La parità tra donne e uomini rappresenta un valore fondamentale dell’Unione europea, risalente al trattato di Roma del 1957 che ha stabilito il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro. Da allora l’UE ha continuato ad affrontare il problema della discriminazione basata sul genere e oggi l’Europa è uno dei luoghi al mondo più sicuri e più equi per le donne.

Tuttavia, è ancora necessario lottare per i diritti delle donne e tutelarli. Anche se le donne in Europa dovrebbero godere di uguaglianza, emancipazione e sicurezza, per troppe donne questi diritti non sono ancora una realtà. Le statistiche mostrano che le donne sono sottorappresentate nelle posizioni decisionali in ambito politico e nel mondo imprenditoriale e guadagnano ancora in media il 16 % in meno rispetto agli uomini in tutta l’UE. La violenza e le molestie di genere rimangono diffuse.

COSA STA FACENDO L’UE

L’obiettivo dell’UE è di dare alle donne le stesse opportunità degli uomini sul posto di lavoro, come la parità di retribuzione, nonché di aiutare sia gli uomini che le donne a raggiungere un migliore equilibrio tra il lavoro e altri ambiti della propria vita. Un’altra importante priorità è porre fine alla violenza contro le donne e le bambine e promuovere la parità di genere nell’UE e nel mondo intero. L’UE promuove inoltre la parità tra uomini e donne nelle posizioni decisionali. Il lavoro della Commissione europea in tutti questi ambiti si basa sul suo impegno strategico per la parità di genere 2016-2019.

OPPORTUNITÀ DI LAVORO E RETRIBUZIONE

Divario retributivo di genere

Molte donne non hanno ancora raggiunto la piena indipendenza economica. Gli ostacoli alla partecipazione al mercato del lavoro e le responsabilità assistenziali di molte donne sono alcune delle ragioni per cui le donne tendono a lavorare meno degli uomini e in settori meno retribuiti, a ricorrere a più interruzioni di carriera e ad ottenere meno promozioni e più lentamente. Tuttavia, l’UE si impegna ad offrire alle donne pari opportunità nell’occupazione e pari retribuzione.

Nel 2017 nell’UE il 66,5 % delle donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni lavorava, rispetto al 62,1 % del 2010. Il tasso di occupazione maschile era del 78 % nel 2017 e del 75,1 % nel 2010. Il principio della parità retributiva è sancito nei trattati dell’UE e nella legislazione in materia di parità di genere nel mercato del lavoro, ma garantire la corretta applicazione delle norme resta una sfida in tutti gli Stati membri.

Divario retributivo di genere

Nel 2017 l’UE ha presentato un piano d’azione per colmare il divario retributivo tra donne e uomini. Il piano affronta questioni quali gli stereotipi e l’equilibrio tra vita professionale e vita privata e invita i governi, i datori di lavoro e i sindacati ad agire per garantire che la retribuzione delle donne sia determinata in modo equo.

AZIONE DELL’UE PER MIGLIORARE LA PARITÀ DI GENERE E L’EQUILIBRIO TRA VITA PROFESSIONALE E VITA PRIVATA

Equilibrio vita professionale e privata

La parità di genere non è una questione che interessa solo le donne, ma anche gli uomini. È al centro del pilastro europeo dei diritti sociali, che mira al raggiungimento della parità di trattamento e delle pari opportunità tra donne e uomini in tutti i settori, tra cui la partecipazione al mercato del lavoro, le condizioni di lavoro e la progressione di carriera.

Una direttiva adottata dall’UE nel 2014 impone alle grandi società quotate in borsa l’obbligo di pubblicare informazioni relative ai loro consigli di amministrazione in merito alla loro politica sulla diversità, compresi aspetti quali l’età, il genere e il percorso formativo e professionale.

Ma la vita non è fatta solo di lavoro e denaro. Trovare un equilibrio tra l’attività professionale, la garanzia del proprio reddito e il tempo da dedicare a sé stessi e alla propria famiglia rappresenta un aspetto importante sia per le donne che per gli uomini.

L’iniziativa della Commissione europea per l’equilibrio tra vita professionale e vita privata rispetta il principio della parità di trattamento del pilastro e introduce nuovi diritti — o rafforza quelli esistenti — a livello di UE per contribuire a equilibrare la ripartizione delle responsabilità assistenziali tra donne e uomini, sostenendo così l’occupazione femminile. Tra di essi vi sono il congedo di paternità, il congedo parentale, il congedo per i prestatori di assistenza e modalità di lavoro flessibili per i genitori e i prestatori di assistenza.

L’iniziativa contiene anche una serie di misure volte ad aiutare gli Stati membri a proteggere dal licenziamento le lavoratrici gestanti e le persone che usufruiscono del congedo familiare, a migliorare la prestazione dei servizi di assistenza e ad affrontare i disincentivi economici per le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito.

I problemi di salute possono essere diversi per le donne e per gli uomini. Il terzo programma per la salute dell’UE mira a garantire che le persone abbiano pari opportunità di godere di buona salute e di usufruire di servizi di assistenza sanitaria di qualità, indipendentemente dal genere.

COME L’UE ASSISTE LE DONNE NEL MONDO DEL LAVORO

L’UE tiene conto delle esigenze specifiche delle donne nelle sue politiche e nei suoi programmi di spesa e ogni anno il Fondo sociale europeo aiuta milioni di persone che devono affrontare una serie di sfide per migliorare il loro accesso al lavoro.

Tra le azioni specifiche per aiutare le donne a entrare nel mondo del lavoro si annoverano programmi per la riqualificazione e il miglioramento delle competenze. Il fondo consente inoltre alle donne di tornare al lavoro dopo un’interruzione della carriera, ad esempio fornendo servizi di assistenza all’infanzia di qualità e consulenza individuale nonché migliorando la consapevolezza dei datori di lavoro in merito alle sfide che le donne devono affrontare. Il Fondo sociale europeo sostiene progetti nel vostro paese. Le sue numerose iniziative di successo stanno facendo veramente la differenza nella vita dei cittadini.

I progetti finanziati nelle regioni dell’UE offrono alle donne nuove opportunità attraverso l’accesso a finanziamenti, l’assistenza personalizzata o la consulenza per aiutarle ad avviare un’impresa. Potete trovare programmi e progetti nel vostro paese o nella vostra regione.

La piattaforma WEgate è uno sportello unico per le donne che vogliono avviare o far crescere un’impresa e contiene informazioni su formazione, mentoring, consulenza e networking. Potete anche trovare informazioni su come i prestiti e il capitale di rischio dell’UE possano aiutarvi ad avviare o far crescere la vostra impresa.

L’UE sta anche adottando misure per rafforzare la partecipazione delle donne nel settore digitale mettendo in discussione gli stereotipi, promuovendo l’istruzione e la formazione in materia di competenze digitali e incoraggiando la presenza di un maggior numero di imprenditrici del settore. La European Network for Women in Digital è stata lanciata nel 2018 per consentire alle ragazze e alle donne del settore digitale di creare reti e collaborare su idee ed esperienze in questo campo. Circa 20 aziende tecnologiche si sono inoltre impegnate ad offrire una cultura e un ambiente di lavoro inclusivi ed equilibrati dal punto di vista del genere.

L’UE è inoltre impegnata a colmare i divari di genere nella ricerca e nell’innovazione. Per esempio, il programma Orizzonte 2020 aiuta le università e le organizzazioni impegnate nella ricerca ad attuare piani per la parità di genere. Ogni anno il premio dell’UE per le donne innovatrici offre un riconoscimento alle donne che non sono solo eccellenti ricercatrici e innovatrici, ma anche imprenditrici di successo. L’UE si sta inoltre adoperando per migliorare l’occupazione femminile in altri settori quali i trasporti.

PORRE FINE ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

PORRE FINE ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Tutti hanno il diritto di vivere una vita libera dalla violenza. Tuttavia, la violenza contro le donne e le bambine è in aumento in tutto il mondo. In molti luoghi l’atteggiamento nei confronti delle vittime contribuisce al problema: un’indagine Eurobarometro del 2016 ha rivelato che la violenza contro le donne è ancora accettata e persino giustificata in alcuni paesi dell’UE. La maggior parte delle vittime della tratta segnalate nell’UE sono donne e bambine. La legislazione anti-tratta nell’UE impone l’obbligo di adottare misure specifiche di genere ed è accompagnata da misure strategiche e programmi finanziari a sostegno degli Stati membri.

Tutti gli Stati membri dell’UE e la stessa Unione europea hanno firmato la convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (nota anche come Convenzione di Istanbul). La convenzione obbliga i paesi a prevenire e qualificare come reato tutte le forme di violenza, a proteggere le vittime e a perseguire i responsabili.

La campagna dell’UE «NON.NO.NEIN» incoraggia uomini e donne a prendere posizione contro la violenza sulle donne. L’UE finanzia inoltre progetti in materia di lotta alla violenza di genere e di sostegno alle vittime nell’ambito del programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza.

A livello globale, nel 2017 l’UE e le Nazioni Unite hanno lanciato la Spotlight Initiative per eliminare ogni forma di violenza contro le donne e le bambine. L’iniziativa è stata sostenuta con un impegno di 500 milioni di euro da parte dell’UE.

PROMUOVERE L’UGUAGLIANZA E PROTEGGERE I DIRITTI DEI CITTADINI

Se ritenete che i vostri diritti siano stati violati, potete agire nelle sedi opportune. Per ulteriori informazioni su come la non discriminazione e la parità di trattamento sono applicate nel vostro paese potete contattare il membro nazionale competente della rete europea di enti nazionali per le pari opportunità, istituita per promuovere un’applicazione uniforme del diritto dell’UE in questi settori.

Ogni anno, la Commissione europea pubblica una relazione di ampio respiro sulla situazione della parità di genere nell’UE. Le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea svolgono un ruolo importante nella promozione della parità tra donne e uomini, garantendo che il diritto dell’UE sia interpretato e applicato in maniera uniforme in tutti i paesi dell’UE.

L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere sostiene gli Stati membri e l’UE nei loro sforzi per promuovere e garantire pari opportunità per le donne e gli uomini in tutta Europa e oltre. L’indice sull’uguaglianza di genere dell’Istituto monitora i progressi in questo senso. La Commissione europea sostiene le reti europee di organizzazioni della società civile, tra cui la Lobby europea delle donne, Women Against Violence Europe, European Network for the Work with Perpetrators of Domestic Violence e la rete europea End FGM. Tali organizzazioni lavorano a stretto contatto con le istituzioni dell’UE sulle questioni relative ai diritti delle donne e alla parità tra uomini e donne e possono anche mettervi in contatto con organizzazioni pertinenti del vostro paese.

PROGRESSI PER LE DONNE IN POLITICA E NEI PROCESSI DECISIONALI

L’UE si adopera per aiutare le donne a rompere il «soffitto di cristallo» negli affari e in politica. Per farlo collabora con i governi, le imprese, i sindacati e le organizzazioni non governative per progettare e attuare attività a livello di UE sull’equilibrio di genere ai massimi livelli, raccoglie e diffonde informazioni e promuove buone pratiche.

Nel dicembre 2019 Ursula von der Leyen è diventata la prima donna presidente della Commissione europea. Christine Lagarde ha assunto la carica di presidente della Banca centrale europea nel novembre 2019, diventando la prima donna a ricoprire tale incarico. Emily O’Reilly è la Mediatrice europea, che esamina le denunce di cattiva amministrazione nei confronti delle istituzioni dell’UE.

Le norme che disciplinano l’occupazione in seno alle istituzioni dell’UE devono essere applicate senza alcuna discriminazione basata sul sesso, anche per quanto riguarda la retribuzione. Il personale ha diritto al congedo parentale o per motivi familiari. La Commissione europea non effettua discriminazioni nelle sue procedure di assunzione o promozione del personale e offre ai suoi dipendenti un ambiente di lavoro rispettoso e flessibile. La Commissione ha inoltre messo in atto una strategia per promuovere l’equilibrio tra vita professionale e vita privata e il benessere del personale.

La presidente e le commissarie della Commissione europea

La presidente e le commissarie della Commissione europea: Margrethe Vestager Europe Fit for Digital Age / Executive Vice-President of the European Commission; Věra Jourová Values and Transparency / Vice-President of the European Commission; Dubravka Šuica Democracy and Demography / Vice-President of the European Commission; Mariya Gabriel Innovation, Research, Culture, Education and Youth; Elisa Ferreira Cohesion and Reforms; Stella Kyriakides Health; Helena Dalli Equality; Ylva Johansson Home Affairs; Adina Vălean Transport; Jutta Urpilainen International Partnerships; Kadri Simson Energy.

Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea | Margrethe Vestager (vicepresidente esecutiva) Un’Europa pronta per l’era digitale | Věra Jourová (vicepresidente) Valori e trasparenza | Dubravka Šuica (vicepresidente) Democrazia e demografia | Mariya Gabriel Innovazione, ricerca, cultura, istruzione e giovani | Elisa Ferreira Coesione e riforme | Stella Kyriakides Salute e sicurezza alimentare | Helena Dalli Uguaglianza | Ylva Johansson Affari interni | Adina Vălean Trasporti | Jutta Urpilainen Partenariati internazionali | Kadri Simson Energia

L’ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha inoltre fissato l’obiettivo di garantire che entro la fine del suo mandato nel 2019 almeno il 40 % dei dirigenti intermedi e superiori della Commissione europea fosse composto da donne. All’ottobre 2019 le donne rappresentavano il 41 % di tutti i dirigenti, percentuale in aumento rispetto al 30 % del 2014.

Le elezioni del Parlamento europeo hanno determinato un leggero aumento del numero di deputate, la cui percentuale ha raggiunto il livello record del 39,4 %. In sette Stati membri le donne hanno conquistato il 50 % o più dei seggi: Danimarca, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Slovenia, Finlandia e Svezia.

A volunteer accompanies persons with mental disabilities to an animal petting zoo.

MIGLIORARE LA VITA IN TUTTO IL MONDO

L’Unione europea intende migliorare la vita delle bambine e delle donne in tutto il mondo attraverso le sue politiche, in particolare il quadro per la parità di genere e l’emancipazione femminile. Attraverso questo quadro l’UE mira a sostenere i paesi partner, soprattutto i paesi in via di sviluppo, i paesi dell’allargamento e i paesi vicini, al fine di ottenere risultati concreti nel settore della parità di genere, come indicato nel suo piano d’azione.

L’UE persegue inoltre la parità di genere nella cooperazione allo sviluppo facendone una priorità nei dialoghi politici e strategici con i paesi partner. Ad esempio, nel contesto dei negoziati commerciali con il Cile, per la prima volta l’UE ha proposto disposizioni sul commercio e la parità di genere.

Il duplice approccio dell’UE si concentra sull’integrazione della dimensione di genere e su azioni specifiche in materia di genere in diversi settori: sviluppo di capacità per i paesi in via di sviluppo, sostegno alle organizzazioni femminili e diffusione di informazioni sulla parità di genere attraverso orientamenti, migliori pratiche e azioni di sensibilizzazione.

L’UE ha inoltre svolto un ruolo di primo piano nei negoziati per l’inclusione degli obiettivi di parità di genere nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Questi obiettivi si concentrano sull’eliminazione della violenza contro le donne, sul riconoscimento delle cure e del lavoro domestico non retribuiti nonché sull’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi. Vi è inoltre un impegno esplicito a integrare la dimensione di genere in tutti gli obiettivi, i traguardi e gli indicatori di sviluppo sostenibile.

L’UE e i suoi Stati membri si sono inoltre impegnati a includere una forte componente di genere in tutte le loro politiche e pratiche nelle loro relazioni con i paesi in via di sviluppo. Ciò viene realizzato attraverso il consenso europeo in materia di sviluppo 2017. Tra gli obiettivi chiave vi sono il rafforzamento del dialogo politico per l’emancipazione delle donne e delle bambine, la promozione del loro importante ruolo nello sviluppo e nel cambiamento nonché l’aumento di azioni mirate per la parità di genere.

Negli ultimi due anni l’UE ha sostenuto oltre 1,5 milioni di donne e bambine con servizi di protezione e assistenza in materia di mutilazioni genitali femminili. Di conseguenza, 3 000 comunità, che rappresentano 8,5 milioni di persone, hanno formulato dichiarazioni pubbliche sull’abbandono di questa pratica.

L’UE riconosce anche le donne che lottano per i loro diritti in tutto il mondo. Le sopravvissute allo Stato islamico Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar e l’attivista pakistana per l’istruzione femminile Malala Yousafzai hanno ricevuto il premio Sacharov del Parlamento europeo.

Inoltre, i paesi candidati che si adoperano per diventare membri dell’UE devono sottoscrivere pienamente il principio fondamentale della parità tra donne e uomini e adoperarsi per includere la legislazione dell’UE in questo ambito nei propri ordinamenti. Questa continua a essere una priorità del processo di allargamento.

L’edizione precedente della presente pubblicazione è disponibile in 24 lingue:

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