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L’UE nel 2016

Volete sapere cosa ha realizzato l’UE nel 2016? Quali progressi ha compiuto rispetto alle sue priorità? Le misure adottate per promuovere l’occupazione, la crescita e gli investimenti? L'ambizione alla base del nuovo Corpo europeo di solidarietà? I progressi compiuti rispetto all’emergenza migrazione? Il nuovo partenariato commerciale con il Canada? E come è riuscita a creare vantaggi per i cittadini dell’Unione? Potete trovare le risposte a tutte queste domande, e altro ancora, consultando L’UE nel 2016.

L’UE nel 2016 è disponibile in due versioni: la relazione generale completa e i risultati principali, nei formati seguenti:

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L'Unione europea nel 2016 — Relazione generale HTML PDF General Report EPUB General Report Paper General Report
L'Unione europea nel 2016 – Risultati principali PDF Highlights EPUB Highlights Paper Highlights

Premessa

Immagine: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, tiene il suo discorso sullo stato dell’Unione per il 2016 al Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 14 settembre 2016. © Unione europea

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, tiene il suo discorso sullo stato dell’Unione per il 2016 al Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 14 settembre 2016.

 

Nel corso dell’anno il paesaggio politico europeo e mondiale ha subito cambiamenti inimmaginabili, ma l’UE ha continuato a essere una fonte di resilienza, stabilità e slancio positivo per i suoi cittadini. Concentrandosi sulle questioni veramente importanti per i cittadini, l’UE non ha esitato ad affrontare le sfide più urgenti.

La volontà di progredire è stata favorita da un rinnovato senso di unità e impegno all’interno dell’Unione. Nella dichiarazione di Bratislava di settembre e nella relativa tabella di marcia, i 27 Stati membri presenti al vertice hanno approvato il programma costruttivo per un’azione collettiva che ho presentato durante il mio discorso sullo stato dell’Unione. Dopo soli tre mesi dal referendum nel Regno Unito, si è trattato di un momento cruciale per i 27 Stati membri che si sono riuniti per guardare al futuro. Grazie a questa nuova dinamica il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno concordato per la prima volta una dichiarazione comune sulle priorità legislative dell’UE per il 2017, sottoscritta dalle tre istituzioni in dicembre.

Solo lavorando insieme potremo affrontare le nostre sfide comuni e costruire un’Europa che protegge, preserva il modo di vivere europeo, dà ai propri cittadini il potere di agire, svolge azioni di difesa al suo interno e all’esterno e assume le proprie responsabilità.

Durante l’anno appena trascorso abbiamo compiuto progressi in tal senso, ma molto resta ancora da fare. La disoccupazione nell’UE si trova attualmente ai livelli più bassi dal 2009. La disoccupazione giovanile si è ridotta del 10 % solo nell’ultimo anno, pur rimanendo troppo elevata specialmente nelle zone dell’UE in cui la ripresa è stata più lenta.

Per questo motivo nel 2016 la Commissione si è impegnata a potenziare la garanzia per i giovani, che ha già aiutato 9 milioni di giovani ad avvalersi di un’offerta di lavoro, istruzione o formazione. Per fornire un ulteriore sostegno, la Commissione ha proposto di aumentare di 2 miliardi di euro le risorse dell’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile. Questo consentirà di sostenere un altro milione di giovani fino al 2020.

Tuttavia quando pensiamo ai giovani dell’UE, che sono il nostro futuro, non dobbiamo accontentarci di investire solo denaro. Un’iniziativa del 2016 mi sta particolarmente a cuore: il corpo europeo di solidarietà, che consentirà ai giovani di fare volontariato in attività di solidarietà nell’UE per aiutare i più vulnerabili, sviluppare nuove competenze e stringere nuovi legami. Si tratta di un investimento nel nostro futuro. L’iniziativa è stata avviata solo all’inizio di dicembre, ma alla fine del mese si erano manifestati già più di 18 000 giovani europei. Siamo in buone mani!

Dobbiamo sostenere questi giovani facendo in modo che la nostra economia funzioni anche per loro. Per questo in settembre ho annunciato un ampliamento su vasta scala del Fondo europeo per gli investimenti strategici, approvato dal Consiglio europeo in dicembre.

Le cifre parlano da sole: sono già stati attivati investimenti per 164  miliardi di euro nei 28 Stati membri e sono stati garantiti 22,4 miliardi di euro di finanziamenti per progetti infrastrutturali.

Sono investimenti che ci consentono di stare al passo con la digitalizzazione della nostra economia e della nostra società. Per questo motivo nel 2016 la Commissione ha proposto una riforma dei mercati delle telecomunicazioni dell’UE. Investendo in nuove reti e nuovi servizi potremo creare almeno 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro nel prossimo decennio.

Nel 2016 abbiamo compiuto progressi anche nel settore della migrazione. L’UE dispone ora di una strategia completa per salvare vite umane, rendere sicuri i suoi confini e occuparsi di chi sbarca sulle sue coste per chiedere asilo. Abbiamo istituito in tempi record una guardia di frontiera e costiera europea. Abbiamo cooperato con la Turchia per attuare la dichiarazione UE-Turchia e contribuire a porre fine al traffico di esseri umani, offrendo un percorso sicuro e legale verso l’UE per le persone che necessitano della nostra protezione. Stiamo affrontando le cause profonde dell’immigrazione clandestina cooperando con i nostri amici africani sulla base di nuovi partenariati sulla migrazione. Stiamo inoltre riformando la nostra politica in materia di asilo per istituire un autentico sistema europeo comune di asilo.

L’UE che protegge è un’UE che difende e rende più forti, al suo interno e all’esterno. L’anno scorso l’Unione ha continuato a difendere i suoi valori di apertura, libertà, tolleranza e solidarietà rispondendo alle aspettative del resto del mondo, che ci considera una forza positiva globale. Nel 2016 abbiamo continuato a rinsaldare i legami con i nostri partner e il nuovo partenariato sul commercio con il Canada testimonia il nostro impegno a cooperare con partner che condividono gli stessi principi, per creare opportunità nell’UE e non solo.

I feroci atti terroristici commessi l’anno scorso nel nostro territorio ci hanno nuovamente dimostrato che stiamo lottando per difendere il nostro modo di vivere. Nell’affrontare chi è privo di qualsiasi umanità non dobbiamo rinnegare i nostri valori, né noi stessi. Lottiamo per difendere i principi sui quali è fondata la nostra società: democrazia, apertura, tolleranza e diversità, e per difenderci da chi desidera danneggiarci.

Per questo abbiamo riservato massima priorità alla sicurezza, perseguendo terroristi e combattenti stranieri nell’UE, reprimendo l’uso delle armi e il finanziamento dei terroristi, lavorando con le società Internet per togliere dalla rete la propaganda terroristica e lottando contro la radicalizzazione nelle scuole e nelle carceri dell’UE. Difenderemo anche i nostri confini: la Commissione ha proposto di registrare le date e i luoghi di entrata e uscita di qualsiasi persona che soggiorna brevemente nell’UE.

Per conseguire tutti questi obiettivi dobbiamo mantenere l’unità dimostrata dai 27 Stati membri e dalle istituzioni dell’UE nel 2016.

Come Unione europea dobbiamo ora avere l’ambizione non solo di adattarci al mondo che cambia, ma anche di essere artefici del cambiamento. Non intendiamo limitarci a proteggere quello che abbiamo oggi, dobbiamo anche costruire una società migliore per domani.

I nostri figli meritano un’Europa in cui possano mantenere il loro modo di vivere, un’Europa che li difenda e che li renda più forti, un’Europa che li protegga. È venuto il momento per tutti noi, istituzioni, governi e cittadini, di assumerci le nostre responsabilità per costruire questa Europa. Insieme.

Jean-Claude Juncker

L’UE nel 2016

Capitolo 1

Il rilancio dell’occupazione, della crescita e degli investimenti

«La mia prima priorità come presidente della Commissione sarà rafforzare la competitività in Europa e incoraggiare gli investimenti finalizzati alla creazione di nuovi posti di lavoro».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, risponde alle domande della stampa sullo stato di avanzamento del piano di investimenti per l'Europa, Bruxelles, 1o giugno 2016. © Unione europea

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, risponde alle domande della stampa sullo stato di avanzamento del piano di investimenti per l'Europa, Bruxelles, 1o giugno 2016.

L’Unione europea subisce le conseguenze di bassi livelli d’investimento fin dall’emergere della crisi economica e finanziaria mondiale e per ricondurla sulla via della ripresa è necessario un impegno collettivo e coordinato a livello dell’Unione stessa. Nel 2016 il rilancio dell’occupazione e della crescita sulla base dei risultati già ottenuti l’anno precedente è stato una priorità assoluta per l’UE.

Il piano di investimenti per l’Europa ha mobilitato più di 163 miliardi di euro di nuovi investimenti in tutta l’UE. Il suo successo ha indotto Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ad annunciare in settembre l’aumento dell’obiettivo iniziale del piano, fissato a 315 miliardi di euro di nuovi investimenti entro il 2020, ad almeno 500 miliardi di euro in un primo momento per giungere poi a 630 miliardi di euro entro il 2022. In dicembre il Consiglio europeo ha approvato la proposta di prorogare la durata del Fondo europeo per gli investimenti strategici. La Commissione ha inoltre proposto un nuovo piano europeo per gli investimenti esterni per incoraggiare gli investimenti in Africa e nel vicinato dell’Unione, al fine di rafforzare i partenariati dell’UE e contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

La Commissione ha semplificato la procedura per rilevare e valutare gli squilibri macroeconomici e ha prestato maggiore attenzione agli aspetti sociali e all’occupazione nel quadro del semestre europeo (il ciclo di coordinamento delle politiche economiche dell’UE). Ha inoltre proposto una nuova serie di raccomandazioni per riforme strutturali, ponendo l’accento sulle politiche di promozione della crescita, quali la ricerca e l’innovazione.

Nel corso dell’anno, il rilancio dell’economia dell’Unione è stato sostenuto da politiche in settori quali la ricerca e l’innovazione, la politica regionale, i trasporti, l’occupazione, l’ambiente, l’agricoltura e la pesca. Infine, particolare cura è stata posta nel fornire alle piccole imprese un maggiore accesso ai finanziamenti e all’assistenza tecnica varando un nuovo polo europeo di consulenza sugli investimenti, procedendo sulla via del successo del programma dell’UE per le piccole e medie imprese e incrementando i finanziamenti nell’ambito del piano di investimenti.

Il piano di investimenti per l’Europa

La Commissione, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, ha varato nel 2015 il piano di investimenti per l’Europa. È stato creato il Fondo europeo per gli investimenti strategici, con una dotazione iniziale di 21 miliardi di euro stanziati dall’UE.

Immagine: Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti, durante il suo intervento al Forum economico di Bruxelles 2016, Bruxelles, 9 giugno 2016. © Unione europea

Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti, durante il suo intervento al Forum economico di Bruxelles 2016, Bruxelles, 9 giugno 2016.

Nel 2016 il Fondo ha continuato a puntare dritto all’obiettivo di mobilitare almeno 315 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi nell’economia reale entro la metà del 2018. È stato attivo in tutti e 28 gli Stati membri e si prevedeva che avrebbe dato luogo a quasi 164 miliardi di euro di investimenti totali entro dicembre 2016.

Alla fine del 2016 erano stati approvati 175 progetti infrastrutturali per finanziamenti a titolo del Fondo pari a 22,4 miliardi di euro. Inoltre erano stati approvati 247 accordi di finanziamento, per un valore di 8,2 miliardi di euro, a favore delle imprese più piccole. Si prevede che ne beneficeranno quasi 385 000 piccole imprese.

Infografiche: Fondo europeo per gli investimenti strategici: investimenti per settore

Visto il successo del piano di investimenti, in settembre la Commissione ha proposto di estenderne durata e finanziamenti e ha fissato un obiettivo di almeno 500 miliardi di euro di investimenti entro il 2020. Il Consiglio europeo ha approvato la proposta a dicembre 2016.

Video: Il piano di investimenti raggiunge l’economia reale. © Unione europea

Il piano di investimenti raggiunge l’economia reale.

L’UE sta rafforzando la dimensione sociale del Fondo mirando sia al microcredito sia all’imprenditoria sociale. Nel complesso si prevede che l’importo totale del sostegno a questi settori passi dai 193 milioni di euro di dotazione del programma per l’occupazione e l’innovazione sociale a circa 1 miliardo di euro, mobilitando circa 3 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi. Sono già stati firmati più di 100 accordi di microcredito, destinati a sostenere oltre 100 000 microimprenditori negli Stati membri dell’UE.

Aiutare le piccole e medie imprese

L’aiuto alle piccole imprese proviene da varie fonti.

Nel luglio 2016, visto il successo del Fondo europeo per gli investimenti strategici, lo stanziamento per le piccole imprese è stato aumentato di 500 milioni di euro.

Oltre al piano per gli investimenti, il programma dell’UE per le piccole e medie imprese (COSME) copre il periodo 2014-2020 con una dotazione di 2,3 miliardi di euro destinati alla creazione e alla crescita delle imprese. COSME aiuta le imprese ad accedere ai mercati, crea un ambiente imprenditoriale favorevole e promuove l’imprenditoria. All’atto della revisione di bilancio intermedia è stato proposto di aumentare la dotazione degli strumenti finanziari di 200 milioni di euro.

Nel 2016 tramite la rete Enterprise Europe Network sono stati utilizzati altri 45 milioni di euro per assistere le piccole e medie imprese in ambiti quali la ricerca di partner commerciali, la consulenza sulla legislazione dell’Unione e l’accesso ai finanziamenti dell’UE. 625 organizzazioni partecipanti in tutte le regioni dell’Unione europea e in 35 paesi terzi hanno erogato servizi a circa 450 000 imprese.

In novembre la Commissione ha adottato l’iniziativa Start-up e Scale-up, grazie alla quale gli imprenditori innovativi dell’UE potranno avere la possibilità di diventare leader mondiali. L’iniziativa riunisce tutte le possibilità che l’UE già offre, mettendo però l’accento su investimenti in capitali di rischio, diritto fallimentare e fiscalità.

Infografiche: Iniziativa start-up e scale-up

Rilanciare l’economia dell’UE

Durante tutto l’anno gli interventi strategici in vari settori tra cui la politica regionale, la ricerca e l’innovazione, i trasporti, l’agricoltura, l’occupazione e l’istruzione hanno puntato alla crescita e alla creazione di posti di lavoro.

Immagine: La commissaria Corina Crețu visita lo Smart City Experience Lab, Amsterdam, Paesi Bassi, 22 aprile 2016. © Unione europea

La commissaria Corina Crețu visita lo Smart City Experience Lab, Amsterdam, Paesi Bassi, 22 aprile 2016.

Politica regionale

I fondi strutturali e di investimento europei, che dispongono di un bilancio di 454 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, hanno continuato ad investire nei settori prioritari dell’UE. La politica regionale, un pilastro essenziale dell’agenda dell’UE per la crescita e l’occupazione, ha strategicamente investito nei principali settori generatori di crescita.

Tra il 2014 e il 2020 i fondi investiranno 121 miliardi di euro in ricerca e innovazione, tecnologie digitali, sostegno alle piccole imprese in tutta l’UE.

Due milioni di imprese e start-up riceveranno il sostegno diretto dei fondi grazie al quale potranno accrescere la loro competitività e la loro capacità di ricerca e innovazione.

Nel 2016 l’UE ha semplificato l’accesso ai fondi per le piccole imprese e le città, ha aumentato le possibilità di assorbimento degli strumenti finanziari e ha adottato le misure necessarie a garantire più possibilità di combinazione con altri fondi dell’UE, in particolare il Fondo europeo per gli investimenti strategici.

In settembre è stata pubblicata la valutazione dei fondi di sviluppo regionale e di coesione per il periodo 2007-2013. Tra i principali risultati figurano un aumento del prodotto interno lordo di 2,74 euro per ogni euro investito mediante la politica di coesione, la creazione di oltre 1 milione di posti di lavoro, la costruzione di 5 000 km di nuove strade e 1 000 km di nuove linee ferroviarie.

Ricerca e innovazione

Orizzonte 2020 è il maggior programma di ricerca e innovazione dell’UE e dispone di 77 miliardi di euro di finanziamenti per il periodo 2014-2020. Sostiene la ricerca di massimo livello, favorisce la costruzione nell’UE di una leadership industriale e si prefigge di fornire soluzioni alle sfide sociali in settori quali il cambiamento climatico, l’energia, la salute e la sicurezza.

Video: Un bilancio incentrato sui risultati della ricerca e dell’innovazione. © Unione europea

Un bilancio incentrato sui risultati della ricerca e dell’innovazione.

Il Fondo europeo per gli investimenti strategici ha continuato a integrare Orizzonte 2020, in particolare per quanto riguarda il sostegno alle piccole e medie imprese innovative. Il Fondo ha inoltre contribuito a soddisfare la domanda di sostegno a titolo straordinario tramite EU Finance for Innovators (finanziamento dell’UE per l’innovazione), un’iniziativa comune avviata dalla Commissione e dalla Banca europea per gli investimenti nel quadro di Orizzonte 2020.

La politica di ricerca e innovazione dell’UE è stata rifocalizzata su tre obiettivi strategici: innovazione aperta, scienza aperta e apertura al mondo. Tali obiettivi sono stati attuati mediante iniziative a tre livelli: maggior riconoscimento della ricerca e dell’innovazione come motori della crescita economica e della creazione di posti di lavoro (in particolare attraverso il semestre europeo e il meccanismo di sostegno delle politiche di Orizzonte 2020); migliori condizioni quadro per la ricerca e l’innovazione; proseguimento della programmazione strategica di Orizzonte 2020. Tra le nuove iniziative figurano il progetto pilota «Patti per l’innovazione», varato nel 2016 per ridurre gli ostacoli all’innovazione e per stimolare l’economia circolare, e il cloud europeo per la scienza aperta. I lavori preparatori hanno riguardato in primo luogo le misure a lungo termine per migliorare il contesto dell’innovazione nell’UE, tra cui un invito a presentare idee su un possibile consiglio europeo per l’innovazione.

Innovazione e investimenti nello spazio

In ottobre 2016 la Commissione ha pubblicato la strategia spaziale per l’Europa, che mira a massimizzare i benefici dei programmi spaziali dell’Unione europea a favore della società e a liberare le potenzialità del settore spaziale per stimolare l’innovazione, la crescita e la creazione di posti di lavoro nell’economia dell’UE. Tale strategia, oltre a permettere all’industria spaziale europea di rimanere un leader mondiale, ha confermato l’importanza di questo settore per l’UE, in particolare per la sua sicurezza e per il rafforzamento del suo ruolo in quanto attore globale.

Il programma Galileo, l’iniziativa dell’UE per un sistema mondiale di navigazione via satellite d’avanguardia, nel 2016 ha raggiunto un traguardo importante con il lancio in orbita di quattro nuovi satelliti trasportati dal razzo Ariane 5. I servizi iniziali (navigazione, ricerca e salvataggio e servizio pubblico regolamentato) sono stati annunciati nel dicembre 2016.

Crescita sostenibile

Nel 2016 l’UE ha compiuto ulteriori progressi per quanto riguarda il pacchetto di misure sull’economia circolare proposto nel 2015. Molte risorse naturali si esauriscono e l’UE è un importatore netto di diverse materie prime. Per garantire una crescita sostenibile deve utilizzare le proprie risorse in modo più intelligente e sostenibile. La prevenzione dei rifiuti, una migliore progettazione dei prodotti, il riciclaggio, il riutilizzo e altre misure simili potrebbero comportare un risparmio netto per le imprese dell’UE pari a 600 miliardi di euro, riducendo nel contempo del 2-4 % le emissioni totali annue dei gas a effetto serra.

In marzo la Commissione ha proposto un regolamento che, creando un mercato interno per i concimi provenienti da materie prime secondarie, trasformerà la gestione dei rifiuti in opportunità economiche e permetterà di creare 120 000 posti di lavoro grazie al riciclaggio dei biorifiuti per produrre fertilizzanti a base organica.

In novembre la Commissione, nell’ambito del pacchetto sull’energia pulita per tutti gli europei, ha adottato il piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile per il periodo 2016-2019 che contribuirà a stabilire requisiti di prodotto pertinenti per l’economia circolare, aumentando la durata dei prodotti e rendendone più facile la riparazione, il riutilizzo e il riciclo.

Proteggere i mari d’Europa

L’industria ittica dell’UE occupa il quarto posto a livello mondiale fornendo circa 6,4 milioni di tonnellate di pesce all’anno. La pesca e la trasformazione del pesce occupano oltre 350 000 persone. L’utilizzo sostenibile delle risorse degli oceani europei è un tema centrale delle politiche della pesca e degli affari marittimi dell’Unione europea. Nel novembre 2016 la Commissione ha pubblicato le sue proposte per una migliore governance internazionale degli oceani nelle quali è illustrato il modo in cui l’UE potrebbe contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, garantendo che gli oceani siano gestiti in modo più razionale. Nell’aprile 2016 il commissario Karmenu Vella ha inaugurato l’iniziativa MedFish4Ever, richiamando l’attenzione sulla situazione critica degli stock ittici nel Mar Mediterraneo, dove più del 90 % degli stock valutati è attualmente sottoposto a uno sfruttamento eccessivo.

Immagine: Il commissario Karmenu Vella avvia l'iniziativa MedFish4Ever, Bruxelles, 27 aprile 2016. © Unione europea

Il commissario Karmenu Vella avvia l'iniziativa MedFish4Ever, Bruxelles, 27 aprile 2016.

Collegare l’Europa

In giugno la Commissione ha presentato un elenco di 195 progetti nel settore dei trasporti che beneficeranno di finanziamenti dell’UE per un ammontare di 6,7 miliardi di euro a titolo del meccanismo per collegare l’Europa, contribuendo così alla digitalizzazione e alla decarbonizzazione dei trasporti. L’investimento dovrebbe creare sino a 100 000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.

Immagine: La commissaria Violeta Bulc partecipa a una dimostrazione delle vetture senza conducente all'Innovation Expo, Amsterdam, Paesi Bassi, 14 aprile 2016. © Unione europea

La commissaria Violeta Bulc partecipa a una dimostrazione delle vetture senza conducente all'Innovation Expo, Amsterdam, Paesi Bassi, 14 aprile 2016.

I progetti selezionati riguardano principalmente la rete centrale transeuropea dei trasporti e tra essi figurano iniziative quali il ripristino della tratta ferroviaria Brașov-Sighișoara in Romania, il collegamento ferroviario Aveiro-Vilar Formoso in Portogallo, lo sviluppo della linea ferroviaria a scartamento normale nel corridoio Mare del Nord-Mar Baltico e l’attuazione del programma di realizzazione della ricerca sulla gestione del traffico aereo nel cielo unico europeo. In ottobre 2016 la Commissione ha indetto il terzo ciclo di inviti a presentare proposte nell’ambito del settore trasporti del meccanismo per collegare l’Europa, mettendo a disposizione 1,9 miliardi di euro per il finanziamento di importanti progetti di trasporto.

Crescita e occupazione mediante l’agricoltura

Nell’Unione europea l’agricoltura assicura ai cittadini una grande varietà di prodotti alimentari di qualità e di beni pubblici ambientali e contribuisce al tessuto culturale e sociale delle zone rurali. Il settore agroalimentare rappresenta circa 44 milioni di posti di lavoro nell’UE, mentre le esportazioni agroalimentari dell’UE ammontano a oltre 120 miliardi di euro all’anno.

Immagine: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea (al centro), incontra una delegazione di produttori del settore lattiero-caseario, St. Vith, Belgio, 15 novembre 2016. © Unione europea

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea (al centro), incontra una delegazione di produttori del settore lattiero-caseario, St. Vith, Belgio, 15 novembre 2016.

La politica agricola comune contribuisce a tali risultati con un bilancio annuo di circa 59 miliardi di euro, fornendo sostegno ai redditi agricoli, agli agricoltori affinché producano benefici ambientali e ad altre attività volte ad accrescere la competitività del settore e l’efficienza delle risorse nonché a migliorare la vita nelle zone rurali.

I pagamenti diretti annuali agli agricoltori garantiscono una protezione minima del reddito agricolo contro gli shock specifici ai quali è esposta l’agricoltura.

Nel marzo 2016 la Commissione ha attivato misure eccezionali per rafforzare la posizione degli allevatori. In luglio ha annunciato un pacchetto di aiuti per 500 milioni di euro per ridurre la produzione lattiera e sostenere i produttori di latte e gli allevatori di altri settori zootecnici. Un ulteriore sostegno è stato messo a disposizione del settore ortofrutticolo, colpito dal divieto di importazione imposto dalla Russia.

In gennaio la Commissione ha istituito la task force «Mercati agricoli» affidandole il compito di formulare raccomandazioni su come migliorare il funzionamento della filiera di approvvigionamento alimentare e dare agli agricoltori una prospettiva allettante di stabilità e crescita economica. La task force ha pubblicato la sua relazione a novembre. È stato creato inoltre un osservatorio per il mercato delle carni inteso a migliorare la trasparenza del mercato per le carni bovine e suine aiutando gli operatori a leggere i segnali del mercato e ad affrontarne meglio la volatilità.

Immagine: I commissari Violeta Bulc e Phil Hogan, insieme a Dejan Židan, ministro sloveno dell'Agricoltura, dell'alimentazione e delle foreste (a destra), visitano Pustotnik Farm, un'azienda lattiera che promuove il consumo di prodotti locali, Gorenja vas-Poljane, Slovenia, 14 luglio 2016. © Unione europea

I commissari Violeta Bulc e Phil Hogan, insieme a Dejan Židan, ministro sloveno dell'Agricoltura, dell'alimentazione e delle foreste (a destra), visitano Pustotnik Farm, un'azienda lattiera che promuove il consumo di prodotti locali, Gorenja vas-Poljane, Slovenia, 14 luglio 2016.

Insieme ad altri membri della Commissione, il commissario Phil Hogan ha organizzato una campagna concertata per affrontare la questione delle barriere non tariffarie al commercio nei paesi terzi in cui esiste un mercato potenziale per i prodotti dell’UE. Gli sforzi compiuti hanno condotto nel 2016 all’apertura dei mercati in Cina, Colombia, Giappone e Stati Uniti per determinate esportazioni dell’UE. Missioni commerciali di alto livello hanno inoltre affrontato il tema di nuovi mercati promettenti in Indonesia, Messico e Vietnam.

Nuove competenze, migliore protezione, un maggior numero di posti di lavoro per i giovani

Nel periodo 2014-2020 l’UE erogherà finanziamenti, soprattutto a titolo del Fondo sociale europeo, per sostenere il miglioramento delle competenze di 8 milioni di lavoratori dell’UE. Con un bilancio di 14,7 miliardi di euro, il programma Erasmus+ offrirà l’opportunità di studiare, formarsi, acquisire esperienza professionale e fare volontariato all’estero a più di 4 milioni di persone. Il programma prevede inoltre un sostegno ad attività che aiutano gli Stati membri a modernizzare e a trasformare i loro sistemi d’istruzione e di formazione.

In maggio è stata varata la piattaforma europea contro il lavoro non dichiarato, il cui scopo è trasformare il lavoro non dichiarato in lavoro regolare. La piattaforma garantisce la protezione sociale per milioni di cittadini dell’UE che si trovano in condizioni difficili a causa di modalità lavorative rischiose, ad esempio i rapporti di lavoro dipendente configurati come lavoro autonomo.

In giugno la Commissione ha adottato la nuova agenda per le competenze per l’Europa, che prevede dieci azioni volte a migliorare la qualità delle competenze e la loro pertinenza per il mercato del lavoro. Tra queste, un’iniziativa per aiutare gli adulti poco qualificati ad acquisire un livello minimo di competenze alfabetiche, matematiche e digitali e aiutarli ad ottenere un titolo di istruzione secondaria o equivalente.

Immagine: La commissaria Marianne Thyssen incontra gli studenti dell'Istituto di formazione professionale di Atene, Grecia, 21 aprile 2016. © Unione europea

La commissaria Marianne Thyssen incontra gli studenti dell'Istituto di formazione professionale di Atene, Grecia, 21 aprile 2016.

Per contrastare la disoccupazione giovanile, l’UE ha continuato a sostenere l’utilizzo negli Stati membri del sistema di Garanzia per i giovani. In ottobre una «relazione sullo stato dei lavori» ha messo in luce il fatto che la Garanzia per i giovani istituita nel 2013, sostenuta dall’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, dal Fondo sociale europeo e dai finanziamenti nazionali, ha prodotto dei cambiamenti concreti riscontrabili sul campo. Dopo tre anni dalla sua istituzione, nell’UE ci sono 1,4 milioni di giovani disoccupati in meno. Circa 9 milioni di giovani hanno accettato un’offerta di lavoro, hanno intrapreso un tirocinio o un apprendistato. In molti Stati membri la Garanzia per i giovani ha contribuito ad avviare riforme strutturali e a creare partenariati imprese-istruzione. Per garantire la piena attuazione della Garanzia per i giovani e la sua sostenibilità, la Commissione ha proposto di prorogare l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile fino al 2020 e di ampliarne le risorse. La Commissione ha annunciato inoltre l’istituzione di ErasmusPro, un nuovo programma di mobilità di lunga durata (tra 6 e 12 mesi), dedicato agli apprendisti, che funzionerà nell’ambito dell’attuale programma Erasmus+ per sostenere l’apprendimento in un ambiente lavorativo estero.

Video: La garanzia per i giovani e l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile. © Unione europea

La garanzia per i giovani e l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile.

Collegare i cittadini

Nel 2016 il programma Erasmus+ per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, con un bilancio di 2,2 miliardi di euro, ha consentito a circa 497 000 giovani di studiare, seguire una formazione, fare volontariato e partecipare a scambi di giovani all’estero. Il programma ha anche consentito a circa 141 000 dipendenti di istituti di istruzione e organizzazioni giovanili di migliorare le loro competenze attraverso l’insegnamento e la formazione all’estero. Nel corso dell’anno il programma ha messo a disposizione più di 400 milioni di euro a titolo del bilancio complessivo per i progetti di cooperazione, compresi quelli che danno la priorità alla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l’istruzione.

Il Corpo europeo di solidarietà

In dicembre, tre mesi dopo essere stato annunciato dal presidente Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il Corpo europeo di solidarietà è stato istituito dalla Commissione. I giovani di età compresa tra i 17 e i 30 anni possono iscriversi per cogliere nuove opportunità e dare così un importante contributo alla società in tutta l’UE e acquisire esperienza e competenze. I partecipanti potranno far parte di un progetto di volontariato o partecipare a un tirocinio, a un apprendistato o essere collocati in un posto di lavoro per un periodo compreso tra 2 e 12 mesi. I partecipanti potranno impegnarsi in attività in vari settori tra cui l’istruzione, l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’assistenza nella distribuzione di generi alimentari, la costruzione di strutture di ricovero, il sostegno e l’integrazione di migranti e rifugiati, la protezione dell’ambiente e prevenzione delle catastrofi naturali. Alla fine di dicembre oltre 18 000 giovani si erano già iscritti.

Politica economica e di bilancio

Il coordinamento delle politiche economiche dell’UE è organizzato ogni anno in un ciclo denominato semestre europeo, che inizia verso la fine di ogni anno con la pubblicazione dell’analisi annuale della crescita e di una raccomandazione sulla politica economica della zona euro. In febbraio 2016 la Commissione ha pubblicato una serie di relazioni per paese in cui si analizzano le sfide economiche e sociali che ogni Stato membro deve affrontare. Le relazioni sono servite da base di discussione con gli Stati membri sulle rispettive scelte politiche in vista dei programmi nazionali di riforma e dei piani di bilancio a medio termine presentati poi ad aprile. Tali relazioni hanno portato, alla fine della primavera, alla formulazione delle raccomandazioni specifiche per paese della Commissione.

Le raccomandazioni offrono agli Stati membri orientamenti su come stimolare la crescita e l’occupazione con una rinnovata attenzione alle riforme atte a favorire la crescita in settori quali la ricerca e l’innovazione, mantenendo nel contempo una sana gestione delle finanze pubbliche. Nel 2016 sono state anche rivolte raccomandazioni a Cipro, che in primavera ha pienamente ripristinato il quadro di governance economica dopo l’uscita dal programma di aggiustamento economico.

Sul fronte bilancio, le raccomandazioni formulate dalla Commissione nel 2016 dimostrano che il patto di stabilità e crescita può essere applicato con intelligente flessibilità. La Commissione, nel valutare i piani di bilancio a medio termine degli Stati membri, ha preso in considerazione la specificità delle spese relative ad eventi eccezionali non soggetti al controllo del governo, quali la crisi dei rifugiati e l’antiterrorismo. A Portogallo e Spagna è stato concesso un periodo più lungo per correggere i disavanzi eccessivi e il Consiglio ha accolto la raccomandazione della Commissione annullando l’ammenda che avrebbe potuto essere inflitta in considerazione del risultato di bilancio ottenuto dai due paesi in passato. Nel corso dell’anno sono stati fatti molti progressi per quanto riguarda i disavanzi eccessivi, tanto che il numero di Stati membri con eccessivo indebitamento è passato da 24 della primavera 2011 ai sei attuali. Tre Stati membri hanno corretto i loro disavanzi eccessivi nel 2015 e le relative procedure sono state formalmente archiviate dal Consiglio nel giugno 2016.

Per quanto riguarda in particolare la zona euro, la Commissione ha chiesto un orientamento nettamente più positivo della politica di bilancio per tutta la zona monetaria in modo da evitare il rischio di «bassa crescita, bassa inflazione» e sostenere la politica monetaria della Banca centrale europea.

La Commissione ha inoltre valutato se i documenti programmatici di bilancio per il 2017 degli Stati membri della zona euro fossero conformi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita. In vari casi ha riscontrato che gli aggiustamenti di bilancio programmati erano insufficienti, o rischiavano di esserlo, rispetto a quanto imposto dal patto di stabilità e crescita.

Video: Garantire finanze pubbliche sane. © Unione europea

Garantire finanze pubbliche sane.

Per quanto riguarda il monitoraggio degli squilibri macroeconomici, la Commissione ha concluso che 13 Stati membri continuano a registrare squilibri o persino squilibri eccessivi. La Commissione ha preso atto dei progressi compiuti nella correzione degli squilibri e al contempo ha reso l’attuazione della procedura più chiara e trasparente, riducendo le categorie di squilibri da sei a quattro e promuovendo una maggiore attenzione all’occupazione e a considerazioni di natura sociale nel semestre europeo.

Continuare a sostenere gli Stati membri dell’UE

Al Parlamento e al Consiglio sono in corso i negoziati sul programma di sostegno alle riforme strutturali proposto dalla Commissione nel novembre 2015.

Alla fine di marzo 2016 Cipro ha completato con successo il programma triennale di aggiustamento economico. La Commissione ha continuato a sostenere le autorità cipriote nell’attuazione di riforme strutturali e amministrative atte a favorire la crescita, mediante il servizio di assistenza per le riforme strutturali.

Nel corso del 2016 sono stati compiuti progressi soddisfacenti nell’attuazione del programma greco destinato a creare le condizioni per ripristinare la fiducia e a porre le basi per una ripresa economica duratura in Grecia. La prima revisione si è conclusa permettendo il versamento della seconda tranche del finanziamento a titolo del programma, per un importo pari a 10,3 miliardi di euro erogati in varie fasi; l’ultimo pagamento è stato approvato in ottobre. La Commissione ha sostenuto i lavori dell’Eurogruppo, il quale in maggio ha deciso alcune misure relative all’indebitamento che saranno attuate in maniera graduale. Una prima discussione sulle misure a breve termine ha avuto luogo all’inizio di dicembre. Sul fronte dell’attuazione del programma, sono stati compiuti buoni progressi verso il completamento della seconda revisione.

La Grecia ha ricevuto un sostegno economico anche mediante il piano di investimenti per l’Europa. Un primo accordo sostenuto dal Fondo europeo per gli investimenti strategici è stato firmato in Grecia nel mese di maggio. In tale occasione il Fondo ha firmato tre accordi con banche intermediarie e fondi di investimento greci affinché concedano ulteriori fondi per investimenti alle piccolissime, piccole e medie imprese in Grecia.

Estendere il sostegno al di là delle frontiere dell’UE

La Commissione ha sostenuto Georgia, Giordania, Kirghizistan, Tunisia e Ucraina per mezzo di programmi di assistenza macrofinanziaria. L’obiettivo è aiutare i paesi politicamente, economicamente e geograficamente vicini all’UE a ripristinare una situazione finanziaria esterna sostenibile e a promuovere al tempo stesso adeguamenti economici e riforme strutturali. I programmi sono complementari ai finanziamenti del Fondo monetario internazionale.

In settembre la Commissione ha proposto un nuovo piano europeo per gli investimenti esterni volto a stimolare gli investimenti in Africa e nei paesi del vicinato dell’UE e a contribuire ad affrontare le cause alla radice della migrazione. Il piano mira a sostenere le infrastrutture economiche e sociali e le piccole imprese, ponendo particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro ed eliminando gli ostacoli agli investimenti privati. Con un contributo di 3,35 miliardi di euro a titolo del bilancio dell’UE e del Fondo europeo di sviluppo, il piano sosterrà garanzie innovative e strumenti analoghi a sostegno degli investimenti privati.

Il piano consente la mobilitazione di fondi fino a 44 miliardi di euro in investimenti. Se gli Stati membri e altri partner contribuiranno con un importo equivalente, il sostegno totale potrebbe raddoppiare, raggiungendo gli 88 miliardi di euro.

Un bilancio dell’UE incentrato sui risultati

Nel 2016 la Commissione ha continuato a portare avanti l’iniziativa «Un bilancio dell’UE incentrato sui risultati» per garantire che le risorse dell’UE siano utilizzate al meglio a vantaggio dei cittadini e che tutti i progetti finanziati dall’UE forniscano benefici chiari a costi vantaggiosi.

Il bilancio dell’UE continua ad essere investito secondo le priorità politiche della Commissione, come ad esempio stimolare la crescita, l’occupazione e la competitività e rispondere rapidamente ed efficacemente alle situazioni di emergenza.

La banca dati dei progetti di successo finanziati attraverso il bilancio dell’UE, disponibile sul sito web della Commissione, ha raccolto nel 2016 più di 1 000 progetti.

Immagine: Kristalina Georgieva, vicepresidente della Commissione (2014-2016), durante il suo intervento alla conferenza «Un bilancio dell'UE incentrato sui risultati», Bruxelles, 27 settembre 2016. © Unione europea

Kristalina Georgieva, vicepresidente della Commissione (2014-2016), durante il suo intervento alla conferenza «Un bilancio dell'UE incentrato sui risultati», Bruxelles, 27 settembre 2016.

In occasione del discorso sullo stato dell’Unione tenuto dal presidente Juncker in settembre, la Commissione ha presentato la sua revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (2014-2020) accompagnata da un insieme di proposte legislative con i seguenti obiettivi:

  • fornire mezzi finanziari supplementari per affrontare in modo efficace la migrazione e i rischi per la sicurezza e per promuovere la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la competitività;
  • aumentare la flessibilità del bilancio dell’UE e la sua capacità di affrontare in modo rapido ed efficiente le circostanze impreviste;
  • semplificare le regole finanziarie e ridurre in tal modo l’onere amministrativo che grava sui beneficiari dei fondi dell’UE.

Capitolo 2

Un mercato unico del digitale connesso

«Dobbiamo sfruttare in maniera decisamente migliore le notevoli opportunità offerte dalle tecnologie digitali, che non conoscono confini. Per realizzare questo obiettivo dovremo avere il coraggio di superare i compartimenti stagni nazionali nella regolamentazione delle telecomunicazioni, nella legislazione sui diritti d’autore e sulla protezione dei dati, nella gestione delle onde radio e nell’applicazione del diritto della concorrenza».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione (al centro), sperimenta la tecnologia wireless di prossima generazione al Congresso mondiale della telefonia mobile 2016, Barcellona, Spagna, 22 febbraio 2016. © Unione europea

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione (al centro), sperimenta la tecnologia wireless di prossima generazione al Congresso mondiale della telefonia mobile 2016, Barcellona, Spagna, 22 febbraio 2016.

La strategia per il mercato unico del digitale punta ad eliminare le barriere online a causa delle quali i cittadini dell’UE sono costretti a rinunciare a determinati beni e servizi. Un altro effetto delle suddette barriere è che le imprese e le start-up su Internet non riescono a beneficiare appieno delle opportunità di crescita online. Nel 2016 la Commissione europea ha presentato quasi tutte le sue proposte sul completamento del mercato unico del digitale e l’adozione delle rimanenti proposte è prevista per l’inizio del 2017. La Commissione ha presentato nuove norme per aiutare i cittadini e le imprese ad acquistare e vendere prodotti e servizi online in modo più semplice e ha delineato i piani per rendere il mercato online più equo e trasparente. Essa ha anche esposto una strategia per aiutare l’industria, le imprese, i ricercatori e le autorità pubbliche a trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie.

Al fine di accrescere la fiducia nel mondo digitale, in luglio la Commissione ha avviato un importante partenariato con l’industria in materia di cibersicurezza. Artisti, creatori e diversità culturale dell’UE sono stati al centro dell’attenzione durante l’anno dedicato a celebrare il 25º anniversario del programma MEDIA dell’UE. Inoltre, la modernizzazione del diritto d’autore dell’UE e le disposizioni in materia di trasmissione radiotelevisiva hanno creato maggiori opportunità per l’innovazione e i contenuti creativi online e attraverso le frontiere.

Nel discorso di settembre sullo stato dell’Unione il presidente Juncker ha annunciato l’iniziativa WiFi4EU, un piano da 120 milioni di euro volto a portare il Wi-Fi gratuito nei parchi, nelle piazze, nelle biblioteche e negli edifici pubblici nelle città e nei paesi di tutta l’UE. La Commissione auspica inoltre che tutte le famiglie dell’UE abbiano accesso a una connessione Internet di almeno 100 megabit per secondo convertibile alla velocità gigabit.

Infografiche: Perché abbiamo bisogno di un mercato unico digitale?

Migliore accesso a beni e servizi

Nuove regole per il commercio elettronico per aiutare i cittadini e le imprese

Nel maggio 2016 la Commissione ha presentato misure per consentire ai consumatori e alle imprese di acquistare e vendere prodotti e servizi online più facilmente in tutta l’UE. La Commissione ha presentato una proposta di regolamento sui blocchi geografici per ovviare alle discriminazioni subite dai cittadini che intendono acquistare prodotti e servizi in un altro Stato membro dell’Unione.

Video: Il pacchetto per il commercio elettronico: verso un mercato unico dell'UE. © Unione europea

Il pacchetto per il commercio elettronico: verso un mercato unico dell'UE.

I cittadini e le piccole imprese si lamentano spesso delle spese elevate e dei problemi relativi alla consegna dei pacchi che impediscono loro di vendere o acquistare più attivamente in tutta l’UE. Il regolamento adottato dalla Commissione in maggio mira ad accrescere la trasparenza dei prezzi e la sorveglianza regolamentare. Per promuovere la fiducia dei consumatori la Commissione intende aggiornare il regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori.

Indagine sul commercio elettronico

La Commissione ha raccolto dati da circa 1 800 imprese attive nel settore del commercio elettronico di beni di consumo e contenuti digitali e ha esaminato circa 8 000 contratti di distribuzione. In marzo, dai primi risultati è emerso che in tutto il territorio dell’UE nel commercio elettronico sono diffusi, soprattutto per quanto riguarda i contenuti digitali, i blocchi geografici. In settembre la Commissione ha pubblicato una relazione preliminare che conferma la rapida crescita del commercio elettronico nell’UE: oltre la metà degli adulti dell’UE ha ordinato beni o servizi online nel 2015. La relazione individua le pratiche commerciali che rischiano di ostacolare la concorrenza e limitano le scelte dei consumatori. La relazione finale è prevista per il 2017.

Semplificare le norme in materia di IVA

Il regime IVA attualmente applicato al commercio elettronico transfrontaliero è complesso e dispendioso sia per gli Stati membri che per le imprese. Per le imprese i costi medi annui per la fornitura di merci in un altro Stato membro ammontano secondo le stime a 8 000 euro per Stato membro. Inoltre, le imprese dell’UE si trovano in una condizione di svantaggio competitivo, poiché i fornitori di paesi terzi possono vendere beni esenti da IVA ai consumatori dell’Unione grazie all’esenzione riservata alle spedizioni di valore trascurabile. La complessità del sistema rende inoltre difficile per gli Stati membri garantire la conformità, con perdite stimate a circa 5 miliardi di euro l’anno.

Nell’ambito della strategia per il mercato unico del digitale, la Commissione ha presentato un pacchetto legislativo volto a modernizzare e semplificare l’IVA per il commercio elettronico transfrontaliero, in particolare per le piccole e medie imprese. Sarà eliminata la necessità, per le imprese che intendono vendere a consumatori di altri Stati membri, di aprire una partita IVA in ogni Stato membro in cui si trova un cliente. Un’ulteriore proposta garantirà che le pubblicazioni elettroniche possano beneficiare delle aliquote ridotte applicabili alle pubblicazioni cartacee.

Norme moderne sul diritto d’autore nell’UE

Oggi, secondo l’Eurobarometro (il servizio della Commissione per i sondaggi d’opinione), il 73 % dei giovani nell’UE ascolta musica, guarda serie televisive e film o gioca online. Quasi il 20 % dei giovani ha cercato di accedere a servizi che forniscono contenuti in un altro Stato membro, ma per tali servizi è complicato soddisfare questa domanda crescente. Per migliorare la scelta e l’accesso ai contenuti, la Commissione ha proposto un regolamento volto a semplificare, per le emittenti, la procedura di ottenimento del nulla osta da parte dei titolari dei diritti. Il regolamento semplifica inoltre la trasmissione di programmi online in altri Stati membri e consente di includere nei bouquet proposti ai consumatori canali di altri paesi.

Il pacchetto comprende inoltre una proposta di nuova direttiva sul diritto d’autore. Il progetto di direttiva intende aiutare i musei, gli archivi ed altre istituzioni a digitalizzare e mettere a disposizione a livello transfrontaliero libri e film protetti dal diritto d’autore ma non più disponibili al pubblico.

Gli studenti e gli insegnanti desiderano utilizzare materiali e tecnologie digitali, ma quasi un quarto degli insegnanti deve far fronte a restrizioni relative ai diritti d’autore nelle proprie attività di insegnamento digitale. La proposta di direttiva sul diritto d’autore consentirà agli istituti scolastici di utilizzare materiali illustrativi a fini didattici mediante strumenti digitali e corsi online transfrontalieri. Essa renderà più semplice per i ricercatori l’utilizzo di tecnologie di estrazione di testo e dati per l’analisi di grandi insiemi di dati. La proposta di direttiva comprende anche una nuova eccezione obbligatoria per l’UE, affinché le istituzioni di tutela del patrimonio culturale possano conservare le opere in formato digitale.

Sempre secondo Eurobarometro, il 57 % dei cittadini dell’UE legge le notizie online sui social media, sui motori di ricerca o gli aggregatori di notizie, e il 31 % ascolta musica da siti di condivisione di video o musica online. L’era del digitale ha ampliato la scelta per i consumatori, ha creato un pubblico più vasto e offre nuove possibilità per i titolari dei diritti, i creatori e gli editori, ma per molti è difficile ricevere un’equa retribuzione o trattare con le piattaforme online per la condivisione di video e altri tipi di piattaforme La proposta di direttiva sul diritto d’autore mira a creare un mercato più equo e più sostenibile, chiarendo gli obblighi delle piattaforme online. Essa consentirà inoltre di rafforzare la posizione dei titolari dei diritti in sede negoziale, affinché siano remunerati, riconoscendo nel contempo l’importante ruolo degli editori della stampa negli investimenti e nella creazione di contenuti giornalistici di qualità.

Creare condizioni favorevoli

Addio alle tariffe di roaming

Nell’aprile 2016 le chiamate, gli SMS e la navigazione online da un altro Stato membro (roaming) sono diventati meno costosi e da allora gli utenti pagano solo un piccolo importo oltre alla tariffa nazionale: fino a 0,05 euro al minuto per le chiamate effettuate, 0,02 euro per l’invio di SMS e 0,05 euro per MB di dati utilizzati (IVA esclusa) dai loro dispositivi mobili. A partire dal 15 giugno 2017, le persone che vivono nell’UE diranno addio alle tariffe di roaming per i loro viaggi all’interno dell’Unione.

Nel corso dell’anno la Commissione ha presentato una serie di misure intese a realizzare tale obiettivo attraverso una proposta di regolamentazione delle tariffe di roaming all’ingrosso (i prezzi che gli operatori si addebitano l’un l’altro per l’utilizzo delle rispettive reti) e norme che rendano la fine del roaming vantaggiosa per chiunque viva nell’Unione europea. Chi viaggia nell’UE potrà beneficiare del «roaming come a casa», pagando lo stesso prezzo per chiamate, SMS e dati mobili durante i viaggi al di fuori del proprio paese di origine (paese di residenza o con il quale hanno legami stabili). In aprile sono entrate in vigore nuove norme che, per la prima volta, garantiscono il principio della neutralità della rete nel diritto dell’UE.

Video: Roaming: un gran giorno dopo una lunga battaglia. © Unione europea

Roaming: un gran giorno dopo una lunga battaglia.

Maggiore e migliore connettività Internet

Entro il 2020 il traffico Internet mobile sarà quasi otto volte quello odierno. Nel 2016 la Commissione europea ha illustrato le principali iniziative legislative e politiche per rispondere a questa domanda crescente. Nel mese di febbraio la Commissione ha proposto di migliorare il coordinamento delle frequenze radio nella banda 700 MHz, al fine di migliorare l’accesso a Internet sui dispositivi mobili e affinché possano operare in tutta l’Europa servizi innovativi quali le automobili connesse, l’assistenza sanitaria a distanza e altri ancora.

Nel corso del mese di settembre la Commissione ha proposto una revisione delle norme UE in materia di telecomunicazioni e ulteriori piani per soddisfare le crescenti esigenze di connettività dei cittadini dell’UE. La Commissione persegue i tre obiettivi seguenti:

  • tutte le scuole, le università, i centri di ricerca, i poli di trasporto, gli ospedali, i servizi pubblici e le imprese dovrebbero avere accesso a una connettività gigabit (che consente agli utenti di caricare/scaricare 1 gigabit di dati al secondo) entro il 2025;
  • tutti i nuclei familiari dell’UE dovrebbero avere accesso, entro il 2025, a una connettività che permetta di scaricare dati ad almeno 100 megabit al secondo, convertibile in connettività gigabit al secondo;
  • tutte le aree urbane dovrebbero avere una copertura ininterrotta 5G, la quinta generazione dei sistemi di comunicazione senza fili, entro il 2025. Il 5G dovrebbe essere disponibile in commercio almeno in una grande città di ogni Stato membro entro il 2020.

Questi obiettivi possono essere conseguiti solo con ingenti investimenti. Il nuovo codice europeo delle comunicazioni elettroniche comprende norme che rendono più attraente per tutte le imprese l’investimento in nuove infrastrutture di qualità, in tutti i paesi dell’UE, sia localmente che oltreconfine, mantenendo nel contempo un’effettiva concorrenza. La Commissione ha inoltre presentato un piano per l’introduzione del 5G in tutta l’UE. Nel discorso sullo stato dell’Unione del 2016 il presidente Juncker ha presentato l’iniziativa WiFi4EU, un investimento di 120 milioni di euro per promuovere l’accesso alla connettività senza fili nei luoghi pubblici. Il Wi-Fi gratuito sarebbe allora disponibile nei parchi, nelle piazze, nelle biblioteche e negli edifici pubblici, a vantaggio dei cittadini e degli enti che svolgono servizi pubblici.

La necessità per il governo e l’industria di agire di concerto per migliorare l’infrastruttura di dati per i trasporti è stata sottolineata in aprile nella dichiarazione di Amsterdam, firmata dai ministri dei trasporti dei 28 Stati membri dell’UE. La presidenza olandese del Consiglio dell’Unione europea, la Commissione europea, gli Stati membri e il settore dei trasporti si sono impegnati a elaborare norme e regolamenti che consentiranno l’utilizzo dei veicoli autonomi sulle strade dell’UE.

Nuove norme dell’UE nel settore audiovisivo per la diversità culturale

Oggigiorno si guardano sempre più spesso programmi attraverso i servizi di video su richiesta (come Netflix) e le piattaforme per la condivisione di video (come YouTube), sullo smartphone o alla televisione. Nel mese di maggio, per far fronte a questa nuova realtà, la Commissione ha presentato una proposta di aggiornamento della direttiva sui servizi di media audiovisivi.

La nuova normativa mira a conseguire un migliore equilibrio delle norme che attualmente si applicano alle emittenti tradizionali, ai fornitori di video su richiesta e alle piattaforme per la condivisione di video, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei minori. Essa rafforzerà la diversità culturale dell’UE; i fornitori di video su richiesta dovranno garantire che nei loro cataloghi sia presente almeno il 20 % di opere europee.

Piattaforme

In maggio la Commissione ha presentato i risultati di una valutazione globale del ruolo sociale ed economico delle piattaforme, come i mercati online, i motori di ricerca, i sistemi di pagamento, i media sociali e i siti per la condivisione di contenuti e di video. La Commissione ha delineato un approccio basato su principi per risolvere i problemi segnalati durante la valutazione, che comprende un impegno in base al quale i servizi digitali comparabili dovrebbero essere soggetti alle stesse norme o a norme analoghe. Le piattaforme online dovrebbero comportarsi in modo responsabile, in particolare mediante iniziative volontarie da parte del settore, quali il codice di condotta in materia di lotta contro l’incitamento all’odio online.

Rafforzare la cibersicurezza

Secondo l’indagine sullo stato generale della sicurezza informatica (Global State of Information Security Survey) 2017, oltre l’80 % delle imprese dell’UE ha registrato almeno un incidente di cibersicurezza nel corso dell’ultimo anno. Ciò compromette la fiducia e la crescita nel mercato unico del digitale. In luglio la Commissione ha avviato un nuovo partenariato pubblico-privato sulla cibersicurezza per promuovere la cooperazione nelle fasi iniziali del processo di ricerca e innovazione e per sviluppare soluzioni di cibersicurezza per diversi settori, fra cui quello dell’energia, della sanità, dei trasporti e della finanza. Si tratta di una delle varie iniziative volte ad attrezzare meglio l’UE contro gli attacchi informatici e a rafforzare la competitività del settore europeo della cibersicurezza. Le iniziative si basano sulla prima normativa a livello di UE in materia di sicurezza informatica: la direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, adottata dal Parlamento e dal Consiglio nel mese di luglio.

Migliorare la privacy online

Nel corso dell’estate la Commissione ha svolto una consultazione pubblica sulla revisione e sull’aggiornamento delle norme dell’UE in materia di e-privacy che, unitamente al regolamento generale sulla protezione dei dati, garantiranno una migliore protezione delle comunicazioni elettroniche (telefono, posta elettronica e Internet) dei cittadini dell’UE.

Massimizzare il potenziale di crescita

Digitalizzare l’industria dell’UE

In base a recenti studi, la digitalizzazione dei prodotti e dei servizi potrebbe aggiungere più di 110 miliardi di euro di entrate l’anno per l’industria dell’UE nel corso dei prossimi cinque anni.

In aprile la Commissione ha presentato piani destinati ad aiutare l’industria, le piccole e medie imprese, i ricercatori e le autorità pubbliche dell’UE a trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie. La Commissione mira a sostenere e collegare le iniziative nazionali esistenti per la digitalizzazione dell’industria e a concentrare gli investimenti nei partenariati pubblico-privato dell’UE. Ad esempio, la Commissione intende investire 500 milioni di euro in una rete paneuropea di poli di innovazione digitale in cui le imprese possano ottenere consulenza e sperimentare le innovazioni digitali.

Miliardi di dispositivi connessi, fra cui telefoni, computer e sensori, dovrebbero poter comunicare in modo sicuro e senza problemi, indipendentemente dal fabbricante, dai dettagli tecnici o dal paese d’origine. Per questo serve un linguaggio comune. La Commissione intende accelerare il processo di definizione delle norme, ad esempio prestando particolare attenzione a 5G, cloud computing, Internet delle cose, tecnologie di dati e cibersicurezza.

I cittadini e le imprese ancora non godono di tutti i benefici dei servizi pubblici digitali, che dovrebbero essere disponibili senza soluzione di continuità in tutta l’UE. Il piano d’azione per l’eGovernment 2016-2020 ha individuato 20 misure per modernizzare i servizi pubblici digitali e rendere l’UE un posto migliore in cui vivere, lavorare e investire, ad esempio creando uno sportello digitale unico che consenta di accedere agevolmente alle informazioni, alle procedure elettroniche e ai servizi di consulenza in tutta l’UE. Una consultazione pubblica effettuata nel 2016 contribuirà a sviluppare questo aspetto.

La Commissione ha inoltre presentato un piano relativo ai servizi basati sul cloud e alle infrastrutture di dati di livello mondiale che consentono alla scienza, alle imprese e ai servizi pubblici di aderire alla rivoluzione dei big data. La Commissione creerà un cloud europeo per la scienza aperta. In questo modo l’UE offrirà ai suoi 1,7 milioni di ricercatori e 70 milioni di professionisti della scienza e della tecnologia un ambiente virtuale per l’archiviazione, la gestione, l’analisi e il riutilizzo di grandi quantità di dati di ricerca. Per avviare tale iniziativa la Commissione intende rendere tutti i dati scientifici prodotti dal programma Orizzonte 2020 aperti per impostazione predefinita a partire dal 2017. Il cloud per la scienza aperta si baserà sull’infrastruttura di dati europea, che riunirà le reti a banda larga, i grandi dispositivi di archiviazione e la capacità dei supercomputer per accedere ai grandi insiemi di dati archiviati nel cloud e trattarli.

Competenze digitali

Secondo gli studi effettuati dalla direzione generale delle Reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie della Commissione nel 2016, il 47 % della popolazione dell’UE possiede competenze digitali scarse o inesistenti e, nel prossimo futuro, il 90 % dei posti di lavoro e la maggior parte della vita quotidiana dei cittadini richiederanno un certo livello di competenze digitali. Nel quadro della nuova agenda per le competenze per l’Europa, la Commissione ha invitato i governi degli Stati membri a intensificare i loro sforzi, ad esempio diffondendo le competenze digitali a tutti i livelli di istruzione e formazione. Nel mese di dicembre è stata avviata la coalizione per le competenze e le occupazioni digitali, che riunisce Stati membri e soggetti interessati dei settori dell’istruzione, dell’occupazione e dell’industria per sviluppare un ampio bacino di talenti digitali e garantire che i singoli individui e la forza lavoro nell’UE siano dotati di competenze digitali adeguate.

Video: Dal 1991 il programma MEDIA investe per rafforzare il settore audiovisivo affinché sia in grado di diffondere la ricca diversità culturale dell’UE. Il programma aiuta le persone dotate di talento nell’Unione europea a collaborare al di là dei confini. © Unione europea

Dal 1991 il programma MEDIA investe per rafforzare il settore audiovisivo affinché sia in grado di diffondere la ricca diversità culturale dell’UE. Il programma aiuta le persone dotate di talento nell’Unione europea a collaborare al di là dei confini.

Promuovere la cultura e la creatività dell’UE nel mondo digitale

Il mercato unico del digitale connesso crea enormi opportunità di crescita per i settori culturali e creativi all’interno dell’UE. Tuttavia, questo contesto in evoluzione li pone anche di fronte a sfide quali il reperimento di finanziamenti. In giugno la Commissione, in collaborazione con il Fondo europeo per gli investimenti, ha avviato uno strumento di garanzia dei prestiti da 121 milioni di euro a sostegno di oltre 10 000 piccole e medie imprese di settori quali l’audiovisivo, i festival, la musica, il patrimonio culturale, il design, le arti dello spettacolo, l’editoria, la radio e le arti visive.

Nel 2016 si è celebrato il 25º anniversario del programma MEDIA dell’UE, parte del programma Europa creativa, il principale programma dell’UE per i settori culturali e creativi. Dal 1991 il programma MEDIA ha investito oltre 2,4 miliardi di euro nella creatività e nella diversità culturale dell’UE e finanzia ogni anno circa 2 000 film, serie televisive e altre opere europee. MEDIA ha contribuito alla formazione di oltre 20 000 produttori, registi e sceneggiatori, aiutandoli ad adattarsi alle nuove tecnologie. MEDIA ha contribuito alla crescita del pubblico interessato al cinema europeo. Secondo uno studio della Commissione sul programma MEDIA, nel 2014 il 33 % di tutti i biglietti per il cinema nell’UE riguardava film europei, contro il 25 % del 2010.

Capitolo 3

Un’unione dell’energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici

«Gli attuali eventi geopolitici ci hanno ricordato che l’Europa dipende eccessivamente dalle importazioni di combustibile e di gas. Per questo motivo è mia intenzione riformare e riorganizzare la politica energetica europea per creare una nuova unione europea dell’energia».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, Giovanni La Via, deputato al Parlamento europeo, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Ségolène Royal, ministro francese dell'Ambiente, dell'energia e degli affari marittimi, Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, il commissario Miguel Arias Cañete e Ivan Korčok, segretario di Stato presso il ministero slovacco degli Affari esteri ed europei, alla cerimonia della firma per la ratifica da parte dell'UE dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, Strasburgo, Francia, 4 ottobre 2016. © Unione europea

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, Giovanni La Via, deputato al Parlamento europeo, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Ségolène Royal, ministro francese dell'Ambiente, dell'energia e degli affari marittimi, Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, il commissario Miguel Arias Cañete e Ivan Korčok, segretario di Stato presso il ministero slovacco degli Affari esteri ed europei, alla cerimonia della firma per la ratifica da parte dell'UE dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, Strasburgo, Francia, 4 ottobre 2016.

L’UE ha iniziato il 2016 con l’impegno di fornire energia sicura e a prezzi accessibili ai suoi cittadini e alle sue imprese e di combattere le cause dei cambiamenti climatici attraverso l’unione dell’energia e politiche in materia di cambiamenti climatici.

Durante tutto l’anno l’UE si è sforzata di mantenere l’impulso politico dell’accordo di Parigi, che è entrato in vigore nel mese di novembre, 30 giorni dopo la ratifica dell’UE che gli ha consentito di prendere effetto. In luglio la Commissione ha presentato gli obiettivi vincolanti in materia di emissioni di gas a effetto serra per il periodo dal 2021 al 2030 per ciascuno Stato membro nei settori dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura, dei rifiuti, dell’uso del suolo e della silvicoltura. La Commissione ha inoltre presentato una strategia europea per una mobilità a basse emissioni e ha continuato ad agire per affrontare il problema delle emissioni del trasporto aereo internazionale.

A novembre la Commissione ha presentato il suo pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei», che comprende proposte legislative in materia di efficienza energetica, energie rinnovabili, mercato interno e governance per agevolare la transizione verso l’energia pulita e massimizzare gli investimenti, la crescita e l’occupazione nell’UE.

Energia pulita per tutti gli europei

La transizione globale verso l’energia pulita è già in corso ed è irreversibile; l’Unione europea desidera non solo adattarsi, ma anche assumerne la guida. Questo rientra nella sua responsabilità globale.

A livello mondiale le energie pulite hanno attirato investimenti per oltre 300 miliardi di euro nel 2015. L’UE si trova nella posizione ideale per avvalersi della sua politica di ricerca, sviluppo e innovazione per trasformare questa transizione in un motore di crescita e di occupazione. Mobilitando fino a 177 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati ogni anno a partire dal 2021, il pacchetto «Energia pulita» potrà far aumentare fino all’1 % il prodotto interno lordo nel corso del prossimo decennio e creare 900 000 nuovi posti di lavoro.

Infografiche: Passare a un’economia pulita

Efficienza energetica

L’energia più economica e pulita è quella che non viene utilizzata. Per questo motivo nel 2016 la Commissione ha presentato misure nuove e innovative in materia di efficienza energetica volte a:

  • definire un quadro per il miglioramento dell’efficienza energetica in generale;
  • migliorare l’efficienza energetica negli edifici;
  • migliorare le prestazioni energetiche dei prodotti (progettazione ecocompatibile) e l’informazione dei consumatori (etichettatura energetica);
  • finanziare l’efficienza energetica con la proposta «Finanziamenti intelligenti per edifici intelligenti».

A sostegno di queste proposte la Commissione ha presentato un nuovo obiettivo vincolante a livello di UE in materia di efficienza energetica pari al 30 % entro il 2030. Gli obiettivi ambiziosi in materia di efficienza energetica sono progettati per ridurre la dipendenza degli Stati membri dalle importazioni di energia, incentivare l’economia locale, aumentare la competitività e creare più posti di lavoro «verdi».

Leader mondiale nel settore delle energie rinnovabili

Le energie rinnovabili svolgeranno un ruolo importante nella transizione verso un sistema di energia pulita. L’UE si è fissata l’obiettivo di raggiungere collettivamente una quota pari almeno al 27 % di energie rinnovabili nel consumo finale di energia entro il 2030. La proposta di una nuova direttiva sull’energia da fonti rinnovabili fornirà certezza agli investitori e creerà pari condizioni per tutte le tecnologie. Le proposte della Commissione si concentrano sulla creazione di condizioni favorevoli affinché le energie rinnovabili possano prosperare e trasformare l’UE in un mercato fiorente per l’energia pulita. Il settore dà già lavoro a oltre 1 milione di persone e genera un fatturato di circa 144 miliardi di euro l’anno.

I prezzi della tecnologia solare ed eolica sono diminuiti rispettivamente dell’80 % e del 30-40 % tra il 2009 e il 2015. Tale riduzione dei costi consente ai consumatori di produrre sempre più spesso la propria energia rinnovabile. La nuova direttiva consoliderà i diritti dei consumatori che desiderano produrre energia elettrica per il proprio consumo diretto o per rivenderla alla rete.

Condizioni eque per i consumatori

I consumatori sono al centro dell’unione dell’energia. Operazioni quotidiane quali la fatturazione, il cambiamento di fornitori e la stipula di un nuovo contratto a seguito di un trasloco saranno più facili, più rapide e più accurate per i consumatori grazie a una migliore gestione delle informazioni digitali. I consumatori potranno accedere a informazioni affidabili e chiare sulle migliori occasioni presenti sul mercato, utilizzando strumenti certificati di comparazione prezzi online, che li aiuteranno a compiere scelte informate.

I consumatori saranno in grado di cambiare fornitore più facilmente, grazie anche alla proposta di limitare l’uso delle penali di trasferimento. Nell’UE la differenza media tra l’offerta del fornitore storico e l’offerta più conveniente sul mercato è superiore a 50 euro l’anno.

Se lo desiderano, i consumatori potranno chiedere al loro fornitore di energia un contatore intelligente e beneficiare di prezzi dell’energia basati sul mercato; le nuove tecnologie consentiranno loro di consumare di più quando il prezzo è vantaggioso e ridurre il consumo di energia quando i prezzi sono elevati. In questo modo i consumatori saranno maggiormente in grado di controllare le loro spese per i servizi energetici.

Sicurezza energetica, solidarietà e fiducia

Il pacchetto sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico proposto nel febbraio 2016 è basato sui progressi raggiunti dall’UE negli ultimi anni in materia di contenimento dei rischi per la sicurezza energetica. Il pacchetto si concentra sul gas, facendo tesoro degli insegnamenti tratti dalle prove di stress sul gas del 2014, ma anche sugli accordi intergovernativi sull’energia nonché sulla strategia in materia di riscaldamento e raffreddamento.

I colegislatori hanno adottato la proposta della Commissione relativa ad accordi intergovernativi in dicembre, solo nove mesi dopo la proposta iniziale. Le nuove norme consentiranno alla Commissione di garantire che nessun accordo sull’energia rischi di compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento di uno Stato membro o di ostacolare il funzionamento del mercato dell’energia dell’UE.

In marzo l’UE ha rafforzato i suoi legami con l’India, protagonista della scena mondiale e un partner essenziale per l’UE in materia di energia. La dichiarazione comune sulla sicurezza energetica e la lotta al cambiamento climatico è una delle condizioni per la creazione di un partenariato duraturo per l’energia pulita e sostenibile con una delle principali economie in rapida crescita.

Piena integrazione del mercato dell’UE

Il 2016 è stato un anno importante per i progetti di infrastruttura energetica dell’UE, con 800 milioni di euro messi a disposizione attraverso il meccanismo per collegare l’Europa. Tale sostegno è fondamentale poiché consente di sbloccare gli investimenti aggiuntivi necessari per eliminare le strozzature che impediscono il libero flusso dell’energia.

In primavera sono state firmate due convenzioni di sovvenzione per un importo di 5,6 milioni di euro, riguardanti studi sulla costruzione del gasdotto Midcat. Tale gasdotto contribuirà all’integrazione dei mercati del gas della penisola iberica con il resto d’Europa. Sono stati inoltre destinati 29,9 milioni di euro di finanziamenti alla costruzione di una linea elettrica di 140 km in Bulgaria, che permetterà di ampliare l’accesso alla rete per le energie rinnovabili e di migliorare la capacità della rete elettrica del paese.

In ottobre è stata conclusa una convenzione di sovvenzione di 187 milioni di euro per il Balticconnector, il primo gasdotto che collega Estonia e Finlandia. Quando entrerà in funzione, entro il 2020, il gasdotto collegherà la regione orientale del Mar Baltico con le altre zone del mercato dell’energia dell’UE.

Immagine: Taavi Veskimägi, amministratore delegato di Elering, Andreas Boschen, capo del dipartimento per il meccanismo per collegare l'Europa dell’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti, e Herkko Plit, amministratore delegato di Baltic Connector Oy, firmano un accordo relativo ad investimenti nel Balticconnector, il primo gasdotto che collega Estonia e Finlandia, alla presenza di Taavi Rõivas, primo ministro dell'Estonia, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e Juha Sipilä, primo ministro della Finlandia, Bruxelles, 21 ottobre 2016. © Unione europea

Taavi Veskimägi, amministratore delegato di Elering, Andreas Boschen, capo del dipartimento per il meccanismo per collegare l'Europa dell’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti, e Herkko Plit, amministratore delegato di Baltic Connector Oy, firmano un accordo relativo ad investimenti nel Balticconnector, il primo gasdotto che collega Estonia e Finlandia, alla presenza di Taavi Rõivas, primo ministro dell'Estonia, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e Juha Sipilä, primo ministro della Finlandia, Bruxelles, 21 ottobre 2016.

Nel corso del 2016 il piano di investimenti per l’Europa è rimasto uno strumento fondamentale per il completamento dell’unione dell’energia. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici ha continuato a creare posti di lavoro e a promuovere gli investimenti nell’economia reale. Il Fondo ha continuato a sostenere fermamente gli investimenti intelligenti e lungimiranti nel settore dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili, dell’innovazione e delle infrastrutture moderne.

Per il periodo compreso tra il 2014 e il 2020 sono disponibili 69 miliardi di euro dei fondi della politica di coesione per investimenti a sostegno degli obiettivi dell’unione dell’energia.

Nuovo slancio all’innovazione nel settore dell’energia pulita

Alla fine dell’anno la Commissione ha presentato le sue idee per conferire un nuovo slancio all’innovazione nel settore dell’energia pulita. La strategia propone una serie di misure concrete per rafforzare e potenziare soluzioni innovative a basse emissioni di carbonio ed efficienti sotto il profilo energetico al fine di migliorare la competitività globale dell’UE in questo campo.

In giugno la Commissione ha aderito a «Mission Innovation», un’iniziativa globale sull’energia pulita, e ha firmato il documento quadro della riunione ministeriale sull’energia pulita a nome dell’UE, per facilitare la cooperazione multilaterale nel settore dell’innovazione. È stata inoltre concordata una serie di piani d’azione durante la riunione dei ministri dell’energia del G20 in Cina.

Immagine: Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, e il commissario Miguel Arias Cañete alla conferenza stampa congiunta sul pacchetto Energia pulita, Bruxelles, 30 novembre 2016. © Unione europea

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, e il commissario Miguel Arias Cañete alla conferenza stampa congiunta sul pacchetto Energia pulita, Bruxelles, 30 novembre 2016.

Nel 2016 sono stati organizzati quattro premi Horizon per incoraggiare l’innovazione e trovare soluzioni alle sfide nel settore dell’innovazione energetica. I premi, il cui valore complessivo ammonta a 6,75 milioni di euro, sono finanziati nel quadro di Orizzonte 2020, il programma di ricerca e innovazione dell’UE. Saranno premiati gli approcci innovativi per l’integrazione dell’energia solare negli edifici storici, l’utilizzo delle energie rinnovabili negli ospedali, lo sviluppo di prodotti che contribuiscano a ridurre le emissioni di diossido di carbonio tramite il riutilizzo e l’invenzione di motori più puliti per il futuro.

Le relazioni con i partner principali dell’UE nel settore dell’energia sono rimaste prioritarie durante tutto l’anno. In giugno la Commissione ha partecipato alla riunione dei ministri dell’energia del G20 a Pechino. È stata un’occasione per discutere di tecnologie energetiche innovative, energie rinnovabili, efficienza energetica, accesso all’energia e ruolo del sistema energetico nell’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici con i partner internazionali. L’accordo tra l’Unione europea e la Cina sulla tabella di marcia per l’energia è stato firmato in occasione del vertice UE-Cina nel mese di luglio.

Immagine: Il commissario Carlos Moedas (a destra), segue una presentazione del progetto «Extreme light infrastructure» effettuata dal suo direttore Nicolae-Victor Zamfir, Măgurele, Romania, 11 ottobre 2016. © Unione europea

Il commissario Carlos Moedas (a destra), segue una presentazione del progetto «Extreme light infrastructure» effettuata dal suo direttore Nicolae-Victor Zamfir, Măgurele, Romania, 11 ottobre 2016.

Decarbonizzazione dell’economia

Portare avanti l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici

Nell’ottobre 2014 i leader dell’UE hanno concordato un obiettivo vincolante di una riduzione delle emissioni in tutti i settori economici di almeno il 40 % entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Questo è stato il contributo dell’UE all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, firmato nel dicembre 2015.

Nell’aprile 2016, 175 parti hanno stabilito un nuovo record per il maggior numero di firme apposte il primo giorno su un accordo internazionale, sottolineando la volontà politica globale di concretizzare gli impegni assunti a Parigi.

Dopo la mediazione del primo accordo globale sul clima giuridicamente vincolante e la costituzione della coalizione di paesi sviluppati e in via di sviluppo che ha reso possibile il raggiungimento di un accordo a Parigi, la tempestiva ratifica dell’accordo a livello di UE nel mese di ottobre ne ha opportunamente consentito l’entrata in vigore a livello mondiale in novembre. Anche i singoli Stati membri dell’UE hanno già ratificato o stanno per ratificare l’accordo.

In novembre i paesi si sono incontrati nuovamente in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Marrakech per proseguire i lavori sul corpus di norme dettagliate per l’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. I capi di Stato o di governo hanno emesso la proclamazione di azione di Marrakech, un invito al massimo impegno politico per far fronte al cambiamento climatico, diffondendo in tal modo un messaggio di unità globale e determinazione costante a realizzare gli obiettivi di Parigi e la transizione verso un’economia globale a basse emissioni di carbonio.

Video: Il Parlamento europeo approva la ratificazione dell'accordo di Parigi sul clima. © Unione europea

Il Parlamento europeo approva la ratificazione dell'accordo di Parigi sul clima.

Sono stati compiuti progressi per quanto riguarda gli elementi chiave del pacchetto di Parigi, tra cui l’accesso ai finanziamenti, l’assistenza a livello tecnologico e lo sviluppo e il potenziamento delle competenze e dei processi necessari nei paesi in via di sviluppo per attuare i loro piani nazionali in materia di clima.

Attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici nell’UE

I lavori per concretizzare l’impegno dell’UE sono iniziati ancora prima della conferenza di Parigi, con una proposta di revisione del sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE, il principale strumento politico dell’UE per la riduzione delle emissioni. A complemento di tale proposta, nel luglio 2016 la Commissione ha presentato obiettivi vincolanti in materia di emissioni di gas a effetto serra per gli Stati membri per il periodo dal 2021 al 2030 per i settori dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura, dei rifiuti, dell’uso del suolo e della silvicoltura.

Le azioni ambiziose per il clima creano opportunità commerciali e aprono nuovi mercati per l’innovazione e l’impiego di tecnologie a basse emissioni di carbonio. La Commissione ha inoltre inserito l’uso del suolo e la silvicoltura nell’impegno di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030. Tali settori producono effettivamente gas a effetto serra, ma possono anche assorbire diossido di carbonio dall’atmosfera; infatti, le foreste dell’UE assorbono ogni anno l’equivalente di circa il 10 % delle emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE.

In luglio la Commissione ha pubblicato la strategia europea per la mobilità a basse emissioni, che pone le basi per l’elaborazione di misure a livello di UE riguardanti i veicoli a basse o a zero emissioni e i carburanti alternativi a basse emissioni. La strategia definisce le iniziative in programma per i prossimi anni e individua i settori in cui può essere necessario intervenire.

Sono proseguite le attività volte a rafforzare il legame tra la decarbonizzazione, la transizione a un’economia circolare, la qualità dell’aria e l’ambiente. L’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare può consentire di ridurre le emissioni annuali di gas serra del 2-4 % e ha già cominciato a produrre risultati. L’attuazione del pacchetto «Aria pulita», su cui è stato raggiunto un accordo interistituzionale nel giugno 2016, offrirà notevoli vantaggi nella lotta ai cambiamenti climatici. Il piano di investimenti per l’Europa è stato inoltre mobilitato per contribuire a realizzare il passaggio a un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, circolare e a zero emissioni di carbonio, con il 5 % del Fondo europeo per gli investimenti strategici che copre il settore dell’ambiente e dell’uso efficiente delle risorse.

Sfruttare lo slancio dell’accordo sui cambiamenti climatici di Parigi

In ottobre le parti del protocollo di Montreal, che ha introdotto con successo l’eliminazione graduale delle sostanze che riducono lo strato di ozono, hanno convenuto a Kigali, in Ruanda, di far rientrare nel suo campo di applicazione la riduzione dell’utilizzo, negli impianti di refrigerazione e condizionamento, dei gas idrofluorocarburi responsabili del riscaldamento climatico. Si tratta di un modo rapido ed economico per contribuire al conseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici prima del 2020. Con l’emendamento di Kigali i paesi sviluppati e in via di sviluppo si impegnano a limitare gradualmente il consumo e la produzione di idrofluorocarburi, cominciando dai paesi sviluppati. L’UE è leader mondiale nel limitare l’utilizzo di idrofluorocarburi. Entro il 2030 le emissioni di questi gas dovranno essere ridotte di due terzi rispetto ai livelli attuali.

Infografiche: Primo accordo globale in assoluto per contenere le emissioni del trasporto aereo internazionale

Sempre in ottobre, l’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile, con la partecipazione attiva dell’UE, ha raggiunto un accordo storico sulle emissioni di diossido di carbonio prodotte dal settore aereo. La cosiddetta misura basata sul mercato mondiale intende stabilizzare le emissioni prodotte dal trasporto aereo internazionale ai livelli del 2020 e obbligherà le compagnie aeree a compensare l’aumento delle emissioni di diossido di carbonio oltre tale soglia. Il programma dovrebbe iniziare nel 2021 con una prima fase, basata sulla partecipazione volontaria. Nella seconda fase (2027-2035) la partecipazione sarà obbligatoria, fatta eccezione per i paesi con bassi livelli di attività di trasporto aereo. Ciò significa che circa l’80 % delle emissioni necessario per conseguire l’obiettivo «zero emissioni di carbonio» a partire dal 2020 sarà compensato nel periodo 2021-2035.

L’UE e i suoi Stati membri sono stati tra i principali sostenitori dell’idea di monitorare le emissioni di gas a effetto serra nel settore marittimo. Durante la riunione di ottobre del comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’Organizzazione marittima internazionale è stato concordato un sistema globale e obbligatorio per la raccolta di dati sui consumi di carburanti delle navi. In pratica, a partire dal 2019 le navi di stazza superiore a una determinata soglia saranno tenute a registrare i loro dati sul consumo di carburante e l’efficienza energetica e trasmetterli allo Stato di bandiera.

Capitolo 4

Un mercato interno più profondo e più equo con una base industriale più solida

«In quest’era di sempre maggiore globalizzazione il mercato interno è la migliore carta a disposizione dell’Europa. Voglio quindi che la prossima Commissione costruisca sulla forza del nostro mercato unico sfruttandone appieno le potenzialità in tutte le sue dimensioni».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: La commissaria Margrethe Vestager si rivolge ai rappresentanti della stampa a seguito della decisione della Commissione che impone all'Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro di aiuti di Stato concessi illegalmente ad Apple, Bruxelles, 29 agosto 2016. © Unione europea

La commissaria Margrethe Vestager si rivolge ai rappresentanti della stampa a seguito della decisione della Commissione che impone all'Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro di aiuti di Stato concessi illegalmente ad Apple, Bruxelles, 29 agosto 2016.

Il mercato unico è una delle principali realizzazioni dell’UE e la sua migliore risorsa in tempi di crescente globalizzazione. Consentendo a persone, beni, servizi e capitali di circolare più liberamente, apre nuove opportunità per i cittadini, i lavoratori, le imprese e i consumatori creando i posti di lavoro e favorendo la crescita di cui l’UE ha urgente bisogno. Nel 2016 sono proseguiti i lavori, in linea con la strategia per il mercato unico del 2015.

In marzo la Commissione ha presentato una revisione mirata della direttiva sul distacco dei lavoratori, riguardante i lavoratori inviati dai loro datori di lavoro a lavorare temporaneamente in un altro Stato membro. In giugno la Commissione ha espresso il suo parere sulle modalità di applicazione della legislazione vigente dell’UE all’economia collaborativa. Fra le altre iniziative adottate figurano l’iniziativa «Start-up e scale-up» e la tessera professionale europea.

In aprile sono entrate in vigore nuove norme UE che hanno cambiato il modo in cui gli Stati membri e le autorità pubbliche spendono una parte considerevole dei 1 900 miliardi di euro spesi ogni anno per gli appalti pubblici.

Rafforzare la base industriale dell’UE rimane una priorità. La Commissione ha presentato proposte legislative finalizzate ad assicurare che i costruttori di automobili rispettino rigorosamente tutte le prescrizioni UE in materia di sicurezza, ambiente e produzione. Per rafforzare la competitività e la leadership tecnologica dell’industria automobilistica è stato istituito GEAR 2030, un nuovo gruppo di alto livello per rilanciare tale settore.

Una comunicazione illustra come il settore siderurgico europeo possa superare le sfide con l’aiuto dell’UE.

La Commissione ha continuato a lavorare sugli elementi costitutivi dell’unione dei mercati dei capitali, sulla base del piano d’azione del 2015.

La lotta all’elusione fiscale si è confermata un’importante priorità nel 2016. In gennaio la Commissione ha presentato un pacchetto anti-elusione, comprendente due proposte legislative che sono state adottate dal Consiglio. In aprile la Commissione ha presentato una proposta sulla rendicontazione pubblica paese per paese da parte delle società multinazionali, seguita in ottobre da un importante pacchetto di riforma dell’imposta sulle società.

Mercato unico

In giugno in una comunicazione la Commissione ha chiarito in che modo la normativa UE in vigore si applica all’economia collaborativa affrontando aspetti quali l’accesso al mercato, la responsabilità e la tutela dei consumatori.

Le norme consentono di ridurre i costi, promuovere l’innovazione, ottenere l’interoperabilità tra dispositivi e servizi diversi e aiutare le imprese ad accedere ai mercati. In giugno la Commissione ha presentato un pacchetto di iniziative volte a modernizzare e migliorare il sistema europeo di normalizzazione, alla luce degli sviluppi tecnologici, delle priorità politiche e delle tendenze globali.

Mobilità più agevole per professionisti e lavoratori

Uno degli obiettivi della strategia per il mercato unico è consentire ai cittadini europei di lavorare ovunque lo desiderino negli Stati membri. La tessera professionale europea semplifica le lente procedure che i professionisti devono espletare per ottenere l’autorizzazione a lavorare in un altro Stato membro. La tessera è stata presentata nel gennaio 2016 per cinque professioni (infermieri responsabili dell’assistenza generale, farmacisti, fisioterapisti, guide alpine e agenti immobiliari), con una possibile estensione ad altre professioni in futuro.

In marzo la Commissione ha presentato una revisione mirata della direttiva sul distacco dei lavoratori, riguardante i lavoratori inviati dai loro datori di lavoro a lavorare temporaneamente in un altro Stato membro. La revisione introduce modifiche in tre settori principali: retribuzione dei lavoratori distaccati, anche nel caso di subappalti; norme applicabili ai lavoratori tramite agenzia interinale; distacco di lunga durata.

Maggiore efficienza degli appalti pubblici

Da aprile nuove norme hanno cambiato il modo in cui le autorità pubbliche dell’Unione europea spendono una parte considerevole dei 1 900 miliardi di euro del bilancio annuale per gli appalti pubblici. La legislazione nazionale deve essere conforme alle tre direttive in materia di appalti pubblici e concessioni, che rendono la partecipazione agli appalti pubblici più facile e meno costosa per le piccole e medie imprese, garantiscono che il denaro pubblico sia utilizzato ottenendo il migliore rapporto qualità/prezzo e consentono di rispettare i principi UE della trasparenza e della concorrenza. La normativa consente inoltre di tenere conto degli aspetti ambientali, sociali e dell’innovazione.

Rafforzare la base industriale dell’UE

Nel corso del mese di aprile la Commissione ha proposto una serie di misure per sostenere e collegare le iniziative nazionali per la digitalizzazione dell’industria e dei servizi connessi e per stimolare gli investimenti.

In giugno è stata istituita una piattaforma UE di specializzazione intelligente per la modernizzazione industriale per sostenere la cooperazione tra regioni, cluster di imprese, reti di imprese e partner industriali e per elaborare ambiziosi progetti di investimento che possano beneficiare dei programmi europei, del piano di investimenti per l’Europa e di finanziamenti privati.

Sono stati introdotti metodi di prova più efficaci e realistici per misurare le emissioni di ossido di azoto e di diossido di carbonio delle autovetture. La Commissione ha inoltre presentato proposte legislative per rivedere il sistema di immissione dei veicoli sul mercato. Il regolamento proposto mira a rendere più indipendenti le prove sui veicoli, ad intensificare i controlli sui veicoli in circolazione e ad introdurre una maggiore supervisione dell’UE.

Infografiche: Appalti pubblici nell’UE

In luglio la Commissione ha pubblicato la strategia europea per la mobilità a basse emissioni al fine di sviluppare misure di portata europea per veicoli a basse o a zero emissioni e carburanti alternativi a basse emissioni.

Immagine: Il commissario Günther Oettinger esamina una macchina alla fiera di Hannover, Germania, 25 aprile 2016. © Unione europea/Deutsche Messe

Il commissario Günther Oettinger esamina una macchina alla fiera di Hannover, Germania, 25 aprile 2016.

Per aiutare l’industria automobilistica europea a rimanere competitiva e a rispondere alle sfide del futuro è stato istituito GEAR 2030, un nuovo gruppo di alto livello per l’industria automobilistica incaricato di lavorare sulle sfide del futuro, come la guida automatizzata, le automobili connesse e i veicoli a emissioni zero.

L’industria siderurgica rappresenta l’1,3 % del prodotto interno lordo dell’UE e svolge un ruolo significativo per molti altri settori, come quello automobilistico. Nonostante i notevoli sforzi compiuti nell’innovazione e nell’ammodernamento, la posizione competitiva dell’UE sul mercato mondiale dell’acciaio è peggiorata negli ultimi anni. L’eccesso di produzione in paesi terzi come la Cina ha dato luogo a una serie di pratiche commerciali sleali che distorcono il mercato mondiale. In marzo la Commissione ha presentato una comunicazione che affronta i gravi problemi del settore. La Commissione agirà su diversi fronti, ad esempio istituendo misure antidumping provvisorie, adottando un sistema di vigilanza preventiva per i prodotti siderurgici, mettendo a disposizione fondi per sostenere la modernizzazione dell’industria siderurgica e promuovendo una manodopera altamente qualificata.

Immagine: La commissaria Elżbieta Bieńkowska scopre le tecnologie sviluppate dall'Istituto Fraunhofer di optronica, tecnologie di sistema ed elaborazione delle immagini alla fiera di Hannover, Germania, 25 aprile 2016. © Unione europea/Deutsche Messe

La commissaria Elżbieta Bieńkowska scopre le tecnologie sviluppate dall'Istituto Fraunhofer di optronica, tecnologie di sistema ed elaborazione delle immagini alla fiera di Hannover, Germania, 25 aprile 2016.

Tutela della proprietà intellettuale

La strategia per il mercato unico ha messo in rilievo il ruolo della tutela della proprietà intellettuale per la promozione dell’innovazione e della creatività, che genera posti di lavoro e accresce la competitività.

La Commissione ha avviato una valutazione del quadro giuridico attuale in materia di applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. La strategia della Commissione consiste nel garantire che le misure e i mezzi di ricorso siano idonei allo scopo, in particolare oltre frontiera e online, focalizzando l’attenzione sulle violazioni su scala commerciale e adottando l’approccio «segui il denaro», volto a privare i trasgressori su scala commerciale dei flussi di entrate, anziché perseguire singoli individui. Nel mese di giugno, con il sostegno della Commissione, le piattaforme Internet, i proprietari di marchi e le associazioni di categoria hanno firmato un accordo volontario per fermare la vendita online di prodotti contraffatti.

Anche le imprese dell’UE beneficiano della riforma dei marchi, entrata in vigore nel mese di marzo per rendere la protezione dei marchi dell’UE più accessibile per le imprese dell’UE grazie alla riduzione dei costi, a prescrizioni normative moderne per il deposito di nuovi tipi di marchi, tempi di registrazione più brevi e strumenti più efficaci di lotta contro la contraffazione.

In novembre, sostenuta con determinazione dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, la Commissione ha pubblicato un chiarimento di alcune disposizioni della direttiva sulle biotecnologie, attestante che i prodotti derivanti da procedimenti essenzialmente biologici non sono brevettabili.

Fornire servizi migliori agli utenti del trasporto ferroviario

Video: Il quarto pacchetto ferroviario. © Unione europea

Il quarto pacchetto ferroviario.

Il Parlamento e il Consiglio hanno concordato in aprile misure per rendere più innovativo e competitivo il trasporto ferroviario dell’UE. Il quarto pacchetto ferroviario aprirà progressivamente alla concorrenza i mercati del trasporto ferroviario nazionale di passeggeri, favorendo l’emergere di nuovi modelli imprenditoriali e una scelta più ampia per i consumatori (maggiore frequenza, migliori servizi e tariffe inferiori).

Rafforzare i porti

Infografiche: Porti marittimi migliori per un’economia più solida

In giugno il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo su un quadro comune europeo per i porti marittimi. Il regolamento sui porti garantirà la trasparenza finanziaria e l’utilizzo ottimale delle risorse, accordando più fiducia agli investitori, garantendo una concorrenza leale e promuovendo gli investimenti. Con maggiori investimenti si potranno creare più posti di lavoro e aumentare la prosperità. Attualmente il settore impiega direttamente 469 000 persone e contribuisce a mantenere 3 milioni di posti di lavoro. Il regolamento intende garantire l’elevata qualità dei servizi forniti nei porti dell’UE e conferire loro maggiore autonomia, ad esempio nella definizione dei diritti d’uso delle infrastrutture.

Immagine: Il commissario Pierre Moscovici visita i servizi doganali del porto di Rotterdam con Eric Wiebes, segretario di Stato alle Finanze dei Paesi Bassi, Rotterdam, Paesi Bassi, 31 maggio 2016. © Unione europea

Il commissario Pierre Moscovici visita i servizi doganali del porto di Rotterdam con Eric Wiebes, segretario di Stato alle Finanze dei Paesi Bassi, Rotterdam, Paesi Bassi, 31 maggio 2016.

Una concorrenza senza distorsioni

La politica di concorrenza contribuisce al corretto funzionamento del mercato unico, nel quale le società competono sulla base dei propri meriti e l’efficienza è trasferita ai consumatori dell’UE. Le imprese sane, che affrontano una forte concorrenza sui mercati nazionali, sono meglio attrezzate per competere sul mercato globale.

La lotta contro i cartelli è uno dei modi per mantenere una concorrenza forte. In luglio la Commissione ha accertato che cinque costruttori di camion avevano concluso accordi collusivi per 14 anni in materia di fissazione dei prezzi e sul trasferimento dei costi per conformarsi a norme più rigorose in materia di emissioni. A tali imprese sono state inflitte ammende record pari a 2,9 miliardi di euro.

Le norme antitrust garantiscono inoltre che il comportamento di un’impresa in posizione dominante non provochi distorsioni della concorrenza su un determinato mercato. Nel corso dell’anno la Commissione ha effettuato tre inchieste nei confronti di Google per presunto abuso di posizione dominante.

Nel 2016 l’attento monitoraggio degli aiuti di Stato ha promosso la competitività e l’innovazione. L’obiettivo del monitoraggio consisteva nell’evitare che fosse concesso denaro pubblico a imprese in difficoltà e consentire lo sviluppo di un numero maggiore di imprese innovative.

La Commissione ha anche pubblicato una comunicazione sul campo di applicazione del controllo UE sugli aiuti di Stato, che consentirà alle autorità pubbliche e alle imprese di stabilire quando le misure di sostegno pubblico non costituiscono aiuti di Stato e non sono soggette alle norme sugli aiuti di Stato.

In gennaio la Commissione ha concluso che il Belgio ha violato le norme UE sugli aiuti di Stato concedendo a una serie di multinazionali significativi vantaggi fiscali per un valore di almeno 700 milioni di euro e creando una situazione sfavorevole per i concorrenti di dimensioni inferiori e non multinazionali. Almeno 35 multinazionali, prevalentemente dell’UE, sono ora tenute a restituire le imposte non versate al Belgio. In agosto la Commissione ha stabilito che l’Irlanda ha concesso indebiti vantaggi fiscali per un totale di 13 miliardi di euro ad Apple, l’equivalente di una cospicua sovvenzione non disponibile per altre imprese. Alla fine dell’anno erano ancora in corso altri tre casi, riguardanti il trattamento fiscale applicato dal Lussemburgo nei confronti di Amazon, McDonald’s e GDF Suez (Engie).

Uno degli obiettivi perseguiti dalla Commissione con l’applicazione della normativa sulla concorrenza è quello di impedire che le concentrazioni possano danneggiare i mercati competitivi. La maggior parte delle concentrazioni notificate nel 2016 non crea problemi sotto il profilo della concorrenza ed è stata approvata dopo i controlli di routine. Tuttavia, nel mese di maggio la Commissione ha deciso di vietare il progetto di acquisizione di Telefónica UK da parte di Hutchison, nutrendo forti preoccupazioni per il fatto che i clienti delle reti mobili nel Regno Unito, in seguito al rilevamento, avrebbero dovuto pagare prezzi più elevati per una scelta meno ampia e che l’operazione avrebbe nuociuto all’innovazione nel settore della telefonia mobile.

Trasparenza e lotta contro l’elusione fiscale

In gennaio la Commissione ha adottato un pacchetto anti-elusione, che invita gli Stati membri ad adottare una posizione più forte e coordinata contro le imprese che cercano di evitare di pagare la loro giusta quota di tasse e ad applicare le norme internazionali contro l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili. Le principali caratteristiche delle proposte sono:

  • misure giuridicamente vincolanti per bloccare i metodi più comunemente impiegati dalle imprese per evitare il pagamento delle imposte (la proposta di direttiva anti-elusione);
  • una proposta sulla rendicontazione paese per paese tra le autorità fiscali degli Stati membri delle informazioni di natura fiscale sulle multinazionali che operano nell’UE (modifica della direttiva sulla cooperazione amministrativa);
  • una raccomandazione di misure contro l’abuso dei trattati fiscali;
  • azioni volte a promuovere la buona governance internazionale, compresa una nuova procedura dell’UE per catalogare i paesi terzi che si rifiutano di rispettare le regole.

La direttiva anti-elusione è stata approvata dal Consiglio nel mese di luglio. Gli Stati membri devono recepire le norme nella loro legislazione entro la fine del 2018 e applicarle a partire dal gennaio 2019. Le nuove norme sulla rendicontazione paese per paese tra le autorità fiscali sono state concordate dal Consiglio nel mese di marzo e gli Stati membri devono recepirle nel diritto nazionale entro la metà del 2017.

Video: Giustizia fiscale: la Commissione presenta nuove misure contro l'evasione fiscale delle imprese. © Unione europea

Giustizia fiscale: la Commissione presenta nuove misure contro l'evasione fiscale delle imprese.

Sono stati firmati accordi con Andorra e Monaco in base ai quali, a partire dal 2018, gli Stati membri dell’UE e i due paesi limitrofi procederanno a uno scambio automatico di informazioni sui conti finanziari dei rispettivi residenti.

In aprile la Commissione ha proposto che le grandi imprese multinazionali attive nel mercato unico dell’UE e con un fatturato superiore a 750 milioni di euro debbano rendere pubblico l’importo versato a titolo di imposta sul reddito delle società, con una ripartizione per paese. La regolamentazione proposta assicurerà una maggiore trasparenza dell’imposta sulle società e consentirà ai cittadini di valutare le strategie fiscali delle imprese multinazionali e il loro contributo al benessere sociale.

Immagine: Il commissario Jonathan Hill (2014-2016) delinea le proposte sulla trasparenza fiscale pubblica al Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 12 aprile 2016. © Unione europea

Il commissario Jonathan Hill (2014-2016) delinea le proposte sulla trasparenza fiscale pubblica al Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 12 aprile 2016.

Sempre ad aprile la Commissione ha presentato un pacchetto di misure volte a modernizzare l’IVA nell’UE. Il piano d’azione è il primo passo verso uno spazio unico europeo dell’IVA in grado di contrastare le frodi, sostenere le imprese e aiutare l’economia digitale e il commercio elettronico.

In luglio la Commissione ha presentato le prossime tappe per promuovere la trasparenza fiscale e la lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale a livello UE e internazionale. Le iniziative erano intese a colmare le lacune esistenti nel quadro fiscale che consentono abusi fiscali transfrontalieri e flussi finanziari illeciti.

In settembre la Commissione ha presentato un «quadro di valutazione degli indicatori» (economici, finanziari, fiscali, di stabilità e buon governo) per aiutare gli Stati membri a individuare le giurisdizioni extra-UE da considerare in via prioritaria per il controllo nel processo di compilazione dell’elenco comune dell’UE. Gli Stati membri hanno compiuto notevoli progressi nell’elaborazione di un primo elenco comune UE delle giurisdizioni extra-UE che si rifiutano di rispettare le norme internazionali di buona governance in materia fiscale.

In ottobre la Commissione ha adottato un importante pacchetto di riforma dell’imposta sulle società, che comprende tre nuove proposte: creare un sistema fiscale più moderno e più equo per le imprese; colmare le lacune esistenti tra gli Stati membri dell’UE e i paesi terzi; stabilire norme per la risoluzione delle controversie per mitigare i problemi di doppia imposizione per le imprese.

Più concretamente, il pacchetto comprendeva il rilancio della base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società, che trasformerà le modalità di tassazione delle imprese nel mercato unico e garantirà un regime di imposta sulle società più equo, più competitivo e più favorevole alla crescita. La base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società contiene altresì nuovi importanti elementi volti a migliorare la sua capacità di lottare contro l’elusione fiscale e promuovere la crescita.

La Commissione ha anche proposto un sistema migliore per risolvere le controversie in materia di doppia imposizione nell’UE, adattando gli attuali meccanismi di risoluzione delle controversie al fine di soddisfare meglio le esigenze delle imprese per le quali la doppia imposizione costituisce un serio ostacolo.

Il pacchetto di riforma dell’imposta sulle società include anche una proposta per estendere le regole già concordate all’interno dell’UE in materia di disallineamenti da ibridi a quelli che coinvolgono paesi terzi.

Mercati finanziari che funzionano per i consumatori

Le società finanziarie dovrebbero sfruttare al massimo le economie di scala in un mercato dell’UE veramente integrato, in cui i servizi online offrono nuove opportunità e soluzioni innovative.

Gli Stati membri avrebbero dovuto attuare la direttiva sul credito ipotecario entro marzo 2016. Alla fine dell’anno 19 Stati membri avevano pienamente attuato la direttiva. Le nuove regole consentiranno ai consumatori che acquistano un immobile o contraggono un prestito garantendolo con un’ipoteca sulla loro abitazione di essere adeguatamente informati e tutelati contro i rischi. La direttiva dovrebbe promuovere la concorrenza sui mercati dei prestiti ipotecari e offrire nuove opportunità commerciali per i prestatori e gli intermediari, determinando in futuro una riduzione dei costi che apporta vantaggi diretti ai consumatori.

Entro settembre gli Stati membri avrebbero inoltre dovuto attuare la direttiva sui conti di pagamento, che crea un diritto per tutti i consumatori di accedere a servizi di conto di pagamento di base, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria. Solo 14 Stati membri (Austria, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito e Ungheria) avevano completato l’attuazione entro la fine dell’anno. La Finlandia e la Francia hanno notificato misure di recepimento parziale della direttiva nella legislazione nazionale.

Costruire l’unione dei mercati dei capitali

La Commissione ha continuato a costruire l’unione dei mercati dei capitali, sulla base del piano d’azione sull’unione dei mercati dei capitali adottato nel 2015. Essa ha presentato una comunicazione relativa a un’attuazione più rapida del piano d’azione e alla definizione di ulteriori priorità, tra cui un prodotto pensionistico individuale paneuropeo.

La prima misura, che è entrata in vigore nell’aprile 2016, rende gli investimenti nelle infrastrutture più attraenti per le compagnie di assicurazione, che sono in grado di fornire i finanziamenti a lungo termine necessari.

In luglio la Commissione ha proposto di modificare la legislazione esistente per favorire un aumento della diffusione dei fondi europei per il venture capital e dei fondi europei per l’imprenditoria sociale, rendendo l’investimento nelle piccole imprese in crescita più facile e più interessante per gli investitori privati.

In settembre la Commissione ha annunciato una strategia di più ampio respiro in materia di finanziamento sostenibile per integrare gli investimenti nelle tecnologie pulite. Nel corso del mese di novembre la Commissione ha messo a disposizione 300 milioni di euro di coinvestimenti in fondi di fondi di capitale di rischio paneuropei su larga scala. Questo contribuirà a rafforzare la capacità del settore del venture capital dell’UE di offrire rendimenti interessanti agli investitori istituzionali e di ampliare la portata delle sue attività a un più ampio gruppo di Stati membri.

Sempre a novembre la Commissione ha presentato una proposta legislativa sulla ristrutturazione delle imprese e sulla «seconda opportunità». La proposta mira a consentire agli imprenditori onesti di avere una seconda opportunità dopo il fallimento, contribuendo a creare un clima imprenditoriale dinamico e a promuovere l’innovazione.

Capitolo 5

Un’unione economica e monetaria più profonda e più equa

«Nel prossimo quinquennio voglio proseguire la riforma dell’unione economica e monetaria per salvaguardare la stabilità della nostra moneta unica e aumentare, tra gli Stati membri che la condividono, la convergenza delle politiche economiche, di bilancio e del mercato del lavoro».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, durante un'intervista alla Borsa di New York, Stati Uniti, 5 ottobre 2016. © Unione europea

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, durante un'intervista alla Borsa di New York, Stati Uniti, 5 ottobre 2016.

L’integrazione economica, che si ottiene grazie a un’unione economica e monetaria completa, apporta all’economia dell’UE nel suo complesso e alle economie dei singoli Stati membri i benefici di una più ampia dimensione, di una maggiore efficienza interna e di una maggiore solidità. Tutto ciò si traduce in stabilità economica, crescita e occupazione, a tutto vantaggio dei cittadini europei. Sebbene vi sia ancora molto da fare, le iniziative intraprese dalla Commissione europea nel 2016 hanno permesso di procedere speditamente verso il completamento dell’unione economica e monetaria.

Le imprese più ardue sono ancora ridurre maggiormente il numero di persone esposte al rischio di esclusione sociale e confermare la progressiva tendenza al calo della disoccupazione. Quest’ultima, nella zona euro, pur registrando livelli ancora troppo elevati, ha raggiunto in novembre il minimo storico dopo sette anni, con un tasso del 9,8 %.

L’UE ha proseguito inoltre il suo cammino verso il completamento dell’unione bancaria, un elemento essenziale dell’unione economica e monetaria.

Nel corso del 2016 sono stati compiuti progressi anche in materia di semplificazione delle procedure del semestre europeo, il ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’ambito dell’UE. Le raccomandazioni adottate nel corso del processo del semestre 2016 forniscono orientamenti per tutti gli Stati membri e per la zona euro nel suo insieme, mirano a promuovere le politiche e le riforme che creano più posti di lavoro, aumentano l’equità sociale e la convergenza e stimolano la crescita sostenendo strategie di investimento.

Il ciclo del semestre europeo 2017 è stato avviato a metà novembre. La Commissione ha invitato nuovamente gli Stati membri a raddoppiare i loro sforzi per rispettare i principi del «triangolo virtuoso»: rilanciare gli investimenti, proseguire le riforme strutturali e garantire politiche di bilancio responsabili concentrandosi, al contempo, su un rapporto equo e giusto tra individuo e società e sul conseguimento di una crescita più inclusiva.

Controllare gli aiuti di Stato e garantire condizioni eque di concorrenza

Il controllo degli aiuti di Stato ricopre un ruolo importante nel garantire parità di condizioni all’interno dell’unione bancaria. Dall’inizio della crisi finanziaria nel 2008, 113 banche nell’UE, che in termini di attività rappresentano il 30 % circa del sistema bancario dell’UE, sono state ristrutturate applicando la condizionalità sugli aiuti di Stato perché hanno ricevuto denaro pubblico. Gli Stati membri hanno sostenuto le banche iniettando capitali per 655,3 miliardi di euro (pari al 4,5 % del prodotto interno lordo dell’UE nel 2015) e fornendo 1 293,1 miliardi di euro, ossia il 9,2 % del prodotto interno lordo, in garanzie e altri strumenti di sostegno alla liquidità. L’aiuto è stato concesso per garantire i risparmi dei cittadini, evitare fallimenti incontrollati e impedire il crollo del sistema bancario di tutto il continente che ne poteva seguire. Da allora, la maggior parte delle banche che hanno ricevuto aiuti nel corso della crisi ha ripristinato la redditività dopo aver attuato una parte considerevole dei loro piani di ristrutturazione. Quelle il cui modello imprenditoriale non presentava possibilità di riparazione (42 su 113) sono state liquidate in modo ordinato.

Infografiche: Il semestre europeo: un nuovo approccio alle raccomandazioni specifiche per paese

In luglio la Commissione ha concluso l’indagine antitrust sui credit default swap rendendo vincolanti gli impegni della società di servizi e informazioni finanziarie Markit e della International Swaps and Derivatives Association che, per un periodo di dieci anni, concederanno licenze relative a dati essenziali e diritti di proprietà a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie. Questa misura contribuirà a rendere la negoziazione dei credit default swap più sicura e meno onerosa per gli investitori.

In marzo la Commissione aveva pubblicato un parere preliminare secondo il quale il regolamento di esenzione per categoria nel settore delle assicurazioni non avrebbe dovuto essere prorogato. In dicembre, a seguito di una valutazione d’impatto, tale posizione preliminare è stata approvata. Il regolamento decadrà nel marzo 2017.

Secondo la Banca centrale europea, nel 2014 i pagamenti tramite carta rappresentavano il 46 % dei pagamenti elettronici nell’UE. Le commissioni interbancarie multilaterali, sancite da convenzioni bancarie collettive e imposte ai rivenditori al dettaglio che accettano carte di pagamento, possono tradursi in prezzi più elevati per i consumatori. Il problema è stato risolto con il regolamento sulle commissioni interbancarie, entrato in vigore alla fine del 2015, che ha fissato i limiti di tali commissioni a livelli competitivi. Un secondo insieme di norme del regolamento è entrato in vigore a giugno 2016, rendendo più trasparenti i costi di pagamento per i dettaglianti e i consumatori e consentendo loro di operare scelte efficienti.

Parallelamente, la Commissione ha proseguito i procedimenti antitrust contro le commissioni interbancarie multilaterali convenute da Visa e MasterCard sulle transazioni interregionali, che non sono disciplinate dal regolamento sulle commissioni interbancarie. Le commissioni interbancarie interregionali sono commissioni che gli esercenti dell’UE pagano quando accettano pagamenti effettuati con carte emesse al di fuori dello Spazio economico europeo.

In giugno il Tribunale ha confermato le conclusioni della Commissione secondo le quali il «Groupement des cartes bancaires» (il gruppo che gestisce il sistema di carte di pagamento «CB» in Francia) ha limitato la concorrenza sul mercato francese dell’emissione di carte bancarie ostacolando l’accesso a nuovi operatori. La sentenza del Tribunale può essere impugnata.

Nuovi comitati per rafforzare il processo di approfondimento

La governance economica dell’UE è stata rafforzata con l’istituzione di un Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche indipendente. Il Comitato è entrato in esercizio a novembre 2016 in attuazione della proposta contenuta nella relazione dei cinque presidenti (un documento preparato dal presidente della Commissione europea in collaborazione con i presidenti del Parlamento europeo, della Banca centrale europea, dell’Eurogruppo e del vertice euro) e sulla base della decisione della Commissione di ottobre 2015. Il ruolo del Comitato è valutare l’attuazione del quadro di bilancio dell’UE e fornire consulenza alla Commissione sull’orientamento di bilancio appropriato per la zona euro nel suo complesso. Il Comitato collabora anche con i consigli nazionali per le finanze pubbliche degli Stati membri e fornisce pareri tecnici su richiesta del presidente Juncker.

Immagine: Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, incontra Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, Bruxelles, 8 giugno 2016. © Unione europea

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, incontra Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, Bruxelles, 8 giugno 2016.

Il Comitato è indipendente ed è composto da esperti di fama internazionale, nominati dopo aver consultato gli Stati membri, i consigli nazionali per le finanze pubbliche e la Banca centrale europea, con il compito di fornire pareri indipendenti nei rispettivi campi di specializzazione.

A settembre, attuando un altro aspetto della relazione dei cinque presidenti, il Consiglio ha raccomandato agli Stati membri della zona euro di istituire o indicare comitati nazionali per la produttività. Tali comitati dovrebbero analizzare gli sviluppi e le politiche nel campo della produttività e della competitività e contribuire ad attuare le riforme necessarie a livello nazionale. In questo modo potranno favorire una crescita economica sostenuta e la convergenza. I comitati dovranno pubblicare regolarmente relazioni sulle loro analisi.

Unione bancaria

L’UE ha proseguito il suo cammino verso il completamento dell’unione bancaria, un elemento essenziale di un’unione economica e monetaria resiliente e dinamica. L’unione bancaria è stata concepita per garantire che le banche della zona euro siano più solide e meglio controllate: si potranno risolvere eventuali problemi più facilmente e senza utilizzare il denaro dei contribuenti.

In gennaio è diventato pienamente operativo il meccanismo di risoluzione unico, un’altra pietra angolare dell’unione bancaria. Il meccanismo di risoluzione unico è un complemento essenziale del meccanismo di vigilanza unico, gestito dalla Banca centrale europea e volto a una maggiore integrazione della vigilanza bancaria e della gestione delle crisi nell’ambito dell’unione bancaria. Il meccanismo di risoluzione unico rafforza la resilienza del sistema finanziario e contribuisce a evitare crisi future nell’unione bancaria facendo in modo che la risoluzione delle banche in dissesto avvenga in modo efficace e nei tempi previsti.

Sono proseguiti anche i negoziati in Parlamento e al Consiglio sul sistema europeo di assicurazione dei depositi (il terzo pilastro dell’unione bancaria), che si basa sui sistemi nazionali di garanzia dei depositi esistenti. Il sistema europeo di assicurazione dei depositi finanziato dalle banche dovrebbe fornire ai risparmiatori di tutta l’UE un’ulteriore rete di sicurezza poiché dovrebbe migliorare la condivisione dei rischi nel settore bancario all’interno di un pool di istituzioni più vasto e dovrebbe ridurre la vulnerabilità agli shock locali di grande portata.

In parallelo ai lavori sul sistema europeo di assicurazione dei depositi, gli Stati membri hanno riconosciuto che i problemi ancora irrisolti richiederanno l’adozione di altre misure per quanto riguarda la riduzione e la condivisione dei rischi nel settore finanziario. Le norme proposte dalla Commissione in materia di capacità totale di assorbimento delle perdite sono intese a garantire che siano i creditori, e non i contribuenti, a pagare per i problemi delle banche.

Video: L'ultimo pilastro dell'unione bancaria: la costruzione di un fondo per mettere al sicuro i risparmi. © Unione europea

L'ultimo pilastro dell'unione bancaria: la costruzione di un fondo per mettere al sicuro i risparmi.

Alla fine del 2016 la maggior parte degli Stati membri aveva inoltre recepito e attuato nel proprio diritto nazionale le disposizioni giuridiche pertinenti del codice unico europeo, garantendo una regolamentazione più coerente e una vigilanza di elevata qualità nell’unione bancaria. Tutti gli Stati membri, tranne otto, avevano adottato la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche che istituisce una serie di strumenti migliori e armonizzati per gestire le crisi bancarie, mentre 20 Stati membri avevano pienamente attuato la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi, garantendo in tal modo la protezione dei risparmi dei cittadini dell’Unione in tali Stati membri.

Mercati finanziari

Gli indici di riferimento, tecnicamente detti benchmark, sono fondamentali per il funzionamento del mercato finanziario. Il regolamento sugli indici di riferimento, che è entrato in vigore nel mese di giugno, ne migliora il funzionamento e la governance e garantisce che non siano soggetti a manipolazioni. Le nuove norme contribuiranno a tutelare gli investitori e i consumatori.

In novembre la Commissione ha proposto nuove norme per i principali attori del mercato finanziario per garantire che le controparti centrali e le autorità nazionali nell’UE dispongano dei mezzi per reagire con prontezza e decisione in situazione di crisi. Le controparti centrali agiscono in qualità di controparte di entrambi i contraenti di un’operazione finanziaria. L’obiettivo principale della proposta è garantire che in caso di dissesto le funzioni essenziali delle controparti centrali siano preservate, mantenendo nel contempo la stabilità finanziaria ed evitando che i costi connessi alla ristrutturazione e alla risoluzione ricadano sui contribuenti.

Nello stesso mese, la Commissione ha proposto modifiche al regolamento e alla direttiva sui requisiti patrimoniali, che fissano rispettivamente requisiti prudenziali per gli enti e disposizioni in materia di gestione e vigilanza. Ha inoltre proposto la modifica della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche e del regolamento sul meccanismo di risoluzione unico, che stabiliscono norme in materia di risanamento e risoluzione delle banche in dissesto e istituiscono il meccanismo di risoluzione unico. Le modifiche prevedono misure volte a rafforzare la resilienza del settore bancario dell’UE e aumentare in tal modo la fiducia dei mercati.

Garantire che tutto funzioni

Nel corso dell’anno, in riferimento al quadro normativo dell’UE in materia di servizi finanziari, la Commissione ha annunciato il seguito che intende dare alle principali conclusioni e alle fasi successive risultanti dall’invito a presentare contributi. Tale invito è un’iniziativa destinata a raccogliere le opinioni dei soggetti interessati e a indagare l’effetto cumulativo delle attuali norme finanziarie e la loro interazione. La Commissione intende concentrarsi, tra l’altro, sull’eliminazione di inutili vincoli normativi in materia di finanziamenti bancari e di finanziamento delle piccole e medie imprese e sul miglioramento della proporzionalità delle norme nel settore bancario, nei mercati dei derivati, nei servizi di gestione patrimoniale e di assicurazione nonché nel rating del credito. Altre misure, alcune delle quali sono già state proposte, ridurranno gli oneri normativi eccessivi e ingiustificati per il settore finanziario dell’Unione, come le prescrizioni in materia di relazioni periodiche alle autorità di vigilanza e di informativa al pubblico. La Commissione intende rendere le norme più coerenti e lungimiranti e porre rimedio alle interazioni incoerenti e alle lacune del quadro normativo dell’UE.

Consultazione pubblica sul pilastro europeo dei diritti sociali

In marzo la Commissione ha presentato una prima stesura di massima di quello che sarà il pilastro europeo dei diritti sociali. Come affermato dal presidente Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione del settembre 2015, «dobbiamo intensificare i lavori per un mercato del lavoro equo e veramente paneuropeo. […] Nel quadro di tali sforzi, voglio sviluppare un pilastro europeo dei diritti sociali, che tenga conto delle mutevoli realtà delle società europee e del mondo del lavoro e che possa fungere da bussola per una rinnovata convergenza nella zona euro». Nel suo discorso del 2016, il presidente Juncker ha rinnovato il suo impegno per la costituzione del pilastro europeo dei diritti sociali, affermando che l’UE non è abbastanza sociale e che la Commissione continuerà a prodigarsi con energia ed entusiasmo per cambiare tale situazione.

Infografiche: Pilastro europeo dei diritti sociali: tre priorità

Il pilastro individuerà una serie di principi essenziali in materia di accesso all’occupazione, condizioni di lavoro e protezione sociale, prestando particolare attenzione alle nuove sfide quali l’invecchiamento, la globalizzazione, le trasformazioni tecnologiche e la divergenza sociale all’interno dell’unione economica e monetaria.

Nel corso del 2016 la Commissione ha avviato un dibattito con le altre istituzioni dell’UE e con le autorità nazionali, le parti sociali, la società civile, il mondo accademico e i cittadini sul contenuto del pilastro e sul ruolo che può ricoprire sulla strada verso un’unione economica e monetaria più profonda e più equa. I risultati di questo dibattito sfoceranno in un’iniziativa che sarà pubblicata nella primavera del 2017.

Il pilastro dovrebbe basarsi sulle norme sociali dell’UE, integrandole, allo scopo di orientare le politiche in una serie di settori essenziali per il buon funzionamento e l’equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale. Una volta definito, il pilastro diventerà un quadro di riferimento per vagliare la situazione occupazionale e sociale degli Stati membri partecipanti e indirizzare le riforme a livello nazionale e, più specificamente, per fungere da bussola per orientare il rinnovato processo di convergenza all’interno della zona euro.

Un nuovo inizio per il dialogo sociale

In giugno la Commissione ha firmato una dichiarazione sul tema «Un nuovo inizio per il dialogo sociale», in collaborazione con la presidenza olandese del Consiglio dell’Unione europea e le parti sociali europee a livello intersettoriale (BusinessEurope, la Confederazione europea dei sindacati, l’Unione europea dell’artigianato e delle piccole e medie imprese e il Centro europeo dei datori di lavoro e delle imprese che forniscono servizi pubblici). La dichiarazione è parte del nuovo inizio per il dialogo sociale avviato dal presidente Juncker in occasione di una conferenza ad alto livello tenutasi nel marzo 2015, unitamente alle parti sociali europee, nazionali e settoriali e con le altre istituzioni dell’UE.

La dichiarazione sottolinea l’importanza fondamentale del dialogo sociale europeo come elemento del processo di definizione delle politiche occupazionali e sociali dell’UE.

La Commissione continuerà a coinvolgere le parti sociali sia nell’elaborazione delle politiche e della legislazione dell’UE sia nella governance economica e nel semestre europeo. Gli Stati membri, dal canto loro, hanno convenuto uno stretto coinvolgimento delle parti sociali nell’elaborazione e nell’attuazione delle riforme e delle politiche; inoltre, si sono impegnati per un miglioramento del dialogo a livello nazionale. Gli Stati membri si sono impegnati anche a coinvolgere le parti sociali nazionali in tutto il processo del semestre europeo allo scopo di contribuire all’efficace attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese.

Video: Il semestre europeo: lo strumento per garantire che tutti gli Stati siano in carreggiata. © Unione europea

Il semestre europeo: lo strumento per garantire che tutti gli Stati siano in carreggiata.

La strategia Europa 2020, il semestre europeo e il capitale umano

I lavoratori qualificati sono uno dei principali motori di crescita economica, di competitività e di occupazione a lungo termine. Questo stretto rapporto è stato particolarmente sottolineato nella comunicazione della Commissione «Migliorare e modernizzare l’istruzione». L’UE fa assegnamento sulla qualità del capitale umano per competere nell’economia globale. Investire nelle persone per mezzo di sistemi di istruzione e formazione efficienti e ad alto rendimento è una condizione indispensabile per la prosperità a lungo termine. La forza lavoro altamente qualificata nell’UE stimola la ricerca e lo sviluppo e traduce le nuove idee in innovazione. Le conoscenze e le capacità acquisite durante il percorso scolastico e di studi contribuiscono a garantire un’occupazione e un reddito stabile, riducendo il rischio di povertà e di esclusione sociale.

Le riforme dei sistemi di istruzione e formazione sono quindi una priorità elevata nella maggior parte degli Stati membri e occupano un posto di primo piano nel semestre europeo 2016. Sono 21 gli Stati membri che hanno ricevuto una raccomandazione specifica per paese nel settore dell’istruzione e della formazione.

Capitolo 6

Un accordo realistico ed equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti

«Sotto la mia presidenza la Commissione negozierà con gli Stati Uniti d’America un accordo commerciale realistico e equilibrato, in uno spirito di reciproco beneficio e di trasparenza. […] Da presidente della Commissione sarò tuttavia anche inequivocabile nell’indisponibilità a immolare sull’altare del libero scambio le norme europee in materia di sicurezza, salute, protezione sociale e protezione dei dati oppure la nostra diversità culturale».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Il presidente degli Stati Uniti, Barack  Obama, ed il presidente della Commissione europea, Jean‑Claude Juncker, ad una conferenza stampa congiunta al vertice NATO tenutosi a Varsavia l’8 luglio 2016. © Unione europea

Il presidente degli Stati Uniti, Barack  Obama, ed il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ad una conferenza stampa congiunta al vertice NATO tenutosi a Varsavia l’8 luglio 2016.

L’apertura degli scambi rafforza l’economia europea e crea posti di lavoro, consente di offrire ai consumatori dell’UE una scelta più ampia e di rafforzare il loro potere d’acquisto e aiuta le imprese a competere sui mercati esteri.

Nel 2016 le esportazioni verso paesi terzi hanno sostenuto oltre 31 milioni di posti di lavoro nell’UE.

Il rapporto economico tra UE e Stati Uniti è il più grande a livello mondiale: ogni giorno si registrano scambi di beni e servizi per un valore di 2 miliardi di euro, quindi ogni barriera commerciale e di investimento rimossa potrebbe determinare significativi vantaggi economici.

Raggiungere un accordo sul partenariato transatlantico su commercio e investimenti, una delle dieci priorità della Commissione europea, non è tuttavia un obiettivo da conseguire a qualsiasi costo. L’UE tutelerà l’indipendenza delle autorità di regolamentazione, il principio di precauzione e il diritto dei governi di legiferare per proteggere la popolazione e l’ambiente.

L’UE è pronta ad avviare un dialogo con la nuova amministrazione degli Stati Uniti dopo la pausa naturale dei negoziati successiva alle elezioni presidenziali di novembre.

Per tutto il 2016 l’UE si è adoperata per preservare il sistema commerciale globale e per garantire che continuasse ad adeguarsi ai rapidi cambiamenti a livello mondiale. L’UE ha svolto un ruolo attivo in seno all’Organizzazione mondiale del commercio al fine di mantenere l’economia globale aperta agli scambi rispecchiando e rispettando le esigenze e le preoccupazioni dei paesi in via di sviluppo. La politica commerciale dell’UE ha cercato inoltre di assicurare il rispetto delle norme commerciali internazionali da parte di altri paesi e di avvalersi degli scambi come strumento efficace per lo sviluppo sostenibile.

Per l’UE il libero scambio dev’essere equo. Per questo motivo nel 2016 sono stati compiuti passi significativi verso la creazione di solidi strumenti di difesa commerciale.

Il commercio, motore per la crescita e l’occupazione

L’Unione europea è una delle economie più aperte del mondo. L’apertura degli scambi rafforza l’economia europea, crea posti di lavoro, garantisce maggiore scelta e maggiore potere d’acquisto ai consumatori e aiuta le imprese a competere sui mercati esteri.

Ogni giorno l’UE esporta merci per centinaia di milioni di euro e ne importa per altre centinaia di milioni. L’UE è il più grande esportatore al mondo di manufatti e servizi e rappresenta il più grande mercato di esportazione per circa 80 paesi. Complessivamente, i 28 Stati membri effettuano il 16 % delle importazioni e delle esportazioni mondiali.

Immagine: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Chrystia Freeland, ministro del Commercio internazionale del Canada, Justin Trudeau, primo ministro del Canada, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, la commissaria Cecilia Malmström, Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione e Robert Fico, primo ministro della Slovacchia, alla cerimonia della firma dell'accordo di partenariato strategico e dell'accordo economico e commerciale globale tra l'Unione europea e il Canada, Bruxelles, 30 ottobre 2016. © Unione europea

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Chrystia Freeland, ministro del Commercio internazionale del Canada, Justin Trudeau, primo ministro del Canada, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, la commissaria Cecilia Malmström, Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione e Robert Fico, primo ministro della Slovacchia, alla cerimonia della firma dell'accordo di partenariato strategico e dell'accordo economico e commerciale globale tra l'Unione europea e il Canada, Bruxelles, 30 ottobre 2016.

In ottobre, al vertice UE-Canada di Bruxelles, è stato firmato l’accordo economico e commerciale globale con il Canada. Si tratta dell’accordo commerciale più avanzato e innovativo mai concluso dall’UE, un accordo che definisce il parametro di riferimento per accordi futuri. Esso comprende i capitoli più ambiziosi in materia di sviluppo sostenibile, lavoro e ambiente concordati fino ad oggi nell’ambito di accordi commerciali bilaterali. L’accordo porterà vantaggi agli esportatori sia grandi che piccoli, creando opportunità per le imprese dell’UE e del Canada e i loro dipendenti, nonché per i consumatori.

Infografiche: Accordo commerciale UE-Canada: una pietra miliare nel progresso degli accordi commerciali dell’UE

L’UE ha inoltre proseguito i negoziati per diversi altri accordi di libero scambio, con l’obiettivo di contribuire alla creazione di posti di lavoro e crescita per i suoi cittadini e le sue imprese. A titolo di esempio, nel 2016 sono proseguiti i negoziati con il Giappone e sono stati avviati quelli con l’Indonesia e la Tunisia; l’UE è stata impegnata in negoziati multilaterali per un accordo sui beni ambientali e un accordo sugli scambi di servizi con alcuni membri dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Verso un sistema giurisdizionale per gli investimenti permanente e multilaterale

L’UE desidera che le imprese investano con fiducia, consapevoli di poter contare su una tutela in caso di problemi. Nell’ambito dei negoziati per il partenariato transatlantico su commercio e investimenti la Commissione ha avanzato la proposta di un sistema giurisdizionale per gli investimenti analogo a quello che figura negli accordi commerciali con il Canada e il Vietnam, e che sarà incluso nei futuri negoziati. Il sistema giurisdizionale per gli investimenti, basato sugli stessi elementi fondamentali propri dei tribunali nazionali e internazionali, sancisce il diritto dei governi di legiferare e garantisce la trasparenza e l’assunzione di responsabilità (accountability).

Il libero scambio deve essere equo

Per l’UE il libero scambio dev’essere equo. Nel corso dell’anno sono stati pertanto compiuti passi significativi al fine di disporre di solidi strumenti di difesa commerciale atti a garantire parità di condizioni per i produttori dell’UE e ad affrontare i danni causati dalla concorrenza sleale di altri paesi, che hanno indotto la perdita di migliaia di posti di lavoro, soprattutto nel settore dell’acciaio.

La Commissione ha utilizzato appieno questi strumenti istituendo un numero senza precedenti di misure antidumping e antisovvenzioni: 41 sui prodotti siderurgici, di cui 18 su prodotti originari della Cina.

Superando una situazione di stallo che durava da anni, il Consiglio ha infine approvato la sua posizione negoziale su una proposta volta a modernizzare gli strumenti di difesa commerciale dell’UE, consentendo in tal modo di avviare la fase finale dei negoziati con il Parlamento e la Commissione. La proposta presentata dalla Commissione mira a rendere più trasparenti gli strumenti di difesa commerciale dell’UE, a snellire le procedure e ad aumentare l’efficacia nell’applicazione e, in alcuni casi, a imporre dazi più elevati.

Nello stesso settore è stata presentata un’altra proposta relativa a un nuovo metodo per calcolare il dumping sulle importazioni provenienti da paesi nei quali vi sono forti distorsioni del mercato oppure lo Stato ha un’influenza pervasiva sull’economia. L’obiettivo della proposta consiste nel garantire che l’UE disponga di strumenti di difesa commerciale in grado di fronteggiare le realtà attuali nel contesto degli scambi internazionali, nel pieno rispetto degli obblighi internazionali dell’UE nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Aspetti negoziati dall’UE con gli Stati Uniti

Un migliore accesso al mercato statunitense

Nel 2016 l’UE ha continuato a perseguire l’obiettivo di ottenere un migliore accesso al mercato statunitense negoziando la soppressione dei dazi doganali e di altri ostacoli agli scambi e promuovendo nuove opportunità di scambi commerciali e di investimento in nuovi settori, a vantaggio di tutte le imprese, grandi o piccole.

Il partenariato transatlantico su commercio e investimenti potrebbe contribuire a generare occupazione e crescita, a ridurre i prezzi e a fornire ai cittadini una scelta più ampia di beni e servizi. Al tempo stesso, manterrebbe gli standard elevati di protezione esistenti nell’UE. Il partenariato potrebbe inoltre aiutare l’Unione europea e gli Stati Uniti a proteggere e rafforzare valori condivisi come la democrazia e lo Stato di diritto.

Grazie al partenariato le imprese dell’UE potrebbero incrementare le esportazioni verso gli Stati Uniti e importare, in quantitativi maggiori, i beni e i servizi di cui hanno bisogno per realizzare i loro prodotti finali. Benché i servizi rappresentino circa tre quarti dell’economia UE, le imprese europee continuano a incontrare ostacoli quando tentano di vendere i loro servizi sul mercato statunitense. Secondo Eurostat, gli Stati Uniti assorbono il 15 % delle esportazioni agricole dell’UE, soprattutto per quanto riguarda prodotti a forte valore aggiunto. L’UE auspica che il partenariato consenta un ulteriore incremento di queste esportazioni e intende inoltre operare affinché alle imprese dell’UE sia consentito partecipare a gare d’appalto della pubblica amministrazione negli USA in condizioni di parità con le imprese statunitensi.

Cooperazione normativa: riduzione degli oneri burocratici e dei costi, ma senza scorciatoie

L’Unione europea ha cercato di percorrere nuove strade verso il raggiungimento di un accordo commerciale proponendo una collaborazione più stretta di quella attuale tra le autorità di regolamentazione dell’UE e quelle degli Stati Uniti. Le imprese dell’UE che intendono esportare negli Stati Uniti devono rispettare la legislazione statunitense e conformarsi alle norme tecniche del paese. Spesso leggi e norme, pur garantendo lo stesso livello di sicurezza o qualità, differiscono per quanto riguarda dettagli tecnici (ad esempio, colore dei cavi, spine e prese di corrente utilizzati nell’UE e negli USA). A volte i controlli relativi a requisiti tecnici sono un’inutile ripetizione di quelli già effettuati sull’altra sponda dell’Atlantico. Ciò può essere costoso soprattutto per le imprese più piccole e per i consumatori. La collaborazione nel campo della regolamentazione potrebbe ridurre tali costi e al tempo stesso salvaguardare gli elevati livelli di protezione delle persone e dell’ambiente previsti dall’UE.

Regole commerciali che rendano più agevole e più equo esportare, importare e investire

L’UE ha continuato a impegnarsi per introdurre nuove regole commerciali o sviluppare ulteriormente quelle esistenti in modo che tutte le imprese dell’UE possano trarre pienamente vantaggio dal partenariato transatlantico su commercio e investimenti.

Ai sensi dell’accordo, l’UE intende:

  • garantire che le imprese più piccole possano trarre vantaggio dall’accordo;
  • promuovere una concorrenza libera e leale, anche con norme che impediscano alle imprese di accordarsi per la fissazione dei prezzi o di abusare della propria posizione di mercato e disposizioni riguardanti le imprese statali e le sovvenzioni;
  • aiutare le imprese a risparmiare tempo e denaro nell’espletamento delle pratiche doganali;
  • garantire l’accesso delle imprese alle risorse energetiche e alle materie prime sostenibili di cui hanno bisogno;
  • proteggere la proprietà intellettuale delle imprese dell’UE;
  • porre lo sviluppo sostenibile al centro dell’accordo.

Nel quadro del partenariato, come in tutti gli altri suoi accordi commerciali, l’UE protegge i servizi pubblici a tutti i livelli di governo, anche a livello locale. Il partenariato non imporrà ai paesi di liberalizzare, deregolamentare o privatizzare i servizi pubblici nazionali o locali, ad esempio nei settori della sanità, dell’istruzione, dei trasporti, della raccolta, depurazione, distribuzione e gestione delle risorse idriche.

Video: Storie di esportatori: perché gli accordi commerciali dell’UE sono vantaggiosi per le imprese e le comunità. © Unione europea

Storie di esportatori: perché gli accordi commerciali dell’UE sono vantaggiosi per le imprese e le comunità.

Modalità di negoziazione dell’UE con gli Stati Uniti

La Commissione ha negoziato il partenariato transatlantico su commercio e investimenti in base a un mandato approvato all’unanimità dai governi di tutti gli Stati membri. I negoziati sono iniziati nel giugno del 2013. Nel 2016 si sono svolti quattro cicli di colloqui. Con l’intensificazione dei negoziati, la commissaria europea per il Commercio Cecilia Malmström ha incontrato il suo omologo degli Stati Uniti, Michael Froman, nove volte nel corso dell’anno. Sono stati compiuti progressi costanti in una serie di settori. L’UE ha tuttavia sempre chiaramente affermato che un buon accordo è più importante della semplice conclusione dei negoziati nel più breve tempo possibile.

Sul suo sito web dedicato al TTIP, la Commissione ha continuato a pubblicare le proposte testuali dell’UE (le proposte iniziali dell’UE per il testo giuridico sui temi oggetto del partenariato) in settori quali i servizi e la cooperazione in campo normativo. La Commissione ha inoltre pubblicato relazioni dettagliate di ciascun ciclo di negoziati sul suo sito web. La Commissione ha anche pubblicato decine di documenti sul partenariato, alcuni dei quali in tutte le lingue ufficiali dell’UE, nonché opuscoli che illustrano in termini chiari gli obiettivi e il possibile contenuto dell’accordo. Queste iniziative sono proseguite parallelamente ai negoziati, che sono quindi divenuti i negoziati più trasparenti finora condotti per un accordo commerciale dell’UE.

Come di consueto quando sono in corso negoziati per un accordo commerciale, la Commissione ha utilizzato le riunioni settimanali del comitato della politica commerciale del Consiglio per aggiornare i governi degli Stati membri sui progressi dei negoziati. La Commissione ha inoltre tenuto informato il Parlamento europeo, in particolare la commissione per il commercio internazionale sugli sviluppi dei negoziati, e sia la commissaria per il Commercio Malmström che i negoziatori del partenariato hanno riferito al Parlamento e alle sue commissioni. Conformemente alle pratiche concordate, gli Stati membri e i membri del Parlamento europeo hanno avuto accesso ai documenti negoziali.

Ciò ha consentito un controllo democratico dell’intero iter negoziale. In tal modo i governi dei 28 Stati membri e i membri del Parlamento europeo eletti a suffragio universale diretto sono stati pienamente informati sullo stato di avanzamento dei negoziati e anche in merito alle posizioni negoziali dell’UE. Il Parlamento europeo ha continuato a seguire da vicino i negoziati.

La Commissione è stata particolarmente attiva nel pubblicizzare il dibattito sull’accordo proposto e nello spiegare i risultati che l’UE perseguiva nel processo negoziale. Ha anche dato una risposta alle preoccupazioni circa il presunto impatto negativo del partenariato. In particolare, la Commissione ha compiuto notevoli sforzi per garantire alle parti interessate la possibilità di comunicare direttamente con i negoziatori e di pubblicare online le informazioni sui negoziati. In occasione di ogni ciclo di negoziati, i negoziatori dell’UE e degli USA hanno convocato riunioni congiunte di centinaia di parti interessate che rappresentavano un vasto ambito di interessi. La Commissione ha utilizzato i media sociali per informare i cittadini, anche predisponendo un apposito account Twitter che aveva più di 26 500 follower alla fine del 2016.

Nel corso dei negoziati la Commissione si è avvalsa di un gruppo consultivo da essa istituito con il compito di fornire un ulteriore contributo qualificato ai negoziatori dell’UE. Il gruppo è costituito da uomini e donne che rappresentano gli interessi in materia di ambiente, salute, consumatori, lavoratori e di diverse attività economiche.

Dopo i negoziati

Una volta che il testo è stato concordato, il documento di partenariato transatlantico su commercio e investimenti sarà pubblicato online e sarà quindi sottoposto a ratifica secondo le procedure previste.

Capitolo 7

Uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia

«Intendo esercitare le prerogative della Commissione per difendere, nella nostra sfera di competenza, i nostri valori condivisi, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, pur sempre nel rispetto delle diverse tradizioni costituzionali e culturali dei 28 Stati membri».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Cittadini depongono fiori e candele per esprimere il proprio cordoglio per le vittime degli attacchi terroristici di Bruxelles, 22 marzo 2016. © Associated Press

Cittadini depongono fiori e candele per esprimere il proprio cordoglio per le vittime degli attacchi terroristici di Bruxelles, 22 marzo 2016.

Nel 2016 l’unione della sicurezza ha espresso una ferma e immediata risposta al terrorismo, mentre si sono compiuti progressi per quanto concerne i diritti dei cittadini e le questioni legate al mercato interno nel settore della giustizia civile.

L’Unione europea è attualmente posta di fronte a una grave minaccia terroristica. Gli Stati membri dell’UE devono confrontarsi con nuove sfide senza precedenti: gli attentati compiuti sul suolo europeo, i combattenti terroristi di ritorno nel paese d’origine e il carattere evolutivo del terrorismo.

La Commissione europea pertanto ha insistito sulla necessità di sviluppare un’unione della sicurezza autentica ed efficace. Nel 2016 è stata adottata una serie di misure per affrontare tutte le dimensioni della minaccia terroristica: la prevenzione della radicalizzazione, anche online; la criminalizzazione e la rilevazione degli spostamenti per svolgere attività terroristiche e sostenere il terrorismo; gli scambi di informazioni; la lotta contro il finanziamento del terrorismo; l’interruzione dell’accesso alle armi da fuoco e agli esplosivi; e il sostegno ai paesi partner, in particolare nella regione del Mediterraneo.

Per un altro verso l’UE ha concordato nuove direttive volte a migliorare i diritti procedurali dei cittadini coinvolti in procedimenti penali. Nel settore della giustizia civile sono state introdotte norme per aiutare le famiglie e le coppie, semplificando il diritto civile e di famiglia.

Per quanto riguarda il governo societario, sono state concordate norme per rafforzare i diritti degli azionisti. La Commissione ha inoltre proposto norme più proporzionate in materia di remunerazione per gli enti creditizi e le imprese di investimento.

La Commissione ha adottato misure per aumentare la tutela dei diritti fondamentali nei campi della protezione dei dati, della condivisione delle informazioni personali e dei diritti dei consumatori e ha intensificato gli sforzi volti a promuovere la parità di genere, combattere la discriminazione e a eliminare la tratta di esseri umani.

Impegno contro le minacce alla sicurezza nell’UE

Immagine: Charles Michel, primo ministro del Belgio (mentre accende una candela), e Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea (al centro), rendono omaggio alle vittime degli attacchi terroristici di Bruxelles, 22 marzo 2016. © Unione europea

Charles Michel, primo ministro del Belgio (mentre accende una candela), e Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea (al centro), rendono omaggio alle vittime degli attacchi terroristici di Bruxelles, 22 marzo 2016.

Nel 2016 l’UE ha avviato una serie di iniziative per contribuire a contrastare la minaccia del terrorismo all’interno dei propri confini e all’estero.

La proposta della Commissione di interrogare le pertinenti banche dati ogni volta che un cittadino dell’UE attraversa le frontiere esterne è stata oggetto di un accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio in dicembre. Le verifiche sistematiche per quanto riguarda i cittadini di paesi terzi sono già obbligatorie.

Video: Opinioni sulla lotta al terrorismo. © Unione europea

Opinioni sulla lotta al terrorismo.

In gennaio è stato inaugurato il centro europeo antiterrorismo presso la sede di Europol a L’Aia. Gli obiettivi principali del centro sono promuovere una cooperazione operativa efficiente e migliorare lo scambio di informazioni in materia di sicurezza tra gli Stati membri. La Commissione ha anche adottato il piano d’azione sul finanziamento del terrorismo, inteso a impedire ai terroristi di accedere alle loro fonti di reddito e a rintracciarli seguendo i movimenti finanziari effettuati. In dicembre la Commissione ha adottato un pacchetto di misure volte a rafforzare la capacità dell’UE di lottare contro il finanziamento del terrorismo e della criminalità organizzata. Le proposte presentate dalla Commissione integreranno e consolideranno il quadro giuridico dell’UE in materia di riciclaggio di denaro e flussi illeciti di denaro contante nonché il reciproco riconoscimento dei provvedimenti di congelamento e confisca dei beni.

Dopo l’adozione, nel 2015, della direttiva relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, la Commissione ha intensificato il suo sostegno agli Stati membri affinché recepissero in modo più efficiente la direttiva nel proprio diritto nazionale. In luglio la Commissione ha adottato una nuova proposta di modifica della direttiva antiriciclaggio, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente il quadro giuridico dell’UE in seguito agli attentati terroristici del 2015 e del 2016 e alle rivelazioni contenute nei «Panama Papers». La Commissione ha intensificato il suo sostegno agli Stati membri anche per il recepimento più efficiente della quarta direttiva antiriciclaggio e ha dato maggiore potere agli Stati membri nella lotta contro il terrorismo. In luglio la Commissione ha adottato un elenco di paesi terzi con carenze strategiche nei loro regimi antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo.

Un’altra priorità è stata il miglioramento dello scambio di informazioni, in particolare nei casi di azioni di contrasto da parte delle autorità. La Commissione ha dato priorità all’applicazione del quadro Prüm (uno strumento di scambio di informazioni che consente il raffronto automatizzato di profili DNA, dei dati dattiloscopici e dei dati di immatricolazione dei veicoli) e ha presentato proposte per migliorare lo scambio di informazioni sulle condanne penali attraverso il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari.

Infografiche: Scambio di informazioni e cooperazione operativa migliori

In luglio l’UE ha adottato la direttiva sul codice di prenotazione. La direttiva impone ai vettori aerei di trasferire i dati relativi ai passeggeri di voli internazionali agli Stati membri di arrivo o di partenza. I dati sono analizzati e utilizzati per contrastare le forme gravi di criminalità e il terrorismo. La Commissione ha iniziato a lavorare con gli Stati membri per assicurare una rapida attuazione.

Nell’autunno 2016 è stato definitivamente adottato il regolamento Europol rivisto, che accresce ulteriormente l’assunzione di responsabilità di Europol di cui intensifica l’efficacia e l’efficienza. Il regolamento inoltre garantisce il controllo delle attività di Europol da parte del Parlamento europeo, in associazione con i parlamenti nazionali.

Il forum dell’UE su Internet che si è tenuto a dicembre ha fornito un quadro per una cooperazione tra gli attori del settore e le autorità di contrasto nella lotta contro il materiale terroristico online, favorendo nel contempo la partecipazione e il coinvolgimento della società civile nell’elaborazione di messaggi alternativi più efficienti. Alla riduzione del volume di materiale terroristico distribuito online contribuisce anche l’unità UE addetta alle segnalazioni su Internet, istituita presso Europol.

Per rafforzare il sostegno fornito agli operatori del settore e per assistere in modo personalizzato gli Stati membri e i paesi terzi è stato costituito il centro di eccellenza della rete di sensibilizzazione alla radicalizzazione.

In settembre la Commissione ha adottato la comunicazione «Migliorare la sicurezza in un mondo di mobilità». In novembre ha proposto di creare un sistema europeo di informazione e autorizzazione che verifichi l’ammissibilità dei cittadini di paesi terzi esenti dall’obbligo di visto a recarsi nello spazio Schengen e stabilisca se tali viaggi costituiscono un rischio in termini di migrazione o di sicurezza. Il sistema contribuirà a una gestione più efficace delle frontiere esterne dell’UE e migliorerà la sicurezza interna, facilitando gli spostamenti legittimi attraverso le frontiere di Schengen.

Infografiche: Lotta contro l’incitamento all'odio e la discriminazione, sia online che offline

A maggio la Commissione ha raggiunto un accordo con Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft in merito a un codice di condotta che prevede di contrastare la diffusione di contenuti online che incitano all’odio, al fine di proteggere le minoranze e combattere la crescente ondata di razzismo e xenofobia.

In aprile la Commissione ha avviato i lavori per un’efficace unione della sicurezza che dovrebbe rispondere all’esigenza di un approccio comune alle minacce transnazionali. In dicembre la Commissione ha presentato la sua terza relazione sui progressi compiuti verso l’unione della sicurezza, che illustra il nuovo pacchetto sul finanziamento del terrorismo, strumento importante per limitare le risorse finanziarie di cui si avvale il terrorismo. La relazione, che ha elogiato l’adozione di una serie di proposte volte a potenziare l’efficacia e l’efficienza del sistema d’informazione Schengen, ha sottolineato i significativi progressi compiuti riguardo ai principali fascicoli legislativi dell’UE intesi a contrastare il terrorismo e la criminalità organizzata e a rafforzare la sicurezza alle frontiere dell’UE. Il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sulla direttiva relativa alla lotta contro il terrorismo, sulla revisione della direttiva sulle armi da fuoco e sulla revisione del codice frontiere Schengen per consentire controlli sistematici sui cittadini dell’UE.

Garantire il rispetto dello Stato di diritto

Immagine: La commissaria Vĕra Jourová riceve Koen Lenaerts, presidente della Corte di giustizia dell'Unione europea, Bruxelles, 28 aprile 2016. © Unione europea

La commissaria Vĕra Jourová riceve Koen Lenaerts, presidente della Corte di giustizia dell'Unione europea, Bruxelles, 28 aprile 2016.

Nel corso dell’anno la Commissione ha proseguito nel suo impegno per promuovere e sostenere il rispetto dello Stato di diritto nell’Unione europea.

La Commissione ha anche continuato a incoraggiare gli Stati membri affinché migliorino la qualità, l’indipendenza e l’efficienza dei sistemi giudiziari nazionali, poiché sistemi giudiziari efficienti favoriscono la crescita economica e difendono i diritti fondamentali. La Commissione ha adottato il quadro di valutazione UE della giustizia 2016, dal quale risulta che, nonostante una tendenza generale positiva, in alcuni Stati membri esistono particolari difficoltà.

Immagine: Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, durante il suo intervento al Parlamento europeo sui recenti sviluppi in Polonia e il loro impatto sui diritti fondamentali, Strasburgo, Francia, 13 settembre 2016. © Unione europea

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, durante il suo intervento al Parlamento europeo sui recenti sviluppi in Polonia e il loro impatto sui diritti fondamentali, Strasburgo, Francia, 13 settembre 2016.

In luglio la Commissione ha adottato una raccomandazione sullo Stato di diritto in merito alla situazione della Polonia, in cui la Commissione esprime le proprie preoccupazioni e indica come porvi rimedio. Secondo la Commissione, in Polonia lo Stato di diritto è sistematicamente minacciato e, valutando la situazione nel suo complesso, ha concluso che nel paese permane una situazione notevolmente preoccupante per quanto riguarda lo Stato di diritto. In dicembre la Commissione ha formulato ulteriori raccomandazioni concrete per le autorità polacche circa il modo di affrontare tale situazione.

Giustizia penale

Migliorare i diritti procedurali e la cooperazione giudiziaria

Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato tre nuove direttive sui diritti procedurali degli indagati e degli imputati:

Per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in materia penale, l’UE ha concluso la revisione dell’accordo 2010 sulla mutua assistenza giudiziaria con gli Stati Uniti, nell’ambito del quale si sono convenute azioni volte a migliorare e accelerare la cooperazione.

Video: La prima direttiva dell'UE per tutelare i minori nei procedimenti penali. © Unione europea

La prima direttiva dell'UE per tutelare i minori nei procedimenti penali.

Infine con le conclusioni del Consiglio sul miglioramento della giustizia penale nel ciberspazio, adottate nel mese di giugno, gli Stati membri hanno concordato di avviare i lavori per migliorare l’accesso alle prove digitali nelle indagini penali.

Giustizia civile

Semplificare il diritto civile e il diritto di famiglia

Nel 2016 l’UE ha adottato una serie di norme per assistere le coppie internazionali nell’organizzazione dei loro rapporti patrimoniali e nella divisione del patrimonio in caso di divorzio o di decesso.

L’UE ha inoltre adottato un testo legislativo che semplifica la circolazione di alcuni documenti pubblici tra gli Stati membri. Non sarà più necessario apporre l’apostille sui documenti pubblici quali i certificati di nascita, e sarà semplificata la procedura per ottenere copie certificate e traduzioni.

La Commissione ha proposto di migliorare le norme UE a tutela dei minori nelle controversie transfrontaliere sulla responsabilità genitoriale e che riguardano affidamento, diritti di visita e sottrazione di minore. Le nuove norme renderanno più rapidi i procedimenti giudiziari e amministrativi e garantiranno che l’interesse superiore del minore venga sempre considerato.

La Commissione ha inoltre presentato una proposta legislativa in materia d’insolvenza delle imprese, che affronta la ristrutturazione precoce e la cosiddetta seconda opportunità. L’iniziativa intende affrontare i principali ostacoli al libero flusso di capitali, prendendo a modello i regimi nazionali.

Migliorare le norme di governo societario

Nel 2016 i negoziati tra il Parlamento e il Consiglio in merito alla revisione della direttiva sui diritti degli azionisti hanno portato a un accordo politico che dovrà essere formalmente approvato dalle due istituzioni.

Per quanto concerne gli enti creditizi e le imprese di investimento, la Commissione ha valutato le norme in materia di remunerazione della direttiva sui requisiti patrimoniali e ha adottato una modifica mirata affinché si tenga conto delle considerazioni sul principio di proporzionalità che derivano da tale valutazione.

Sistemi giudiziari e diritti fondamentali

Difendere i diritti fondamentali dell’Unione europea

In maggio la Commissione ha pubblicato la Relazione 2015 sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che sottolinea come i diritti fondamentali siano stati presi in considerazione e promossi nel suo lavoro legislativo e politico.

La relazione riguarda principalmente il primo convegno annuale sui diritti fondamentali dedicato al tema «Tolleranza e rispetto: prevenire e combattere l’odio antisemita e anti-islamico in Europa». Il convegno si è concluso con un elenco di azioni concrete relative alla lotta contro il razzismo, la xenofobia, l’incitamento all’odio e i reati generati dall’odio, e alla promozione della tolleranza, della diversità e della non discriminazione.

Il secondo convegno annuale sui diritti fondamentali, dedicato al tema «Pluralismo dei media e democrazia», ha permesso alla Commissione di definire alcune azioni di follow-up volte a proteggere i mezzi di comunicazione dalla pressione politica e a salvaguardarne l’indipendenza finanziaria, e ciò allo scopo di sostenere la protezione dei giornalisti che si trovano in situazioni di minacce e devono far fronte all’incitamento all’odio e di controllare la libertà di espressione negli Stati membri.

Migliorare la protezione dei dati

Immagine: Giovanni Buttarelli, garante europeo della protezione dei dati, incontra il commissario Julian King, Bruxelles, 24 novembre 2016. © Unione europea

Giovanni Buttarelli, garante europeo della protezione dei dati, incontra il commissario Julian King, Bruxelles, 24 novembre 2016.

Ad aprile 2016 è stato adottato il pacchetto di riforma della protezione dei dati, che entrerà in vigore nel 2018. Il regolamento generale sulla protezione dei dati è un passo essenziale per rafforzare i diritti fondamentali dei cittadini nell’era digitale e per facilitare le attività economiche semplificando le regole per le imprese nel mercato unico digitale. Un unico atto legislativo porrà anche fine all’attuale frammentazione e alla gravosità degli oneri amministrativi, con notevoli risparmi per le imprese. Inoltre, una direttiva specifica sulla protezione dei dati trattati dalla polizia e nell’ambito della giustizia penale garantisce un livello di protezione dei dati costantemente elevato e quindi uno scambio di informazioni più agevole e una cooperazione più facile tra le autorità nazionali di polizia e giudiziarie.

Video: Protezione dei dati: problemi e soluzioni © Unione europea

Protezione dei dati: problemi e soluzioni

Proteggere i dati personali dei cittadini dell’UE comunicati alle autorità di contrasto degli Stati Uniti

In giugno UE e USA hanno firmato un accordo quadro sulla protezione dei dati che fissa standard elevati di protezione dei dati personali trasferiti dalle autorità di contrasto. In dicembre il Parlamento ha approvato la conclusione dell’accordo.

Rendere più sicuri i trasferimenti di dati dall’UE agli USA

In luglio la Commissione ha adottato la decisione che istituisce uno scudo UE-USA per la privacy che consente il trasferimento sicuro di dati personali dall’UE a imprese negli Stati Uniti. Lo scudo prevede obblighi rigorosi in materia di trattamento dei dati da parte delle imprese, garanzie chiare e obblighi di trasparenza in caso di accesso da parte delle autorità pubbliche degli Stati Uniti, effettiva tutela dei diritti individuali e un meccanismo annuale di riesame congiunto.

Diritti dei consumatori

Aumentare il rispetto delle norme sulla protezione dei consumatori nel mondo online

La Commissione ha proposto di rivedere il regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori per adeguare l’applicazione delle norme UE sulla tutela dei consumatori alla velocità del mondo online. I centri europei dei consumatori informano periodicamente le autorità in merito ad aspetti fondamentali per la tutela dei consumatori.

In occasione del vertice trilaterale UE-Cina-USA sulla sicurezza dei prodotti al consumo tenutosi in giugno, le autorità hanno convenuto di rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza dei prodotti, in particolare per i prodotti venduti online.

Un nuovo strumento per risolvere le controversie online

Nel 2016 la Commissione ha lanciato la piattaforma per la risoluzione delle controversie online. Tale piattaforma agevola la risoluzione extragiudiziale delle controversie tra consumatori e commercianti connesse agli acquisti online.

Sicurezza dei consumatori dell’UE

Il sistema di allarme rapido per i prodotti non alimentari pericolosi consente il rapido scambio a livello di UE delle informazioni sui prodotti pericolosi rinvenuti sul mercato e sulle misure adottate per impedire che giungano ai consumatori. Nel 2016 sono state diffuse tra le 31 autorità nazionali che partecipano al sistema e la Commissione europea 2 126 segnalazioni di prodotti pericolosi, che rappresentano un lieve aumento rispetto alle 2 072 segnalazioni registrate nel 2015. Tali segnalazioni hanno riguardato principalmente i prodotti che presentano un rischio di lesioni (ad esempio autoveicoli) o che presentano un rischio chimico (ad esempio giocattoli contenenti ftalati).

Immagine: Il commissario Vytenis Andriukaitis interviene alla sessione «Food and drinks: connecting with the mindful consumer» al 14o vertice europeo delle imprese, Bruxelles, 2 giugno 2016. © Unione europea

Il commissario Vytenis Andriukaitis interviene alla sessione «Food and drinks: connecting with the mindful consumer» al 14o vertice europeo delle imprese, Bruxelles, 2 giugno 2016.

Proteggere i consumatori da pratiche commerciali ingannevoli e aggressive

Per assicurare che le autorità nazionali dispongano di strumenti adeguati per proteggere meglio i consumatori nel mondo online e offline, la Commissione ha adottato una versione aggiornata degli orientamenti 2009 relativi all’applicazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali. Il documento mira a rendere più semplice l’applicazione della direttiva.

Parità di genere

Promuovere la parità di genere

A dicembre 2015 la Commissione ha pubblicato l’impegno strategico per l’uguaglianza di genere, nel quale definisce la politica della Commissione in materia di parità di genere fino al 2019. A giugno 2016 il Consiglio ha adottato le proprie conclusioni sull’impegno strategico della Commissione.

In marzo la Commissione ha proposto anche l’adesione dell’UE alla convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, che definisce norme giuridicamente vincolanti per prevenire la violenza, proteggere le vittime e punire gli autori dei reati.

Progettare azioni per la parità di genere

La Relazione 2015 sulla parità tra donne e uomini, pur indicando alcuni progressi nel mondo del lavoro e nel processo decisionale, sottolinea che permangono importanti differenze di genere per quanto riguarda le retribuzioni e le pensioni.

La Commissione si è impegnata ad affrontare le questioni connesse all’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Un migliore equilibrio tra la vita familiare di una persona e i suoi impegni professionali incoraggia una migliore condivisione delle responsabilità di cura tra donne e uomini, rafforza la parità di genere, riduce i divari retributivi e pensionistici, dà una risposta al problema demografico nell’UE e permette alle imprese di beneficiare pienamente di tutti i talenti disponibili.

Nel 2016 la Commissione ha concesso finanziamenti affinché le autorità nazionali svolgessero attività di sensibilizzazione e di educazione per prevenire e combattere la violenza contro le donne.

Lottare contro la discriminazione

La Commissione ha iniziato ad attuare l’elenco di azioni per far progredire la parità delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, che comprende attività in settori quali la non discriminazione, l’istruzione, la salute, i reati di odio e l’incitamento all’odio.

La relazione 2016 sui Rom ha evidenziato la persistenza di gravi problemi quali la segregazione residenziale e scolastica e gli sgomberi forzati dei Rom.

Diritti delle persone con disabilità

Nell’UE circa 80 milioni di persone presentano un certo grado di disabilità. L’adozione dell’atto europeo sull’accessibilità, la cui discussione in Parlamento e in Consiglio è iniziata nel 2016, contribuirebbe a rendere più accessibili alcuni prodotti e servizi di uso quotidiano come i telefoni cellulari, i trasporti e i servizi bancari. In ottobre il Parlamento e il Consiglio hanno formalmente approvato la prima normativa a livello dell’UE per rendere i siti web e le app degli organismi del settore pubblico accessibili a non vedenti, non udenti e ipoudenti. Gli organismi del settore pubblico comprendono le amministrazioni statali, regionali e locali e gli organismi disciplinati dal diritto pubblico, ad esempio ospedali pubblici, università e biblioteche. Nell’ambito del pacchetto sul diritto d’autore, in settembre la Commissione ha proposto un atto legislativo per attuare il trattato di Marrakech volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa.

Per aiutare le persone con disabilità a viaggiare più facilmente tra gli Stati membri, l’UE ha avviato l’iniziativa sulla tessera europea d’invalidità. La tessera fornirà pari accesso a certi vantaggi specifici, soprattutto nel campo della cultura, del tempo libero, dello sport e dei trasporti, sulla base di un sistema di reciproco riconoscimento.

Lotta alla tratta degli esseri umani

In maggio la Commissione ha presentato la sua prima relazione sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani. È un passo fondamentale che permette di aumentare il numero di indagini e di azioni penali, di istituire meccanismi adeguati di rapida identificazione e protezione delle vittime e di rafforzare le misure volte a prevenire la tratta di esseri umani.

La Commissione ha pubblicato uno studio sulla dimensione di genere della tratta di esseri umani in conformità delle prescrizioni del quadro giuridico e politico dell’UE.

La Commissione intende ampliare le proprie conoscenze circa la dimensione di genere della tratta di esseri umani, in particolare circa le conseguenze di genere delle varie forme di tratta e le potenziali differenze in termini di vulnerabilità alla vittimizzazione delle donne e degli uomini e il suo impatto su di essi. Gli obiettivi specifici e i compiti da affrontare sono: la dimensione di genere della vulnerabilità, il reclutamento e la vittimizzazione; le questioni di genere legate ai trafficanti e a coloro che creano la domanda; un esame delle risposte giuridiche e politiche alla tratta di esseri umani da una prospettiva di genere.

Capitolo 8

Verso una nuova politica della migrazione

«I recenti drammatici eventi verificatisi nel Mediterraneo evidenziano l’esigenza per l’Europa di gestire meglio la migrazione in tutti i suoi aspetti. Prima di tutto per motivi umanitari. Sono convinto che dobbiamo collaborare strettamente, in uno spirito di solidarietà».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Il commissario Dimitris Avramopoulos in occasione del lancio della guardia di frontiera e costiera europea, Kapitan Andreevo, Bulgaria, 6 ottobre 2016. © Unione europea

Il commissario Dimitris Avramopoulos in occasione del lancio della guardia di frontiera e costiera europea, Kapitan Andreevo, Bulgaria, 6 ottobre 2016.

Nel 2015 e nel 2016, l’UE ha registrato un afflusso senza precedenti di rifugiati e migranti. In base ai dati forniti da Eurostat, nel 2015 più di un milione di persone ha presentato domanda di protezione internazionale nell’Unione europea, e anche per il 2016 i dati definitivi si prevedono superiori a un milione. La maggior parte di queste persone sono in fuga dalla guerra e dal terrore in Siria e in altri paesi.

Nel 2016 sono state introdotte molte nuove misure per affrontare la situazione, per esempio è stata accordata maggiore attenzione alle operazioni di soccorso continuando a sorvegliare le frontiere con il sostegno delle agenzie europee e a salvare moltissime vite umane in mare, a proteggere le frontiere esterne dell’Unione, in particolare attraverso l’approccio basato sui cosiddetti punti di crisi (hotspot), ad intensificare gli sforzi per la ricollocazione e il reinsediamento delle persone che necessitano di protezione, ad elaborare nuove misure per la lotta contro il traffico di migranti. La Commissione ha inoltre proposto una versione modificata della normativa UE in materia di asilo e ha profuso ulteriori sforzi per garantire la piena e corretta attuazione del quadro legislativo UE vigente.

L’UE si è anche concentrata sull’apertura di nuovi canali per la migrazione legale. Lo scopo è migliorare la capacità dell’UE di attirare e trattenere i lavoratori altamente qualificati e di integrare meglio i cittadini di paesi terzi per rafforzare la competitività della sua economia e far fronte alle sfide demografiche.

Il 2016 ha visto anche il rafforzamento della cooperazione con i paesi di origine e di transito per aiutarli ad affrontare efficacemente le cause profonde della migrazione irregolare.

Infine, mediante il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e il Fondo Sicurezza interna, l’UE ha aumentato il suo sostegno finanziario agli Stati membri per lo sviluppo di un approccio comune alla migrazione e la gestione efficace dei flussi migratori.

Agenda europea sulla migrazione

Nel 2016 la Commissione europea ha dato seguito all’agenda europea sulla migrazione proponendo misure per affrontare le sfide immediate poste dalla crisi migratoria e dei rifugiati. La Commissione ha anche cercato di dotare l’UE di strumenti che le consentano di gestire meglio la migrazione a medio e lungo termine per quanto riguarda la migrazione clandestina, le frontiere, l’asilo e la migrazione legale.

Video: Agenda europea sulla migrazione: due anni dopo. © Unione europea

Agenda europea sulla migrazione: due anni dopo.

Proteggere coloro che necessitano di protezione internazionale

In aprile la Commissione ha pubblicato una comunicazione in cui illustrava varie opzioni per riformare le vigenti norme dell’UE in materia di migrazione e asilo.

In base ai riscontri ricevuti, nel mese di maggio ha presentato un primo pacchetto di proposte legislative per riformare uno degli elementi del regime europeo comune in materia di asilo con nuove norme riguardanti il sistema di Dublino, che stabilisce quale Stato membro è responsabile per una domanda di asilo. Al tempo stesso, la Commissione ha proposto di trasformare l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo in una vera e propria agenzia dell’Unione europea per l’asilo che faciliterà l’attuazione del sistema europeo comune di asilo e ne migliorerà il funzionamento.

Immagine: Il commissario Christos Stylianides visita un campo profughi a Elaionas, Grecia, 19 aprile 2016. © Unione europea

Il commissario Christos Stylianides visita un campo profughi a Elaionas, Grecia, 19 aprile 2016.

In luglio la Commissione ha completato la proposta di revisione del sistema comune europeo di asilo con un secondo pacchetto di proposte che modificano i restanti tre atti legislativi che costituiscono il sistema di asilo dell’UE. Le riforme semplificano, chiariscono e abbreviano la procedura di asilo, creando una procedura dell’UE per la gestione delle domande di asilo più equa e più efficiente: generosa con i più vulnerabili, ma severa con chi tenta di abusarne. Le riforme consentiranno inoltre da un lato di identificare rapidamente le persone che hanno realmente bisogno di protezione internazionale, garantendola finché è necessaria, e dall’altro di rimpatriare coloro che non hanno diritto alla protezione nell’UE. Le riforme garantiranno inoltre che i richiedenti asilo, ovunque arrivino, possano beneficiare dei medesimi standard di accoglienza dignitosa.

In dicembre la Commissione ha adottato la sua quarta raccomandazione sulle misure specifiche che la Grecia deve attuare per garantire il pieno rispetto delle norme sull’asilo dell’UE conformemente al regolamento di Dublino. La raccomandazione ha sottolineato come la Grecia, nonostante la difficile situazione cui deve far fronte, abbia compiuto notevoli progressi nella realizzazione delle strutture istituzionali e giuridiche essenziali per un sistema di asilo correttamente funzionante e che vi sono buone prospettive per il pieno funzionamento del sistema in un prossimo futuro. È stato raccomandato pertanto che i trasferimenti verso la Grecia a norma del regolamento di Dublino siano gradualmente ripresi dopo il 15 marzo 2017, in base a garanzie individuali per ciascun richiedente ed escludendo categorie di migranti vulnerabili. L’obiettivo è incoraggiare la ricollocazione e ripristinare il pieno funzionamento del sistema di Dublino quali elementi essenziali per ristabilire il normale funzionamento dello spazio Schengen e in vista della futura riforma del sistema.

Immagine: I commissari Tibor Navracsics e Dimitris Avramopoulos parlano con giovani rifugiati e calciatori a Kraainem, Belgio, 2 marzo 2016. © Unione europea

I commissari Tibor Navracsics e Dimitris Avramopoulos parlano con giovani rifugiati e calciatori a Kraainem, Belgio, 2 marzo 2016.

Ricollocazione e reinsediamento

In marzo e in ottobre il Consiglio europeo ha sollecitato un’accelerazione dell’attuazione del meccanismo di ricollocazione per alleviare l’enorme pressione che grava sulla Grecia e sull’Italia.

Il meccanismo temporaneo di ricollocazione di emergenza, istituito nel 2015, prevede che gli Stati membri si impegnino a ricollocare 98 255 persone dall’Italia e dalla Grecia entro settembre 2017. Gli Stati membri hanno inoltre convenuto nel 2015 di reinsediare più di 22 000 persone provenienti da paesi terzi, in evidente bisogno di protezione internazionale.

Alla fine del 2016, erano stati ricollocati in 24 Stati partecipanti, 9 602 rifugiati, di cui 7 198 dalla Grecia e 2 404 dall’Italia. Alla fine dell’anno, inoltre, a circa 14 000 persone erano stati indicati percorsi sicuri e legali per entrare nell’Unione, mediante reinsediamento in 21 Stati partecipanti.

In marzo, i membri del Consiglio europeo e i loro omologhi turchi hanno deciso di porre fine alla migrazione irregolare dalla Turchia verso l’UE e di sostituirla con canali legali di reinsediamento dei rifugiati nell’Unione europea. È stata concordata una dichiarazione UE−Turchia in cui si enuncia, tra l’altro, che tutti i nuovi migranti e richiedenti asilo irregolari che giungono nelle isole greche dalla Turchia siano rimpatriati in Turchia, al termine di una valutazione individuale delle loro domande di asilo conformemente alle norme internazionali e dell’UE e in base all’assicurazione che riceveranno protezione in Turchia. Inoltre, per ogni siriano rinviato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano sarà reinsediato nell’UE direttamente dalla Turchia. Alla fine dell’anno 2 672 rifugiati siriani erano stati reinsediati dalla Turchia in conformità di tale disposizione.

Infografiche: Creazione di rotte sicure e legali per i richiedenti asilo

In settembre la Commissione ha riferito in merito alla forte diminuzione del numero di persone che attraversano irregolarmente il Mar Egeo o che vi perdono la vita. A partire dal mese di giugno sono arrivate in media 80 persone al giorno, a fronte degli oltre 10 000 arrivi in un solo giorno ad ottobre 2015.

La Commissione ha collaborato con la Grecia e l’Italia per definire le procedure necessarie per agevolare la ricollocazione, compresi adeguati controlli di sicurezza dei candidati alla ricollocazione con il sostegno dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ed Europol. A giugno 2016 tutti gli Stati membri dell’UE, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo hanno approvato un protocollo di ricollocazione, in relazione sia alla Grecia che all’Italia.

Video: Testimonianze di persone che hanno beneficiato della ricollocazione. © Unione europea

Testimonianze di persone che hanno beneficiato della ricollocazione.

Rimpatrio e riammissione

Nell’ambito del pacchetto di riforma del sistema europeo comune di asilo, la Commissione ha proposto di rafforzare la banca dati UE delle impronti digitali, per identificare i richiedenti asilo e le persone che varcano irregolarmente le frontiere. La proposta consentirebbe agli Stati membri di memorizzare e consultare dati di cittadini di paesi terzi o di apolidi non richiedenti protezione internazionale e che soggiornano irregolarmente nell’UE. Un nuovo regolamento sulla guardia costiera e di frontiera europea ha rafforzato il ruolo dell’Agenzia nel sostenere gli Stati membri durante le operazioni di rimpatrio. Il Consiglio ha adottato la proposta della Commissione relativa a un documento di viaggio europeo che introduce un formato uniforme, con caratteristiche di sicurezza rafforzate, per agevolare il rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.

Nel quadro del meccanismo di valutazione di Schengen la Commissione, congiuntamente a esperti degli Stati Schengen, ha valutato il sistema di rimpatrio in 10 Stati membri dell’UE e paesi associati, tra il 2015 e il 2016 e ha adottato sei relazioni di valutazione formulando raccomandazioni al Consiglio per porre rimedio ai punti deboli riscontrati nei sistemi nazionali di rimpatrio.

Migliorare il rimpatrio e la riammissione è anche uno degli obiettivi principali del nuovo quadro di partenariato per la migrazione, varato dalla Commissione a giugno 2016 al fine di affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e gestire meglio la migrazione in cooperazione con i paesi terzi. (Per ulteriori informazioni sul quadro di partenariato cfr. capitolo 9).

Lotta contro il traffico di migranti

In febbraio è stato istituito presso Europol il Centro europeo sul traffico di migranti ed è stato raggiunto un accordo su una cooperazione operativa più stretta tra l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ed Europol. Tale cooperazione prevede tra l’altro la condivisione dei dati personali comunicati durante i colloqui volontari con i migranti coinvolti in operazioni congiunte coordinate dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, al fine di migliorare le indagini sui trafficanti.

Salvare vite in mare e attuare l’approccio «punti di crisi»

Guardia di frontiera e costiera europea

Nel 2016 l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ha contribuito a salvare oltre 169 000 persone solo nel Mediterraneo centrale.

Alla fine del 2016 la guardia di frontiera e costiera europea aveva impegnato alle frontiere esterne più di 1 550 funzionari di sostegno, ad integrazione di oltre 100 000 guardie di frontiera degli Stati membri.

Sulla base di una proposta del dicembre 2015, nel giugno 2016 è stato raggiunto un accordo politico sul regolamento relativo alla guardia di frontiera e costiera europea, che è entrato in vigore nel mese di ottobre. La guardia di frontiera e costiera europea poggia su due pilastri: il rafforzamento dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, costituita a partire dalla «vecchia» agenzia Frontex e le autorità di gestione delle frontiere degli Stati membri, comprese le guardie costiere nell’ambito dei loro compiti di controllo delle frontiere.

Secondo il nuovo mandato, il ruolo e le attività dell’Agenzia sono stati considerevolmente estesi. Da ottobre sono stati compiuti importanti progressi verso un pieno esercizio della nuova agenzia, compresa la messa a disposizione di una riserva di reazione rapida e di attrezzature per le guardie di frontiera e l’avvio di nuove riserve per le squadre d’intervento rapido per il rimpatrio. Tali riserve possono essere dispiegate a sostegno degli Stati membri, che rimangono i principali responsabili del rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne.

Punti di crisi

L’attuazione dell’approccio «punti di crisi» in Grecia e in Italia continua nello sforzo di gestire la crisi migratoria. L’UE e le agenzie competenti dell’UE (Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera europea e Europol) hanno fornito sostegno operativo e finanziario anche inviando esperti degli Stati membri e agenti distaccati.

I punti di crisi situati negli Stati membri maggiormente interessati, come l’Italia e la Grecia, sono zone di prima accoglienza dove le persone in arrivo sono identificate, registrate e adeguatamente indirizzate. Presso i punti di crisi, come nel corso del processo di ricollocazione, si svolgono anche controlli di sicurezza integrati e sistematici ed è necessario assicurare condizioni di accoglienza adeguate per evitare il sovraffollamento, soprattutto per i gruppi vulnerabili come i bambini.

Attuare l’approccio «punti di crisi» è un compito che spetta principalmente allo Stato membro interessato. Da marzo 2016 tuttavia il personale Europol ha eseguito i controlli secondari di sicurezza presso i punti di crisi in Grecia. Per rendere il processo di sicurezza alle frontiere esterne più efficace, Europol ha istituito un pool di 116 agenti distaccati (esperti distaccati dai servizi nazionali) a sostegno degli Stati membri in difficoltà. I primi due gruppi sono stati inviati nei punti di crisi greci, in aiuto del personale Europol. Nel 2016 erano operativi cinque punti di crisi in Grecia e quattro in Italia, mentre in Italia altri porti di sbarco svolgevano funzioni analoghe.

Un migliore controllo delle frontiere esterne dell’UE

Ritorno a Schengen — Tabella di marcia

In marzo la Commissione ha presentato una tabella di marcia dettagliata con le misure concrete necessarie per il ritorno a un funzionamento normale dello spazio Schengen, visto che il sistema era stato messo a dura prova dalla crisi migratoria e dei rifugiati.

Le frontiere della Grecia hanno subito una fortissima pressione dovuta a un afflusso massiccio di migranti irregolari e di richiedenti asilo, rivelando gravi carenze con conseguenze per l’intero spazio Schengen. Per questo motivo la Grecia è stata invitata ad adottare e attuare un piano d’azione che rispondesse alle raccomandazioni del Consiglio e della Commissione, mentre agli altri Stati membri è stata chiesta un’assunzione di responsabilità fornendo sostegno immediato alla Grecia.

In maggio il Consiglio ha adottato una raccomandazione rivolta a Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia per controlli temporanei alla frontiera interna. Nonostante la graduale stabilizzazione della situazione generale nello spazio Schengen, in novembre la Commissione ha raccomandato che il Consiglio permettesse a tali paesi di mantenere i controlli alle frontiere interne, nel rispetto di condizioni rigorose e per un periodo di tempo limitato.

Il pacchetto «Frontiere intelligenti»

In aprile la Commissione ha proposto il pacchetto «Frontiere intelligenti», allo scopo di modernizzare la gestione delle frontiere esterne dello spazio Schengen e di aiutare gli Stati membri ad affrontare l’aumento dei flussi di viaggiatori, contribuendo nel contempo a lottare contro il terrorismo e i reati gravi.

L’elemento centrale del pacchetto è l’istituzione di un sistema ingressi/uscite per modernizzare i controlli alle frontiere e fornire, in modo automatizzato, informazioni precise durante i controlli eseguiti dalle guardie di frontiera. Al sistema potranno accedere anche le autorità nazionali di contrasto ed Europol, contribuendo così alla prevenzione, all’individuazione e all’investigazione di reati di terrorismo o altri reati gravi.

Contemporaneamente la Commissione ha proposto una comunicazione sui sistemi d’informazione più solidi e intelligenti, che presenta una serie di azioni per migliorare il funzionamento e l’interoperabilità dei sistemi d’informazione esistenti e futuri e risolvere il problema della mancanza di informazioni.

In novembre la Commissione ha proposto di istituire il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi, per rafforzare i controlli di sicurezza sui viaggiatori esenti dall’obbligo del visto.

In dicembre ha proposto di rafforzare l’efficacia operativa e l’efficienza del sistema d’informazione Schengen al fine di potenziare la capacità del sistema di combattere il terrorismo e la criminalità transfrontaliera, migliorare la gestione delle frontiere e della migrazione e assicurare un efficace scambio di informazioni tra gli Stati membri per aumentare la sicurezza dei cittadini dell’UE.

Videoconferenze settimanali dei leader dei Balcani occidentali

Le videoconferenze settimanali dei leader dei Balcani occidentali hanno permesso un coordinamento efficiente e una migliore condivisione delle informazioni tra gli Stati membri dell’UE e i loro vicini diretti lungo un’altra importante rotta migratoria.

Migliorare i canali della migrazione legale

In giugno la Commissione ha presentato la proposta di revisione della Carta blu, volta ad aumentare la capacità dell’UE di attirare e trattenere i lavoratori altamente qualificati, al fine di accrescere la competitività della sua economia e far fronte alle sfide demografiche. I titolari della Carta blu disporranno di un accesso più flessibile a lavori altamente qualificati in tutta l’UE, con la possibilità di svolgere un’attività collaterale indipendente, avranno diritto al ricongiungimento familiare immediato e potranno ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo nell’UE più rapidamente.

Integrazione dei cittadini di paesi terzi

Nel mese di giugno la Commissione ha adottato un piano d’azione sull’integrazione dei cittadini di paesi terzi il cui scopo è sostenere gli Stati membri nei loro sforzi per integrare i cittadini di paesi terzi. Il piano d’azione fornisce un quadro politico comune che dovrebbe aiutare gli Stati membri a sviluppare e rafforzare ulteriormente le loro politiche nazionali d’integrazione. Il piano contiene 50 azioni concrete in settori chiave, tra cui le misure precedenti la partenza/l’arrivo, l’istruzione, l’occupazione e la formazione professionale, l’accesso ai servizi di base, la partecipazione attiva e l’inclusione sociale.

Visti

All’inizio del 2016 la Commissione ha presentato proposte legislative volte a inserire la Georgia, il Kosovo (tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244/1999 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo), la Turchia e l’Ucraina nell’elenco dei paesi esenti dall’obbligo di visto per soggiorni di breve durata a seguito della valutazione positiva delle tabelle di marcia e dei piani d’azione sulla liberalizzazione dei visti di questi paesi. Le proposte per il Kosovo e la Turchia si basavano sul presupposto che le autorità turche e kosovare avrebbero soddisfatto i rimanenti parametri delle loro rispettive tabelle di marcia sulla liberalizzazione dei visti prima dell’adozione delle proposte da parte del Parlamento e del Consiglio. La Commissione ha inoltre proposto una modifica legislativa per rafforzare il meccanismo di sospensione, che consentirà all’UE di sospendere l’esenzione dall’obbligo del visto per i cittadini di un paese terzo in caso di un importante aumento della pressione migratoria o di rischi per la sicurezza. Sulla revisione del meccanismo di sospensione e sulla liberalizzazione dei visti per la Georgia è stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio.

Nel corso dell’anno l’UE ha firmato accordi di esenzione dal visto con Kiribati, le Isole Marshall, la Micronesia, il Perù, le Isole Salomone e Tuvalu.

In ottobre sono stati aperti i negoziati con la Tunisia per un accordo volto a facilitare il processo di rilascio di visti per soggiorni di breve durata e un accordo per istituire procedure per la riammissione dei migranti irregolari.

In novembre sono stati aperti i negoziati con la Giordania per la facilitazione del rilascio dei visti e per la riammissione.

Nel 2016 il governo canadese ha annunciato l’intenzione di revocare l’obbligo del visto per tutti i cittadini bulgari e rumeni che si recano in Canada a partire dal dicembre 2017.

Sostegno finanziario per la gestione efficace della migrazione

L’UE ha aumentato il suo sostegno finanziario agli Stati membri per l’elaborazione di un approccio comune alla migrazione e la gestione efficiente dei flussi migratori, principalmente mediante il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e il Fondo sicurezza interna. La componente «assistenza di emergenza» di tali fondi ha consentito all’UE di fornire una risposta rapida e flessibile ai problemi posti dalla migrazione: gli Stati membri che devono far fronte a forti pressioni migratorie hanno potuto ottenere così risorse supplementari. In marzo la Commissione ha proposto uno strumento di assistenza emergenziale da utilizzare nell’Unione europea per dare una risposta più rapida e mirata in situazioni di grave crisi, anche aiutando gli Stati membri a far fronte al gran numero di rifugiati. Grazie a tale strumento fino al 2018 saranno messi a disposizione circa 700 milioni di euro di fondi UE tramite organizzazioni partner, come agenzie dell’ONU, la Croce Rossa e organizzazioni non governative. Sono già stati assegnati 198 milioni di euro a organizzazioni per progetti realizzati in Grecia, in stretta consultazione con le autorità greche.

Infografiche: Finanziamenti a titolo del Fondo Asilo, migrazione e integrazione e del Fondo sicurezza interna 2014-2020

Oltre a ciò, l’UE ha aumentato il bilancio 2015-2016 dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera e di Europol, rafforzando la loro capacità di fornire risposte concrete ai problemi posti dalla migrazione.

Capitolo 9

Un ruolo più incisivo a livello mondiale

«L’Europa deve essere più forte in termini di politica estera. La crisi ucraina e la situazione preoccupante in Medio Oriente dimostrano quanto sia importante che l’Europa sia unita nei confronti del resto del mondo».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: L’alta rappresentante/vicepresidente della Commissione Federica Mogherini e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ad una conferenza stampa congiunta in margine alla riunione dei ministri degli Esteri dei paesi NATO, Bruxelles, 6 dicembre 2016. © NATO/OTAN

L’alta rappresentante/vicepresidente della Commissione Federica Mogherini e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ad una conferenza stampa congiunta in margine alla riunione dei ministri degli Esteri dei paesi NATO, Bruxelles, 6 dicembre 2016.

L’UE ha bisogno di una politica estera comune forte per rispondere in modo efficace alle sfide globali, ivi incluse le crisi nel suo vicinato, diffondere all’esterno i propri valori e contribuire alla pace e alla prosperità a livello mondiale.

In quest’ottica l’UE ha posto la promozione della pace e della sicurezza internazionali, la cooperazione allo sviluppo, i diritti umani e la risposta alle crisi umanitarie al centro delle sue politiche estere e di sicurezza nel corso del 2016.

A livello internazionale l’UE si è avvalsa della sua influenza diplomatica ed economica per sollecitare soluzioni politiche ai conflitti in Siria, Libia e Ucraina e ha continuato a collaborare intensamente per promuovere la normalizzazione delle relazioni tra il Kosovo e la Serbia.

Nella primavera del 2016 l’alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione Federica Mogherini e numerosi altri commissari europei hanno visitato l’Iran per avviare discussioni sulla cooperazione per il commercio, gli investimenti, l’energia e il cambiamento climatico, e i diritti umani.

In giugno l’alta rappresentante/vicepresidente della Commissione Federica Mogherini ha presentato una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell’UE. La strategia delinea le priorità e gli obiettivi per massimizzare la capacità dell’UE di affrontare le sfide internazionali. Nel settore della sicurezza e della difesa le azioni si sono succedute rapidamente, fino all’adozione di conclusioni sostanziali del Consiglio dell’Unione europea nel mese di novembre e proposte per la cooperazione UE-NATO nel mese di dicembre. La Commissione europea ha inoltre proposto in novembre un piano d’azione europeo in materia di difesa, al fine di istituire un Fondo europeo per la difesa. Questo ampio pacchetto di misure in materia di difesa è stato approvato dal Consiglio europeo di dicembre, con compiti concreti di follow-up per il 2017.

Nel corso dell’anno l’UE ha iniziato ad attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. È stato istituito il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa ed è stata concordata una più stretta cooperazione in materia di migrazione con cinque paesi africani.

Le crisi umanitarie continuano ad avere gravi ripercussioni e nel 2016 l’UE ha stanziato aiuti di emergenza per oltre 2,1 miliardi di euro per fornire cibo, strutture di ricovero, protezione e assistenza sanitaria a 120 milioni di persone in oltre 80 paesi.

La politica di vicinato dell’UE

Le relazioni con i paesi che si trovano a sud e ad est dell’UE sono di fondamentale importanza. Queste relazioni sono oggetto della politica europea di vicinato, che è stata riveduta nel 2016. La politica offre opportunità di veri partenariati tra l’UE e i paesi vicini, basati sul buon governo, su questioni politiche, economiche e di sicurezza e politiche migratorie.

Vicinato orientale

Le politiche nei confronti dei paesi a est dell’UE sono globali e commisurate alle esigenze dei singoli paesi. Esse sono pertanto di ampia portata e si concentrano su diversi settori prioritari, ad esempio lo sviluppo economico e sociale, la buona governance e l’efficienza energetica, e agevolano l’incontro tra le persone che vivono nell’UE e nei paesi del vicinato orientale, così come il lavoro, lo studio e i viaggi nelle regioni.

L’UE ha concluso accordi di associazione che comprendono zone di libero scambio globali e approfondite con la Georgia, la Moldova e l’Ucraina. Gli accordi con la Georgia e la Moldova sono entrati in vigore in luglio. Sono state inoltre perseguite relazioni più strette con Armenia, Azerbaigian e Bielorussia. Sono stati compiuti progressi significativi nel concordare l’esenzione dal visto per i cittadini di Ucraina e Georgia che si recano in visita nell’UE.

Sostenere le riforme politiche ed economiche in Ucraina è stata una delle priorità dell’UE durante l’anno, con un consistente sostegno finanziario fornito nel quadro dello strumento europeo di vicinato (200 milioni di euro per nuovi programmi incentrati su una governance trasparente e responsabile), assistenza umanitaria (22,4 milioni di euro) e assistenza macrofinanziaria (2,21 miliardi di euro). Bruxelles e Kiev hanno discusso anche delle forniture di gas.

L’UE ha continuato a insistere sulla risoluzione pacifica del conflitto nell’Ucraina orientale attraverso la piena attuazione degli accordi di Minsk. La Commissione ha inoltre proseguito le sanzioni contro la Russia per l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli e il suo ruolo nel destabilizzare l’Ucraina.

Russia

All’inizio del 2016 gli Stati membri dell’UE hanno ribadito i principi che guidano l’approccio dell’UE nei confronti della Russia. Tra questi figurano la piena attuazione degli accordi di Minsk, il rafforzamento delle relazioni con i partner orientali e altri paesi limitrofi, in particolare in Asia centrale, il rafforzamento della resilienza interna dell’UE, il dialogo selettivo con la Russia su questioni di interesse per l’UE quali la politica estera e le questioni globali, l’incremento del sostegno dell’UE a favore della società civile russa e l’intensificazione dei contatti tra cittadini europei e russi. In assenza di una completa attuazione degli accordi di Minsk, le sanzioni imposte nel 2014 in risposta all’intervento russo in Ucraina sono rimaste in vigore. L’ulteriore deterioramento della situazione dei diritti umani in Russia e le crescenti restrizioni per la società civile hanno continuato ad essere in cima all’agenda dell’UE.

Il vicinato meridionale

Nella regione del vicinato meridionale dell’UE la politica europea di vicinato persegue l’obiettivo di sostenere singoli paesi nei settori in cui l’UE può apportare un contributo specifico e positivo.

Un’attenzione particolare è rivolta ai paesi colpiti dalla crisi dei rifugiati. La Commissione ha continuato ad attuare il fondo fiduciario regionale dell’UE in risposta alla crisi siriana e ha avviato le attività nell’ambito del Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa per affrontare la crisi migratoria. In seguito alla conferenza sul sostegno alla Siria e alla regione, tenutasi a Londra in febbraio, è stato raggiunto un accordo con la Giordania e il Libano, per aiutarli a far fronte all’afflusso massiccio di rifugiati siriani. L’UE ha notevolmente intensificato gli scambi commerciali con la Giordania per contribuire alla creazione di posti di lavoro, in particolare per i rifugiati siriani all’interno del paese.

La Tunisia ha beneficiato di un’attenzione particolare nel 2016, dato che l’UE ha sostenuto la transizione democratica del paese.

Siria

Nel 2016 la crisi in Siria ha continuato a rappresentare una delle sfide più difficili per la comunità internazionale. L’UE ha proseguito gli sforzi diplomatici e umanitari in stretto coordinamento con le Nazioni Unite e con l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura. L’UE ha intensificato il suo sostegno finanziario, con oltre 9 miliardi di euro di aiuti forniti sin dall’inizio della crisi. L’impegno in tal senso è stato riaffermato quando i leader dell’UE si sono incontrati in ottobre per discutere della Siria. L’alta rappresentante/vicepresidente Federica Mogherini ha inoltre profuso sforzi di mediazione a favore di una visione regionale sul futuro della Siria, guidando l’iniziativa regionale dell’UE che mira a individuare un terreno comune su intese successive al conflitto con gli attori regionali, esaminando le possibilità di riconciliazione e ricostruzione dopo l’avvio sicuro di una transizione politica credibile.

Libia

Durante tutto l’anno l’UE ha mantenuto l’impegno nei confronti della Libia e del processo di transizione del paese verso una democrazia stabile e inclusiva e ha sostenuto gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite in questo processo. Attualmente l’UE eroga finanziamenti considerevoli per progetti e attività in Libia in sei settori, corrispondenti alle priorità della cooperazione bilaterale: società civile, governance democratica; sanità; giovani, cittadinanza attiva e integrazione socioeconomica; migrazione e protezione; processo politico, sicurezza e mediazione.

I negoziati per l’allargamento e i Balcani occidentali

Il processo di allargamento dell’UE è di fondamentale importanza per la stabilità dei Balcani occidentali. Sostenere la sicurezza e la prosperità nei Balcani occidentali è un investimento per il futuro della regione e rientra nell’interesse dell’UE. La Bosnia-Erzegovina ha chiesto di aderire all’UE e il Consiglio ha deciso di portare avanti il processo mentre l’Albania, con il sostegno dell’UE, ha approvato leggi chiave per riformare il proprio sistema giudiziario. Ciò dovrebbe ripercuotersi positivamente sulla vita degli albanesi e contribuire a far progredire il paese nel suo cammino verso l’UE. L’UE e il Kosovo hanno concluso un accordo di stabilizzazione e di associazione. Nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia la mediazione da parte dell’UE e di altri attori internazionali ha consentito un accordo che ha permesso di tenere in modo calmo e ordinato le elezioni politiche nel mese di dicembre.

I colloqui tra il Kosovo e la Serbia sulla normalizzazione dei rapporti hanno registrato progressi. Nel frattempo sono proseguiti i negoziati di adesione con il Montenegro e la Serbia.

Turchia

Immagine: Il commissario Johannes Hahn visita un supermercato per rifugiati gestito dal Programma alimentare mondiale, Turchia, 26 aprile 2016. © Unione europea

Il commissario Johannes Hahn visita un supermercato per rifugiati gestito dal Programma alimentare mondiale, Turchia, 26 aprile 2016.

Nel 2016 le relazioni tra l’UE e la Turchia sono state estese a molti settori, come era stato concordato in occasione del vertice UE-Turchia del novembre 2015. Uno degli sviluppi principali è stato l’accordo UE-Turchia del mese di marzo, in cui l’UE si è concentrata sulla gestione dei flussi migratori e sulla lotta contro i trafficanti e la tratta di esseri umani. Per sostenere i rifugiati siriani e le loro comunità ospitanti messe a dura prova, è stato istituito uno strumento per i rifugiati in Turchia che coordina 3 miliardi di euro di finanziamenti per il 2016 e il 2017. L’UE ha sostenuto il governo democratico della Turchia dopo il tentativo di colpo di Stato nel mese di luglio e ha invitato le autorità del paese a rispettare i più elevati standard in materia di Stato di diritto e diritti fondamentali.

Video: Visita di Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, in Turchia. © Unione europea

Visita di Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, in Turchia.

Europa occidentale

I paesi dell’Europa occidentale non appartenenti all’UE sono strettamente collegati all’UE. La Norvegia e la Svizzera sono tra i principali partner commerciali e di investimento dell’UE e sono partner importanti nel campo della ricerca e dell’innovazione. Permangono tuttavia difficoltà con la Svizzera. Benché in dicembre il voto dell’Assemblea federale svizzera sulle modifiche alla legge sugli stranieri sia stato un passo nella giusta direzione, continua a mancare un accordo quadro istituzionale per la gestione e l’aggiornamento del sistema complesso di accordi settoriali per liberare completamente il potenziale delle relazioni bilaterali.

America del Nord

Stati Uniti

Fra le priorità nelle relazioni tra l’UE e gli Stati Uniti nel 2016 figurano la lotta al terrorismo, il rafforzamento della crescita economica e la risposta alla crisi mondiale dei rifugiati. Ciò ha trovato riscontro nel corso della riunione tra Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, svoltasi a Varsavia in luglio.

Si sono tenuti diversi cicli di colloqui sul partenariato transatlantico su commercio e investimenti.

Immagine: Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione, John Kerry, segretario di Stato statunitense, e Ernest Moniz, ministro dell'Energia degli Stati Uniti, alla riunione del Consiglio Energia UE-USA presso il Dipartimento di Stato a Washington DC, Stati Uniti, 4 maggio 2016. © Unione europea

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione, John Kerry, segretario di Stato statunitense, e Ernest Moniz, ministro dell'Energia degli Stati Uniti, alla riunione del Consiglio Energia UE-USA presso il Dipartimento di Stato a Washington DC, Stati Uniti, 4 maggio 2016.

In giugno l’UE e gli Stati Uniti hanno firmato un accordo quadro sulla protezione dei dati che fissa standard elevati di protezione dei dati personali per i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti nell’ambito della cooperazione di polizia e giudiziaria. In dicembre il Consiglio ha adottato la decisione che autorizza l’Unione europea a concludere l’accordo.

Nel mese di luglio è stato adottato lo scudo UE-Stati Uniti per la privacy, al fine di proteggere i dati personali dei cittadini e offrire chiarezza alle imprese.

Washington e Bruxelles hanno inoltre cooperato per la guardia costiera e di frontiera europea e nell’affrontare la crisi dei rifugiati.

Nel corso del mese di dicembre, gli Stati Uniti e l’UE hanno firmato un accordo in materia di acquisizioni e scambio di prestazioni sul supporto logistico per le operazioni militari dell’una o dell’altra parte.

Canada

Il 2016 è stato un anno importante per le relazioni tra l’UE e il Canada, con la firma di due accordi innovativi: l’accordo di partenariato strategico e l’accordo economico e commerciale globale. Una volta entrati in vigore, i due accordi miglioreranno il quadro complessivo della cooperazione tra l’UE e il Canada. L’accordo di partenariato strategico permetterà di rafforzare il dialogo politico su diversi settori, tra cui la pace e la sicurezza internazionali, lo sviluppo economico sostenibile, la giustizia, la libertà e la sicurezza. L’accordo economico e commerciale globale promuoverà la crescita e l’occupazione e determinerà importanti vantaggi economici su entrambe le sponde dell’Atlantico attraverso il commercio e gli investimenti, con la definizione di norme globali sulla tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.

Cina

Nel mese di luglio è stata concordata una nuova strategia dell’UE sulla Cina. L’impegno dell’UE nei confronti della Cina sarà realistico e basato su principi e l’UE, nell’ambito di tale impegno, resterà fedele ai propri valori e interessi, in particolare il rispetto delle regole e delle norme internazionali e dei diritti umani.

Immagine: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Xi Jinping, presidente della Cina, e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, al 18o vertice UE-Cina, Pechino, Cina, 12 luglio 2016. © Unione europea

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Xi Jinping, presidente della Cina, e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, al 18o vertice UE-Cina, Pechino, Cina, 12 luglio 2016.

Il vertice UE-Cina svoltosi a Pechino in luglio ha offerto l’opportunità di tenere discussioni strategiche su questioni di interesse comune, tra cui le riforme economiche e la sovraccapacità nel settore siderurgico.

L’agenda strategica 2020 per la cooperazione UE-Cina è stata la base per le relazioni a partire dal 2013 e il dialogo politico in materia di ambiente è in corso dal 2005.

Medio Oriente

Iran

Dopo lo storico accordo nucleare raggiunto nel luglio 2015 tra la comunità internazionale e l’Iran, l’alta rappresentante/vicepresidente Federica Mogherini si è recata in visita a Teheran nell’aprile 2016 con sette commissari europei, per intensificare la cooperazione in settori quali le relazioni economiche, i trasporti, la scienza, le questioni umanitarie, l’energia e i diritti umani.

Immagine: Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione e Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, ad una conferenza stampa congiunta a Teheran, Iran, 16 aprile 2016. © Unione europea

Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione e Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, ad una conferenza stampa congiunta a Teheran, Iran, 16 aprile 2016.

Iraq

L’impegno dell’UE in Iraq si è concentrato sul sostegno al governo per realizzare con urgenza le necessarie riforme politiche, economiche e in materia di diritti umani, non da ultimo nel contesto dell’accordo di partenariato e di cooperazione UE-Iraq. È continuata la cooperazione con l’Iraq nella lotta contro l’ISIL/Da’esh. L’UE fornisce aiuti umanitari per soddisfare le esigenze più urgenti degli sfollati iracheni e sostenere la stabilizzazione delle zone liberate.

America latina

Nel 2016 l’UE ha rafforzato le sue relazioni con l’America latina e i Caraibi. L’UE e il Messico hanno avviato i negoziati volti a modernizzare l’accordo globale e, tra l’altro, a migliorare il quadro del dialogo bilaterale su temi globali (segnatamente per quanto riguarda i cambiamenti climatici, l’energia, la sicurezza alimentare, l’economia mondiale e la sicurezza) e adeguare le relazioni UE-Messico alle nuove realtà del commercio globale, delle politiche di investimento e dei flussi finanziari. L’UE e Cuba hanno proseguito il loro dialogo politico formale e in dicembre hanno firmato un accordo di dialogo politico e di cooperazione, che costituisce il nuovo quadro giuridico per la relazione. Nel mese di maggio l’UE e il Mercato comune del Sud (Mercosur) hanno rinvigorito i negoziati per un accordo di associazione biregionale con il primo scambio di offerte dal 2004.

L’UE ha fornito sostegno politico al processo di pace in Colombia. Il Fondo fiduciario dell’UE, avviato nel dicembre 2016, sarà un elemento importante dell’impegno dell’UE per sostenere l’attuazione dell’accordo di pace.

In ottobre si è tenuta a Santo Domingo, Repubblica dominicana, una riunione dei ministri degli esteri dell’UE e della Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici, che ha contribuito a rafforzare il partenariato strategico e ha spianato la strada per un vertice tra l’UE e la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici previsto nel 2017.

Il partenariato UE-Africa

Nel Corno d’Africa, l’UE ha approvato un nuovo accordo politico ed economico con l’Etiopia ed è stata una decisa sostenitrice delle elezioni in Somalia. L’UE ha continuato a sostenere la lotta contro il terrorismo nella regione, nonché nel Sahel. Nel corso dell’anno è stato firmato ed è entrato in vigore l’accordo di partenariato economico tra l’UE e la Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe.

Immagine: Il commissario Neven Mimica incontra gli abitanti di Matam, Senegal, 27 aprile 2016. © Unione europea

Il commissario Neven Mimica incontra gli abitanti di Matam, Senegal, 27 aprile 2016.

Migrazione

Nel 2016 l’UE ha cercato di concludere partenariati «su misura» con i paesi terzi di origine e di transito utilizzando tutte le politiche a sua disposizione. Nel mese di giugno il Consiglio europeo ha adottato la proposta dell’alta rappresentante/vicepresidente e della Commissione di avviare un nuovo quadro di partenariato in materia di migrazione con i principali partner in Africa per gestire meglio la situazione attraverso la collaborazione.

Nel quadro dell’agenda europea sulla migrazione, le priorità sono: salvare vite in mare, aumentare i rimpatri, consentire ai migranti e ai rifugiati di rimanere vicino a casa e, a lungo termine, aiutare i paesi ad affrontare le cause profonde della migrazione irregolare.

Infografiche: Sostegno dell’UE ai paesi terzi partner per affrontare la crisi migratoria

Nell’ambito del partenariato sono state avviate le attività con cinque paesi prioritari: Etiopia, Mali, Niger, Nigeria e Senegal. Parallelamente sono proseguiti i dialoghi in materia di migrazione con i paesi di origine e di transito, al fine di attuare i risultati del vertice di La Valletta del 2015.

Durante l’anno il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa ha iniziato a produrre risultati su progetti concreti e la cooperazione con i partner dell’UE sta dando i suoi primi frutti.

Diritti umani

Il 2016 è stato caratterizzato da gravi violazioni dei diritti umani e da crescenti vessazioni e attacchi contro i difensori dei diritti umani e le organizzazioni non governative a livello internazionale. La strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell’UE, avviata in giugno, ha ribadito che i diritti umani sono al centro dell’azione esterna dell’Unione e totalmente in sintonia con gli interessi dell’UE. L’alta rappresentante/vicepresidente Federica Mogherini ha avviato la campagna #EU4HumanRights volta a sensibilizzare in merito all’operato dell’UE e degli Stati membri per perseguire le priorità individuate nel piano d’azione per i diritti umani e la democrazia 2015-2019 attraverso il sostegno, la difesa e la promozione dei diritti umani in tutto il mondo.

Immagine: Nel 2016, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), la Commissione europea ha avviato una campagna per eliminare la violenza contro le donne. © Unione europea

Nel 2016, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), la Commissione europea ha avviato una campagna per eliminare la violenza contro le donne.

L’Agenda 2030: obiettivi di sviluppo sostenibile

L’UE si è impegnata ad attuare l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel mese di maggio il commissario Karmenu Vella e il ministro olandese Sharon Dijksma hanno partecipato, in Kenya, alla seconda Assemblea per l’ambiente delle Nazioni Unite. I ministri presenti hanno convenuto di attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile su questioni quali la produzione e il consumo sostenibili, le sostanze chimiche, i rifiuti, i cambiamenti climatici e gli oceani.

La Commissione ha definito un approccio strategico per il conseguimento dello sviluppo sostenibile nell’Unione europea e nel mondo. Il 22 novembre l’alta rappresentante/vicepresidente Federica Mogherini, il primo vicepresidente Frans Timmermans e il commissario Neven Mimica hanno presentato delle proposte. In questo contesto la Commissione ha pubblicato una comunicazione sulle prossime tappe per un futuro europeo sostenibile, che riunisce gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, il quadro politico dell’UE e le priorità della Commissione. In tal modo sarà possibile valutare i livelli di progresso, individuare le preoccupazioni più pertinenti in materia di sostenibilità e garantire che tutte le azioni e iniziative politiche, all’interno dell’UE e a livello globale, tengano conto fin dall’inizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Sviluppo internazionale

Nel 2016 l’UE ha iniziato ad attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nel quadro della cooperazione internazionale.

A settembre l’UE ha varato il piano europeo per gli investimenti esterni per attuare gli impegni di finanziamento dello sviluppo e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

In novembre la Commissione ha proposto una revisione del consenso europeo in materia di sviluppo, presentando una visione condivisa e un quadro d’azione per la cooperazione allo sviluppo dell’UE e dei suoi Stati membri. La revisione propone un piano per allineare la politica di sviluppo dell’Unione all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e fa parte della risposta della comunità internazionale alle nuove tendenze e sfide della globalizzazione. Il forum delle Giornate europee dello sviluppo è stato la prima importante riunione dedicata alla questione. L’UE ha inoltre proseguito i suoi lavori su un nuovo partenariato con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico dopo il 2020 e ha proposto un accordo quadro, integrato da partenariati regionali su misura per l’Africa, i Caraibi e il Pacifico che affrontano le specifiche opportunità e sfide da affrontare a livello regionale.

In ottobre si è tenuta a Bruxelles una grande conferenza internazionale in occasione della quale l’UE ha ribadito che intende continuare a fornire sostegno all’Afghanistan. Nel mese di novembre si è tenuta una conferenza dei donatori per la Repubblica centrafricana, durante la quale i donatori internazionali si sono impegnati a stanziare oltre 2 miliardi di euro.

Ricerca e innovazione

La diplomazia della scienza è una componente fondamentale delle attività internazionali dell’UE. Nel corso dell’anno la comunicazione congiunta «Una politica integrata dell’UE per l’Artico» prevede attività di ricerca sull’Artico e sottolinea il ruolo della scienza nella cooperazione internazionale.

La collaborazione mondiale nella ricerca in materia di capacità di gestione delle malattie infettive (Global Research Collaboration for Infectious Disease Preparedness) ha mobilitato finanziatori in tutto il mondo per svolgere urgentemente attività di ricerca sull’epidemia del virus Zika. A seguito di un invito specifico del 2016 sono stati selezionati progetti di ricerca sul virus Zika del valore di 30 milioni di euro che verranno finanziati nell’ambito di Orizzonte 2020.

Il lavoro dignitoso, tema dell’agenda globale dell’UE

In occasione della conferenza internazionale del lavoro tenutasi nel mese di giugno Jean−Claude Juncker, presidente della Commissione europea, si è impegnato a dare priorità all’Europa sociale, all’occupazione giovanile e al dialogo sociale e ha promosso l’iniziativa della Commissione relativa a un pilastro europeo dei diritti sociali. Insieme alla commissaria Marianne Thyssen ha sottolineato l’importanza delle norme dell’Organizzazione internazionale del lavoro e ha messo in luce la necessità di riflettere sul futuro del lavoro. L’UE continua a dare un contributo alle attività e ai risultati della conferenza. Sono stati adottati orientamenti generali sul lavoro dignitoso nelle catene di approvvigionamento a livello mondiale, che affrontano questioni quali la dovuta diligenza, il dialogo sociale transfrontaliero, gli scambi commerciali e la trasparenza.

Sicurezza e difesa

Nel mese di novembre i ministri degli esteri e della difesa dell’UE hanno deciso di attuare la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell’UE nel settore della sicurezza e della difesa. Le conclusioni dei ministri erano basate su un piano di attuazione in materia di sicurezza e di difesa presentato dall’alta rappresentante/vicepresidente e capo dell’Agenzia europea per la difesa, Federica Mogherini.

La strategia comprende proposte intese a rafforzare le capacità civili e militari, ad approfondire la cooperazione in materia di difesa, migliorare la risposta rapida dell’UE alle crisi, istituire una capacità di pianificazione e condotta permanente a livello strategico per le missioni militari senza incarichi esecutivi, esplorare il potenziale per una maggiore cooperazione con i paesi partner in materia di sicurezza e difesa e proseguire le attività di rafforzamento delle capacità a sostegno della sicurezza e dello sviluppo.

Questo è il primo dei tre elementi del nuovo pacchetto dell’UE in materia di difesa, approvato dal Consiglio europeo di dicembre. Il secondo elemento è il piano d’azione europeo in materia di difesa proposto dalla Commissione, volto a istituire un Fondo europeo di difesa per sostenere gli investimenti nella ricerca comune e nello sviluppo comune di tecnologie e di attrezzature di difesa. Sono state inoltre proposte misure per il rafforzamento del mercato unico della difesa. Il terzo elemento comprende la cooperazione tra l’UE e la NATO, per dare seguito alla dichiarazione congiunta firmata a Varsavia nel luglio 2016.

Nel mese di aprile gli Stati membri dell’UE hanno deciso di approfondire il coordinamento per rafforzare la risposta dell’UE alle minacce ibride, come ad esempio gli attacchi informatici, l’interruzione delle forniture di energia o dei servizi finanziari, l’indebolimento della fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche e lo sfruttamento di tensioni sociali.

Risposta alle crisi umanitarie e alle situazioni di emergenza

Video: Ridefinire gli aiuti in occasione del vertice umanitario mondiale. © Unione europea

Ridefinire gli aiuti in occasione del vertice umanitario mondiale.

L’UE ha continuato ad aiutare le persone colpite da catastrofi naturali e crisi provocate dall’uomo in tutto il mondo, stanziando aiuti di emergenza per 2,1 miliardi di euro comprendenti cibo, strutture di ricovero, protezione, assistenza sanitaria per oltre 120 milioni di persone in più di 80 paesi.

L’UE è in prima linea nel finanziamento degli aiuti umanitari in tutte le principali zone di conflitto in caso di ingenti numeri di persone sfollate, ad esempio in Iraq e in Siria, nella Repubblica centrafricana, nel Sud Sudan e nello Yemen.

Per la prima volta l’UE ha fornito assistenza umanitaria all’interno delle sue frontiere, con il sostegno alla Grecia per far fronte all’afflusso di rifugiati. Per il periodo compreso tra 2016 e 2018 saranno messi a disposizione finanziamenti UE per 700 milioni di euro attraverso i partner umanitari.

Hanno inoltre preso forma nuove iniziative. In seguito all’esperienza accumulata durante la crisi dell’Ebola che ha colpito l’Africa occidentale nel 2014 l’UE ha istituito un corpo medico europeo, destinato a fornire una risposta rapida alle emergenze con conseguenze sulla salute sia all’interno che all’esterno dell’UE.

Infografiche: Assistenza umanitaria prestata in tutto il mondo

Circa il 4 % del bilancio umanitario complessivo dell’UE è stato dedicato all’istruzione dei bambini in situazioni d’emergenza, che rappresenta uno dei principali settori sottofinanziati nell’ambito dell’aiuto umanitario. Più di 3,8 milioni di bambini hanno potuto accedere ad attività educative in 47 paesi. Il commissario Christos Stylianides ha inoltre annunciato un ulteriore aumento al 6 % per il 2017.

Cooperazione internazionale

UE-Nazioni Unite

Una delegazione ad alto livello dell’Unione europea ha partecipato alla settimana ministeriale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e al vertice sui grandi movimenti di profughi e di migranti, in cui l’UE ha caldeggiato con successo una responsabilità globale. La crisi siriana, i cambiamenti climatici e l’attuazione dell’Agenda 2030 hanno dominato le discussioni. Durante tutto l’anno la cooperazione UE-Nazioni Unite ha garantito il coordinamento di un’ampia gamma di attività, tra cui missioni di pace, sforzi diplomatici, diritti umani, lotta contro la fame, costruzione di società inclusive, buon governo e lotta contro la criminalità. Le strette relazioni tra le due organizzazioni sono state sottolineate anche dall’alta rappresentante/vicepresidente Federica Mogherini nel discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in giugno.

Immagine: Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, e Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione alla 71a seduta plenaria dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, New York, Stati Uniti, 18 settembre 2016. © Unione europea

Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, e Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione alla 71a seduta plenaria dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, New York, Stati Uniti, 18 settembre 2016.

UE-NATO

In luglio, a Varsavia, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg hanno sottoscritto la prima dichiarazione congiunta UE-NATO, dando nuovo impulso al partenariato e sottolineando il loro impegno comune a collaborare nella lotta contro le minacce ibride; a cooperare a livello operativo, ad esempio nelle questioni marittime; nell’ambito della sicurezza informatica e della difesa; nella ricerca nel settore della difesa; nelle esercitazioni e nella difesa; nel rafforzamento delle capacità in materia di sicurezza. In dicembre l’UE e la NATO hanno approvato, in un processo parallelo, una serie di proposte per l’attuazione della dichiarazione comune.

Immagine: (In senso orario da sinistra) François Hollande, presidente francese, David Cameron, primo ministro del Regno Unito, Justin Trudeau, primo ministro canadese, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei ministri italiano, Angela Merkel, cancelliera della Repubblica federale di Germania, Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, e Shinzō Abe, primo ministro del Giappone, al vertice del G7, Ise, Giappone, 26 maggio 2016. © Unione europea

(In senso orario da sinistra) François Hollande, presidente francese, David Cameron, primo ministro del Regno Unito, Justin Trudeau, primo ministro canadese, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei ministri italiano, Angela Merkel, cancelliera della Repubblica federale di Germania, Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, e Shinzō Abe, primo ministro del Giappone, al vertice del G7, Ise, Giappone, 26 maggio 2016.

Collaborare sulla scena internazionale

L’UE si è impegnata attivamente con i partner internazionali in forum come il G7 e il G20 per affrontare le sfide politiche ed economiche globali. Nel comunicato del vertice di Hangzhou, svoltosi a settembre, i leader del G20 hanno sottolineato la necessità di una maggiore inclusività, affinché la crescita economica soddisfi le esigenze di tutti e rechi vantaggio a tutti i paesi e a tutte le popolazioni.

Capitolo 10

Un’Unione di cambiamento democratico

«La nomina e l’elezione del presidente della Commissione alla luce dei risultati delle elezioni del Parlamento europeo sono sicuramente importanti, ma rappresentano solo un primo passo per rendere più democratica l’Unione europea nel suo complesso. La Commissione da me guidata si impegnerà a dare nuova vita allo speciale partenariato con il Parlamento europeo […]. Mi impegno inoltre a migliorare la trasparenza nei contatti con i portatori d’interessi e i lobbisti».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Immagine: Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz (a destra), consegna il Premio Sakharov 2016 per la libertà di pensiero a Nadia Murad Basee Taha e Lamiya Aji Bashar, Strasburgo, Francia, 13 dicembre 2016. © Unione europea

Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz (a destra), consegna il Premio Sakharov 2016 per la libertà di pensiero a Nadia Murad Basee Taha e Lamiya Aji Bashar, Strasburgo, Francia, 13 dicembre 2016.

Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione tenuto a settembre 2016, il presidente Juncker ha fatto un bilancio dei risultati conseguiti durante l’anno precedente, ha presentato le sue priorità per l’anno successivo e ha illustrato come la Commissione intende rispondere alle sfide più pressanti, quali la migrazione, il terrorismo, la crescita economica e l’occupazione. Come prima azione la Commissione, ampiamente sostenuta dal Parlamento europeo e dal Consiglio, ha proposto il raddoppio della durata e del valore del piano di investimenti.

Due giorni dopo il discorso sullo stato dell’Unione, tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione del Regno Unito, si sono riuniti a Bratislava, in Slovacchia, per iniziare una riflessione politica sull’evoluzione futura di un’UE a 27, a seguito del referendum britannico sulla permanenza del Regno Unito nell’UE, tenutosi in giugno, che si è concluso con un voto favorevole all’uscita del paese dall’UE.

La dichiarazione e la tabella di marcia di Bratislava, concordate dai leader dell’UE, enunciano gli obiettivi fino a marzo 2017, tra cui figurano il ripristino del pieno controllo delle frontiere esterne, la garanzia della sicurezza interna e la lotta contro il terrorismo, il rafforzamento della cooperazione dell’UE nel campo della sicurezza esterna e della difesa, la promozione del mercato unico e l’offerta di migliori opportunità ai giovani.

Parlamento europeo

Immagine: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, tiene il suo discorso sullo stato dell'Unione per il 2016 al Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 14 settembre 2016. © Unione europea

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, tiene il suo discorso sullo stato dell'Unione per il 2016 al Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 14 settembre 2016.

Nel 2016 il Parlamento europeo ha affrontato tutte le questioni principali della politica dell’UE e ha discusso temi che spaziano dalla crisi migratoria e dei rifugiati al referendum nel Regno Unito, dalla sicurezza e dalla minaccia del terrorismo alla tassazione delle società. Ha preso importanti decisioni legislative per consentire l’azione dell’UE in settori quali il codice di prenotazione, la protezione dei dati e il mercato unico digitale. Molte personalità d’alto livello sono intervenute al Parlamento nel corso dell’anno, tra loro Guglielmo Alessandro, re dei Paesi Bassi, Toomas Hendrik Ilves, presidente dell’Estonia, Rosen Plevneliev, presidente della Repubblica di Bulgaria, Reuven Rivlin, presidente dello Stato d’Israele e Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese, nonché i capi delle istituzioni dell’UE.

Video: Il Parlamento europeo ha assegnato il Premio Sakharov 2016 per la libertà di pensiero a Nadia Murad Basee Taha e Lamiya Aji Bashar, due donne yazide vittime della brutalità dell'IS. © Unione europea

Il Parlamento europeo ha assegnato il Premio Sakharov 2016 per la libertà di pensiero a Nadia Murad Basee Taha e Lamiya Aji Bashar, due donne yazide vittime della brutalità dell'IS.

Consiglio europeo

Nel 2016 il Consiglio europeo si è riunito in febbraio, marzo, giugno, ottobredicembre. I capi di Stato o di governo hanno affrontato varie questioni fondamentali fornendo orientamenti quali la necessità di stimolare la crescita, l’occupazione e la competitività, il completamento del mercato unico, la politica commerciale dell’UE, gli aspetti interni ed esterni della politica migratoria, la sicurezza, l’energia e il cambiamento climatico. I leader si sono inoltre informalmente incontrati a Bratislava per discutere lo stato dell’Unione e il futuro comune all’indomani del referendum nel Regno Unito.

Infografiche: Tabella di marcia di Bratislava

Consiglio dell’Unione europea

Nel 2016 la presidenza di turno del Consiglio è stata esercitata dai Paesi Bassi e dalla Slovacchia. La crisi migratoria in corso, i conflitti armati in tutto il mondo e la lotta al terrorismo sono stati i principali temi in discussione al Consiglio nel corso dell’anno. Il Consiglio ha compiuto progressi in una serie di settori, tra cui la fiscalità, l’energia e i cambiamenti climatici, il finanziamento dell’economia e l’approfondimento del mercato unico.

Comitato economico e sociale europeo e Comitato europeo delle regioni

Immagine: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea (a destra), riceve la visita di Georges Dassis, presidente del Comitato economico e sociale europeo, Bruxelles, 26 settembre 2016. © Unione europea

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea (a destra), riceve la visita di Georges Dassis, presidente del Comitato economico e sociale europeo, Bruxelles, 26 settembre 2016.

Nel 2016 il Comitato economico e sociale europeo ha preso una significativa posizione rispetto alla crisi dei rifugiati. Su richiesta della Commissione, ha fornito un parere esplorativo sul pilastro europeo dei diritti sociali. In settembre, sempre su richiesta della Commissione, ha adottato un parere esplorativo sul tema dello sviluppo sostenibile.

Il Comitato europeo delle regioni in luglio ha organizzato un vertice europeo delle regioni e delle città a Bratislava, in Slovacchia. Ha adottato una dichiarazione in cui si chiede una visione dell’Europa orientata al futuro con maggiori investimenti a favore della coesione, della crescita sostenibile e della creazione di posti di lavoro nelle città e nelle regioni dell’UE. Infine nel mese di ottobre ha organizzato la settimana europea delle regioni e delle città.

Immagine: La commissaria Corina Crețu con Markku Markkula, presidente del Comitato europeo delle regioni, alla 14a edizione della Settimana europea delle regioni e delle città, Bruxelles, 10 ottobre 2016. © Unione europea

La commissaria Corina Crețu con Markku Markkula, presidente del Comitato europeo delle regioni, alla 14a edizione della Settimana europea delle regioni e delle città, Bruxelles, 10 ottobre 2016.

Legiferare meglio

Accordo interistituzionale «Legiferare meglio».

In aprile il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione europea hanno firmato un nuovo accordo interistituzionale «Legiferare meglio», sulla base di una proposta della Commissione, per migliorare l’applicazione dei principi di una migliore regolamentazione da parte di tutte le istituzioni. Ciò significa che occorrono interventi ambiziosi per affrontare i problemi dell’UE e che tali interventi devono essere progettati nel modo più efficace, efficiente e trasparente possibile. L’accordo promuove l’elaborazione, durante l’intero ciclo legislativo, di politiche basate su dati comprovati, sistematicamente accompagnata da una valutazione degli effetti pratici della legislazione. L’accordo permetterà di rendere il processo legislativo dell’UE più trasparente, aperto ai contributi delle parti interessate e più facile da seguire.

Infografiche: Norme più semplici, ma standard sempre molto elevati

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2017

In ottobre la Commissione ha adottato il programma di lavoro annuale per il 2017, che fissa un elenco delle azioni da intraprendere nel corso del prossimo anno e individua le proposte già presentate da ritirare e la legislazione vigente da riesaminare. Il programma di lavoro per il 2017 segue le 10 priorità politiche della Commissione.

Quadro di valutazione REFIT

Il quadro di valutazione REFIT, presentato insieme al programma di lavoro per il 2017, riflette il lavoro della Commissione in una vasta gamma di interventi volti a valutare, rivedere e semplificare la legislazione dell’UE e a ridurre gli oneri normativi. Esso esamina lo stato dei lavori di 231 iniziative per semplificare e ridurre gli oneri amministrativi nella legislazione esistente. La Commissione ha inoltre pubblicato una sintesi del quadro di valutazione, che ne illustra i principali elementi e fornisce informazioni dettagliate sui primi 22 pareri della piattaforma REFIT e il seguito che la Commissione intende dare.

Piattaforma REFIT

La piattaforma REFIT riunisce 48 esperti di alto livello che rappresentano varie parti interessate, il Comitato economico e sociale europeo, il Comitato europeo delle regioni e tutti i governi degli Stati membri. Fornisce consulenza alla Commissione su come rendere più efficienti ed efficaci i regolamenti dell’UE, riducendo nel contempo gli oneri amministrativi senza compromettere gli obiettivi politici. Gran parte del lavoro della piattaforma si basa sui contributi delle parti interessate (spesso trasmessi tramite il sito web Ridurre la burocrazia — dite la vostra!). Le riunioni si sono svolte in gennaio, aprile, maggio, giugno, settembre e novembre, e sono stati adottati complessivamente 24 pareri in un’ampia gamma di settori politici oggetto della legislazione dell’UE.

Comitato per il controllo normativo

Il comitato per il controllo normativo è un organismo indipendente della Commissione che esamina la qualità dei progetti di valutazioni d’impatto e delle principali valutazioni e controlli di idoneità a posteriori. È stato istituito nel luglio 2015, in sostituzione del comitato per la valutazione d’impatto. Nel corso del 2016 il comitato ha riesaminato e formulato pareri su 60 valutazioni d’impatto e sette valutazioni a posteriori.

La nuova presenza sul web e meccanismi di feedback

Nel corso dell’anno la Commissione ha progredito ulteriormente verso l’apertura del processo decisionale dell’UE al contributo delle parti interessate e dei cittadini. Dalla fine di giugno i progetti di atti delegati e di esecuzione sono aperti alle osservazioni del pubblico per un periodo di quattro settimane. Alla fine dell’anno erano stati pubblicati 106 progetti di atti delegati e di esecuzione.

Le tabelle di marcia o le valutazioni d’impatto iniziali per nuove iniziative, le valutazioni e le proposte legislative sono aperte alle osservazioni e ai contributi delle parti interessate da luglio 2015. Alla fine del 2016 erano stati pubblicati per eventuali osservazioni 338 documenti, tra tabelle di marcia e valutazioni d’impatto iniziali. Nello stesso periodo sono state pubblicate, per osservazioni, 147 proposte legislative.

Controllo dell’applicazione del diritto dell’UE

A luglio la Commissione ha adottato la 33a relazione annuale sul controllo dell’applicazione del diritto dell’UE, che ha analizzato i risultati ottenuti nel 2015 nell’applicazione del diritto dell’UE negli Stati membri illustrando al contempo le principali strategie di applicazione. Dalla relazione risulta che il numero totale di procedure di infrazione si è costantemente mantenuto a un livello inferiore rispetto a quello di cinque anni fa.

La Commissione ha rafforzato la sua azione preventiva a sostegno degli Stati membri nel processo di attuazione della legislazione dell’Unione. Quando gli Stati membri omettono di recepire una direttiva entro il termine convenuto, la Commissione fa pieno uso del sistema di sanzioni pecuniarie e delle disposizioni introdotte dal trattato di Lisbona per il ritardato recepimento delle direttive.

A dicembre, la Commissione, nella sua comunicazione dal titolo «Diritto dell’UE: migliori risultati attraverso una migliore applicazione», indica come intende intensificare i propri sforzi per quanto riguarda l’applicazione, l’attuazione e l’esecuzione della legislazione dell’UE a vantaggio di tutti i cittadini, i consumatori e le imprese dell’UE.

Trasparenza e assunzione di responsabilità

Proposta relativa a un registro per la trasparenza obbligatorio

In settembre la Commissione ha proposto di istituire un registro per la trasparenza obbligatorio per il Parlamento europeo, la Commissione e, per la prima volta, il Consiglio.

Accesso ai documenti

Il diritto di accesso del pubblico ai documenti è uno strumento importante ai fini della trasparenza. In agosto la Commissione ha adottato la sua relazione 2015 riguardante le domande di accesso ai documenti. Le richieste sono aumentate più dell’8 % (6 752 domande nel 2015 rispetto a 6 227 nel 2014). Nell’84 % dei casi i documenti richiesti sono stati interamente o parzialmente divulgati.

Controllo del bilancio dell’UE

Ad aprile il Parlamento, su raccomandazione positiva del Consiglio, ha approvato in via definitiva il modo in cui la Commissione ha dato esecuzione al bilancio dell’UE 2014.

In luglio la Commissione ha presentato un pacchetto completo di relazioni finanziarie sul bilancio dell’UE che raccoglie tutte le informazioni disponibili concernenti le entrate e le uscite, la gestione e i risultati del 2015. Secondo le relazioni, il bilancio dell’UE ha conseguito risultati coerenti con le priorità della Commissione e la sua esecuzione è stata corretta. Le relazioni hanno anche dato un importante contributo alla procedura annuale di discarico per il 2015.

Immagine: Klaus-Heiner Lehne, presidente della Corte dei conti europea (a destra), presenta la relazione annuale della Corte dei conti per il 2015 alla commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, Bruxelles, 13 ottobre 2016. © Unione europea

Klaus-Heiner Lehne, presidente della Corte dei conti europea (a destra), presenta la relazione annuale della Corte dei conti per il 2015 alla commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, Bruxelles, 13 ottobre 2016.

Il Parlamento, quando decide se concedere, rinviare o negare il discarico, tiene in considerazione la relazione annuale della Corte dei conti europea. In ottobre la Corte ha presentato la sua relazione annuale sull’esecuzione del bilancio 2015 dell’UE. Il revisore esterno della Commissione ha certificato la correttezza del bilancio dell’UE per il nono anno consecutivo e ha confermato che sia le entrate sia le spese amministrative erano esenti da errori significativi. La Corte ha inoltre stimato che il tasso di errore nei pagamenti era complessivamente diminuito (3,8 %) per il terzo anno consecutivo.

È importante sottolineare che per circa l’80 % del bilancio annuale dell’Unione europea, in particolare nei settori dell’agricoltura e della politica di coesione, gli Stati membri sono i principali responsabili della gestione quotidiana dei fondi UE, mentre la Commissione esercita un’importante funzione di controllo.

Parlamenti nazionali

In luglio la Commissione ha adottato due relazioni annuali per il 2015 sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità e sui suoi rapporti con i parlamenti nazionali.

Questioni inerenti alla sussidiarietà nel 2016

Nel corso dell’anno, nell’ambito del meccanismo di controllo della sussidiarietà, la Commissione ha ricevuto 68 pareri motivati dai parlamenti nazionali, secondo i quali alcuni atti legislativi presentati dalla Commissione non erano conformi al principio di sussidiarietà. Di questi pareri motivati 14 riguardavano la proposta della Commissione di rivedere la direttiva sul distacco dei lavoratori. In luglio, dopo un’attenta analisi, la Commissione ha concluso che la proposta rispettava il principio di sussidiarietà e ha deciso di mantenerla, motivando la sua decisione.

Rapporti con i parlamenti nazionali

Nel 2016 la Commissione ha continuato a rafforzare i suoi rapporti con i parlamenti nazionali. Il numero di pareri ricevuti dai parlamenti nazionali è passato da 350 nel 2015 a 613 nel 2016, pari a un aumento del 75 %. I commissari hanno incontrato i parlamentari nazionali nel corso di numerose visite negli Stati membri, in occasione di riunioni interparlamentari e di altri eventi.

Il mediatore europeo

Il mediatore europeo esamina le denunce relative a casi di cattiva amministrazione nelle istituzioni e negli organismi dell’Unione europea. Le indagini condotte nel 2016 hanno riguardato vari argomenti che hanno spaziato dalla composizione di gruppi di esperti della Commissione alle regole di accesso alla Commissione dei lobbisti dell’industria del tabacco, dai consulenti speciali della Commissione al codice di condotta dei commissari, alla trasparenza dei triloghi tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione durante la procedura legislativa.

Immagine: Pascal Diethelm, presidente di OxyRomandie, il commissario Vytenis Andriukaitis, James Crisp, redattore di EurActiv, Emily O’Reilly, mediatrice europea, e Roberto Bertollini, capo scienziato e rappresentante presso l’UE dell’Organizzazione mondiale della sanità, partecipano all'evento organizzato dal Mediatore europeo per una maggiore trasparenza nelle attività della lobby del tabacco, Bruxelles, 27 aprile 2016. © Unione europea

Pascal Diethelm, presidente di OxyRomandie, il commissario Vytenis Andriukaitis, James Crisp, redattore di EurActiv, Emily O’Reilly, mediatrice europea, e Roberto Bertollini, capo scienziato e rappresentante presso l’UE dell’Organizzazione mondiale della sanità, partecipano all'evento organizzato dal Mediatore europeo per una maggiore trasparenza nelle attività della lobby del tabacco, Bruxelles, 27 aprile 2016.

Diritto d’iniziativa dei cittadini europei

Il diritto d’iniziativa dei cittadini europei consente a un milione di cittadini europei provenienti da almeno un quarto degli Stati membri dell’UE di invitare la Commissione a proporre un atto legislativo in settori di sua competenza. Nel 2016 la Commissione ha registrato tre nuove iniziative e nel suo programma di lavoro per il 2017 ha annunciato l’intenzione di legiferare su questioni proposte da una precedente iniziativa (Right2Water).

Dialoghi con i cittadini

Nel corso dell’anno la Commissione ha continuato a intervenire presso il pubblico organizzando dialoghi con i cittadini a cui hanno partecipato il presidente, i vicepresidenti e i commissari, insieme a vari deputati al Parlamento europeo e a politici nazionali. I 73 dialoghi organizzati hanno offerto ai cittadini un’opportunità unica di discutere faccia a faccia con i decisori di ciò che sta accadendo nell’Unione europea, di come l’UE sta affrontando le maggiori sfide e di come l’Unione rappresenti un vantaggio per i cittadini, consentendo nel contempo ai politici di ascoltare i cittadini di tutta l’UE che si esprimevano su una vasta gamma di temi e di trarne insegnamento.

Immagine: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, interviene ad un dialogo con i cittadini a St. Vith, Belgio, 15 novembre 2016. © Unione europea

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, interviene ad un dialogo con i cittadini a St. Vith, Belgio, 15 novembre 2016.

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Informazioni

L’UE nel 2016 — Relazione generale sull’attività dell’Unione europea

Commissione europea
Direzione generale della Comunicazione
Informazioni per i cittadini
1049 Bruxelles/Brussel
BELGIQUE/BELGIË

L’UE nel 2016 — Relazione generale sull’attività dell’Unione europea è stata adottata dalla Commissione europea il 24 febbraio 2017 con il numero di riferimento COM(2017) 1289.

Identificatori

Relazione generale sull’attività dell’Unione europea

Print ISBN 978-92-79-62688-3 ISSN 1608-7305 doi:10.2775/702386
PDF ISBN 978-92-79-62680-7 ISSN 1977-3463 doi:10.2775/311814
EPUB ISBN 978-92-79-62643-2 ISSN 1977-3463 doi:10.2775/312863
HTML ISSN 1977-3463 doi:10.2775/01292

Risultati principali

Print ISBN 978-92-79-62811-5 ISSN 2443-9150 doi:10.2775/595397
PDF ISBN 978-92-79-62804-7 ISSN 2443-938X doi:10.2775/820116
EPUB ISBN 978-92-79-62812-2 ISSN 2443-938X doi:10.2775/474977
HTML ISSN 2443-938X doi:10.2775/03887

Lussemburgo
Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea
2017

Sulla copertina

  1. Rappresentanti dell’UE, della Francia, dell’ONU e della Slovacchia alla cerimonia di firma per la ratifica da parte dell’UE dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. (© Unione europea)
  2. Giovani che indossano le magliette del Corpo europeo di solidarietà. (© Unione europea)
  3. Il presidente della Commissione alla riunione UE-Turchia. (© Unione europea)
  4. Alcuni soccorritori aiutano i sopravvissuti dopo il violento terremoto che ha colpito Amatrice. (© Associated Press)
  5. Il presidente degli Stati Uniti e il presidente della Commissione ad una conferenza stampa congiunta. (© Unione europea)
  6. Cittadini depongono fiori e candele per esprimere il proprio cordoglio per le vittime degli attacchi terroristici di Bruxelles. (© Associated Press)
  7. Il presidente della Commissione incontra alcuni produttori del settore lattiero-caseario. (© Unione europea)
  8. Rappresentanti dell’UE, del Canada e della Slovacchia alla cerimonia di firma dell’accordo di partenariato strategico e dell’accordo economico e commerciale globale tra l’UE e il Canada. (© Unione europea)
  9. Dimostranti pro UE davanti alla sede del parlamento del Regno Unito. (© Associated Press)
  10. Il primo ministro della Slovacchia, il presidente del Consiglio europeo e il presidente della Commissione ad una conferenza stampa congiunta. (© Unione europea)
  11. La commissaria per la concorrenza annuncia la decisione dell’UE che impone all’Irlanda di recuperare gli aiuti di Stato concessi illegalmente ad Apple. (© Unione europea)
  12. Continua il conflitto armato in Siria. (© Associated Press)
  13. L’alta rappresentante/vicepresidente della Commissione ed il segretario generale della NATO ad una conferenza stampa congiunta. (© NATO/OTAN)

© Unione europea, 2017

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CREDITI

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L’UE nel 2015