Nel 2023 l’Unione europea ha continuato a concentrarsi sulla promozione della competitività e sulla trasformazione della sua economia in un’economia verde, digitale, inclusiva e resiliente. Con il piano industriale del Green Deal, proposto nel 2023, l’UE mira a rafforzare la competitività delle tecnologie a zero emissioni nette e a sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica. L’UE ha inoltre proposto una strategia per conseguire la sicurezza economica nell’Unione e ha definito indicatori chiave per rafforzare la propria competitività a lungo termine. Ha anche aggiornato il suo quadro per la finanza sostenibile e ha proseguito nella riforma dell’unione doganale. Nel 2023 si è inoltre celebrato il 30º anniversario del mercato unico, e nel corso dell’anno l’UE ha introdotto un sistema brevettuale unitario e misure volte ad agevolare le attività economiche transfrontaliere. Per garantire che la sua economia tragga vantaggio dalla digitalizzazione, l’UE ha proposto un quadro giuridico per l’euro digitale (in aggiunta al contante, che continuerà a essere utilizzato) e ha introdotto un centro doganale digitale. Ha inoltre presentato diverse proposte legislative che rafforzeranno la sua unione dei mercati dei capitali rendendo più sicuri gli investimenti per gli investitori non professionali, ha introdotto una normativa per contrastare gli effetti distorsivi delle sovvenzioni estere sui mercati dell’UE e ha attuato riforme e introdotto misure per rendere le banche più resilienti agli shock economici.
Nel 2023 l’economia dell’UE ha continuato a crescere - si apre in una nuova scheda., sebbene con minore slancio a causa dei fortissimi shock economici che aveva subito. Durante l’anno l’inflazione è diminuita grazie al calo dei prezzi dell’energia e alla riduzione della pressione inflazionistica derivante dai beni alimentari e industriali.
L’economia dell’UE è sostenuta da un mercato del lavoro eccezionalmente forte, caratterizzato da tassi di disoccupazione mai così bassi, dalla continua espansione dell’occupazione e dall’aumento dei salari. L’attuazione delle riforme e degli investimenti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza - si apre in una nuova scheda. rimane fondamentale per mantenere l’economia dell’UE sulla buona strada.
Guardando al futuro, la guerra di aggressione in corso da parte della Russia nei confronti dell’Ucraina e le più ampie tensioni geopolitiche continuano a rappresentare un rischio per le prospettive di crescita dell’economia dell’UE.
Nel 2023 l’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, fulcro di NextGenerationEU - si apre in una nuova scheda., il piano per la ripresa con una dotazione di 800 miliardi di euro, ha continuato a dare impulso alla ripresa economica - si apre in una nuova scheda.. Questo strumento ha rafforzato la resilienza economica e sociale degli Stati membri e ha sostenuto REPowerEU, l’iniziativa dell’UE volta ad aiutare gli Stati membri ad accelerare l’abbandono dei combustibili fossili nel contesto dell’invasione non provocata dell’Ucraina da parte della Russia (cfr. il capitolo 4 per ulteriori informazioni sull’iniziativa REPowerEU).
La sua natura basata sui risultati rende il dispositivo unico nel suo genere. Per beneficiarne, gli Stati membri devono presentare alla Commissione un piano per la ripresa e la resilienza, in cui delineano le riforme e gli investimenti che intendono realizzare entro la fine del 2026 e per i quali possono ricevere finanziamenti fino a una dotazione concordata in precedenza. I pagamenti erogati dalla Commissione agli Stati membri sono subordinati al raggiungimento di traguardi e obiettivi prestabiliti definiti nei piani. Queste misure, intese ad affrontare le principali sfide degli Stati membri, si allineano con gli obiettivi dell’UE.
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza promuove riforme e investimenti in sei aree di intervento: i) transizione verde, ii) trasformazione digitale, iii) crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, iv) coesione sociale e territoriale, v) salute e resilienza economica, sociale e istituzionale, e vi) politiche per la prossima generazione.
L’UE offre inoltre agli Stati membri assistenza nell’attuazione dei loro piani per la ripresa e la resilienza - si apre in una nuova scheda. attraverso lo strumento di sostegno tecnico - si apre in una nuova scheda.. Finora oltre 400 progetti hanno beneficiato di questo sostegno. Ventitré Stati membri hanno ricevuto o stanno attualmente ricevendo sostegno generale in relazione agli aspetti orizzontali dell’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, compreso un sostegno per la revisione dei piani, mentre 27 Stati membri stanno beneficiando di un sostegno tematico connesso all’attuazione delle misure del dispositivo per la ripresa e la resilienza.
Fonte: Eurobarometro standard 100 - si apre in una nuova scheda., dicembre 2023.
Transizione verde
In Francia il dispositivo per la ripresa e la resilienza ha finanziato miglioramenti dell’efficienza energetica per 20 000 alloggi sociali e per gli alloggi per studenti.
Coesione sociale e territoriale
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza consente all’Austria di aiutare i disoccupati di lunga durata ad accedere alla formazione e alle qualifiche.
Trasformazione digitale
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza sta rafforzando la capacità di cloud dell’Italia investendo in centri dati per l’economia digitale.
Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale
Una riforma sostenuta dal dispositivo per la ripresa e la resilienza a Cipro intensificherà la lotta alla corruzione e istituirà un’autorità anticorruzione indipendente.
Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza ha aiutato la Spagna ad assistere oltre 60 grandi imprese e PMI nella ricerca e nell’innovazione in materia di mobilità sostenibile.
Politiche per la prossima generazione
I fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza hanno aiutato la Cechia a fornire agli alunni circa 74 000 dispositivi digitali per l’apprendimento a distanza.
Nel 2023 il bilancio a lungo termine dell’UE (il quadro finanziario pluriennale) e NextGenerationEU sono stati fondamentali per la ripresa dell’Europa e per affrontare sfide quali la guerra in un paese vicino, l’elevata inflazione, le catastrofi naturali e le crisi umanitarie. Per garantire che il bilancio dell’UE possa continuare a permettere di realizzare le priorità più essenziali, a giugno la Commissione ha proposto una revisione del quadro finanziario pluriennale - si apre in una nuova scheda..
A settembre è stato adottato il bilancio annuale dell’UE per il 2024 - si apre in una nuova scheda., che affronta le crisi urgenti in Medio Oriente, nonché in Europa e nel suo vicinato.
Per sostenere NextGenerationEU e aiutare l’Ucraina, nel 2023 la Commissione ha raccolto circa 116 miliardi di euro in fondi a lungo termine, di cui 12,5 miliardi di euro in obbligazioni verdi, rendendo l’UE uno dei maggiori emittenti di obbligazioni verdi - si apre in una nuova scheda..
Nel corso dell’anno la Commissione ha presentato le sue proposte legislative per attuare la riforma delle regole di governance economica dell’UE - si apre in una nuova scheda. più completa dall’indomani della crisi economica e finanziaria del 2007-2008. Le proposte sono il risultato di una riflessione approfondita e di un’ampia consultazione. Le nuove regole mirano a facilitare e incoraggiare l’attuazione di importanti riforme e investimenti da parte degli Stati membri. Renderanno la governance economica più semplice, miglioreranno la titolarità nazionale, porranno maggiormente l’accento sul medio termine e rafforzeranno l’applicazione delle norme di bilancio dell’Unione, nell’ambito di un quadro comune trasparente dell’UE.
Il 1º gennaio 2023 la Croazia è entrata a far parte della zona euro - si apre in una nuova scheda. e dello spazio Schengen.
L’euro è comodo e rafforza la competitività per i croati, semplificando i viaggi e gli scambi commerciali. Le sue banconote e monete simboleggiano la promessa dell’UE di libertà e opportunità per tutto il popolo croato.
Da un’indagine condotta in Croazia dopo che la kuna è stata completamente sostituita dall’euro è emerso che il 61 % dei cittadini croati crede che il passaggio tra le due valute sia stato efficiente e senza intoppi, mentre l’88 % ritiene di essere stato ben informato in merito alla moneta unica.
Nell’UE il sostegno all’euro continua a essere molto forte: il 71 % dei cittadini dell’UE è favorevole all’unione economica e monetaria europea con una valuta unica, e la percentuale sale al 79 % nella zona euro.
Fonti: Eurobarometro Flash 518 - si apre in una nuova scheda., febbraio 2023; Eurobarometro standard 100 - si apre in una nuova scheda., dicembre 2023.
Il 2023 ha segnato il 30º anniversario della creazione del Fondo di coesione - si apre in una nuova scheda.. In questi trent’anni il Fondo ha investito quasi 179 miliardi di euro nella coesione economica, sociale e territoriale dell’UE. Si prevede che i finanziamenti della politica di coesione per il periodo 2021-2027 - si apre in una nuova scheda. determineranno un aumento dello 0,5 % del prodotto interno lordo dell’UE e sosterranno la creazione di 1,3 milioni di posti di lavoro. Tra i principali progetti completati o avviati nel 2023 figurano il restauro di Pompei, un nuovo sistema di metropolitana per Salonicco e il miglioramento dell’infrastruttura per le acque reflue in Romania. Alla fine dell’anno i programmi della politica di coesione per il periodo 2014-2020 avevano ottenuto risultati significativi sul campo, tra cui il sostegno a 4,5 milioni di imprese, la creazione di oltre 370 000 nuovi posti di lavoro, il miglioramento dell’accesso alla banda larga per oltre 7,9 milioni di famiglie e l’installazione di oltre 6 000 megawatt di capacità supplementare per la produzione di energia rinnovabile.
Questi risultati sottolineano il ruolo fondamentale svolto dalle pubbliche amministrazioni regionali e locali, che sono le più vicine ai cittadini e sono essenziali nella realizzazione delle priorità strategiche e nell’attuazione della legislazione dell’UE sul campo. In considerazione di tutto questo, l’iniziativa ComPAct - si apre in una nuova scheda., avviata nel 2023, mira a rafforzare le pubbliche amministrazioni degli Stati membri.
Nel 2023 l’UE ha celebrato il 30º anniversario del suo mercato unico - si apre in una nuova scheda., la cui istituzione, il 1º gennaio 1993, ha rappresentato una pietra miliare dell’integrazione europea. Il mercato unico è più di un semplice quadro giuridico o anche di un mercato: rappresenta uno spazio di libertà, progresso, opportunità, crescita, prosperità condivisa, coesione e resilienza, che rafforza in modo significativo la posizione economica e geopolitica dell’UE a livello mondiale. Rappresenta il 15 % del prodotto interno lordo mondiale, il che lo rende il più grande mercato unico integrato al mondo, che rimane comunque uno dei più orientati verso l’esterno.
Da oltre 30 anni - si apre in una nuova scheda. il mercato unico è fondamentale per la competitività dell’UE, migliora le vite dei cittadini e agevola le attività economiche. Ha inoltre determinato un aumento del prodotto interno lordo dell’UE pari al 9 %, apportando di conseguenza notevoli benefici economici, rafforzati dal sostegno della politica di coesione, che consente a tutte le regioni di parteciparvi e trarne vantaggio. Il mercato unico svolge inoltre un ruolo fondamentale nell’agevolazione delle transizioni verde e digitale. Essendo all’origine dell’integrazione normativa, finanziaria e delle catene di approvvigionamento dell’UE, contribuisce a creare economie di scala che sono fondamentali per sostenere la crescita delle imprese.
Il mercato unico rappresenta il 18 % del prodotto interno lordo mondiale…
…e offre beni e servizi a oltre 450 milioni di persone.
Fonte: Annual Single Market Report - file PDF – si apre in una nuova scheda., gennaio 2023.
23 milioni di imprese…
… che danno lavoro a quasi 128 milioni di persone
965 miliardi di euro di esportazioni intra-UE di servizi
3 428 miliardi di euro di esportazioni intra-UE di merci
8 163 miliardi di euro di investimenti intra-UE
Nel 2020 il 47,5 % delle esportazioni di merci dell’UE verso paesi terzi è stato effettuato in euro.
Oltre il 60 % delle imprese a controllo estero nell’UE è controllato da un’impresa di un altro Stato membro dell’UE.
Tra il 2010 e il 2021 il numero di persone occupate negli Stati membri che avevano la cittadinanza di un altro Stato membro è aumentato del 47,0 %.
Il 2,4 % degli studenti di livello terziario negli Stati membri proviene da un altro Stato membro.
(*) I dati si riferiscono all’UE a 27 Stati membri e all’ultimo anno disponibile.
Il mercato unico è stato determinante per la resilienza economica dell’UE e si è dimostrato di vitale importanza nelle crisi recenti quali la pandemia o le azioni della Russia in Ucraina e la conseguente crisi energetica. Funge inoltre da importante strumento geopolitico, rafforzando l’influenza dell’UE in un contesto caratterizzato da mutamenti geopolitici e dalla corsa alle tecnologie pulite. Nonostante i risultati conseguiti, il mercato unico deve evolversi per far fronte a realtà geopolitiche nuove e mutevoli, agli sviluppi tecnologici e alle transizioni verde e digitale, nonché per rafforzare la competitività e la produttività a lungo termine dell’UE.
L’UE migliora costantemente il contesto imprenditoriale in tutti i settori della sua economia. A settembre 2023 la Commissione ha presentato una proposta per lottare contro i ritardi di pagamento - si apre in una nuova scheda. da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche, una pratica che compromette il flusso di cassa delle piccole e medie imprese (PMI) e ostacola la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento. La proposta fa parte di una più ampia serie di misure contenute nel pacchetto di aiuti che la Commissione ha introdotto per sostenere le PMI che fanno fronte a problemi economici.
L’UE sostiene inoltre l’innovazione rendendo più facile per le imprese proteggere la loro proprietà intellettuale in tutta l’UE. Il varo del sistema brevettuale unitario - si apre in una nuova scheda. a giugno ha rappresentato un passo avanti significativo verso il completamento del mercato unico e il rafforzamento della tutela brevettuale in Europa. Il sistema fornisce uno sportello unico per la registrazione e il rispetto dei brevetti in Europa, con una conseguente riduzione dei costi, degli adempimenti burocratici e degli oneri amministrativi per gli innovatori, e andrà a vantaggio in particolare delle PMI.
Il nuovo tribunale unificato dei brevetti - si apre in una nuova scheda., competente per i brevetti unitari e quelli europei esistenti, permetterà inoltre alle imprese di far valere i loro diritti di brevetto in modo più efficace. Il Fondo per le PMI - si apre in una nuova scheda., un’iniziativa comune della Commissione e dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale - si apre in una nuova scheda., fornisce inoltre sostegno finanziario (voucher per la proprietà intellettuale) alle PMI per la gestione dei loro portafogli di proprietà intellettuale, che possono includere marchi, disegni e modelli, brevetti e varietà vegetali.
Ad aprile 2023 la Commissione ha proposto un pacchetto brevetti - si apre in una nuova scheda., che integra il sistema brevettuale unitario. Una volta che sarà adottato, le imprese beneficeranno di un nuovo quadro più equilibrato - si apre in una nuova scheda. per i brevetti essenziali e di un accesso più semplice ai certificati protettivi complementari per i prodotti farmaceutici e fitosanitari, oltre che di norme più chiare in materia di licenze obbligatorie in tempi di crisi. Inoltre, il regolamento relativo alle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali - si apre in una nuova scheda., che è entrato in vigore nel corso dell’anno, consente ai produttori dell’UE di proteggere meglio i prodotti artigianali e industriali e il know-how associato alle rispettive regioni.
Gli inventori presentano domanda di brevetto europeo.
L’Ufficio europeo dei brevetti si accerta che l’invenzione soddisfi i criteri di novità, attività inventiva e applicazione industriale.
Dopo aver ottenuto il brevetto europeo, il titolare chiede che gli sia conferito un effetto unitario.
Il brevetto unitario acquista efficacia in un’unica fase, senza ulteriori formalità quali le traduzioni, negli Stati membri partecipanti:
Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Svezia.
Parallelamente, il titolare del brevetto europeo può anche convalidarlo in paesi non partecipanti, compresi i paesi terzi, nel rispetto dei loro requisiti nazionali.
Con la proposta di riforma della legislazione dell’UE sulla protezione dei disegni e dei modelli - si apre in una nuova scheda., l’innovazione e la protezione dei disegni e dei modelli nell’UE saranno inoltre rafforzate, razionalizzate e modernizzate.
Oltre a ciò, l’UE sostiene le imprese transfrontaliere eliminando gli ostacoli che impediscono la crescita e le attività economiche.
Ad esempio, sono state proposte nuove norme per eliminare gli ostacoli alla libera circolazione delle macchine mobili non stradali - si apre in una nuova scheda., quali gru, raccoglitrici e carrelli elevatori, sulle strade pubbliche.
eliminerà gli ostacoli all’ingresso sul mercato e ridurrà i ritardi del mercato
ridurrà i costi di conformità, agevolerà l’innovazione e migliorerà la competitività
faciliterà l’uso delle macchine all’interno dell’UE
garantirà norme rigorose e paritarie per la sicurezza stradale delle macchine mobili non stradali in tutta l’UE
Inoltre, per facilitare l’attività transfrontaliera delle organizzazioni senza scopo di lucro, a settembre la Commissione ha proposto una nuova forma giuridica denominata associazione transfrontaliera europea - si apre in una nuova scheda., che migliorerà il funzionamento del mercato unico eliminando gli ostacoli giuridici e amministrativi per le associazioni senza scopo di lucro che operano o intendono operare in più di uno Stato membro.
Infine, a dicembre la Commissione ha presentato una proposta modificata di regolamento sulla facilitazione delle soluzioni transfrontaliere - si apre in una nuova scheda., il cui obiettivo è aiutare gli Stati membri a eliminare gli ostacoli che incidono sulla vita quotidiana dei 150 milioni di cittadini che vivono nelle regioni transfrontaliere dell’UE. Superare questi ostacoli migliorerà notevolmente il funzionamento del mercato unico e rafforzerà la coesione economica, sociale e territoriale dell’UE.
Nel contesto di una forte concorrenza globale e delle nuove sfide geopolitiche, la Commissione ha proposto di concentrarsi su nove fattori chiave per promuovere la competitività a lungo termine dell’UE - si apre in una nuova scheda.. I fattori sono: un mercato unico funzionante, l’accesso al capitale privato, gli investimenti pubblici e le infrastrutture, la ricerca e l’innovazione, l’energia, la circolarità, la digitalizzazione, l’istruzione e le competenze e il commercio e l’autonomia strategica aperta.
L’UE garantisce inoltre la competitività a lungo termine e un mercato unico prospero applicando in modo uniforme norme volte a mantenere una concorrenza leale in tutti gli Stati membri e tra tutte le imprese. Le decisioni della Commissione in materia di antitrust, fusioni e controllo degli aiuti di Stato garantiscono un mercato interno equilibrato ed efficiente, che è fondamentale per l’economia dell’UE. Il controllo degli aiuti di Stato assicura che le sovvenzioni pubbliche siano allineate agli obiettivi condivisi e mantengano condizioni commerciali uniformi in tutta l’UE. Una concorrenza vivace nel settore privato si traduce in una migliore qualità e in prezzi più equi per i consumatori. Ogni decisione della Commissione in materia di politica della concorrenza difende gli interessi dei consumatori e delle imprese, tutelando nel contempo anche i cittadini dell’UE da operatori economici senza scrupoli.
Un quadro normativo favorevole alla crescita comprende nove motori per la competitività ed è imperniato su un mercato unico funzionante. Il mercato unico funziona attraverso la competitività sostenibile, resa possibile da quattro componenti: 1) sostenibilità ambientale; 2) resilienza e stabilità; 3) benessere per tutti e equità; 4) produttività. I restanti otto motori della competitività sono l’accesso al capitale privato, gli investimenti pubblici e le infrastrutture, la ricerca e l’innovazione, l’energia, la circolarità, la digitalizzazione, l’istruzione e le competenze, il commercio e l’autonomia strategica aperta.
Il regolamento sui servizi digitali - si apre in una nuova scheda. è un buon esempio di come la politica in materia di concorrenza vada a vantaggio della popolazione. Il regolamento, che integra le regole di concorrenza dell’UE senza sostituirle, è uno dei primi atti legislativi al mondo a limitare il potere di controllo delle maggiori imprese digitali, apportando benefici economici e sociali ai cittadini (per ulteriori informazioni, cfr. il capitolo 5).
L’UE non si limita a garantire che la concorrenza interna sia leale, ma verifica anche che le imprese dell’UE abbiano buone possibilità di successo di fronte alla concorrenza internazionale. A luglio ha introdotto il regolamento sulle sovvenzioni estere - si apre in una nuova scheda., che consente alla Commissione di esaminare i contributi finanziari concessi dai governi di paesi terzi alle imprese che operano nell’UE. Se i contributi offrono a tali imprese un vantaggio indebito, la Commissione può adottare misure per correggere gli effetti distorsivi.
L’efficacia delle regole di concorrenza dell’UE dipende dalla loro attuazione. Ecco alcuni esempi di come l’UE garantisce una concorrenza leale attraverso l’applicazione di tali regole.
Nel 2023 sono state adottate 335 decisioni sulle fusioni.
Nel corso dell’anno sono stati autorizzati aiuti di Stato per 487 miliardi di euro, in particolare nel contesto della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e delle sue implicazioni sui prezzi nell’UE.
Nel giugno 2023 la Commissione ha inviato una comunicazione degli addebiti - si apre in una nuova scheda. a Google ritenendo in via preliminare che la società favorisca i propri servizi di tecnologia pubblicitaria online a scapito dei concorrenti.
Le materie prime critiche sono indispensabili per un’ampia gamma di settori strategici, tra cui le tecnologie a zero emissioni nette, l’industria digitale e i settori aerospaziale e della difesa. La normativa sulle materie prime critiche - si apre in una nuova scheda. rafforzerà la capacità dell’UE di monitorare e attenuare il rischio di perturbazioni e migliorerà la circolarità e la sostenibilità. Insieme alla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica e alla normativa sull’industria a zero emissioni nette, entrambe annunciate nell’ambito del piano industriale del Green Deal (cfr. capitoli 3 e 4), promuoverà inoltre un contesto normativo favorevole alla crescita delle tecnologie a zero emissioni nette e alla competitività dell’industria europea.
Anche la normativa sull’industria a zero emissioni nette - si apre in una nuova scheda. mira a rafforzare la competitività dell’economia dell’UE, offrendo alle industrie un miglior quadro normativo che sosterrà la loro transizione verso innovazioni verdi e digitali. La normativa, che rientra nel piano industriale del Green Deal, creerà un quadro normativo più prevedibile e semplificato volto a incoraggiare gli investimenti nella fabbricazione di prodotti essenziali per conseguire gli obiettivi di neutralità climatica dell’UE.
Inoltre, rafforzerà e renderà più resiliente la base industriale dell’UE nelle tecnologie a zero emissioni nette, fondamentali per un sistema energetico pulito che sia efficace in termini di costi, affidabile e sostenibile, e velocizzerà la creazione e la produzione di tecnologie a zero emissioni nette, contribuendo a ridurre la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi ed evitando nuove dipendenze che potrebbero bloccare le tecnologie e i componenti fondamentali per la transizione verde (cfr. il capitolo 4).
Il miglioramento della sicurezza economica è un altro fattore chiave per rafforzare la competitività dell’UE. A giugno la Commissione e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, hanno avviato la strategia europea per la sicurezza economica - si apre in una nuova scheda., un approccio globale volto a rafforzare l’economia dell’UE. La strategia promuoverà lo sviluppo della base industriale dell’UE, proteggerà i suoi interessi essenziali in materia di sicurezza economica e incentiverà la collaborazione con la più ampia gamma possibile di paesi terzi per portare avanti un’azione condivisa volta a rafforzare la sicurezza economica a livello internazionale. La strategia è essenziale per consentire all’UE di valutare e gestire i rischi economici preservando nel contempo la sua apertura e proseguendo il suo impegno a livello internazionale.
Relazioni UE-Cina più forti per stimolare la competitività
Le relazioni dell’UE con la Cina svolgono un ruolo di primo piano negli sforzi tesi al rafforzamento della competitività dell’UE.
Di fronte a una Cina sempre più assertiva che ha indurito la sua posizione strategica generale, nel 2023 l’UE ha adottato un approccio volto a ridurre i rischi e a riequilibrare le sue relazioni con il paese, continuando allo stesso tempo ad adoperarsi per conseguire un più solido ordine internazionale basato su regole. L’approccio volto al riequilibrio prevede che l’UE prosegua le relazioni economiche bilaterali e la cooperazione con la Cina sulle sfide globali, affrontando nel contempo le distorsioni del mercato derivanti dalle sovvenzioni statali sproporzionate del paese.
La riduzione dei rischi comprende la riduzione delle dipendenze critiche e il contrasto ai rischi specifici connessi alla strategia della Cina di utilizzare le innovazioni derivanti dalla ricerca congiunta, dal mondo accademico e dalle imprese private internazionali per il proprio sviluppo militare.
I mercati dei capitali sono mercati finanziari in cui sono acquistati e venduti titoli, quali azioni e obbligazioni, che consentono alle imprese, ai governi e ad altri soggetti di raccogliere capitali da un’ampia gamma di investitori. L’Unione dei mercati dei capitali - si apre in una nuova scheda. è l’iniziativa dell’UE volta alla creazione di un mercato unico dei capitali, che consenta flussi transfrontalieri di capitali e permetta alle imprese dell’UE, comprese le PMI, di accedere a maggiori fonti di finanziamento.
Per promuovere gli investimenti, gli investitori devono sentirsi protetti e fiduciosi che i loro investimenti genereranno un rendimento soddisfacente. Per questo motivo uno dei principali obiettivi del piano d’azione per l’Unione dei mercati dei capitali del 2020 - si apre in una nuova scheda. è rendere l’UE un luogo più sicuro nel quale le persone possano investire i propri risparmi nel lungo periodo.
Il 24 maggio 2023 la Commissione ha adottato un pacchetto sugli investimenti al dettaglio - si apre in una nuova scheda. che tutelerà gli investitori non professionali, dotandoli di maggiori strumenti. Gli investitori non professionali sono singoli investitori che investono nei mercati dei capitali per gestire le proprie finanze, anche in preparazione alla pensione. L’UE intende garantire che gli investitori non professionali siano debitamente tutelati e trattati in modo equo quando effettuano investimenti, affinché possano sfruttare appieno l’Unione dei mercati dei capitali per accrescere il proprio patrimonio. Il rafforzamento della fiducia degli investitori e il miglioramento dell’Unione dei mercati dei capitali sono altresì elementi essenziali per convogliare finanziamenti privati verso l’economia dell’UE e finanziare le transizioni verde e digitale.
Gli investitori non professionali hanno difficoltà ad accedere a informazioni pertinenti, comparabili e facilmente comprensibili per compiere scelte di investimento informate.
I social media e i nuovi canali di marketing espongono sempre più gli investitori non professionali al rischio di un’influenza indebita.
Non sempre la consulenza finanziaria corrisponde al migliore interesse degli investitori non professionali.
Alcuni prodotti di investimento non offrono un buon rapporto qualità/prezzo agli investitori non professionali.
Solo il 17 % delle attività delle famiglie dell’UE era detenuto in titoli finanziari (quali azioni o obbligazioni) nel 2021, una percentuale ben inferiore a quella delle famiglie statunitensi
(fonte: Eurostat - si apre in una nuova scheda.).
Il 40 % è la percentuale delle commissioni pagate in più dagli investitori non professionali rispetto agli investitori istituzionali (ad esempio i fondi pensione) (fonte: Relazione dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati sui costi e sulla performance - file PDF – si apre in una nuova scheda., gennaio 2023).
Il 45 % degli europei non è certo del fatto che la consulenza sugli investimenti che riceve dagli intermediari finanziari sia nel suo miglior interesse (fonte: Eurobarometro Flash 525 - si apre in una nuova scheda., luglio 2023).
A maggio il Parlamento e il Consiglio hanno inoltre raggiunto un accordo su una proposta volta a istituire un punto di accesso unico per tutte le informazioni finanziarie e in materia di sostenibilità disponibili al pubblico riguardanti le imprese e i prodotti di investimento dell’UE. In questo modo le imprese acquisiranno maggiore visibilità nei confronti degli investitori, il che aprirà la strada a fonti di finanziamento supplementari. Questo aspetto è particolarmente importante per le piccole imprese nei mercati dei capitali di piccole dimensioni. Il punto di accesso unico europeo - si apre in una nuova scheda. fornirà inoltre un facile accesso alle rendicontazioni societarie sulla sostenibilità pubblicate dalle imprese, il che a sua volta sosterrà gli obiettivi del Green Deal europeo.
Il 29 giugno il Parlamento e il Consiglio hanno inoltre raggiunto un accordo su una proposta legislativa concernente la revisione del regolamento che disciplina le norme relative alla struttura dei mercati degli strumenti finanziari - si apre in una nuova scheda.. La revisione garantirà che siano predisposte le giuste condizioni affinché un fornitore di un sistema consolidato di pubblicazione fornisca una visione consolidata delle condizioni di negoziazione in tutta l’UE. Il sistema consolidato di pubblicazione riunirà i prezzi e i volumi degli strumenti finanziari, quali azioni e obbligazioni, provenienti da centinaia di sedi di esecuzione in tutti gli Stati membri in un unico flusso di informazioni, rendendolo accessibile a tutti in egual misura. Tutte le piattaforme di esecuzione, come le borse valori e le piattaforme di negoziazione, saranno tenute a fornire i loro dati di negoziazione direttamente al sistema consolidato di pubblicazione.
Il 19 luglio il Parlamento e il Consiglio sono giunti a un accordo su una proposta volta a migliorare il quadro normativo applicabile al settore dei fondi di investimento - si apre in una nuova scheda.. La revisione armonizza le norme che disciplinano la selezione e l’uso di strumenti per la gestione della liquidità relativi ai fondi, allineandole alle raccomandazioni internazionali sul sostegno alla stabilità finanziaria. Stabilisce inoltre un quadro comune per i fondi che concedono prestiti alle imprese («fondi che concedono prestiti») e aumenta la trasparenza sulle norme in materia di delega, garantendo che le autorità di vigilanza comprendano in quale misura i gestori dei fondi dipendono dalle competenze di terzi.
Insieme, le tre proposte illustrate sopra garantiranno che gli investitori abbiano un migliore accesso ai dati sulle imprese e sulle negoziazioni. Le misure incoraggeranno inoltre gli investimenti a lungo termine e renderanno più semplice e sicura la vendita transfrontaliera di fondi di investimento. Nel complesso, le proposte serviranno a mettere in relazione gli investitori e le imprese europee, migliorare l’accesso di queste ultime ai finanziamenti, ampliare le opportunità di investimento per gli investitori non professionali e integrare ulteriormente i mercati dei capitali dell’UE.
A novembre l’UE ha aggiornato il regolamento sui depositari centrali di titoli - si apre in una nuova scheda., originariamente introdotto per migliorare la sicurezza e l’efficienza delle attività di regolamento nei mercati finanziari, vale a dire il completamento di un’operazione sui titoli mediante il trasferimento di contante o titoli, o di entrambi. La normativa rivista - si apre in una nuova scheda. migliorerà i mercati dei capitali e il sistema finanziario dell’UE prevedendo norme più proporzionate ed efficaci per ridurre i costi di conformità e gli oneri normativi per i depositari centrali di titoli, che potranno offrire più facilmente una gamma più ampia di servizi transfrontalieri e vedranno migliorata la loro vigilanza transfrontaliera.
È un sistema che consolida le informazioni sulle operazioni provenienti dalle piattaforme di negoziazione dell’UE in tempo reale, o quanto più possibile in tempo reale.
Consente agli investitori, che siano professionali o non professionali, di consultare in un’unica sede il prezzo e altre informazioni riguardanti uno strumento finanziario (ad esempio il volume e l’ora delle operazioni).
In assenza di un sistema consolidato di pubblicazione, le informazioni sulle negoziazioni sono disseminate su più piattaforme di esecuzione, quali borse valori, altre sedi di negoziazione e banche di investimento (denominate anche «internalizzatori sistematici»).
A dicembre è stato raggiunto un accordo politico sulle proposte della Commissione - si apre in una nuova scheda. volte a rafforzare il quadro normativo in materia di assicurazioni. L’aggiornamento previsto modernizzerà la direttiva solvibilità II - si apre in una nuova scheda. offrendo migliori incentivi al settore assicurativo e riassicurativo (ossia le assicurazioni per le imprese di assicurazioni) affinché investa maggiormente in capitali a lungo termine in linea con gli obiettivi dell’Unione dei mercati dei capitali. Garantirà inoltre che il settore rimanga forte in tempi economici difficili e tuteli gli interessi dei consumatori. Le nuove norme terranno maggiormente conto di alcuni rischi, compresi quelli legati ai cambiamenti climatici, e renderanno la capacità finanziaria degli assicuratori meno sensibile alle fluttuazioni del mercato a breve termine. Sarà inoltre introdotta una nuova direttiva sul risanamento e la risoluzione delle imprese di (ri)assicurazione - si apre in una nuova scheda. al fine di garantire la stabilità finanziaria e proteggere i contraenti e i contribuenti in caso di dissesto degli assicuratori o dei riassicuratori. La direttiva imporrà ai soggetti più grandi e di importanza sistemica di formulare piani preventivi di risanamento per garantire la loro preparazione alle crisi. Le autorità nazionali disporranno inoltre degli strumenti per affrontare i problemi relativi agli assicuratori o ai riassicuratori in dissesto, anche facendoli uscire dal mercato in modo ordinato, preservando nel contempo la continuità della copertura assicurativa per quanto possibile.
Infine, nel 2023 la Commissione ha aiutato gli Stati membri a rafforzare i loro mercati dei capitali nazionali - si apre in una nuova scheda.. Finora 21 Stati membri hanno beneficiato dello strumento di sostegno tecnico in questo settore. Le riforme hanno contribuito a rimuovere gli ostacoli normativi agli investimenti e ad affrontare le inefficienze del mercato. Gli obiettivi di questi progetti di riforma sono aumentare le opportunità di investimento e la visibilità delle imprese sul mercato e aiutare le PMI ad accedere al credito bancario.
Il 28 giugno la Commissione ha presentato due proposte - si apre in una nuova scheda. per garantire che i cittadini possano pagare con l’euro emesso dalla Banca centrale europea nella forma che ritengono più conveniente.
La prima proposta riguarda la salvaguardia dell’uso del contante ed è stata presentata per garantire che il contante rimanga ampiamente accettato come mezzo di pagamento e sia facilmente accessibile alle persone e alle imprese in tutta la zona euro.
La seconda proposta mira a istituire un quadro giuridico per un possibile euro digitale, che la Banca centrale potrà emettere in futuro a integrazione dei contanti. A ottobre, dopo aver esaminato la possibilità di introdurre l’euro digitale nei due anni precedenti, la Banca ha deciso di passare alla fase preparatoria.
Il denaro contante rimarrà ampiamente accessibile e accettato, ma sempre più cittadini e imprese scelgono di effettuare pagamenti elettronici. L’obiettivo dell’euro digitale è offrire un’opzione di pagamento in aggiunta agli attuali mezzi di pagamento privati. Offrirebbe una modalità di pagamento digitale nella zona euro (e potenzialmente al di là di essa) con un formato di valuta pubblica ampiamente accettato, economico, sicuro e resiliente.
La Banca centrale potrà decidere di emettere l’euro digitale solo dopo l’adozione della relativa proposta da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.
Utilizzo dell’euro digitale ovunque nella zona euro (altre soluzioni di pagamento digitale private non sempre offrono questa opzione).
Utilizzo più semplice rispetto alle soluzioni di pagamento digitali esistenti.
Con l’utilizzo dell’euro digitale offline la privacy delle persone sarebbe tutelata come nei pagamenti in contanti.
Pagamenti senza accesso a internet.
Maggiore scelta per i consumatori.
Possibilità di pagare anche senza disporre di un conto bancario.
A titolo gratuito per i consumatori.
Assolutamente no.
L’euro digitale costituirebbe semplicemente un elemento a integrazione del contante e un’alternativa alle attuali soluzioni digitali private.
Quando si effettuano pagamenti online, la banca avrebbe accesso solo ai dati personali necessari per effettuare i pagamenti, prevenire le frodi e combattere il riciclaggio di denaro.
Lo stesso avviene già per i pagamenti effettuati con altri mezzi di pagamento digitali, ad esempio una carta di credito.
Quando si effettuano pagamenti offline, la privacy è maggiormente tutelata rispetto all’utilizzo di qualsiasi altro mezzo di pagamento digitale: la banca vedrebbe solo gli stessi dati necessari per prelevare denaro da uno sportello automatico.
Nessuno sarebbe in grado di individuare l’oggetto del pagamento quando si utilizza l’euro digitale offline.
La Banca centrale europea non avrebbe accesso ai dati personali.
Con l’ascesa dei pagamenti elettronici hanno fatto la loro comparsa nuovi prestatori di servizi, ad esempio i soggetti che prestano servizi bancari aperti, e contemporaneamente sono emersi anche nuovi tipi di frode più sofisticati, che mettono a rischio i consumatori. In risposta a questi sviluppi, e per garantire che il settore finanziario dell’UE sia in grado di sfruttare i vantaggi derivanti dalla trasformazione digitale attualmente in corso, il 28 giugno la Commissione ha proposto due serie di misure - si apre in una nuova scheda..
In primo luogo, ha proposto di modificare e modernizzare l’attuale direttiva sui servizi di pagamento - si apre in una nuova scheda. (PSD2, che diventerà PSD3), e ha presentato anche una proposta di regolamento sui servizi di pagamento. Queste misure garantiranno che i consumatori possano continuare a effettuare transazioni e pagamenti elettronici in modo sicuro nell’UE e sono finalizzate a salvaguardare i diritti dei consumatori, offrendo nel contempo una più ampia scelta di prestatori di servizi di pagamento sul mercato.
renderanno ampiamente disponibile un servizio per verificare le corrispondenze tra i conti e i relativi titolari prima di confermare i trasferimenti
contribuiranno alla cooperazione tra le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento nel contrastare le frodi attraverso una maggiore condivisione delle informazioni relative alle frodi
conferiranno alle vittime di frode il diritto al rimborso da parte della loro banca o di un altro prestatore di servizi di pagamento, in circostanze specifiche
obbligheranno le banche a migliorare la consapevolezza dei clienti in merito alle frodi
In secondo luogo ha proposto un quadro per l’accesso ai dati finanziari - si apre in una nuova scheda., che stabilirà diritti e obblighi chiari per gestire la condivisione dei dati dei clienti nel settore finanziario al di là dei conti di pagamento. In pratica la proposta aprirà la strada a prodotti e servizi finanziari più innovativi per gli utenti e stimolerà la concorrenza nel settore finanziario.
Il pacchetto proposto mira a garantire che il settore finanziario dell’UE si adegui alla trasformazione digitale attualmente in corso e ai rischi e alle opportunità che comporta.
Il 7 novembre il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sulla proposta della Commissione - si apre in una nuova scheda. di mettere i pagamenti istantanei in euro a disposizione di tutti i cittadini e tutte le imprese titolari di un conto bancario nell’UE. Le nuove norme, che aggiornano il regolamento relativo all’area unica dei pagamenti in euro - si apre in una nuova scheda., mirano a garantire che i pagamenti istantanei in euro siano accessibili economicamente, sicuri e trattati senza impedimenti in tutta l’UE. I pagamenti istantanei offrono soluzioni rapide e comode ai cittadini nella vita di tutti i giorni, ad esempio quando devono ricevere fondi rapidamente (in meno di 10 secondi) in caso di emergenza o condividere immediatamente le spese in vari contesti sociali. Migliorano inoltre la gestione dei flussi di cassa per le pubbliche amministrazioni e le imprese, in particolare le PMI, consentono alle associazioni di beneficenza e alle organizzazioni non governative di accedere rapidamente ai fondi e incoraggiano le banche a sviluppare servizi e prodotti finanziari innovativi.
L’obiettivo principale del quadro della finanza sostenibile dell’UE - si apre in una nuova scheda. è convogliare gli investimenti verso il conseguimento degli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo. Sebbene l’attuazione stia progredendo, sono necessari ulteriori sforzi per rendere le norme efficaci nella pratica e gli strumenti facilmente utilizzabili.
Per rendere il quadro più efficiente e facilitarne l’attuazione, l’UE fornisce chiare definizioni delle attività economiche che si qualificano come sostenibili dal punto di vista ambientale e illustra le modalità con cui dimostrarne il livello di ecocompatibilità. Questo è fondamentale per prevenire il greenwashing e garantire che i fondi siano assegnati ai settori essenziali per la transizione verde.
Il 13 giugno la Commissione ha presentato un pacchetto - si apre in una nuova scheda. per rafforzare il quadro della finanza sostenibile dell’UE. L’iniziativa sostiene le imprese e il settore finanziario promuovendo gli investimenti privati nei progetti e nelle tecnologie di transizione e indirizzando le risorse finanziarie verso gli investimenti sostenibili. Il pacchetto prevede nuovi criteri nell’ambito della tassonomia dell’UE, di cui amplia il sistema di classificazione per includervi una più ampia gamma di attività economiche attraverso gli atti delegati relativi agli aspetti climatici e ambientali della tassonomia dell’UE - si apre in una nuova scheda..
Il diagramma seguente illustra le nuove principali attività economiche che sono adesso riconosciute come sostenibili dal punto di vista ambientale.
Nove settori e attività economici sono oggetto dell’atto delegato relativo agli aspetti climatici e dell’atto delegato relativo agli aspetti ambientali. La tassonomia di ciò che tale copertura comporta e di ciò che è stato aggiunto a tali settori è la seguente. La gestione del rischio di catastrofi è un settore nuovo aggiunto. Comprende soluzioni basate sulla natura, insieme a servizi di emergenza, infrastrutture di prevenzione e protezione contro i rischi di alluvioni. L’approvvigionamento idrico e la gestione delle acque reflue riguardavano in precedenza l’approvvigionamento idrico, la rete fognaria, la gestione dei rifiuti e la decontaminazione. Ora sono incluse anche le acque reflue urbane, i sistemi di drenaggio sostenibili e il recupero del fosforo dalle acque reflue. I trasporti comprendevano in precedenza basse emissioni, alternative transitorie fino al 2025 e infrastrutture. Il settore è stato ampliato per includervi nuovi trasporti di transizione per via d’acqua e aerea e componenti automobilistici e ferroviari. Anche i servizi sono un nuovo settore aggiunto. Tale settore riguarda la vendita di pezzi di ricambio e di articoli di seconda mano, nonché la preparazione di prodotti e componenti a fine vita per il riutilizzo e un mercato per la compravendita di articoli di seconda mano. La silvicoltura comprende l’imboschimento, la conservazione, la gestione delle foreste e il risanamento e ripristino delle foreste. Le TIC e le attività professionali in passato comprendevano la ricerca, le soluzioni di dati e i centri dati. Sono ora inclusi software e consulenza e soluzioni basate sui dati per le tecnologie dell’informazione e operative. Il settore dell’energia riguarda le energie rinnovabili, la trasmissione e attività specifiche nel settore nucleare e del gas naturale (soggette a condizioni rigorose). Le attività manifatturiere comprendevano in precedenza tecnologie abilitanti e industria pesante (transizione). Sono ora inclusi gli articoli da imballaggio in plastica, le apparecchiature elettriche ed elettroniche e i prodotti farmaceutici. Infine, il settore dell’edilizia comprendeva in precedenza la costruzione, le misure di efficienza energetica e le ristrutturazioni. Ora si estende anche a demolizione, manutenzione stradale e utilizzo del calcestruzzo in ingegneria civile.
Il pacchetto comprende anche una raccomandazione sul finanziamento della transizione, che offre orientamenti ed esempi pratici per le imprese e il settore finanziario che illustrano le modalità con cui le imprese possono utilizzare i diversi strumenti del quadro su base volontaria per indirizzare gli investimenti verso la transizione verde e gestire i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale.
Il grafico rappresenta visivamente il percorso di transizione di un’impresa verso la sostenibilità, correlando il periodo dal 2023 al 2033 con miglioramenti dei risultati in termini di sostenibilità e una quota crescente di attività verdi. Quando la percentuale di attività verdi in un’impresa aumenta nel tempo, migliorano anche i suoi risultati in termini di sostenibilità. Una linea verde ascendente indica anche fasi progressive, che iniziano con l’aumento dell’efficienza energetica, per passare al miglioramento delle tecnologie di produzione e infine agli investimenti in nuove attività verdi. Tra gli strumenti volontari che le imprese possono utilizzare per finanziare la loro transizione verso la sostenibilità nel tempo figurano la tassonomia dell’UE, i parametri di riferimento dell’UE in materia di clima, la norma europea per le obbligazioni verdi, gli obiettivi basati su dati scientifici e i piani di transizione.
Anche i rating ambientali, sociali e di governance (ESG) svolgono un ruolo importante nel mercato della finanza sostenibile dell’UE, poiché forniscono agli investitori e agli istituti finanziari informazioni relative, ad esempio, alle strategie di investimento connesse ai fattori ESG e alla gestione dei rischi di tali fattori. A giugno 2023 la Commissione ha proposto un regolamento - si apre in una nuova scheda. che affronterà la mancanza di trasparenza del mercato dei rating ESG, rendendolo più affidabile. L’introduzione di nuovi principi organizzativi e di norme chiare sulla prevenzione dei conflitti di interessi aumenteranno l’integrità delle operazioni delle agenzie di rating ESG.
In precedenza, la mancanza di chiarezza in merito alle metodologie, alle fonti di dati e alle attività dei fornitori ha indotto gli investitori a non avere fiducia nella qualità dei rating ambientali, sociali e di governance. Le imprese non erano certe che tali rating riflettessero accuratamente i loro risultati e questo rendeva più complesso il loro processo decisionale informato. Di conseguenza, il potenziale del mercato unico per sostenere il Green Deal europeo e contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite non era pienamente sfruttato. Le modifiche proposte mirano a introdurre una maggiore trasparenza e integrità, con una maggiore chiarezza in merito agli obiettivi, alle metodologie e alle fonti di dati, nonché requisiti più rigorosi in materia di autorizzazione e vigilanza. Tali misure dovrebbero consentire agli investitori e alle imprese di prendere decisioni più consapevoli, migliorando in tal modo l’efficienza del mercato unico e contribuendo alla realizzazione del Green Deal europeo e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Per garantire che le imprese comunichino le informazioni sulla sostenibilità in modo armonizzato, a luglio 2023 la Commissione ha inoltre adottato la prima serie di principi europei di rendicontazione di sostenibilità - si apre in una nuova scheda. obbligatori. I principi riguardano questioni ESG, compresi i cambiamenti climatici, la biodiversità e i diritti umani, e forniscono informazioni agli investitori per aiutarli a comprendere l’impatto sulla sostenibilità delle imprese in cui investono. Tengono inoltre conto delle discussioni con l’International Sustainability Standards Board - si apre in una nuova scheda. e con la Global Reporting Initiative - si apre in una nuova scheda. per garantire un elevato livello di interoperabilità tra le norme dell’UE e quelle mondiali e per evitare doppie rendicontazioni superflue da parte delle imprese.
Il Green Deal europeo - si apre in una nuova scheda. dell’11 dicembre 2019 ha sottolineato l’importanza di convogliare le risorse finanziarie e di capitale verso gli investimenti verdi. Le obbligazioni verdi svolgono un ruolo sempre più importante nel finanziamento dei beni necessari per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Il 28 febbraio 2023 il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo - si apre in una nuova scheda. sulla proposta relativa a un regolamento sulle obbligazioni verdi europee - si apre in una nuova scheda. volto a stabilire una norma ufficiale per le obbligazioni verdi. Il regolamento è entrato in vigore a dicembre. Una norma per le obbligazioni verdi è una serie di criteri che forniscono un quadro per l’emissione di obbligazioni verdi. La norma per le obbligazioni verdi europee garantisce che le obbligazioni verdi finanzino progetti che apportano reali benefici ambientali e contribuisce a mantenere l’integrità e la fiducia nel mercato delle obbligazioni verdi. Gli emittenti di obbligazioni verdi europee dovrebbero garantire che almeno l’85 % dei fondi raccolti dall’obbligazione sia destinato ad attività economiche in linea con il regolamento sulla tassonomia - si apre in una nuova scheda.. La nuova normativa istituisce inoltre un quadro per l’autorizzazione e la vigilanza dei revisori esterni, che contribuiranno a verificare le caratteristiche delle obbligazioni, accrescendo in tal modo la fiducia nelle asserzioni ambientali.
A seguito della crisi finanziaria mondiale del 2007-2008 si è svolto un lavoro sostanziale per garantire una maggiore resilienza delle banche dell’UE. Grazie agli sforzi profusi in questo ambito, gli istituti finanziari dell’UE hanno resistito bene alle crisi più recenti, quali la pandemia di COVID-19, la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e la crisi bancaria statunitense della primavera 2023. Oggi le banche dell’UE sono ben capitalizzate, dispongono di elevata liquidità e sono sottoposte a una rigorosa vigilanza. Inoltre, come dimostrato dalle prove di stress del 2023 - si apre in una nuova scheda. effettuate dall’Autorità bancaria europea, sono resilienti anche in scenari particolarmente avversi.
Per rafforzare ulteriormente le banche, il 18 aprile la Commissione ha adottato una proposta di riforma del quadro dell’UE vigente per la gestione delle crisi bancarie e l’assicurazione dei depositi - si apre in una nuova scheda., concentrandosi sulle banche di medie e piccole dimensioni. In passato molte banche di medie e piccole dimensioni in dissesto sono state aiutate utilizzando metodi esterni al quadro di risoluzione consolidato. In alcuni casi ciò ha comportato l’impiego di fondi pubblici (denaro dei contribuenti) anziché dei fondi propri delle banche o di altri fondi di riserva finanziati dal settore e concepiti per tutelare i depositanti (sistemi di garanzia dei depositi e fondi di risoluzione). La riforma del quadro agevolerà l’uso di reti di sicurezza finanziate dal settore per tutelare i depositanti nelle crisi bancarie, per esempio trasferendoli da una banca in difficoltà a una banca sana. Queste reti di sicurezza devono essere utilizzate solo a integrazione delle riserve proprie delle banche, che rimangono la prima linea di difesa.
Preservare la stabilità finanziaria e proteggere il denaro dei contribuenti
Migliore tutela dei depositanti
Proteggere l’economia reale dall’impatto dei dissesti bancari
Stiamo migliorando i sistemi di gestione dei dissesti bancari e la protezione dei depositanti, in particolare per le banche di piccole e medie dimensioni
Modello di business con un’elevata quota di depositi nello stato patrimoniale
L’obiettivo della riforma è mantenere la stabilità finanziaria e proteggere il denaro dei contribuenti. Allo stesso tempo è necessaria una migliore tutela dei depositanti e l’economia reale deve essere protetta dagli effetti dei dissesti bancari. L’obiettivo è migliorare i sistemi di gestione dei dissesti bancari e la protezione dei depositanti, in particolare per le banche di piccole e medie dimensioni. Prima della riforma, gli azionisti e i creditori erano i primi a sostenere le perdite in caso di fallimento di una banca, seguiti dai depositanti e dal fondo nazionale di risoluzione o dal Fondo di risoluzione unico (nell’unione bancaria). Dopo la riforma, gli azionisti e i creditori continueranno ad essere i primi a sostenere le perdite in caso di fallimento di una banca, seguiti dal sistema di garanzia dei depositi e dal fondo nazionale di risoluzione o dal Fondo di risoluzione unico (nell’unione bancaria). Il nuovo regolamento mira a rendere il sistema bancario più resiliente, il che andrà a vantaggio in particolare dei modelli di business con un’elevata percentuale di depositi.
Un’altra importante svolta avvenuta durante l’anno è stato l’accordo politico - si apre in una nuova scheda. sulla proposta della Commissione relativa alla revisione delle norme bancarie dell’UE - si apre in una nuova scheda. (il regolamento sui requisiti patrimoniali e la direttiva sui requisiti patrimoniali), nota come pacchetto bancario - si apre in una nuova scheda.. Il pacchetto attua l’ultima serie di norme internazionali per la regolamentazione del settore bancario (norme di Basilea III - si apre in una nuova scheda.) concordate dall’UE e dai suoi partner del G20 in seno al Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. La prima fase delle riforme di Basilea III (che prevede un capitale più elevato e di migliore qualità, riduzione della leva finanziaria e requisiti rigorosi in materia di liquidità) è già stata attuata in tutte le banche dell’UE. Con il completamento di queste norme, l’UE intende migliorare il quadro normativo in termini di semplicità, comparabilità e sensibilità al rischio, ripristinando in ultima analisi la fiducia nei requisiti patrimoniali basati sul rischio.
Basilea III: nuove norme sui modelli interni
Sarà introdotto un nuovo limite per garantire che i rischi non siano sottovalutati quando le banche utilizzano i propri modelli di calcolo.
Migliore vigilanza
Le autorità di vigilanza disporranno di strumenti più efficaci per vigilare sulle banche dell’UE, compresi i gruppi bancari complessi. Saranno introdotte norme minime per la vigilanza delle banche di paesi terzi nell’UE.
Sostenibilità
Le banche dovranno tenere conto dei rischi ambientali, sociali e di governance nella gestione delle loro attività.
A maggio la Commissione ha proposto la riforma dell’unione doganale - si apre in una nuova scheda. più ambiziosa da quando è stata istituita nel 1968, in risposta all’aumento dei volumi degli scambi, alla crescita del commercio elettronico e all’innalzamento degli standard dell’UE. La frammentazione digitale e il coordinamento non ottimale tra le autorità nazionali, che caratterizzano il sistema attuale, hanno determinato un aumento dei costi di conformità per gli operatori commerciali e delle possibilità di frode.
La riforma prevede l’istituzione di un’autorità doganale dell’UE che vigilerà su un nuovo centro doganale digitale - si apre in una nuova scheda.. Ciò comporterà un approccio più centralizzato e digitalizzato alle dogane che dovrebbe ridurre i costi di conformità per gli operatori commerciali, liberare risorse per le autorità nazionali e garantire un’unione doganale più efficiente, rafforzata e a prova di frode.
I nuovi requisiti in materia di comunicazione e scambio delle informazioni, in linea con il quadro per la comunicazione di informazioni in materia di cripto-attività dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici, assisteranno gli Stati membri nel contrasto all’evasione fiscale e alla frode fiscale nei settori delle cripto-attività e della moneta elettronica. L’accordo - si apre in una nuova scheda. raggiunto nel 2023 impone a tutti i fornitori di cripto-attività con sede nell’UE di segnalare le operazioni effettuate dai clienti residenti nell’UE, migliorando così l’individuazione delle frodi fiscali e dell’evasione fiscale.
Nell’ambito del piano d’azione per l’Unione dei mercati dei capitali del 2020 e del piano d’azione per una fiscalità equa e semplice a sostegno della ripresa dell’UE - si apre in una nuova scheda., la Commissione ha proposto di razionalizzare le procedure di esenzione dalla ritenuta alla fonte per gli investitori, gli intermediari finanziari e le amministrazioni fiscali. Questa iniziativa mira a prevenire sia la doppia imposizione che gli abusi dei sistemi di rimborso o di esenzione, ed è finalizzata ad armonizzare le procedure per ottenere l’esenzione dalla ritenuta alla fonte, riducendo così i costi per gli interessati.
La Commissione ha inoltre proposto una direttiva sui prezzi di trasferimento - si apre in una nuova scheda., finalizzata a ridurre l’onere di conformità e le controversie in materia di prezzi di trasferimento e ad aumentare la certezza fiscale. L’obiettivo è prevenire sia la doppia imposizione che i casi di doppia non imposizione.
La gestione di 27 diversi sistemi fiscali nazionali, ciascuno con le proprie norme specifiche, rende oneroso per le imprese l’adempimento degli obblighi fiscali. Questo scoraggia gli investimenti transfrontalieri nell’UE, mettendo le imprese europee in una posizione di svantaggio competitivo rispetto alle imprese di altre parti del mondo.
Per far fronte a questo problema a settembre la Commissione ha adottato la proposta «Imprese in Europa: quadro per l’imposizione dei redditi - si apre in una nuova scheda.». Questo quadro introdurrebbe un insieme unificato di norme per determinare la base imponibile di gruppi di imprese. Ciò comporterà una riduzione fino al 65 % dei costi di conformità per le grandi imprese che operano in più Stati membri e semplificherà il processo per le autorità fiscali nazionali, che potranno determinare più facilmente l’importo corretto delle imposte dovute.
Sebbene la proposta sia rivolta principalmente ai grandi gruppi che operano in tutta l’Unione europea, l’UE ha anche adottato misure per semplificare le norme fiscali per le microimprese e le PMI. La proposta di direttiva su un sistema fiscale basato sulle norme della sede centrale - si apre in una nuova scheda. introduce un quadro di semplificazione per le PMI che operano in altri Stati membri attraverso stabili organizzazioni, dando loro l’opportunità di interagire con una sola amministrazione fiscale (o sede centrale) anziché con tutti gli uffici fiscali degli Stati membri in cui operano. L’obiettivo è incoraggiare l’espansione transfrontaliera.