LE ATTIVITÀ DELLA CORTE NEL 2019
RELAZIONE ANNUALE DI ATTIVITÀ
DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA
Il collegio dei Membri della Corte dei conti europea (gennaio 2020).
Corte dei conti europea
Chi siamo
- il revisore esterno dell’Unione europea;
- istituita dal trattato di Bruxelles del 1975 e operativa dall’ottobre 1977; istituzione europea a pieno titolo dal trattato di Maastricht del 1993;
- sede a Lussemburgo;
- un Membro per ciascuno Stato membro dell’UE, nominato dal Consiglio previa consultazione del Parlamento europeo;
- organico di circa 900 persone di tutte le nazionalità dell’UE.
Che cosa facciamo
- la Corte si accerta che l’UE tenga una buona contabilità, applichi correttamente le norme finanziarie a cui è soggetta e che le politiche e i programmi dell’UE conseguano gli obiettivi perseguiti assicurando un impiego proficuo delle risorse;
- contribuisce a migliorare la gestione finanziaria dell’UE e promuove il rispetto dell’obbligo di rendiconto e la trasparenza;
- segnala i possibili rischi, fornisce garanzie, evidenzia carenze e successi e offre orientamenti ai responsabili delle politiche e ai legislatori dell’UE;
- presenta osservazioni e raccomandazioni al Parlamento europeo, al Consiglio, ai governi e ai parlamenti nazionali, nonché al grande pubblico.
Prefazione del Presidente
Cara lettrice / caro lettore,
il 2019 è stato un anno ricco di cambiamenti per l’Unione: si sono tenute le elezioni del Parlamento europeo e si è insediata una nuova Commissione europea. Sono state definite priorità strategiche e sono stati varati importanti pacchetti strategici d’intervento, come il “Green Deal europeo” e “Plasmare il futuro digitale dell’Europa” (inizio 2020). Verso la fine dell’anno, inoltre, è apparso chiaro che adesso saremmo diventati un’Unione di 27 Stati membri.
Al contempo, l’UE si trova dinnanzi a scelte importanti per quanto riguarda le proprie finanze. Sono in dirittura d’arrivo i negoziati per il prossimo quadro finanziario pluriennale, il cui esito definirà la capacità di finanziamento dell’UE per i prossimi sette anni. Tutte le istituzioni dell’UE devono ora mettere a frutto gli sforzi compiuti in passato per migliorare ulteriormente la gestione finanziaria dell’Unione e assicurare che l’UE produca i risultati attesi.
In qualità di revisore esterno, la Corte offre una valutazione imparziale delle politiche e dei programmi dell’UE, nonché della qualità della gestione finanziaria dei fondi UE in tutto il suo territorio e al suo esterno. La Corte verifica che la spesa dell’UE sia conforme alla normativa e che le politiche e i programmi dell’Unione assicurino un impiego proficuo delle risorse.
La presente relazione passa in rassegna l’operato della Corte nel corso del 2019, un anno in cui abbiamo pubblicato relazioni speciali, analisi e pareri su svariati temi di grande attualità. Riporta inoltre informazioni sull’organico, sulla gestione e sulle finanze della Corte, con l’auspicio che possano esservi utili.
Questa relazione annuale di attività viene pubblicata in un momento in cui nell’UE e negli Stati membri che la compongono la sanità pubblica si trova ad affrontare una sfida inedita dovuta alla pandemia di COVID-19. La nostra istituzione ha rapidamente reagito a questa situazione in conformità con le istruzioni impartite dal governo lussemburghese per la salute e la sicurezza.
Desidero ringraziare tutti i colleghi per la qualità del loro lavoro e la prontezza e flessibilità con cui si sono adattati alla situazione attuale. Dobbiamo ora rimanere uniti e fare tutto quanto in nostro potere per continuare ad assolvere il ruolo di revisore esterno dell’UE in questi tempi difficili.

Klaus-Heiner Lehne
Presidente
Le attività della Corte
Strategia
della strategia
Per rimanere all’avanguardia negli sviluppi dell’audit del settore pubblico, la Corte si avvale di strategie pluriennali che forniscono orientamenti a lungo termine dell’attività di audit da svolgere e favoriscono iniziative di cambiamento organizzativo per un costante miglioramento.
Entro la fine del 2019 era stato portato a termine il secondo anno della attuale strategia per il periodo 2018‑2020. Durante il triennio suddetto, gli obiettivi strategici della Corte sono: migliorare il valore aggiunto della dichiarazione di affidabilità; prestare maggiore attenzione agli aspetti di performance dell’azione dell’UE; assicurarsi di far giungere messaggi chiari agli interlocutori della Corte. Per mettere in atto la propria strategia, la Corte ha stabilito un piano d’azione riguardante tali obiettivi.
Negli ultimi due anni, sono stati compiuti buoni progressi nell’attuazione degli obiettivi strategici. Hanno visto la luce una serie di iniziative e progetti in tutti gli ambiti considerati, in alcuni casi persino spingendosi oltre quanto stabilito nel piano d’azione. Si tratta in particolare di:
- un’utile azione pilota concernente l’approccio di attestazione per la produzione della dichiarazione di affidabilità;
- un aumento significativo del numero di controlli di gestione e dei prodotti basati su analisi, nonché una gamma più diversificata di argomenti che comprendono sia la spesa che l’azione normativa dell’UE;
- una migliore comunicazione a beneficio del Parlamento europeo, nonché una maggiore visibilità negli organi di informazione tradizionali e sui social media.
Nel corso dell’anno, un gruppo di quattro istituzioni superiori di controllo (di Estonia, Paesi Bassi, Danimarca e Stati Uniti) hanno condotto una valutazione inter pares della strategia della Corte. La relazione di tali istituzioni è stata pubblicata nel marzo 2020, in tempo utile per fornire un contributo prezioso alla prossima strategia della Corte per il periodo a partire dal 2021.
L’audit della performance e della regolarità delle azioni UE
audit finanziari
e audit di conformità
I controlli di gestione espletati dalla Corte vertono su efficacia, efficienza ed economicità delle politiche e dei programmi dell’UE. Riguardano temi che rispecchiano le problematiche cui l’UE è confrontata, quali l’uso sostenibile ed ecocompatibile delle risorse naturali, la crescita e l’inclusione, le sfide della migrazione e delle dinamiche mondiali, il mercato unico e l’unione bancaria, onde far sì che l’Unione europea sia efficiente e risponda del proprio operato. Con tali audit si intende aiutare l’UE a conseguire meglio gli obiettivi delle proprie politiche.
Gli audit finanziari e di conformità condotti dalla Corte comprendono una dichiarazione sull’affidabilità dei conti annuali e sulla legittimità e regolarità delle operazioni che ne sono alla base. La Corte può anche intraprendere selezionati audit di conformità per esaminare la situazione della contabilità di bilancio e della gestione finanziaria dell’UE oppure per valutare se i sistemi di gestione e di controllo per la riscossione e l’utilizzo dei fondi UE rispettino le norme UE e nazionali applicabili.
La Corte espleta tutti i propri audit in conformità dei princìpi di audit del settore pubblico riconosciuti a livello internazionale.
Programma di lavoro
Nel 2019 la Corte ha continuato a incorporare la prospettiva strategica nell’attività di audit svolta al fine di affrontare meglio le principali sfide a venire per l’UE, grazie a un approccio orientato al futuro.
A tal fine, è stato creato il comitato consultivo in materia di strategia e prospettiva. Uno degli attuali compiti di tale comitato, costituito da cinque Membri, consiste nel sovrintendere all’elaborazione della strategia per il periodo successivo al 2020.
per affrontare questioni
cruciali per il futuro dell’UE
Nel programma di lavoro pubblicato nell’ottobre 2019 sono esposte le priorità di audit della Corte per i prossimi anni e si illustrano in dettaglio le 41 pubblicazioni, tra relazioni e analisi, che la Corte intende produrre nel 2020.
Con gli audit pianificati per il 2020 e gli anni successivi si continuerà a fornire ai cittadini dell’UE e ai responsabili delle politiche relazioni indipendenti su questioni cruciali per il futuro dell’UE.
La Corte predispone il proprio programma di lavoro di audit in maniera indipendente, ma non isolandosi. Le è quindi indispensabile collaborare con i propri interlocutori istituzionali, soprattutto il Parlamento europeo. Come di consueto, agli inizi del 2019, ha invitato le commissioni parlamentari a suggerire potenziali temi di audit per il proprio programma di lavoro.
Il lavoro di audit sul campo
La maggior parte del lavoro di audit si svolge presso la sede della Corte, a Lussemburgo. Gli auditor effettuano anche numerose visite presso la Commissione europea (il principale soggetto controllato) e altre istituzioni dell’UE, nonché presso agenzie ed organismi, autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri, delegazioni UE nei paesi terzi e organizzazioni internazionali che gestiscono fondi UE.
Gli auditor della Corte svolgono anche controlli in loco presso i destinatari di fondi UE, tanto nell’UE stessa quanto al suo esterno. Mediante questi controlli, seguono la pista di audit e acquisiscono elementi probatori direttamente dai soggetti che partecipano alla gestione delle politiche e dei programmi dell’UE e alla riscossione o all’erogazione dei fondi UE, nonché dai beneficiari che ricevono tali fondi.
La Corte si adopera per portare a termine gli audit selezionati entro 13 mesi, in linea con l’obiettivo fissato nel regolamento finanziario dell’UE.
nell’UE e oltre i suoi confini
Ogni équipe di audit è generalmente composta da due o tre auditor e la durata di una visita di audit varia da alcuni giorni a un paio di settimane. I controlli in loco all’interno dell’UE sono generalmente coordinati con le istituzioni superiori di controllo degli Stati membri interessati.
La frequenza e l’intensità del lavoro di audit della Corte nei singoli Stati membri e nei paesi beneficiari dipende dal tipo di audit svolto. Nel 2019, gli auditor della Corte hanno dedicato all’audit in loco 3 605 giorni (3 671 nel 2018) negli Stati membri e al di fuori dell’UE.
A questi si aggiungono 2 504 giorni di lavoro (2 723 nel 2018) presso le istituzioni dell’UE a Bruxelles e a Lussemburgo, nonché presso agenzie e organismi decentrati in tutta l’UE, organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite o l’OCSE e società di audit private.
Per interagire con i soggetti controllati, gli auditor della Corte ricorrono con sempre maggior frequenza alla videoconferenza e ad altre tecnologie dell’informazione, quali la condivisione sicura di dati e documenti.
Relazioni di audit, analisi e pareri
Le relazioni, le analisi e i giudizi di audit della Corte sono un elemento essenziale della catena di responsabilità dell’UE. Aiutano il Parlamento europeo e il Consiglio a monitorare e verificare il conseguimento degli obiettivi delle politiche dell’UE nonché, in particolare nell’ambito della procedura annuale di discarico, a chiamare i responsabili della gestione dei fondi dell’UE a rispondere dell’utilizzo di tali risorse.
Relazioni speciali e prodotti di analisi
In linea con la propria strategia per il 2018‑2020, la Corte ha posto maggiore attenzione negli anni recenti alla valutazione della performance dell’azione dell’UE.
Nel 2019 ha prodotto 36 pubblicazioni, fra relazioni e analisi, in cui sono state affrontate molte delle sfide che impegnano l’UE nei suoi vari settori di spesa, come la politica in materia di sicurezza alimentare, le energie rinnovabili, il commercio elettronico, i controlli alle frontiere, la governance di bilancio e i quadri etici in istituzioni selezionate dell’UE, per citarne solo alcuni.
Nelle proprie relazioni speciali, la Corte appura se siano stati raggiunti gli obiettivi di politiche e programmi selezionati dell’UE, se i risultati siano stati ottenuti in modo efficace ed efficiente e se l’azione dell’UE abbia fornito valore aggiunto, ossia se abbia prodotto più di quanto avrebbero potuto conseguire interventi effettuati al solo livello nazionale. La Corte formula inoltre raccomandazioni, individuando modi per risparmiare risorse, lavorare meglio, evitare sprechi o conseguire gli obiettivi strategici previsti con maggiore efficacia.
Le analisi sono volte a fornire descrizioni del contesto e disamine, spesso da una prospettiva trasversale e sulla base del lavoro di audit espletato in passato o di altre informazioni di dominio pubblico. Possono anche servire a presentare analisi di settori o di questioni non ancora sottoposti ad audit, nonché ad accertare i fatti in merito ad argomenti o problemi specifici. A differenza degli audit, non trattano quesiti valutativi né forniscono garanzie.
Nelle prossime pagine si illustra l’attività svolta dalla Corte ed esempi di relazioni del 2019 riguardanti diversi ambiti di intervento.
Uso sostenibile delle risorse naturali
Analisi n. 01/2019 – La risposta dell’UE allo scandalo dieselgate
Nel 2015 sono state riscontrate discrepanze tra le emissioni dei veicoli con motori diesel registrate in laboratorio e quelle su strada. Gli studi hanno svelato l’uso dei cosiddetti “impianti di manipolazione” che durante le prove ufficiali generavano emissioni inferiori a quelle prodotte in condizioni di guida normali. In alcuni Stati membri, le autorità di omologazione hanno reagito allo scandalo delle emissioni sottoponendo a nuove prove gli autoveicoli diesel adibiti a trasporto passeggeri. Da queste nuove prove è emerso che le emissioni di gas di scarico su strada di quasi tutti i veicoli leggeri diesel Euro 5 e Euro 6 superavano significativamente i limiti di NOx applicabili, in alcuni casi di oltre 10 volte.
La Corte ha analizzato le azioni adottate dall’UE e dagli Stati membri in risposta allo scandalo “dieselgate”. Ha inoltre passato in rassegna i cambiamenti apportati al sistema di misurazione delle emissioni dei veicoli dopo il settembre 2015.
La Corte ha constatato un’accelerazione di molte modifiche normative al sistema UE di controlli sull’omologazione e sulle emissioni dei veicoli. La Commissione può adesso esaminare il lavoro delle autorità nazionali di omologazione, testare essa stessa i veicoli, nonché revocare o sospendere le omologazioni rilasciate. Peraltro, le terze parti interessate possono ora effettuare prove sulle emissioni. La Commissione europea, inoltre, ha avviato procedure di infrazione nei confronti di alcuni Stati membri. La Corte ha riscontrato, in aggiunta, un’accresciuta volontà in vari Stati membri di introdurre restrizioni alla circolazione delle autovetture al fine di migliorare la qualità dell’aria; diverse città europee hanno creato zone a emissioni limitate dove la circolazione delle autovetture è limitata o vietata.
Il lavoro svolto è stato presentato come un’analisi dal momento che le modifiche normative apportate non avranno un impatto misurabile nel prossimo futuro. Nelle analisi la Corte non formula raccomandazioni.
Investimenti a favore della coesione, della crescita e dell’inclusione
Relazione speciale n. 08/2019 – Produzione di energia elettrica da impianti eolici e solari: sono necessari interventi significativi per conseguire i valori-obiettivo che l’UE si è prefissata
L’energia elettrica può essere prodotta da fonti non rinnovabili (quali i combustibili fossili, i rifiuti non rinnovabili e i materiali nucleari in reattori convenzionali) oppure da fonti rinnovabili (come avviene per l’energia idroelettrica, eolica, solare, da biomassa, ecc.). Le fonti rinnovabili sono utilizzate anche per produrre energia destinata al riscaldamento e raffrescamento, nonché come carburante per i trasporti.
Delle emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE, il 79 % deriva attualmente dall’utilizzo di combustibili fossili per produrre energia. Un aumento della quota di energia elettrica da fonti rinnovabili consentirà all’UE di conseguire il suo obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Gli Stati membri decidono il migliore utilizzo delle proprie fonti energetiche e le modalità per strutturare il proprio approvvigionamento energetico. L’UE può sostenere le azioni degli Stati membri erogando finanziamenti aggiuntivi per investimenti in progetti per l’energia rinnovabile.
La Corte ha valutato i progressi compiuti dall’UE e dai suoi Stati membri nel conseguire gli obiettivi relativi alla quota di energia rinnovabile allo scopo di raggiungere il valore-obiettivo globale dell’UE pari al 20 % entro il 2020 e al 32 % entro il 2030. Gli auditor della Corte si sono recati in Germania, Grecia, Spagna e Polonia per verificare se il sostegno finanziario alla produzione di energia elettrica mediante impianti eolici e solari sia stato efficace.
La Corte ha constatato che, a partire dal 2005, sono stati compiuti progressi significativi per quanto concerne la quota di fonti rinnovabili nel mix energetico, ma che questa tendenza ha rallentato dopo il 2014. Nell’UE, tale quota nella produzione di energia elettrica è raddoppiata, passando da circa il 15 % (nel 2005) a quasi il 31 % (nel 2017). Tale aumento va imputato prevalentemente alle tecnologie relative all’energia eolica e a quella solare. Ciò nonostante, per circa metà degli Stati membri raggiungere i valori-obiettivo costituirà una sfida significativa.
La Corte ha raccomandato alla Commissione di esortare gli Stati membri a sostenere l’ulteriore diffusione dell’energia da fonti rinnovabili organizzando aste per assegnare capacità aggiuntiva, promuovendo la partecipazione dei cittadini, semplificando le procedure amministrative e risolvendo le carenze nella rete. In aggiunta, ha raccomandato alla Commissione di rivedere gli obblighi giuridici che incombono sugli Stati membri al fine di migliorare la tempestività dei dati statistici.
Azioni esterne, sicurezza e giustizia
Relazione speciale n. 24/2019 – Asilo, ricollocazione e rimpatrio dei migranti: è ora di intensificare gli sforzi per ovviare alle disparità tra obiettivi e risultati
Nel 2015 l’UE ha registrato livelli di migrazione senza precedenti e un successivo aumento delle domande di asilo. Negli anni recenti, i livelli di migrazione sono ritornati ai valori precedenti alla crisi. Gli auditor della Corte hanno incontrato il personale della Commissione europea, dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (comunemente nota come “Frontex”). Si sono recati presso le autorità nazionali, le organizzazioni internazionali e non governative che attuano progetti finanziati dall’UE, nonché hanno esaminato 20 azioni UE di sostegno in Grecia e Italia, due Stati membri particolarmente esposti a detti flussi migratori.
La Corte ha valutato se il sostegno finanziato dall’UE avesse conseguito gli obiettivi fissati e se le procedure di asilo e di rimpatrio fossero efficaci e celeri. Ha inoltre verificato se i regimi temporanei di ricollocazione di emergenza avessero conseguito i valori-obiettivo e gli obiettivi stabiliti
La Corte ha riscontrato che i tassi di registrazione e di rilevamento delle impronte presso gli hotspot erano notevolmente migliorati. Tuttavia, una percentuale elevata di migranti continua a spostarsi e chiedere asilo in altri Stati membri dell’UE, senza che le proprie impronte digitali siano archiviate nella banca dati Eurodac. Inoltre, nei due Stati membri menzionati, le procedure di asilo continuano a risentire di lunghi tempi di trattamento e di strozzature. Una percentuale elevata di candidati che ha presentato domanda è stata effettivamente ricollocata (80 % in Grecia e 89 % in Italia). La Commissione non ha però monitorato la procedura di ricollocazione nei paesi di accoglienza dei migranti dal febbraio 2018. Come avviene nel resto dell’Unione europea, il numero di rimpatri dalla Grecia e dall’Italia è basso.
La Corte ha raccomandato alla nuova Commissione di adottare misure adeguate per migliorare la gestione dell’assistenza di emergenza. Inoltre, la Commissione dovrebbe prendere le mosse dall’esperienza maturata quando si tratterà di elaborare i futuri meccanismi di ricollocazione volontaria. Infine, si dovrebbe rafforzare il sostegno dell’EASO alle procedure di asilo e adeguare l’assistenza al rimpatrio offerto da Frontex.
Regolamentazione dei mercati ed economia competitiva
Relazione speciale n. 10/2019 – Le prove di stress a livello di UE per le banche: è stata raccolta una quantità inedita di informazioni sulle banche, ma occorre migliorare il coordinamento e la focalizzazione sui rischi
La prova di stress a livello di UE è una valutazione delle potenziali ricadute che uno shock comune potrebbe avere sulla posizione finanziaria e sulla tenuta delle grandi banche europee. L’Autorità bancaria europea (ABE) ha il compito di avviare e coordinare le prove di stress a livello di UE, in collaborazione con il Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS). Effettuate nell’UE dal 2011, tutte le prove di stress sono state condotte secondo l’approccio “bottom up”, per cui le banche hanno fornito i risultati prodotti dallo scenario di shock in base alla metodologia approvata dall’ABE.
La Corte ha valutato l’esecuzione della prova di stress per il settore bancario a livello dell’Unione svolta in virtù del mandato conferito all’ABE.
La Corte ha constatato che, all’inizio del processo, l’ABE non ha specificato né i rischi né il livello di gravità ritenuti pertinenti per la conduzione della prova di stress. A sua volta, il CERS, che ha sviluppato lo scenario di stress, ha ricevuto un notevole contributo dalla Banca centrale europea, nonché dalle banche centrali e dalle autorità nazionali. Pertanto, l’ABE non ha avuto completamente sotto controllo fasi importanti del processo. Negli Stati Uniti, le autorità di vigilanza adottano un approccio “top down”, che offre loro un grado molto più elevato di controllo sui risultati prodotti dalle banche. Nell’UE, invece, il ruolo dell’ABE è limitato all’avvio delle attività connesse alle prove di stress, stabilendone la metodologia e coordinandone in termini ampi l’esecuzione. La prova di stress dell’ABE ha valutato la vulnerabilità del sistema e delle banche a un rallentamento economico, anziché a un grave shock finanziario esercitato sul sistema. Sebbene l’obiettivo dell’ABE fosse di assicurare un’ampia copertura, alcune banche rischiose sono state escluse dalla prova di stress. L’approccio “bottom up” dell’ABE ha fatto sì che l’attendibilità e la comparabilità dei risultati prodotti dalle banche fossero limitate.
La Corte ha raccomandato all’ABE di rafforzare il proprio controllo sulle procedure delle prove di stress e di sviluppare un approccio “top down” a integrazione di quello “bottom up” attualmente adottato. Inoltre, le future prove di stress, perché assolvano la finalità di valutare la resilienza a fronte di andamenti avversi del mercato, dovrebbero tenere in debita considerazione i rischi provenienti dall’interno del sistema finanziario dell’UE, assicurare un livello minimo di stress e dar luogo a chiare dichiarazioni sulla resilienza delle banche. Infine, la selezione delle banche per la prova di stress dovrebbe avvenire in funzione non solo delle dimensioni, ma anche del rischio.
Finanziamento ed amministrazione dell’Unione
Relazione speciale n. 14/2019 – “Di’ la tua!”: le consultazioni pubbliche della Commissione coinvolgono i cittadini, ma le attività per renderle note sono insufficienti
“Legiferare meglio” è un metodo di lavoro per far sì che le decisioni politiche vengano elaborate in maniera aperta e trasparente, sulla base dei migliori elementi disponibili e sostenute dal generale coinvolgimento dei cittadini e di altre parti interessate, come le organizzazioni della società civile e le associazioni rappresentative. La Commissione ha il dovere di consultare i cittadini e le associazioni rappresentative in tutti i settori di azione dell’Unione. Gli orientamenti per legiferare meglio definiscono la consultazione delle parti interessate, tra le quali si annoverano anche i cittadini. Le consultazioni delle parti interessate, in particolare le consultazioni pubbliche, raccolgono informazioni e opinioni espresse dai cittadini e da altre parti interessate, quando la Commissione prepara un’iniziativa di intervento o valuta gli interventi già in corso. In media, la Commissione effettua oltre 100 consultazioni pubbliche all’anno.
La Corte ha valutato se le consultazioni pubbliche della Commissione siano riuscite efficacemente a stabilire un contatto con i cittadini e le parti interessate, nonché a utilizzare i contributi ricevuti. La Corte ha esaminato la concezione del quadro predisposto dalla Commissione, la modalità con cui la Commissione ha preparato ed effettuato alcune consultazioni pubbliche selezionate, nonché il modo in cui ha informato e utilizzato l’attività di consultazione. Ha analizzato un campione di 26 consultazioni pubbliche della Commissione condotte tra il 2016 e il 2018 da cinque direzioni generali e ha svolto un’indagine sulla percezione per accertare l’effettivo grado di soddisfazione dei partecipanti alle consultazioni pubbliche.
La Corte ha constatato che il quadro predisposto dalla Commissione per le consultazioni pubbliche è di livello elevato. Inoltre, sia la performance del campione delle consultazioni pubbliche della Commissione esaminato che la percezione dei partecipanti in merito erano nel complesso soddisfacenti. Sono state rilevate debolezze nella attività tese a entrare in contatto con i cittadini e nelle attività di feedback: ad esempio, non sempre si è fatto ricorso a più canali di comunicazione, non erano disponibili chiari criteri che spiegassero il motivo per cui un sondaggio non era disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’UE e alcuni sondaggi erano lunghi e complessi.
La Corte ha raccomandato di pubblicizzare in modo più ampio le attività di consultazione nonché di far sì che siano mirate meglio, al fine di accentuare la visibilità e di consentire la partecipazione di un maggior numero di cittadini. Ha inoltre raccomandato alla Commissione di migliorare il modo in cui riferisce sul seguito dato a una consultazione pubblica. Infine, vi è la possibilità di migliorare il coinvolgimento dei cittadini nell’avanzare proposte normative attraverso l’iniziativa dei cittadini europei.
Rassegne preliminari all’audit
Le rassegne preliminari all’audit forniscono informazioni su compiti di audit (controlli di gestione) in corso. Sono basate sui lavori preparatori intrapresi prima dell’inizio dell’audit e intendono costituire una fonte di informazione per tutti coloro che sono interessati alla politica e/o al programma oggetto dell’audit. Nel 2019 la Corte ha pubblicato 18 rassegne preliminari all’audit
Relazioni annuali e relazioni annuali specifiche
Le relazioni annuali illustrano principalmente i risultati esposti nella dichiarazione di affidabilità rilasciata dalla Corte sul bilancio dell’Unione europea e sul bilancio dei Fondi europei di sviluppo (FES).
Le relazioni annuali specifiche presentano i risultati degli audit finanziari annuali espletati dalla Corte in relazione alle agenzie, agli organismi decentrati e alle imprese comuni dell’UE, nonché alle Scuole europee.
La Corte pubblica inoltre una relazione sulle passività potenziali derivanti dalle attività intraprese dal Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB).
Relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2018
Ogni anno la Corte controlla le entrate e le spese dell’UE per appurare se i conti annuali siano affidabili e se le operazioni relative alle entrate e alle spese che sono alla base dei conti siano conformi alla normativa finanziaria a livello dell’UE e degli Stati membri.
Gli auditor valutano inoltre in maniera specifica ogni importante settore del bilancio dell’UE, in base alle rubriche e alle sottorubriche del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014‑2020. Analizzano peraltro per quali motivi e in che ambito si siano verificati errori, formulano raccomandazioni per futuri miglioramenti e verificano se e in che modo le raccomandazioni espresse in precedenza siano state messe in pratica. Infine, forniscono informazioni sulla gestione finanziaria e di bilancio, nonché su elementi relativi alla performance.
Basandosi sull’esito di tali vasti controlli, la Corte rilascia una dichiarazione di affidabilità, che ha l’obbligo di presentare al Parlamento europeo e al Consiglio in conformità del mandato conferitole dal trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
giudizio positivo per i conti e le entrate,
giudizio con rilievi per la spesa
Nel 2018, la spesa dell’UE è ammontata a 156,7 miliardi di euro, pari al 2,2 % della spesa pubblica totale degli Stati membri dell’UE e all’1 % del reddito nazionale lordo dell’UE.
Gli auditor della Corte hanno verificato un campione di 728 pagamenti a beneficiari in tutti i settori di spesa, su una popolazione di audit complessiva di un valore di circa 120 miliardi di euro. Ciò significa che hanno valutato casi diversi in cui i fondi UE sono stati usati per fornire sostegno a progetti di infrastrutture fondamentali, PMI, organizzazioni/istituti di ricerca, agricoltori e studenti negli Stati membri, nonché a beneficiari in paesi non-UE.
Per il 2018, la Corte ha espresso un “giudizio positivo” per quanto concerne i conti e le entrate dell’UE. Inoltre, per il terzo anno consecutivo, ha potuto formulare un “giudizio con rilievi” sulla spesa dell’UE.
è esente da errori rilevanti
Come negli anni precedenti, la Corte ha constatato che gli errori nella spesa UE non erano pervasivi e che i pagamenti erano legittimi e regolari, ad eccezione delle spese ad elevato rischio (principalmente spese per il rimborso dei costi, che sono soggette a norme complesse).
Nel complesso, con un tasso di errore del 2,6 %, la Commissione e gli Stati membri hanno mantenuto i progressi osservati nei due esercizi precedenti (2,4 % nell’esercizio finanziario 2017; 3,1 % nell’esercizio finanziario 2016). È questo un segnale incoraggiante, secondo la Corte.
Errore: che cosa significa?
Un errore, o un pagamento irregolare, è un importo che non avrebbe dovuto essere posto a carico del bilancio dell’UE, poiché non è stato impiegato conformemente alla normativa dell’UE e/o a norme nazionali e non è quindi in linea con le finalità perseguite dal Consiglio e dal Parlamento mediante la normativa UE applicabile o con la normativa nazionale specifica degli Stati membri.
La Corte stima il livello di errore secondo criteri statistici, sulla base di errori quantificabili (ossia misurabili in termini monetari) da essa rilevati sottoponendo a verifica un campione di operazioni estratto dall’intera popolazione di audit delle spese.
“Coesione economica, sociale
e territoriale”
Nell’esercizio finanziario 2018, la “Coesione economica, sociale e territoriale” è stata la (sotto)rubrica del QFP più soggetta a errore, seguita da “Risorse naturali” e “Competitività per la crescita e l’occupazione”.
Relazione annuale sui Fondi europei di sviluppo
giudizio positivo per i conti e le entrate,
giudizio con rilievi per la spesa
I Fondi europei di sviluppo (FES) rappresentano lo strumento principale con cui l’UE fornisce aiuti nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Mirano a eliminare la povertà e a promuovere lo sviluppo sostenibile e l’integrazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) nonché dei paesi e territori d’oltremare (PTOM) nell’economia mondiale. Sono finanziati dagli Stati membri dell’UE e gestiti, al di fuori del quadro del bilancio dell’UE, dalla Commissione europea e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).
Come negli anni precedenti, per l’esercizio finanziario 2018 la Corte ha espresso un “giudizio positivo” sui conti e sulle entrate dei FES e un “giudizio con rilievi” sulla spesa dei FES.
Relazioni annuali specifiche sulle agenzie dell’UE e sulle imprese comuni
Le agenzie dell’UE sono entità giuridiche distinte istituite allo scopo di svolgere specifici compiti tecnici, scientifici o gestionali che aiutino le istituzioni dell’UE a elaborare e attuare le politiche. Vi sono, in totale, 43 agenzie.
Le imprese comuni, ossia i partenariati pubblico-privato conclusi tra l’UE e l’industria, i gruppi di ricerca e gli Stati membri, svolgono un ruolo importante nella realizzazione di aspetti specifici della politica dell’UE in materia di ricerca. La Commissione europea, in rappresentanza dell’UE, partecipa alle imprese comuni quale membro del settore pubblico. In tutto, vi sono otto imprese comuni.
Nota: il 31 gennaio 2020 ha avuto luogo il recesso del Regno Unito dall’Unione europea.
giudizio positivo per tutte le imprese comuni
Nell’esercizio finanziario 2018, la dotazione di bilancio complessiva di tutte le agenzie (escluso l’SRB) ammontava a 4,2 miliardi di euro (registrando un aumento del 20 % rispetto al bilancio di 3,5 miliardi di euro del 2017), pari a circa il 2,9 % del bilancio generale dell’UE per il 2018 (contro il 2,7 % del 2017).
Nel complesso, per l’esercizio finanziario 2018, l’audit finanziario espletato dalla Corte sulle agenzie ha confermato le risultanze positive esposte negli anni passati. La Corte ha espresso “giudizi positivi” sui conti delle agenzie, sulle entrate e sui pagamenti alla base dei conti delle agenzie, eccetto nel caso dell’EASO (per il quale è stato espresso un giudizio con rilievi riguardo ai pagamenti).
La Corte ha formulato “giudizi positivi” sui conti, sulle entrate e sui pagamenti di tutte le imprese comuni.
di discarico del Parlamento
La pubblicazione delle relazioni annuali della Corte segna anche l’inizio della procedura di discarico, durante la quale il Parlamento europeo decide, su raccomandazione del Consiglio, se la Commissione e gli altri organismi abbiano gestito il bilancio UE in modo soddisfacente. Se così è, concede loro il “discarico”.
Nell’ottobre 2019 la Corte ha presentato le relazioni annuali sul bilancio generale dell’UE e sui FES alla commissione per il controllo dei bilanci e, successivamente, anche al Parlamento in seduta plenaria, al Consiglio (Affari economici e finanziari) e a 21 parlamenti degli Stati membri e autorità nazionali.
sulle passività potenziali
e sulle Scuole europee
La Corte dei conti ha l’obbligo di redigere ogni anno una relazione sulle passività potenziali del Comitato di risoluzione unico, del Consiglio e della Commissione derivanti dallo svolgimento dei rispettivi compiti di risoluzione bancaria. Nella relazione 2018, la Corte ha concluso che l’informativa contabile del suddetto Comitato era migliorata, ma che la segnalazione delle passività potenziali aventi origine a livello nazionale avrebbe dovuto essere migliore.
La Corte pubblica inoltre una relazione annuale sui conti delle Scuole europee. Dall’esame dei rendiconti finanziari relativi al 2018 è emerso un livello di errore rilevante per una delle 13 Scuole europee.
l’audit digitale
Con la digitalizzazione si intende sfruttare il potenziale della tecnologia per ottenere un maggior numero di informazioni e di migliore qualità ai fini del rispetto dell’obbligo di rendiconto. La trasformazione digitale è molto importante anche per l’attività di audit e l’organizzazione della Corte.
Per guidare questo processo di trasformazione nei prossimi anni è stato istituito un comitato di orientamento digitale composto da cinque Membri.
Nel 2019, come prima iniziativa importante nel campo dell’audit, è stato varato un sistema pilota per automatizzare l’audit finanziario delle agenzie esecutive. Durante questa fase pilota, gli auditor della Corte utilizzeranno allo stesso tempo gli strumenti tradizionali e quelli digitali.
Pareri
a una normativa migliore
Un modo in cui la Corte contribuisce a migliorare l’approccio della Commissione mirante a “Legiferare meglio” consiste nel pubblicare pareri sulle proposte della Commissione di introduzione o modifica di atti normativi. Qualora queste proposte legislative comportino un impatto finanziario significativo, il parere della Corte è obbligatorio ai sensi del diritto dell’UE. Altre istituzioni possono inoltre chiedere alla Corte di formulare un parere su ulteriori questioni specifiche. Tutti i pareri della Corte sono presentati al Parlamento europeo e al Consiglio.
Nel 2019 la Corte ha pubblicato tre pareri: uno sulla proposta concernente l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, un altro sulla proposta di regolamento finanziario del Comitato di risoluzione unico e l’ultimo sulla proposta di regolamento finanziario dell’Ufficio comunitario delle varietà vegetali.
Agli inizi del 2019, è stata inoltre pubblicata una sintesi delle osservazioni della Corte per il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021‑2027. Tale documento è incentrato sul processo proposto per la fissazione delle priorità di spesa dell’UE, sulla flessibilità del bilancio UE, sull’orientamento alla performance e sulla semplificazione amministrativa, nonché sull’obbligo di rendiconto e sui dispositivi di audit.
L’analisi attinge perlopiù ai vari pareri formulati dalla Corte sulle proposte presentate dalla Commissione nel 2018, ma anche ai recenti documenti di riflessione e ad altre relazioni sulle finanze dell’UE stilati dalla Corte, nonché all’esperienza da questa maturata.
equilibrato nell’arco dell’anno
Nell’arco dell’intero anno, la Corte ha mantenuto un livello di pubblicazioni abbastanza equilibrato fatto salvo il picco di ottobre, quando escono le relazioni annuali.
Questioni trasversali
La lotta contro le frodi a scapito degli interessi finanziari dell’UE
di un accordo amministrativo
con l’OLAF
L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) è il protagonista nella lotta alle frodi che ledono gli interessi finanziari dell’UE.
Ville Itälä, Direttore generale dell’OLAF,
Klaus-Heiner Lehne, Presidente della Corte,
Eduardo Ruiz García, Segretario generale della Corte.
La Corte ha adottato, per gli auditor, linee-guida dettagliate sulle modalità con cui trattare il rischio di frode. La Corte comunica all’OLAF ogni sospetto di frode o altra attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell’UE che individua nel corso del suo lavoro di audit o che vengono sottoposti alla sua attenzione da terzi. Questi casi sono poi trattati dall’OLAF, che decide se procedere ad ulteriori indagini in collaborazione, ove necessario, con le autorità degli Stati membri.
Nel 2019 la Corte ha sottoscritto un accordo amministrativo che stabilisce le disposizioni operative disciplinanti la sua collaborazione con l’OLAF, compreso il coordinamento di eventi formativi, seminari e scambi di personale.
10 casi di frode presunta
La Corte dei conti europea è il revisore esterno dell’UE. Gli audit che espleta non sono concepiti specificamente per svelare casi di frode. Nondimeno, gli auditor della Corte rilevano con regolarità una serie di casi in cui sospettano la possibile presenza di attività fraudolente.
Nel 2019 la Corte ha comunicato all’OLAF 10 casi di presunta frode (nove casi nel 2018): otto erano stati riscontrati nello svolgimento dell’attività di audit e due risultavano da denunce presentate da terzi. Nella relazione annuale della Corte sul bilancio UE sono riportate ulteriori informazioni sulla natura di questi casi di presunta frode e sui conseguenti recuperi finanziari raccomandati dall’OLAF.
Nel 2019 la Corte ha inoltre pubblicato due relazioni speciali strettamente connesse alla lotta alle frodi nella spesa UE: la relazione speciale n. 1/2019 “Lotta contro le frodi nella spesa dell’UE: sono necessari interventi” e la relazione speciale n. 6/2019 “Lotta alle frodi nella spesa UE per la coesione: le autorità di gestione devono potenziare le attività di individuazione, risposta e coordinamento”.
Infine, è stato dedicato un numero speciale dell’ECA Journal al tema della lotta alle frodi e alla corruzione, nonché della tutela degli interessi finanziari dell’UE.
Occhi puntati sulla sostenibilità
al centro dell’attività di audit della Corte
I timori per la sostenibilità hanno costituito temi di audit preminenti negli anni recenti, durante i quali la Corte si è occupata soprattutto di questioni ambientali e climatiche.
Nel 2019, il lavoro svolto sulla sostenibilità è stato integrato da un’analisi riguardante l’informativa sulla sostenibilità, in cui si illustravano in sintesi le modalità con cui le istituzioni dell’UE pubblicavano informazioni sulla sostenibilità e il rispettivo contributo agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU.
La Corte ha inoltre ospitato una conferenza, dal titolo “ECA Sustainability Reporting Forum”, per portare il tema dell’informativa sulla sostenibilità alla ribalta e riunire i principali portatori di interessi.
In luglio la Corte ha partecipato all’incontro tra presidenti delle ISC e portatori di interessi sul tema “SAIs making a difference: Auditing the implementation of the SDGs” [Le ISC fanno la differenza: audit sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile] al Forum politico di alto livello dell’ONU sull’Agenda 2030.
Infine, la Corte ha pubblicato un numero speciale dell’ECA Journal sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Équipe di audit per “Analisi riguardante l’informativa sulla sostenibilità: un bilancio delle istituzioni e delle agenzie dell’Unione europea”.
Relazioni istituzionali
al Parlamento europeo, al Consiglio
e ai parlamenti nazionali
La Corte lavora a stretto contatto con il Parlamento europeo, il Consiglio e i parlamenti nazionali degli Stati membri, in quanto l’impatto del suo lavoro dipende in larga misura da come vengono utilizzate le risultanze dei suoi audit e le raccomandazioni da essa espresse.
Le relazioni di audit della Corte sono presentate alle commissioni competenti del Parlamento europeo e ai gruppi di lavoro del Consiglio. Le relazioni annuali, ma anche le relazioni speciali e le analisi, sono in aggiunta presentate ai parlamenti nazionali.
Nel 2019 le presentazioni delle relazioni della Corte a questi interlocutori istituzionali hanno continuato ad aumentare, soprattutto grazie a un marcato incremento delle presentazioni ai parlamenti nazionali. Allo stesso tempo, sono diminuite le presentazioni al Parlamento europeo, anche a causa della sospensione delle attività parlamentari tra la metà di aprile e settembre 2019.
delle istituzioni dell’UE
Il 2019 è stato un anno di cambiamenti al vertice di molte istituzioni dell’UE: il Presidente della Corte ha incontrato, a seguito della loro elezione, i presidenti del Parlamento europeo, della Commissione europea e del Consiglio europeo.
Il Presidente della Corte Lehne e il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Parlamento europeo
I Membri e le équipe di audit della Corte sono invitati con regolarità a presentare i propri lavori a commissioni e organismi del Parlamento europeo, e in particolare alla commissione per il controllo dei bilanci.
Il 2019 è stato un anno speciale a causa delle elezioni europee svoltesi nel mese di maggio; le riunioni delle commissioni parlamentari sono quindi cessate a metà aprile per poi riprendere in settembre. La Corte ha presentato 31 relazioni speciali e 10 analisi a 14 commissioni (nel 2018, 39 relazioni a 14 commissioni).
Successivamente alle elezioni, la Corte ha condotto una campagna di sensibilizzazione per informare i deputati del Parlamento europeo in merito al proprio lavoro di revisore esterno dell’UE. Sono stati inoltre organizzati una serie di workshop per il personale del Parlamento europeo.
Infine, nell’ottobre 2019, la Corte ha lanciato un portale delle pubblicazioni, che offre un accesso più agevole alle sue relazioni non solo ai deputati del PE ma anche al grande pubblico.
Consiglio dell’Unione europea
Nel 2019 le équipe di audit della Corte hanno presentato 26 relazioni speciali a 22 gruppi di lavoro del Consiglio e a due commissioni (2018: 40 relazioni a 27 gruppi di lavoro).
Sono state inoltre presentate due analisi: una al Comitato del bilancio, durante una riunione informale del Consiglio in Romania, e un’altra al gruppo di lavoro sull’Agenda 2030.
La Corte ha anche partecipato a uno scambio di vedute con il Comitato per i servizi finanziari sul memorandum d’intesa con la Banca centrale europea, nonché con il Comitato del bilancio sul progetto di bilancio della Corte per il 2020, comitato al quale nel dicembre 2019 ha presentato il proprio programma di lavoro per il 2020.
Nell’ottobre 2019, il presidente dell’Eurogruppo ha fatto visita alla Corte, dove ha discusso l’attuale stato dell’Unione economica e monetaria e le future riforme, nonché il potenziale contributo della Corte nel settore della governance economica e finanziaria nell’UE. Inoltre, nel maggio 2019 il presidente del gruppo di lavoro Eurogruppo ha incontrato i Membri della Corte.
Governi e parlamenti nazionali degli Stati membri
i parlamenti nazionali
I Membri della Corte effettuano regolarmente visite presso i parlamenti e i governi nazionali. Nel 2019 sono state effettuate 90 presentazioni in 21 Stati membri (2018: 50 presentazioni in 14 Stati membri). Si tratta del numero più elevato fino ad oggi.
Commissione europea
con le entità controllate dalla Corte
Da anni è una pratica consolidata, presso i Membri della Corte, tenere una riunione annuale con le relative controparti della Commissione. Queste riunioni offrono l’opportunità di fare un bilancio della situazione e di riflettere su come migliorare ulteriormente la cooperazione.
I Membri della Corte e il collegio dei Commissari, giugno 2019.
Nel giugno 2019, la tradizione è stata rispettata quando il Presidente
Banca centrale europea
Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza,
Banca centrale europea, Alex Brenninkmeijer, Membro
della Corte dei conti europea, Klaus-Heiner Lehne,
Presidente della Corte dei conti europea, ottobre 2019.
Nell’ottobre 2019, la Corte ha firmato un memorandum d’intesa con la Banca centrale europea che definisce le modalità concrete per la condivisione, con gli auditor della Corte, di informazioni sulle attività di vigilanza della Banca centrale europea.
Cooperazione con le istituzioni superiori di controllo (ISC)
Comitato di contatto delle ISC dell’UE
in Polonia
La cooperazione della Corte con le ISC dell’UE si svolge principalmente nel quadro del Comitato di contatto dei presidenti di queste ultime. Questa rete di ISC dell’UE consente alla Corte di promuovere il lavoro di audit esterno indipendente nell’UE e nei suoi Stati membri.
Nel giugno 2019, la Corte ha partecipato alla riunione annuale che è stata ospitata e presieduta dalla ISC polacca. Al centro del dibattito, le sfide e le opportunità dell’Europa digitale per le ISC dell’UE.
Nella riunione, come avviene ogni tre anni, la Corte ha assunto la presidenza del Comitato di contatto.
Riunione del comitato di contatto; Varsavia, giugno 2019.
Nel gennaio 2019, la Corte ha lanciato un portale online sull’audit del settore pubblico nell’Unione europea. Il portale fornisce informazioni su mandato, status, organizzazione, attività e prodotti delle istituzioni superiori di controllo dell’UE e dei suoi Stati membri.
Nel dicembre 2019 la Corte ha pubblicato, per conto del Comitato di contatto, il secondo numero del Compendio di audit sulle modalità con cui l’Unione europea esamina la sanità pubblica.
Il Compendio fornisce informazioni sul contesto in cui opera la sanità pubblica, sulla sua base giuridica, sui principali obiettivi e sulle relative competenze a livello di Stati membri e dell’UE, e illustra le principali sfide che l’UE e i suoi Stati membri stanno affrontando in questo campo, sulla base delle risultanze degli audit recentemente espletati dalla Corte e dalle ISC di 23 Stati membri dell’UE.
Nel 2019, la Corte ha iniziato a preparare il terzo numero del Compendio di audit che sarà pubblicato nel 2020 e riguarderà la cibersicurezza.
INTOSAI
Durante il 2019, la Corte ha continuato a partecipare in maniera costruttiva alle attività dell’Organizzazione internazionale delle istituzioni superiori di controllo (INTOSAI), in primo luogo in qualità di vicepresidente del Comitato delle norme professionali (Professional Standards Committee, PSC), carica che ricopre dal dicembre 2016, e di membro dei relativi sottocomitati per l’audit finanziario e la contabilità, l’audit di conformità e il controllo di gestione.
Ha inoltre partecipato alle attività e ai progetti di altri gruppi di lavoro dell’INTOSAI, concernenti in particolare l’audit ambientale, i big data, la modernizzazione finanziaria e la riforma normativa, nonché la valutazione delle politiche e dei programmi pubblici. La Corte partecipa anche alla task force sulla professionalizzazione degli auditor dell’INTOSAI (TFIAP), alla Development Initiative dell’INTOSAI (IDI) e al progetto di revisione dell’ISSAI 200 del Financial Audit and Accounting Subcommittee (FAAS).
La Corte ha poi partecipato al XXIII Congresso dell’INTOSAI (INCOSAI) svoltosi a Mosca nel settembre 2019. Durante la conferenza sono stati ampiamente discussi due temi principali: le tecnologie dell’informazione per lo sviluppo della pubblica amministrazione e il contributo delle ISC alle priorità e alle finalità nazionali.
EUROSAI
La Corte ha partecipato attivamente anche ai lavori dell’Organizzazione europea delle istituzioni superiori di controllo (EUROSAI), il gruppo regionale europeo dell’INTOSAI, specie nell’ambito dei gruppi di lavoro sull’audit ambientale, sulle tecnologie dell’informazione e sull’audit dei fondi stanziati a seguito di catastrofi e calamità, nonché della sua task force su audit ed etica.
Ha partecipato anche a diversi workshop e seminari e contribuito alla pubblicazione di una relazione congiunta sulla qualità dell’aria, assieme ad altre 14 ISC europee.
Nell’ottobre 2019 ha organizzato la 17a riunione annuale del gruppo di lavoro dell’EUROSAI sull’audit ambientale, nonché una Conferenza congiunta sulla biodiversità.
Infine, ha assistito alla terza conferenza congiunta EUROSAI-ASOSAI su problematiche emergenti e situazioni di emergenza svoltasi nel marzo 2019 in Israele e al primo seminario congiunto EUROSAI-AFROSAI, ospitato dalla ISC portoghese nel novembre 2019 a Lisbona.
Riunione annuale EUROSAI WGEA, ottobre 2019.
ISC dei paesi candidati e potenziali candidati all’adesione all’UE
La Corte sostiene anche le ISC dei paesi candidati e potenziali candidati all’adesione all’UE (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo*, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia), principalmente tramite una rete simile al Comitato di contatto e grazie al sostegno fornito alle attività coordinate dall’OCSE.
Nel 2019, hanno partecipato al programma di tirocinio della Corte dieci auditor provenienti dalle ISC della rete.
La Corte ha inoltre contribuito attivamente alle riunioni e alle attività della rete, su tematiche quali le pratiche di rendicontazione che aumentano l’impatto e l’audit digitale.
Valutazioni inter pares (peer reviews) di altre ISC dell’UE
Una valutazione inter pares è una valutazione esterna e indipendente condotta su uno o più elementi dell’organizzazione e/o del funzionamento di una ISC da parte di un’équipe di professionisti di pari livello provenienti da una o più ISC. Non si tratta di un audit bensì di una valutazione e di una consulenza fornita volontariamente da pari.
Riunione concernente la valutazione inter pares,
Vilnius, giugno 2019.
Nel 2019, un’équipe per la valutazione inter pares guidata dal Segretario generale della Corte ha svolto una valutazione inter pares dell’ISC lituana, assieme alle ISC di Polonia e Regno Unito. Il principale obiettivo consisteva nel valutare se le pratiche di audit della ISC lituana fossero conformi ai princìpi internazionali di audit. La relazione finale è stata presentata, nel dicembre 2019, al parlamento lituano (il Seimas).
* Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
Il corpo direttivo della Corte
I Membri
La Corte dei conti europea è un organo collegiale composto di un Membro per ogni Stato membro. Previa consultazione del Parlamento europeo, il Consiglio designa i singoli Membri, precedentemente nominati dai rispettivi governi nazionali. La Corte non ha alcun ruolo nel processo di nomina o designazione dei Membri.
I Membri della Corte hanno un mandato di sei anni, rinnovabile. Essi esercitano le loro funzioni in piena indipendenza e nell’interesse generale dell’Unione europea. Al momento della loro entrata in carica, prestano solenne giuramento dinnanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Riunione del collegio dei Membri della Corte, 18 luglio 2019, Lussemburgo.
Nel 2019 il Consiglio ha nominato quattro nuovi Membri della Corte: Viorel Ștefan (Romania) a decorrere dal 1° luglio 2019 e Ivana Maletić (Croazia) a decorrere dal 15 luglio 2019, Joëlle Elvinger (Lussemburgo) e François-Roger Cazala (Francia) a decorrere dal 1° gennaio 2020. Il Consiglio ha anche rinnovato il mandato di tre Membri in carica: Alex Brenninkmeijer (Paesi Bassi), Nikolaos Milionis (Grecia) e Klaus-Heiner Lehne (Germania).
Phil Wynn Owen (Regno Unito) è stato Membro della Corte fino al 31 gennaio 2020.
A marzo 2020, successivamente alla nomina nel dicembre 2019 di Janusz Wojciechowski in qualità di Commissario europeo, non è stato ancora nominato e designato un Membro polacco.
Il collegio dei Membri della Corte si è riunito 21 volte nel 2019 (nel 2018 18 volte).
Presidente
Il Presidente è responsabile della strategia dell’istituzione, della pianificazione e della gestione della performance, della comunicazione e dei rapporti con i media, delle relazioni istituzionali, delle questioni giuridiche e dell’audit interno. Inoltre rappresenta l’istituzione nelle sue relazioni esterne.
I Membri eleggono al loro interno un Presidente per un periodo di tre anni rinnovabile, il quale (o la quale) assume il ruolo di primus inter pares.
Klaus-Heiner Lehne è stato eletto Presidente nel settembre 2016 e rieletto nel settembre 2019.
Presidente e Membri
Nota: situazione al marzo 2020.
Le Sezioni di audit e i comitati
I Membri sono assegnati ad una delle cinque Sezioni di audit della Corte, le quali preparano e adottano la maggior parte delle relazioni di audit, delle analisi e dei pareri.
A capo di ciascuna Sezione vi è un Decano, eletto fra e dai Membri della Sezione stessa. A dicembre 2019, i decani delle cinque Sezioni di audit erano Nikolaos Milionis, Iliana Ivanova, Bettina Jakobsen, Alex Brenninkmeijer e Lazaros S. Lazarou. Membro responsabile per il controllo della qualità dell’audit (fino alla scadenza del mandato nel dicembre 2019), Danièle Lamarque ha presieduto l’apposito comitato.
Le Sezioni ripartiscono fra i propri Membri i compiti ad esse assegnati. Ciascun Membro risponde alla propria Sezione, e alla Corte, dei compiti di audit svolti ed è assistito dal proprio Gabinetto. Il lavoro di audit è svolto da auditor professionisti che lavorano presso le direzioni delle Sezioni di audit.
Oltre al ruolo svolto nelle Sezioni di audit, alcuni Membri hanno assunto ruoli supplementari: Oscar Herics ha presieduto il comitato etico, Samo Jereb il comitato di audit, Eva Lindström il comitato di orientamento digitale e João Figueiredo il comitato consultivo in materia di strategia e prospettiva. Rimantas Šadžius è stato il Membro per le relazioni istituzionali.
Le decisioni relative a questioni strategiche e amministrative di più ampia portata spettano al comitato amministrativo e, ove opportuno, al collegio dei Membri, entrambi presieduti dal Presidente.
L’alta dirigenza della Corte è costituita dal Segretario generale e dai direttori. In totale vi sono dieci direzioni: cinque di esse fanno capo alle Sezioni di audit, una al comitato per il controllo della qualità dell’audit, una al Presidente e tre al Segretario generale.
Alti dirigenti della Corte
Nota: situazione al marzo 2020.
Misurazione della performance
La Corte applica indicatori chiave di performance (ICP) per informare la dirigenza dei progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi strategici della Corte, per sostenere il processo decisionale e fornire agli interlocutori istituzionali della Corte informazioni sulla performance del suo operato. Gli ICP offrono un’ampia panoramica della performance dell’istituzione in termini di presentazione del suo operato, nonché di impatto e percezione connessi.
conformemente alle previsioni
La Corte monitora il numero e la tempistica delle relazioni pubblicate nell’arco dell’anno. Tali dati danno un’indicazione dell’esattezza della pianificazione.
Nel 2019 sono state pubblicate 36 relazioni: 25 relazioni speciali e 11 analisi. Ciò corrisponde al numero di pubblicazioni previste nel programma di lavoro.
Numero di relazioni speciali e di analisi pubblicate
Sono state inoltre pubblicate sei relazioni annuali, tre pareri, 18 rassegne preliminari all’audit e altre quattro pubblicazioni. Nell’insieme, la Corte ha prodotto 67 pubblicazioni nel corso dell’anno.
Presenza nei media
da parte dei social media
La Corte monitora la copertura mediatica riservata al suo operato e all’istituzione in quanto tale, copertura che può variare considerevolmente a seconda dell’oggetto e della complessità di una relazione. Al contempo, l’interesse dei media per le pubblicazioni della Corte può essere fortemente influenzato da fattori esterni. Se ad esempio la data di pubblicazione di una relazione coincide con un importante evento o sviluppo strategico, l’interesse del pubblico per il tema trattato può crescere notevolmente.
Nel 2019 sono stati registrati in totale più di 50 000 articoli online gratuiti e messaggi postati sui social media.
Nel corso dell’anno si è osservato un aumento considerevole dei messaggi postati sui social media della Corte, determinato anche da un maggior ricorso a questi canali di comunicazione.
Nel 2019 la Corte ha intensificato i propri contatti con la stampa e con i media. A tal fine:
- ha pubblicato 61 comunicati stampa in 23 lingue dell’UE (2018: 76), nonché una serie di note informative e annunci per i media in talune lingue;
- ha tenuto 25 briefing per la stampa a Bruxelles (2018: 20), compresi briefing sulla relazione annuale dedicati alla stampa settoriale e nazionale. Questi briefing si svolgono in genere a Bruxelles.
La Corte ha inoltre ricevuto la visita di giornalisti accreditati a Bruxelles e negli Stati membri e ha fornito diversi briefing su relazioni selezionate per i portatori di interessi di vari settori, ONG e think-tank.
Visita presso la Corte di giornalisti provenienti dagli Stati membri, novembre 2019, Lussemburgo.
del sito internet della Corte
Nel 2019, il sito internet della Corte ha superato, per la prima volta, un milione di visite, per un totale di circa 511 000 singoli visitatori.
dei social media
Nel corso dell’anno, si è registrato un aumento dell’esposizione e dell’impegno della Corte sui social media (specie su Facebook, Twitter e LinkedIn), divenuti una parte indispensabile del suo lavoro di comunicazione e un mezzo per interagire direttamente con i cittadini.
Alla fine del 2019, i suoi tre account nei social media hanno attratto circa 29 500 follower (circa 22 500 nel 2018).
Il lavoro della Corte: impatto e percezione
interpellati considera utili
le relazioni di audit della Corte
La Corte valuta l’impatto e l’utilità probabili del proprio lavoro, quali percepiti dai suoi interlocutori presso il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione, le agenzie dell’UE, le rappresentanze permanenti degli Stati membri, le agenzie degli Stati membri, le ISC, le ONG, il mondo accademico, i media e altre parti interessate.
Dal 2018 la Corte chiede ai suoi interlocutori di fornire un feedback su un campione di relazioni speciali e di analisi, nonché sulla relazione annuale, tramite questionari elettronici anonimizzati. I questionari permettono agli interlocutori suddetti di esprimere anche un giudizio qualitativo sulle relazioni e di formulare suggerimenti di carattere generale per il lavoro della Corte.
Nel 2019, l’88 % di coloro che hanno risposto riteneva le relazioni della Corte utili per il proprio lavoro, mentre l’81 % ne riconosceva l’impatto. Il risultato è quindi simile a quello dell’anno scorso.
Seguito dato alle raccomandazioni della Corte
delle Corte sono state attuate
La Corte misura l’attuazione delle proprie raccomandazioni basandosi sulla verifica, da parte degli auditor, del seguito che vi è stato dato. Per il 2019, sono state analizzate le raccomandazioni espresse nella relazione annuale sull’esercizio 2015 e nelle relazioni speciali dello stesso anno.
Dall’analisi risulta che il 96 % delle raccomandazioni formulate dalla Corte nella relazione annuale sull’esercizio 2015 e il 94 % delle raccomandazioni espresse nelle relazioni speciali pubblicate nel 2015 erano state interamente attuate o lo erano state per la maggior parte degli aspetti o (almeno) per alcuni di essi.
Il personale della Corte
Ripartizione degli effettivi
Alla fine del 2019, la tabella dell’organico della Corte contava 853 posti permanenti e temporanei (2018: 853 posti), di cui 534 nelle Sezioni di audit, compresi 118 posti nei Gabinetti dei Membri.
Alla fine dell’esercizio il personale della Corte comprendeva anche 75 agenti contrattuali e 16 esperti nazionali distaccati (nel 2018 queste categorie comprendevano, rispettivamente,76 e 15 effettivi).
Assunzione del personale
Per quanto riguarda le assunzioni, la politica della Corte segue i princìpi generali e il regime delle istituzioni dell’UE; il suo personale possiede un’ampia gamma di esperienze accademiche e professionali.
Nel 2019, sono state assunte 77 persone (2018: 79): 17 funzionari, 33 agenti temporanei, 21 agenti contrattuali e sei esperti nazionali distaccati.
Sono stati offerti anche 55 tirocini (2018: 60) a laureati, per una durata variabile compresa fra i tre e i cinque mesi.
Fasce d’età
Quasi tre quarti (74 %) del personale in servizio attivo alla fine del 2019 aveva un’età compresa fra i 40 e i 59 anni.
Più della metà dei direttori e dei primi manager, ha un’età pari o superiore a 50 anni. Ciò porterà ad un rinnovo dei dirigenti nei prossimi 5-10 anni, in occasione del loro pensionamento.
Pari opportunità
La Corte offre pari opportunità di carriera al proprio personale, a tutti i livelli dell’organizzazione. La politica delle pari opportunità applicata dalla Corte per il periodo 2018‑2020 affronta anche le questioni età e disabilità. Nel complesso, vi è una proporzione uguale di donne e uomini nell’organico complessivo dell’istituzione.
La Corte conferma il proprio impegno a migliorare l’equilibrio di genere a livello manageriale. Nel 2019, circa un terzo dei direttori e dei primi manager erano donne.
L’obbligo di rendiconto
Informazioni finanziarie
La Corte dei conti europea è finanziata dalla linea del bilancio generale dell’UE concernente le spese amministrative.
Nel 2019 il bilancio della Corte è ammontato a quasi 147 milioni di euro, il 98 % dei quali è stato utilizzato nel corso dell’esercizio.
Tale importo è inferiore allo 0,1 % della spesa totale dell’UE e pari a circa l’1,5 % della spesa amministrativa totale dell’UE.
Esecuzione del bilancio 2019
| ESERCIZIO FINANZIARIO 2019 | Stanziamenti definitivi | Impegni | Utilizzo (%) | Pagamenti |
|---|---|---|---|---|
| Titolo 1: Persone appartenenti all’istituzione | (migliaia di euro) | |||
| 10 – Membri dell’istituzione | 11 324 | 11 004 | 97 % | 10 963 |
| 12 – Funzionari e agenti temporanei | 107 367 | 106 434 | 99 % | 106 434 |
| 14 – Altro personale e prestazioni esterne | 6 683 | 6 407 | 96 % | 6 272 |
| 162 – Missioni | 3 200 | 2 700 | 84 % | 2 457 |
| 161 + 163 + 165 – Altre spese relative alle persone appartenenti all’istituzione | 3 089 | 3 008 | 97 % | 2 201 |
| Totale parziale Titolo 1 | 131 663 | 129 553 | 98 % | 128 327 |
| Titolo 2: Immobili, mobilio, impianti e apparecchiature e spese varie di funzionamento | ||||
| 20 – Immobili | 3 526 | 3 523 | 99 % | 1 965 |
| 210 – Informatica e telecomunicazioni | 8 085 | 8 085 | 100 % | 5 138 |
| 212 + 214 + 216 – Beni mobili e spese associate | 976 | 880 | 90 % | 769 |
| 23 – Spese amministrative correnti | 424 | 339 | 80 % | 272 |
| 25 – Riunioni e conferenze | 620 | 487 | 78 % | 302 |
| 27 – Informazione e pubblicazioni | 1 596 | 1 448 | 90 % | 1 027 |
| Totale parziale Titolo 2 | 15 227 | 14 762 | 97 % | 9 473 |
| Totale Corte dei conti europea | 146 890 | 144 315 | 98 % | 137 800 |
Bilancio 2020
Il bilancio 2020 registra un incremento del 4,3 % rispetto al bilancio 2019.
| BILANCIO | 2020 | 2019 |
|---|---|---|
| Titolo 1: Persone appartenenti all’istituzione | (migliaia di euro) | |
| 10 – Membri dell’istituzione | 11 751 | 11 474 |
| 12 – Funzionari e agenti temporanei | 111 860 | 107 666 |
| 14 – Altro personale e prestazioni esterne | 7 403 | 6 381 |
| 162 – Missioni | 3 370 | 3 450 |
| 161 + 163 + 165 – Altre spese relative alle persone appartenenti all’istituzione | 2 945 | 3 098 |
| Totale parziale Titolo 1 | 137 329 | 132 069 |
| Titolo 2: Immobili, mobilio, impianti e apparecchiature e spese varie di funzionamento | ||
| 20 – Immobili | 3 255 | 2 984 |
| 210 – Informatica e telecomunicazioni | 7 718 | 7 605 |
| 212 + 214 + 216 – Beni mobili e spese associate | 963 | 998 |
| 23 – Spese amministrative correnti | 563 | 548 |
| 25 – Riunioni e conferenze | 696 | 700 |
| 27 – Informazione e pubblicazioni | 2 613 | 1 986 |
| Totale parziale Titolo 2 | 15 808 | 14 821 |
| Totale Corte dei conti europea | 153 137 | 146 890 |
Audit interno ed esterno
Audit interno
Il servizio di audit interno (IAS) della Corte consiglia l’istituzione in merito alle modalità di gestione dei rischi. Fornisce garanzie indipendenti e obiettive nonché servizi di consulenza concepiti per produrre valore aggiunto e migliorare il funzionamento dell’istituzione. Lo IAS riferisce al comitato di audit interno composto di tre Membri della Corte e di un esperto esterno. Il comitato monitora regolarmente l’avanzamento dei vari compiti stabiliti nel programma di lavoro annuale dello IAS e ne assicura l’indipendenza.
Nel 2019, lo IAS ha completato tre compiti selezionati: “Rischi e sfide cui è confrontato il comitato per il controllo della qualità dell’audit”, “Spese di viaggio dei Membri e dei funzionari di grado elevato, spese di rappresentanza dei Membri e uso del parco autovetture della Corte” e “Attività di formazione professionale della Corte”.
Lo IAS ha rivisto anche la politica di gestione dei rischi della Corte e tre dichiarazioni annuali rilasciate da ordinatori subdelegati. Ha inoltre monitorato l’attuazione delle raccomandazioni da esso precedentemente formulate, assicurandosi che fossero stati posti in atto i piani d’azione concordati, e ha fornito consulenza sul nuovo quadro di controllo interno della Corte.
L’auditor interno non ha rilevato carenze tali, per natura o entità, da rimettere seriamente in discussione l’affidabilità generale dei sistemi di controllo interni posti in essere dall’ordinatore delegato per assicurare la legittimità e la regolarità delle operazioni finanziarie della Corte nel 2019.
Audit esterno
I conti annuali della Corte sono controllati da un revisore esterno indipendente. Si tratta di un aspetto importante, in quanto dimostra che la Corte applica nei propri confronti gli stessi princìpi di trasparenza ed obbligo di rendiconto applicati nei confronti delle entità controllate.
La relazione del revisore esterno – PricewaterhouseCoopers S.à.r.l. – sui conti della Corte per l’esercizio finanziario 2018 è stata pubblicata il 4 aprile 2019.
I giudizi del revisore esterno della Corte — esercizio finanziario 2018
Per quanto riguarda i rendiconti finanziari della Corte:
“A nostro giudizio, i rendiconti finanziari forniscono un’immagine fedele e veritiera della situazione finanziaria della Corte dei conti europea (‘la Corte’) al 31 dicembre 2018, nonché dei risultati delle sue operazioni, dei flussi di cassa e delle variazioni dell’attivo netto per l’esercizio chiuso in tale data, conformemente al regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio (GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1) e le successive modifiche, di seguito denominato ‘il regolamento finanziario’; ed al regolamento delegato (UE) n. 1268/2012 della Commissione, del 29 ottobre 2012 (GU L 362 del 31.12.2012, pag. 1), recante le modalità di applicazione del suddetto regolamento finanziario e le successive modifiche.”
Per quanto riguarda l’uso delle risorse e le procedure di controllo da parte della Corte:
“Basandoci sul lavoro descritto nella presente relazione, non abbiamo rilevato nulla che ci induca a credere che, sotto tutti gli aspetti rilevanti e sulla base dei criteri sopra descritti:
- le risorse assegnate alla Corte non siano state utilizzate per le finalità previste;
- le procedure di controllo poste in essere non forniscano le garanzie necessarie ad assicurare la conformità delle operazioni finanziarie alle norme applicabili”.
l’esercizio finanziario 2017
Come tutte le altre istituzioni dell’UE, anche la Corte è soggetta alla procedura di discarico.
Nel marzo 2019, il Parlamento europeo ha concesso al Segretario generale della Corte il discarico per l’esecuzione del bilancio concernente l’esercizio finanziario 2017, segno che i conti relativi al 2017 erano chiusi e approvati.
Come ogni anno, la Corte, dopo aver analizzato attentamente tutte le questioni sollevate durante la procedura di discarico circa le proprie responsabilità di audit e di gestione, ha adottato misure appropriate e ha riferito in maniera dettagliata al Parlamento europeo sul seguito dato.
del quadro etico della Corte
Infine, nel 2019 il quadro etico della Corte è stato oggetto di una valutazione esterna da parte delle ISC di Polonia e Croazia. La relazione è stata pubblicata nel gennaio 2020.
Dichiarazione dell’ordinatore delegato
Dichiarazione dell’ordinatore delegato in conformità dell’articolo 74, paragrafo 9, del regolamento finanziario
Il sottoscritto, Segretario generale della Corte dei conti europea, in qualità di ordinatore delegato, con la presente dichiara:
- che le informazioni contenute nella presente relazione, nonché le ulteriori informazioni interne sull’esercizio delle proprie funzioni, che rivestano un carattere finanziario e di gestione, comprese le risultanze dei controlli, sono veritiere ed esatte e
- di aver ottenuto ragionevole garanzia che:
- le risorse assegnate alle attività descritte nella presente relazione sono state utilizzate per le finalità previste e conformemente ai princìpi della sana gestione finanziaria;
- le procedure di controllo poste in essere forniscono le necessarie garanzie riguardo alla legittimità e regolarità delle operazioni su cui sono basati i conti e consentono un adeguato intervento in caso di segnalazioni di frode o di presunta frode; e che
- i costi e i benefici dei controlli sono proporzionati.
Detta garanzia si basa sul giudizio del sottoscritto e sulle informazioni a sua disposizione, quali le relazioni e le dichiarazioni degli ordinatori sottodelegati, le relazioni dell’auditor interno, nonché le relazioni del revisore esterno per gli esercizi finanziari precedenti.
Il sottoscritto conferma di non essere a conoscenza di elementi non riportati nella presente relazione che potrebbero essere lesivi degli interessi dell’istituzione.
Fatto a Lussemburgo, il 26 marzo 2020

Eduardo Ruiz García
Segretario generale
Per contattare la Corte
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Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2020
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