Premessa
Il 2022 è stato un anno di svolta per l’Europa. È stato l’anno in cui la Russia ha brutalmente invaso l’Ucraina, ma anche l’anno in cui gli ucraini hanno reagito all’aggressione diventando una fonte d’ispirazione per l’intero continente con il loro coraggio. È stato l’anno in cui i cittadini europei hanno accolto milioni di rifugiati ucraini in fuga dalla guerra nelle loro case, nelle loro scuole e nei loro cuori. È stato l’anno in cui la nostra Unione ha sostenuto con forza e coesione i nostri valori europei: la libertà e la dignità umana, che non hanno prezzo, e la democrazia e la pace, che devono essere difese.
Sappiamo che i fatti contano più delle parole. Quando i carri armati russi hanno attraversato il confine con l’Ucraina, abbiamo agito immediatamente, con unità, forza e determinazione. L’UE e i suoi partner hanno imposto sanzioni senza precedenti alla Russia e ai complici della sua guerra imperialista. La nostra intera Unione ha dimostrato solidarietà nei confronti dell’Ucraina, fornendo sostegno umanitario, finanziario e militare. Gli Stati membri confinanti hanno aperto le frontiere agli ucraini in fuga dalla guerra e hanno offerto loro alloggio, assistenza medica e la possibilità di lavorare, e ai loro figli un banco nelle loro aule. L’UE ha preso la decisione storica di concedere all’Ucraina lo status di paese candidato all’adesione. Oggi, ancora una volta, l’Europa significa il futuro.
Lo scorso anno l’UE ha dimostrato quanto siano grandi le sfide che possiamo superare agendo insieme con ambizione. La Russia ha iniziato una guerra non solo contro l’Ucraina, ma anche contro l’energia e l’economia dell’Europa. Grazie a REPowerEU puntiamo a porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi in tempi record. Nei primi otto mesi di guerra siamo riusciti a sostituire oltre l’80 % del gas da gasdotto russo, abbiamo riempito i nostri impianti di stoccaggio del gas a livelli record (oltre il 95 % in novembre), abbiamo ridotto il nostro consumo di gas del 20 % tra agosto e novembre (rispetto ai cinque anni precedenti) e aumentato la diffusione delle energie rinnovabili di oltre il 40 %. Anche in tempi di crisi, l’UE ha sostenuto con fermezza i suoi obiettivi in materia di clima. Abbiamo agito più rapidamente e con maggiore impegno per mantenere la promessa di lasciare un’Europa migliore alla prossima generazione.
Nel 2022 il nostro piano per la ripresa NextGenerationEU ha inoltre iniziato a finanziare progetti verdi e digitali sul terreno, dall’eolico offshore ai treni elettrici, dai servizi pubblici digitali agli ospedali efficienti sotto il profilo energetico. Per sfruttare questa dinamica e il successo dell’Anno europeo dei giovani, abbiamo proclamato il 2023 Anno europeo delle competenze. Stiamo riunendo lavoratori, industria, parti sociali, erogatori di formazione e autorità nazionali, regionali e locali per dare priorità all’istruzione, alla formazione professionale, alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze. Dobbiamo ridurre la disoccupazione giovanile e adoperarci affinché più donne possano entrare nel mercato del lavoro, perché dobbiamo sfruttare al meglio il potenziale dell’Europa. Sono infatti le persone e le loro competenze a guidare un cambiamento positivo.
Nell’anno a venire continueremo a rendere le nostre democrazie e le nostre economie più resilienti, le nostre industrie più competitive, le nostre società più eque e i nostri partenariati con il resto del mondo più forti. Vi invito a leggere le pagine seguenti, che illustrano tutti i progressi compiuti dall’Unione nel 2022.
Viva l’Europa!
Ursula von der Leyen
1. Risposta dell’UE alla guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina
Introduzione
Nel 2022, proprio mentre l’economia mondiale stava iniziando a riprendersi dalla pandemia di COVID-19, il mondo ha dovuto affrontare una nuova crisi geopolitica. Il 24 febbraio 2022, a quasi otto anni dall’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli, la Russia ha scatenato una guerra di aggressione contro l’Ucraina, una guerra devastante per il popolo ucraino, con un tragico bilancio in termini di perdita di vite umane e distruzione, che continua ad aggravarsi. Oltre a creare una crisi umanitaria senza precedenti, le azioni della Russia hanno anche innescato la peggiore crisi energetica in Europa dagli anni settanta, che ha a sua volta determinato un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in tutto il mondo, aggravando ulteriormente l’insicurezza alimentare mondiale.
La risposta dell’Unione europea è stata unita, determinata e immediata. I 27 Stati membri e i loro partner in tutto il mondo hanno condannato la guerra di aggressione non provocata e ingiustificata, agendo rapidamente e con determinazione per isolare economicamente la Russia e ostacolare la sua capacità di finanziare la guerra attraverso sanzioni severe.
Dimostrando il suo fermo sostegno all’Ucraina, l’UE ha intensificato l’erogazione di sostegno politico, umanitario e finanziario al paese. Ha inoltre adottato, per la prima volta in assoluto, una misura eccezionale quale l’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea per fornire protezione immediata ai milioni di ucraini costretti a fuggire dalle loro case.
Nel contempo, l’UE ha mobilitato tutti i suoi mezzi per sostenere gli Stati membri nella loro risposta alle conseguenze della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e al massiccio afflusso di rifugiati verso i paesi vicini.
La guerra di aggressione della Russia ha anche innescato cambiamenti nell’assetto di sicurezza europeo. A marzo l’UE ha adottato la bussola strategica per rafforzare la sua posizione in materia di sicurezza e difesa entro il 2030 (cfr. capitolo 8).
La Commissione europea ha inoltre elaborato un piano innovativo, REPowerEU, per contribuire a porre fine alla dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi (cfr. capitolo 2).
A seguito della storica decisione del Consiglio europeo del giugno 2022, l’UE ha concesso all’Ucraina lo status di paese candidato (cfr. capitolo 8).
Solidarietà con l’Ucraina
Una risposta immediata e unita
La reazione dell’UE alla guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina è stata rapida. Sostenuta da un’autentica solidarietà tra l’UE e i suoi Stati membri, nel 2022 l’UE ha adottato oltre 200 misure in risposta all’invasione e ha seguito tre percorsi: isolare la Russia e chiamarla a rispondere della guerra di aggressione, dell’invasione e delle violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi i crimini di guerra; imporre una serie senza precedenti di sanzioni concepite per produrre gravi conseguenze sull’economia russa e ostacolare la capacità della Russia di proseguire la guerra di aggressione; fornire un ampio sostegno all’Ucraina. L’UE ha inoltre smesso di dialogare con le autorità russe, continuando nel contempo a fornire sostegno alla società civile, ai difensori dei diritti umani e ai media indipendenti.
Ad aprile il mondo si è unito nella solidarietà e ha raccolto 9,1 miliardi di euro per le persone in fuga dall’invasione russa, di cui un miliardo di euro proveniente dal bilancio dell’UE e un miliardo di euro dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. L’evento di raccolta fondi e la campagna «Stand up for Ukraine» sono stati lanciati dalla Commissione europea e dal governo canadese, in partenariato con l’organizzazione internazionale di sensibilizzazione Global Citizen, in risposta a un appello del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. In riconoscimento della generosità del popolo polacco nei confronti dei rifugiati, l’evento si è tenuto a Varsavia, Polonia, con la partecipazione del presidente polacco Andrzej Duda.
Nell’approccio «Team Europa», alla fine del 2022 l’UE, i suoi Stati membri e gli istituti finanziari avevano mobilitato insieme quasi 50 miliardi di euro di sostegno generale a favore dell’Ucraina, in una chiara espressione della continua solidarietà dell’UE nei confronti del popolo ucraino. Ciò comprende un pacchetto di sostegno senza precedenti, per un importo massimo di 18 miliardi di euro sotto forma di prestiti agevolati, per i quali la Commissione, per conto dell’UE, prende in prestito i fondi sui mercati internazionali dei capitali e li versa in rate regolari nel 2023.
Grazie a tale assistenza finanziaria, l’Ucraina sarà in grado di far fronte alle sue pressanti esigenze di finanziamento a breve termine e di mantenere le funzioni essenziali dello Stato, garantire la stabilità macroeconomica e ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dalla guerra di aggressione della Russia. Tale sostegno dovrebbe essere integrato da quello di altri partner internazionali per garantire che sia colmato l’intero deficit di finanziamento dell’Ucraina.
Sostegno complessivo all’Ucraina mobilitato nel 2022
- 19,7 miliardi di euro in assistenza finanziaria, sostegno al bilancio e aiuti umanitari, a titolo del bilancio dell’UE e versati direttamente dagli Stati membri
- 18 miliardi di euro in un pacchetto a sostegno dell’economia ucraina
- 3,1 miliardi di euro in assistenza militare nell’ambito dello strumento europeo per la pace e circa 7 miliardi di euro versati direttamente dagli Stati membri dell’UE
(*) Lo strumento europeo per la pace e il sostegno diretto degli Stati membri non fanno parte del bilancio dell’UE
Principali misure del 2022 per aiutare le imprese e i cittadini ucraini a beneficiare del mercato unico dell’UE
I corridoi di solidarietà UE-Ucraina hanno fornito nuove rotte logistiche per collegare l’Ucraina ai partner commerciali mondiali attraverso il trasporto ferroviario, su strada e per vie navigabili interne. I corridoi si sono convertiti in un’ancora di salvezza per l’economia ucraina, consentendo di apportare alle imprese e agli agricoltori ucraini oltre 15 miliardi di euro di entrate quanto mai necessarie e aiutando il paese a esportare i propri beni, soprattutto i cereali, per garantire la sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo (cfr. capitolo 8). I corridoi hanno inoltre consentito all’Ucraina di importare ciò di cui ha bisogno — dagli aiuti umanitari ai mangimi per gli animali e ai fertilizzanti.
La piattaforma per la resilienza delle catene di approvvigionamento e la piattaforma di incontro per le imprese dei corridoi di solidarietà UE-Ucraina hanno aiutato le imprese ucraine ed europee a gestire le perturbazioni delle catene di approvvigionamento internazionali e a trovare soluzioni per l’esportazione dei prodotti agricoli dall’Ucraina.
I corridoi di trasporto europei sono stati ampliati per includere la Moldova e l’Ucraina e migliorare i collegamenti di trasporto con l’UE. Entrambi i paesi avranno accesso al meccanismo per collegare l’Europa, che può essere utilizzato per sostenere progetti transfrontalieri volti a eliminare le strozzature.
Gli accordi dell’UE con la Moldova e l’Ucraina contribuiranno inoltre ad agevolare il trasporto transfrontaliero di merci.
Nuove norme hanno garantito l’ingresso nell’UE di tutte le importazioni ucraine in esenzione da dazi e contingenti. Le restrizioni commerciali imposte all’Ucraina prima della guerra, quali le misure antidumping e di salvaguardia, sono state sospese.
Orientamenti comuni hanno consentito alle autorità degli Stati membri di garantire un riconoscimento rapido, equo e flessibile delle qualifiche professionali delle persone in fuga dall’Ucraina.
Nuove norme hanno consentito agli ucraini in fuga nell’UE di continuare a utilizzare la propria patente di guida ucraina nell’UE e hanno allentato i requisiti per i conducenti professionisti.
La Moldova e l’Ucraina sono state sincronizzate con la rete elettrica continentale europea. L’Ucraina beneficerà inoltre dell’acquisto congiunto a livello dell’UE di gas, gas naturale liquefatto e idrogeno (cfr. capitolo 2).
Gli operatori dell’UE e ucraini hanno offerto ai rifugiati chiamate telefoniche o navigazione su internet gratuiti o a prezzi accessibili, nonché carte SIM con servizi mobili gratuite agli ucraini in Europa.
L’UE ha mobilitato 25 milioni di euro per aumentare la resilienza informatica e digitale dell’Ucraina nell’ambito del pacchetto di emergenza da 330 milioni di euro.
Sanzioni UE
Da marzo 2014 l’UE ha imposto progressivamente sanzioni nei confronti della Russia, inizialmente in risposta all’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli e alla deliberata destabilizzazione dell’Ucraina.
Il 23 febbraio 2022 l’UE ha ampliato le sanzioni in risposta al riconoscimento formale da parte della Russia delle zone non controllate dal governo delle oblast ucraine di Donetsk e Luhansk e all’invio di forze armate russe in tali zone. Dopo il 24 febbraio, in risposta alla guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina e all’annessione illegale di altri quattro territori ucraini in seguito a «referendum» fittizi, l’UE ha imposto ulteriori sanzioni. Alla fine del 2022 i pacchetti di misure restrittive adottati erano in totale nove.
Oltre ad aumentare a più di 1 500 il numero totale di persone ed entità russe figuranti nell’elenco delle sanzioni, l’UE ha adottato misure senza precedenti riguardanti un’ampia gamma di settori economici, dal commercio, dai trasporti e dalla tecnologia all’energia, alla difesa e alla finanza. Ciò è stato fatto con l’obiettivo di far subire alla Russia gravi conseguenze per le sue azioni e di deteriorare nel tempo la sua capacità di proseguire l’aggressione. Ad esempio, l’UE ha limitato le esportazioni di tecnologie e beni chiave verso la Russia e ha vietato l’importazione di beni che generano entrate importanti per il paese.
I cittadini sostengono la risposta dell’UE alla guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina
Le misure adottate dall’UE in risposta alla guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina hanno ricevuto un forte sostegno tra i cittadini. Ad esempio, gli europei si sono espressi largamente a favore della fornitura di aiuti umanitari (88 %) e dell’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra (82 %). Al momento dell’indagine, 7 europei su 10 erano a favore dell’imposizione di sanzioni economiche nei confronti del governo russo, come pure di imprese e singoli individui (71 %), e dell’invio di sostegno finanziario all’Ucraina (70 %).
Fonte: Eurobarometro Flash 514, novembre 2022.
L’UE ha inoltre limitato l’accesso della Russia ai mercati dei capitali dell’UE, ad esempio imponendo il congelamento degli attivi e divieti di finanziamento a una serie di banche russe, escludendo alcune banche dalla rete SWIFT e riducendo l’accesso a infrastrutture fondamentali del mercato finanziario. Il divieto imposto alle operazioni con la Banca centrale russa implica che quest’ultima non può più accedere alle attività che detiene presso banche centrali e istituti privati nell’UE.
L’UE ha inoltre vietato ai media russi di proprietà dello Stato di trasmettere nell’UE per contrastare la diffusione della cattiva informazione e della disinformazione. L’UE ha inoltre chiuso il suo spazio aereo e i suoi porti rispettivamente agli aeromobili e alle navi russi e ha imposto un divieto agli operatori di trasporto su strada russi. Tra le altre misure figurano il divieto di importazione via mare di petrolio greggio dalla Russia, un massimale globale per il prezzo del petrolio concordato con i partner del G7 e un divieto di importazione di tutte le forme di carbone russo.
Le sanzioni imposte dall’UE e dai paesi di tutto il mondo hanno iniziato a indebolire la base economica della Russia, privandola di tecnologie e mercati critici e limitando la sua capacità di condurre la guerra. La futura crescita economica della Russia dovrebbe essere notevolmente più lenta rispetto ad altri mercati emergenti, economie in via di sviluppo ed economie avanzate.
Misure finanziarie
- Divieto di prestare servizi di messaggistica finanziaria (in particolare SWIFT) per dieci banche russe
- Restrizioni all’accesso della Russia ai mercati finanziari e dei capitali dell’UE
- Divieto di effettuare operazioni con la Banca centrale russa e la Banca di sviluppo regionale russa
- Divieto di fornire banconote denominate in euro alla Russia.
- Divieto di effettuare operazioni con entità statali russe
- Divieto di prestare servizi di rating del credito a entità russe
- Divieto di fornire cripto-portafogli
Nessuna delle sanzioni adottate dall’UE nei confronti della Russia riguardava gli scambi di prodotti agricoli e alimentari tra la Russia e i paesi terzi, né impediva la fornitura di attrezzature mediche o medicinali per la popolazione in generale.
Parallelamente è stato ampliato il regime di sanzioni dell’UE nei confronti della Bielorussia, in risposta al coinvolgimento del paese nella guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Si tratta di una serie di misure finanziarie, economiche e commerciali. Le sanzioni economiche nei confronti della Bielorussia hanno riguardato circa il 60 % di tutte le esportazioni bielorusse verso l’UE. Dall’entrata in vigore delle sanzioni, a marzo, fino alla fine del 2022, le esportazioni bielorusse verso l’UE sono diminuite del 65 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quattro banche bielorusse sono state escluse dal sistema SWIFT.
La Commissione europea ha istituito la task force «Freeze and Seize» per garantire l’efficace attuazione delle sanzioni dell’UE nei confronti di persone e società russe e bielorusse inserite nell’elenco e per individuare i possibili legami tra i loro beni e l’attività criminale. Alla fine del 2022 l’UE aveva congelato oltre 20 miliardi di euro di beni russi.
Misure diplomatiche
Sospensione delle disposizioni sulla facilitazione del rilascio dei visti per i diplomatici russi e altri funzionari e imprenditori russi
Restrizioni ai media
Sospensione delle trasmissioni nell’UE degli organi di informazione di proprietà dello Stato russo:
- Sputnik
- Russia Today
- RTR Planeta
- Russia 24
- TV Centre International
- NTV/NTV Mir
- Pervyi Kanal
- Rossiya 1
- REN TV
A novembre il Consiglio dell’Unione europea ha approvato l’ampliamento dell’elenco dei «reati riconosciuti dall’UE» di cui all’articolo 83, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea per inserirvi la violazione delle sanzioni dell’UE. In seguito a tale decisione, la Commissione ha proposto una direttiva relativa alla definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell’Unione.
Lotta alla disinformazione
Nel 2022 l’UE ha continuato a lavorare allo sviluppo di strumenti per imporre costi politici, economici e in termini di immagine ai responsabili di manipolazioni dannose delle informazioni e di ingerenze, compresi coloro che prendono di mira le elezioni e gli ambienti dei media aperti.
L’attività del servizio europeo per l’azione esterna ha compreso il monitoraggio, l’analisi e la denuncia della manipolazione delle informazioni e della disinformazione da parte del governo russo attraverso il rafforzamento della comunicazione e il sito web EUvsDisinfo.
L’UE ha potenziato il sostegno diretto agli sforzi di comunicazione strategica dell’Ucraina e ha collaborato strettamente con partner internazionali e che condividono gli stessi principi, in particolare nell’ambito del G7 e della NATO, per respingere la propaganda di guerra. La rete della Commissione contro la disinformazione ha monitorato e analizzato le narrazioni false e ha raccomandato azioni e controargomentazioni nelle relazioni settimanali preparate dalla Commissione.
L’UE collabora strettamente con le piattaforme online e altri portatori di interessi pertinenti per combattere la diffusione della disinformazione. Dal 2018 il codice di buone pratiche sulla disinformazione è uno strumento che consente ai pertinenti attori del settore di concordare norme di autoregolamentazione per combattere la disinformazione. Nel giugno 2022, 34 firmatari (le principali piattaforme online, quelle emergenti e specializzate, i soggetti interessati del settore pubblicitario, i verificatori di fatti e le organizzazioni di ricerca e della società civile) hanno sottoscritto una versione più rigorosa del codice. Il codice rivisto intende ridurre gli incentivi finanziari per coloro che diffondono disinformazione, garantire la trasparenza della pubblicità di natura politica e responsabilizzare la comunità dei verificatori di fatti.
Affrontare la crisi umanitaria
Dall’inizio della guerra di aggressione della Russia, le esigenze umanitarie in Ucraina hanno raggiunto livelli senza precedenti. Alla fine del 2022, oltre 13 milioni di persone nel paese avevano ricevuto assistenza umanitaria. Rispetto all’importo complessivo dell’assistenza finanziaria erogata all’Ucraina, il sostegno umanitario comprendeva 485 milioni di euro stanziati per programmi di aiuto umanitario a sostegno dei civili colpiti dal conflitto armato in Ucraina e 38 milioni di euro per la Moldova, anch’essa duramente colpita dalla guerra. Gli stanziamenti dell’UE per il sostegno umanitario hanno garantito l’accesso a beni e servizi di base, quali l’istruzione, l’assistenza sanitaria e i prodotti alimentari. Altri 200 milioni di euro sono stati stanziati per sostenere gli sfollati in Ucraina.
La prima priorità dell’UE è stata quella di proteggere i civili ucraini. In collaborazione con le autorità di protezione civile ucraine, la Commissione ha avviato l’operazione più grande e complessa mai realizzata dal meccanismo di protezione civile dell’UE per garantire l’assistenza non monetaria più urgente all’Ucraina e ai paesi vicini e l’evacuazione sicura di chi fugge dal conflitto armato. Alla fine dell’anno, il valore delle quasi 78 000 tonnellate di beni di assistenza forniti dagli Stati membri dell’UE e dai paesi terzi che contribuiscono al meccanismo, unitamente all’assistenza proveniente dalle riserve rescEU, ammontava a circa mezzo miliardo di euro.
La Commissione, insieme agli Stati membri e all’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha istituito centri di triage alla frontiera ucraina e negli Stati membri più coinvolti per accelerare la ricollocazione e i trasferimenti medici. Gli operatori di trasporto europei sono intervenuti all’inizio della guerra per offrire ai rifugiati ucraini trasporti gratuiti verso i paesi europei.
Il meccanismo di protezione civile dell’UE ha coordinato le evacuazioni mediche dei civili ucraini e dei pazienti militari che necessitavano di cure continue o di assistenza medica urgente verso i paesi dell’UE e la Norvegia. Per convogliare l’assistenza europea e sostenere i partner umanitari in loco, la Commissione ha istituito poli logistici quali ad esempio i poli medici realizzati a Jasionka, Polonia, a Iaşi, Romania, e a Košice, Slovacchia, per garantire l’evacuazione in sicurezza dei pazienti e prepararsi a ricevere un massiccio afflusso di pazienti dai paesi che confinano con l’UE. Le operazioni di evacuazione sono state supportate dal nuovo aereo rescEU per l’evacuazione medica finanziato dall’UE e ospitato dalla Norvegia. Alla fine dell’anno più di 1 670 pazienti erano stati trasferiti negli ospedali di 19 paesi europei.
In una dimostrazione esemplare di solidarietà europea nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo, tutti i 27 Stati membri, insieme alla Macedonia del Nord, alla Norvegia e alla Turchia, hanno offerto aiuto all’Ucraina nell’ambito del meccanismo di protezione civile dell’UE nel corso dell’anno. Per centralizzare lo stoccaggio dei prodotti donati da imprese private è stata creata un’ulteriore scorta di prodotti urgentemente necessari, quali attrezzature mediche e rifugi temporanei.
Assistenza di primo soccorso all’Ucraina
30 paesi hanno offerto assistenza
Oltre 77 500 tonnellate di aiuti non monetari donati
1 260 generatori di energia
1 105 trasformatori
185 ambulanze
125 veicoli antincendio
129 macchine operatrici
33 ponti di barche e ponti Bailey
La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha inoltre messo sotto pressione i sistemi sanitari degli Stati membri che hanno fornito assistenza sanitaria alle persone sfollate nell’UE. Nel quadro di un accordo con l’UE, la Federazione internazionale delle società nazionali di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa è stata in grado di fornire assistenza psicologica e sostegno emotivo alle persone sfollate in Ucraina, nell’UE e nei paesi dello Spazio economico europeo.
L’Agenzia europea per i medicinali e l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie della Commissione europea hanno monitorato con attenzione le forniture di medicinali e attrezzature mediche importanti, tra cui vaccini pediatrici e per altre malattie contagiose, al fine di evitare eventuali problemi relativi alla catena di approvvigionamento. Agli Stati membri che ospitano rifugiati è stato inoltre fornito un sostegno supplementare sotto forma di sorveglianza delle acque reflue per individuare diversi agenti patogeni. La Commissione ha coordinato tali azioni con partner internazionali quali l’Organizzazione mondiale della sanità.
Gli attacchi persistenti e deliberati compiuti dalla Russia contro l’infrastruttura energetica dell’Ucraina hanno gravemente compromesso il sistema energetico del paese. L’UE, insieme ai suoi Stati membri e ad imprese private, ha fornito all’Ucraina attrezzature energetiche di emergenza per diversi milioni di euro. Sono stati inoltre raccolti 32 milioni di euro per coprire le necessità più urgenti attraverso il Fondo di sostegno all’energia per l’Ucraina istituito dalla Comunità dell’energia su richiesta della Commissione. A dicembre la presidente von der Leyen ha annunciato che l’UE mobiliterà circa 30 milioni di euro per acquistare fino a 30 milioni di lampadine a risparmio energetico per l’Ucraina.
L’UE ha inoltre fornito contromisure e attrezzature provenienti dalle riserve di rescEU, atte a far fronte a minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, per un valore di oltre 40 milioni di euro e ha stanziato 13 milioni di euro per il ripristino dei laboratori danneggiati dagli occupanti russi a Chernobyl.
Accogliere chi fugge dal conflitto armato
Per la prima volta nella storia dell’UE e con una velocità senza precedenti, il 4 marzo l’Unione ha attivato la direttiva sulla protezione temporanea per offrire un aiuto rapido ed efficace. Oltre a offrire protezione alle persone in fuga dalla guerra di aggressione della Russia, anche conferendo loro uno status giuridico chiaro e un permesso di soggiorno in uno Stato membro dell’UE, l’Unione ha fornito loro l’accesso all’istruzione, all’assistenza sociale, all’occupazione, all’assistenza medica e all’alloggio.
La Commissione ha istituito la piattaforma di solidarietà dell’UE quale polo centrale per monitorare le esigenze e coordinare la risposta operativa. La piattaforma, disponibile anche in ucraino e in russo, ha consentito agli Stati membri dell’UE di scambiare informazioni essenziali sull’arrivo di milioni di sfollati nei paesi europei. In marzo la Commissione ha presentato un piano in 10 punti per rafforzare il coordinamento europeo relativo all’accoglienza dei rifugiati.
La Commissione ha inoltre avviato una campagna di comunicazione per informare i rifugiati che si recano nell’UE in merito ai loro diritti e a fonti di informazione affidabili. Alla fine del 2022, circa 4,5 milioni di persone erano state ufficialmente registrate per la protezione temporanea negli Stati membri dell’UE.
Istruzione in tempi di conflitto
La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha inciso pesantemente sul suo sistema di istruzione, colpendo studenti, insegnanti e strutture amministrative e scolastiche, migliaia dei quali hanno subito danni. Con il sostegno dell’Unione europea, l’Unicef ha fornito materiale didattico e organizzato corsi di formazione per gli insegnanti sull’acquisizione di capacità personali e il sostegno emotivo.
Secondo le stime dell’UE, circa un terzo dei rifugiati ucraini erano bambini in età scolare, ai quali sono stati conferiti gli stessi diritti e la stessa protezione di cui godono i bambini che sono cittadini dell’UE. Circa mezzo milione di bambini ucraini sono stati integrati nei sistemi scolastici in 20 Stati membri all’inizio del nuovo anno scolastico in settembre.
La Commissione ha sostenuto i sistemi d’istruzione nazionali con un manuale pratico per l’anno scolastico 2022/2023, orientamenti sul riconoscimento accelerato delle qualifiche accademiche ucraine, l’apprendimento tra pari, piattaforme online e modalità di finanziamento flessibili nel quadro del programma Erasmus+, che sostiene l’istruzione, la formazione, i giovani e lo sport in Europa.
A giugno la Commissione ha invitato gli Stati membri a rivedere le loro domande di aiuto per l’anno scolastico 2022/2023 nel quadro del programma dell’UE per le scuole al fine di provvedere ai bambini sfollati provenienti dall’Ucraina. Il programma sostiene la distribuzione di frutta, verdura, latte e taluni prodotti lattiero-caseari nelle scuole (dalla scuola dalla materna alla scuola secondaria). Il valore complessivo del sostegno erogato agli Stati membri ha quindi raggiunto 2,9 milioni di euro.
La Commissione ha inoltre avviato il programma MSCA4Ukraine, finanziato nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie, con una dotazione di 25 milioni di euro per sostenere i ricercatori in fuga dalla guerra, consentendo loro di continuare a lavorare presso organizzazioni accademiche e non accademiche negli Stati membri dell’UE e nei paesi associati a Orizzonte Europa, mantenendo nel contempo i loro legami con le comunità della ricerca e dell’innovazione in Ucraina.
Nel 2022 l’UE ha stanziato 100 milioni di euro per la ricostruzione delle scuole ucraine danneggiate e ha donato 14 milioni di euro per l’acquisto e il trasporto in Ucraina di scuolabus per i bambini. La Commissione ha inoltre organizzato una campagna di solidarietà invitando enti pubblici e privati a donare scuolabus all’Ucraina. A dicembre, 240 bus inviati dagli Stati membri dell’UE attraverso il meccanismo unionale di protezione civile erano in viaggio verso l’Ucraina.
Sostenere gli Stati membri dell’UE
L’UE ha inoltre agito con rapidità e solidarietà per sostenere gli Stati membri che hanno accolto e alloggiato le persone in fuga dall’Ucraina, mettendo immediatamente a disposizione 3,5 miliardi di euro dallo strumento di crisi per la ripresa post pandemia REACT-EU (strumento di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa). Gli Stati membri e le loro regioni sono stati inoltre in grado di riorientare i finanziamenti esistenti per fornire assistenza materiale di base, come generi alimentari e abbigliamento, attraverso l’iniziativa «Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa» (CARE). Per estendere ulteriormente tale sostegno, in giugno la Commissione ha presentato la proposta di assistenza flessibile ai territori (FAST-CARE) per aiutare gli Stati membri a fornire sostegno ai rifugiati. Sono disponibili complessivamente fino a 17 miliardi di euro nell’ambito di CARE per il periodo 2014-2020 (compreso REACT-EU di cui sopra) e fino a 17 miliardi di euro nel quadro di FAST-CARE per il periodo 2021-2027.
Per aiutare gli Stati membri dell’UE ad accogliere chi fugge dall’Ucraina erano disponibili anche i fondi per gli affari interni per il periodo 2014-2020 e 2021-2027. Sono stati inoltre messi a disposizione 400 milioni di euro per aiutare gli Stati membri in prima linea a finanziare i costi relativi all’alloggio, ai prodotti alimentari e all’assistenza sanitaria e per sostenere la gestione delle frontiere.
Nove Stati membri hanno richiesto un sostegno per l’attuazione della direttiva sulla protezione temporanea attraverso lo strumento di sostegno tecnico dell’UE. È stato così possibile aiutare le persone in fuga dall’Ucraina a trovare lavoro nell’UE e adattare i programmi scolastici alle esigenze degli alunni ucraini.
Dopo la sospensione dei programmi di cooperazione con la Russia e con il suo alleato, la Bielorussia, l’UE ha trasferito 26,2 milioni di euro, inizialmente previsti per progetti con questi due paesi, per rafforzare la cooperazione degli Stati membri con la Moldova e l’Ucraina.
L’UE ha inoltre introdotto modifiche al quadro giuridico di 15 programmi di cooperazione transfrontaliera e transnazionale perturbati dalla guerra di aggressione russa. Tali modifiche sono state apportate per garantire che i progetti a sostegno degli Stati membri e a favore di ucraini e moldovi potessero continuare ad essere attuati. Si trattava tra l’altro di progetti a sostegno dei rifugiati.
FAST-CARE: sostegno della politica di coesione ai territori e ai partner che accolgono rifugiati ucraini
- Piena flessibilità e semplificazione di tutti i fondi di coesione
- 30 % dei finanziamenti destinato alle autorità locali e alle organizzazioni della società civile
- Flessibilità per l’attuazione di progetti che subiscono ritardi a causa della carenza di materie prime e manodopera
- Sostegno semplificato pari a 100 euro per rifugiato a settimana per 26 settimane
- Ulteriori 3,5 miliardi di euro di prefinanziamento per la coesione
Aiutare gli agricoltori e i pescatori
Le azioni a sostegno degli agricoltori dell’UE più colpiti dalla guerra comprendevano un pacchetto di aiuti eccezionali di 500 milioni di euro. Gli agricoltori dell’UE hanno ricevuto un ulteriore sostegno dai fondi per lo sviluppo rurale, che hanno consentito agli Stati membri di versare un importo forfettario una tantum agli agricoltori e alle imprese agroalimentari colpiti. Inoltre, grazie all’allentamento temporaneo delle norme sulla rotazione delle colture per il 2022-2023, che mira a massimizzare la produzione di cereali, dovrebbero rientrare in produzione, secondo le stime, 1,5 milioni di ettari.
La strumentalizzazione a fini bellici delle esportazioni di energia da parte della Russia ha peggiorato una situazione già difficile per il mercato dei concimi, che si è aggiunta ai problemi causati dalla pandemia di COVID-19. L’impennata dei prezzi del gas ha determinato un aumento del costo dei concimi azotati di circa il 149 % nel settembre 2022 rispetto all’anno precedente. Per fronteggiare la situazione la Commissione ha presentato un’ampia gamma di iniziative volte a garantire la disponibilità e l’accessibilità dei fertilizzanti nell’UE e a livello mondiale. Tra le misure a sostegno degli agricoltori figuravano l’aiuto finanziario mirato, quale il sostegno specifico nell’ambito del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, il sostegno all’impiego di fertilizzanti alternativi e l’avvio di un osservatorio del mercato dei fertilizzanti per migliorarne la trasparenza.
Anche gli operatori del settore della pesca e dell’acquacoltura dell’UE sono stati gravemente colpiti dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Per aiutare il settore in difficoltà l’UE ha attivato il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, al fine di sostenere gli operatori e introdurre misure specifiche per fronteggiare la crisi. Queste iniziative integrano quelle disponibili nell’ambito del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, adottato per aiutare le imprese dell’UE a far fronte agli elevati prezzi dell’energia e ad altre conseguenze della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina (per ulteriori informazioni cfr. il capitolo 2).
Sostegno alle indagini sui crimini di guerra e al loro perseguimento
L’UE ha adottato una serie di misure affinché i decisori russi siano riconosciuti responsabili delle gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in Ucraina.
A marzo tutti gli Stati membri dell’UE, insieme ad altri paesi partner, hanno deciso di deferire collettivamente la situazione in Ucraina alla Corte penale internazionale. Pur continuando a sostenere il lavoro della Corte, l’UE ha espresso la disponibilità a collaborare con la comunità internazionale per istituire un tribunale internazionale ad hoc o un tribunale «ibrido» per indagare e perseguire i crimini di aggressione della Russia.
Alla fine del 2022 l’Ucraina e 14 Stati membri dell’UE avevano avviato indagini sui crimini internazionali commessi in Ucraina dalla Russia. Alcuni tra tali Stati membri stanno già operando direttamente con l’Ucraina e l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust) nella squadra investigativa comune istituita per raccogliere prove ed indagare sui crimini di guerra e contro l’umanità. Il mandato di Eurojust è stato rafforzato nel giugno 2022, conferendole la capacità di preservare, analizzare e conservare le prove relative a crimini internazionali.
L’UE ha inoltre modificato il mandato della missione consultiva dell’UE per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina per consentirle di fornire anche sostegno alle autorità ucraine nell’investigazione e nel perseguimento di eventuali crimini internazionali commessi nel contesto della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina.
L’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol) ha creato una taskforce dedicata per la raccolta e l’analisi di informazioni pubblicamente disponibili al fine di assistere l’Ucraina e la Corte penale internazionale nel monitoraggio dei contenuti online.
Nel novembre 2022 la Commissione ha presentato agli Stati membri diverse opzioni per fare in modo che la Russia paghi per le atrocità commesse durante la sua aggressione non provocata nei confronti dell’Ucraina. Nel breve termine, la Commissione ha proposto di creare una nuova struttura finanziaria per gestire i beni pubblici russi congelati e immobilizzati, investirli e utilizzare i proventi per l’Ucraina. A più lungo termine, una volta revocate le sanzioni, tali fondi potrebbero essere utilizzati per garantire il pieno risarcimento da parte della Russia dei danni causati all’Ucraina.
La ricostruzione dell’Ucraina
La guerra di aggressione della Russia ha già provocato immani distruzioni di centri e nuclei abitati in Ucraina e il costo della ricostruzione può raggiungere, secondo le stime della Banca mondiale, i 600 miliardi di euro. Sarà necessario uno sforzo internazionale collettivo per sostenere l’Ucraina nella ricostruzione del suo paese e della sua economia.
Per quanto riguarda la ricostruzione a lungo termine, il 25 ottobre la Commissione e la presidenza del G7 hanno organizzato congiuntamente una conferenza internazionale di esperti sulla ripresa, la ricostruzione e la modernizzazione dell’Ucraina a Berlino, Germania. Basandosi sulle discussioni tenutesi a Lugano, Svizzera, il 4 e il 5 luglio alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, la conferenza di Berlino ha fornito un ulteriore parere degli esperti sul processo di ripresa. I risultati della conferenza contribuiranno allo sviluppo di una piattaforma di coordinamento internazionale, come proposto in maggio dalla Commissione. A dicembre i leader del G7 hanno convenuto di istituire tale piattaforma multiagenzia di coordinamento dei donatori, insieme all’Ucraina e ai partner internazionali e in stretto coordinamento con le pertinenti organizzazioni internazionali e istituzioni finanziarie internazionali. La piattaforma sarà fondamentale per contribuire all’abbinamento delle esigenze e delle risorse per gli sforzi di riparazione, ripresa e ricostruzione dell’Ucraina. Sarà copresieduta dall’UE, dall’Ucraina e dagli Stati Uniti e per i suoi lavori sarà assistita dal segretariato tecnico, che avrà un ufficio a Bruxelles presso la Commissione e un ufficio a Kiev presso il governo ucraino.
2. Garantire energia sicura, accessibile e sostenibile
Introduzione
La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e il suo utilizzo delle esportazioni di energia come arma hanno messo a repentaglio la sicurezza e l’accessibilità economica delle forniture energetiche dell’UE. L’UE ha risposto con iniziative volte a eliminare gradualmente la sua dipendenza dai combustibili fossili russi, ad aiutare i cittadini che devono fronteggiare il caro bollette e ad accelerare la transizione dell’UE verso l’energia pulita.
Poco dopo l’invasione l’UE ha presentato REPowerEU, un piano d’avanguardia per il risparmio energetico, la promozione delle energie rinnovabili e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico europeo. Il piano si basa sulle ambiziose misure proposte nel 2021 per contribuire al conseguimento degli obiettivi climatici e ambientali dell’UE (cfr. capitolo 3) ed integra anche iniziative precedenti in materia di sicurezza e approvvigionamento energetici e stoccaggio dell’energia.
REPowerEU è in parte sostenuto dalle risorse finanziarie dello strumento NextGenerationEU e dalle misure legislative necessarie per far progredire la transizione verso la nuova infrastruttura e il nuovo sistema in ambito energetico di cui l’Europa ha bisogno. A tal fine occorrerà una diffusione massiccia delle energie rinnovabili, oltre a un’elettrificazione più rapida e all’abbandono del calore e dell’energia di origine fossile nell’industria, nell’edilizia e nei trasporti.
Nel corso del 2022 l’UE ha adottato una serie di misure di emergenza per affrontare la crisi energetica e ha fatto ricorso, per la prima volta nel settore dell’energia, all’intervento di emergenza previsto dall’articolo 122 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Tali azioni sono state intraprese al fine di risparmiare gas, accelerare le procedure autorizzative per i progetti di energia rinnovabile e attivare la solidarietà tra gli Stati membri in caso di gravi difficoltà nell’approvvigionamento energetico.
Sicurezza energetica
Porre fine alla dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi
La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina ha perturbato pesantemente il sistema energetico mondiale, causando difficoltà dovute all’aumento dei prezzi dell’energia e acuendo le preoccupazioni sul fronte della sicurezza energetica. Ha inoltre messo in evidenza la dipendenza eccessiva dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, che nel 2021 rappresentavano il 44 % delle importazioni di gas, il 46 % delle importazioni di carbone e il 27 % delle importazioni di petrolio.
Nel giro di poche settimane dall’invasione, l’UE ha presentato il piano REPowerEU per porre fine alla propria dipendenza dai combustibili fossili russi accelerando la diffusione delle energie rinnovabili, migliorando l’efficienza energetica e il risparmio energetico e diversificando l’approvvigionamento energetico.
Per trovare forniture energetiche alternative ed evitare l’eccessiva dipendenza da un unico fornitore, l’UE si è rivolta a partner internazionali affidabili, garantendo livelli record di importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) e forniture alternative di gas da gasdotto. A tal fine, in marzo l’UE ha firmato un accordo storico con gli Stati Uniti, a cui sono seguiti ulteriori accordi con l’Azerbaigian, l’Egitto e Israele.
Diversificazione dell’approvvigionamento energetico dell’UE
Le iniziative politiche adottate dall’UE nel 2022 hanno dato i loro frutti. Alla fine dell’anno l’UE aveva ridotto le sue importazioni di gas via gasdotto dalla Russia ad appena il 9 % e la Norvegia aveva superato la Russia come principale fornitore di gas dell’UE.
Diversi progetti di infrastrutture energetiche, noti come «progetti di interesse comune», hanno agevolato il passaggio al GNL e il relativo trasporto in tutta Europa. Altri progetti avviati nel 2022, come ad esempio il gasdotto «Baltic Pipe» e l’interconnettore Grecia-Bulgaria, sono stati fondamentali per fornire a diversi Stati membri un’alternativa al gas russo. Questo risultato è stato possibile grazie ai considerevoli investimenti realizzati dall’UE nelle infrastrutture energetiche nell’ultimo decennio.
L’interconnettore Grecia-Bulgaria è un progetto fondamentale per la diversificazione dell’approvvigionamento di gas nell’Europa sudorientale. Inaugurato il 1o ottobre 2022 a Sofia, in Bulgaria, si tratta di un percorso fondamentale per trasportare il gas dal gasdotto transadriatico e dalla Grecia alla Bulgaria e ai paesi vicini. Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 45 milioni di euro dal programma energetico europeo per la ripresa e di 39 milioni di euro dai fondi strutturali nell’ambito del programma operativo per l’innovazione e la competitività.
L’UE ha inoltre avviato una cooperazione con l’Egitto, il Giappone, il Kazakhstan e la Namibia per accelerare la produzione di idrogeno rinnovabile, che svolgerà un ruolo chiave nella decarbonizzazione di quei settori (ad esempio il trasporto a lunga distanza) in cui il passaggio a combustibili alternativi potrebbe essere impraticabile o più costoso e che, grazie al suo potenziale utilizzo futuro in alcune parti dell’infrastruttura di gasdotti esistente, potrebbe inoltre consentire di evitare effetti di dipendenza da singoli combustibili («lock-in»).
Garantire lo stoccaggio e far fronte ai costi elevati
La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e il suo utilizzo delle risorse energetiche come arma hanno peggiorato una situazione di approvvigionamento già difficile sul mercato dell’energia a seguito della pandemia di COVID-19. La comunicazione sui prezzi dell’energia adottata nell’ottobre 2021 ha fornito agli Stati membri un pacchetto di misure da attuare a livello nazionale per contrastare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia in linea con le norme del mercato unico. Il pacchetto è stato ampliato nel 2022 con la comunicazione «Interventi a breve termine nei mercati dell’energia e miglioramenti a lungo termine dell’assetto del mercato dell’energia elettrica» e il piano REPowerEU.
L’UE ha inoltre adottato misure immediate per garantire che l’Europa non rimanesse al freddo durante l’inverno. A tal fine è stato necessario risparmiare energia in modo da poter stoccare una quantità maggiore di gas per i mesi invernali. Gli Stati membri hanno convenuto di ridurre, con misure di loro scelta, tra il 1o agosto 2022 e il 31 marzo 2023, la loro domanda di gas del 15 % rispetto al loro consumo medio degli ultimi cinque anni. Anche se i sistemi energetici variano notevolmente da uno Stato membro all’altro, il che rende necessaria l’adozione di una molteplicità di misure, le azioni coordinate a livello dell’UE si sono dimostrate fondamentali per ridurre il consumo complessivo in tutta l’UE nel 2022.
Lo stoccaggio del gas svolge un ruolo importante nel garantire la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE: in un inverno normale copre il 25-30 % del gas consumato in tutta l’UE. In giugno l’UE ha adottato in tempi record una nuova normativa, in base alla quale la capacità di stoccaggio sotterraneo di gas dell’UE doveva essere colmata almeno all’80 % entro il 1o novembre 2022 — mentre è previsto il 90 % entro la stessa data negli anni successivi — in modo da garantire l’approvvigionamento per l’inverno. Grazie a uno sforzo concertato da parte degli Stati membri, i tassi di stoccaggio hanno superato tale valore, raggiungendo il 95,5 % nel novembre 2022.
Stoccaggio di gas nell’UE<
Quale ulteriore misura di emergenza, è stato definito un accordo standard di solidarietà tra Stati membri confinanti che, in caso di carenze di approvvigionamento, garantirà ai cittadini europei un accesso costante al gas anche durante una crisi. Allo stesso tempo, ridurre la domanda di energia rimane importante nel contesto della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e della conservazione delle riserve di gas dell’Europa per gli anni a venire.
L’UE ha inoltre istituito una piattaforma dell’UE per gli acquisti di energia per facilitare l’acquisto volontario in comune di gas, GNL e idrogeno da parte degli Stati membri. La piattaforma sarà aperta anche ai paesi della Comunità dell’energia, come la Georgia, la Moldova, l’Ucraina e i paesi dei Balcani occidentali.
Per rispondere alla crisi energetica, le norme della politica di coesione sono state modificate al fine di sostenere misure per l’energia a prezzi accessibili, consentendo agli Stati membri di orientare il sostegno alle famiglie vulnerabili e alle piccole e medie imprese particolarmente colpite dall’aumento dei prezzi dell’energia.
L’introduzione di un quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato ha consentito agli Stati membri di sfruttare la flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato per sostenere le loro economie senza compromettere il mercato unico. Ciò riguarda in particolare le categorie di aiuti a sostegno delle iniziative degli Stati membri volte ad affrontare la questione dei prezzi elevati dell’energia, a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e a facilitare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Nel 2022 la Commissione europea ha approvato 182 misure nazionali per aiutare gli Stati membri a fronteggiare le conseguenze della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, per un totale stimato di 671,78 miliardi di euro.
In risposta ai rincari l’UE intende ridurre il consumo di energia elettrica
Il regolamento del Consiglio relativo a un intervento di emergenza per far fronte ai prezzi elevati dell’energia ha introdotto ulteriori misure urgenti, come gli obiettivi di riduzione del consumo di energia elettrica. La Commissione ha inoltre presentato proposte supplementari, tra cui la definizione di un parametro di riferimento dei prezzi volto a garantire prezzi stabili e prevedibili per le transazioni di GNL. Gli Stati membri, dal canto loro, hanno concordato di utilizzare i proventi straordinari delle società energetiche (produttori di combustibili fossili e di tecnologie inframarginali) per finanziare un sostegno aggiuntivo destinato alle famiglie e alle imprese.
L’UE ha altresì adottato un meccanismo di correzione del mercato per proteggere le imprese e le famiglie da episodi di rincari eccessivi del gas, che divergono dai prezzi praticati su altri mercati internazionali.
10 miliardi di euro
Regime finlandese di garanzie sui prestiti per sostenere i produttori di energia
125 milioni di euro
Regime estone per sostenere il fabbisogno di liquidità delle imprese in tutti i settori
1,5 miliardi di euro
Regime belga di garanzia per sostenere i fornitori di gas ed elettricità
220 milioni di euro
Misura spagnola per sostenere la produzione di idrogeno rinnovabile
3,4 miliardi di euro
Regime danese di prestiti agevolati per sostenere le imprese
10 miliardi di euro
Regime polacco per compensare parzialmente le imprese ad alta intensità energetica a fronte dell’aumento del prezzo dell’energia elettrica derivante dai costi delle emissioni indirette
Uso efficiente dell’energia
Risparmio energetico
Il risparmio energetico è il modo più rapido e semplice per affrontare la crisi energetica e ridurre le bollette. Oltre all’immediata riduzione dei consumi di gas ed elettricità, la Commissione ha proposto di potenziare le misure di efficienza energetica a medio termine, tra l’altro incrementando dal 9 % al 13 % l’obiettivo vincolante di efficienza energetica per il 2030 nel pacchetto «Pronti per il 55 %».
«Pronti per il 55 %» fa riferimento all’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030.
Per raggiungere questo obiettivo, una delle misure che l’UE deve adottare è la riduzione del proprio consumo energetico. Nel 2021 la Commissione ha proposto un nuovo obiettivo di risparmio del 9 % (rispetto ai consumi del 2020) entro la fine del decennio. Nell’ambito del piano REPowerEU, l’obiettivo di risparmio proposto è stato innalzato ad almeno il 13 % entro il 2030.
Congiuntamente alle politiche in materia di efficienza energetica, le iniziative dei cittadini e delle imprese finalizzate al risparmio energetico hanno avuto un impatto positivo sui prezzi, rendendo inoltre l’economia più resiliente e accelerando la transizione dell’UE verso l’energia pulita. In questa tendenza all’efficienza energetica si inseriscono anche la revisione in corso della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia e la particolare attenzione rivolta alla ristrutturazione edilizia nei piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri, ad esempio attraverso l’isolamento e l’installazione di pompe di calore.
Diffondere le informazioni sul risparmio energetico
Nel 2022 la Commissione ha rinnovato il suo partenariato di lunga data con l’Unione delle federazioni calcistiche europee, definendo una tabella di marcia per gli sforzi congiunti fino al 2025 al fine di sfruttare il calcio come forza di cambiamento positivo in settori prioritari, quali l’azione per il clima, l’uguaglianza per tutti e l’inclusione sociale.
Questa impresa comune rientra nell’impegno dell’Unione delle federazioni calcistiche europee a favore del patto europeo per il clima, un’iniziativa a livello dell’UE che invita persone, comunità e organizzazioni a partecipare all’azione per il clima e a costruire un’Europa più verde.
In che modo i cittadini e le imprese possono risparmiare energia?
Abbassando la temperatura del riscaldamento/usando meno il condizionatore d’aria
Abbassare il riscaldamento di 1 °C può far risparmiare 10 miliardi di metri cubi di gas in un anno.
Spegnendo le luci
Facendo un uso più efficiente degli elettrodomestici
Guidando in modo più economico
Utilizzando di più i trasporti pubblici e la mobilità attiva
Digitalizzazione del settore energetico
La digitalizzazione del settore energetico aiuterà l’UE a conseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, come stabilito nel Green Deal europeo (cfr. capitolo 3). Nel 2022 la Commissione ha presentato un piano d’azione per la digitalizzazione del settore dell’energia a livello di sistema, il quale mira a rendere il mercato dei servizi energetici digitali più sostenibile, sicuro dal punto di vista cibernetico, trasparente e competitivo. Esso garantirà inoltre la riservatezza e la sovranità dei dati e sosterrà gli investimenti nelle infrastrutture energetiche digitali.
Il piano evidenzia come le nuove tecnologie possono contribuire a migliorare l’uso efficiente delle risorse energetiche, facilitare l’integrazione delle energie rinnovabili nella rete e ridurre i costi sostenuti dai consumatori e dalle imprese energetiche dell’UE. Mira inoltre a garantire che la digitalizzazione del settore energetico, oltre a essere coerente con gli obiettivi digitali per il 2030, rientri pienamente nella transizione verso l’energia pulita.
La digitalizzazione migliorerà:
l’accessibilità economica,
aiutando i consumatori ad avere un maggior controllo sul consumo di energia e sulle bollette
la sostenibilità,
facendo sì che le transizioni verde e digitale procedano di pari passo
la resilienza,
rafforzando la cibersicurezza delle reti energetiche
Accelerare la produzione di energia verde
Energie rinnovabili
Le energie rinnovabili sono al centro dei piani dell’UE per eliminare gradualmente i combustibili fossili russi e affrontare la crisi climatica. Costituiscono l’energia più economica e pulita a nostra disposizione e possono essere prodotte internamente, riducendo la necessità di importazioni di energia. Nel 2022, nell’ambito del pacchetto REPowerEU, la Commissione ha proposto di innalzare l’obiettivo dell’UE per il 2030 per quanto riguarda le energie rinnovabili al 45 % del consumo totale di energia, rispetto all’obiettivo del 40 % previsto dalle proposte del pacchetto «Pronti per il 55 %».
Nello specifico, ci si propone di portare la capacità complessiva di produzione di energia rinnovabile a 1 236 GW entro il 2030, anche con l’ambizione di stimolare la capacità di produzione dell’UE di energia solare, energia eolica, biometano e idrogeno rinnovabile.
Sostegno dei cittadini alla risposta dell’UE alla crisi energetica
La grande maggioranza dei cittadini dell’Unione è favorevole alle recenti iniziative dell’UE per far fronte alla crisi energetica. In particolare, oltre 8 cittadini dell’UE su 10 (82 %) concordano sul fatto che l’UE dovrebbe continuare a prendere provvedimenti per ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi. La stragrande maggioranza dei rispondenti (83 %) ritiene che la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina abbia reso più urgenti gli investimenti nell’energia rinnovabile.
Fonte: Eurobarometro Flash 514, dicembre 2022.
La strategia dell’UE per l’energia solare, adottata di recente, promuoverà la diffusione dell’energia fotovoltaica, mettendo in rete oltre 320 GW di capacità solare fotovoltaica supplementare entro il 2025 (più del doppio rispetto al livello attuale) e quasi 600 GW entro il 2030. I pannelli solari supplementari potrebbero sostituire 9 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno entro il 2027.
I cittadini e gli installatori possono utilizzare il Sistema di informazioni geografiche per il fotovoltaico (cfr. capitolo 6) per verificare il potenziale di produzione di energia solare dei loro tetti. Nel frattempo, gli Stati membri e le autorità regionali utilizzano attivamente il laboratorio di geografia dell’energia e dell’industria (Energy and Industry Geography Lab), una nuova piattaforma online che aiuta a individuare siti terrestri e marittimi adatti per la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile, evitando le aree di pregio ambientale. Ciò contribuisce alla rapida diffusione dell’energia solare ed eolica.
REPowerEU si basa sulla strategia dell’UE per l’idrogeno del 2020, che esamina la possibilità di utilizzare l’idrogeno rinnovabile per sostituire l’idrogeno di origine fossile per i trasporti e i processi industriali e per lanciare nuovi prodotti industriali, come l’acciaio e i fertilizzanti verdi. Nel 2022 l’UE ha ulteriormente accresciuto le ambizioni nel settore dell’idrogeno rinnovabile raddoppiando l’obiettivo per il 2030 e portandolo a 20 milioni di tonnellate, una cifra che comprende 10 milioni di tonnellate di produzione interna e altri 10 milioni di tonnellate di importazioni.
Ha inoltre fissato l’obiettivo per la produzione di biometano a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo è stato avviato un partenariato industriale per il biometano, che promuoverà la collaborazione tra la Commissione, gli Stati membri dell’UE, i rappresentanti dell’industria, i produttori di materie prime, il mondo accademico e le organizzazioni non governative.
Per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e incoraggiare maggiori investimenti, la Commissione ha adottato una raccomandazione sull’accelerazione delle procedure autorizzative per i progetti di energia rinnovabile e una proposta di modifica della direttiva sulle energie rinnovabili. Per affrontare la crisi energetica, una misura temporanea di emergenza adottata in dicembre faciliterà la concessione di autorizzazioni per alcuni progetti energetici dall’inizio del 2023.
Finanziare REPowerEU
Grazie al piano per la ripresa NextGenerationEU, gli Stati membri stanno già attuando riforme e investimenti nei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza al fine di migliorare l’efficienza energetica e promuovere l’uso delle energie rinnovabili. Finanziando, ad esempio, ristrutturazioni a risparmio energetico, treni elettrici, nuove turbine eoliche e nuovi parchi fotovoltaici, NextGenerationEU contribuisce ad accelerare la ripresa e le transizioni verde e digitale. In dicembre è stato raggiunto un accordo politico per includere negli attuali piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri capitoli dedicati al fine di orientare gli investimenti verso le priorità di REPowerEU e attuare le riforme necessarie (cfr. capitolo 6).
3. Creare un’Europa più verde e a impatto climatico zero
Introduzione
La triplice crisi dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento è una sfida pressante che richiede un’azione immediata. Il Green Deal europeo rimane la tabella di marcia dell’UE per affrontare queste sfide urgenti.
In tale contesto, due eventi storici a livello mondiale, la pandemia di COVID-19 e la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, non hanno fatto che rafforzare l’impegno dell’UE a mantenere la rotta verso la transizione verde e ad accelerare il ritmo del cambiamento.
La crescente intensità degli eventi meteorologici estremi nel 2022 ha evidenziato la necessità di un’ulteriore azione dell’UE e internazionale per combattere i cambiamenti climatici, aumentare la resilienza alla siccità e ripristinare gli ecosistemi. Tra le altre iniziative figurano norme più rigorose in materia di inquinanti, riduzione dell’uso di pesticidi chimici, lotta ai rifiuti di imballaggio e costruzione di un futuro più sostenibile.
Realizzare il Green Deal europeo
La strategia di crescita a lungo termine dell’UE consiste nel garantire la neutralità climatica dell’Europa entro il 2050. Questo obiettivo è sancito nella normativa europea sul clima, insieme all’impegno giuridicamente vincolante a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il Green Deal europeo è il piano dell’UE per conseguire questo obiettivo. Nel 2022 l’UE ha proseguito la sua azione coraggiosa per raggiungere i suoi obiettivi in materia di clima.
Il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), un mercato che consente ai partecipanti di scambiare tra loro quote di emissione limitate per ottenere la massima efficienza, è uno dei pilastri della strategia dell’UE volta a combattere i cambiamenti climatici e il suo strumento fondamentale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo efficiente sotto il profilo dei costi. Nel 2022 il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno approvato la proposta della Commissione europea sulla revisione dell’ETS. È stato inoltre raggiunto un accordo politico su proposte riguardanti le emissioni e gli assorbimenti di carbonio provenienti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura, la creazione di un Fondo sociale per il clima e la transizione verso autovetture e furgoni a emissioni zero entro il 2035.
L’UE si sta inoltre adoperando per aumentare la trasparenza per quanto riguarda l’impatto sociale e ambientale delle attività delle imprese. La direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità, adottata in dicembre, aggiornerà e rafforzerà le norme sul tipo di informazioni che le società devono comunicare e imporrà un obbligo di comunicazione a una serie più ampia di grandi imprese e di piccole e medie imprese quotate in borsa.
Nel 2022 le emissioni nette dell’UE sono state inferiori del 30 % rispetto ai livelli del 1990 e l’Unione resta sulla traiettoria per raggiungere l’obiettivo della riduzione del 55 % entro il 2030.
Fonte: relazione 2022 sull’azione per il clima.
Agire a livello mondiale per il pianeta
Nel 2022 il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, ha pubblicato tre relazioni che confermano il rapido riscaldamento globale provocato dalle attività umane e ha definito traiettorie per l’adattamento e la mitigazione. L’UE ha continuato a dialogare con i partner internazionali su come innalzare il livello di ambizione rafforzando gli obiettivi settoriali, conseguendo gli obiettivi in tutti i settori dell’economia e presentando strategie di azzeramento delle emissioni nette.
La diplomazia dell’UE ha ottenuto sostegno a favore di un accordo mondiale giuridicamente vincolante per combattere l’inquinamento da plastica nel contesto dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente di marzo. Si prevede di concludere i negoziati entro il 2024. Il futuro accordo mirerà a rafforzare le iniziative e gli accordi esistenti, in particolare nelle fasi di progettazione e produzione del ciclo di vita della plastica. Esso deve riunire gli sforzi di tutte le parti interessate per conseguire l’obiettivo generale di porre fine alla dispersione della plastica nell’ambiente.
Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e sull’ambiente
Nel giugno 2022, in occasione delle conferenze delle parti (COP) delle convenzioni delle Nazioni Unite di Basilea, Rotterdam e Stoccolma — accordi ambientali che condividono l’obiettivo comune di proteggere la salute umana e l’ambiente dalle sostanze chimiche e dai rifiuti pericolosi —, sono stati compiuti progressi nella corretta gestione delle sostanze chimiche e dei rifiuti, tra cui un’importante decisione volta a controllare il commercio mondiale di rifiuti elettronici e prevenirne lo scarico incontrollato. L’UE ha inoltre proposto di elaborare norme globali sulla gestione degli pneumatici usati, una delle principali fonti di microplastiche. È stato ribadito l’invito ad eliminare, entro il 2025, i policlorobifenili, sostanze chimiche ampiamente presenti nelle vecchie apparecchiature elettriche e utilizzate negli oli.
In vista della conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP27 a Sharm el-Sheikh (Egitto), l’UE ha avviato negoziati costruttivi per stimolare l’azione globale per il clima, in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi relativo alla temperatura che prevede un riscaldamento globale massimo non superiore a 1,5 °C.
In Egitto, sotto la guida del vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, l’UE ha promosso l’appello rivolto a tutte le parti durante la COP27 affinché adottino misure urgenti per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, ma anche per adattarsi alle inevitabili conseguenze dei cambiamenti climatici nei prossimi decenni.
La conferenza ha adottato un programma di lavoro in materia di mitigazione per rafforzare l’ambizione e l’attuazione. Riconoscendo l’urgente necessità di intensificare l’azione globale e sostenere i paesi in via di sviluppo più vulnerabili colpiti dai cambiamenti climatici, l’UE ha sostenuto l’istituzione di un nuovo fondo per contribuire a prevenire, ridurre al minimo e affrontare le perdite e i danni. Sono state così gettate le basi per una maggiore solidarietà tra chi ha bisogno di aiuto e chi è in grado di aiutare. L’UE e l’Unione africana hanno annunciato un’iniziativa che prevede un approccio «Team Europa» per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza in Africa, nell’ambito del Global Gateway (cfr. capitolo 8), con la mobilitazione di un miliardo di euro.
Durante l’evento l’UE ha inoltre avviato un partenariato sulle risorse forestali con cinque paesi partner (Guyana, Mongolia, Repubblica del Congo, Uganda e Zambia) e ha annunciato un ambizioso piano di investimenti per una transizione energetica giusta a lungo termine per il Sud Africa. L’UE ha concluso due importanti partenariati strategici sulle materie prime sostenibili e sull’idrogeno rinnovabile, uno con la Namibia e l’altro con il Kazakhstan, e ha intensificato la cooperazione con l’Egitto sulla transizione verso l’energia pulita, che comprendeva un partenariato strategico sull’idrogeno rinnovabile.
#ForOurPlanet è una nuova campagna dell’UE lanciata nel 2022 nel contesto della COP27 e della COP15, che tornerà ogni anno per mobilitare un sostegno globale a favore della natura e dell’azione per il clima negli anni a venire.
Alla 15a sessione della convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione, tenutasi a maggio, sono state adottate 38 decisioni che sottolineano il ruolo della gestione sostenibile del suolo nell’affrontare molteplici crisi. Il risultato principale è stato l’impegno globale a rafforzare la resilienza alla siccità e a investire nel ripristino del suolo per la prosperità futura.
L’UE ha fortemente sostenuto l’importanza del ripristino degli ecosistemi, del rimboschimento e delle soluzioni basate sulla natura nella protezione dei terreni e dei suoli e ha evidenziato il legame critico tra la protezione della natura e la gestione degli impatti della siccità e dei cambiamenti climatici.
Nel 2022 i rappresentanti di tutto il mondo si sono inoltre riuniti alla più grande conferenza sulla biodiversità degli ultimi dieci anni per concordare un nuovo quadro globale in materia di biodiversità. La conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP15), inizialmente prevista per il 2020, si è svolta in due parti a causa della pandemia di COVID-19. La prima parte si è svolta virtualmente a Kunming, in Cina, dall’11 al 15 ottobre 2021, dove i partecipanti hanno ribadito il loro impegno a realizzare la visione per il 2050 «vivere in armonia con la natura», adottando la dichiarazione di Kunming. Durante la seconda parte della conferenza, tenutasi a Montreal, Canada, dal 7 al 19 dicembre 2022, 196 paesi si sono riuniti per raggiungere un accordo globale sulla protezione della natura e del pianeta, con obiettivi a lungo termine entro il 2050 e tappe fondamentali per il 2030. L’UE, sotto la guida del commissario Sinkevičius, collaborerà con tutte le parti per concludere un accordo globale ambizioso teso a proteggere, ripristinare, utilizzare in modo sostenibile la biodiversità e gli ecosistemi e per investire in loro favore.
Alla 19a riunione della conferenza delle parti della convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (Conferenza mondiale sulla flora e la fauna selvatiche), tenutasi a Panama dal 14 al 25 novembre 2022, l’UE ha contribuito attivamente al conseguimento di risultati fondamentali che consentono il commercio sostenibile di oltre 500 specie recentemente inserite nell’elenco. Si tratta di un passo fondamentale per affrontare la perdita di biodiversità a livello mondiale, che minaccia la nostra salute, la nostra sicurezza alimentare e i nostri mezzi di sussistenza.
Fatti relativi alla perdita di biodiversità
Un milione di specie sono a rischio di estinzione.
Gli esseri umani hanno cambiato radicalmente tre quarti della superficie terrestre.
Il 75 % dei raccolti mondiali dipende dagli impollinatori.
Metà del prodotto interno lordo mondiale dipende dalla natura.
Il 70 % dei farmaci antitumorali sono naturali o ispirati a processi naturali.
Campagna «Green Track»
Proteggere e ripristinare la natura in Europa
Eventi climatici estremi
Nel 2022 l’Europa ha registrato livelli record di siccità. Come previsto dall’Osservatorio europeo sulla siccità, le rese delle colture sono diminuite in modo significativo in tutto il continente e la produzione di energia è calata a causa della minore produzione di energia idroelettrica.
Anche la vita acquatica e il trasporto su chiatta hanno sofferto a causa dei livelli d’acqua storicamente bassi nei grandi fiumi. Durante l’estate si sono registrati elevati livelli di siccità sul 60 % del territorio dell’UE. Insieme alle misure di protezione civile, il costo per l’UE di tali eventi supera i 2,4 miliardi di euro.
Le alte temperature e la grave mancanza di precipitazioni hanno colpito quasi tutti i fiumi in Europa, ostacolando la produzione di energia e il trasporto fluviale.
Questi eventi meteorologici estremi possono essere evitati in futuro riducendo le emissioni di gas a effetto serra e affrontando la crisi climatica. Il pacchetto di proposte dell’UE «Pronti per il 55 %» aumenterà le ambizioni e gli obiettivi in questo settore. Inoltre, la strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici contribuirà a migliorare la resilienza dei cittadini, degli agricoltori e delle imprese europei alle condizioni meteorologiche estreme.
Proteggere le foreste e la fauna selvatica
Anche gli incendi boschivi hanno rappresentato un grave problema, con oltre 800 000 ettari bruciati in Europa nel 2022. Le squadre di soccorso hanno utilizzato il Servizio di gestione delle emergenze di Copernicus, componente mappatura, che utilizza immagini satellitari e altri dati geospaziali, per aiutare paesi quali Grecia, Spagna, Francia e Portogallo, insieme ad alcuni paesi terzi, a combattere gli incendi nel corso dell’estate.
Il Sistema di informazione europeo sugli incendi boschivi ha osservato che la stagione degli incendi si è protratta oltre i mesi abituali di luglio, agosto e settembre, con molti eventi critici verificatisi più tardi nel corso dell’anno. Anche le zone solitamente non colpite in passato, come l’Europa centrale e settentrionale, hanno dovuto affrontare con maggiore frequenza incendi boschivi. Inoltre, poiché il 38 % della superficie bruciata nel 2022 rientra nelle aree protette comprese nella rete Natura 2000, le perdite immateriali di biodiversità hanno reso gli ecosistemi più fragili. Il Fondo di solidarietà dell’UE, istituito originariamente nel 2002 per fornire sostegno finanziario alla ricostruzione delle zone colpite da calamità naturali, è stato nuovamente mobilitato nel 2022 in risposta ai danni causati dagli incendi boschivi in tutta Europa.
Le foreste svolgono un ruolo fondamentale nella protezione degli ecosistemi e della biodiversità in Europa. Sono inoltre essenziali per la cattura del carbonio, che altrimenti verrebbe rilasciato nell’atmosfera e aggraverebbe i cambiamenti climatici. In un solo anno gli incendi hanno causato perdite economiche stimate a oltre 2 miliardi di euro, con oltre 25 milioni di tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera. In settembre, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato il raddoppio delle capacità aeree antincendio dell’UE, da mettere a disposizione per la prossima stagione di incendi boschivi.
A novembre la Commissione ha proposto il primo quadro volontario a livello dell’UE per certificare in modo affidabile gli assorbimenti di carbonio di alta qualità. Se adottato, questo strumento contribuirà a combattere i cambiamenti climatici e a raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima, ambiente e inquinamento zero.
Alla fine del 2022 nell’UE erano stati piantati quasi 9,5 milioni di alberi nell’ambito dell’impegno «Piantare tre miliardi di alberi». L’impegno rientra nella strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 e nella strategia dell’UE per le foreste per il 2030, con le quali l’Unione europea si è impegnata a piantare almeno tre miliardi di alberi supplementari nell’UE entro il 2030, nel rispetto dei principi ecologici.
Il piano d’azione riveduto dell’UE contro il traffico illegale di specie selvatiche, anch’esso parte della strategia sulla biodiversità, mira a garantire che l’azione dell’UE contro il traffico illegale di specie selvatiche risponda in modo globale alle sfide attuali. Si basa su quattro priorità: affrontare le cause del traffico illegale di specie selvatiche, esaminare nuovi strumenti giuridici e politici, rafforzare l’applicazione delle norme e promuovere la cooperazione globale.
Certificazione UE per gli assorbimenti di carbonio
Per conseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 l’UE deve ridurre al minimo le sue emissioni, ma è impossibile ridurle a zero. Per controbilanciare le emissioni restanti, l’UE dovrà assorbire svariate centinaia di milioni di tonnellate di CO2 dall’atmosfera ogni anno.
Tra i tipi di assorbimento di carbonio che potrebbero essere certificati nell’ambito del quadro proposto figurano:
sequestro del carbonio nei suoli agricoli, come il ripristino delle foreste e dei suoli e la gestione di zone umide e torbiere;
stoccaggio permanente, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio o la cattura e lo stoccaggio diretti del carbonio presente nell’atmosfera;
stoccaggio del carbonio in prodotti e materiali di lunga durata, come i prodotti da costruzione a base di legno.
Grazie al quadro di certificazione dell’UE un maggior numero di imprese, agricoltori, silvicoltori e altre parti interessate potranno avere accesso a queste nuove opportunità, perché potranno richiedere una certificazione armonizzata e affidabile.
Ripristino della natura
Ripristinare la natura dell’Europa, dalle zone umide, dai fiumi e dalle foreste agli ambienti marini e urbani e alle specie, è un investimento fondamentale ed efficace sotto il profilo dei costi nella nostra economia e nella sicurezza alimentare, per contrastare i cambiamenti climatici e aumentare la resilienza. Contribuisce inoltre a migliorare la salute e il benessere dei cittadini dell’UE.
L’81 % degli habitat è in cattive condizioni.
Ogni euro investito nel ripristino della natura apporta dagli 8 ai 38 euro di benefici.
Una specie su tre di api e farfalle è in declino.
Nel giugno 2022 la Commissione ha adottato un pacchetto di proposte per ripristinare gli ecosistemi degradati quale passo fondamentale per evitare il collasso degli ecosistemi e prevenire gli impatti peggiori dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. La Commissione sta inoltre modernizzando la legislazione per garantire la disponibilità di sementi e materiale riproduttivo vegetale diversificati e di qualità al fine di conseguire gli obiettivi di sostenibilità, adattamento ai cambiamenti climatici e biodiversità.
Il programma LIFE è lo strumento finanziario dell’UE per l’ambiente e l’azione per il clima. È attivo dal 1992 e ha cofinanziato più di 5 500 progetti in tutta l’UE e non solo. Dopo aver aderito al programma nel giugno 2022, anche l’Ucraina può beneficiare dei finanziamenti. Potrà quindi ricevere un sostegno che contribuirà al ripristino dell’ambiente a seguito dei gravi danni causati dalla guerra di aggressione della Russia: inquinamento e distruzione degli ecosistemi e altri effetti a lungo termine. A breve termine il programma LIFE può sostenere gli sforzi di ricostruzione dell’Ucraina attraverso un’analisi delle esigenze e contribuire alla decontaminazione del suolo e dell’acqua, anche attraverso soluzioni basate sulla natura. L’Ucraina è il secondo paese non-UE ad aderire al programma LIFE dopo l’Islanda.
Verso l’inquinamento zero
In linea con l’ambizioso obiettivo di liberarsi dai danni provocati dall’inquinamento entro il 2050, in ottobre la Commissione ha proposto norme più rigorose sugli inquinanti dell’aria ambiente, delle acque superficiali e sotterranee e sul trattamento delle acque reflue urbane. In ultima analisi tali norme miglioreranno la salute pubblica, riducendo i decessi prematuri e i costi sanitari a lungo termine.
Qualità dell’aria
Le nuove norme proposte:
- fisseranno norme provvisorie in materia di qualità dell’aria per il 2030, più in linea con gli orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità;
- ridurranno di oltre il 75 % in dieci anni il numero di decessi dovuti ai livelli dell’inquinante principale PM2,5 (particolato fine) superiori a quelli fissati negli orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità;
- garantiranno che tutte le persone la cui salute è stata danneggiata a causa dell’inquinamento atmosferico abbiano il diritto a un risarcimento in caso di violazione delle norme UE in materia di qualità dell’aria, nonché il diritto di essere rappresentate da un’organizzazione non governativa in azioni collettive per il risarcimento danni;
- costeranno meno dello 0,1 % del prodotto interno lordo, sette volte meno dei potenziali benefici per l’economia e la società.
Qualità dell’acqua
La nuova proposta prevede:
- nuove norme più rigorose per una serie di sostanze nocive presenti nelle acque superficiali e sotterranee;
- l’obbligo per gli Stati membri di adottare misure per ridurre la presenza di tali inquinanti;
- un trattamento delle acque reflue più equo ed efficace sotto il profilo dei costi, in linea con il principio «chi inquina paga»;
- misure preventive per l’industria (impiego di sostanze chimiche industriali differenti o in quantità minore) e gli agricoltori (impiego di meno pesticidi nocivi, ad esempio).
Le proposte rispondono inoltre a domande specifiche poste durante la Conferenza sul futuro dell’Europa (cfr. capitolo 9), in cui i cittadini hanno chiesto una drastica riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile.
L’UE e gli Stati del Mediterraneo hanno inoltre presentato con successo all’Organizzazione marittima internazionale una proposta volta a designare una zona di controllo delle emissioni di zolfo nel Mar Mediterraneo, al fine di migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua riducendo gli inquinanti legati allo zolfo prodotti dal trasporto marittimo.
La proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari introduce misure volte a ridurre l’impronta ambientale del sistema alimentare dell’UE e a contribuire ad attenuare le perdite economiche già subite a causa dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. L’obiettivo è ridurre del 50 % l’uso dei pesticidi chimici e più pericolosi entro il 2030 e adottare metodi di controllo degli organismi nocivi più rispettosi dell’ambiente. È previsto il divieto di tutti i pesticidi nelle aree verdi urbane, compresi parchi o giardini pubblici, parchi giochi, scuole, aree ricreative o campi sportivi, sentieri pubblici e aree protette, conformemente a Natura 2000.
Ridurre le emissioni dei trasporti e dell’industria
Nel 2022 l’UE ha avviato l’alleanza industriale per la catena del valore dei combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, una nuova iniziativa volta a promuovere la produzione e la fornitura di carburanti rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel trasporto aereo e per vie navigabili. Il lavoro dell’alleanza sarà importante per garantire la fornitura dei combustibili alternativi necessari per i settori difficili da decarbonizzare, come il trasporto aereo e marittimo. Sono stati compiuti ulteriori progressi anche nell’elaborazione di norme per l’uso di combustibili alternativi in questi settori. Se adottate con successo nel 2023, le norme definiranno un percorso chiaro per la decarbonizzazione di questi settori.
La proposta della Commissione di aggiornare la direttiva sulle emissioni industriali ridurrà significativamente le emissioni nocive provenienti dagli impianti industriali e dalle maggiori aziende zootecniche europee, garantendo nel contempo la certezza degli investimenti a lungo termine, incoraggiando l’innovazione e aumentando l’indipendenza dell’Europa in termini di energia e risorse. La revisione si basa sulla direttiva esistente, che riguarda circa 50 000 grandi impianti agroindustriali in Europa. Essi devono rispettare i limiti di emissione applicando le migliori tecniche disponibili determinate dall’industria, dagli esperti nazionali e dell’UE e dalla società civile. Le nuove norme comprendono autorizzazioni più efficaci e un sostegno mirato all’innovazione per i pionieri e per gli investimenti dell’industria nell’economia circolare. Ciò rafforzerà i legami tra la riduzione dell’inquinamento e la decarbonizzazione e aumenterà la trasparenza e la partecipazione del pubblico al processo di autorizzazione.
In novembre la Commissione ha inoltre presentato una proposta relativa a nuove norme in materia di emissioni. Le nuove norme Euro 7 mirano a garantire che le autovetture, i furgoni, gli autocarri e gli autobus siano molto più puliti, specialmente nelle città in cui i problemi di inquinamento atmosferico sono più significativi, e per un periodo di tempo molto più lungo rispetto alle norme vigenti. La proposta affronta il problema delle emissioni dei tubi di scappamento, dei freni e degli pneumatici. Contribuisce inoltre al rispetto delle nuove norme più rigorose in materia di qualità dell’aria. Il registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti sarà inoltre trasformato in un portale delle emissioni industriali dell’UE che informa i cittadini in merito alle attività inquinanti nelle loro immediate vicinanze.
Quali sono le novità del regolamento Euro 7?
Per autovetture, furgoni, autocarri e autobus
Limiti per le emissioni prodotte dai freni
Norme sull’inquinamento da microplastica prodotto dagli pneumatici
I veicoli devono rispettare le norme sulle emissioni per un periodo più lungo
Prove delle emissioni più efficaci
Controllo digitale della conformità
Miglioramento delle prove di vigilanza del mercato
Per i veicoli a motore a combustione interna
Limiti di emissione indipendenti dalle tecnologie e dai carburanti
Regolamentazione delle sostanze inquinanti supplementari
Prove su strada con una gamma più ampia di condizioni di guida
Per i veicoli elettrici e ibridi plug-in
Prescrizioni sulla durabilità della batteria
Promuovere l’agricoltura biologica e gli alimenti di qualità
L’agricoltura sostenibile e la riduzione dell’uso dei pesticidi sono fondamentali per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine. Nel 2021 gli Stati membri hanno presentato i loro piani di riforma della politica agricola comune a seguito delle raccomandazioni della Commissione. Nell’agosto 2022 la Commissione ha formalmente approvato tali piani strategici della politica agricola comune, che delineano l’uso che ciascuno Stato membro intende fare dei pagamenti diretti e degli interventi economici a sostegno dello sviluppo rurale. La nuova legislazione, che entrerà in vigore nel 2023, aprirà la strada a una politica agricola più equa, più verde ed efficiente. Cercherà di garantire un futuro sostenibile per gli agricoltori europei, fornirà un sostegno più mirato alle aziende agricole più piccole e offrirà agli Stati membri dell’UE maggiore flessibilità per adattare le misure alle condizioni locali.
In marzo la Commissione ha adottato una proposta volta a rafforzare il sistema di protezione delle indicazioni geografiche, comprese le denominazioni di alcuni vini, prodotti agricoli e bevande spiritose. Il sistema delle indicazioni geografiche protegge le denominazioni di prodotti specifici al fine di promuovere le qualità, le caratteristiche o la reputazione uniche legate alla loro origine geografica, nonché le competenze tradizionali associate alla loro produzione.
La cerimonia inaugurale dei premi dell’UE per la produzione biologica si è tenuta a Bruxelles (Belgio) nel settembre 2022 in occasione della Giornata europea della produzione biologica. Gli otto vincitori, provenienti da Belgio, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Austria e Svezia, simboleggiano la crescita e l’innovazione del settore biologico europeo, nonché il suo contributo alla riduzione dell’impatto dell’agricoltura sul clima e sull’ambiente.
Vita sostenibile
Le città e i cittadini hanno un ruolo fondamentale da svolgere nella creazione di un’Europa verde e sostenibile. L’UE mira a sostenere i progetti voluti dalle persone e le autorità locali nella progettazione congiunta di questo nuovo mondo attraverso il sostegno finanziario e le iniziative ambientali.
Nel 2022, 100 sindaci di tutta l’UE hanno firmato il Green City Accord, impegnando le loro città ad affrontare la gestione ambientale in cinque ambiti: aria, acqua, natura e biodiversità, economia circolare e rifiuti, e rumore. L’iniziativa dell’UE mira a rendere le città più pulite, più verdi e più sane.
Annunciata per la prima volta nel 2020, l’iniziativa del nuovo Bauhaus europeo riunisce cittadini, esperti, imprese e istituzioni per immaginare in modo nuovo una vita sostenibile in Europa e nel resto del mondo. Oltre a creare una piattaforma per la sperimentazione e la connessione, l’iniziativa sostiene il cambiamento positivo offrendo anche a progetti belli, sostenibili e inclusivi l’accesso ai finanziamenti dell’UE.
Al fine di sostenere l’innovazione urbana e le capacità e conoscenze delle città per costruire un futuro sostenibile è stata istituita, nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale, l’Iniziativa urbana europea. Il primo invito a presentare proposte, pubblicato in ottobre, ha messo a disposizione 50 milioni di euro di finanziamenti dell’UE per sostenere progetti innovativi del nuovo Bauhaus europeo nelle città dell’UE. Le città sono state invitate a presentare idee di progetto sull’economia circolare e la neutralità in termini di emissioni di carbonio, sulla conservazione del patrimonio culturale, sull’adattamento degli edifici per soluzioni abitative a prezzi accessibili e sulla riqualificazione degli spazi urbani in linea con i valori del nuovo Bauhaus europeo di sostenibilità, inclusività ed estetica.
I vincitori dei premi del nuovo Bauhaus europeo 2022 sono stati annunciati in occasione del primo festival del nuovo Bauhaus europeo, tenutosi a giugno, che ha riunito persone provenienti da tutta l’UE per celebrare e condividere approcci dal basso e creativi alla transizione verde. Sono stati premiati progetti di 15 diversi Stati membri.
Per sottolineare lo spirito innovativo dei giovani, fra i premi del nuovo Bauhaus europeo figura il premio «Rising Star» per progetti ideati da persone di età inferiore ai 30 anni. Quale complemento dell’Anno europeo dei giovani 2022, «il nuovo Bauhaus europeo» è stato al centro di DiscoverEU, un’iniziativa annuale che aiuta i giovani di 18 anni a viaggiare gratuitamente in tutta Europa. In tale contesto è stata elaborata una rotta del nuovo Bauhaus europeo che i partecipanti possono seguire.
Insieme alla coalizione «Istruzione per il clima», l’UE ha annunciato un invito a presentare progetti di trasformazione dei luoghi di apprendimento al fine di creare una rete per trasformare gli spazi di apprendimento in tutta la società.
In risposta al conflitto armato in Ucraina, gli esperti del nuovo Bauhaus europeo stanno analizzando le esigenze abitative di emergenza e progettando alloggi sostenibili in vista della ricostruzione postbellica (cfr. capitolo 1).
Mobilità sostenibile e intelligente
La Commissione ha lanciato ufficialmente l’Alleanza per un’aviazione a emissioni zero, un’iniziativa europea volontaria tra soggetti pubblici e privati per preparare gli aeromobili elettrici e a idrogeno all’uso commerciale. Con un numero stimato di 26 000 aeromobili a emissioni zero entro il 2050, l’Alleanza rispetterà l’impegno di allineare il settore agli ambiziosi obiettivi dell’UE in materia di clima.
Nel 2022 è entrato in vigore il regolamento dell’UE sulla sicurezza generale dei veicoli il cui obiettivo è garantire una maggiore sicurezza delle automobili e degli altri veicoli e stabilire inoltre un quadro per i veicoli automatizzati. Primo nel suo genere al mondo, tale quadro normativo protegge i consumatori, promuoverà l’innovazione e migliorerà la competitività dell’industria automobilistica europea.
Aiutare il settore pubblico a diventare più ecologico
Lo strumento di sostegno tecnico della Commissione ha finanziato un progetto multinazionale volto a rafforzare la sostenibilità a lungo termine del settore pubblico e a ridurne al minimo l’impatto negativo sull’ambiente. Il progetto mira inoltre a promuovere l’efficienza, la responsabilità e la trasparenza delle politiche pubbliche.
Finora le pubbliche amministrazioni di 23 Stati membri hanno scambiato conoscenze e migliori pratiche sulle modalità per ridurre l’impatto della spesa di bilancio sul clima, ad esempio acquistando beni e servizi con un minore impatto ambientale e promuovendo la mobilità verde e le pratiche sostenibili per i viaggi d’affari.
Nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa 2021-2027, lo strumento di finanziamento dell’UE a sostegno del Green Deal, la Commissione sta investendo in un’ampia gamma di progetti di infrastrutture di trasporto in tutta l’UE, che mirano a migliorare le infrastrutture transfrontaliere e a promuovere le nuove tecnologie. Tra gli esempi figurano il tunnel Lione-Torino, il collegamento fisso della cintura di Fehmarn e il progetto Rail Baltica.
Per rendere l’infrastruttura di trasporto europea idonea all’uso sia civile che difensivo, la Commissione ha adottato un piano d’azione sulla mobilità militare e ha reso più rapido il processo di concessione delle sovvenzioni per i progetti a sostegno della mobilità militare. Altri progetti contribuiranno alla realizzazione di infrastrutture per il previsto aumento della mobilità efficiente sotto il profilo energetico e a zero emissioni.
In totale, nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa sono disponibili sovvenzioni per 25,8 miliardi di euro per cofinanziare progetti relativi alla rete transeuropea dei trasporti negli Stati membri dell’UE.
A seguito dell’Anno europeo delle ferrovie 2021, l’UE ha iniziato ad attuare il suo nuovo piano d’azione per promuovere il trasporto ferroviario di passeggeri transfrontaliero e a lunga percorrenza. La Commissione ha invitato le imprese ferroviarie, i gestori dell’infrastruttura e le autorità nazionali a proporre servizi pilota transfrontalieri che affrontino gli ostacoli che ancora si frappongono al trasporto ferroviario transfrontaliero. La transizione verso trasporti sostenibili, che fa parte del pacchetto globale del Green Deal, garantirà che le comunità e l’economia dell’UE possano prosperare in un ambiente sano e sicuro, ben oltre il 2050.
Serve un nuovo impulso per il trasporto ferroviario transfrontaliero di passeggeri
4. Un’Europa pronta per l’era digitale
Introduzione
Strettamente interconnesso con l’obiettivo dell’UE della neutralità climatica è il suo progetto di guidare l’Europa nell’era digitale. Il suo piano decennale, noto anche come decennio digitale, comprende obiettivi per la digitalizzazione dei servizi pubblici e delle imprese, per la creazione di infrastrutture digitali come il 5G e i supercomputer e per l’acquisizione da parte dei cittadini dell’UE delle competenze necessarie per muoversi con sicurezza nell’ambiente digitale. Il programma strategico per il decennio digitale 2030, adottato dall’UE nel 2022, consentirà agli Stati membri di raggiungere tali obiettivi.
Il decennio digitale dell’UE segnerà un periodo di transizioni pionieristiche verso un mondo più sicuro e più sostenibile. A tal fine, nel 2022 l’UE ha preso provvedimenti per aggiornare le norme in materia di cibersicurezza, riconoscere i diritti digitali e aumentare la responsabilità dei fornitori di servizi digitali, predisponendo inoltre le infrastrutture digitali necessarie e sostenendo lo sviluppo delle competenze digitali. Ha altresì proposto nuove norme per un accesso più equo ai dati e ha compiuto progressi nella regolamentazione della digitalizzazione di diversi settori.
Digitalizzazione per i cittadini
Il decennio digitale dell’UE si fonda su un approccio antropocentrico alla digitalizzazione. Ciò significa che i diritti e le libertà delle persone devono essere rispettati online così come avviene offline. Nel 2022 l’UE ha adottato la dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale, che stabilisce chiari punti di riferimento per garantire che le persone siano protette e dotate di maggiore autonomia e responsabilità quando interagiscono con le nuove tecnologie.
Cibersicurezza e resilienza
All’aumentare del tempo che trascorriamo online e del livello di interconnessione della società, le minacce informatiche diventano sempre più diffuse e potenzialmente più pericolose. La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina rappresenta inoltre una minaccia unica per la ciberdifesa dell’Europa.
Nel 2022 l’UE ha aggiornato la normativa relativa alle misure volte a conseguire un livello comune elevato di cibersicurezza in tutti gli Stati membri. Pubblicate nel dicembre 2022, le nuove norme, note come direttiva NIS2, hanno sostituito la precedente direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (direttiva NIS) il 16 gennaio 2023. Al fine di contribuire ad aumentare il livello generale di cibersicurezza in Europa, le nuove norme ampliano l’elenco dei soggetti e dei settori critici che devono attuare misure di gestione dei rischi.
Ampliamento dell’ambito di applicazione: più settori e servizi come soggetti essenziali o importanti
Fornitori di reti o di servizi pubblici di comunicazione elettronica
Acque reflue e gestione dei rifiuti
Fabbricazione di determinati prodotti critici (come i prodotti farmaceutici, i dispositivi medici e le sostanze chimiche)
Prodotti alimentari
Servizi digitali (quali le piattaforme di servizi di social network e i servizi di data center)
Spazio
Servizi postali e di corriere
Pubblica amministrazione
© Adobe Stock
Le infrastrutture critiche, come i cavi sottomarini e le condotte di trasporto e di comunicazione, sono spesso strettamente collegate a molti servizi digitali diversi e pertanto devono essere protette. Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e altri incidenti hanno dimostrato che la resilienza delle infrastrutture critiche dell’UE è minacciata. Grazie alla legislazione approvata di recente, l’UE disporrà presto di un quadro giuridico aggiornato e completo per rafforzare la resilienza fisica e informatica delle infrastrutture critiche.
Data la rapida evoluzione del panorama delle minacce, la Commissione europea ha proposto di rafforzare la capacità di allarme rapido e di risposta alle perturbazioni delle infrastrutture critiche attraverso il meccanismo unionale di protezione civile. La proposta invita inoltre a rafforzare la cooperazione con i partner principali e i paesi vicini sulla resilienza delle infrastrutture critiche.
Per quanto riguarda i prodotti digitali che utilizziamo nella vita quotidiana, nel settembre 2022 la Commissione ha presentato la proposta di una nuova legge sulla ciberresilienza. Attualmente molti prodotti, quali baby monitor, dispostivi intelligenti o altoparlanti ad attivazione vocale, hanno un basso livello di cibersicurezza, che comporta vulnerabilità diffuse e aggiornamenti incoerenti. Inoltre, è spesso difficile per gli utilizzatori sapere se specifici prodotti sono sicuri contro le minacce informatiche. La nuova proposta garantirà che i fabbricanti migliorino la sicurezza dei loro prodotti e la trasparenza delle caratteristiche di sicurezza.
Regolamento sui servizi digitali e regolamento sui mercati digitali
Le piattaforme online sono un altro elemento chiave del mondo digitale odierno. Consentono alle persone di comunicare, reperire informazioni e fare acquisti online ma, allo stesso tempo, possono anche comportare rischi connessi a contenuti illegali o nocivi e a pratiche di mercato sleali. Per questo motivo l’UE ha introdotto il regolamento sui servizi digitali e il regolamento sui mercati digitali, entrambi entrati in vigore nel novembre 2022.
Il regolamento sui servizi digitali stabilirà un nuovo standard senza precedenti in materia di responsabilità delle piattaforme online e dei motori di ricerca per quanto riguarda i contenuti illegali e nocivi. Quando inizierà ad applicarsi, per la prima volta intorno all’autunno 2023 per le piattaforme online di dimensioni molto grandi e i motori di ricerca online di dimensioni molto grandi, e nel febbraio 2024 per tutte le altre piattaforme, fornirà una maggiore protezione degli utenti di internet e dei loro diritti fondamentali online. I fornitori trarranno beneficio da un insieme unico di norme nel mercato interno e le piattaforme più piccole saranno in grado di espandersi più facilmente.
In tale contesto, il regolamento sui mercati digitali, che si applicherà dal 2 maggio 2023, contrasterà le pratiche sleali delle grandi piattaforme online, i cosiddetti «gatekeeper» (controllori dell’accesso). I gatekeeper saranno tutti designati entro il 6 settembre 2023 e dovranno conformarsi agli obblighi stabiliti dal regolamento al più tardi entro il 6 marzo 2024. Il regolamento contiene un elenco di pratiche da seguire e da evitare che i gatekeeper saranno tenuti a rispettare: ad esempio, non potranno più posizionare i propri prodotti in modo più favorevole rispetto a prodotti analoghi offerti da terzi sulla piattaforma del gatekeeper.
Gatekeeper
I gatekeeper sono piattaforme digitali con:
- oltre 45 milioni di utenti finali attivi ogni mese
- un fatturato pari o superiore a 7,5 miliardi di euro negli ultimi tre esercizi finanziari
I gatekeeper non potranno:
- promuovere eccessivamente i propri prodotti
- imporre il proprio metodo di pagamento come unica possibilità di pagamento
- riutilizzare i dati personali raccolti durante un servizio ai fini di un altro servizio
- imporre condizioni inique agli utenti commerciali
- preinstallare determinate applicazioni software
- imporre limitazioni agli utenti commerciali delle piattaforme
- ricorrere a determinate pratiche di vendita aggregata (ad es. vendere articoli diversi in un pacchetto)
Le imprese che non rispettano i nuovi obblighi rischiano ammende fino al 10 % del loro fatturato mondiale, o fino al 20 % in caso di recidiva
Regolamento sulle piattaforme di locazione a breve termine
Al fine di proteggere i turisti, la Commissione ha inoltre proposto di rendere più trasparenti i dati relativi alle prenotazioni e alle locazioni di alloggi per brevi periodi, in particolare per quanto riguarda la possibilità di chiedere informazioni sulla proprietà, l’indirizzo e il numero di registrazione dell’attività. Ciò consentirà alle autorità cittadine di collaborare con le piattaforme di prenotazione per rimuovere gli annunci non autorizzati ed evitare che i consumatori prenotino alloggi illegali.
Un altro decennio di roaming
Grazie al nuovo e migliorato regolamento sul roaming, entrato in vigore nel luglio 2022, i cittadini potranno usufruire del roaming a tariffa nazionale per almeno altri dieci anni e di maggiori velocità di connessione mobile quando viaggiano all’estero. Possono inoltre ricevere informazioni sui servizi soggetti a costi aggiuntivi, essere meglio tutelati da costi imprevisti derivanti dal collegamento automatico dei telefoni alle reti satellitari e ricevere informazioni sui mezzi alternativi di accesso ai servizi di emergenza all’estero nell’UE.
Caricabatteria standardizzati
Grazie alle nuove norme, i consumatori dell’UE potranno presto utilizzare la stessa soluzione di ricarica per tutti i loro dispositivi elettronici, evitando così di dover acquistare un altro caricatore con ogni nuovo dispositivo. Entro la fine del 2024, tutti i telefoni cellulari, i tablet e le fotocamere venduti nell’UE dovranno essere dotati di una porta di ricarica USB di tipo C, mentre dalla primavera del 2026 l’obbligo si estenderà ai laptop. Ciò consentirà ai consumatori di ridurre i rifiuti elettronici.
Tipi di dispositivi elettronici contemplati dalla direttiva
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Il digitale per l’industria
Connettività
Una maggiore connettività migliora la qualità della vita e l’economia, e sta assumendo più importanza anche per uno stile di vita sostenibile. Tuttavia, esiste ancora un divario digitale tra le zone urbane e quelle rurali e remote.
Gli Stati membri dell’UE si sono impegnati a investire circa 130 miliardi di euro a tiolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) in misure che contribuiscono alla trasformazione digitale, comprese misure a favore della connettività. Questa cifra corrisponde al 26 % dell’importo totale dei fondi richiesti dagli Stati membri nell’ambito del dispositivo alla fine del 2022 e va ben oltre il requisito minimo del 20 % per la spesa digitale (cfr. capitolo 6 per ulteriori informazioni sui piani per la ripresa e la resilienza).
I 27 piani nazionali per la ripresa e la resilienza complessivamente comprendono misure a favore della connettività per un valore di circa 16,5 miliardi di euro. L’obiettivo è di sviluppare l’infrastruttura di rete digitale nei prossimi quattro anni, anche nelle regioni rurali e remote, così che possano prosperare, e di promuovere l’innovazione e la sostenibilità. L’UE favorirà gli investimenti nella connettività anche attraverso il nuovo Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, InvestEU e i prestiti della Banca europea per gli investimenti.
Nel 2022 la Commissione ha inoltre pubblicato i primi inviti a presentare proposte nell’ambito del programma digitale del meccanismo per collegare l’Europa (MCE — Digitale) per migliorare l’infrastruttura di connettività dell’UE. La Commissione cofinanzierà iniziative per dotare le principali vie di trasporto e le comunità locali in Europa della connettività 5G, per installare o potenziare reti essenziali che supportano tecnologie avanzate e per gettare le basi per la creazione di piattaforme digitali operative per le infrastrutture dei trasporti e dell’energia in tutta l’UE.
Programma Europa digitale
Con una dotazione di 7,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, il programma Europa digitale è il primo programma di finanziamento dell’UE che mira a portare la tecnologia digitale alle imprese, ai cittadini e alle pubbliche amministrazioni.
Nel 2022 sono stati pubblicati diversi inviti a presentare proposte, comprendenti opportunità di finanziamento per progetti relativi a: spazi di dati, infrastrutture blockchain, corsi di formazione sulle competenze digitali avanzate, intelligenza artificiale (IA) e attività volte a migliorare la cooperazione in materia di cibersicurezza tra gli Stati membri e la Commissione.
Sono stati inoltre pubblicati inviti in relazione ai centri nazionali per il calcolo ad alte prestazioni, alla realizzazione di sistemi e reti QCI (infrastruttura di comunicazione quantistica) nazionali avanzati e ai poli europei dell’innovazione digitale.
La normativa europea sui chip: rafforzare la competitività dell’Europa
I chip e i semiconduttori sono gli elementi costitutivi di tutti i prodotti elettronici, dai dispositivi intelligenti ai sistemi spaziali e di difesa. Svolgono un ruolo centrale nelle economie odierne e nella nostra vita quotidiana. La recente carenza di chip a livello mondiale ha perturbato le catene di approvvigionamento, ha causato carenze di prodotti che spaziano dalle automobili ai dispositivi medici e, in alcuni casi, ha persino costretto le fabbriche a chiudere.
Per prevenire simili perturbazioni in futuro, l’UE ha proposto la normativa europea sui chip, che contribuirà a rafforzare l’ecosistema dei semiconduttori dell’UE perseguendo diversi obiettivi strategici. L’UE, ad esempio, dovrà rafforzare la propria leadership nel campo della ricerca e della tecnologia e la propria capacità di innovazione nella progettazione, nella fabbricazione e nell’imballaggio di chip avanzati. Allo stesso tempo, la normativa europea sui chip mira anche ad affrontare le carenze di competenze nella produzione avanzata, in modo che l’UE rimanga un luogo in grado di attrarre i migliori talenti del mondo in questo importante settore.
Progressi nella strategia europea per i dati
I dati, in particolare quelli industriali, contribuiscono ad alimentare l’economia digitale; tuttavia, il loro pieno potenziale è ancora in gran parte inutilizzato. La normativa sui dati, proposta nel 2022, comprende nuove norme che stabiliscono chi può accedere ai dati generati nell’UE in tutti i settori economici e utilizzarli.
In aggiunta l’iniziativa GreenData4All contribuirà a realizzare la trasformazione verde e digitale dell’Europa aggiornando le norme dell’UE sui dati geospaziali ambientali e sull’accesso del pubblico alle informazioni ambientali. L’obiettivo è di rendere i dati più facilmente disponibili per l’innovazione e le decisioni basate su elementi concreti.
Digitalizzazione dell’assistenza sanitaria nell’UE
I dati sanitari forniscono informazioni preziose ai prestatori di servizi sanitari e ai ricercatori. La pandemia di COVID-19 ha accelerato lo sviluppo e l’adozione di prodotti e servizi di sanità digitale, e ha reso la telesalute una prassi comune. Inoltre, ha evidenziato come dati aggiornati, affidabili e conformi ai principi FAIR (reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili) siano fondamentali per fornire un’assistenza efficiente in tempi di crisi e per sviluppare cure efficaci.
Lo spazio europeo dei dati sanitari, proposto nel maggio 2022, è il primo spazio comune dei dati in un settore specifico ad emergere dalla strategia dell’UE per i dati ed è parte integrante della costruzione di un’Unione europea della salute. Al suo centro si collocano gli interessi e i diritti delle persone.
L’obiettivo è di garantire che le persone nell’UE dispongano di un controllo maggiore sui loro dati sanitari elettronici e siano in grado di condividere le loro cartelle cliniche elettroniche con un medico di loro scelta, anche in un altro Stato membro. Garantirà inoltre un quadro giuridico costituito da meccanismi di governance dell’UE e degli Stati membri affidabili e da un ambiente di trattamento sicuro. Ciò consentirà a ricercatori, innovatori, responsabili delle politiche e regolatori, a livello di UE e nazionale, di accedere a dati sanitari elettronici pertinenti per favorire il miglioramento della diagnosi, delle cure e del benessere delle persone fisiche, e porterà a politiche migliori e ben informate. Ha altresì l’obiettivo di contribuire alla creazione di un autentico mercato unico per i prodotti e i servizi di sanità digitale tramite l’armonizzazione delle norme, incrementando così l’efficienza del sistema sanitario.
Spazio
Il programma spaziale europeo fornisce dati e servizi preziosi che offrono soluzioni per contrastare i cambiamenti climatici, apportare benefici socioeconomici ai cittadini, consentire l’innovazione digitale e rispondere alle esigenze di connettività emergenti. Nel novembre 2022 l’UE e i suoi Stati membri hanno raggiunto un accordo politico sull’istituzione del programma per una connettività sicura 2023-2027, con una dotazione di 2,4 miliardi di euro. Attraverso il programma sarà realizzata una costellazione di satelliti per l’UE, denominata IRIS2 (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite, infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite), con l’ausilio di un nuovo sistema di connettività spaziale sicura. Questo sistema all’avanguardia assicurerà una connettività affidabile, efficiente sotto il profilo dei costi e ultrasicura ai governi, alle imprese e ai cittadini in tutta Europa e nel resto del mondo. Si baserà sui sistemi dell’UE esistenti, quali Copernicus, Galileo, il programma di comunicazioni satellitari governative dell’Unione europea e l’infrastruttura europea di comunicazione quantistica, e li integrerà.
Nell’ambito dell’Anno europeo dei giovani, la Commissione europea ha lanciato un concorso, aperto ai giovani studenti europei e africani, per scegliere il nome del nuovo sistema di connettività spaziale dell’UE. Il nome vincitore, IRIS2, è stato proposto da due studenti.
Tale sistema richiede inoltre una solida attività di sorveglianza dello spazio e tracciamento per contribuire a proteggere le infrastrutture spaziali. Attivo sin dal 2016, il sistema dell’UE di sorveglianza dello spazio e tracciamento monitora ora 310 satelliti dell’UE, in modo da evitare collisioni nello spazio. Per far fronte all’aumento esponenziale del numero di satelliti e della quantità di detriti in orbita, nel 2022 l’UE ha adottato una comunicazione congiunta su un approccio dell’UE alla gestione del traffico spaziale.
Lo spazio svolge un ruolo importante anche in termini di difesa. In linea con il piano d’azione sulle sinergie tra l’industria civile, della difesa e dello spazio, la tabella di marcia dell’UE relativa alle tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa informa i cittadini e i portatori di interessi sulle ultime iniziative riguardanti la tecnologia e i suoi collegamenti con la sicurezza e la difesa. Stabilisce l’obiettivo di ridurre le dipendenze strategiche dell’UE in relazione alle tecnologie critiche e alle catene del valore per la sicurezza e la difesa.
Strategia 2.0 per i droni
Come annunciato in novembre nella strategia per una mobilità sostenibile e intelligente, l’UE ha varato la strategia 2.0 per i droni, in cui sono definite 19 misure per sviluppare un ecosistema sicuro e sostenibile per i droni entro il 2030. Tra queste figurano norme comuni di aeronavigabilità, requisiti in materia di formazione per i piloti, sostegno alla ricerca e all’innovazione e la definizione di criteri per un marchio volontario di droni approvati dal punto di vista della cibersicurezza. La strategia mira inoltre ad ampliare l’uso dei droni per il trasporto di passeggeri e merci, la sorveglianza delle infrastrutture critiche, il monitoraggio delle fuoriuscite di petrolio nonché per la sicurezza e la difesa, rafforzando nel contempo l’accettazione sociale affrontando le preoccupazioni in materia di rumore, sicurezza e riservatezza.
Istruzione digitale
Istruzione e competenze digitali
Per poter trarre vantaggio dalla transizione, i cittadini devono possedere le competenze che li aiuteranno a prosperare nel mondo digitale. L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società 2022 ha rivelato che solo il 54 % dei cittadini europei di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, mentre l’obiettivo del decennio digitale è dell’80 % entro il 2030. Ciò dimostra l’urgente necessità di un’azione più incisiva per sviluppare le competenze digitali dei cittadini europei. La piattaforma europea per le competenze e le occupazioni digitali, avviata nel 2022, mira a colmare tale divario.
L’UE ha inoltre collaborato con gli Stati membri per individuare le sfide legate all’offerta di un’istruzione e competenze digitali di alta qualità per tutti. I risultati di tali discussioni confluiranno nel piano d’azione per l’istruzione digitale. Nel 2022 l’UE ha continuato a fornire orientamenti per gli insegnanti e gli educatori sulla disinformazione e l’uso etico dell’IA e dei dati nell’insegnamento, entrambi elementi importanti dell’alfabetizzazione digitale. A seguito dello sviluppo del polo europeo dell’istruzione digitale, nel giugno 2022 è stata creata una comunità in cui gli educatori possono condividere le migliori pratiche.
Attraverso l’iniziativa Girls Go Circular, l’UE ha dotato 10 000 ragazze in tutta Europa di competenze digitali e imprenditoriali.
Nel marzo 2022 l’UE ha organizzato il primo forum dei portatori di interessi dell’istruzione digitale.
La decima edizione della EU Code Week si è tenuta dall’8 al 23 ottobre 2022, con 75 070 attività in 77 paesi.
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Supercomputer e intelligenza artificiale
Supercomputer
Un ecosistema di supercomputer di livello mondiale in Europa è essenziale per promuovere l’eccellenza scientifica e la forza industriale. Una rete di supercomputer garantirebbe inoltre la sovranità tecnologica dell’UE, che quindi sarebbe proprietaria delle sue importanti tecnologie digitali.
Nel giugno 2022 l’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo (impresa comune EuroHPC) — un’entità giuridica che consente ai paesi partecipanti di mettere in comune le risorse per la creazione di supercomputer — ha inaugurato il supercomputer LUMI a Kajaani (Finlandia), a cui ha fatto seguito l’inaugurazione del supercomputer Leonardo a Bologna (Italia) nel novembre 2022. LUMI e Leonardo sono i due supercomputer più veloci in Europa, rispettivamente il terzo e il quarto più veloci al mondo.
La loro potenza di calcolo integra i supercomputer esistenti dell’impresa comune EuroHPC: Discoverer in Bulgaria, Karolina in Cechia, MeluXina in Lussemburgo e Vega in Slovenia. Altri due supercomputer EuroHPC sono attualmente in fase di realizzazione: MareNostrum5 a Barcellona (Spagna) e Deucalion in Portogallo.
Nel 2022 è stato annunciato che il primo supercomputer europeo a esascala, Jupiter, sarà ospitato presso il centro di supercalcolo di Jülich in Germania. La capacità a esascala rappresenta una tappa tecnologica importante per l’UE e promuove notevolmente l’eccellenza scientifica europea, il che avrà effetti positivi anche per le tecnologie complementari, come l’informatica quantistica, i gemelli digitali e i megadati.
Nell’ottobre 2022 sono stati selezionati sei siti in tutta l’UE per ospitare e gestire i primi computer quantistici, in Cechia, Germania, Spagna, Francia, Italia e Polonia. Si tratta di computer in grado di eseguire calcoli troppo complessi per i computer standard.
Intelligenza artificiale
L’IA è una delle tecnologie emergenti più importanti: è già al centro di molti degli strumenti che utilizziamo quotidianamente, come gli algoritmi dei social media, e renderà possibili nuove tecnologie quali i veicoli autonomi.
Nel 2022 il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno proseguito i negoziati sulla proposta di legge sull’intelligenza artificiale, che mira a introdurre un quadro normativo comune per l’IA. La Commissione e il governo spagnolo hanno presentato un progetto pilota del primo spazio di sperimentazione normativa per l’IA, che consente alle imprese di esaminare gli effetti delle norme del quadro su determinati progetti di IA in un ambiente controllato. Questa sperimentazione contribuirà a garantire l’attuazione della legislazione entro due anni. Le prove sono iniziate nell’ottobre 2022 e i risultati saranno pubblicati nella seconda metà del 2023.
Finanza digitale
Atto sulla resilienza operativa digitale
Il 2022 ha segnato una tappa importante per quanto riguarda il pacchetto sulla finanza digitale: il 14 dicembre 2022 è stato pubblicato l’atto sulla resilienza operativa digitale, che è entrato in vigore il 16 gennaio 2023. Il settore finanziario è sempre più dipendente dal software e dalla digitalizzazione, il che comporta un aumento dei rischi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). La nuova legislazione garantirà che le imprese finanziarie siano in grado di sostenere le minacce connesse alle TIC. Le banche, le borse, le stanze di compensazione e le altre società finanziarie dovranno rispettare norme rigorose per prevenire e limitare l’impatto degli incidenti connessi alle TIC. L’accordo introduce inoltre un quadro di sorveglianza dei fornitori di servizi che prestano servizi essenziali, come il cloud computing, agli istituti finanziari.
Regolamento sulle cripto-attività
L’UE è una delle prime giurisdizioni importanti del mondo a elaborare un quadro normativo completo per le norme sulle cripto-attività, ossia la proposta di regolamento relativo ai mercati delle cripto-attività. Le nuove norme forniranno un quadro giuridico chiaro per le cripto-attività che non sono già disciplinate da altre normative finanziarie dell’UE, tutelando in tal modo i consumatori, l’integrità del mercato e la stabilità finanziaria.
Per gli «stablecoin», vale a dire criptovalute meno volatili delle criptovalute classiche, l’accordo stabilisce requisiti rigorosi in materia di istituzione, autorizzazione e gestione della riserva, compresa la vigilanza dell’UE per gli «stablecoin» significativi di importanza sistemica. Anche i fornitori di servizi per le cripto-attività dovranno essere autorizzati nell’UE e, di conseguenza, saranno in grado di prestare i loro servizi in tutta l’UE.
I colegislatori hanno inoltre raggiunto un accordo sulla proposta di modifica del regolamento sul trasferimento di fondi. L’accordo prevede l’obbligo per tutti i prestatori di servizi per le cripto-attività coinvolti nei trasferimenti di cripto-attività di raccogliere i dati relativi ai cedenti e ai cessionari dei trasferimenti di cripto-attività che effettuano e di renderli accessibili alle autorità competenti per la lotta contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Le nuove norme rafforzeranno in modo significativo il monitoraggio e la tracciabilità dei trasferimenti di cripto-attività e garantiranno la conformità alle misure pertinenti come chiesto nelle raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale.
5. Proteggere le persone e le libertà
Introduzione
Pur provenendo da contesti diversi, i cittadini dell’UE condividono lo stesso insieme di valori sui quali l’UE si fonda (articolo 2 del trattato sull’Unione europea), in particolare rispetto della dignità umana e dei diritti umani, libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, come stabilito nei trattati dell’UE e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Nel 2022 l’UE ha continuato ad affrontare la pandemia in corso e a sostenere le campagne di vaccinazione nell’UE e nel resto del mondo. Ha inoltre conseguito progressi nelle sue attività di preparazione alle future minacce sanitarie, si è attivata per proteggere la libertà di circolazione, la libertà di parola e i diritti dei minori e ha prestato assistenza alle persone in fuga dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Una salute migliore
COVID-19
La pandemia di COVID-19 non è finita: continuano ad emergere nuove varianti e la vaccinazione rimane fondamentale per attenuare gli effetti nocivi del virus.
Nel 2022 la strategia dell’UE in materia di vaccini ha continuato a dimostrarsi efficace. Dall’inizio della pandemia sono state somministrate agli europei, in totale, 966 099 169 dosi. L’evoluzione delle varianti della COVID-19 richiede tuttavia l’impiego di vaccini adattati. Nel 2022 l’UE ha autorizzato l’uso di vaccini adattati nell’ambito di un nuovo programma di richiamo per evitare un aumento dei casi. Ha inoltre pubblicato la relazione Report of the COVID-19 therapeutics sub-group : COVID-19 therapeutic innovation booster sul propulsore di innovazione terapeutica per la COVID-19, che fornisce orientamenti sullo sviluppo di nuove cure per la COVID-19.
Oltre alle campagne di vaccinazione in corso, l’UE sta affrontando gli effetti a lungo termine dell’infezione da COVID-19, come la sindrome post-COVID. La Commissione europea finanzia studi di coorte di vasta portata, che monitorano le popolazioni di tutto il mondo per un lungo periodo di tempo. Anche i progetti di ricerca finanziati a titolo di Orizzonte 2020 e di Orizzonte Europa analizzano casi relativi a patologie di lunga durata che appaiono a seguito di un’infezione da COVID-19.
Insieme ai suoi Stati membri, l’UE sta costruendo un’Unione europea della salute solida per meglio proteggere la salute dei cittadini dell’UE, prevenire pandemie future e prepararsi ad affrontarle nonché migliorare nel complesso i sistemi sanitari europei. A tal fine era necessario un quadro giuridico migliore. Il nuovo regolamento sulle minacce sanitarie transfrontaliere, adottato nel 2022, fornirà all’UE un quadro giuridico completo per disciplinare un’azione coordinata in materia di preparazione, sorveglianza, valutazione dei rischi e misure di allarme rapido e di risposta.
L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA), il nuovo servizio della Commissione europea, è un’altra componente importante di un’unione sanitaria solida. L’HERA contribuisce allo sviluppo, alla produzione, all’approvvigionamento, alla costituzione di scorte e alla distribuzione di contromisure mediche in caso di emergenza sanitaria.
Nel 2022 l’UE ha rafforzato l’autorità di un’agenzia sanitaria esistente. L’Agenzia europea per i medicinali può ora monitorare il settore sanitario e intervenire per prevenire le carenze di medicinali e accelerare le approvazioni dei medicinali per porre fine a una crisi di sanità pubblica. Anche al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie è stata conferita una maggiore autorità per sostenere l’UE e i suoi Stati membri nella prevenzione e nel controllo delle minacce connesse alle malattie trasmissibili.
Il certificato COVID digitale dell’UE, uno strumento importante al culmine della pandemia, è stato prorogato di un altro anno e continuerà ad applicarsi fino al 30 giugno 2023. Tale proroga consentirà alle persone di utilizzare i loro certificati per viaggiare in tutta l’UE in caso di peggioramento della situazione epidemiologica e di reintroduzione delle restrizioni di viaggio.
Per migliorare l’accesso ai vaccini nei paesi a basso reddito, l’UE, congiuntamente ai suoi Stati membri e alle istituzioni finanziarie, ha erogato oltre 5 miliardi di euro attraverso l’iniziativa «accesso globale ai vaccini contro la COVID-19» (cfr. capitolo 8 per ulteriori informazioni sulle donazioni finalizzate a contribuire alla campagna di vaccinazione al di fuori dell’UE).
Strategia globale in materia di salute
Una strategia sanitaria globale ambiziosa è fondamentale in un mondo in cui le malattie non conoscono frontiere. Tale strategia deve tenere conto del fatto che la salute è un bene comune globale e svolge un ruolo importante per il benessere umano, la stabilità sociale e lo sviluppo sostenibile.
Per tale motivo la strategia globale dell’UE in materia di salute, adottata a novembre e fondata sui principi di equità e solidarietà e sui diritti umani, è incentrata sul miglioramento dei partenariati con altre regioni per garantire una migliore risposta alle minacce sanitarie globali. Le minacce per la salute, come la resistenza antimicrobica e gli agenti patogeni che potrebbero innescare un’epidemia, stanno diventando sempre più complesse e si manifestano in un contesto geopolitico in evoluzione. I cambiamenti climatici, i cambiamenti relativi alla biodiversità e l’inquinamento si ripercuoteranno in modo particolare sulla salute delle persone e dei paesi più vulnerabili. La strategia segue pertanto i principi «One Health», riconoscendo che la salute umana, animale e ambientale sono strettamente interconnesse.
Guardando al 2030, si prospettano sfide importanti. Molti paesi sono in ritardo nel conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile in materia di salute per il 2030. La strategia sanitaria dell’UE adotterà pertanto un approccio globale e affronterà tre priorità fondamentali: rafforzare i sistemi sanitari, promuovere la copertura sanitaria universale e combattere le minacce sanitarie attuali e future.
L’UE continuerà a rivestire un ruolo guida nell’ambito della sanità a livello mondiale, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità, e a creare partenariati internazionali affidabili attraverso il Global Gateway (cfr. capitolo 8). La digitalizzazione e la ricerca saranno i fattori chiave di questa strategia (cfr. capitolo 4 per ulteriori informazioni sulla digitalizzazione dell’assistenza sanitaria).
Piano europeo di lotta contro il cancro
Adottato nel 2021, il piano europeo di lotta contro il cancro esprime il rinnovato impegno dell’UE a favore della prevenzione e della parità di accesso alla diagnosi e alla cura del cancro. Si tratta di un altro elemento costitutivo fondamentale dell’Unione europea della salute. Il piano mira non solo a conseguire miglioramenti concreti per i pazienti, ma anche a fornire un sostegno supplementare ai sopravvissuti al cancro e agli operatori sanitari in tutta Europa. Le azioni previste nell’ambito del piano sono sostenute da una dotazione di quattro miliardi di euro, a titolo di programmi quali «UE per la salute» (EU4Health) e la missione contro il cancro di Orizzonte Europa, destinata alla ricerca e alle iniziative di lotta contro il cancro. Tra gli esempi figurano lo sviluppo di un programma di formazione interspecialistica sul cancro e di una rete per i giovani sopravvissuti al cancro.
Nel dicembre 2022 il Consiglio dell’Unione europea ha adottato una proposta relativa a un nuovo approccio allo screening dei tumori per garantire che il 90 % della popolazione dell’UE che soddisfa i requisiti per lo screening del carcinoma della mammella, della cervice uterina e del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi entro il 2025. L’applicazione dello screening è stata estesa a tre nuovi ambiti: carcinoma prostatico, polmonare e gastrico.
Nuovo approccio allo screening dei tumori
Un altro sviluppo significativo occorso nel 2022 per quanto riguarda le norme in materia di cancro è rappresentato dalla proposta di modifica della direttiva sull’esposizione all’amianto durante il lavoro. L’amianto è una sostanza cancerogena estremamente pericolosa ancora presente in molti edifici europei, che causa numerosi decessi evitabili nell’UE. I lavoratori possono essere esposti a questa sostanza durante le opere di ristrutturazione o demolizione di edifici. In seguito alle modifiche, l’UE abbasserà il livello di amianto cui una persona può essere esposta sul luogo di lavoro e introdurrà metodi di misurazione dell’amianto più sensibili e precisi.
Il 2022 è stato anche l’anno di avvio del registro europeo delle disuguaglianze oncologiche, al quale sta tuttora lavorando la rete dell’UE dei centri oncologici integrati, e di una serie di azioni congiunte in cui l’UE ha sostenuto le autorità nazionali nel promuovere iniziative quali un programma di vaccinazione contro il papillomavirus umano per ragazze e ragazzi.
La strategia farmaceutica per l’Europa
La strategia farmaceutica per l’Europa, adottata nel 2020, è una tabella di marcia ambiziosa che mira a potenziare l’innovazione nell’industria farmaceutica, a rendere i medicinali più accessibili e a prezzi abbordabili e ad affrontare le esigenze mediche insoddisfatte, ad esempio in relazione ai medicinali per i bambini e per i pazienti affetti da malattie rare.
Il primo passo verso il conseguimento di tali obiettivi è stata l’adozione da parte dell’UE del regolamento relativo alla valutazione delle tecnologie sanitarie. Nel 2022 è stato inoltre sottoposto a valutazione il quadro farmaceutico dell’UE, la cui revisione è prevista per l’inizio del 2023. Le modifiche che l’UE intende apportare accelereranno l’accesso a medicinali di qualità, sicuri e a prezzi accessibili in tutti gli Stati membri. Affronteranno le carenze e aiuteranno gli Stati membri a cogliere i vantaggi delle tecnologie mediche del futuro, conferendo nel contempo all’UE un ruolo guida a livello mondiale in materia di innovazione.
Nel luglio 2022 la Commissione ha inoltre adottato la proposta di regolamento sui parametri di qualità e sicurezza per le sostanze di origine umana (quali sangue, tessuti e cellule) destinate all’applicazione sugli esseri umani. Il nuovo regolamento aggiorna la normativa vigente introducendo parametri di sicurezza e qualità più rigorosi per la circolazione transfrontaliera di questi prodotti sanitari di rilevanza critica. I donatori e i riceventi sono meglio protetti, mentre le norme transfrontaliere consentono una maggiore solidarietà tra gli Stati membri.
Nella primavera del 2022 la Commissione, di concerto con gli Stati membri e i portatori di interessi della sanità pubblica, ha elaborato misure volte ad affrontare il crescente onere connesso alle malattie non trasmissibili, compresa la salute mentale. Nell’ambito dell’iniziativa «Healthier Together» sulle malattie non trasmissibili sono stati stanziati oltre 156 milioni di euro nel 2022.
I cinque ambiti dell’iniziativa «Healthier Together»
1.
Determinanti della salute per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie
2.
Diabete
3.
Malattie cardiovascolari
4.
Malattie respiratorie croniche
5.
Salute mentale e disturbi neurologici
Rafforzare la nostra democrazia
Libertà e pluralismo dei media
La libertà e il pluralismo dei media sono pilastri essenziali dei sistemi democratici basati sullo Stato di diritto: l’indipendenza dei media deve essere tutelata a livello dell’UE.
Per salvaguardare la libertà e il pluralismo dei media nell’UE, nel 2022 è stata proposta la legge europea per la libertà dei media. A settembre 2022 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere opinioni sulle questioni più importanti che incidono sul funzionamento del mercato dei media dell’UE, compresi i diversi tipi di ingerenze nei media e le tendenze economiche. L’iniziativa trae origine dal piano d’azione per la democrazia europea, che propone una serie di misure volte a incentivare la partecipazione democratica, contrastare la disinformazione e sostenere la libertà e l’indipendenza dei media.
Ad aprile 2022, inoltre, la Commissione ha proposto una direttiva e ha adottato una raccomandazione per migliorare la protezione dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani dai procedimenti giudiziari manifestamente infondati o abusivi. Le azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica sono una forma di minaccia giuridica o di contenzioso abusivo e rappresentano una grave minaccia per la democrazia e i diritti fondamentali, come la libertà di espressione e di informazione. A dicembre la Commissione ha inoltre adottato una proposta legislativa volta a rafforzare il ruolo e l’indipendenza degli organismi per la parità. Le direttive proposte stabiliranno norme minime vincolanti per quanto riguarda il mandato, l’indipendenza, l’efficacia, le risorse e i poteri degli organismi per la parità.
Legge europea per la libertà dei media
Nessuna interferenza nelle decisioni editoriali dei media
No all’uso di software spia ai danni dei giornalisti
Media di servizio pubblico indipendenti e adeguatamente finanziati
Trasparenza della proprietà
Sistemi di misurazione dell’audience e distribuzione della pubblicità statale trasparenti ed equi
Istituzione di un nuovo comitato europeo per i servizi dei media
Maggiore tutela dei media contro la rimozione ingiustificata di contenuti online
Valutazione delle concentrazioni del mercato e prescrizioni relative alle misure nazionali che interessano i media
Raccomandazione della Commissione
Pacchetto di buone pratiche per promuovere le garanzie interne relative all’indipendenza editoriale e alla trasparenza della proprietà dei media
Proteggere e responsabilizzare i minori
Per rafforzare la nostra democrazia occorre anche responsabilizzare i suoi membri più giovani: nell’UE una persona su cinque ha un’età inferiore ai 18 anni; i minori hanno il diritto di essere ascoltati e inclusi nella vita democratica delle società dell’UE. Per responsabilizzare i minori in quanto cittadini attivi, a settembre 2022 l’UE ha varato la piattaforma dell’UE per la partecipazione dei minori. Ideata insieme ai bambini e ai giovani, la sua funzione consisterà nel collegare i meccanismi di partecipazione dei minori esistenti a livello locale, nazionale e dell’UE e nel coinvolgere i minori nei processi decisionali a livello dell’UE. La piattaforma costituisce una risposta a uno dei risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa (cfr. capitolo 9), vale a dire il rafforzamento della partecipazione democratica nell’UE.
Il
18,2 %
della popolazione dell’UE è costituito da bambini.
Il
30,2 %
della popolazione mondiale è costituito da bambini.
Fonte: Eurostat.
L’UE ha inoltre creato uno spazio per consentire ai minori di partecipare attivamente alla società, in particolare sviluppando versioni a misura di minore dei documenti dell’UE e adottando una nuova strategia per un internet migliore per i ragazzi, che contribuirà a garantire che i minori siano protetti, rispettati e responsabilizzati online. Le norme proposte nel 2022 attribuiranno inoltre ai fornitori di servizi online la responsabilità di individuare, segnalare e rimuovere il materiale pedopornografico diffuso attraverso le loro piattaforme.
A un livello più fondamentale, la Commissione ha istituito la rete dell’UE per i diritti dei minori per monitorare l’attuazione della strategia dell’UE sui diritti dei minori e discutere le prossime tappe con gli Stati membri e i gruppi interessati. A livello mondiale, nell’ottobre 2022 è stato adottato il piano d’azione per i giovani (di età compresa tra i 15 e i 29 anni), che offre ai giovani l’opportunità di comunicare con i loro coetanei in tutto il mondo e di costruire un futuro migliore.
L’UE sta inoltre rendendo i sistemi giudiziari maggiormente a misura di minore attraverso il finanziamento di iniziative come il progetto Barnahus. Questo progetto di sostegno tecnico è stato concepito per aiutare gli Stati membri a proteggere le vittime minorenni e i testimoni di violenza. «Barnahus» (casa per i bambini) è un luogo sicuro in cui le autorità di contrasto, i sistemi giudiziari, i servizi di protezione dei minori e gli operatori della salute mentale e fisica lavorano insieme sui casi di sospetti abusi su minori. I progetti contribuiscono inoltre a migliorare le competenze dei professionisti che collaborano sui casi di abusi sessuali su minori e ad aumentare la consapevolezza in merito a tale questione. Grazie al suo successo, il modello Barnahus si sta diffondendo in Irlanda, Spagna, Finlandia e in altri Stati membri dell’UE.
La Commissione ha inoltre adottato una proposta volta a rafforzare i diritti delle famiglie in situazioni transfrontaliere. Gli Stati membri hanno legislazioni nazionali diverse in materia di filiazione e le famiglie in situazioni transfrontaliere devono talvolta avviare procedimenti amministrativi o anche giudiziari per ottenere il riconoscimento della filiazione in relazione a uno dei genitori. Si tratta di procedimenti costosi, dispendiosi in termini di tempo e i cui risultati possono essere incerti. Grazie alla proposta, la filiazione accertata in uno Stato membro sarà riconosciuta in tutti gli altri Stati membri, senza alcuna procedura particolare. In tal modo si proteggono i diritti fondamentali dei minori, si garantisce la certezza del diritto per le famiglie e si riducono i costi e gli oneri giuridici a loro carico.
Alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, il Consiglio si è concentrato sulla protezione dei diritti dei minori in situazioni di emergenza.
Migrazione e asilo
La guerra di aggressione non provocata della Russia contro l’Ucraina ha innescato in Europa il più massiccio sfollamento forzato dalla seconda guerra mondiale, avvenuto in un contesto caratterizzato da un aumento della migrazione irregolare lungo le rotte che attraversano il Mediterraneo e i Balcani occidentali e dall’uso dei migranti a fini politici da parte del regime bielorusso.
L’UE ha rapidamente attivato la direttiva sulla protezione temporanea per accogliere gli sfollati e ha creato una piattaforma di solidarietà per coordinare le capacità di accoglienza negli Stati membri (cfr. capitolo 1). La rete del meccanismo dell’UE di preparazione e di gestione delle crisi connesse alla migrazione, che raccoglie e diffonde informazioni sugli ultimi sviluppi in tale ambito, ha rafforzato la risposta collettiva dell’UE.
L’UE ha continuato a migliorare la gestione a lungo termine della migrazione attraverso la negoziazione e l’attuazione del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. In particolare, il Consiglio ha manifestato la sua disponibilità ad avviare negoziati su proposte volte ad aiutare gli Stati membri a monitorare più efficacemente i percorsi dei richiedenti asilo nell’UE.
A giugno 2022 gli Stati membri hanno rilasciato una dichiarazione di solidarietà per aiutare cinque paesi mediterranei (Grecia, Spagna, Italia, Cipro e Malta) a gestire gli arrivi di migranti. Con la dichiarazione è stato varato un meccanismo volontario di solidarietà, nell’ambito del quale 13 Stati partecipanti si sono impegnati ad accogliere oltre 8 000 richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale, mentre qualche altro paese ha manifestato interesse a fornire contributi finanziari ai progetti proposti dagli Stati beneficiari, sulla base delle loro esigenze in materia di gestione della migrazione.
A novembre e dicembre 2022 la Commissione ha presentato piani d’azione relativi, rispettivamente, alle rotte del Mediterraneo centrale e dei Balcani occidentali. In tali piani d’azione proposti sono state presentate misure operative volte ad affrontare le sfide immediate e attuali che si pongono lungo queste rotte migratorie.
L’attuazione del piano d’azione rinnovato dell’UE contro il traffico di migranti (2021-2025) è proseguita per tutto il 2022; rientra in tale ambito anche l’avvio, a luglio, dei primi partenariati operativi per la lotta contro il traffico dei migranti con il Marocco e il Niger. A dicembre 2022 si registra inoltre il varo di due iniziative Team Europa incentrate sul contrasto del traffico di migranti e dell’immigrazione irregolare attraverso le rotte migratorie dell’Atlantico e del Mediterraneo occidentale e centrale.
Sulla base della prima strategia dell’UE sui rimpatri volontari e la reintegrazione dell’aprile 2021, sono stati messi in atto strumenti e strutture per garantire che il rimpatrio volontario e la reintegrazione siano razionalizzati nel quadro del sistema comune dell’UE per i rimpatri. Nel 2022 è stata inoltre ricoperta una posizione strategica nell’ambito della politica di rimpatrio: la coordinatrice per la politica di rimpatrio fungerà da collegamento per i diversi aspetti della politica di rimpatrio dell’UE e promuoverà la cooperazione tra gli Stati membri affinché il processo di rimpatrio non conosca soluzione di continuità. Anche la rete ad alto livello per i rimpatri, i paesi associati Schengen e l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera sosterranno questa attività.
L’UE si sta inoltre adoperando per attuare una politica di migrazione legale più ambiziosa e sostenibile per attrarre nell’UE nuove competenze e nuovi talenti. Il pacchetto sulle competenze e i talenti, adottato nel 2022, semplificherà le procedure di domanda per i cittadini di paesi terzi che intendono lavorare nell’UE e garantirà che l’offerta di lavoratori qualificati coincida con le esigenze dei datori di lavoro dell’UE. In tal modo l’economia dell’UE sarà avvantaggiata, si rafforzerà la cooperazione con i paesi terzi e migliorerà la gestione globale della migrazione. La nuova politica mira inoltre ad agevolare l’integrazione nel mercato del lavoro dell’UE di coloro che fuggono dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, nell’ambito dell’iniziativa pilota denominata «bacino di talenti dell’UE» e avviata nell’ottobre 2022.
Lo spazio Schengen
La zona di libera circolazione dell’UE, lo spazio Schengen, è fondamentale per l’integrazione e la crescita europee. La recente pandemia ha dimostrato che le perturbazioni del flusso di persone e merci hanno un costo. Per meglio monitorare il progetto Schengen, nel 2022 la Commissione ha pubblicato la prima relazione annuale sullo stato di Schengen, che illustra ciò che l’UE e gli Stati membri possono fare per garantirne il buon funzionamento.
Il meccanismo di valutazione e di monitoraggio Schengen recentemente riveduto, in vigore dal 1o ottobre 2022, fornisce ulteriori orientamenti sulla valutazione del grado di conformità degli Stati membri alle norme Schengen. Inoltre nel 2022 il Consiglio ha adottato un orientamento generale sulla modifica del codice frontiere Schengen, facendo progredire i negoziati riguardanti il modo migliore per gestire i controlli alle frontiere in caso di sfide quali le minacce sanitarie e la strumentalizzazione della migrazione.
Il sistema d’informazione Schengen, un sistema di condivisione di informazioni utilizzato sia per la sicurezza sia per la gestione delle frontiere in Europa, nel 2022 è stato rinnovato: offre ora nuovi tipi di segnalazioni e consente un migliore scambio di informazioni per le autorità preposte al controllo delle frontiere e le autorità di contrasto.
La Commissione ha inoltre proposto la digitalizzazione della procedura di domanda di visto Schengen per rendere i controlli di frontiera più intelligenti ed efficaci. Nuovi sistemi informatici, come il sistema di ingressi/uscite, che costituirà un ausilio per contrastare le frodi relative a identità e documenti, e il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi, che consentirà di effettuare un esame preventivo per i viaggiatori di paesi terzi che non necessitano di un visto per entrare nello spazio Schengen, contribuiscono a colmare le attuali lacune in materia di informazioni sulla sicurezza e ad evitare che si verifichino ritardi per i viaggiatori alle frontiere esterne.
Lo spazio Schengen nel 2022
Nel 2022 l’UE ha deciso che la Croazia soddisfaceva le condizioni necessarie per aderire allo spazio Schengen a decorrere dal 1o gennaio 2023. La Croazia, che era già parzialmente vincolata dalle norme Schengen, beneficerà ora di tutti i vantaggi derivanti dall’appartenenza alla più vasta zona di libera circolazione al mondo. La Commissione ha inoltre ritenuto che anche Bulgaria e Romania fossero pronte ad aderire allo spazio Schengen. Infine, l’UE ha proposto di sospendere l’esenzione dal visto per i cittadini di Vanuatu a causa dei rischi connessi al suo programma di cittadinanza.
Proteggere i cittadini
Nel 2022 l’UE ha adottato misure globali per proteggere i suoi cittadini e combattere le minacce criminali, come la raccomandazione per migliorare la cooperazione operativa e lo scambio di informazioni tra le forze di polizia e le autorità di contrasto degli Stati membri. L’UE ha inoltre modificato il regolamento Europol per consentire all’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto di fornire un sostegno più ampio agli Stati membri dell’UE. Il regolamento modificato è entrato in vigore nel 2022 e contribuirà a contrastare la criminalità organizzata e il terrorismo.
L’UE si sta inoltre adattando a nuove forme di minacce criminali e sta rispondendo mediante l’adozione di diverse misure, come le nuove norme che obbligano i fornitori di servizi online a rimuovere i contenuti terroristici entro un’ora dal ricevimento di un ordine di rimozione da parte delle autorità nazionali. Una revisione della direttiva anti-tratta allineerà la legislazione alla strategia dell’UE per la lotta alla tratta degli esseri umani (2021-2025). L’UE ha inoltre adottato il piano d’azione contro il traffico di beni culturali.
Una proposta di ampliamento del mandato dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze consentirà a quest’ultimo di rispondere meglio alle sfide in materia di droghe illegali.
Per garantire che il crimine, in particolare la criminalità organizzata, non paghi, è stata presentata una proposta volta ad ampliare la capacità operativa degli uffici nazionali per il recupero dei beni al fine di rintracciare, recuperare e confiscare un maggior numero di proventi di reato. La nuova proposta mira inoltre ad ampliare l’elenco dei reati per i quali è possibile la confisca dei beni.
6. Rafforzare l’economia
Introduzione
Nel 2022 il piano per la ripresa dell’UE NextGenerationEU ha continuato a produrre risultati sul campo, finanziando misure importanti per rafforzare la resilienza dell’economia e della società e accelerare le transizioni verde e digitale.
Dopo una fase di forte crescita nella prima metà dell’anno, la situazione nell’UE ha subito un rallentamento e l’inflazione ha iniziato ad aumentare a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Nonostante le sfide, il mercato del lavoro ha continuato a conseguire notevoli risultati.
Poiché le prospettive economiche sono incerte a causa dei rischi connessi alle future forniture di gas, l’UE ha accelerato la transizione verso l’energia pulita per porre fine alla sua dipendenza dai combustibili fossili russi. Nel contempo l’UE ha proseguito i lavori per rafforzare la resilienza del mercato unico e sostenere l’industria e le imprese nel cammino verso la neutralità climatica.
Crescita economica dell’Europa
Tendenze
Nella seconda metà del 2022 l’economia dell’UE è entrata in una fase difficile. La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha avuto e sta avendo un impatto diretto e indiretto sull’economia dell’UE, spingendola su un percorso di minore crescita e maggiore inflazione. Il rapido aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie in tutta l’UE.
Sebbene la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina abbia avuto gravi ripercussioni su alcuni settori dell’economia dell’UE, il mercato del lavoro ha continuato a registrare buoni risultati, beneficiando di regimi di riduzione dell’orario lavorativo sostenuti dall’iniziativa SURE (strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza). Nel 2022 il tasso di disoccupazione è sceso a un minimo storico del 6,2 %.
Nel complesso si prevede che l’economia dell’UE continuerà a crescere, ma a un ritmo notevolmente più lento rispetto a quanto previsto in precedenza. Le previsioni relative all’attività economica e all’inflazione continuano a dipendere fortemente dall’evoluzione della guerra e dal suo impatto sull’approvvigionamento di gas in Europa.
In questo contesto rimane prioritaria la rapida attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, del valore di 723,8 miliardi di euro, che è parte integrante del piano per la ripresa NextGenerationEU, in quanto corrisponde esattamente alle esigenze dell’Europa di oggi.
Un nuovo capitolo per i piani nazionali per la ripresa e la resilienza
In quanto strumento chiave di NextGenerationEU, il dispositivo per la ripresa e la resilienza è concepito per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia di coronavirus. Mira a rendere le economie e le società europee più sostenibili, resilienti e meglio preparate alle sfide e alle opportunità delle transizioni verde e digitale.
Esso agevola l’attuazione delle misure fondamentali di investimento e riforma delineate nei piani nazionali per la ripresa e la resilienza di ciascuno Stato membro. Ciò comprende un’ampia gamma di misure, dalla riduzione dell’impronta di carbonio dei trasporti pubblici in Portogallo alla modernizzazione dei servizi sanitari in Slovacchia e alla digitalizzazione dei servizi pubblici in Estonia. Secondo la Commissione europea, lo stimolo totale di NextGenerationEU potrebbe generare una crescita economica dell’UE fino all’1,5 % entro il 2027 e contribuire a creare fino a 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro.
Come funziona il dispositivo per la ripresa e la resilienza?
Per finanziare NextGenerationEU la Commissione, per conto dell’UE, contrae prestiti sui mercati dei capitali.
Per beneficiare del sostegno, gli Stati membri presentano i loro piani per la ripresa alla Commissione. Ciascun piano definisce le riforme e gli investimenti da attuare entro la fine del 2026, e gli Stati membri possono ricevere finanziamenti fino a una dotazione concordata in precedenza. Per ricevere pagamenti regolari, gli Stati membri devono raggiungere i traguardi e gli obiettivi concordati per il conseguimento delle riforme e degli investimenti necessari.
Il rimborso dei prestiti dell’UE a favore di NextGenerationEU inizierà nel 2028 e dovrebbe essere completato entro il 2058. I prestiti saranno rimborsati dagli Stati membri debitori, mentre le sovvenzioni saranno rimborsate dal bilancio dell’UE.
Entro la fine del 2022 un importo totale di 138,8 miliardi di euro era stato versato agli Stati membri nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (74,35 miliardi di euro nel 2022), sotto forma di prefinanziamenti e pagamenti successivi alla realizzazione di determinati obiettivi e tappe da parte degli Stati membri dell’UE.
Inoltre, diversi miliardi di euro sono stati stanziati, distribuiti o versati agli Stati membri nell’ambito di una serie di altri programmi del bilancio dell’UE che beneficiano del finanziamento NextGenerationEU. Ciò fa seguito al successo delle operazioni sui mercati dei capitali, nell’ambito delle quali la Commissione ha raccolto i fondi attraverso l’emissione di obbligazioni UE a lungo termine. Entro la fine del 2022 la Commissione aveva raccolto quasi 170 miliardi di euro dai mercati dei capitali per il suo programma NextGenerationEU. La Commissione proseguirà le sue operazioni di assunzione di prestiti nel 2023, attraverso un approccio di finanziamento unificato che riunisce tutte le sue emissioni con un unico marchio UE per le obbligazioni.
Una relazione pubblicata a luglio conferma che sono stati compiuti importanti progressi nell’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e che l’ambizioso programma di riforme e investimenti degli Stati membri è sulla buona strada. A dicembre tutti i 27 piani per la ripresa e la resilienza erano stati approvati e gli Stati membri avevano impegnato oltre 200 miliardi di euro per la spesa per il clima e 130 miliardi di euro per la spesa digitale. Tali importi ammontano rispettivamente a oltre il 40 % e oltre il 26 % dell’importo totale dei fondi richiesti dagli Stati membri nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza alla fine del 2022, importi ben superiori agli obiettivi del 37 % e del 20 % stabiliti dal regolamento.
Lo strumento è inoltre al centro del piano REPowerEU, la risposta dell’UE alle difficoltà socioeconomiche e alle perturbazioni del mercato globale dell’energia causate dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Al fine di dotare l’UE di un approvvigionamento energetico più affidabile, accessibile e sostenibile mediante un migliore mix energetico e l’abbandono dei combustibili fossili russi, esso sostiene la pianificazione e il finanziamento coordinati delle infrastrutture, dei progetti energetici e delle riforme pertinenti (cfr. capitolo 2). A dicembre è stato raggiunto un accordo politico per includere capitoli dedicati negli attuali piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri a sostegno delle priorità di REPowerEU.
In quanto strumento basato sulla performance, i pagamenti nell’ambito del dispositivo dipendono dal conseguimento, da parte degli Stati membri, dei target intermedi e finali per gli investimenti e le riforme inclusi nei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza. Tale disposizione si è dimostrata utile per accelerare le riforme in alcuni Stati membri, garantendo risultati concreti. Anche i sistemi di monitoraggio e controllo degli Stati membri, presupposto per l’approvazione dei piani per la ripresa e la resilienza, hanno creato un senso di titolarità nazionale fondamentale per il successo delle riforme difficili.
Il sito web del quadro di valutazione della ripresa e della resilienza presenta una panoramica trasparente di come sta procedendo l’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei piani nazionali.
La Commissione sta aiutando gli Stati membri ad attuare i loro piani per la ripresa e la resilienza attraverso lo strumento di sostegno tecnico, il programma dell’UE che fornisce competenze tecniche su misura per progettare e attuare le riforme. La Commissione ha risposto alle richieste di sostegno di 19 Stati membri. Inoltre, 17 Stati membri ricevono assistenza tecnica per attuare il piano REPowerEU.
Fonti di finanziamento di REPowerEU
Prestiti rimanenti (attualmente 225 miliardi di euro) provenienti dal dispositivo per la ripresa e la resilienza e nuove sovvenzioni del valore di 20 miliardi di euro finanziate nell’ambito del dispositivo attraverso una combinazione di fonti, in particolare il Fondo per l’innovazione (60 %) e la vendita anticipata delle quote del sistema di scambio delle quote di emissione (40 %)
5,4 miliardi di euro di fondi provenienti dalla riserva di adeguamento alla Brexit, che gli Stati membri potranno trasferire volontariamente al dispositivo per finanziare le misure REPowerEU
Fondi della politica di coesione
Meccanismo per collegare l’Europa
Fondo per l’innovazione
Finanziamenti nazionali e dell’UE a sostegno degli obiettivi REPowerEU
Misure fiscali nazionali
Investimenti privati
Banca europea per gli investimenti
Un quadro di governance economica adeguato alle sfide future
A seguito di un dibattito pubblico aperto e ricco, la Commissione ha pubblicato orientamenti per un quadro di governance economica più semplice ed efficace. Le proposte della Commissione mirano a promuovere una maggiore titolarità nazionale e una migliore applicazione delle politiche economiche e di bilancio, consentendo nel contempo riforme e investimenti e riducendo gli elevati rapporti debito pubblico/PIL in modo realistico, graduale e duraturo. In tal modo il quadro riformato dovrebbe contribuire a costruire l’economia verde, digitale e resiliente del futuro, garantendo nel contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche in tutti gli Stati membri.
La Croazia si prepara a introdurre l’euro
A luglio l’UE ha adottato gli ultimi atti giuridici necessari per consentire alla Croazia di introdurre l’euro il 1o gennaio 2023. Si tratta del culmine di un periodo caratterizzato da un’intensa preparazione e da notevoli sforzi profusi dalla Croazia per soddisfare tutti i requisiti necessari. I preparativi per il cambio di valuta sono stati accompagnati da una vasta campagna di comunicazione condotta dalle autorità croate. La Commissione e la Banca centrale europea hanno contribuito a questi sforzi.
Con l’adesione della Croazia, la moneta unica dell’UE è adesso utilizzata in 20 Stati membri e da 347 milioni cittadini dell’Unione. L’euro apporterà vantaggi pratici ai cittadini e alle imprese croati, facilitando i viaggi e la vita all’estero, promuovendo la trasparenza e la competitività dei mercati e agevolando gli scambi commerciali. Le banconote e le monete in euro diventeranno inoltre per tutti i croati un simbolo tangibile della libertà, delle comodità e delle opportunità offerte dall’UE.
Migliorare la coesione economica, sociale e territoriale dell’Europa
La politica regionale dell’UE, nota anche come politica di coesione, mira a porre rimedio alle ineguaglianze tra regioni. Essa attua le priorità politiche dell’UE, in particolare la coesione economica, sociale e territoriale, e le transizioni verde e digitale.
Nel 2022 la Commissione ha adottato gli accordi di partenariato 2021-2027 sui fondi dell’UE con tutti gli Stati membri. Si tratta di strumenti fondamentali in ogni periodo di finanziamento, in quanto definiscono le strategie di ciascun paese per quanto riguarda gli investimenti per le regioni dell’UE nel periodo 2021-2027. L’avvio degli accordi è stato seguito dall’adozione di 380 programmi nazionali, regionali e tematici della politica di coesione, compresi i piani territoriali per una transizione giusta e 80 programmi transfrontalieri che rendono operative le strategie in iniziative specifiche sul campo.
Together
Garantire una transizione giusta
Il meccanismo per una transizione giusta, uno strumento fondamentale per garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo, senza lasciare indietro nessuno, ha già iniziato a mantenere la promessa di mobilitare fino a 55 miliardi di euro di investimenti entro il 2029. Circa 67 dei 70 piani territoriali per una transizione giusta previsti sono stati adottati in 26 Stati membri.
Una nuova fabbrica di magneti di terre rare a Ida-Virumaa, in Estonia, è stato il primo progetto a ottenere finanziamenti dal Fondo per una transizione giusta. Anche altre regioni ad alta intensità di carbone e di carbonio stanno selezionando i primi investimenti nell’ambito del fondo.
Il sostegno a una transizione giusta per le regioni è aumentato attraverso la Piattaforma per una transizione giusta, che offre sul suo portale e in occasione delle conferenze semestrali un sostegno su misura e lo scambio di informazioni e migliori pratiche.
In febbraio la Commissione ha pubblicato l’ottava relazione sulla coesione, che valuta lo stato delle regioni dell’UE in molteplici settori strategici, tra cui l’economia, l’energia, i trasporti, l’innovazione, la demografia e la società. La relazione ha rilevato che grazie agli investimenti della politica di coesione la maggior parte delle regioni meno sviluppate sta recuperando terreno e che il divario rispetto alle zone più ricche dell’UE si sta riducendo. Nel contempo, alcuni sviluppi difficili richiedono un’attenzione politica, come la stagnazione economica in alcune zone, l’aumento del divario in materia di innovazione e l’invecchiamento demografico.
Mettere al primo posto le persone — Una strategia rinnovata per le regioni ultraperiferiche
Al fine di promuovere la coesione all’interno dell’UE, nel 2022 la Commissione ha adottato una strategia modernizzata e rinnovata di impegno e sostegno per le regioni ultraperiferiche dell’UE. I nove territori d’oltremare — le isole Canarie (Spagna), la Guyana francese, la Guadalupa, la Martinica, Mayotte, la Riunione e Saint Martin (Francia) e le Azzorre e Madera (Portogallo) — continuano a dover affrontare una particolare serie di condizioni strutturali che rappresentano sia sfide che vantaggi e che richiedono soluzioni su misura. La nuova strategia mette in primo piano le persone proponendo misure concrete per migliorare le condizioni di vita dei loro cinque milioni di abitanti. A tal fine sosterrà le transizioni verde e digitale e si avvarrà delle loro risorse uniche, come la giovane popolazione, le zone marittime estese, la biodiversità unica e il potenziale di ricerca. La strategia fornirà un’assistenza specifica, garantendo che le regioni ultraperiferiche possano beneficiare appieno delle politiche dell’UE e sfruttarne il potenziale.
La strategia è stata messa in atto con l’avvio di due strumenti di assistenza specifici nel 2022: un regime di sovvenzioni di piccola entità da un milione di euro destinato ai giovani per l’attuazione di progetti locali in aree di loro scelta e un progetto da un milione di euro per sostenere il turismo blu sostenibile. La strategia ha inoltre annunciato la creazione di un nuovo strumento di consulenza concepito specificamente per le regioni ultraperiferiche, ossia uno strumento disponibile su richiesta per contribuire a sviluppare, perfezionare e attuare strategie di sviluppo regionale per i territori ultraperiferici.
Nuovi strumenti per scoprire i progetti finanziati dall’UE
Nel 2022 la Commissione ha lanciato Kohesio, una nuova banca dati pubblica che comprende oltre 1,5 milioni di progetti finanziati dalla politica di coesione nel periodo 2014-2020. La piattaforma, che sarà aggiornata frequentemente, consente agli utenti di accedere a informazioni sui progetti finanziati dall’UE e sui relativi beneficiari in modo semplice e trasparente. I cittadini possono usare Kohesio per reperire informazioni sugli investimenti dell’UE sul campo nella propria regione.
È stata lanciata anche una banca dati sul periodo di programmazione 2021-2027, dove è possibile trovare tutte le informazioni sugli investimenti della politica di coesione.
Rendere il mercato unico a prova di crisi
Da oltre trent’anni il mercato unico è la risorsa più importante dell’UE, in quanto offre certezza, ampiezza di dimensioni e un trampolino di lancio su scala mondiale per le imprese, nonché un’ampia disponibilità di prodotti e servizi di qualità per i consumatori.
Tuttavia, le recenti crisi hanno messo in discussione il normale funzionamento del mercato unico, in particolare nei primi giorni della pandemia di COVID-19, quando le imprese e i cittadini hanno patito le conseguenze delle restrizioni all’ingresso per i viaggiatori, perturbazioni delle catene di approvvigionamento e mancanza di prevedibilità delle norme. Recentemente l’impatto della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha dimostrato quanto rapidamente alcune catene di approvvigionamento possano disintegrarsi creando un rischio di penuria di determinati beni e servizi in Europa e costringendo le imprese a cercare nuovi mercati.
Di conseguenza la Commissione ha proposto un nuovo quadro per proteggere il funzionamento del mercato unico in tempi di crisi. Lo strumento per le emergenze nel mercato unico contribuirà a garantire che i beni, i servizi e le persone possano continuare a circolare liberamente nel mercato unico, a salvaguardare il corretto funzionamento delle catene di approvvigionamento e a garantire la disponibilità e l’accesso a beni e servizi essenziali.
Il turismo è stato uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia e il primo a beneficiare di una nuova iniziativa per accelerare le transizioni verde e digitale in tutte le industrie dell’UE. In linea con l’aggiornamento del 2021 della strategia industriale dell’UE, nel febbraio 2022 la Commissione ha pubblicato il percorso di transizione per il turismo, un piano creato congiuntamente con l’industria e la società civile che illustra le iniziative, gli obiettivi e le condizioni principali per realizzare la duplice trasformazione e la resilienza a lungo termine del settore.
A seguito di un invito rivolto alla comunità turistica dell’UE a condividere misure e obiettivi concreti, nel corso del 2022 sono stati pubblicati oltre 250 impegni. Tra questi figurano anche le iniziative delle autorità pubbliche e delle organizzazioni di gestione delle destinazioni per definire e seguire strategie per un turismo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale, per consentire ai prestatori di servizi turistici di lavorare con strumenti di prenotazione online e condividere informazioni sulle loro offerte in formato digitale. Anche il settore privato è attivo e diverse grandi imprese si sono impegnate concretamente a ridurre la loro impronta di carbonio, l’uso dell’acqua e la produzione di rifiuti. Inoltre, sia i piccoli che i grandi portatori di interessi privati hanno fissato obiettivi per fornire opzioni di turismo sostenibile.
Strumento per le emergenze nel mercato unico — Gestione delle crisi
Gruppo consultivo
Coordina e fornisce consulenza alla Commissione
Pianificazione di emergenza
Viene effettuata quando non vi sono crisi e il mercato unico funziona normalmente
Vigilanza del mercato unico
Attivata da una decisione della Commissione quando un evento impone di ricorrere a misure di vigilanza
Emergenza nel mercato unico
Attivata da una decisione del Consiglio se una crisi ha gravi ripercussioni sul mercato unico
Oltre ad adoperarsi all’interno dei suoi confini per rafforzare la resilienza dell’economia europea, l’UE si sta occupando anche di settori in cui si trova ad affrontare dipendenze da paesi terzi. Nel febbraio 2022 la Commissione ha pubblicato una seconda analisi approfondita incentrata su cinque settori strategici: terre rare e magnesio, sostanze chimiche, pannelli solari, cibersicurezza e software per le tecnologie dell’informazione.
Sulla base dei risultati la Commissione ha dato seguito a diverse iniziative, tra cui l’introduzione dell’Alleanza europea per l’industria fotovoltaica solare. L’obiettivo è quello di aumentare la capacità dell’Europa di produrre tecnologie solari e fotovoltaiche fino a 30 gigawatt all’anno entro il 2025 in ciascun segmento della catena del valore del fotovoltaico. Il raggiungimento di questo obiettivo consentirebbe di aumentare di 60 miliardi di euro il prodotto interno lordo all’anno in Europa e di creare oltre 400 000 nuovi posti di lavoro.
Le norme rappresentano il fondamento implicito del mercato unico e della competitività globale: dalle frequenze Wi-Fi ai giocattoli connessi o agli attacchi da sci, sono una parte invisibile ma fondamentale della vita quotidiana delle persone. Nell’ambito della nuova strategia di normazione, la Commissione ha presentato nuove regole che definiscono un approccio più strategico alle norme e sanciscono i valori democratici nelle applicazioni tecnologiche. La nuova strategia andrà a vantaggio delle imprese e dei consumatori, garantendo l’interoperabilità dei prodotti e dei servizi, riducendo i costi, migliorando la sicurezza e promuovendo l’innovazione.
Nel 2022 la Commissione ha presentato norme rivedute per garantire che la legislazione in materia di progettazione tenga conto dei nuovi aspetti digitali dei prodotti e renda più semplice, meno costosa e più prevedibile la protezione dei disegni e modelli industriali in tutta l’UE.
Sebbene l’UE disponga di specifiche indicazioni geografiche protette per i vini, le bevande spiritose e altri prodotti agricoli e alimentari, attualmente non esiste una tale protezione per i prodotti artigianali e industriali. Le nuove norme proposte dalla Commissione consentiranno ai produttori di proteggere in modo analogo prodotti quali il vetro di Murano, il Donegal tweed, la porcellana di Limoges, la coltelleria di Solingen e la ceramica di Boleslawiec e di agire contro i falsi in Europa e nel resto del mondo. Esse renderanno più facile per i consumatori riconoscere la qualità di tali prodotti.
La nuova strategia di normazione sosterrà l’industria dell’UE nel cammino verso le transizioni verde e digitale.
Le nuove norme dovrebbero definire la qualità e l’interoperabilità tecnica dell’idrogeno per consentire la decarbonizzazione delle industrie mediante l’uso dell’idrogeno.
Le materie prime utilizzate nelle batterie (che alimentano le auto elettriche e una serie di altri dispositivi elettronici) dovrebbero essere estratte in linea con rigorose norme ambientali e del lavoro.
I chip necessari per il funzionamento degli smart watch e di altri dispositivi connessi richiedono una protezione elevata dalle minacce informatiche.
Concorrenza leale
In un anno difficile per gli europei, sono stati più che mai necessari prodotti di qualità a prezzi equi. Tra gli strumenti più importanti che la Commissione europea può utilizzare per proteggere i consumatori e sostenere l’economia vi sono le sue decisioni in materia di antitrust, concentrazioni e aiuti di Stato che mantengono la concorrenza vivace ed equa nel mercato unico.
La sentenza di settembre della Corte di giustizia dell’Unione europea, che conferma ampiamente una decisione adottata dalla Commissione nei confronti di Google e fissa un’ammenda di oltre quattro miliardi di euro, è un esempio di come il sistema di controllo della concorrenza dell’UE possa difendere gli interessi dei cittadini. Il divieto di acquisizione di GRAIL da parte di Illumina, un accordo che avrebbe ridotto la scelta di test di individuazione precoce del cancro, è un’altra decisione che dimostra come la politica di concorrenza possa sostenere l’innovazione. La Commissione ha vietato l’accordo quando Illumina non ha offerto rimedi che avrebbero dissipato le sue preoccupazioni.
Produzione e consumo sostenibili
Il nostro attuale modello economico «prendere-produrre-sostituire» causa l’impoverimento delle risorse naturali, inquina l’ambiente, danneggia la biodiversità e provoca i cambiamenti climatici, rendendo inoltre l’Europa dipendente da risorse provenienti da altri paesi. In quest’ottica e nel quadro del piano d’azione per l’economia circolare, nel marzo 2022 la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte per rendere i prodotti sostenibili la norma nell’UE.
Le proposte si basano sul successo delle attuali norme dell’UE in materia di progettazione ecocompatibile, che hanno comportato notevoli riduzioni del consumo energetico dell’UE e risparmi significativi per i consumatori. Solo l’anno scorso i requisiti di progettazione ecocompatibile hanno consentito ai consumatori di risparmiare 120 miliardi di euro.
La proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili riguarda la progettazione dei prodotti, che genera fino all’80 % dell’impatto ambientale del prodotto durante il ciclo di vita. Amplia l’attuale quadro per la progettazione ecocompatibile, stabilendo specifiche per migliorare la circolarità, le prestazioni energetiche e altri aspetti di sostenibilità ambientale dei prodotti.
Il pacchetto comprende anche una nuova strategia per rendere i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, che mira a contrastare la moda veloce, i rifiuti tessili e la distruzione dei tessili invenduti nonché a garantire che la loro produzione avvenga nel pieno rispetto dei diritti sociali.
Azioni chiave a favore della circolarità e della sostenibilità dei prodotti
Le nuove norme proposte dalla Commissione garantiranno che i consumatori possano compiere scelte informate e rispettose dell’ambiente al momento dell’acquisto dei prodotti: che si tratti di un telefono cellulare o di un apparecchio da cucina, i consumatori saranno meglio informati sulla durata del prodotto e sulla possibilità di ripararlo. Le nuove norme vieteranno inoltre il «greenwashing» e le pratiche ingannevoli sulla durabilità di un prodotto.
Al momento di elaborare la proposta la Commissione ha consultato oltre 12 000 consumatori nonché imprese, esperti in materia di consumatori e autorità nazionali. La verifica dell’attendibilità delle dichiarazioni ambientali sui prodotti è stata considerata l’ostacolo più rilevante alla realizzazione della transizione verde.
La proposta di revisione del regolamento sui prodotti da costruzione rafforzerà e modernizzerà le norme in vigore dal 2011 e creerà un quadro armonizzato per valutare e divulgare le prestazioni ambientali e climatiche dei prodotti da costruzione.
Nel secondo pacchetto sull’economia circolare presentato a novembre la Commissione ha proposto nuove norme a livello dell’UE per ridurre gli imballaggi, una crescente fonte di rifiuti nonché di frustrazione dei consumatori. Per i consumatori le nuove norme garantiranno la disponibilità di opzioni di imballaggio riutilizzabili, elimineranno gli imballaggi inutili, limiteranno gli imballaggi eccessivi e forniranno etichette chiare a sostegno di un corretto riciclaggio. Il pacchetto comprendeva anche un’iniziativa che definisce la plastica a base biologica, compostabile e biodegradabile in modo chiaro per i consumatori e l’industria, stabilendo per quali applicazioni tali plastiche sono realmente vantaggiose per l’ambiente e come dovrebbero essere progettate, smaltite e riciclate.
Le imprese svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione di economie e società sostenibili. A febbraio la Commissione ha presentato una proposta di direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità. La proposta mira a promuovere un comportamento aziendale sostenibile e responsabile lungo le catene globali del valore. Le imprese dovranno integrare nelle loro attività commerciali e nelle politiche aziendali le considerazioni relative ai diritti umani e all’ambiente.
Circa la metà dei consumatori che hanno partecipato a uno studio dell’UE ha dichiarato di essere disposta a pagare di più per un prodotto che dura più a lungo senza la necessità di riparazioni.
Fonte: studio preparatorio per raccogliere dati sulle modalità con cui responsabilizzare i consumatori affinché svolgano un ruolo attivo nella transizione verde.
Prodotti da costruzione
generano il 30 % dei rifiuti annuali dell’UE
Edifici
rappresentano il 40 % del consumo energetico dell’UE
Lavori di costruzione e opere di edilizia civile
generano il 9,4 % dell’impronta di carbonio interna totale
Cemento, acciaio, alluminio e materie plastiche
generano il 15 % delle emissioni di carbonio dell’UE
Accelerare gli investimenti sostenibili
Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica nell’UE entro il 2050 sono necessari ingenti investimenti privati. La finanza sostenibile consiste nel riorientare gli investimenti verso attività economiche rispettose dell’ambiente ed è al centro delle transizioni verde e digitale. L’UE è già leader mondiale nella definizione di norme ambientali, sociali e di governance nei mercati finanziari e ha creato un sistema di classificazione unico nel suo genere per le attività sostenibili nell’UE (nota come tassonomia unionale della sostenibilità).
Nel 2022 la Commissione ha aggiornato le norme includendo specifiche attività di transizione riguardanti il gas e le tecnologie nucleari in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’UE, che sono applicabili a partire dal 2023.
Quali attività legate al gas sono incluse?
- Produzione di energia elettrica da combustibili gassosi fossili
- Cogenerazione ad alto rendimento di calore/freddo ed energia elettrica a partire da combustibili gassosi fossili
- Produzione di calore/freddo a partire da combustibili gassosi fossili in un sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento efficienti
Quali attività legate al nucleare sono incluse?
- Ricerca, sviluppo e implementazione di tecnologie avanzate («IV generazione») che riducono al minimo i rifiuti e migliorano le norme di sicurezza
- Progetti per nuove centrali nucleari con le tecnologie esistenti per la generazione di energia elettrica o di calore («generazione III+») (fino al 2045)
- Miglioramenti e modifiche delle centrali nucleari esistenti ai fini del prolungamento del ciclo di vita (fino al 2040)
Fiscalità e dogane eque, semplici e moderne
L’agenda fiscale a lungo termine dell’UE per un contesto imprenditoriale equo e sostenibile stabilisce misure volte a promuovere gli investimenti e l’imprenditorialità.
A dicembre la Commissione europea ha presentato un pacchetto completo sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) nell’era digitale per renderla più efficace per le imprese dell’economia moderna. Inoltre, il pacchetto renderà il sistema dell’IVA dell’UE più resiliente alle frodi, sfruttando il potenziale della digitalizzazione.
Le principali misure proposte comprendono l’introduzione di un’unica registrazione IVA in tutta l’UE, il passaggio alla comunicazione digitale in tempo reale per le imprese transfrontaliere e l’aggiornamento delle norme in materia di IVA per le piattaforme di trasporto passeggeri e di alloggio. Le misure renderanno il sistema dell’IVA dell’UE più adatto all’attuale contesto imprenditoriale globalizzato e digitalizzato e più forte nella lotta alle frodi.
La Commissione ha inoltre proposto nuove misure di trasparenza fiscale per tutti i prestatori di servizi che facilitano le transazioni in cripto-attività per i clienti dell’UE (cfr. anche il capitolo 3). Attualmente gli utenti di cripto-attività realizzano profitti significativi che sfuggono ai controlli delle autorità fiscali nazionali, il che comporta notevoli perdite di entrate per i bilanci pubblici. La Commissione ha proposto che tutti i fornitori di servizi per le cripto-attività, indipendentemente dalle loro dimensioni o dalla loro ubicazione, segnalino le operazioni dei clienti residenti nell’UE. La proposta amplia inoltre gli obblighi esistenti in materia di segnalazione e scambio di informazioni in modo da comprendere la moneta elettronica e le sentenze emesse nei confronti di privati con ampie disponibilità patrimoniali.
A dicembre gli Stati membri hanno inoltre raggiunto un accordo unanime sulla prossima direttiva intesa a garantire un livello minimo globale d’imposizione fiscale per i gruppi multinazionali nell’Unione europea. Grazie a questo storico accordo, l’UE sarà in prima linea nell’applicazione dell’accordo globale di riforma fiscale elaborato nel 2021 dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici. La direttiva comprende un insieme comune di norme sulle modalità di calcolo dell’aliquota minima d’imposta effettiva del 15 %, in modo che questa sia applicata in modo corretto e coerente in tutta l’UE. L’aliquota d’imposta minima del 15 % è stata concordata a livello mondiale da 137 paesi. Una volta attuata, la direttiva apporterà equità, trasparenza e stabilità al quadro internazionale per la tassazione delle società. Gli Stati membri dovranno attuare le nuove norme entro il 31 dicembre 2023.
Inoltre, nel 2022 la Commissione, tenendo conto delle sfide attuali e delle future megatendenze, ha avviato una riflessione sul futuro della fiscalità, culminata in un simposio fiscale ad alto livello tenutosi a novembre, durante il quale i ministri, i capi delle organizzazioni internazionali, i portatori di interessi e il mondo accademico hanno discusso questioni fondamentali relative al futuro mix fiscale.
Mercati finanziari più forti
Servizi finanziari per i consumatori: accelerare l’introduzione dei pagamenti istantanei
I pagamenti istantanei consentono alle persone di trasferire denaro in qualsiasi momento di qualsiasi giorno entro dieci secondi, aumentando notevolmente la velocità delle operazioni e la comodità per le persone, ad esempio per pagare le bollette o ricevere bonifici urgenti (come nel caso di un’emergenza medica). Contribuiscono inoltre a migliorare il flusso di cassa e a generare risparmi sui costi per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese, compresi i dettaglianti. In ottobre la Commissione ha presentato una proposta legislativa per mettere i pagamenti istantanei in euro a disposizione di tutti i cittadini e le imprese titolari di un conto bancario nell’UE e nei paesi dello Spazio economico europeo.
Vantaggi dei pagamenti istantanei
Verso un’unione dei mercati dei capitali più efficiente e resiliente
L’unione dei mercati dei capitali è il piano a lungo termine dell’UE per approfondire il mercato unico dei capitali. L’obiettivo è quello di far sì che il denaro — investimenti e risparmi — fluisca facilmente in tutta l’UE, a vantaggio di tutti i consumatori, gli investitori e le imprese, indipendentemente dal luogo in cui si trovano.
Per portare avanti questo piano, nel 2022 la Commissione ha presentato due pacchetti di proposte. A marzo la Commissione ha proposto modifiche al regolamento sui depositari centrali di titoli per rendere il regolamento sui mercati finanziari dell’UE più sicuro ed efficiente. Per regolamento si intende la consegna di titoli a un acquirente in cambio della consegna di contante a un venditore. Per regolare un’operazione possono essere necessari fino a due giorni lavorativi, un lasso di tempo che può comportare tanto rischi di credito quanto rischi giuridici. Per il sistema finanziario dell’UE è pertanto essenziale garantire che le operazioni siano regolate in modo sicuro ed efficiente. La proposta mira a garantire norme più proporzionate ed efficaci per ridurre i costi di conformità e gli oneri normativi per i depositari centrali di titoli, agevolandoli nel poter offrire una gamma più ampia di servizi a livello transfrontaliero, con una migliore vigilanza sull’attività che oltrepassa i confini nazionali.
Il secondo pacchetto di proposte riguarda tre settori chiave: il rafforzamento del sistema di compensazione dell’UE, l’armonizzazione delle norme in materia di insolvenza in tutti gli Stati membri e l’alleggerimento degli oneri che gravano sulle società per quanto riguarda la quotazione in borsa.
Un sistema di compensazione sicuro, solido e competitivo
La compensazione centrale consente negoziazioni più agevoli sui mercati dei capitali ed è fondamentale per la stabilità finanziaria dell’UE. Quando le negoziazioni sono compensate a livello centrale, un fornitore di servizi di compensazione, noto come controparte centrale (CCP), agisce da intermediario e garantisce l’esecuzione dei contratti tra acquirenti e venditori. In questo modo si aumenta la trasparenza e si riducono i rischi sui mercati finanziari.
L’UE deve modernizzare il proprio sistema di compensazione in modo da poter reagire più rapidamente all’evoluzione delle condizioni economiche e di mercato. Deve inoltre potenziare la propria capacità di compensazione interna per ridurre i rischi derivanti da un’eccessiva dipendenza da CCP al di fuori dell’UE.
Le misure proposte consentiranno alle CCP dell’UE di ampliare i propri servizi più facilmente per soddisfare la domanda. Ciò migliorerà l’attrattiva del mercato dell’UE aumentando la concorrenza e offrendo maggiori possibilità di scelta agli utenti dei servizi di compensazione.
Per garantire la stabilità finanziaria dell’UE e la sua capacità di agire autonomamente, le nuove norme imporranno a determinati partecipanti al mercato di compensare almeno una parte dei loro contratti con le CCP dell’UE.
Armonizzazione delle norme in materia di insolvenza delle imprese
I diversi regimi di insolvenza degli Stati membri rappresentano uno dei maggiori ostacoli che si frappongono tra i mercati nazionali poiché gli investitori, al momento di valutare le opportunità di investimento, devono spesso prendere in considerazione diverse normative in ciascuno Stato membro.
Le misure proposte mirano ad armonizzare determinate norme in materia di insolvenza per promuovere gli investimenti transfrontalieri nel mercato unico, ridurre il costo del capitale per le imprese e, in ultima analisi, contribuire alla realizzazione dell’unione dei mercati dei capitali. Si prevede che nel complesso i benefici della proposta supereranno i 10 miliardi di euro all’anno.
Nuova normativa sulle quotazioni
Oggi le imprese devono soddisfare importanti requisiti per essere quotate sui mercati pubblici. La nuova proposta mira ad alleviare gli oneri amministrativi per le imprese di tutte le dimensioni, ma in particolare per quelle più piccole, affinché possano accedere più facilmente ai finanziamenti tramite la quotazione in borsa.
Le misure contribuiranno all’ulteriore approfondimento dell’unione dei mercati dei capitali riducendo gli oneri burocratici e i costi superflui per le imprese e garantendo nel contempo un elevato livello di protezione degli investitori e di integrità del mercato. In questo modo le imprese saranno incoraggiate a essere e a restare quotate sui mercati dei capitali dell’UE. Un più facile accesso ai mercati pubblici consentirà alle imprese di diversificare e integrare meglio le fonti di finanziamento disponibili e offrirà maggiori opportunità di investimento agli investitori dell’UE.
7. Costruire un’Europa equa e sociale
Introduzione
Nel 2022 l’UE ha continuato ad adoperarsi a favore di un’Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero, conseguendo progressi nell’ambito di varie iniziative avviate in precedenza dalla Commissione europea. Nonostante le sfide esterne che l’UE ha dovuto affrontare, l’impegno a migliorare l’istruzione, i diritti sociali e le condizioni di lavoro per tutti coloro che vivono in Europa rimane una priorità, anche garantendo che i salari minimi siano adeguati e migliorando la qualità e l’accessibilità economica dell’assistenza a lungo termine.
Il secondo vertice europeo contro il razzismo ha riunito i leader dell’UE e le organizzazioni di base per consolidare le attività svolte in materia di uguaglianza e non discriminazione. La maggiore attenzione riservata alle questioni relative all’uguaglianza è culminata nell’annuncio delle vincitrici della prima edizione del premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità. In occasione della sessione inaugurale del Forum europeo per l’occupazione e i diritti sociali sono stati condotti dibattiti incentrati sulle modalità atte a conseguire una transizione verde equa e inclusiva.
Un’economia equa per le transizioni verde e digitale
Per garantire che la transizione verso un’economia e un continente a impatto climatico zero sia equa per tutti, le politiche sociali dell’UE devono essere allineate alle sue priorità verdi e digitali. Ne sono un esempio il sostegno attivo alle opportunità di occupazione, la parità di accesso a un’istruzione, una formazione e un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, nonché investimenti nella protezione sociale per i più vulnerabili e la riduzione della povertà.
Nel 2022 gli Stati membri hanno presentato i loro obiettivi sociali per realizzare entro il 2030 il piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. Grazie ai loro impegni congiunti, l’UE ha intrapreso con determinazione un percorso che le consentirà di conseguire o anche di superare i suoi obiettivi principali in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà.
Una proposta fondamentale del pacchetto legislativo «Pronti per il 55 %» sulla neutralità climatica (cfr. capitolo 2) ha riguardato la creazione di un Fondo sociale per il clima per sostenere le famiglie, le piccole imprese e le microimprese economicamente svantaggiate e gli utenti dei trasporti affrontando l’impatto sui cittadini della fissazione del prezzo del carbonio.
Un anno dopo l’adozione, da parte dell’UE, della visione a lungo termine per le zone rurali, oltre mille organizzazioni (a livello europeo, nazionale, regionale e locale) si sono riunite nel patto rurale 2022 per rafforzare la cooperazione tra le autorità pubbliche in diversi settori strategici e promuovere la sostenibilità e la vitalità socioeconomica delle zone rurali.
In che modo la Commissione europea combatte la discriminazione e promuove la diversità?
- Con normative, strategie e piani d’azione quali:
- il piano d’azione dell’UE contro il razzismo 2020-2025
- la strategia per l’uguaglianza LGBTIQ 2020-2025
- la strategia per la parità di genere 2020-2025
- il quadro strategico dell’UE per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom 2021-2030
- la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030
- il premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità
- il mese europeo della diversità
- il piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali
- Con la cooperazione con gli Stati membri dell’UE
- Con il finanziamento mediante il programma «Cittadini, uguaglianza, diritti e valori», il Fondo sociale europeo e il Fondo sociale europeo Plus
- Con il sostegno a iniziative volontarie come le Carte europee della diversità
I tre obiettivi sociali dell’UE da conseguire entro il 2030 con il coinvolgimento di tutti gli Stati membri
Sostegno ai lavoratori
Il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE hanno raggiunto un accordo politico sulla direttiva relativa a salari minimi adeguati, che istituisce un quadro per garantire che i salari minimi nazionali siano adatti a conseguire la loro finalità, assicurare ai lavoratori una qualità di vita dignitosa. Le nuove norme promuoveranno la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari e miglioreranno l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo nell’UE.
È inoltre entrata in vigore la direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione europea, che garantisce ai lavoratori di tutta Europa una maggiore stabilità e consente loro di ricevere informazioni tempestive e più complete riguardo agli aspetti essenziali del loro lavoro, quali il luogo di lavoro e la retribuzione.
Aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro
Nell’ambito dell’Anno europeo dei giovani 2022 è stata varata l’iniziativa ALMA (Aim, Learn, Master, Achieve — Aspirare, imparare, conoscere, conseguire) per aiutare i giovani e le persone svantaggiate (di età compresa tra i 18 e i 30 anni) ad accedere al mercato del lavoro a livello transfrontaliero nell’UE.
ALMA offre ai partecipanti un soggiorno all’estero monitorato, per un periodo compreso tra 2 e 6 mesi, in un altro Stato membro dell’UE, seguito da una formazione intensiva e da un’assistenza all’incontro tra domanda e offerta di lavoro al loro ritorno. L’accompagnamento e la consulenza sono previsti in ogni fase del percorso. Finanziata a titolo del Fondo sociale europeo Plus, l’iniziativa integrerà i programmi esistenti, quali Erasmus+ o il Corpo europeo di solidarietà, rivolgendosi alla fascia di giovani che non rientra in questi programmi.
Le disuguaglianze sociali e la disoccupazione sono le principali preoccupazioni dei giovani europei
Fonte: Eurobarometro speciale sul futuro dell’Europa, n. 517, 2022
Per l’88 % degli europei un’Europa sociale è importante a livello personale
Fonte: Eurobarometro speciale sulle questioni sociali, n. 509, 2021
Sostegno alle persone bisognose
Un reddito minimo adeguato (prestazioni in denaro che fungono da rete di sicurezza sociale, diverse dal salario minimo) contribuisce a garantire che tutti possano pagare le bollette e condurre una vita dignitosa. Si tratta di un aspetto particolarmente importante in tempi di recessione economica, perché contribuisce ad ammortizzare per le persone più bisognose i cali del reddito delle famiglie, contribuendo in tal modo a una crescita sostenibile e inclusiva. Sebbene in tutti gli Stati membri siano in vigore regimi di reddito minimo, le variazioni in termini di adeguatezza, portata ed efficacia nel sostenere le persone sono significative.
Nel 2021 oltre
95 milioni
di persone nell’UE erano a rischio di povertà o di esclusione sociale
Circa il 20 % delle persone disoccupate a rischio di povertà non ha diritto a percepire alcun sostegno al reddito
Si stima che il
30-50 %
della popolazione avente diritto non abbia usufruito dei regimi di reddito minimo
La raccomandazione mira a:
proteggere i più vulnerabili riducendo il rischio di povertà e di esclusione sociale
fornire incentivi e sostegno per reinserire nel mercato del lavoro le persone in grado di lavorare
contribuire al conseguimento degli obiettivi dell’UE per il 2030 in materia di occupazione e riduzione della povertà
mantenere la sostenibilità delle finanze pubbliche
Nel 2022 la Commissione ha presentato una proposta di raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea relativa a un adeguato reddito minimo per sostenere gli Stati membri affinché modernizzino i loro regimi di reddito minimo e ne rafforzino l’efficacia nell’affrancare i cittadini dalla povertà, favorendo nel contempo l’integrazione nel mercato del lavoro di chi può lavorare.
Anno europeo dei giovani
Per sottolineare le opportunità offerte ai giovani dalle transizioni verde e digitale e apportare il punto di vista dei giovani alle politiche dell’UE, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato ufficialmente il 2022 Anno europeo dei giovani.
Con particolare attenzione alle questioni che stanno a cuore ai giovani, come i cambiamenti climatici e l’ambiente, l’occupazione e la salute mentale, è stata lanciata la piattaforma immersiva «Dai voce alla tua visione» per offrire ai giovani un modo per registrare i propri messaggi relativi ai settori strategici trattati dall’Anno europeo dei giovani e far sentire la propria voce.
Per promuovere il coinvolgimento e la partecipazione attiva è stata avviata una serie di dialoghi con i giovani sulle iniziative politiche, che ha consentito ai giovani di discutere con i membri del collegio dei commissari. I «colloqui con i giovani» hanno invece lasciato ai giovani il palcoscenico per diffondere nuove idee e ispirare i loro coetanei ad assumere un ruolo importante nel processo di cambiamento.
Il portale europeo per i giovani ha raccolto tutte le opportunità collegate all’Anno europeo dei giovani, con una sezione dedicata alle storie di giovani giornalisti e un’altra relativa alle politiche per la gioventù, contenente le iniziative a diretto vantaggio dei giovani. La mappa delle attività del portale europeo per i giovani ha presentato oltre 8 500 attività in tutta Europa e nel resto del mondo.
Istruzione, competenze e apprendimento permanente
Nel 2022 gli Stati membri hanno rafforzato la cooperazione nell’ambito del nuovo quadro strategico dello spazio europeo dell’istruzione e mobilitato ingenti finanziamenti dell’UE per il settore dell’istruzione e della formazione. Concepita nel 2017, l’iniziativa dello spazio europeo dell’istruzione contribuisce a far sì che Stati membri collaborino per costruire sistemi di istruzione e formazione più resilienti e inclusivi. La relazione 2022 sui progressi compiuti nella realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione entro il 2025 fa il punto sull’attuazione delle iniziative intraprese in tale ambito, delle riforme politiche e dei progressi verso il conseguimento degli obiettivi a livello dell’UE.
Nel settore dell’uguaglianza, dell’equità, dell’inclusione e della parità di genere, il Consiglio ha adottato raccomandazioni sulla mobilità dei giovani volontari nell’UE, al fine di rendere il volontariato più accessibile alle persone con minori opportunità. Il Consiglio ha adottato ulteriori raccomandazioni sui percorsi per il successo scolastico allo scopo di ridurre l’abbandono scolastico.
Inoltre, nell’intento di dotare le università degli strumenti atti a fornire un’istruzione e una ricerca migliori e più inclusive, nel 2022 l’UE ha posto due pietre miliari: la comunicazione su una strategia europea per le università e la raccomandazione del Consiglio dal titolo «Costruire ponti per un’efficace cooperazione a livello europeo nel campo dell’istruzione superiore», con l’obiettivo di sviluppare nel settore dell’istruzione superiore una dimensione autenticamente europea, fondata su valori condivisi. L’eccellenza e l’inclusione sono caratteristiche distintive dell’istruzione superiore europea. A seguito di un invito rivolto dai leader dell’UE al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri a rafforzare i partenariati tra le università, l’iniziativa delle università europee conta ora 44 alleanze che coinvolgono 340 istituti di istruzione superiore in 31 paesi.
In collaborazione con gli Stati membri e i portatori di interessi, la raccomandazione del Consiglio relativa a un approccio europeo alle microcredenziali per l’apprendimento permanente e l’occupabilità, del 2022, contribuirà a colmare la carenza di competenze garantendo che i cittadini dell’UE possano beneficiare di percorsi di apprendimento e di carriera personalizzati durante tutto l’arco della loro vita.
Nel 2022 sono state avviate le prime 11 accademie degli insegnanti Erasmus+, composte da 182 organizzazioni di 23 paesi, che riceveranno in totale 15 milioni di euro nell’arco di 3 anni per offrire agli insegnanti opportunità di apprendimento e mobilità. Anche l’istruzione verde e digitale è fondamentale per completare lo spazio europeo dell’istruzione.
L’UE ha altresì partecipato al vertice delle Nazioni Unite sulla trasformazione dell’istruzione, inviando un forte segnale politico sulla necessità di intensificare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 4 delle Nazioni Unite sull’istruzione di qualità. Come annunciato, la presidente von der Leyen sarà uno dei cinque campioni a livello mondiale e l’UE ha invitato ad aumentare i finanziamenti globali per l’istruzione.
Nel 2022 l’UE e gli Stati membri hanno fatto in modo che i discenti di tutte le età fossero in grado di accedere alle conoscenze e alle competenze necessarie per vivere in modo più sostenibile e far fronte all’evoluzione del mercato del lavoro nell’era digitale. La raccomandazione del Consiglio relativa all’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile e il quadro europeo delle competenze in materia di sostenibilità, unitamente al dialogo strutturato sull’istruzione e le competenze digitali, attualmente in corso, affrontano il crescente fabbisogno di competenze dell’UE per le transizioni verde e digitale.
È quindi necessario assicurarsi che la forza lavoro europea sia dotata delle giuste competenze per passare a un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva. Nel mese di giugno il Consiglio ha adottato una raccomandazione per sostenere le esigenze formative degli adulti in età lavorativa. La raccomandazione propone la creazione, da parte degli Stati membri, di «conti individuali di apprendimento» per migliorare l’accesso alla formazione e il mantenimento del lavoro. Ci si prefigge in tal modo di aumentare il numero di persone impegnate nella formazione ogni anno.
Il Consiglio ha inoltre adottato una raccomandazione relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica, invitando gli Stati membri ad adottare misure che affrontino gli aspetti occupazionali e sociali delle politiche in materia di clima, energia e ambiente. Tali misure comprendono un pacchetto strategico globale relativo a istruzione, formazione e apprendimento permanente inclusivi, a prezzi abbordabili e di qualità, nonché alle pari opportunità.
Il patto per le competenze dell’agenda per le competenze per l’Europa mira a riunire organizzazioni pubbliche e private agevolando la creazione di partenariati su vasta scala per le competenze e incoraggiandole ad assumere impegni concreti per il miglioramento del livello delle competenze e la riqualificazione degli adulti. Nel 2022 al patto aderivano 1 000 membri, che si sono impegnati a fornire offerte di formazione concrete ai lavoratori in tutta Europa, e ha raccolto nuove promesse di contributi alla formazione di sei milioni di persone. Inoltre, il programma Erasmus+ e altri programmi dell’UE forniscono cospicui finanziamenti a favore di iniziative a livello dell’UE e di riforme dell’istruzione e della formazione a livello nazionale e locale.
In ottobre la Commissione ha adottato una proposta per designare il 2023 «Anno europeo delle competenze». La proposta, adottata di concerto con il Parlamento europeo, gli Stati membri e gli attori pubblici e privati, rilancerà l’apprendimento permanente nell’UE, aiutando le persone ad acquisire le giuste competenze per ottenere posti di lavoro di qualità e consentendo alle imprese di affrontare le carenze di competenze. Per continuare ad avvalersi appieno delle potenzialità della forza lavoro europea, sarà rivolta una maggiore attenzione alle donne, ai giovani e a coloro che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo.
Rafforzare le misure per un’Unione dell’uguaglianza
Nel 2022 la Commissione europea ha continuato ad attuare l’ampia gamma di strategie per la parità che riguardano il genere (compresa la parità retributiva), l’antirazzismo, l’antisemitismo, la discriminazione nei confronti dei Rom, la comunità LGBTIQ e i diritti delle persone con disabilità.
Parità di genere
La relazione 2022 sulla parità di genere nell’UE, pubblicata dalla Commissione, fa il punto sulle principali iniziative tese a promuovere negli ultimi 12 mesi la parità tra donne e uomini nei settori chiave della strategia per la parità di genere 2020-2025.
Nel giugno 2022 è stato raggiunto un accordo storico sull’equilibrio di genere nelle imprese dell’UE con la direttiva sull’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione, seguita da un pieno sostegno espresso dal Parlamento europeo. Le società dell’UE quotate nelle borse dell’Unione sono tenute a raggiungere una quota del 40 % del sesso sotto-rappresentato nei posti di amministratore senza incarichi esecutivi e del 33 % in tutti i posti di amministratore. La direttiva impone inoltre procedure di nomina chiare e trasparenti.
Nel mese di dicembre il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sulle misure di trasparenza retributiva a seguito di una proposta della Commissione presentata nel 2021. Le nuove norme garantiranno una maggiore trasparenza e un’applicazione efficace del principio della parità retributiva tra donne e uomini e miglioreranno l’accesso alla giustizia per le vittime della discriminazione retributiva.
Un aumento del
26 %
della crescita globale può essere conseguito colmando il divario di genere.
Fonte: The power of parity: How advancing women’s equality can add $12 trillion to global growth.
Almeno
1 millennial su 5
avverte una discriminazione costante o frequente a motivo del proprio aspetto o del contesto di provenienza. La razza e l’etnia sono stati i fattori più citati.
Fonte: The Deloitte Global 2021 Millennial and Gen Z Survey.
Investire nelle donne e nelle ragazze nell’UE e nel mondo
- La parità di genere è ormai un elemento fondamentale del nuovo bilancio dell’UE, di NextGenerationEU e dei finanziamenti per l’azione esterna dell’UE.
- Oltre 100 iniziative differenti sulla parità di genere contenute nei piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri
- 1,55 miliardi di euro stanziati nel periodo 2021-2027 nell’ambito del programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori dell’UE
- 500 milioni di euro stanziati nell’ambito dell’iniziativa globale Spotlight dell’UE e delle Nazioni Unite
- l’85 % delle iniziative nell’ambito dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale promuoverà la parità di genere
Lotta alla violenza di genere
In occasione della Giornata internazionale della donna, celebrata a marzo 2022, la Commissione ha proposto norme miranti a combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica a livello dell’UE. La proposta di direttiva configurerebbe come reato lo stupro basato sulla mancanza di consenso, la mutilazione genitale femminile e la violenza online, in particolare: la condivisione non consensuale di immagini intime, lo stalking online, le molestie online e l’incitamento alla violenza o all’odio online.
Le nuove norme rafforzano inoltre l’accesso delle vittime alla giustizia e sollecitano gli Stati membri a instaurare il meccanismo dello sportello unico, con servizi di assistenza e protezione ubicati tutti nello stesso luogo.
Le norme stabiliscono altresì che le vittime dovrebbero poter chiedere un risarcimento nel corso del procedimento penale. La proposta invita a predisporre un’assistenza specialistica e una protezione adeguate, ad esempio istituendo linee gratuite di assistenza telefonica e creando centri antistupro, e fornisce un sostegno mirato ai gruppi che hanno esigenze specifiche o sono a rischio, comprese le donne in fuga dai conflitti armati.
Un’UE che si prende cura dei suoi cittadini
Ogni persona ha diritto a servizi di assistenza a prezzi abbordabili: assistenza all’infanzia, istruzione, assistenza domiciliare a lungo termine e assistenza sul territorio. La partecipazione all’educazione della prima infanzia ha effetti positivi sullo sviluppo dei bambini e contribuisce a ridurre il rischio di esclusione sociale e di povertà durante l’intero arco della vita. L’assistenza a lungo termine consente alle persone che, in ragione dell’età avanzata, di una malattia o una disabilità dipendono dall’aiuto di altri per svolgere le attività quotidiane, di mantenere la loro autonomia e di vivere dignitosamente. Tuttavia, per molte persone tali servizi continuano a non essere disponibili, accessibili o sostenibili in termini di costi.
Nel 2022 la Commissione europea ha adottato la strategia europea per l’assistenza. La strategia contribuisce al benessere dei beneficiari di assistenza, alla parità di genere e all’equità sociale. Questo ambizioso piano mira a rafforzare l’accesso a un’assistenza a lungo termine di alta qualità e a prezzi abbordabili e rivede gli obiettivi in materia di educazione e cura della prima infanzia stabiliti dal Consiglio a Barcellona, Spagna, come previsto dal piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali.
Investire nell’assistenza è importante per attrarre e trattenere talenti in tale settore, spesso caratterizzato da condizioni di lavoro difficili e salari bassi, nonché per affrontare le carenze di manodopera e realizzare appieno il potenziale economico e occupazionale del settore. Tali investimenti miglioreranno inoltre la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Poiché le donne continuano ad assumersi le maggiori responsabilità di assistenza, in un contesto in cui il 90 % della forza lavoro formale è costituito da donne e 7,7 milioni di donne non lavorano a motivo delle responsabilità di assistenza, un settore assistenziale efficiente potrebbe compensare le persistenti disuguaglianze di genere, come i divari retributivi e pensionistici di genere.
Per affrontare tali questioni la Commissione propone misure concrete volte a sostenere gli Stati membri nell’aumentare l’accesso a servizi di assistenza di alta qualità e a prezzi abbordabili, migliorando nel contempo le condizioni di lavoro e l’equilibrio tra vita professionale e vita privata per i prestatori di assistenza.
Dall’agosto 2022 tutti gli Stati membri sono tenuti ad avviare l’applicazione delle nuove norme dell’UE sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Quasi il 90 % della forza lavoro nel settore dell’assistenza formale è costituito da donne.
7,7 milioni di donne non lavorano a causa di responsabilità di assistenza non retribuite.
Investire nell’assistenza può generare 13,6 milioni di posti di lavoro supplementari nell’UE entro il 2030.
Nel 2019 solo il 27 % dei minori a rischio di povertà e di esclusione sociale era iscritto a sistemi di educazione e cura della prima infanzia, rispetto al 35 % dei minori in generale.
Circa un terzo delle famiglie con esigenze di assistenza a lungo termine non si avvale di servizi di assistenza domiciliare perché non può permetterseli.
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Attuazione della strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025
L’UE ha pubblicato nuovi orientamenti per strategie e piani d’azione volti a rafforzare l’uguaglianza delle persone LGBTIQ, che aiutano gli Stati membri ad attuare misure finalizzate a garantire l’uguaglianza per le loro comunità LGBTIQ. Gli orientamenti comprendono la definizione di obiettivi chiari per promuovere l’uguaglianza, concentrandosi nel contempo sui membri più vulnerabili della comunità LGBTIQ e garantendone la protezione attraverso percorsi legali efficaci.
La Commissione ha inoltre adottato una proposta per armonizzare il riconoscimento della filiazione tra gli Stati membri, tutelando i diritti fondamentali dei figli e garantendo la certezza del diritto per le famiglie (cfr. capitolo 5).
Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030
Le persone con disabilità hanno diritto alla piena partecipazione a tutti gli ambiti della vita, come tutti gli altri. Nonostante i progressi compiuti in alcuni settori, permangono molti ostacoli. Solo la metà delle persone con disabilità è occupata, rispetto alle persone senza disabilità (3 su 4). Nel 2021 il 29,7 % della popolazione dell’UE di età pari o superiore a 16 anni con disabilità (limitazione dell’attività) era a rischio di povertà o di esclusione sociale, mentre la percentuale relativa alle persone senza disabilità era solo del 18,8 %.
Nel 2022 la Commissione ha pubblicato un quadro di monitoraggio che consente di seguire i progressi compiuti in ciascuna delle 64 azioni della strategia sui diritti delle persone con disabilità 2021-2030. Sono già state realizzate due iniziative faro di tale strategia: l’istituzione della piattaforma sulla disabilità, in cui gli Stati membri dell’UE, la società civile e le istituzioni collaborano per realizzare gli obiettivi della strategia, e l’elaborazione di una nuova strategia per le risorse umane della Commissione europea, con misure volte a promuovere la diversità e l’inclusione delle persone con disabilità.
Il pacchetto sull’occupazione delle persone con disabilità, inteso a migliorarne i risultati sul mercato del lavoro, è stato varato a settembre. Il pacchetto contribuirà a sviluppare politiche nazionali che coinvolgano le persone con disabilità nelle transizioni verde e digitale.
In occasione della conferenza per la Giornata europea delle persone con disabilità, organizzata dalla Commissione europea e dal Forum europeo sulla disabilità, la vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, e la commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, hanno presentato l’Access City Awards 2023 (premio per le città accessibili), in riconoscimento delle città che si sono impegnate al fine di migliorare l’accessibilità e la partecipazione per le persone con disabilità. Ha vinto la città di Skellefteå, Svezia, grazie al suo approccio innovativo e all’impegno a lungo termine volti a migliorare l’accessibilità negli spazi pubblici e nelle infrastrutture di trasporto.
La piattaforma dell’UE sulla disabilità offre un altro contesto che consente ai portatori di interessi di condividere esperienze e buone pratiche, imparare gli uni dagli altri e cooperare fra loro.
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Un’Unione europea autenticamente antirazzista
Nel quadro delle misure previste dal piano d’azione dell’UE contro il razzismo 2020-2025, a marzo 2022 la Commissione ha tenuto il secondo vertice europeo contro il razzismo, al quale hanno partecipato anche le istituzioni dell’UE, gli Stati membri, la società civile, gli organismi per la parità e le organizzazioni di base. Sin dall’avvio del piano d’azione gli Stati membri sono stati invitati a elaborare piani nazionali contro il razzismo. Il vertice ha offerto l’opportunità di discutere dei progressi compiuti nell’attuazione di tali piani, in particolare dei principi guida comuni a sostegno dell’elaborazione e dell’attuazione dei piani d’azione nazionali contro il razzismo.
La Commissione ha inoltre collaborato con gli Stati membri alla stesura di una relazione di valutazione dei rispettivi quadri strategici nazionali per i Rom, a seguito del nuovo quadro strategico dell’UE per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom, analizzando gli impegni assunti dagli Stati membri e fornendo orientamenti per eventuali miglioramenti necessari.
L’UE ha continuato ad adoperarsi per contrastare i reati generati dall’odio e l’incitamento all’odio di stampo razzista e xenofobo, garantendo un recepimento e un’attuazione adeguati della decisione quadro sulla lotta contro i reati generati dall’odio e l’incitamento all’odio mediante il diritto penale, anche attraverso procedure di infrazione.
Lotta contro l’antisemitismo
La Commissione ha avviato l’attuazione della prima strategia dell’UE 2021-2030 sulla lotta contro l’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica. Il Consiglio ha adottato conclusioni sulla lotta contro il razzismo e l’antisemitismo nel marzo 2022 e ha invitato gli Stati membri a elaborare strategie nazionali contro l’antisemitismo entro la fine del 2022. Gli Stati membri sono stati inoltre invitati a utilizzare le definizioni operative giuridicamente non vincolanti di antisemitismo e di negazione e distorta rappresentazione dell’Olocausto adottate dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto.
Primi premi dell’UE per la diversità
Ad aprile 2022 la Commissione europea ha annunciato le vincitrici della prima edizione del premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità, nato per celebrare le città e le regioni di tutta l’UE che danno il buon esempio con le loro politiche inclusive. Le città o le regioni vincitrici, ubicate in cinque Stati membri, sono state messe in luce per il loro impegno nel costruire società più eque promuovendo la diversità e l’inclusione in termini di sesso, razza ed origine etnica, religione e convinzioni personali, disabilità, età, diritti LGBTIQ e integrazione dei Rom.
Avviato nell’ambito del piano d’azione dell’UE contro il razzismo 2020-2025, il premio annuale Capitali europee dell’inclusione e della diversità rientra nelle attività della Commissione volte a realizzare un’autentica Unione dell’uguaglianza. Le vincitrici sono state annunciate nel corso del mese europeo della diversità 2022. Prendendo le mosse dal tema «Costruire ponti», i rappresentanti delle imprese, del mondo accademico, delle organizzazioni non governative e della Commissione europea hanno discusso su come realizzare luoghi di lavoro inclusivi ed elaborare politiche efficaci e intersettoriali in materia di inclusione e diversità che affrontino contemporaneamente diversi settori di discriminazione.
8. Promuovere gli interessi e i valori europei nel mondo
Introduzione
In un anno di crescente incertezza, l’UE ha continuato a svolgere il ruolo di forza trainante per il multilateralismo e ha guidato la risposta a sfide globali, perseguendo un’ambiziosa politica di vicinato, dando prova di solidarietà e sviluppando partenariati globali per garantire e promuovere la pace, la stabilità, la democrazia e i diritti umani a livello mondiale.
Uniti e determinati nella loro risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e alle conseguenti crisi alimentari ed energetiche, l’UE e i suoi Stati membri hanno fornito all’Ucraina aiuti umanitari e di emergenza come pure sostegno finanziario, operativo e militare (cfr. capitolo 1).
Gli Stati membri dell’UE hanno inoltre ribadito il loro impegno ad assumersi una maggiore responsabilità per la sicurezza e la difesa europee, in stretta collaborazione con i partner internazionali, al fine di proteggere gli interessi e i valori comuni.
Sicurezza e difesa
Per migliorare la capacità dell’UE di proteggere i suoi cittadini, i suoi valori e i suoi interessi e contribuire alla pace e alla sicurezza a livello internazionale, il Consiglio ha adottato una bussola strategica approvata dai leader dell’UE a marzo 2022 che, in linea con gli orientamenti definiti nella dichiarazione di Versailles, mira a incrementare gli investimenti, sfruttare il potenziale delle tecnologie innovative e critiche e costruire un mercato europeo della difesa più integrato e competitivo. Il piano prevede di aumentare il bilancio dell’UE per la difesa e migliorare il coordinamento tra gli Stati membri per quanto riguarda la standardizzazione delle capacità e delle attrezzature.
La cooperazione tra l’UE e la NATO resta un pilastro fondamentale della stabilità e della sicurezza europee. Nel 2022 altri due Stati membri dell’UE, la Finlandia e la Svezia, hanno chiesto di aderire alla NATO, abbandonando una pratica di non allineamento militare di lunga durata.
Nel corso dell’anno, inoltre, la Danimarca si è unita agli altri 26 Stati membri nella partecipazione alla politica di sicurezza e di difesa comune, rafforzando ulteriormente la capacità dell’UE di assumere un ruolo guida nelle operazioni di mantenimento della pace, nella prevenzione dei conflitti e nel rafforzamento della sicurezza internazionale.
Alla luce dei probabili effetti di lunga durata della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina (cfr. capitolo 1) sull’assetto di sicurezza europeo e globale, si è resa necessaria una cooperazione ancora più stretta con partner quali l’ONU, la NATO, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, l’Unione africana e l’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN).
Lo strumento europeo per la pace ha fornito attrezzature militari e infrastrutture di sicurezza alle forze armate ucraine, lasciando un segno decisivo a sostegno della difesa dell’Ucraina. Per la prima volta nella sua storia l’UE ha consegnato a un paese attrezzature letali per difendersi da un’aggressione. Attraverso lo strumento europeo per la pace l’UE ha inoltre sostenuto i paesi partner adottando misure di assistenza, ad esempio in Mozambico, Niger, Somalia, Moldova e paesi dei Balcani occidentali, e ha prestato sostegno all’Unione africana.
L’UE ha inoltre avviato la missione di assistenza militare dell’Unione europea a sostegno dell’Ucraina per rafforzare la capacità delle forze armate ucraine di difendere l’integrità territoriale del paese entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale e di scoraggiare e fronteggiare eventuali future offensive militari da parte della Russia e di altri potenziali aggressori.
L’UE e i suoi Stati membri hanno rapidamente mobilitato la piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità per garantire la vigilanza nei confronti dei criminali che sfruttano l’aggressione militare in corso in Ucraina. In Moldova è stato istituito un polo di sostegno dell’UE per la sicurezza interna e la gestione delle frontiere.
L’UE ha fornito pieno sostegno operativo e finanziario ai paesi in prima linea (cfr. capitolo 1). L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) opera alle frontiere dell’UE con l’Ucraina e la Russia per aiutare le autorità locali a gestire gli arrivi di un gran numero di rifugiati. Anche l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol) è presente sul campo e collabora strettamente con tutti gli Stati membri per prevenire e contrastare reati quali la tratta di esseri umani, il traffico di armi da fuoco, il riciclaggio di denaro e lo sfruttamento della manodopera.
1 miliardo di euro
mobilitato attraverso il Fondo europeo per la difesa 2022 per promuovere le capacità di difesa dell’UE e fornire nuovi strumenti per l’innovazione nel settore della difesa
1,2 miliardi di euro
per 61 progetti di ricerca e sviluppo nel settore industriale della difesa (sostenuti da circa 700 imprese) selezionati nell’ambito del Fondo europeo per la difesa 2021
2 miliardi di euro
investimento annunciato per il sistema di innovazione nel settore della difesa dell’UE (*)
(*) Costituito dal bilancio del Fondo europeo per la difesa (1,46 miliardi di euro), combinato con il cofinanziamento degli Stati membri (90 milioni di euro) e l’effetto leva atteso da altre fonti pubbliche e private, compreso tra i 400 e i 500 milioni di euro.
500 milioni di euro
proposta di un nuovo strumento a breve termine attraverso il regolamento che istituisce uno strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni per incentivare l’appalto comune da parte degli Stati membri di prodotti della difesa urgenti e critici provenienti dall’industria dell’UE
3,1 miliardi di euro
di attrezzature e forniture messe a disposizione tramite lo strumento europeo per la pace
NB: questa infografica combina programmi esistenti e futuri.
Politica europea di vicinato e negoziati di allargamento
Balcani occidentali e Turchia
L’UE ha ribadito l’impegno a favore della prospettiva europea della regione e a luglio ha avviato i negoziati con l’Albania e la Macedonia del Nord. Nel mese di dicembre ha inoltre concesso alla Bosnia-Erzegovina lo status di paese candidato.
Il pacchetto Allargamento 2022 comprendeva una panoramica dettagliata dell’attuazione del piano economico e di investimenti da 30 miliardi di euro per i Balcani occidentali nell’ambito della strategia «Global Gateway» (cfr. sotto), che ha l’obiettivo di ridurre l’evidente divario socioeconomico tra l’UE e la regione e di migliorarne la sicurezza energetica.
La Commissione europea ha confermato la propria raccomandazione relativa all’abolizione del regime dei visti per il Kosovo [tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell’UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo]. Nel quadro dei negoziati di adesione all’UE con il Montenegro e la Serbia, l’UE ha mantenuto il dialogo periodico con i due paesi a livello politico e tecnico.
Il 6 dicembre si è tenuto a Tirana, Albania, il primo vertice UE-Balcani occidentali: un’importante opportunità per riconfermare la prospettiva di adesione dei partner dei Balcani occidentali. La Commissione ha annunciato il pacchetto di sostegno per l’energia, costituito da un miliardo di euro in sovvenzioni per aiutare i Balcani occidentali ad affrontare la crisi energetica e promuovere la transizione verso l’energia pulita. Il vertice ha inoltre accolto con favore una dichiarazione congiunta degli operatori di telecomunicazioni dell’UE e dei Balcani occidentali sulla futura riduzione dei costi di roaming tra l’UE e i Balcani occidentali e l’impegno ad allinearsi alla politica dell’UE in materia di visti.
L’UE ha proseguito il dialogo ad alto livello con la Turchia in determinati settori di interesse comune, in particolare i cambiamenti climatici e la migrazione, nonché l’intenso impegno in relazione al commercio.
Assistenza finanziaria ai Balcani occidentali e alla Turchia
500 milioni di euro
in sostegno al bilancio urgente per i Balcani occidentali al fine di far fronte agli effetti della crisi energetica.
1,8 miliardi di euro
adottati in sovvenzioni nell’ambito del quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali per 40 progetti faro di investimento (trasporti, energia, ambiente, digitale, settore privato e capitale umano). Di questi, 500 milioni di euro sono utilizzati nell’ambito del pacchetto di sostegno per l’energia.
Mobiliteranno un investimento totale di 5,7 miliardi di euro.
990 milioni di euro
in programmi di sviluppo rurale nell’ambito dello strumento di assistenza preadesione per Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Turchia.
Dovrebbero generare oltre 2 miliardi di euro di investimenti nelle zone rurali dei Balcani occidentali e della Turchia.
Partenariato orientale
A seguito della decisione del Consiglio europeo del giugno 2022, l’UE ha concesso lo status di paese candidato all’Ucraina e alla Moldova, nonché una prospettiva europea alla Georgia.
Nell’ambito della strategia «Global Gateway» (cfr. sotto) l’UE ha continuato ad attuare il suo ambizioso piano economico e di investimenti in tutta la regione del partenariato orientale al fine di sostenere le piccole e medie imprese e le transizioni verde e digitale.
L’UE sta investendo a favore dei partner orientali 2,3 miliardi di euro per mobilitare investimenti fino a 17 miliardi di euro in tutti i settori, ad esempio in progetti di connettività digitale, come l’installazione di un cavo in fibra ottica sotto il Mar Nero e lo sviluppo di infrastrutture a banda larga ad alta velocità. Anche le rotte di trasporto di persone e merci tra la regione del Caucaso e l’UE costituiscono una priorità.
La firma del memorandum d’intesa sull’energia con l’Azerbaigian ha rafforzato la sicurezza energetica dell’UE e la transizione verde dell’Azerbaigian.
A seguito delle elezioni presidenziali fraudolente tenutesi in Bielorussia nel 2020 e del coinvolgimento del regime nella guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, l’UE ha inasprito le sanzioni nei confronti del regime bielorusso, ma continua a offrire sostegno e solidarietà al popolo bielorusso, sia nel paese che in esilio.
Vicinato meridionale
L’attuazione del piano economico e di investimenti per il vicinato meridionale, nell’ambito della strategia «Global Gateway» (cfr. sotto), è ben avviata, con importanti progetti che stanno prendendo forma nei settori prioritari della transizione verde e della resilienza ai cambiamenti climatici. Nel 2022 sono stati impegnati 30 miliardi di euro per investimenti nel vicinato meridionale, in gran parte nelle infrastrutture per le energie rinnovabili.
A novembre l’UE e l’Egitto hanno intensificato la cooperazione sulla transizione verso l’energia pulita firmando un memorandum d’intesa su un partenariato strategico per l’idrogeno rinnovabile.
La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha determinato molteplici effetti negativi nei paesi del vicinato meridionale, in particolare tra quelli che dipendono strutturalmente dalle importazioni alimentari e che risentono del deterioramento delle condizioni socioeconomiche causato già dalla pandemia di COVID-19.
La Commissione ha sostenuto la resilienza dei paesi partner mediante programmi che affrontano questioni quali la ripresa economica, la protezione sociale, la creazione di posti di lavoro e l’agricoltura. L’UE ha stanziato 225 milioni di euro a sostegno del vicinato meridionale attraverso il dispositivo per l’alimentazione e la resilienza, al fine di attenuare gli effetti di potenziali crisi alimentari emergenti dovute all’elevata dipendenza dalle importazioni alimentari perturbate dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina (cfr. «Sicurezza alimentare»).
Partenariati internazionali e aiuti umanitari
Global Gateway
Nel 2022 l’UE si è adoperata per realizzare la sua offerta di finanziamento positiva e sostenibile a sostegno degli investimenti, la strategia «Global Gateway». Avviata alla fine del 2021 per sostenere importanti investimenti in progetti relativi a infrastrutture materiali e immateriali, la strategia mira a promuovere connessioni intelligenti, pulite e sicure nei settori digitale, energetico e dei trasporti e a rafforzare i sistemi sanitari, di istruzione e di ricerca.
Seguendo un approccio «Team Europa» l’UE, i suoi Stati membri, le banche di sviluppo e le istituzioni finanziarie hanno convenuto di contribuire alla mobilitazione di 300 miliardi di euro entro il 2027 per investire nei paesi partner. Il primo importante pacchetto di investimenti Global Gateway relativo ad Africa-Europa, pari a 150 miliardi di euro, è stato varato in occasione del vertice UE-Unione africana tenutosi a febbraio.
Nel primo anno di attuazione sono stati effettuati investimenti chiave per promuovere la connettività digitale attraverso cavi sottomarini di dati e connessioni terrestri tra l’UE e i suoi partner, incrementare la produzione di energia rinnovabile con investimenti in impianti solari e parchi eolici e aumentare la capacità di produzione di vaccini, medicinali e tecnologie sanitarie e la loro accessibilità.
Nell’ambito di un approccio «Team Europa», l’UE e i suoi Stati membri continuano a essere i principali erogatori di aiuti pubblici allo sviluppo a livello mondiale, con 71,6 miliardi di euro nel 2021 (ultimi dati disponibili), pari al 41 % dell’assistenza globale. Insieme forniscono inoltre più della metà di tutti gli aiuti globali all’istruzione, sostenendo il settore in oltre 100 paesi in tutto il mondo. L’UE rimane in prima linea sul fronte dell’impegno a realizzare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile.
Nel 2022 è ricorso anche il 45o anniversario delle relazioni UE-ASEAN. Durante il vertice commemorativo UE-ASEAN, l’UE e i suoi Stati membri, seguendo un approccio «Team Europa», hanno annunciato la mobilitazione di 10 miliardi di euro nell’ambito del Global Gateway per accelerare gli investimenti infrastrutturali nei paesi ASEAN. Nella regione indo-pacifica sono stati individuati vari progetti faro, come l’iniziativa per una connettività sostenibile di Team Europa.
A sostegno degli sforzi profusi dai paesi partner per affrontare la pandemia e le sue conseguenze, entro la fine del 2021 erano già stati mobilitati 53,7 miliardi di euro ed erogati 47,7 miliardi di euro nell’ambito di un approccio «Team Europa». Nel 2022 l’UE e i suoi Stati membri hanno continuato a guidare la solidarietà internazionale in materia di COVID-19 condividendo con i paesi partner 502,2 milioni di dosi di vaccino. Di queste, 422 milioni di dosi sono state condivise tramite COVAX (1,1 milioni di dosi attraverso il meccanismo unionale di protezione civile) e 80,2 milioni di dosi a livello bilaterale (38 milioni attraverso il meccanismo unionale di protezione civile).
L’UE ha stanziato ulteriori 300 milioni di euro per accelerare la diffusione e l’impiego di vaccini in diversi paesi, la maggior parte dei quali in Africa, e altri 100 milioni di euro per rafforzare i sistemi sanitari e migliorare l’accesso alla diagnosi e alle cure. Per rafforzare le capacità sanitarie globali, l’UE ha contribuito a creare un nuovo fondo internazionale per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie e vi contribuirà con 427 milioni di euro.
Nel 2022 è proseguita l’attuazione dell’iniziativa Team Europa sulla fabbricazione e l’accesso ai vaccini, ai medicinali e alle tecnologie sanitarie in Africa ed è stata annunciata un’iniziativa a sostegno di sforzi analoghi in America latina e nei Caraibi, che integrerà e rafforzerà ulteriormente i legami sociali, economici e scientifici tra l’UE e l’America latina e i Caraibi.
L’UE ha inoltre presentato una strategia per rafforzare il partenariato tra i suoi Stati membri e il Consiglio di cooperazione del Golfo in settori strategici chiave quali l’energia, la transizione verde e i cambiamenti climatici, la diversificazione commerciale ed economica, la stabilità regionale e la sicurezza globale, le sfide umanitarie e di sviluppo e i contatti interpersonali più stretti. L’UE prosegue una collaborazione rafforzata con i donatori arabi sulle priorità comuni.
Aiuti umanitari e protezione civile
Negli ultimi 30 anni l’UE ha contribuito ad alleviare le sofferenze di milioni di persone più vulnerabili in oltre 110 paesi. Nel 2022 la Commissione ha mobilitato 2,2 miliardi di euro in aiuti umanitari per contribuire a soddisfare le esigenze più pressanti delle popolazioni in situazioni di emergenza in tutto il mondo. Un euro su sette del bilancio dell’UE per gli aiuti umanitari è destinato alle «emergenze dimenticate», come la carestia nella regione del Sahel.
La Commissione ha inoltre continuato a fornire finanziamenti umanitari a sostegno di quattro milioni di rifugiati in Turchia, la maggior parte dei quali era in fuga dalla guerra in Siria. Ulteriori 50 milioni di euro si sono aggiunti ai 325 milioni di euro in aiuti umanitari già annunciati alla fine del 2021 per il programma della rete di sicurezza sociale di emergenza in Turchia, portando a quasi 3,4 miliardi di euro la cifra complessiva dei finanziamenti umanitari erogati dall’UE a favore della Turchia dal 2012.
L’UE ha presieduto la sesta conferenza di Bruxelles sul tema «Sostenere il futuro della Siria e della regione», che si è tenuta il 9-10 maggio 2022 e ha riunito 55 paesi e 22 organizzazioni internazionali. La conferenza, che è il principale evento di raccolta fondi per la Siria e la regione, ha mobilitato aiuti a favore dei siriani all’interno del paese e nei paesi vicini mediante impegni per un valore complessivo di oltre 6,4 miliardi di euro.
Nel 2022 è stato istituito un nuovo strumento, la capacità di risposta umanitaria europea, per colmare le lacune, soprattutto logistiche, nella risposta umanitaria ai rischi naturali improvvisi e alle catastrofi provocate dall’uomo.
Le operazioni di aiuto umanitario finanziate dall’UE contemplano svariati settori, tra cui la sicurezza alimentare, l’assistenza sanitaria, gli alloggi e l’istruzione in situazioni di emergenza, nonché i servizi di protezione, anche contro la violenza di genere. L’aiuto è fornito sulla base dei quattro principi umanitari fondamentali: umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza.
L’UE ribadisce il suo fermo impegno a promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario per poter conseguire i suoi obiettivi di aiuto umanitario e migliorare la sicurezza dei suoi partner umanitari; le violazioni del diritto internazionale umanitario continuano tuttavia a rappresentare una sfida in tutto il mondo.
L’UE: importante donatore umanitario nello Yemen
Dopo 7 anni di guerra lo Yemen continua a essere colpito da una delle peggiori crisi umanitarie a livello mondiale. Milioni di yemeniti sono sfollati, indigenti e malnutriti. Inoltre, più della metà della popolazione è in condizioni di insicurezza alimentare. Gli aiuti umanitari dell’UE forniscono agli yemeniti assistenza alimentare, assistenza sanitaria, istruzione, acqua e alloggi e contribuiscono a migliorare i servizi igienici in aree colpite da un’elevata insicurezza alimentare, malnutrizione e conflitti, nonché per le popolazioni sfollate.
Esempi di aiuti umanitari stanziati nel 2022
Corno d’Africa
633 milioni di euro (Team Europa)
per combattere l’estrema insicurezza alimentare dovuta alla siccità senza precedenti, alla COVID-19 e all’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina.
Regioni del Sahel e del lago Ciad
954 milioni di euro (UE e suoi Stati membri)
per combattere l’insicurezza alimentare acuta e in peggioramento in tutta l’Africa.
Siria e regione
6,4 miliardi di euro
impegno totale assunto alla conferenza sulla Siria nel 2022.
L’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a stanziare 4,8 miliardi di euro e sono i maggiori donatori di assistenza umanitaria e per la resilienza a favore della regione, con un importo complessivo di 27,4 miliardi di euro stanziati dal 2011.
Afghanistan e regione
Oltre115 milioni di euro
per sostenere le organizzazioni umanitarie. (Oltre a finanziamenti supplementari in risposta al devastante terremoto di magnitudo 5.9 che ha colpito l’Afghanistan orientale nel giugno 2022).
Yemen
170 milioni di euro
per le persone colpite dal conflitto
Dall’inizio della guerra nel 2015 l’UE ha contribuito con oltre 1,2 miliardi di euro per rispondere alla crisi, di cui 862 milioni di euro in aiuti umanitari e 407 milioni di euro in assistenza allo sviluppo.
Myanmar/Birmania
27 milioni di euro
per rispondere alle esigenze immediate dei più vulnerabili, comprese le comunità sfollate e colpite dai conflitti.
Sicurezza alimentare
Il blocco delle esportazioni ucraine e la distruzione dei campi destinati alla produzione agricola hanno comportato rischi significativi per la disponibilità e l’accessibilità economica dei prodotti alimentari nel vicinato dell’UE, nell’Africa del Nord e in Medio Oriente, ma anche in Asia, Africa subsahariana e America latina, in particolare per quanto riguarda il frumento, un prodotto alimentare di base.
Adottando un approccio «Team Europa», l’UE ha messo in comune risorse e competenze con i suoi Stati membri e le sue istituzioni finanziarie per affrontare la crisi alimentare mondiale, pur riconoscendo pienamente la necessità di operare a livello multilaterale in cooperazione con i partner internazionali.
Nel quadro della risposta all’insicurezza alimentare mondiale, l’UE ha mobilitato ulteriori 600 milioni di euro per sostenere i paesi colpiti dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico e 225 milioni di euro per l’Africa del Nord e il Medio Oriente, portando così a oltre 8,3 miliardi di euro il sostegno complessivo alla sicurezza alimentare e ai sistemi alimentari mondiali previsto dall’UE fino al 2024.
Il contributo dell’UE alla sicurezza a livello mondiale
L’UE si è adoperata per aumentare la sua produzione alimentare, agevolare il commercio di alimenti e mangimi dall’Ucraina e rafforzare la produzione alimentare locale. Su richiesta delle autorità agricole ucraine, l’accesso ai mercati dell’UE è stato mantenuto in modo flessibile e agevolato per le importazioni e le esportazioni dai mercati ucraini. I corridoi di solidarietà UE-Ucraina hanno creato nuove rotte logistiche per collegare l’Ucraina ai partner commerciali mondiali (cfr. capitolo 1).
L’UE ha inoltre sostenuto gli sforzi profusi dalle Nazioni Unite con l’iniziativa sui cereali del Mar Nero al fine di facilitare il transito sicuro di cereali e relativi prodotti alimentari e di fertilizzanti dai porti ucraini del Mar Nero verso ulteriori porti di distribuzione.
Secondo le informazioni pervenute dal ministero ucraino dell’Agricoltura, grazie a tali iniziative da maggio a dicembre 2022 sono state esportate dall’Ucraina circa 29 milioni di tonnellate di prodotti agricoli. A dicembre è stato mobilitato un ulteriore miliardo di euro per sostenere e potenziare i corridoi di solidarietà UE-Ucraina.
Commercio e tecnologia
Nuovi strumenti
Per affrontare il problema delle altre potenze mondiali che utilizzano il commercio come arma, l’UE ha introdotto diversi nuovi strumenti. Nel 2022 è entrato in vigore lo strumento per gli appalti internazionali, che conferisce all’UE un maggiore effetto leva per fare in modo che le imprese dell’UE abbiano accesso ai mercati degli appalti pubblici al di fuori dell’UE.
In seno al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea sono stati conseguiti progressi verso l’adozione dello strumento anticoercizione, che aiuterà l’UE a contrastare la coercizione economica, che si verifica quando un paese terzo cerca di esercitare pressioni sull’UE o sui suoi Stati membri per indurli a compiere determinate scelte politiche. Lo strumento consentirà all’UE di attuare contromisure sotto forma di restrizioni commerciali, di investimento o di altro tipo.
Inoltre, la nuova comunicazione sul potere dei partenariati commerciali mira a rafforzare il contributo degli accordi commerciali dell’UE alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla protezione del clima, dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori in tutto il mondo. Il nuovo approccio prevede il ricorso a sanzioni commerciali per le violazioni delle disposizioni fondamentali in materia di clima e lavoro.
Accordi
Nel mese di giugno l’UE e la Nuova Zelanda hanno concluso i negoziati per un accordo commerciale caratterizzato dagli impegni di sostenibilità più ambiziosi mai previsti da qualsiasi altro accordo commerciale dell’UE. Tale accordo offrirà nuove opportunità agli agricoltori, alle imprese e ai lavoratori europei.
Nel 2022 sono proseguiti anche i negoziati per accordi commerciali con l’Australia e l’India. Sono stati inoltre condotti i lavori tecnici e giuridici per l’accordo commerciale UE-Mercosur ed è stata raggiunta un’intesa politica volta a concludere i negoziati per un accordo commerciale con il Cile.
Nel 2022 l’UE ha firmato il suo primo accordo globale sul trasporto aereo «da blocco a blocco» con i 10 paesi dell’ASEAN, che riguarda una popolazione complessiva di oltre 1,1 miliardi di persone nell’UE-ASEAN. L’accordo aprirà i mercati, migliorerà la connettività diretta e genererà vantaggi economici e nuove opportunità grazie all’istituzione di un insieme unico di norme per tutti i servizi aerei tra l’UE e l’ASEAN, a vantaggio sia dei consumatori sia delle compagnie aeree e degli aeroporti. L’accordo si basa su standard comuni elevati in settori quali l’ambiente, le questioni attinenti al lavoro e la concorrenza leale, nonché la sicurezza aerea.
Accordo globale UE-ASEAN sul trasporto aereo
Sostituisce oltre 140 accordi bilaterali in materia di servizi aerei con gli Stati membri dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico.
Oceani e pesca
Il nuovo accordo dell’Organizzazione mondiale del commercio, volto a porre fine alle sovvenzioni dannose alla pesca, costituisce un passo fondamentale per garantire che le sovvenzioni alla pesca a livello mondiale assumano la sostenibilità come obiettivo centrale e contribuirà pertanto alla protezione degli oceani. L’accordo vieta le sovvenzioni che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, nonché alla pesca in alto mare non regolamentata. Sono inoltre vietate le sovvenzioni per gli stock ittici sovrasfruttati senza che siano state adottate misure di gestione della pesca tese a ricostituire lo stock a un livello sano.
Inoltre la comunicazione congiunta sull’agenda dell’UE per la governance internazionale degli oceani ha proposto misure per oceani sicuri, protetti, puliti, sani e gestiti in modo sostenibile. In linea con l’agenda, l’UE ha assunto 52 impegni volontari per un valore fino a 7 miliardi di euro: un esempio concreto del ruolo dell’UE quale leader mondiale nella protezione degli oceani. L’agenda sarà importante per la realizzazione della dimensione blu del Green Deal europeo. Tiene conto delle tendenze fondamentali, quali l’aggravarsi dell’impatto dei cambiamenti climatici, il pericoloso declino della biodiversità e le mutate condizioni geopolitiche.
L’UE si è impegnata a rafforzare il quadro internazionale di governance degli oceani a livello mondiale e regionale, nonché a trasformare in realtà la sostenibilità degli oceani entro il 2030 adottando un approccio coordinato e complementare alle sfide comuni e agli effetti cumulativi.
L’UE continuerà inoltre a rendere gli oceani uno spazio sicuro e protetto, in risposta alla crescente concorrenza nelle acque internazionali e al moltiplicarsi delle sfide alla cooperazione multilaterale.
Aggiornando la sua politica, l’UE ha confermato il suo impegno attivo ad accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 14.
Partenariati digitali
Nella riunione ministeriale del Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia, tenutasi nel 2022, l’UE e gli Stati Uniti hanno ribadito il loro sostegno a favore di un’internet aperta, globale, interoperabile, affidabile e sicura, come sancito nella dichiarazione per il futuro di internet e nella dichiarazione sui diritti e i principi digitali europei. Le due parti hanno inoltre discusso l’attuazione di principi comuni in materia di intelligenza artificiale e hanno convenuto di elaborare una tabella di marcia congiunta sugli strumenti di valutazione e misurazione per un’intelligenza artificiale e una gestione dei rischi affidabili.
Nel 2022 l’UE ha inoltre avviato un Consiglio per il commercio e la tecnologia con l’India e partenariati digitali con Giappone, Singapore e Corea del Sud.
9. Sviluppi istituzionali
Introduzione
Nel 2022 il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione europea hanno operato in stretta collaborazione non solo per rispondere alle emergenze, ma anche per ottimizzare il processo legislativo dell’UE e produrre risultati ancora migliori per i suoi cittadini. Date le opportunità e le sfide che ci attendono nel cammino verso una ripresa sostenibile, resta fondamentale agire nel modo più efficiente possibile, tenendo presente il futuro dell’UE. Ottenere risultati migliori per i cittadini dell’Unione perfezionando le norme dell’UE è un obiettivo condiviso di cui sono responsabili tutte le istituzioni dell’UE e degli Stati membri.
Principali iniziative nel 2022
Nel corso dell’anno le istituzioni hanno compiuto progressi su una serie di importanti iniziative. Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la bussola strategica, un ambizioso piano d’azione per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell’UE entro il 2030 e facilitare un accordo tra i leader dell’UE sul potenziamento della base industriale della difesa europea (cfr. capitolo 8).
Per quanto riguarda l’agenda verde e la crescita sostenibile e inclusiva, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, sulla creazione di un Fondo sociale per il clima e sull’attuazione del nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. È stato inoltre raggiunto un accordo provvisorio per ridurre il rischio di deforestazione e un accordo politico sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità (cfr. capitolo 3).
In relazione ai fascicoli digitali fondamentali, un accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio ha consentito la messa a punto della normativa sui servizi digitali e del regolamento sui mercati digitali, unitamente a una nuova legislazione sui caricatori universali (cfr. capitolo 4).
Il Parlamento e il Consiglio sono stati inoltre in grado di raggiungere un accordo politico sulla direttiva relativa alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione, sulle misure di trasparenza retributiva e sulla direttiva relativa a salari minimi adeguati (cfr. capitolo 7).
Il Consiglio ha guidato le discussioni sulle relazioni esterne dell’UE (cfr. capitolo 8) e ha ospitato i vertici UE-Unione africana e UE-Balcani occidentali. Ha inoltre avviato i negoziati di adesione con l’Albania e la Macedonia del Nord (cfr. capitolo 8). Il Parlamento e il Consiglio hanno anche raggiunto un accordo su atti legislativi fondamentali riguardanti le sovvenzioni estere distorsive e lo strumento per gli appalti internazionali.
La presidenza del Consiglio dell’Unione europea è assunta a turno dagli Stati membri dell’UE ogni sei mesi. Nel 2022 il Parlamento, le presidenze di turno francese e ceca del Consiglio e le presidenze svedese e spagnola, previste per il 2023, hanno unito gli sforzi per far progredire i negoziati interistituzionali sul sistema europeo comune di asilo e sul patto sulla migrazione e l’asilo e hanno firmato una tabella di marcia comune (cfr. capitolo 5).
Il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato europeo delle regioni hanno fornito contributi importanti e pertinenti al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione europea, anche per quanto riguarda il programma di lavoro della Commissione per il 2023, e hanno collaborato attivamente alla definizione delle raccomandazioni finali della Conferenza sul futuro dell’Europa.
Il Comitato economico e sociale europeo ha sottolineato l’impatto economico, sociale e ambientale dell’aggressione militare in Ucraina e il Comitato europeo delle regioni ha adottato il manifesto di Marsiglia, un invito ai leader europei ad ascoltare le voci dei milioni di politici eletti a livello regionale e locale in tutta l’UE che si sono impegnati ad avvicinare l’Europa ai suoi cittadini.
Nuovo presidente del Parlamento
L’inizio del 2022 è stato caratterizzato dalla triste perdita dell’ex presidente del Parlamento europeo David-Maria Sassoli. Il presidente Sassoli sarà ricordato come un vero leader europeo e come un grande sostenitore della democrazia. In oltre un decennio di servizio al Parlamento ha difeso incessantemente l’UE e i suoi valori, credendo tuttavia nella necessità di un maggiore impegno dell’Europa per essere più unita, più vicina ai suoi cittadini e più fedele ai suoi valori.
Nel contesto del processo di elezione a metà legislatura, Roberta Metsola è stata eletta nuovo presidente il 18 gennaio 2022, con una maggioranza assoluta di 458 voti su 690.
Il Parlamento ha istituito tre nuove commissioni parlamentari: una commissione speciale sulle ingerenze straniere, compresa la disinformazione; una commissione speciale sugli insegnamenti tratti dalla pandemia di COVID-19; e una commissione d’inchiesta sull’uso dello spyware Pegasus.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha partecipato regolarmente ai dibattiti, in particolare quelli sulla preparazione o sul seguito delle riunioni del Consiglio europeo, e ai dibattiti relativi all’Ucraina. Il 14 settembre 2022 ha pronunciato il discorso annuale sullo stato dell’Unione, indicando le priorità politiche per il 2023 e per la seconda metà del mandato della Commissione.
Attenzione ai cittadini
Conferenza sul futuro dell’Europa
La Conferenza sul futuro dell’Europa, durata un anno, ha dato agli europei l’opportunità di esprimere la loro opinione su ciò che si aspettano dall’UE e ha concluso i suoi lavori nel 2022. Si è trattato dell’esercizio di consultazione più ampio e di più vasta portata nel suo genere, con cinque milioni di singoli visitatori della piattaforma digitale multilingue e più di 720 000 partecipanti che hanno presenziato a oltre 6 600 eventi dal vivo, tra cui i panel nazionali di cittadini e i panel europei di cittadini.
Sono stati organizzati quattro panel europei di cittadini, ciascuno costituito da 200 partecipanti selezionati casualmente da tutti i 27 Stati membri, avendo particolare cura di includere persone che rispecchino la diversità dell’UE in termini di origine geografica, genere, età, contesto socioeconomico e livello di istruzione. Si è garantito con particolare attenzione che un terzo di ciascun panel fosse composto da giovani (di età compresa tra i 16 e i 25 anni). I partecipanti hanno discusso le loro raccomandazioni nelle sessioni plenarie della Conferenza, in cui membri della società civile, rappresentanti eletti di tutti i livelli di governo e altre parti interessate si sono riuniti per approvare consensualmente 49 proposte della Conferenza, che sono state successivamente presentate alle istituzioni dell’UE.
La relazione finale contenente tutte le proposte e 326 misure è stata presentata ai presidenti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione durante la cerimonia di chiusura della Conferenza il 9 maggio 2022, giornata dell’Europa. I risultati sono strutturati in funzione dei nove temi della conferenza, che spaziano dai cambiamenti climatici e dalla salute alla democrazia europea e alla trasformazione digitale.
Il 17 giugno la Commissione ha presentato la comunicazione sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, in cui valuta le proposte e delinea la via da seguire. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, la presidente von der Leyen ha confermato che i panel di cittadini diventeranno una componente stabile dell’elaborazione delle politiche della Commissione e ha illustrato nuove proposte derivanti dalle conclusioni della Conferenza. Oltre l’80 % delle nuove iniziative contenute nel programma di lavoro della Commissione per il 2023 dà direttamente o indirettamente seguito alle proposte della Conferenza. Il 2 dicembre 2022 il Parlamento, il Consiglio e la Commissione hanno organizzato un evento di feedback per spiegare ai cittadini in che modo le istituzioni stanno dando seguito alle proposte della Conferenza.
A dicembre la Commissione ha ospitato il primo panel di cittadini europei sulla riduzione degli sprechi alimentari. La riduzione degli sprechi, e in particolare degli sprechi alimentari, è oggetto di una proposta legislativa inclusa nel programma di lavoro della Commissione per il 2023, in linea con le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa.
Ispirato alla Conferenza, il nuovo strumento interattivo online della Commissione, il portale «Dì la tua», riunirà tutte le informazioni sui meccanismi di coinvolgimento dei cittadini introdotti dalla Commissione. Questo nuovo portale online integrerà le caratteristiche fondamentali della piattaforma digitale multilingue della Conferenza e costituirà la base per un nuovo sistema di partecipazione democratica e innovazione.
Anche i comitati consultivi hanno svolto pienamente il loro ruolo nell’ambito della Conferenza. Il 27 aprile 2021 il Comitato economico e sociale europeo ha adottato una risoluzione in merito alla Conferenza, dal titolo «Una nuova narrazione per l’Europa», e ha organizzato 75 eventi in tutta Europa, 45 dei quali hanno riunito, da soli, oltre 7 600 partecipanti. Il documento «La visione della società civile organizzata per il futuro dell’Europa» presenta i risultati di tali consultazioni, illustrando nel dettaglio le raccomandazioni e le idee che hanno alimentato le 326 proposte finali adottate dalla Conferenza.
Il Comitato europeo delle regioni ha organizzato oltre 120 dialoghi con i cittadini a livello locale e transfrontaliero e le idee e le raccomandazioni che ne sono scaturite sono state caricate sulla piattaforma. Il suo gruppo ad alto livello sulla democrazia europea ha adottato la relazione finale sulla democrazia nell’UE nell’ambito del contributo degli enti locali e regionali alla Conferenza.
Iniziativa dei cittadini europei
Il 2022 ha anche segnato il decimo anniversario dell’iniziativa dei cittadini europei. La Commissione ha celebrato questo importante traguardo nel corso dell’anno, insieme ai partner interistituzionali, agli organizzatori di iniziative e ai moltiplicatori. Rendere le informazioni sull’iniziativa più accessibili per i cittadini è stato uno degli obiettivi principali dell’anno, con eventi e azioni promozionali in occasione della Giornata dell’Europa o della Giornata annuale dell’iniziativa dei cittadini, svoltasi il 2 giugno presso il Comitato economico e sociale europeo.
Nel 2022 è stata sottoposta all’esame della Commissione la settima edizione dell’iniziativa di successo «Salviamo api e agricoltori! Verso un’agricoltura favorevole alle api per un ambiente sano». Altre due iniziative hanno raccolto oltre un milione di firme ciascuna: «Stop Finning — Stop the trade» (stop all’asportazione e al commercio delle pinne di squalo) e «Salvare i cosmetici cruelty-free; impegnarsi per un’Europa senza sperimentazione animale». La Commissione risponderà a queste tre iniziative nel 2023.
Nel 2022 la Commissione ha inoltre registrato dieci nuove iniziative, che hanno sollecitato l’azione dell’UE in vari ambiti quali lo sport, l’istruzione, il settore dell’abbigliamento, l’energia verde, la protezione degli animali, la politica rurale e un ambiente senza tabacco.
Lavorare in tempi di crisi
Nel 2022 le istituzioni dell’UE hanno dimostrato ancora una volta una grande resilienza nell’affrontare emergenze impreviste. Mentre era in corso la ripresa dalla pandemia di COVID-19, la Russia ha avviato un’aggressione non provocata e ingiustificata nei confronti dell’Ucraina. Le istituzioni dell’UE hanno lavorato senza sosta per sostenere il popolo ucraino nella sua lotta per la libertà e per aiutare i cittadini e le imprese degli Stati membri ad affrontare le conseguenze della guerra.
Il 1o marzo 2022 il Parlamento ha tenuto una sessione plenaria straordinaria, durante la quale il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy si è rivolto ai deputati in diretta da Kiev, Ucraina, sottolineando che gli ucraini «lottano per i loro diritti, le loro libertà e la loro vita, nonché per fare parte a pieno titolo dell’Europa». Al dibattito hanno partecipato anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell. Il Parlamento ha espresso fermo sostegno all’Ucraina e ha chiesto sanzioni nei confronti della Russia e nuovi impegni per concedere all’Ucraina lo status di paese candidato all’adesione all’UE.
Successivamente, il Parlamento ha tenuto regolarmente dibattiti in seduta plenaria specifici sull’Ucraina e ha approvato 16 risoluzioni. Il presidente del Parlamento ucraino (Verkhovna Rada), Ruslan Stefanchuk, ha partecipato di persona alla sessione plenaria di giugno 2022. Nel frattempo, ministri e funzionari di alto livello ucraini hanno spesso partecipato a varie riunioni delle commissioni parlamentari e hanno discusso con i deputati in merito agli ultimi sviluppi sul campo.
In omaggio al popolo ucraino
Il premio Sacharov 2022 del Parlamento è stato conferito al coraggioso popolo ucraino nel corso di una cerimonia tenutasi il 14 dicembre.
Il premio, che consiste in un certificato e in un premio in denaro del valore di 50 000 euro, è conferito ogni anno a persone o organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali.
La Francia e la Cechia hanno esercitato la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. Il Consiglio ha cercato di fornire una risposta forte e unita alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e alla conseguente crisi alimentare ed energetica. Sotto la guida del Consiglio europeo, ha supervisionato l’introduzione di misure senza precedenti e l’assegnazione di ingenti importi di assistenza all’Ucraina.
La Commissione ha intrapreso un’ampia azione di sostegno dell’Ucraina in tutti i settori nel corso dell’anno e nel 2022 ha adottato oltre 200 misure in risposta all’invasione. Una parte significativa delle decisioni è stata adottata per garantire che l’UE possa fornire l’assistenza umanitaria e il sostegno finanziario necessari all’Ucraina e possa aiutare gli Stati membri ad accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra e ad affrontare le conseguenze economiche dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina (cfr. capitolo 1). La Commissione ha inoltre presentato una serie di proposte di revisione della sua politica energetica per ridurre la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi (cfr. capitolo 2).
L’aggressione non provocata e ingiustificata della Russia nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo costituisce una sfida diretta ai valori dell’UE e all’ordine mondiale basato su regole. La relazione annuale sullo Stato di diritto per il 2022 ha posto particolare enfasi sull’importanza di difendere i valori democratici, i diritti umani e lo Stato di diritto. Per la prima volta la relazione conteneva raccomandazioni specifiche rivolte a ciascuno Stato membro per contribuire a individuare gli ambiti in cui sono necessari miglioramenti e incoraggiare le riforme necessarie.
La Commissione ha continuato a esercitare il suo ruolo di custode dei trattati, adottando 1 410 decisioni relative a procedure di infrazione per far rispettare il diritto dell’UE. Il rispetto dello Stato di diritto è fondamentale anche per la sana gestione finanziaria del bilancio dell’UE e per un uso efficace dei suoi finanziamenti. A dicembre 2022 il Consiglio ha adottato misure di protezione del bilancio a norma del regolamento sulla condizionalità contro le violazioni del principio dello Stato di diritto in Ungheria.
La Commissione e la Corte dei conti europea hanno proseguito la loro cooperazione costruttiva in qualità, rispettivamente, di organo esecutivo e di revisione contabile dell’UE. Nella riunione annuale di luglio i membri hanno discusso su come il bilancio dell’UE contribuisca al conseguimento delle priorità politiche dell’Unione, produca risultati concreti per i cittadini e apporti un valore aggiunto alle azioni intraprese dagli Stati membri.
Mentre affrontava le crisi, la Commissione ha anche proseguito i lavori per garantire un processo decisionale trasparente ed efficiente realizzando l’agenda «Legiferare meglio», secondo la quale le sue proposte sono basate su solidi elementi fattuali, precedute da ampie consultazioni effettuate attraverso il portale «Dì la tua» e riesaminate da un organismo di controllo indipendente, il comitato per il controllo normativo. Il quadro della Commissione per legiferare meglio è stato classificato al primo posto dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici nella sua relazione di misurazione dei risultati normativi dell’UE.
Nel 2022 la Commissione ha avviato la piena attuazione dell’approccio «one in, one out», che garantisce che eventuali nuovi oneri introdotti siano compensati dall’eliminazione di oneri equivalenti nello stesso settore strategico. L’approccio si concentra sull’impatto per i cittadini e per le imprese dei costi derivanti dalle proposte della Commissione e integra il suo programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (REFIT). Nell’ambito di REFIT la Commissione si adopera sistematicamente per individuare ed eliminare gli oneri burocratici e i costi inutili, conseguendo nel contempo gli obiettivi strategici ogniqualvolta la legislazione dell’UE è sottoposta a revisione e valutazione. Questo lavoro è stato sostenuto da un gruppo di esperti ad alto livello, la piattaforma «Fit for Future», che ha adottato dieci pareri e formulato raccomandazioni su come semplificare la legislazione dell’UE e renderla più efficiente. La Commissione si è inoltre adoperata per garantire che il programma «Legiferare meglio» affronti e supporti gli obiettivi di sostenibilità e la trasformazione digitale.
Previsione strategica
L’UE sta cercando di adeguare le proprie politiche alle esigenze future integrando sempre di più la previsione nella definizione delle politiche. La previsione strategica anticipa le tendenze, i rischi e le questioni emergenti, nonché le loro potenziali implicazioni e opportunità, al fine di trarre utili spunti per la pianificazione strategica, la definizione delle politiche e la preparazione. Contribuisce inoltre all’elaborazione di nuove iniziative dell’UE e alla revisione delle politiche esistenti, in linea con il pacchetto di strumenti per legiferare meglio. In ultima analisi, la previsione strategica aiuterà l’UE a reagire meglio a situazioni estremamente complesse e senza precedenti in un contesto di crescente incertezza.
Nel 2022 la cooperazione interistituzionale in materia di previsione nell’ambito del Sistema europeo di analisi strategica e politica si è concentrata sulla geopolitica. È stato avviato un progetto pilota europeo di analisi strategica e politica sull’analisi delle prospettive per individuare i segnali di cambiamento che potrebbero avere un impatto significativo sull’UE in futuro.
Il successo nella gestione della duplice transizione verde e digitale costituisce la pietra angolare per la realizzazione di un futuro sostenibile, equo e competitivo.
La relazione di previsione strategica 2022 della Commissione si è concentrata sull’interazione tra le transizioni verde e digitale nel nuovo contesto geopolitico in rapida evoluzione. La Commissione ha inoltre proseguito l’analisi delle principali megatendenze che incidono sul futuro, come la migrazione, i cambiamenti climatici, la digitalizzazione e le disuguaglianze. È stata ulteriormente sviluppata la cooperazione con gli Stati membri attraverso la rete di previsione a livello dell’UE, nella quale operano i «ministri per il futuro».
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