova, Membro della Corte – specializzata nei settori di spesa riguardanti gli investimenti a favore della coesione, della crescita e dell’inclusione. L’audit è stato diretto da Tony Murphy, Membro della Corte, coadiuvato da Wolfgang Stolz, capo di Gabinetto, e da Brian Murphy, attaché di Gabinetto; Pietro Puricella, primo manager; Michele Zagordo, capoincarico; Marija Grguric, Cristina-Ioana Jianu, Agota Krenusz, Annekatrin Langer e Bernard Witkos, auditor; Peter Borsos, assistente di Gabinetto; Niamh Mahon, segretario di Gabinetto; Eve Ryan, tirocinante di Gabinetto; Hannah Critoph e Zuzanna Filipski hanno fornito assistenza linguistica.

A causa della pandemia di COVID-19 e delle rigorose misure di confinamento, non è stato possibile fornire una foto dell’équipe di audit.

Note

1 Eurostat, serie di dati su “persone a rischio di povertà o di esclusione sociale”.

2 Pacchetto di investimenti sociali, Comunicazione della Commissione “Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014‑2020” (COM(2013) 83 final), 20 febbraio 2013, pag. 13.

3 UNICEF, A brief review of the social and economic returns to investing in children, giugno 2012, consultabile all’indirizzo: https://www.unicef.org/socialpolicy/files/Investing_in_Children.pdf.

4 UNICEF, Right in Principle and in Practice: A Review of the Social and Economic Returns to Investing in Children, Social and Economic Working Paper, documento di lavoro sociale ed economico), 2012, pag. 33. Consultabile all’indirizzo: https://www.unicef.org/socialpolicy/files/Investing_in_Children.pdf.

5 Comunicazione della Commissione “Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014‑2020” (COM(2013) 83 final), 20 febbraio 2013.

6 Comunicazione al commissario László Andor, DG EMPL, “Common Proposals for Implementing the Recommendation on Child Poverty and Well-being through a partnership approach”, 1° febbraio 2013.

7 Secondo le rilevazioni di Eurostat, nel 2018 il PIL si è collocato a 2 120 miliardi di PLN.

8 Allegato alla raccomandazione della Commissione 2013/112/UE, Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale.

9 Hugh Frazer ed Eric Marlier, “Progress across Europe in the implementation of the 2013 EU Recommendation on ’Investing in children: Breaking the cycle of disadvantage’, A study of national policies”, 2017.

10 Ibidem, pagg. 33-35.

11 https://www.socialsummit17.se/.

12 Riunione del Consiglio europeo (14 dicembre 2017) – Conclusioni.

13 Cfr. “Un’Unione più ambiziosa – Il mio programma per l’Europa” di Ursula von der Leyen, candidata alla carica di presidente dell’Unione europea – Orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019‑2024.

14 COM(2020) 14 final, “Un’Europa sociale forte per transizioni giuste”, 14 gennaio 2020.

15 COM(2018) 375 final, 2018/0196 (COD), articolo 4.

16 2018/0206 (COD), considerando 22.

17 Cfr. dati Eurostat estratti il 7.1.2020.

18 I tre paesi con il tasso più elevato – Romania (38,1 %), Bulgaria (33,7 %) e Grecia (33,3 %).
Sono stati visitati altri tre Stati membri (Italia, Germania e Polonia) i cui tassi non erano fra i più elevati.

19 Ad eccezione della Grecia, che prima del 2019 non era soggetta ai processi del semestre europeo.

20 COM(2016) 328 final.

21 Regolamento (CE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013.

22 Articolo 9 del regolamento (UE) n. 1303/2013.

23 Articolo 3 del regolamento (UE) n. 1304/2013, articolo 5 del regolamento (UE) n. 1301/2013.

24 IT: programma operativo nazionale Inclusione – CCI 2014IT05SFOP001; RO programma operativo Capitale umano – CCI 2014RO05M9OP001; PL: programma operativo Conoscenza istruzione crescita – CCI 2014PL05M9OP001; piano operativo regionale per la regione di Warmińsko-Mazurskie 2014PL16M2OP014; DE: piano operativo del libero Stato di Sassonia per l’FSE – CCI 2014DE05SFOP012.

25 Regolamento (UE) 2019/1700.

26 Risoluzione legislativa del Parlamento europeo, del 4 aprile 2019, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo Plus (FSE+) (COM(2018)0382 – C8-0232/2018 – 2018/0206(COD)).

27 Emendamento 40, considerando 22 ter (nuovo) della risoluzione legislativa del Parlamento europeo, del 4 aprile 2019, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo Plus (FSE+) (COM(2018)0382 – C8-0232/2018 – 2018/0206(COD)).

Cronologia

Evento Data
Adozione del piano di indagine (APM)/Inizio dell’audit 10.4.2019
Trasmissione ufficiale del progetto di relazione alla Commissione
(o ad altra entità sottoposta ad audit)
4.6.2020
Adozione della relazione finale dopo la procedura in contraddittorio 15.7.2020
Ricezione, in tutte le lingue, delle risposte ufficiali della Commissione (o di altra entità sottoposta ad audit) 12.8.2020

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PDF ISBN 978-92-847-5090-0 ISSN 1977-5709 doi:10.2865/1371 QJ-AB-20-017-IT-N
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