Cooperazione nell’ambito di Interreg: il potenziale delle regioni transfrontaliere dell’Unione europea non è stato ancora sfruttato appieno
Contenuto del documentoLa cooperazione transfrontaliera ha lo scopo di affrontare le sfide comuni individuate di concerto dagli Stati membri nelle regioni frontaliere e di sfruttarne il potenziale di crescita ancora inesplorato. Molte di tali regioni ottengono generalmente risultati meno positivi dal punto di vista economico rispetto ad altre regioni situate in zone più interne dei rispettivi Stati membri.
La Corte ha rilevato che i programmi di cooperazione esaminati presentavano strategie chiare per affrontare le sfide delle regioni transfrontaliere interessate. Tuttavia, debolezze nell’attuazione e insufficienze nel monitoraggio delle informazioni hanno limitato la capacità dei programmi di sfruttare appieno il potenziale di tali regioni.
La Corte rivolge una serie di raccomandazioni alle autorità di programma e alla Commissione affinché indirizzino meglio i programmi di cooperazione, diano priorità e sostegno ai progetti sulla base del merito e definiscano indicatori in grado di rendere conto degli effetti transfrontalieri dei progetti.
Relazione speciale della Corte dei conti europea presentata in virtù dell’articolo 287, paragrafo 4, secondo comma, del TFUE.
Sintesi
ILa cooperazione transfrontaliera è uno dei due obiettivi della politica di coesione. Ha lo scopo di affrontare le sfide comuni individuate di concerto dagli Stati membri nelle regioni frontaliere e di sfruttarne il potenziale di crescita ancora inesplorato. Molte di tali regioni ottengono generalmente risultati meno positivi dal punto di vista economico rispetto ad altre regioni situate in zone più interne dei rispettivi Stati membri.
III programmi Interreg si occupano delle sfide a livello transfrontaliero. Nel periodo di programmazione 2014‑2020, il quinto in cui Interreg è stato operativo, la dotazione era di 10,1 miliardi di euro. Gran parte di essa (6,3 miliardi) riguardava le frontiere interne e ha finanziato circa 24 000 progetti mediante 53 programmi di cooperazione, coprendo il 59 % della superficie e il 48 % della popolazione dell’UE.
IIICon il presente audit, la Corte ha valutato se la Commissione e gli Stati membri, nei programmi di cooperazione per le frontiere interne finanziati nell’ambito di Interreg, abbiano affrontato in modo efficace le sfide delle regioni transfrontaliere. La pubblicazione di questa relazione risulterà utile per l’attuazione del periodo 2021‑2027. Può inoltre alimentare le discussioni in corso tra i colegislatori circa un potenziale meccanismo per far fronte agli ostacoli giuridici e amministrativi nelle regioni transfrontaliere.
IVLa Corte ha riscontrato che tutti i programmi di cooperazione controllati, eccetto uno, avevano analizzato le necessità delle regioni interessate. Considerate le risorse finanziarie destinate a tali programmi, è stato però possibile affrontare solo parzialmente le sfide a livello transfrontaliero. Vista la scarsità delle risorse, i finanziamenti dovrebbero essere indirizzati là dove potrebbero apportare il massimo valore aggiunto.
VSalvo qualche eccezione, per i programmi esaminati esistevano nessi chiari tra gli obiettivi proposti, le risorse che si intendeva impiegare e le attività previste, nonché i risultati e l’impatto attesi. I programmi di cooperazione si differenziano da quelli tradizionali dell’UE per il fatto che i progetti che vi aderiscono devono presentare carattere transfrontaliero e far partecipare più partner transnazionali. La frequente mancanza di una delimitazione netta tra i programmi di cooperazione e quelli tradizionali ha tuttavia significato che i primi potevano finanziare lo stesso tipo di operazioni finanziate dai secondi.
VILa Corte ha anche individuato varie debolezze nell’attuazione e nel monitoraggio dei programmi:
- per la metà dei progetti esaminati, la cooperazione fra i partner si limitava alla presentazione di una proposta comune di progetto per ottenere il finanziamento degli interventi. Tali progetti mancavano di un’identità comune in quanto progetto transfrontaliero;
- le procedure di selezione dei progetti non hanno sempre condotto alla scelta dei progetti migliori;
- in linea generale, gli indicatori usati non rendevano conto degli effetti transfrontalieri, ostacolando il monitoraggio dell’attuazione del programma in relazione agli obiettivi stabiliti;
- i limiti dei dati statistici si ripercuotono sulla valutazione dei progetti cofinanziati.
Le autorità di programma si sono adoperate per limitare l’impatto della crisi di COVID-19 sui progetti, prorogando il termine previsto per il loro completamento. Le autorità si sono inoltre avvalse delle misure di flessibilità e semplificazione rese disponibili dall’UE per mitigare gli effetti della COVID-19, in particolare in relazione alla possibilità di usufruire di una proroga del termine per la presentazione della documentazione chiave.
VIIIInfine, il ritardo nell’adozione della base giuridica per il periodo 2021‑2027 e la necessità di terminare il lavoro per il periodo di programmazione 2014‑2020 hanno impedito un agevole avvio del nuovo periodo di programmazione a livello di Stati membri.
IXA seguito del proprio audit, la Corte raccomanda di:
- indirizzare meglio i programmi di cooperazione, in modo tale che i progetti integrino quelli previsti dei programmi tradizionali;
- dare priorità e sostegno ai progetti seguendo una graduatoria in base al merito;
- usare indicatori che rendano conto degli effetti transfrontalieri;
Introduzione
Le sfide a cui le regioni transfrontaliere dell’UE devono far fronte
01A norma del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l’UE mira a ridurre il divario economico e di sviluppo tra le regioni che la compongono, con specifico riferimento, tra le altre, alle regioni transfrontaliere1. In tale contesto, sostiene i programmi di cooperazione territoriale europea (CTE), noti come “programmi Interreg”, mediante la politica di coesione, fornendo finanziamenti a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Per trent’anni nell’ambito di Interreg sono state sostenute azioni congiunte tra Stati membri o tra Stati membri e paesi terzi.
02L’obiettivo primario di Interreg è contribuire a sostenere lo sviluppo armonioso del territorio dell’Unione2 al fine di incentivare la cooperazione e creare opportunità di sviluppo, favorendo al contempo la solidarietà fra i cittadini di diversi paesi che, assieme, affrontano tali sfide. Insieme a “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”, Interreg è uno dei due obiettivi della politica di coesione; esso è inteso a “sostenere anche la condivisione di strutture e risorse umane e di tutti i tipi di infrastrutture a livello transfrontaliero in tutte le regioni”3.
03La cooperazione transfrontaliera ha lo scopo di affrontare le sfide comuni individuate di concerto nelle regioni frontaliere e di sfruttarne il potenziale di crescita ancora inesplorato. Tra le sfide più importanti figurano le seguenti: “la ridotta accessibilità, soprattutto per quanto concerne il grado di connessione con le tecnologie dell’informazione e della comunicazione […] l’infrastruttura di trasporto, le industrie locali in declino, un contesto imprenditoriale inadeguato, la mancanza di reti fra le amministrazioni locali e regionali, gli scarsi livelli di ricerca e di innovazione […], l’inquinamento ambientale, la prevenzione dei rischi, un’attitudine negativa nei confronti dei cittadini dei paesi confinanti”4
04Nella figura 1 sono sinterizzati gli elementi più importanti connessi alle sfide delle regioni transfrontaliere dell’UE nonché il relativo impatto stimato. Se il 20 % degli ostacoli alla cooperazione transfrontaliera esistenti venisse rimosso, il PIL in tali regioni crescerebbe del 2 % e verrebbero creati oltre 1 milione di nuovi posti di lavoro5.
Figura 1
Le sfide per le regioni transfrontaliere dell’UE e il relativo impatto stimato
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base di dati tratti da vari studi incaricati dalla Commissione6.
Interreg A: la componente principale di Interreg
05Il periodo di programmazione 2014‑2020 è stato il quinto in cui Interreg è stato operativo. La dotazione per tale periodo ammontava a 10,1 miliardi di euro, circa il 2,75 % della dotazione complessiva destinata alla politica di coesione7. In tale periodo, Interreg prevedeva tre componenti 8 (cfr. riquadro 1).
Riquadro 1
Le tre componenti della cooperazione per Interreg V per il periodo 2014‑2020
Cooperazione transfrontaliera (Interreg V-A): programmi fra regioni limitrofe (cfr. allegato I) per un elenco dei programmi di cooperazione per le frontiere interne). Molti programmi sono bilaterali, ma ad alcuni partecipano fino a cinque Stati membri. Le operazioni selezionate dovrebbero coinvolgere beneficiari di almeno due paesi partecipanti, dei quali almeno uno dovrebbe essere uno Stato membro9. Le zone considerate ammissibili sono quelle rientranti nel livello NUTS 3 in termini di popolazione10 e possono includere anche le regioni NUTS 3 in Norvegia, Svizzera, Liechtenstein, Andorra, Monaco e San Marino11.
Cooperazione transnazionale (Interreg V-B): programmi riguardanti la cooperazione in territori più estesi (cfr. allegato II) e incentrati su problematiche transnazionali come la gestione delle inondazioni, i corridoi di trasporto e di comunicazione, le attività commerciali internazionali, i collegamenti nell’ambito della ricerca e lo sviluppo urbano. Le regioni ammissibili sono quelle rientranti nel livello NUTS 2.
Cooperazione interregionale (Interreg V-C): quattro programmi di scambio fra tutti gli Stati membri riguardanti la pianificazione del territorio (ESPON), lo sviluppo urbano integrato (URBACT), la capitalizzazione delle attività della politica di coesione (Interreg Europe) e l’assistenza tecnica a tutti i programmi Interreg (INTERACT).
Nella figura 2 viene presentata l’evoluzione di Interreg dal 1989 al 2020, con maggiori dettagli per il periodo 2014‑2020, in termini di finanziamenti e di Stati membri coinvolti. Interreg V-A, con 88 programmi di cooperazione e una dotazione di quasi 7,4 miliardi di euro, è la componente principale, equivalente al 73 % della dotazione complessiva di Interreg. L’elemento principale di Interreg V-A è la cooperazione transfrontaliera per le frontiere interne, escluse le regioni ultraperiferiche, con 53 programmi di cooperazione e una dotazione di 6,3 miliardi di euro.
Figura 2
Evoluzione di Interreg dal 1989 al 2020 e relativa dotazione per il periodo 2014‑2020
Fonte: Corte dei conti europea.
Per il periodo 2021‑2027, la dotazione complessiva di Interreg è scesa a 8 miliardi di euro in seguito alla riduzione sia della dotazione totale a favore della politica di coesione che della quota destinata a Interreg12, quest’ultima diminuita dal 2,75 % al 2,4 %. Per tale periodo verrà aggiunta una quarta componente dedicata alle regioni ultraperiferiche13. Interreg VI-A per la cooperazione transnazionale continuerà a ricevere la maggior parte dei finanziamenti destinati a Interreg, con 5,8 miliardi di euro per tale periodo14.
08Le regioni frontaliere interne ammissibili ai cofinanziamenti nell’ambito di Interreg A sono le regioni appartenenti al livello NUTS 3 situate lungo le frontiere terrestri interne e, talune, esterne15, nonché le regioni situate lungo le frontiere marittime separate da un massimo di 150 chilometri16. Gli Stati membri hanno voce in capitolo per quanto riguarda la decisione della Commissione sulle regioni ammissibili17. Per tutte le regioni, il sostegno nel quadro di Interreg è un elemento aggiuntivo rispetto ai programmi tradizionali del FESR, nazionali o regionali.
09Nella figura 3 viene mostrato l’incremento graduale delle aree ammissibili ai programmi Interreg A. Ciò è dovuto principalmente all’allargamento dell’UE e alla possibilità, dal periodo 2007‑2013, che gli Stati membri destinino parte della propria dotazione nell’ambito di Interreg a regioni diverse da quelle appartenenti ai programmi di cooperazione, inizialmente a regioni limitrofe a queste ultime18 e in seguito a qualsiasi regione19. Per il periodo 2014‑2020, l’area inclusa nei programmi Interreg V-A copre il 66 % del territorio e il 51 % della popolazione dell’UE. Considerando soltanto le regioni frontaliere interne, i valori corrispondenti sono rispettivamente il 59 % e il 48 %.
10Secondo la Commissione, le regioni rientranti in Interreg V-A ospitano quasi 2 milioni di pendolari transfrontalieri, dei quali 1,3 milioni sono lavoratori e il resto studenti. Ad esempio, 450 000 residenti in Francia lavorano in un paese confinante; i numeri corrispondenti per la Germania e la Polonia sono di 270 000 e 140 000 persone, rispettivamente. Molte regioni frontaliere ottengono generalmente risultati meno positivi dal punto di vista economico rispetto ad altre regioni situate in zone più interne dei rispettivi Stati membri. L’accesso a servizi pubblici come ospedali e università è in generale meno agevole nelle regioni di confine e muoversi fra i diversi sistemi amministrativi e giuridici è un’operazione spesso ancora complessa e costosa20.
Figura 3
L’evoluzione di Interreg A per le regioni frontaliere interne ed esterne dal 1989 al 2020
Fonte: Commissione europea, DG REGIO.
Gestione di Interreg e settori finanziati nell’ambito di Interreg V-A 2014-2020 per le frontiere interne
11Analogamente ai programmi tradizionali del FESR, i programmi di cooperazione sono attuati in regime di gestione concorrente. In tale contesto, il ruolo della Commissione consiste nell’approvare i programmi preparati dagli Stati membri, nell’agevolarne l’attuazione e nel monitorarli e valutarli.
12Per ogni programma di cooperazione vengono designate un’autorità di gestione, una di certificazione e una di audit. Per Interreg in modo particolare esiste un segretariato congiunto21 istituito per fungere da centro informativo, assistere i candidati nella presentazione delle domande e valutare le domande di progetto; insieme all’autorità di gestione, il segretariato congiunto rappresenta la massima autorità di programma dei programmi di cooperazione. Infine, il comitato di sorveglianza del programma seleziona le operazioni da cofinanziare.
13Il processo di programmazione per i programmi di cooperazione rispetta rigidamente le disposizioni in essere per i programmi tradizionali. La normativa stabilisce requisiti dettagliati per quanto concerne il contenuto dei programmi. Essa mira a facilitare una logica d’intervento coerente, ossia nessi chiari tra gli obiettivi proposti, le risorse che si intende impiegare e le attività previste, nonché i risultati e l’impatto attesi. Il fine ultimo è l’attuazione efficace ed efficiente dei fondi22:
- la programmazione dovrebbe essere incentrata intorno a 11 obiettivi tematici definiti23 e almeno l’80 % dei finanziamenti dovrebbe essere concentrato al massimo su quattro obiettivi tematici24;
- un asse prioritario dovrebbe corrispondere, preferibilmente, a un obiettivo tematico; priorità d’investimento e obiettivi specifici dovrebbero essere definiti nel quadro di ogni asse prioritario25;
- deve essere fornita una motivazione per la scelta degli obiettivi tematici, delle priorità d’investimento e delle dotazioni finanziarie, sulla base di un’analisi regionale e nazionale delle esigenze26.
Ogni primavera, le autorità di gestione presentano alla Commissione una relazione di attuazione annuale per ogni programma di cooperazione27. Tali relazioni comprendono dati in merito ai progressi degli indicatori comuni di output28, agli indicatori di output e di risultato specifici per programma, ai target intermedi nonché ai dati finanziari.
15Nella figura 4 e nell’ allegato III è illustrata la ripartizione dei fondi tra gli obiettivi tematici oggetto dei finanziamenti a titolo della componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne per il periodo 2014‑2020. A fine 2020, gli obiettivi connessi a “Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse” e a “Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione” avevano ricevuto la maggior parte dei finanziamenti.
Figura 4
Obiettivi tematici (OT) finanziati a titolo della componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne
Fonte: piattaforma Open data sui fondi SIE, sovvenzioni a fine 2020.
Come indicato nell’ allegato IV, i tipi di progetto che hanno ricevuto la maggior parte dei finanziamenti, salvo l’assistenza tecnica, erano connessi alla cultura e al patrimonio culturale, all’adattamento al cambiamento climatico, alla capacità istituzionale, al trasferimento di tecnologie a favore delle PMI, al miglioramento stradale, alla tutela della biodiversità e della natura, al turismo nelle aree naturali, all’assistenza sanitaria e ai servizi sociali e alla ricerca e innovazione nei centri pubblici.
17A fine dicembre 2020, le autorità di programma dei programmi di cooperazione avevano stanziato il 102 % dei finanziamenti disponibili per il periodo 2014‑2020 (contro il 110 % per i programmi tradizionali sostenuti dal FESR) e avevano selezionato circa 24 000 progetti da cofinanziare. Le autorità di programma possono stanziare un importo superiore alla dotazione assegnata al programma per fare in modo che alla fine del periodo di programmazione tutti i finanziamenti disponibili siano stati utilizzati.
Preparazione al periodo 2021-2027
18Durante il periodo di programmazione 2007‑2013, nell’ambito di Interreg sono stati forniti finanziamenti per 5,6 miliardi di euro. Stando alla valutazione ex post29, i progetti hanno prodotto realizzazioni e risultati in linea con gli obiettivi specifici di Interreg ed erano orientati verso le priorità principali della strategia di Lisbona.
19Le principali debolezze emerse dalla valutazione sono state:
- i programmi sono rimasti molto ampi e hanno mirato soprattutto allo sviluppo della cooperazione e dei collegamenti come obiettivo ultimo, piuttosto che come mezzo per far leva su un’integrazione economica più ampia;
- nella decisione sui progetti da sostenere, la maggior parte dei programmi ha adottato un approccio “bottom-up”. Ciò ha reso difficile il perseguimento di una strategia coerente di promozione dello sviluppo e dell’integrazione socioeconomica e territoriale delle regioni interessate, benché la maggior parte dei singoli progetti abbia fornito un proprio contributo;
- vi è stato un coordinamento molto limitato tra i programmi Interreg e quelli tradizionali.
Per la preparazione degli accordi di partenariato e dei programmi per il periodo 2014‑2020, la Commissione ha elaborato, per ogni Stato membro, documenti di sintesi indicanti le priorità più pertinenti per i Fondi strutturali e di investimento europei (SIE) e contenenti una sezione molto breve sulla cooperazione territoriale.
21Per il periodo 2021‑2027, la Commissione ha presentato documenti di orientamento relativi alle frontiere concepiti per contribuire alla preparazione dei programmi di cooperazione degli Stati membri. Si tratta di documenti dettagliati specifici per le regioni transfrontaliere.
22Infine, per tale periodo, la normativa30 precisa che:
- per le frontiere terrestri interne, le autorità di programma dovrebbero assegnare al massimo il 60 % dei finanziamenti a quattro dei sette obiettivi strategici (cinque tratti dall’RDC e due dal regolamento CTE), due dei quali dovrebbero essere “un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio” e “un’Europa più sociale”;
- per le frontiere marittime, tale 60 % è assegnato a tre degli obiettivi strategici, tra i quali è obbligatoria la scelta di “un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio”;
- possono essere assegnati rispettivamente fino al 20 % e al 5 % agli obiettivi specifici di Interreg “una migliore governance della cooperazione” e “un’Europa più sicura”.
COVID-19: misure adottate in relazione ai fondi SIE
23La pandemia di COVID-19 ha avuto grosse ripercussioni sulle regioni transfrontaliere degli Stati membri, mettendo sotto pressione le strutture socioeconomiche all’esterno e all’interno dei confini dell’UE. Le misure adottate per dare flessibilità nell’impiego dei fondi SIE al fine di mitigare gli effetti della pandemia mediante l’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII)31 e l’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus (CRII+)32 si applicano anche ai programmi di cooperazione.
24Nella figura 5 vengono mostrate le più importanti fra queste misure, le quali prevedono tutte una modifica dei programmi. Ad esclusione della misura riguardante la possibilità di trasferire risorse tra categorie di regioni per l’esercizio 2020, tutte possono essere applicate ai programmi di cooperazione. Le autorità di programma possono adottare più di una fra queste misure.
Figura 5
Principali misure in relazione ai fondi SIE adottate in risposta alla COVID-19
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dell’articolo 2 del regolamento CRII+ e dell’articolo 2 del regolamento CRII.
Estensione e approccio dell’audit
25L’audit della Corte era inteso a verificare se la Commissione e gli Stati membri avessero utilizzato in modo efficace i programmi di cooperazione transfrontaliera interna di Interreg V-A per affrontare le sfide delle regioni transfrontaliere (cfr. allegato I). A tal fine, la Corte ha esaminato se:
- le autorità di programma abbiano analizzato le sfide transfrontaliere e vi abbiano dato priorità in ordine di importanza, in modo da concentrare i programmi di cooperazione là dove avrebbero prodotto il maggiore impatto, considerata la scarsità delle risorse disponibili;
- i programmi di cooperazione siano stati concepiti con una logica d’intervento coerente, estesa a un sistema di valutazione in grado di misurare gli effetti transfrontalieri, e in sinergia con i programmi tradizionali delle regioni limitrofe;
- gli orientamenti della Commissione siano stati utili alle regioni transfrontaliere per individuare le sfide da affrontare, fornendo risorse e assistenza, in particolare in termini di mitigazione degli effetti della crisi causata dalla COVID-19, e abbiano contribuito a un agevole avvio del nuovo periodo di programmazione 2021‑2027.
Le constatazioni e le conclusioni della Corte si riferiscono ai programmi di cooperazione della componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne per il periodo di programmazione 2014‑2020 e, auspicabilmente, le raccomandazioni della Corte saranno utili per la preparazione e l’attuazione del periodo 2021‑2027. La presente relazione può inoltre alimentare le discussioni in corso tra i colegislatori circa un potenziale meccanismo per far fronte agli ostacoli giuridici e amministrativi nelle regioni transfrontaliere33.
27A livello dell’UE, la Corte ha esaminato il lavoro della direzione generale della Politica regionale e urbana (DG REGIO) della Commissione.
28L’approccio adottato dalla Corte ha consentito di coprire un gran numero di programmi di cooperazione. A livello di Stati membri, ha controllato 23 programmi di cooperazione (elencati nell’allegato V) ai quali avevano partecipato, almeno una volta, tutti i 28 Stati membri. Questi 23 programmi rappresentano il 43 % dei finanziamenti dell’UE destinati alla componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne e il 27 % dell’intera dotazione di Interreg per il periodo 2014‑2020.
29Per tali programmi sono stati effettuati dieci esami documentali di base, dieci esami documentali approfonditi e tre visite in loco. Nell’allegato V vengono forniti ulteriori dettagli, comprese le differenze fra questi tipi di controlli.
30Per ciascuno dei 23 programmi di cooperazione sono inoltre stati selezionati due programmi tradizionali, anch’essi elencati nell’ allegato V, riguardanti le regioni limitrofe, al fine di confrontare l’indirizzamento e valutare il livello di sinergia nell’affrontare le sfide transfrontaliere. I principali criteri di selezione per i due programmi erano la popolazione, il livello di sostegno finanziario, la superficie della zona interessata e, soprattutto, la portata delle priorità degli investimenti condivisi. Complessivamente la Corte ha analizzato 39 programmi tradizionali, in quanto sette programmi tradizionali sono stati utilizzati per più confronti.
31Per i programmi di cooperazione controllati in loco sono stati visitati 12 progetti che hanno ricevuto sostegno dall’UE. Per la selezione di tali progetti ci si è basati sulla rilevanza e sulla diversità dei tipi di azioni cofinanziate. La Corte ha inoltre controllato altri quattro progetti mediante esame documentale per il programma di cooperazione Romania – Bulgaria. Inizialmente per questo programma era prevista una visita in loco, ma non è stata effettuata a causa delle restrizioni in materia di viaggi dovute alla COVID-19. Di conseguenza, gli auditor della Corte non hanno potuto controllare fisicamente gli effetti dei progetti.
32Nell’ambito dei 16 progetti esaminati sono state attuate azioni nei seguenti settori sostenuti: patrimonio culturale, turismo, PMI e imprenditoria, mercato del lavoro e occupazione, gestione dei rischi e cooperazione tra servizi d’emergenza, istruzione e formazione, cooperazione istituzionale, salute e inclusione sociale e trasporto multimodale.
33Infine, per tutti i 53 programmi di cooperazione per le frontiere interne, la Corte ha esaminato la misura in cui le autorità di programma si siano valse delle possibilità di semplificazione e flessibilità offerte dalle iniziative CRII e CRII+. Per i tre programmi di cooperazione controllati in loco e il programma Romania – Bulgaria per il quale era prevista una visita, la Corte ha valutato le implicazioni della crisi di COVID-19 nell’attuazione dei progetti.
Osservazioni
Sebbene alla base dei programmi transfrontalieri vi sia stata un’analisi esaustiva, non è stato possibile affrontare tutte le sfide
34La Corte ha analizzato i documenti di 23 programmi di cooperazione al fine di valutare se la pianificazione strategica per il periodo di programmazione 2014‑2020 sia stata basata su un’analisi delle sfide transfrontaliere che le regioni dovevano affrontare. Ha inoltre esaminato in che misura i programmi di cooperazione consentissero di affrontare tali sfide, vista la scarsità delle risorse finanziarie.
Tutti i 23 programmi di cooperazione controllati includevano un’analisi delle sfide delle regioni transfrontaliere
35Un programma di cooperazione dovrebbe esser basato su un’analisi delle esigenze dell’area rientrante nell’ambito di applicazione del programma nel suo complesso34. È pertanto necessario adeguare i requisiti relativi al contenuto dei programmi di cooperazione alle esigenze specifiche delle regioni transfrontaliere35.
36Tutti i programmi controllati dalla Corte presentavano le necessità delle regioni sulla base di un’analisi dei punti di forza, delle debolezze, delle opportunità e delle minacce (analisi SWOT) o delle caratteristiche socioeconomiche (analisi socioeconomica) delle regioni transfrontaliere. Tuttavia, nel caso del programma di cooperazione Svezia – Finlandia – Norvegia, l’analisi SWOT non era sufficientemente approfondita per sostenere decisioni strategiche: non ha analizzato in dettaglio le minacce, non ha distinto tra punti di forza e opportunità, ha elencato alcune sfide senza informazioni di contesto e ha utilizzato dati obsoleti risalenti a oltre un decennio prima.
37Nella figura 6 le sfide più importanti evidenziate dai programmi di cooperazione sono raggruppate in sette categorie. La maggior parte di tali sfide sono egualmente affrontate dai programmi tradizionali che coprono le stesse are geografiche. Le debolezze riguardanti la cooperazione amministrativa e le barriere linguistiche riguardano però nello specifico l’aspetto transfrontaliero.
Figura 6
Le principali sfide che le regioni transfrontaliere devono affrontare
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei 23 programmi di cooperazione elencati nell’allegato V.
I programmi di cooperazione, da soli, non consentono di affrontare le sfide, alle quali è necessario pertanto assegnare un ordine di priorità
38Concretamente, considerate le risorse finanziarie destinate a tali programmi è stato possibile affrontare le sfide transfrontaliere solo parzialmente. La dotazione media per i 53 programmi di cooperazione per le frontiere interne ammontava a 162 milioni di euro, passando dai 19 milioni del programma Slovenia – Ungheria ai 485 milioni di quello Spagna – Portogallo (POCTEP) (cfr. allegato I). Tuttavia, affrontare molte sfide transfrontaliere richiede finanziamenti cospicui. Ad esempio, i grandi progetti infrastrutturali ferroviari o stradali che agevolano i trasporti, le attività commerciali e la circolazione dei cittadini necessitano normalmente di diversi miliardi di euro.
39Al contrario, i programmi tradizionali hanno in genere una dotazione molto superiore. Per i 39 programmi tradizionali esaminati dalla Corte, la dotazione dei programmi regionali era compresa tra i 231 milioni di euro e i 7 miliardi di euro, con una media di 2 miliardi; la dotazione media per i programmi nazionali ammontava a oltre il doppio, passando da 700 milioni di euro a quasi 9 miliardi di euro (cfr. allegato V).
40Sono stati individuati casi nei quali le autorità di programma hanno destinato a un asse prioritario o a una priorità d’investimento un importo ridotto, con il risultato che il finanziamento poteva avere solo un effetto limitato sulle regioni transfrontaliere. Ad esempio, le autorità responsabili del programma di cooperazione Estonia – Lettonia hanno destinato meno di 1 milione di euro all’asse prioritario relativo all’integrazione nel mercato del lavoro e al miglioramento delle condizioni per l’accesso ai posti di lavoro oltreconfine. Non è chiaro se tale sostegno, di importo relativamente modesto, possa avere un effetto significativo.
41Nella figura 7 sono illustrate le differenze tra le dotazioni di bilancio dei 23 programmi di cooperazione e i programmi tradizionali delle regioni limitrofe analizzati.
Figura 7
Confronto fra le dotazioni dei programmi di cooperazione e quelle dei programmi tradizionali delle regioni limitrofe analizzati
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei programmi di cooperazione e dei programmi tradizionali esaminati elencati nell’allegato V.
Vista scarsità delle risorse finanziarie, i finanziamenti dovrebbero essere indirizzati là dove potrebbero apportare il massimo valore aggiunto. Tuttavia, è emerso che la maggior parte delle autorità di programma non ha dato priorità alle necessità individuate, rischiando quindi di non selezionare le priorità di investimento in grado di produrre probabilmente il maggior impatto.
43Dall’analisi della Corte è emerso che molte importanti sfide che le regioni transfrontaliere devono affrontare non erano risolvibili a livello di autorità di programma, ma che necessitavano di decisioni nazionali, da integrare successivamente nella normativa dello Stato. Ad esempio, la cooperazione fra le autorità nazionali su questioni di assistenza sanitaria o sicurezza richiede accordi bilaterali o trilaterali tra gli Stati membri, come illustra l’esempio del riquadro 2.
Riquadro 2
Le sfide in materia di assistenza sanitaria nella Grande Regione
Il programma di cooperazione della Grande regione comprende cinque regioni appartenenti a tre Stati membri dell’UE (Francia, Belgio e Germania) e il Lussemburgo. Si tratta di un’area di 65 401 km2 densamente popolata, con 11,4 milioni di abitanti.
L’analisi SWOT per la preparazione del programma 2014‑2020 ha sottolineato che una delle sfide della regione risiede nella riluttanza e nelle difficoltà normative in materia di circolazione delle informazioni, in particolare per quanto concerne la sanità. Le differenze fra i quattro sistemi sanitari ostacolano l’accesso ai servizi sanitari transfrontalieri e ciò può rivelarsi fatale nei casi di urgenza per i quali un ospedale vicino, situato oltreconfine, potrebbe fornire un trattamento più rapidamente. Inoltre, l’assenza di un sistema coordinato di assicurazione sanitaria transfrontaliera dissuade i pazienti dal cercare trattamenti oltreconfine, nel timore di non riuscire a pagare in anticipo i costi delle cure in attesa che l’assicurazione li rimborsi.
Le autorità di programma hanno selezionato per il finanziamento una priorità d’investimento connessa all’infrastruttura sanitaria e sociale36. Hanno stabilito come valore-obiettivo dell’indicatore di risultato il conseguimento di sei accordi di accesso transfrontaliero all’assistenza sanitaria entro il 2023. A fine 2019 erano stati sottoscritti 14 accordi di questo tipo.
Una strategia coerente per affrontare le sfide spesso non ha portato a un’attuazione mirata
44La Corte ha valutato gli elementi strategici più importanti dei programmi di cooperazione e il modo in cui questi ultimi sono stati tradotti in azione mediante inviti a presentare proposte e la selezione dei progetti.
In quasi tutti i casi, i documenti strategici di programma hanno rispettato i requisiti normativi e sono stati coerenti con le analisi delle necessità
45Il regolamento recante disposizioni comuni esplicita la necessità di una “logica d’intervento”37 solida, ossia di nessi chiari fra gli obiettivi del programma e i risultati attesi. Considerato che vari fondi dell’UE forniscono sostegno nelle stesse aree geografiche, è importante che vi sia un coordinamento efficace fra tali fondi e gli strumenti di finanziamento nazionali38. Per Interreg, nelle operazioni devono essere coinvolti beneficiari di almeno due paesi partecipanti39.
46Gli auditor della Corte hanno pertanto esaminato:
- la solidità della logica d’intervento che ha condotto dalle sfide individuate ad altri elementi del processo di selezione del programma, compresa la selezione dell’asse prioritario, degli obiettivi tematici e specifici, delle priorità d’investimento, delle realizzazioni e dei risultati, così come dei rispettivi valori-obiettivo;
- se le autorità di programma abbiano stabilito disposizioni per il coordinamento dei fondi con altre fonti;
- l’importanza attribuita all’elemento transfrontaliero nella selezione dei progetti.
Salvo alcune eccezioni, alla base dei programmi esaminati vi era una solida logica d’intervento
47In quasi tutti i casi la Corte ha confermato l’esistenza di una solida logica d’intervento tra l’analisi delle sfide e la selezione, effettuata dalle autorità di programma, degli assi prioritari, degli obiettivi tematici e specifici e delle priorità d’investimento; tale logica si estendeva anche agli inviti a presentare proposte. Nell’unico caso in cui l’analisi SWOT non era sufficientemente approfondita per servire da base a decisioni strategiche (cfr. paragrafo 36), ciò ha avuto un impatto sulla coerenza della logica d’intervento del programma.
48Le autorità di programma hanno inoltre rispettato il requisito di concentrarsi principalmente su un massimo di quattro obiettivi tematici. In alcuni casi hanno deciso di indirizzare ulteriormente i programmi, incentrandoli su specifici settori di attività. Un esempio è il programma per il Baltico meridionale, comprendente regioni di Polonia, Danimarca, Germania, Lituania e Svezia, che mira a incrementare il potenziale di crescita “blu” (del mare) e “verde” (ambientale) dell’area del Baltico meridionale, benché siano state evidenziate varie altre sfide in questa regione.
49Pochi programmi di cooperazione hanno però sostenuto finanziamenti di progetti in settori precedentemente non individuati in analisi SWOT o socioeconomiche. Ad esempio, per il programma Slovacchia – Cechia, le autorità hanno deciso di investire su operazioni concepite per incrementare la qualità della cooperazione transfrontaliera fra le amministrazioni locali e regionali. Sebbene la mancanza di capacità istituzionale sia uno dei principali problemi generalmente incontrati dalle regioni transfrontaliere, non era stata inclusa nell’analisi socioeconomica per tale programma.
50Nel caso del programma di cooperazione per il Baltico centrale, le autorità di programma hanno deciso di concentrarsi sulle opportunità offerte alle regioni transfrontaliere piuttosto che sulle sfide che queste devono affrontare. Le autorità di programma hanno investito in operazioni intese a mantenere o accrescere l’occupazione, sostenere le PMI e rafforzare l’attrattiva turistica della regione. In questo caso, la logica d’intervento del programma di cooperazione era chiara e conforme agli altri requisiti normativi. Ciò significa, tuttavia, che le sfide delle regioni transfrontaliere non sono state affrontate, come confermato dall’esame della Corte per uno dei quattro progetti di questo programma di cooperazione.
I programmi includevano informazioni sul coordinamento con altre fonti di finanziamento ed esisteva una procedura per la valutazione del carattere transfrontaliero
51Dall’esame della Corte è emerso che i programmi di cooperazione presentavano sempre informazioni sui meccanismi di coordinamento dei finanziamenti con altre fonti di finanziamento nazionali o dell’UE, come i fondi SIE. Ad esempio, riportavano informazioni dettagliate sulla partecipazione di personale chiave proveniente da diverse autorità alle riunioni in cui si esploravano le possibilità di sinergia tra i fondi e sulla procedura per evitare che due diverse fonti finanziassero la stessa operazione.
52È emerso infine che nelle procedure di selezione si è sempre verificato il carattere transfrontaliero dei progetti, compresa la volontà dei partner situati da entrambi i lati del confine di parteciparvi attivamente.
Nella pratica, la Corte ha individuato varie debolezze nell’attuazione e nel monitoraggio della strategia
53La Corte ha valutato l’attuazione delle strategie dei programmi basandosi sugli inviti a presentare proposte, sulla selezione dei progetti e sul modo in cui quest’ultima è monitorata e coordinata con altri meccanismi di finanziamento nelle stesse aree geografiche. Nell’attuazione e nel monitoraggio sono state individuate varie debolezze relative alla delimitazione tra programmi di cooperazione e programmi tradizionali, al carattere transfrontaliero del progetto, alla procedura di selezione dei progetti, agli indicatori usati e alla qualità e disponibilità dei dati statistici.
Assenza frequente di una delimitazione netta fra i programmi di cooperazione e quelli tradizionali
54Il 66 % della superficie terrestre complessiva dell’UE è ammissibile a finanziamenti Interreg per le frontiere interne ed esterne, così come l’80 % del territorio di 17 Stati membri (cfr. riquadro 3 e figura 8).
Riquadro 3
Aumento dell’estensione delle regioni ammissibili al finanziamento Interreg relativo alle frontiere interne ed esterne
Per il periodo di programmazione 2014‑2020, la superficie terrestre degli Stati membri ammissibile al finanziamento a titolo di Interreg per programmi di cooperazione interna ed esterna è aumentata in modo significativo, tanto che attualmente:
- oltre l’80 % del territorio è ammissibile a finanziamenti transfrontalieri per 17 Stati membri (Belgio, Cechia, Danimarca, Estonia, Croazia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia);
- oltre il 60 % del territorio è ammissibile a finanziamenti transfrontalieri per tre Stati membri (Bulgaria, Paesi Bassi e Polonia);
- oltre il 40 % del territorio è ammissibile a finanziamenti transfrontalieri per i restanti sette Stati membri (Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia e Romania).
Figura 8
Superficie terrestre ammissibile ai finanziamenti a titolo dei programmi di cooperazione relativi alle frontiere interne ed esterne, per Stato membro
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base di dati Eurostat.
I programmi tradizionali e i quelli di cooperazione cofinanziano progetti dell’UE nelle stesse aree geografiche (cfr. paragrafo 08). La Corte ha confrontato l’orientamento di ciascuno dei 23 programmi di cooperazione del campione con quello di due programmi tradizionali delle regioni limitrofe (cfr. paragrafo 30). L’analisi della Corte si è concentrata sulle priorità d’investimento che i programmi avevano in comune come consentito dai regolamenti applicabili. Per tali priorità comuni sono stati confrontati i settori sostenuti e i tipi di operazioni che era previsto cofinanziare ed è stato valutato se vi fossero una delimitazione netta fra i programmi ed elementi comprovanti la complementarità.
56È emerso che in 14 casi non era presente alcuna delimitazione netta tra i settori sostenuti e i tipi di operazioni da cofinanziare. Ciò significa che i programmi tradizionali potrebbero finanziare lo stesso tipo di operazioni dei programmi di cooperazione, con la differenza che i progetti finanziati da questi ultimi prevedono come requisito un carattere transfrontaliero e la partecipazione di due partner provenienti da entrambi i lati del confine. Esempi di questo tipo sono stati riscontrati in settori quali ambiente, cultura, turismo, competitività e creazione di posti di lavoro.
57Il Baltico meridionale costituisce un buon esempio di tipi di progetti chiaramente differenziati: tramite uno dei programmi tradizionali è stata finanziata la costruzione di una pista ciclabile e tramite i programmi di cooperazione sono state costruite zone di attività lungo tale pista. Questo tipo di approccio richiede una buona cooperazione tra le autorità di programma nella fase di programmazione.
58Per massimizzare il valore aggiunto nei casi in cui programmi di sostegno diversi finanzino la stessa priorità d’investimento, è importante coordinare i settori sostenuti e differenziare i tipi di progetti cofinanziati. Durante il periodo 2014‑2020, il requisito normativo per il CTE era concentrare l’80 % dei finanziamenti su al massimo quattro degli undici obiettivi tematici (cfr. paragrafo 13). Tuttavia, per il periodo 2021‑2027 la concentrazione tematica è diminuita, in quanto, ad esempio, le autorità di programma dei programmi di cooperazione per le frontiere terrestri interne possono destinare fondi a tutti i sette obiettivi strategici (i cinque generali e i due specifici per Interreg) (cfr. paragrafo 22).
59La sovrapposizione fra i settori ammissibili a Interreg e ai programmi tradizionali del FESR (cfr. paragrafo 54), insieme alla riduzione della dotazione di Interreg (cfr. paragrafo 07) e all’estensione dell’orientamento dei programmi per il periodo 2021‑2027 (cfr. paragrafo 22), rende impellente la necessità di una delimitazione netta tra i programmi tradizionali e quelli di cooperazione. Essa può aumentare le sinergie, ridurre la probabilità di doppi finanziamenti e accrescere il valore aggiunto dei progetti. L’ampiezza dei programmi e la limitata coordinazione tra i programmi di cooperazione e quelli tradizionali sono state sottolineate anche nella valutazione ex post per il periodo 2007‑2013 (cfr. paragrafo 19).
Il carattere transfrontaliero di alcuni progetti era discutibile
60I progetti di cooperazione dovrebbero coinvolgere beneficiari di almeno due paesi partecipanti, anche se la normativa consente che un progetto sia realizzato in un singolo Stato membro, purché “ne siano individuati ripercussioni e benefici a livello transfrontaliero o transnazionale”40.
61Per i 16 progetti inclusi nel campione della Corte è stato valutato se:
- abbiano affrontato almeno una delle sfide transfrontaliere;
- esistessero progetti attuati in un solo Stato membro;
- i benefici apportati dal contributo di ciascun partner e quelli derivanti dal progetto transfrontaliero comune fossero visibili in tutti gli Stati membri partecipanti;
- tali benefici a livello transfrontaliero abbiano giustificato il finanziamento dell’operazione tramite il programma di cooperazione.
L’analisi della Corte ha confermato che tutti i progetti, tranne uno, (cfr. paragrafo 50) hanno affrontato almeno una delle sfide transfrontaliere. Tutti i progetti sono stati attuati in almeno due Stati membri e i relativi benefici sono stati visibili in tutti i paesi che vi avevano partecipato. Tuttavia, per otto progetti, la cooperazione fra i partner si limitava alla presentazione di una proposta comune di progetto per ottenere il finanziamento degli interventi. Tali progetti mancavano di un’identità comune in quanto progetto transfrontaliero. La Corte ha riscontrato che tale debolezza era presente in tutti i quattro progetti esaminati nel settore del turismo, uno dei principali settori sostenuti dell’ambito di Interreg 2014‑2020 (cfr. paragrafo 17).
63Nel riquadro 4 vengono forniti esempi di progetti a forte e debole carattere transfrontaliero, tratti dallo stesso programma.
Riquadro 4
Distinzione fra un progetto con un carattere transfrontaliero discutibile e uno con un carattere transfrontaliero evidente, nell’ambito del programma Cechia – Polonia
Modernizzazione dei padiglioni di uno zoo e delle strutture di un’attrazione turistica: due attrazioni turistiche, una in ciascun paese, distanti circa 75 km fra loro, hanno fatto richiesta di finanziamento per modernizzare le proprie strutture e per ideare una campagna pubblicitaria comune. Tuttavia, i partner non facevano pubblicità reciproca alle strutture sui rispettivi siti internet e non era stato creato un sistema di biglietteria comune; il progetto non aveva pertanto carattere transfrontaliero.
Cooperazione transfrontaliera delle unità di polizia: tutte le otto unità di polizia nelle due regioni dei programmi di cooperazione hanno fatto domanda di finanziamento per accrescere il coordinamento nella lotta alla criminalità connessa alla droga. Le attività dei progetti comprendevano: l’acquisto di attrezzature per rivelare la presenza di droghe (come gli spettrometri), pattuglie comuni di polizia, formazioni congiunte per gli ufficiali, compresi corsi di lingua, e campagne d’informazione per insegnanti e genitori sulle sostanze stupefacenti e sulle attrezzature usate. Questo progetto ha rafforzato la cooperazione delle otto unità di polizia e aveva un autentico carattere transfrontaliero.
A causa di varie debolezze nella selezione dei progetti, non sempre sono stati selezionati i progetti migliori
64Gli inviti a presentare proposte e la selezione dei progetti sono fasi fondamentali nel processo di attuazione del programma, specialmente in considerazione della quantità di risorse disponibili per i programmi di cooperazione (cfr. paragrafo 38) e del fatto che il tasso di contratti aggiudicati a titolo di Interreg non è stato fonte di grande preoccupazione negli ultimi anni (cfr. paragrafo 17). Ciò rafforza la necessità di selezionare progetti in base al merito per raggiungere gli obiettivi dei programmi di cooperazione e affrontare le esigenze più impellenti delle regioni transfrontaliere.
65Per i dieci programmi di cooperazione esaminati mediante esami documentali approfonditi e i tre programmi visitati in loco, la Corte ha quindi esaminato in che modo le autorità di programma:
- abbiano comunicato al pubblico i settori e i tipi di progetto ammissibili al sostegno nell’ambito dei programmi di cooperazione, al fine di attrarre proposte di progetto in linea con gli obiettivi dei programmi;
- abbiano valutato le proposte di progetto;
- abbiano selezionato i progetti che meglio affrontano le sfide delle regioni.
Per tali programmi di cooperazione, i documenti di programmazione erano conformi ai requisiti normativi41 e includevano informazioni di base sul programma: la descrizione del tipo di azioni da sostenere nell’ambito di ogni priorità d’investimento, il contributo atteso per ogni obiettivo specifico, i princìpi guida per la selezione delle operazioni, l’individuazione dei principali gruppi di destinatari, dei tipi di beneficiari, ecc. Sono state tuttavia rilevate debolezze in tutte e tre le fasi della selezione dei progetti.
67Per cinque dei 13 programmi di cooperazione, i possibili progetti sono stati individuati mediante un approccio “bottom-up”, secondo il quale i candidati a beneficiari inviavano le domande di progetto seguendo indicazioni limitate fornite dalle autorità di programma circa il modo in cui i progetti dovevano rispondere direttamente alle necessità della regione (cfr. riquadro 5). Tale questione è stata sottolineata, su scala maggiore, anche nella valutazione ex post del periodo 2007‑2013 (cfr. paragrafo 19).
Riquadro 5
Due approcci possibili per attrarre progetti
Per la selezione dei progetti, le autorità di programma invitano i richiedenti a inviare le domande di finanziamento perlopiù mediante inviti a presentare proposte. Tali inviti devono tener conto degli assi prioritari, degli obiettivi tematici e di quelli specifici, nonché delle priorità d’investimento del programma. L’obiettivo di ogni processo di selezione dovrebbe essere scegliere quei progetti che meglio consentono di affrontare le difficoltà a cui il programma intende porre rimedio.
Un’idea per un progetto può essere presentata:
nel quadro di un approccio “bottom-up” (inviti generici), ossia dal beneficiario potenziale stesso, che cerca in seguito di adattare la proposta di progetto ai requisiti dell’invito a presentare proposte;
nel quadro di un approccio “top-down” (inviti mirati), ossia quando le autorità di programma forniscono indicazioni sulle aspettative in materia di obiettivi dei progetti potenziali.
Per dieci programmi, le autorità hanno valutato le domande di progetto usando un sistema a punti nel quale era necessario raggiungere una soglia minima affinché il progetto avesse una possibilità di essere selezionato. Ciò contribuisce non solo a rendere trasparente il processo di selezione, ma facilita anche il successivo lavoro del comitato di sorveglianza, il cui ruolo consiste nel decidere quali progetti cofinanziare. Per gli altri tre programmi, in assenza di un sistema a punti, le autorità di programma hanno basato la selezione su una valutazione qualitativa, che non consente di stabilire un chiaro ordine di priorità per i progetti.
69Per tre programmi, le autorità di programma hanno fornito al comitato di sorveglianza un elenco dei progetti in ordine di merito. Per gli altri dieci programmi di cooperazione, per i quali era stato usato il sistema a punti, le autorità di programma non hanno però stabilito una graduatoria dei progetti al momento di trasmetterli al comitato di sorveglianza. Nel riquadro 6 vengono presentati esempi di buone pratiche e di pratiche poco efficaci nella selezione dei progetti.
Riquadro 6
Procedura di selezione per Interreg: esempi di buone pratiche e di pratiche poco efficaci
Le autorità di programma del programma di cooperazione Cechia – Polonia hanno seguito la procedura di selezione seguente, concepita per selezionare in modo trasparente i progetti che affrontano al meglio le sfide individuate nei programmi di cooperazione:
- le regioni partecipanti elaborano un elenco di esperti in ogni settore sostenuto nell’ambito del programma;
- ogni progetto viene valutato da quattro esperti esterni, due per ogni Stato membro; due provengono dalle regioni in cui sono di base i partner di progetto e due provengono da altre regioni facenti parte del programma;
- gli effetti transfrontalieri sono valutati dai due esperti esterni provenienti dalle regioni in cui sono di base i partner di progetto e da un effettivo del segretariato congiunto;
- la cooperazione transfrontaliera è valutata da due effettivi del segretariato congiunto, uno per ogni Stato membro;
- per poter essere inclusi nell’elenco dei progetti che possono eventualmente beneficiare di un cofinanziamento, i progetti devono conseguire complessivamente almeno il 70 % del punteggio totale, oltre a un punteggio minimo del 70 % in alcuni settori specifici:
- il segretariato congiunto stila una classifica dei progetti in funzione dei punti ottenuti e la trasmette al comitato di sorveglianza per la selezione.
Al contrario, le autorità di programma del programma del Regno Unito (Galles) – Irlanda hanno definito una procedura di selezione vaga, effettuata su base continua, senza inviti concorrenziali. Le autorità di programma non hanno assegnato punteggi alle domande di progetto, ma ne hanno valutato l’adeguatezza rispetto ad alcuni criteri qualitativi. Una proposta di progetto è stata rifiutata in quanto “inadeguata” quando il richiedente ha fornito risposte incomplete o insufficienti per molti dei requisiti in materia di elementi probatori da fornire elencati, il che ha messo in evidenza un livello di rischio inaccettabile. Di conseguenza, secondo tale sistema, non è stato possibile stabilire una graduatoria dei progetti in base al merito e alla priorità. Non vi era alcuna garanzia che le autorità sarebbero state in grado di selezionare in modo trasparente i progetti migliori.
Gli indicatori non hanno reso conto in genere degli effetti transfrontalieri e la scarsità di dati regionali disponibili, ostacolando il monitoraggio e la valutazione
70Al fine di rendere i programmi maggiormente orientati ai risultati, per ciascun asse prioritario le autorità erano tenute a definire i risultati previsti relativi agli obiettivi specifici e gli indicatori di realizzazione e di risultato, nonché un valore di base e un valore target per l’intero periodo di programmazione42. Il regolamento CTE riporta un elenco di indicatori comuni di output (qui di seguito “indicatori di realizzazione comuni”) che le autorità di programma possono scegliere di utilizzare43. Gli obiettivi possono essere espressi in termini quantitativi o, unicamente per gli indicatori di risultato, anche qualitativi44. Ai fini di un monitoraggio affidabile di tali obiettivi, è necessario che le autorità di programma raccolgano solidi dati statistici.
71Per tutti i 23 programmi di cooperazione, la Corte ha esaminato se gli obiettivi specifici volti a rispondere alle esigenze individuate nelle regioni transfrontaliere fossero basati su criteri SMART, ossia specifici, misurabili, realizzabili, pertinenti e corredati di un termine (Specific, Measurable, Achievable, Relevant and Timely).
72Inoltre, ha accertato se gli indicatori di realizzazione e di risultato fissati per ciascun programma fossero:
- pertinenti rispetto agli obiettivi specifici del programma;
- capaci di misurare gli effetti delle operazioni beneficiarie del sostegno;
- in grado di raggiungere i rispettivi valori-obiettivo entro la conclusione del periodo di programmazione. A tal fine, la Corte si è basata anche sulle conclusioni delle più recenti relazioni di attuazione annuali.
La Corte ha rilevato che, in linea generale, gli obiettivi specifici si basavano su criteri SMART. Erano coerenti con la logica d’intervento del programma, in linea con gli assi prioritari, con gli obiettivi tematici e con le priorità di investimento selezionate e stabilivano un nesso tra la strategia e le azioni ed operazioni sostenute.
74La Corte ha inoltre constatato che gli indicatori di realizzazione comuni e gli indicatori di realizzazione e di risultato specifici per programma erano generalmente misurabili, e che in tutti i casi erano stati fissati valori di partenza e valori-obiettivo. Il ricorso a indicatori di realizzazione comuni agevola l’aggregazione dei dati relativi ai fondi SIE.
75Sette autorità di programma hanno misurato alcuni indicatori di risultato mediante una valutazione qualitativa, quale un’indagine, come consentito dalla normativa. È emerso che in tre casi, le autorità di programma avevano effettuato le indagini presso gli stessi beneficiari e altri portatori di interesse che avevano ricevuto finanziamenti da queste stesse autorità. Ciò può indurre a pensare che i risultati non siano acquisiti in modo obiettivo, in quanto i beneficiari potrebbero aver fornito riscontri più positivi di quelli che avrebbero espresso se fosse stato rispettato il principio delle normali condizioni di mercato (arm-lenght principle).
76In tutti i programmi di cooperazione esaminati dalla Corte, tranne in quello per il Baltico meridionale, sono state riscontrate criticità in relazione alla pertinenza degli indicatori e alla realizzabilità dei relativi valori-obiettivo. Tali problemi riguardavano sia gli indicatori di realizzazione comuni, sia quelli di realizzazione e di risultato specifici per programma.
77In termini di pertinenza, molti indicatori (sia che fossero di realizzazione comuni o specifici per programma) non erano in grado rendere conto degli effetti transfrontalieri delle operazioni finanziate a titolo di Interreg. Inoltre, la Corte ha individuato casi in cui gli indicatori fissati non misuravano gli effetti delle operazioni sostenute sull’obiettivo specifico, o casi in cui gli effetti non potevano essere attribuiti direttamente o esclusivamente ad un progetto in particolare. Un tipico esempio di quest’ultimo caso è che molti programmi hanno considerato l’“aumento del numero di soggiorni in alberghi della regione” quale indicatore di risultato di un’operazione culturale/turistica, mentre ad incidere su tale numero sono vari fattori socioeconomici, oltre che un progetto Interreg.
78In termini di realizzabilità, la Corte ha riscontrato esempi situati tra due estremi: in alcuni casi i valori-obiettivo non erano realistici e, con molta probabilità, non saranno raggiunti entro la fine del periodo di programmazione, il che è indice del fatto che le autorità di programma:
- non hanno indetto un numero sufficiente di inviti a manifestare interesse relativi ai pertinenti obiettivi specifici del programma; o
- non hanno invitato i beneficiari a presentare domande di finanziamento per progetti in linea con gli obiettivi del programma (cfr. riquadro 5); o
- non fissato un valore-obiettivo adeguato in origine.
In altri casi, i valori-obiettivo non erano abbastanza ambiziosi ed erano già stati conseguiti nei primi anni del periodo di programmazione: le autorità di programma, pertanto, avevano concluso convenzioni di sovvenzione per più progetti di quanto fosse necessario. Da ciò si evince che, al momento di indire i nuovi inviti, non si era tenuto conto degli effetti dei precedenti inviti a presentare proposte di progetti.
79Per ottenere valori degli indicatori pertinenti e solidi sono necessari dati regionali. La Corte ha riscontrato una limitata disponibilità di tali dati per i 23 programmi di cooperazione inclusi nel campione esaminato. Ha inoltre rilevato un caso in cui l’autorità di programma non disponeva di alcun dato di questo tipo per calcolare l’effetto di un obiettivo specifico. La Commissione ha confermato l’esistenza di fattori che hanno limitato la disponibilità di statistiche regionali transfrontaliere. I problemi emersi con maggior frequenza sono stati le differenze nei metodi di raccolta dei dati tra i diversi Stati membri e un insufficiente coordinamento delle statistiche a livello transfrontaliero.
Gli orientamenti della Commissione sono migliorati, ma i ritardi nell’adozione del quadro normativo hanno inciso sull’attuazione
80La Corte ha esaminato gli orientamenti forniti dalla Commissione alle autorità di programma per aiutarle ad individuare le rispettive sfide in ambito transfrontaliero da affrontare per i periodi 2014‑2020 e 2021‑2027. Ha inoltre analizzato l’ampiezza del ricorso alle misure di risposta alla COVID-19 nell’attuazione dei programmi di cooperazione per il periodo 2014‑2020, nonché il livello di preparazione al periodo 2021‑2027.
La Commissione ha fornito maggiori orientamenti e sostegno per il periodo 2021-2027
81Per il periodo 2014‑2020, la Commissione ha comunicato a ciascuno Stato membro orientamenti su quelle che riteneva le priorità di finanziamento, mediante un documento di sintesi del 2012 sull’elaborazione dell’accordo di partenariato.
82In quasi tutti i casi, gli orientamenti per il periodo 2014‑2020 si limitavano ad alcuni paragrafi di contenuti generali e indicazioni generali su potenziali settori di spesa per le regioni transfrontaliere. Pochissime erano le indicazioni specifiche sulla cooperazione transfrontaliera da poter utilizzare come guida nell’elaborazione dei programmi.
83Il 2021‑2027 è il sesto periodo di programmazione di Interreg. La Corte ha valutato se la Commissione abbia tradotto l’esperienza acquisita nel corso dei precedenti periodi in azioni concrete tese a guidare gli Stati membri nella programmazione ed attuazione dei rispettivi programmi di cooperazione.
84La Commissione ha assunto un ruolo più attivo nella preparazione del periodo 2021‑2027, conducendo una serie di iniziative per assistere gli Stati membri nell’individuazione delle sfide a livello transfrontaliero. Tra tali iniziative si possono citare:
- l’iniziativa di riesame a livello transfrontaliero, consistita in due anni di intensa attività di ricerca e dialogo con le parti interessate frontaliere e le autorità nazionali e regionali. Nell’ambito del riesame sono stati realizzati studi sugli ostacoli giuridici e amministrativi che emergono con maggior frequenza alle frontiere degli Stati membri dell’UE;
- la creazione del “Punto focale per le frontiere” in seno alla DG REGIO, allo scopo di fornire assistenza agli Stati membri sulle questioni giuridiche ed amministrative a livello transfrontaliero;
- la preparazione, per ciascuna frontiera, di documenti di orientamento specifici illustranti il punto di vista della Commissione in materia di principali sfide, opportunità, scenari relativi alla futura cooperazione e necessità di una delimitazione netta rispetto agli altri programmi relativi alle regioni transfrontaliere.
Nello specifico, i documenti di orientamento relativi alle frontiere si sono rivelati particolarmente utili per affrontare in maniera più mirata le sfide a livello transfrontaliero: definiscono le caratteristiche principali delle regioni transfrontaliere e delineano opzioni ed orientamenti per la programmazione. Anche nei casi in cui le autorità di programma non erano pienamente a favore dei loro contenuti, tali documenti hanno svolto un ruolo importante nei lavori preparatori e nell’avvio delle discussioni in materia di esigenze transfrontaliere.
Le autorità di programma transfrontaliere hanno utilizzato le possibilità di semplificazione offerte durante la crisi di COVID-19
86Poco dopo l’insorgere della pandemia di COVID-19, la Commissione ha proposto misure per rendere meno stringenti i requisiti normativi riguardanti i fondi SIE, in particolare per l’anno 2020 (cfr. anche paragrafi 23 e 24 e figura 5).
87La Corte ha esaminato il ricorso a tali misure nell’ambito dei 53 programmi di cooperazione transfrontaliera (cfr. paragrafo 33). Ha inoltre analizzato le implicazioni della pandemia per l’attuazione dei tre programmi di cooperazione per i quali ha effettuato visite in loco e del programma Romania-Bulgaria per il quale aveva previsto di realizzare tali visite.
88A fine febbraio 2021, 24 Stati membri avevano proceduto a 241 modifiche legate alla pandemia in 186 programmi, tra cui i programmi Interreg. Di queste, 202 richiedevano l’adozione da parte della Commissione. Le restanti 39 erano modifiche semplificate adottate dagli Stati membri, o dalle autorità di programma nel caso di Interreg, e notificate alla Commissione. Riguardo ai programmi Interreg, 33 autorità di programma si sono valse di misure connesse alla COVID-19 che richiedevano una modifica del programma. La misura più utilizzata è stata la possibilità di usufruire di una proroga del termine per la presentazione della relazione di attuazione annuale. L’ultima relazione è stata presentata a settembre anziché a maggio 2020, ossia con quattro mesi di ritardo. A detta della Commissione, il motivo del forte ricorso a tale misura risiedeva nell’elevato tasso di contratti aggiudicati (cfr. paragrafo 17). Inoltre, sette autorità di programma hanno apportato modifiche semplificate che dovevano solo essere notificate alla Commissione, senza che fosse necessaria una modifica del programma.
89Sotto il profilo dell’incidenza sull’attuazione, le tre autorità responsabili dei programmi per i quali la Corte ha effettuato visite in loco e quelle del programma Romania-Bulgaria (per il quale una visita era prevista), hanno comunicato che la crisi ha avuto ripercussioni diverse su ciascun programma, a seconda del calendario e del tipo di attività previste, come illustra l’esempio riportato nel riquadro 7. In linea generale, i progetti legati gli spostamenti hanno dovuto essere modificati in maniera più sostanziale o ricorrere ad alternative, ad esempio sostituendo le riunioni in loco con videoconferenze. Le quattro autorità di programma hanno comunque riferito che i beneficiari hanno dovuto interrompere o sospendere meno dell’1 % dei progetti approvati.
Riquadro 7
L’impatto della COVID-19
Il programma di cooperazione per il Baltico centrale riguarda regioni appartenenti a Finlandia, Estonia, Lettonia e Svezia. Secondo l’autorità di gestione del programma, all’insorgere della pandemia di COVID-19:
- per i progetti ancora ad uno stadio iniziale di attuazione, è stato possibile modificare facilmente il calendario e i contenuti delle azioni previste;
- per metà di quelli in una fase di attuazione intermedia, sono state presentate richieste di proroga o modifica dell’attuazione dei relativi programmi di lavoro;
- per la maggior parte dei progetti in fase conclusiva, ci sono state difficoltà nel completare le attività. Nella maggior parte di questi casi, i beneficiari hanno richiesto una proroga dei termini per la realizzazione del progetto.
Il periodo 2021-2027 ha avuto inizio prima dell’approvazione del quadro giuridico
90Infine, la Corte ha esaminato l’elaborazione dei documenti di programma per il periodo 2021‑2027 per tutti i programmi di cooperazione sottoposti ad audit. Ha verificato il seguito dato alla raccomandazione da essa formulata secondo la quale la Commissione dovrebbe preparare per tempo le proprie proposte legislative relative alla politica di coesione45 e ha effettuato un confronto con i due precedenti periodi di programmazione in relazione al tempo impiegato per l’adozione del quadro giuridico.
91Tutte le 23 autorità di programma tranne due hanno dichiarato che le discussioni relative al periodo di programmazione successivo erano iniziate solo poco prima della pausa estiva del 2020. A giudizio delle autorità di programma, l’avvio tardivo dell’elaborazione del programma era imputabile all’incertezza esistente in attesa dell’adozione della base giuridica. Il ritardo nell’adozione della base giuridica e la necessità di terminare il lavoro per un periodo di programmazione mentre si iniziava il nuovo46 hanno impedito un agevole avvio del periodo di programmazione pluriennale a livello di Stati membri.
92Le proposte della Commissione per i nuovi regolamenti RCD, FESR e CTE sono state pubblicate nel maggio 2018, ben prima dell’inizio del periodo di programmazione, conformemente alla summenzionata raccomandazione della Corte. I negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio, tuttavia, si sono protratti più a lungo del previsto. A fine aprile 2021, ossia quattro mesi dopo l’inizio del periodo di programmazione 2021‑2027, il pacchetto legislativo sulla politica di coesione, compreso il regolamento CTE, non era stato ancora adottato. A titolo comparativo, la base giuridica per il periodo 2014‑2020 era stata adottata un mese prima dell’avvio del periodo, mentre quella per il 2007‑2013 cinque mesi prima.
Conclusioni e raccomandazioni
93Con il presente audit, la Corte ha valutato se la Commissione e gli Stati membri abbiano utilizzato i programmi di cooperazione relativi alle frontiere interne per affrontare in modo efficace le sfide delle regioni transfrontaliere. Nel complesso, la Corte ha rilevato che i programmi di cooperazione esaminati presentavano strategie chiare per affrontare le sfide delle regioni transfrontaliere interessate. Tuttavia, debolezze nell’attuazione e inefficienze nel monitoraggio delle informazioni hanno limitato la possibile capacità dei programmi di liberare il potenziale di tali regioni. Parte delle raccomandazioni di seguito elencate è rivolta alle autorità di programma esaminate. Tuttavia, nella prospettiva di un’ampia copertura, si considera valida anche per altre autorità di programma. Le risposte delle autorità di programma a tali raccomandazioni sono presentate nell’allegato VI.
94I programmi di cooperazione non riescono a far fronte a tutte le sfide in ambito transfrontaliero date le limitate risorse di cui dispongono e del fatto che alcune questioni devono essere discusse tra Stati membri a livello nazionale. La Corte ha rilevato che, pur avendo esaminato le sfide da affrontare, le autorità di programma non hanno attribuito loro un ordine di priorità al fine di concentrare l’attenzione su quelle più pressanti per l’area transfrontaliera (cfr. paragrafi 36‑43).
95In termini di strategia, i programmi di cooperazione seguivano una solida logica di intervento, e vi era un nesso tra le sfide, gli assi prioritari, gli obiettivi tematici e specifici e gli inviti a presentare proposte di progetti. I documenti di programma stabilivano inoltre procedure da seguire per coordinare i programmi di cooperazione con altri fondi. Le procedure di selezione quali descritte in tali documenti attribuivano particolare importanza al carattere transfrontaliero dei progetti da cofinanziare, e tenevano conto della volontà dei portatori di interesse di diversi paesi/regioni di partecipare attivamente al processo (cfr. paragrafi 47‑50).
96Tuttavia, per 14 dei 23 programmi di cooperazione inclusi nel campione esaminato, la Corte ha riscontrato che, sotto il profilo dei settori sostenuti e dei tipi di operazioni da cofinanziare, non vi era una delimitazione netta tra i programmi di cooperazione e quelli tradizionali, per cui le due fonti di finanziamento potevano sostenere lo stesso tipo di operazioni. Il necessario orientamento sulle reali esigenze rischia di essere compromesso dalla sovrapposizione tra le aree ammissibili al finanziamento a titolo di Interreg e dei programmi tradizionali del FESR. La necessità di aumentare il valore aggiunto degli interventi dell’UE riveste particolare importanza in quanto, per il periodo 2021‑2027, la dotazione finanziaria di Interreg si ridurrà e vi sarà una minore concentrazione tematica rispetto al periodo 2014‑2020 (cfr. paragrafi 56‑59).
97La Corte ha altresì rilevato progetti con limitati elementi che ne comprovassero il carattere transfrontaliero, in quanto la cooperazione fra i partner si limitava alla presentazione di una proposta comune di progetto per ottenere il finanziamento degli interventi (cfr. paragrafo 62).
Raccomandazione 1 – Migliorare la focalizzazione dei programmi di cooperazione- Le autorità responsabili dei programmi di cooperazione esaminate dovrebbero:
- garantire che i documenti relativi a tali programmi stabiliscano che, per le priorità di investimento sostenute, questi ultimi si concentrino su tipi di progetti diversi da quelli dei programmi tradizionali delle regioni limitrofe;
- coordinare il sostegno fornito, laddove tali programmi coprano gli stessi settori sostenuti dai programmi tradizionali delle regioni limitrofe.
- Sulla scia delle due precedenti raccomandazioni, nell’approvare i programmi di cooperazione e quelli tradizionali, la Commissione dovrebbe richiedere che i progetti cofinanziati siano complementari.
Termine: entro dicembre 2022.
98La maggior parte delle autorità di programma non ha stabilito una graduatoria dei progetti in base al merito per garantire che fossero prese in considerazione solo le migliori proposte da finanziare; laddove i finanziamenti scarseggiano, è questa un’omissione significativa. Inoltre, per alcuni programmi di cooperazione non era stata stabilita una soglia minima che una proposta di progetto avrebbe dovuto raggiungere per essere selezionata, elemento che invece riveste una particolare importanza nel garantire il carattere transfrontaliero del progetto e il suo contributo nell’affrontare le sfide più pressanti per la regione (cfr. paragrafi 66‑69).
Recommendation 2 – Prioritise and award support to projects based on merit using scoresAffinché siano selezionati i progetti che meglio rispondono alle sfide delle regioni transfrontaliere e agli obiettivi dei programmi di cooperazione, le autorità di programma esaminate dovrebbero:
- utilizzare un sistema basato sul merito nel quadro del processo di valutazione dei progetti;
- proporre al finanziamento unicamente i progetti che hanno raggiunto una soglia minima, compreso un punteggio minimo relativo al carattere transfrontaliero del progetto.
Termine: entro dicembre 2022.
99Gli obiettivi specifici erano basati su criteri SMART e gli indicatori di realizzazione e di risultato erano generalmente misurabili. Tuttavia, vi erano debolezze quanto alla pertinenza e alla realizzabilità dei relativi valori-obiettivo: alcuni di essi non erano adattati alle finalità dell’obiettivo specifico perseguito dal progetto, altri non raggiungevano il giusto equilibrio tra l’essere raggiungibili e al contempo ambiziosi. Nella maggior parte dei casi, le autorità di programma hanno utilizzato indicatori che non rendevano conto degli effetti transfrontalieri (cfr. paragrafi 73‑78).
Raccomandazione 3 – Utilizzare indicatori che rendano conto degli effetti dei progetti transfrontalieriNel valutare i programmi di cooperazione durante il processo di approvazione, la Commissione dovrebbe:
- collaborare strettamente con le autorità di programma per promuovere la selezione di indicatori di realizzazione e di risultato pertinenti al tipo di interventi realizzati nell’ambito dei programmi e in grado di misurare le realizzazioni e gli effetti dei progetti transfrontalieri;
- ove non sia possibile utilizzare indicatori comuni, collaborare con le autorità di programma per valutare l’adeguatezza degli specifici indicatori di realizzazione e di risultato nel misurare le realizzazioni e gli effetti dei progetti transfrontalieri sulla base degli orientamenti della Commissione disponibili.
Termine: entro dicembre 2022.
100Dall’esame della Corte dei dati alla base delle statistiche regionali utilizzate per la misurazione degli indicatori sono emerse diverse debolezze. I dati non erano disponibili o non coordinati tra gli Stati membri in misura sufficiente a consentire di cogliere in modo affidabile gli effetti transfrontalieri delle operazioni sostenute (cfr. paragrafo 79).
101Gli orientamenti forniti dalla Commissione alla autorità di programma sono migliorati nel corso degli ultimi due periodi di programmazione. I documenti di orientamento relativi alle frontiere per il periodo 2021‑2027 hanno fornito un’analisi e dei suggerimenti più mirati rispetto ai documenti di sintesi per il 2014‑2020 (cfr. paragrafi 82‑85).
102Le autorità responsabili dei programmi di cooperazione hanno fatto ricorso alle misure disponibili nel quadro delle iniziative CRII e CRII+ per mitigare gli effetti della pandemia di COVID-19. Un numero molto limitato di progetti è stato sospeso o cancellato a causa della pandemia, principalmente in ragione del fatto che per numerosi progetti erano già state stipulate convenzioni di sovvenzione a titolo di Interreg. Gli effetti della crisi sono stati tuttavia visibili e le autorità di programma si sono adoperate per sostenere l’attuazione dei progetti per i quali erano state stipulate convenzioni di sovvenzione (cfr. paragrafi 88‑89).
103Per il periodo 2021‑2027, la Commissione ha preparato proposte legislative in tempo utile, ma i legislatori le hanno adottate solo poco dopo l’avvio del periodo di programmazione. Tale ritardo ha avuto serie ripercussioni sulla preparazione dei programmi di cooperazione, e ha impedito un agevole avvio del nuovo periodo di programmazione (cfr. paragrafi 91‑92).
La presente relazione è stata adottata dalla Sezione II, presieduta da Iliana Ivanova, Membro della Corte dei conti europea, a Lussemburgo il 19 maggio 2021.
Per la Corte dei conti europea
Klaus-Heiner Lehne
Presidente
Allegati
Allegato I — Elenco dei programmi di cooperazione finanziati a titolo della componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne per il periodo 2014-2020
Per il periodo 2014‑2020, la Commissione ha approvato in totale 53 programmi di cooperazione transfrontaliera relativi alle frontiere interne. Tali programmi sono raffigurati nella cartina della figura 9 Le parti tratteggiate corrispondono alle aree interessate contemporaneamente da due o più programmi.
Figura 9
Componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne: i 53 programmi di cooperazione
Fonte: Commissione europea.
La tabella seguente elenca i 53 programmi di cooperazione, insieme alla loro dotazione finanziaria totale e al contributo dell’UE. I programmi esaminati dalla Corte sono indicati in grassetto.
| Denominazione | CCI | Dotazione totale del PO (in euro) |
Contributo totale dell’UE (in euro) |
|
| 1 | Belgio-Germania-Paesi Bassi (Euregio Meuse-Rhin/Maas-Rijn/Maas-Rhein) | 2014TC16RFCB001 | 140 434 645 | 96 000 250 |
| 2 | Austria – Cechia | 2014TC16RFCB002 | 115 076 396 | 97 814 933 |
| 3 | Slovacchia – Austria | 2014TC16RFCB003 | 89 285 509 | 75 892 681 |
| 4 | Austria – Germania/Baviera | 2014TC16RFCB004 | 64 332 186 | 54 478 064 |
| 5 | Spagna – Portogallo (POCTEP) | 2014TC16RFCB005 | 484 687 353 | 365 769 686 |
| 6 | Spagna – Francia – Andorra (POCTEFA) | 2014TC16RFCB006 | 288 964 102 | 189 341 397 |
| 7 | Ungheria – Croazia | 2014TC16RFCB008 | 73 900 028 | 60 824 406 |
| 8 | Germania/Baviera – Cechia | 2014TC16RFCB009 | 121 617 825 | 103 375 149 |
| 9 | Austria – Ungheria | 2014TC16RFCB010 | 95 870 327 | 78 847 880 |
| 10 | Germania/Brandeburgo – Polonia | 2014TC16RFCB011 | 117 826 565 | 100 152 579 |
| 11 | Polonia – Slovacchia | 2014TC16RFCB012 | 210 114 137 | 178 597 014 |
| 12 | Polonia – Danimarca – Germania – Lituania – Svezia (Baltico meridionale) | 2014TC16RFCB013 | 100 614 276 | 82 978 784 |
| 13 | Finlandia – Estonia – Lettonia – Svezia (Baltico centrale) | 2014TC16RFCB014 | 170 544 922 | 132 628 689 |
| 14 | Slovacchia – Ungheria | 2014TC16RFCB015 | 183 304 695 | 155 808 987 |
| 15 | Svezia – Norvegia | 2014TC16RFCB016 | 94 399 930 | 47 199 965 |
| 16 | Germania/Sassonia – Cechia | 2014TC16RFCB017 | 189 274 570 | 157 967 067 |
| 17 | Polonia – Germania/Sassonia | 2014TC16RFCB018 | 82 353 025 | 70 000 069 |
| 18 | Germania/Meclemburgo-Pomerania Anteriore – Brandeburgo – Polonia | 2014TC16RFCB019 | 157 647 549 | 134 000 414 |
| 19 | Grecia – Italia | 2014TC16RFCB020 | 123 176 901 | 104 700 362 |
| 20 | Romania – Bulgaria | 2014TC16RFCB021 | 258 504 126 | 215 745 513 |
| 21 | Grecia – Bulgaria | 2014TC16RFCB022 | 130 262 835 | 110 723 408 |
| 22 | Germania – Paesi Bassi | 2014TC16RFCB023 | 443 059 158 | 222 159 360 |
| 23 | Germania – Austria – Svizzera – Liechtenstein (Alpenrhein – Bodensee – Hochrhein) | 2014TC16RFCB024 | 56 554 900 | 39 588 430 |
| 24 | Cechia – Polonia | 2014TC16RFCB025 | 266 143 190 | 226 221 710 |
| 25 | Svezia – Danimarca – Norvegia (Öresund – Kattegat – Skagerrak) | 2014TC16RFCB026 | 271 376 522 | 135 688 261 |
| 26 | Lettonia – Lituania | 2014TC16RFCB027 | 82 255 348 | 69 621 072 |
| 27 | Svezia – Finlandia – Norvegia (Botnia – Atlantica) | 2014TC16RFCB028 | 61 284 055 | 36 334 420 |
| 28 | Slovenia – Croazia | 2014TC16RFCB029 | 55 690 913 | 46 114 193 |
| 29 | Slovacchia – Cechia | 2014TC16RFCB030 | 106 046 429 | 90 139 463 |
| 30 | Lituania – Polonia | 2014TC16RFCB031 | 70 769 277 | 60 153 883 |
| 31 | Svezia – Finlandia – Norvegia (Nord) | 2014TC16RFCB032 | 94 617 296 | 60 413 727 |
| 32 | Italia – Francia (Marittima) | 2014TC16RFCB033 | 199 649 897 | 169 702 411 |
| 33 | Francia – Italia (ALCOTRA) | 2014TC16RFCB034 | 233 972 102 | 198 876 285 |
| 34 | Italia – Svizzera | 2014TC16RFCB035 | 118 281 056 | 100 221 466 |
| 35 | Italia – Slovenia | 2014TC16RFCB036 | 92 588 182 | 77 929 954 |
| 36 | Italia – Malta | 2014TC16RFCB037 | 51 708 438 | 43 952 171 |
| 37 | Francia – Belgio – Paesi Bassi – Regno Unito (Les Deux Mers/Two seas/Twee Zeeën) | 2014TC16RFCB038 | 392 143 504 | 256 648 702 |
| 38 | Francia – Germania – Svizzera (Rhin supérieur/Oberrhein) | 2014TC16RFCB039 | 210 615 695 | 109 704 965 |
| 39 | Francia – Regno Unito (Manche/Channel) | 2014TC16RFCB040 | 315 264 678 | 223 046 948 |
| 40 | Francia – Svizzera | 2014TC16RFCB041 | 102 823 622 | 65 890 505 |
| 41 | Italia – Croazia | 2014TC16RFCB042 | 236 890 849 | 201 357 220 |
| 42 | Belgio – Francia (France – Wallonie – Vlaandere) | 2014TC16RFCB044 | 283 295 074 | 169 977 045 |
| 43 | Francia – Belgio – Germania – Lussemburgo (Grande Région / Großregion) | 2014TC16RFCB045 | 234 606 265 | 139 802 646 |
| 44 | Belgio – Paesi Bassi (Vlaanderen – Nederland) | 2014TC16RFCB046 | 305 151 170 | 152 575 585 |
| 45 | Regno Unito – Irlanda (Irlanda – Irlanda del Nord – Scozia) | 2014TC16RFCB047 | 282 761 998 | 240 347 696 |
| 46 | Regno Unito/Galles – Irlanda | 2014TC16RFCB048 | 98 998 059 | 79 198 450 |
| 47 | Romania –Ungheria | 2014TC16RFCB049 | 231 861 763 | 189 138 672 |
| 48 | Estonia – Lettonia | 2014TC16RFCB050 | 46 728 715 | 38 933 803 |
| 49 | Italia – Austria | 2014TC16RFCB052 | 98 380 352 | 82 238 866 |
| 50 | Slovenia – Ungheria | 2014TC16RFCB053 | 18 641 195 | 14 795 015 |
| 51 | Slovenia – Austria | 2014TC16RFCB054 | 57 213 193 | 47 988 355 |
| 52 | Grecia – Cipro | 2014TC16RFCB055 | 64 560 486 | 54 876 411 |
| 53 | Germania – Danimarca | 2014TC16RFCB056 | 121 306 000 | 89 634 975 |
| Insieme dei programmi di cooperazione transfrontaliera interna | 8 597 431 283 | 6 346 119 962 | ||
| Programmi di cooperazione transfrontaliera interna esaminati | 3 508 658 525 | 2 708 476 109 | ||
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei programmi di cooperazione per il periodo 2014‑2020.
Allegato II — Elenco dei programmi di cooperazione transnazionale finanziati a titolo di Interreg V-B per il periodo 2014-2020
Per il periodo di programmazione 2014‑2020, Interreg V-B copre 15 programmi di cooperazione, per una dotazione totale di 2,1 miliardi di euro.
Si tratta dei programmi per le seguenti regioni: regione del Mare del Nord, Europa nord-occidentale, zone periferiche settentrionali e artiche, regione del Mar Baltico, regione del Danubio, regione atlantica, regione alpina, Europa centrale, regione adriatico-ionica, regione balcanico-mediterranea, Europa sud-occidentale, regione mediterranea, Caraibi, Amazzonia e regione dell’Oceano Indiano. I paesi partecipanti a ciascun programma di cooperazione transfrontaliera sono illustrati nella figura 10.
Figura 10
Interreg V-B: i 15 programmi di cooperazione transnazionale
Fonte: Commissione europea, https://ec.europa.eu/regional_policy/en/policy/cooperation/european-territorial/trans-national/.
Oltre a fornire finanziamenti a titolo della componente B di Interreg, il Consiglio europeo ha approvato quattro strategie macroregionali47:
- la strategia dell’UE per la regione del Mar Baltico (2009);
- la strategia dell’UE per la regione del Danubio (2010);
- la strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica (2014);
- la strategia dell’UE per la regione alpina (2015).
Le quattro strategie macroregionali riguardano 19 Stati membri dell’UE e otto paesi terzi, come illustrato nella figura 11:
Figura 11
Interreg V-B: le quattro macroregioni transnazionali
Fonte: Commissione europea, https://ec.europa.eu/regional_policy/en/policy/cooperation/.
Allegato III — Elenco degli obiettivi tematici della componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne per il periodo 2014-2020
Dati al 31.12.2020
| OT | Denominazione | Contributo totale dell’UE (in euro) |
% |
| OT 1 | Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione | 872 076 167 | 13,7 % |
| OT 2 | Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché l’impiego e la qualità delle medesime | 0 | 0 % |
| OT 3 | Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese (PMI) | 300 110 731 | 4,7 % |
| OT 4 | Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori | 161 017 673 | 2,5 % |
| OT 5 | Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi | 279 299 676 | 4,4 % |
| OT 6 | Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse | 1 478 698 158 | 23,2 % |
| OT 7 | Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete | 593 085 445 | 9,3 % |
| OT 8 | Promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori | 375 390 004 | 5,9 % |
| OT 9 | Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni discriminazione | 216 707 527 | 3,4 % |
| OT 10 | Investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente | 116 666 051 | 1,8 % |
| OT 11 | Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e un’amministrazione pubblica efficiente | 569 531 414 | 9,0 % |
| Vari OT | 940 330 421 | 14,8 % | |
| Assistenza tecnica | 319 783 299 | 5,0 % | |
| Nessun obiettivo tematico selezionato (lasciato in bianco) | 123 423 396 | 1,9 % | |
| TOTALE | 6 346 119 962 | 100 % |
Fonte: piattaforma Open data sui fondi SIE.
104Allegato IV — Elenco dei 10 codici di intervento più utilizzati per la componente di Interreg V-A relativa alle frontiere interne per il periodo 2014-2020
Dati al 31.12.2020
| Codice | Descrizione | Contributo totale dell’UE
(in euro) |
% (del totale) |
| 94 | Protezione, sviluppo e promozione del patrimonio culturale pubblico | 444 477 809 | 7 % |
| 87 | Misure di adattamento ai cambiamenti climatici, prevenzione dei rischi connessi al clima, quali erosione, incendi, tempeste e siccità, comprese azioni di sensibilizzazione, protezione civile e sistemi e infrastrutture per la gestione delle catastrofi | 355 767 156 | 6 % |
| 34 | Altre strade ricostruite o migliorate (autostrade, strade nazionali, regionali o locali) | 310 554 407 | 5 % |
| 119 | Investimenti nella capacità istituzionale e nell’efficienza delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici a livello nazionale, regionale e locale nell’ottica delle riforme, di una migliore regolamentazione e di una buona governance | 303 568 412 | 5 % |
| 121 | Assistenza tecnica: preparazione, attuazione, sorveglianza e ispezioni | 295 745 460 | 5 % |
| 62 | Trasferimento di tecnologie e cooperazione tra università e imprese, principalmente a vantaggio delle PMI | 272 901 928 | 4 % |
| 85 | Tutela e valorizzazione della biodiversità, protezione della natura e infrastrutture “verdi” | 271 919 799 | 4 % |
| 91 | Sviluppo e promozione del potenziale turistico delle aree naturali | 254 307 765 | 4 % |
| 60 | Attività di ricerca e innovazione in centri di ricerca e centri di competenza pubblici, incluso il collegamento in rete | 223 236 862 | 4 % |
| 112 | Miglioramento dell’accesso a servizi abbordabili, sostenibili e di elevata qualità, compresi i servizi sociali e l’assistenza sanitaria d’interesse generale | 205 317 652 | 3 % |
| Totale per i 10 codici di intervento più utilizzati | 2 937 797 250 | 46 % | |
| Restanti | 3 408 322 712 | 54 % | |
| TOTALE | 6 346 119 962 | 100 % |
Fonte: piattaforma Open data sui fondi SIE.
Allegato V — Elenco dei programmi di cooperazione esaminati, tipo di esame condotto e programmi tradizionali selezionati a titolo comparativo
La seguente tabella elenca i 23 programmi di cooperazione esaminati e riporta, per ciascuna, la dotazione totale, il contributo dell’UE e l’ampiezza dell’esame condotto:
- nel caso degli esami documentali semplici (dieci programmi in totale) sono stati analizzati i seguenti elementi: sfide a livello transfrontaliero; analisi SWOT e/o socioeconomiche; logica d’intervento; orientamento del programma rispetto a quello di due programmi tradizionali per le regioni limitrofe; indicatori; metodo per valutare il carattere transfrontaliero dei progetti; procedura di coordinamento con altri fondi SIE; documenti di sintesi e di orientamento relativi alle frontiere e livello di preparazione al periodo 2021‑2027;
- nel caso degli esami documentali approfonditi (dieci programmi in totale), sono stati inoltre analizzati i seguenti elementi: inviti a presentare proposte; procedura di selezione dei progetti e approccio adottato per attrarre proposte di progetto (di tipo “top-down” o “bottom-up”);
- nel caso delle ispezioni in loco (tre programmi in totale), sono stati inoltre analizzati un campione di quattro progetti e il loro carattere transfrontaliero.
| Denominazione | CCI | Dotazione totale del PO
(in euro) |
Contributo totale dell’UE
(in euro) |
Tipo di esame condotto dalla Corte | |
| 1 | Belgio-Germania-Paesi Bassi (Euregio Meuse-Rhin/Maas-Rijn/Maas-Rhein) | 2014TC16RFCB001 | 140 434 645 | 96 000 250 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Belgio: PO Fiandre (regionale) |
2014BE16RFOP002 | 435 508 941 | 175 592 099 | ||
|
Programma tradizionale 2 Germania: PO Renania settentrionale-Vestfalia (regionale) |
2014DE16RFOP009 | 2 423 462 022 | 1 211 731 011 | ||
| 2 | Austria – Germania/ Baviera | 2014TC16RFCB004 | 64 332 186 | 54 478 064 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Austria: PO Investimenti in crescita e occupazione (nazionale) |
2014AT16RFOP001 | 2 037 475 362 | 536 262 079 | ||
|
Programma tradizionale 2 Germania: PO Baviera FESR 2014‑2020 (regionale) |
2014DE16RFOP002 | 1 478 842 432 | 494 704 308 | ||
| 3 | Spagna – Portogallo (POCTEP) | 2014TC16RFCB005 | 484 687 353 | 365 769 686 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Spagna: PO Andalusia 2014‑2020 (regionale) |
2014ES16RFOP003 | 3 951 571 669 | 3 200 907 333 | ||
|
Programma tradizionale 2 Portogallo: PO Nord 2014‑2020 (regionale) |
2014PT16M2OP001 | 4 209 657 730 | 3 378 770 731 | ||
| 4 | Spagna – Francia – Andorra (POCTEFA) | 2014TC16RFCB006 | 288 964 102 | 189 341 397 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Spagna: Catalogna (regionale) |
2014ES16RFOP011 | 1 671 234 350 | 835 617 175 | ||
|
Programma tradizionale 2 Francia: Languedoc-Roussillon (regionale) |
2014FR16M0OP006 | 754 041 639 | 431 686 793 | ||
| 5 | Germania/Baviera – Cechia | 2014TC16RFCB009 | 121 617 825 | 103 375 149 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Germania: PO Baviera 2014‑2020 (regionale) |
2014DE16RFOP002 | 1 478 842 432 | 494 704 308 | ||
|
Programma tradizionale 2 Cechia: POR integrato Crescita 2014‑2020 (nazionale) |
2014CZ16RFOP002 | 5 575 445 155 | 4 763 230 350 | ||
| 6 | Austria – Ungheria | 2014TC16RFCB010 | 95 870 327 | 78 847 880 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Austria: PO Investimenti in crescita e occupazione (nazionale) |
2014AT16RFOP001 | 2 037 475 362 | 536 262 079 | ||
|
Programma tradizionale 2 Programma tradizionale 2 Ungheria: PO Sviluppo economico e innovazione 2014‑2020 (nazionale) |
2014HU16M0OP001 | 8 813 195 514 | 7 733 969 530 | ||
| 7 | Polonia – Danimarca – Germania – Lituania – Svezia (Baltico meridionale) | 2014TC16RFCB013 | 100 614 276 | 82 978 784 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Polonia: POR Pomerania 2014‑2020 (regionale) |
2014PL16M2OP011 | 2 193 896 122 | 1 864 811 698 | ||
|
Programma tradizionale 2 Lituania: PO Investimenti nei fondi strutturali dell’UE per il 2014‑2020 (nazionale) |
2014LT16MAOP001 | 7 887 798 523 | 6 709 396 130 | ||
| 8 | Finlandia – Estonia – Lettonia – Svezia (Baltico centrale) | 2014TC16RFCB014 | 170 544 922 | 132 628 689 | ispezione in loco |
|
Programma tradizionale 1 Finlandia: Crescita sostenibile e occupazione per la Finlandia 2014‑2020 (nazionale) |
2014FI16M2OP001 | 2 570 429 202 | 1 285 214 601 | ||
|
Programma tradizionale 2 Estonia: Investimenti dell’Estonia a favore della crescita e dell’occupazione 2014‑2020 (nazionale) |
2014EE16M3OP001 | 4 891 748 878 | 3 499 202 664 | ||
| 9 | Slovacchia – Ungheria | 2014TC16RFCB015 | 183 304 695 | 155 808 987 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Slovacchia: POR integrato 2014‑2020 (nazionale) |
2014SK16RFOP002 | 2 059 278 976 | 1 699 941 778 | ||
|
Programma tradizionale 2 Ungheria: Sviluppo economico e innovazione 2014‑2020 (nazionale) |
2014HU16M0OP001 | 8 813 195 514 | 7 733 969 530 | ||
| 10 | Svezia – Norvegia | 2014TC16RFCB016 | 94 399 930 | 47 199 965 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Svezia: PO Mellersta Norrland (regionale) |
2014SE16RFOP007 | 289 910 518 | 144 955 259 | ||
| 11 | Germania/Sassonia – Cechia | 2014TC16RFCB017 | 189 274 570 | 157 967 067 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Germania: PO Sassonia 2014‑2020 (regionale) |
2014DE16RFOP012 | 2 341 365 486 | 1 873 092 389 | ||
|
Programma tradizionale 2 Cechia: Cechia: POR integrato Crescita 2014‑2020 (nazionale) |
2014CZ16RFOP002 | 5 575 445 155 | 4 763 230 350 | ||
| 12 | Romania – Bulgaria | 2014TC16RFCB021 | 258 504 126 | 215 745 513 | esame documentale esteso48 |
|
Programma tradizionale 1 Romania: POR Romania (nazionale) |
2014RO16RFOP002 | 8 384 288 100 | 6 860 000 000 | ||
|
Programma tradizionale 2 Bulgaria: POR Bulgaria Regioni in crescita (nazionale) |
2014BG16RFOP001 | 1 543 182 113 | 1 311 704 793 | ||
| 13 | Germania – Austria – Svizzera – Liechtenstein (Alpenrhein – Bodensee – Hochrhein) | 2014TC16RFCB024 | 56 554 900 | 39 588 430 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Germania: POR Baden-Württemberg Innovazione ed energia 2014‑2020 (regionale) |
2014DE16RFOP001 | 493 170 076 | 246 585 038 | ||
|
Programma tradizionale 2 Austria: PO FESR Crescita e occupazione Austria 2014‑2020 (nazionale) |
2014AT16RFOP001 | 2 073 339 826 | 536 262 079 | ||
| 14 | Cechia – Polonia | 2014TC16RFCB025 | 266 143 190 | 226 221 710 | ispezione in loco |
|
Programma tradizionale 1 Cechia: POR integrato 2014‑2020 (nazionale) |
2014CZ16RFOP002 | 5 575 445 155 | 4 763 230 350 | ||
|
Programma tradizionale 2 Polonia: POR Bassa Slesia 2014‑2020 (regionale) |
2014PL16M2OP001 | 2 659 054 816 | 2 252 546 589 | ||
| 15 | Svezia – Finlandia – Norvegia (Botnia – Atlantica) | 2014TC16RFCB028 | 61 284 055 | 36 334 420 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Svezia: PO Norrland settentrionale (regionale) |
2014SE16RFOP008 | 421 646 628 | 210 823 314 | ||
|
Programma tradizionale 2 Finlandia: Crescita sostenibile e occupazione 2014‑2020 (nazionale) |
2014FI16M2OP001 | 2 570 429 202 | 1 285 214 601 | ||
| 16 | Slovacchia – Cechia | 2014TC16RFCB030 | 106 046 429 | 90 139 463 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Slovacchia: PO integrato Infrastrutture 2014‑2020 (nazionale) |
2014SK16M1OP001 | 4 646 130 079 | 3 949 210 563 | ||
|
Programma tradizionale 2 Cechia: POR integrato 2014‑2020 (nazionale) |
2014CZ16RFOP002 | 5 575 445 155 | 4 763 230 350 | ||
| 17 | Italia – Slovenia | 2014TC16RFCB036 | 92 588 182 | 77 929 954 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Italia: POR Friuli Venezia Giulia (regionale) |
2014IT16RFOP009 | 230 779 184 | 115 389 592 | ||
|
Programma tradizionale 2 Slovenia: PO per l’attuazione della politica di coesione dell’UE (nazionale) |
2014SI16MAOP001 | 3 818 118 670 | 3 067 924 925 | ||
| 18 | Italia – Malta | 2014TC16RFCB037 | 51 708 438 | 43 952 171 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Italia: POR Sicilia FESR 2014‑2020 (regionale) |
2014IT16RFOP016 | 4 273 038 791 | 3 418 431 018 | ||
|
Programma tradizionale 2 Malta: PO Malta – Promuovere un’economia competitiva e sostenibile per rispondere alle sfide 2014‑2020 (nazionale) |
2014MT16M1OP001 | 709 109 686 | 580 096 106 | ||
| 19 | Italia – Croazia | 2014TC16RFCB042 | 236 890 849 | 201 357 220 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Italia: POR Puglia 2014‑2020 (regionale) |
2014IT16M2OP002 | 7 120 958 992 | 3 560 479 496 | ||
|
Programma tradizionale 2 Croazia: PO Competitività e coesione 2014‑2020 (nazionale) |
2014HR16M1OP001 | 8 036 770 938 | 6 831 255 232 | ||
| 20 | Francia – Belgio – Germania – Lussemburgo (Grande Région / Großregion) | 2014TC16RFCB045 | 234 606 265 | 139 802 646 | ispezione in loco |
|
Programma tradizionale 1 Francia: PO FESR-SE Lorena e Vosgi 2014‑2020 (regionale) |
2014FR16M0OP015 | 689 879 511 | 409 839 615 | ||
|
Programma tradizionale 2 Belgio: PO Vallonia-2020.UE (regionale) |
2014BE16RFOP003 | 1 700 524 237 | 681 639 700 | ||
| 21 | Regno Unito/Galles – Irlanda | 2014TC16RFCB048 | 98 998 059 | 79 198 450 | esame documentale approfondito |
|
Programma tradizionale 1 Regno Unito: FESR Galles occidentale e Le Valli (regionale) |
2014UK16RFOP005 | 1 829 859 998 | 1 206 110 065 | ||
|
Programma tradizionale 2 Irlanda: POR Regione meridionale e orientale (regionale) |
2014IE16RFOP002 | 500 132 354 | 250 066 177 | ||
| 22 | Estonia – Lettonia | 2014TC16RFCB050 | 46 728 715 | 38 933 803 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Estonia: PO per i fondi della politica di coesione 2014‑2020 |
2014EE16M3OP001 | 4 655 679 786 | 3 499 202 664 | ||
|
Programma tradizionale 2 Lettonia: Crescita e occupazione 2014‑2020 (nazionale) |
2014LV16MAOP001 | 5 192 801 940 | 4 418 233 214 | ||
| 23 | Grecia – Cipro | 2014TC16RFCB055 | 64 560 486 | 54 876 411 | esame documentale di base |
|
Programma tradizionale 1 Grecia: PO Creta (regionale) |
2014GR16M2OP011 | 449 652 852 | 359 722 280 | ||
|
Programma tradizionale 2 Cipro: PO Competitività e sviluppo sostenibile (nazionale) |
2014CY16M1OP001 | 699 726 575 | 594 767 585 |
Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei dati relativi ai programmi di cooperazione e ai programmi tradizionali per il periodo 2014‑2020.
Allegato VI — Risposte delle autorità di programma alle raccomandazioni 1 a) e 2
Alcune delle raccomandazioni formulate dalla Corte sono rivolte alle autorità di programma, che sono responsabili della loro attuazione. La Corte ha pertanto richiesto a tali autorità una loro reazione al riguardo. Le risposte ricevute, unitamente ai motivi per cui alcune autorità non hanno accettato (o accettato solo parzialmente) le raccomandazioni della Corte, sono sintetizzate di seguito.
Tabella 1 – Raccomandazione 1 a): Migliorare la focalizzazione del programma di cooperazione
| Risposte delle autorità di programma | |
| Accettata | 14 |
| Accettata parzialmente | 5 |
| Respinta | 4 |
|
Il principale motivo per cui la raccomandazione è stata “accettata parzialmente” o “respinta” è che le autorità di programma interessate ritengono che i pertinenti programmi Interreg siano già ben mirati e sufficientemente coordinati con i programmi tradizionali delle regioni limitrofe in relazione ai seguenti aspetti:
|
|
Tabella 2 – Raccomandazione 2: Attribuire priorità e concedere sostegno ai progetti in funzione del punteggio attribuito in base al merito
| Risposte delle autorità di programma | |
| Accettata | 14 |
| Accettata parzialmente | 6 |
| Respinta | 3 |
| Il principale motivo per cui la raccomandazione è stata “accettata parzialmente” o “respinta” è che le autorità di programma la considerano già attuata. | |
Acronimi e abbreviazioni
CRII: Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus
CRII+: Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus
CTE: cooperazione territoriale europea
DG REGIO: direzione generale della Politica regionale e urbana
FESR: Fondo europeo di sviluppo regionale
Fondi SIE: Fondi strutturali e di investimento europei
FSE: Fondo sociale europeo
Interreg: acronimo generalmente utilizzato per designare il programma di cooperazione interregionale dell’UE
NUTS: classificazione comune delle unità territoriali per la statistica (Nomenclature of Territorial Units for Statistics)
OT: Obiettivo tematico
PIL: prodotto interno lordo
RDC: regolamento recante disposizioni comuni
SMART: specifico, misurabile, realizzabile, pertinente e corredato di un termine (Specific, Measurable, Attainable, Relevant and Timely)
SWOT: punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce
Glossario
Asse prioritario: uno degli obiettivi principali di un programma operativo, suddiviso in una o più priorità di investimento.
Autorità di gestione: autorità (pubblica o privata) nazionale, regionale o locale, designata da uno Stato membro per gestire un programma finanziato dall’UE.
Comitato di sorveglianza: organismo che supervisiona l’attuazione di un programma operativo, comprendente rappresentanti delle autorità degli Stati membri e la Commissione in qualità di osservatrice.
Cooperazione territoriale europea: quadro di riferimento per la cooperazione interregionale, transfrontaliera e transnazionale, che guida gli scambi strategici e l’attuazione delle azioni congiunte.
Fondi strutturali e di investimento europei: i cinque principali fondi dell’UE che, congiuntamente, sostengono lo sviluppo economico in tutta l’Unione, ossia il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Fondo europeo di sviluppo regionale: fondo dell’UE che rafforza la coesione economica e sociale nell’Unione europea finanziando investimenti che riducono gli squilibri tra le regioni.
Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus: pacchetto di misure che consente un uso flessibile dei Fondi strutturali e d’investimento europei in risposta alla pandemia di COVID-19.
Logica di intervento: nessi tra gli obiettivi di una proposta, le risorse che si prevede di impiegare e le attività previste nonché i risultati e l’impatto attesi.
Obiettivo tematico: il risultato complessivo atteso di una priorità di investimento, disaggregato in obiettivi specifici ai fini dell’attuazione.
Priorità d’investimento: sottosezione di un asse prioritario.
Segretariato congiunto: servizio che assiste l’autorità di gestione e il comitato di sorveglianza di un programma di cooperazione territoriale europeo, informa i beneficiari delle potenziali opportunità di finanziamento e sostiene l’attuazione del progetto.
Équipe di audit
Le relazioni speciali della Corte dei conti europea illustrano le risultanze degli audit espletati su politiche e programmi dell’UE o su temi relativi alla gestione concernenti specifici settori di bilancio. La Corte seleziona e pianifica detti incarichi di audit in modo da massimizzarne l’impatto, tenendo conto dei rischi per la performance o la conformità, del livello delle entrate o delle spese, dei futuri sviluppi e dell’interesse pubblico e politico.
Il presente controllo di gestione è stato espletato dalla Sezione di audit II – presieduta da Iliana Ivanova, Membro della Corte – specializzata nei settori di spesa riguardanti gli investimenti a favore della coesione, della crescita e dell’inclusione. L’audit è stato diretto da Ladislav Balko, Membro della Corte, coadiuvato da: Branislav Urbanič, capo di Gabinetto, e Zuzana Franková, attaché di Gabinetto; Niels-Erik Brokopp, primo manager; Chrysoula Latopoulou, capoincarico; Dennis Wernerus, vice capoincarico; Thierry Lavigne, Katarzyna Solarek, Ana Popescu, Aleksandar Latinov, Angelika Zych, Aino Nyholm, Nils Odins e Francisco Carretero Llorentes, auditor. James Verity ha fornito assistenza linguistica.
Note
1 Articolo 174 del TFUE.
2 Considerando 4 del regolamento (UE) n. 1299/2013, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni specifiche per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale all’obiettivo di cooperazione territoriale europea (regolamento CTE) (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 259).
3 Articolo 3, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1301/2013, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l’obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione” e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006 (regolamento FESR) (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 293).
4 Considerando 5 del regolamento CTE.
5 Comunicazione della Commissione – Rafforzare la crescita e la coesione nelle regioni frontaliere dell’UE, COM(2017) 534 final del 20.9.2017, pag. 6.
6 SWECO, t33, Politecnico di Milano e Nordregio per DG REGIO, Collecting solid evidence to assess the needs to be addressed by Interreg cross-border cooperation programmes, novembre 2016, pagg. 64-91.
Metis GmbH, Panteia BV, AEIDL – Association Européenne pour l’Information sur le Développement Local, CASE – Center for Social and Economic Research for DG REGIO, Easing legal and administrative obstacles in EU border regions, marzo 2017.
Politecnico di Milano per DG REGIO, Quantification of the effects of legal and administrative border obstacles in land border regions, maggio 2017.
7 Articolo 4, paragrafo 1, del regolamento CTE.
8 Articolo 2 del regolamento CTE.
9 Articolo 12, paragrafo 2, del regolamento CTE.
10 L’articolo 3, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1059/2003, del 26 maggio 2003, relativo all’istituzione di una classificazione comune delle unità territoriali per la statistica (NUTS) (GU L 154, del 21.6.2003, pag. 3) ha suddiviso il territorio economico degli Stati membri in regioni più piccole al fine di consentire la rilevazione, la compilazione e la diffusione di statistiche regionali. A norma dell’articolo 3, paragrafo 2, di detto regolamento, le regioni degli Stati membri sono classificate in tre categorie dal punto di vista della popolazione. Le regioni di livello 1 (NUTS 1) presentano una popolazione compresa fra 3 e 7 milioni di abitanti; tali regioni sono ulteriormente suddivise nel livello 2 (NUTS 2), con una popolazione compresa fra 800 000 e 3 milioni di abitanti. Infine, le regioni di livello 2 sono suddivise in regioni di livello 3 (NUTS 3), abitate da 150 000-800 000 persone.
11 Articolo 3, paragrafo 2, del regolamento CTE.
12 Articolo 104, paragrafo 7, del testo di compromesso in vista di un accordo sul nuovo RDC, del 25.2.2021.
13 Articolo 3 della conferma del testo di compromesso finale in vista di una accordo sul regolamento recante disposizioni specifiche per l’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” (Interreg) sostenuto dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dagli strumenti di finanziamento esterno (il nuovo regolamento CTE), dell’11.12.2020.
14 Articolo 9, paragrafo 2, del testo di compromesso in vista di un accordo sul nuovo regolamento CTE, del 25.2.2021.
15 Sezione II, punto 8, della comunicazione C(90) 1562/3 agli Stati membri, che determina gli orientamenti dei programmi operativi che gli Stati membri sono invitati a elaborare nell’ambito di un’iniziativa comunitaria concernente le zone di confine (Interreg) (GU C 215 del 30.8.1990, pag. 4).
16 Articolo 7, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell’11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999 (GU L 210 del 31.7.2006, pag. 38).
17 Articolo 3, paragrafo 1, del regolamento CTE.
18 Articolo 21, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1080/2006, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1783/1999 (GU L 210, del 31.7.2006, pag. 10).
19 Articolo 20, paragrafo 2, lettera b), del regolamento CTE.
20 COM(2017) 534 final, pagg. 2-4.
21 Considerando 33 e articolo 23, paragrafo 2, del regolamento CTE.
22 Considerando 88 dell’RDC.
23 Articolo 9 dell’RDC.
24 Articolo 6, paragrafo 1, del regolamento CTE.
25 Articolo 8, paragrafo 1, del regolamento CTE.
26 Articolo 96, paragrafo 1 e 2, lettere a) e b) dell’RDC e articolo 8, paragrafi 1 e 2, del regolamento CTE.
27 Articolo 14 del regolamento CTE.
28 Articolo 16, e allegato del regolamento CTE.
29 ADE con DG REGIO, ETC Work Package 11, Ex post evaluation of Cohesion Policy programmes 2007‑2013, focusing on the ERDF and the Cohesion Fund, luglio 2016.
30 Articolo 9, paragrafo 15, del testo di compromesso in vista di un accordo sul nuovo regolamento CTE.
31 Regolamento (UE) 2020/460, del 30 marzo 2020, che modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013 e (UE) n. 508/2014 per quanto riguarda misure specifiche volte a mobilitare gli investimenti nei sistemi sanitari degli Stati membri e in altri settori delle loro economie in risposta all’epidemia di COVID-19 (Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus) (regolamento CRII) (GU L 99 del 31.3.2020, pag. 5).
32 Regolamento (UE) 2020/558, del 23 aprile 2020, che modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013 e (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda misure specifiche volte a fornire flessibilità eccezionale nell’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all’epidemia di COVID-19 (regolamento CRII+) (GU L 130 del 24.4.2020, pag. 1).
33 Proposta di regolamento relativo a un meccanismo per eliminare gli ostacoli giuridici e amministrativi in ambito transfrontaliero, COM(2018) 373 final, del 29.5.2018.
34 Articolo 8, paragrafo 2, lettera a), del regolamento CTE.
35 Considerando 19 del regolamento CTE.
36 Allegato XI del regolamento sulle disposizioni comuni, priorità d’investimento 9a.
37 Considerando 88 dell’RDC.
38 Articolo 8, paragrafo 5, lettera a), del regolamento CTE.
39 Articolo 12, paragrafo 2, del regolamento CTE.
40 Articolo 12, paragrafo 2, del regolamento CTE.
41 Articolo 8, paragrafo 2, lettera b), del regolamento CTE.
42 Articolo 8, paragrafo 2, lettera b), del regolamento CTE.
43 Allegato del regolamento CTE.
44 Articolo 16, paragrafo 3, del regolamento CTE.
45 Relazione speciale n. 02/2017 della Corte dei conti europea “La negoziazione, da parte della Commissione, degli accordi di partenariato e dei programmi operativi in materia di coesione per il periodo 2014‑2020: spesa maggiormente indirizzata alle priorità di Europa 2020, ma meccanismi di misurazione della performance sempre più complessi”, Raccomandazione 1, pag. 79.
46 Relazione speciale n. 17/2018 della Corte dei conti europea “La Commissione e gli Stati membri, con le azioni degli ultimi anni dei programmi del 2007‑2013, hanno affrontato il problema del basso tasso di assorbimento dei fondi, senza però prestare sufficiente attenzione ai risultati”, paragrafo 84, pag. 47.
47 COM(2019) 21 final, Relazione della Commissione sull’attuazione delle strategie macroregionali dell’UE, del 29.1.2019.
48 Inizialmente per questo programma di cooperazione era prevista un’ispezione in loco. Invece, a causa delle restrizioni in materia di viaggi dovute alla COVID-19, è stato condotto un esame documentale esteso.
Cronologia
| Evento | Data |
| Adozione del piano di indagine (APM)/Inizio dell’audit | 25.9.2019 |
| Trasmissione ufficiale del progetto di relazione alla Commissione (o ad altra entità sottoposta ad audit) |
26.3.2021 |
| Adozione della relazione finale dopo la procedura in contraddittorio | 19.5.2021 |
| Ricezione, in tutte le lingue, delle risposte ufficiali della Commissione (o di altra entità sottoposta ad audit) | 7.6.2021 |
Per contattare la Corte
CORTE DEI CONTI EUROPEA
12, rue Alcide De Gasperi
1615 Luxembourg
LUXEMBOURG
Tel. +352 4398-1
Modulo di contatto: eca.europa.eu/it/Pages/ContactForm.aspx
Sito Internet: eca.europa.eu
Twitter: @EUAuditors
Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu).
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2021
| ISBN 978-92-847-6414-3 | ISSN 1977-5709 | doi:10.2865/00714 | QJ-AB-21-016-IT-N | |
| HTML | ISBN 978-92-847-6433-4 | ISSN 1977-5709 | doi:10.2865/138470 | QJ-AB-21-016-IT-Q |
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