Relazione speciale
n.05 2018

Energia da fonti rinnovabili per uno sviluppo rurale sostenibile: vi sono notevoli sinergie potenziali, ma per lo più non realizzate

Riguardo alla relazione Affinché possa ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra e la dipendenza dai combustibili fossili e dalle importazioni di energia, contribuendo così alla sicurezza del proprio approvvigionamento energetico, è indispensabile che l’UE aumenti l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. L’energia da fonti rinnovabili può inoltre svolgere un ruolo importante nel promuovere uno sviluppo sostenibile nelle zone rurali. Nel corso dell’audit svolto, la Corte ha riscontrato che vi sono potenziali sinergie tra la politica in materia di energia da fonti rinnovabili e i fondi destinati ad agevolare uno sviluppo sostenibile, ma che dette sinergie rimangono per lo più irrealizzate. La politica dell’UE in tema di energie rinnovabili non è sufficientemente esplicita nello stabilire condizioni che colleghino con successo energie rinnovabili e sviluppo sostenibile. I finanziamenti specifici disponibili per lo sviluppo rurale potrebbero svolgere un ruolo nel conseguimento dei valori-obiettivo UE e nazionali in materia di energie rinnovabili, ma gli Stati membri non sempre hanno attribuito la priorità ai progetti per le energie rinnovabili in grado di apportare un contributo allo sviluppo rurale sostenibile.

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Sintesi

I

L’energia da fonti rinnovabili è energia proveniente da fonti di energia rinnovabili, non fossili, che si ricostituiscono nel corso di una vita umana. Sia la produzione che il consumo di energia da fonti rinnovabili nell’UE sono aumentati, ma sono ancora necessari ulteriori sforzi per raggiungere i valori-obiettivo in materia di energie rinnovabili fissati dall’UE, ossia per far sì che il 20 % del consumo finale di energia dell’UE (cifra che salirà almeno al 27 % entro il 2030) riguardi energia ricavata da fonti rinnovabili. L’utilizzo di energia da fonti rinnovabili è cruciale se l’UE vuole ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra al fine di rispettare l’accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici. Aumentare l’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili potrebbe altresì ridurre la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili e dall’energia importata, contribuendo così alla sicurezza del proprio approvvigionamento energetico. Per incentivare la produzione e l’uso di energia da fonti rinnovabili, sono disponibili numerosi programmi di finanziamento UE e nazionali: una delle fonti di finanziamento dell’UE è il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

II

La Corte ha esaminato il collegamento tra energia da fonti rinnovabili e sviluppo rurale. Ha esaminato l’intero quadro delle politiche dell’UE per le energie rinnovabili e le modalità con le quali vi sono stati integrati aspetti specifici relativi allo sviluppo rurale. Ha appurato se il quadro nell’ambito del quale sono stati impiegati fondi destinati specificamente allo sviluppo rurale fosse stato concepito e realizzato in modo da facilitare sia la diffusione delle energie rinnovabili che uno sviluppo rurale sostenibile.

III

Sulla base del lavoro di audit svolto, la Corte conclude che vi sono potenziali sinergie tra la politica in materia di energia da fonti rinnovabili ed il FEASR per promuovere uno sviluppo rurale sostenibile, ma che, fino ad ora, dette sinergie rimangono per lo più irrealizzate.

IV

Sebbene numerosi studi raccomandino un approccio attivo per realizzare le potenziali sinergie, la Corte ha constatato che la politica dell’UE in tema di energie rinnovabili potrebbe stabilire in modo più esplicito le condizioni per collegare con successo energie rinnovabili e sviluppo sostenibile. La Corte riconosce che alcuni strumenti nel proposto quadro d’intervento in materia di energie rinnovabili potrebbero potenzialmente migliorare detta situazione. Né l’attuale quadro di sostenibilità per la bioenergia né quello proposto (riferiti alla produzione e all’uso della biomassa) forniscono una base adeguata per tutelare a sufficienza le aree rurali contro rischi ambientali e socio-economici identificati e per massimizzarne il potenziale per uno sviluppo ancora più sostenibile.

V

Gli specifici fondi disponibili per lo sviluppo rurale possono svolgere un ruolo nel conseguimento dei valori-obiettivo UE e nazionali in materia di energie rinnovabili, ma ciò dovrebbe essere complementare allo sviluppo sostenibile delle aree rurali dell’UE. Tuttavia, la Commissione non ha fornito sufficienti chiarimenti o orientamenti in proposito, e non ha neanche spiegato in che modo il FEASR dovrebbe integrare i regimi di finanziamento UE e nazionali esistenti. Di conseguenza, la maggior parte degli Stati membri visitati dagli auditor della Corte non ha assegnato priorità a quei progetti per le energie rinnovabili in grado di apportare un contributo allo sviluppo rurale sostenibile.

VI

Per di più, la Commissione non dispone di informazioni esaurienti sulla spesa FEASR per le energie rinnovabili nel periodo di programmazione rurale 2007-2013, né sulle modalità con le quali detta spesa si inserisce nella spesa complessiva dell’UE per l’energia da fonti rinnovabili. Vi sono anche limitate informazioni su quello che è stato ottenuto con i fondi spesi. Nonostante alcuni miglioramenti apportati durante il periodo di programmazione 2014-2020, permangono debolezze nel sistema di monitoraggio, principalmente a causa di complicazioni nell’esercizio di programmazione e della ristretta portata degli indicatori principali.

VII

Il campione di progetti controllati dalla Corte comprendeva sia investimenti grazie ai quali era stata fornita energia da fonti rinnovabili a terze parti, sia altri investimenti grazie ai quali era stata generata energia ad uso dei responsabili del progetto. A giudizio della Corte, la maggior parte dei progetti visitati hanno avuto successo, grazie al loro impatto economico ed ambientale positivo sullo sviluppo rurale. Tuttavia, a causa delle debolezze nelle procedure di selezione dei progetti applicate dagli Stati membri, il finanziamento dei progetti ha apportato un beneficio economico ai responsabili dei progetti, ma ha avuto scarso impatto ulteriore sulle aree rurali.

VIII

Alla luce delle proprie constatazioni, la Corte formula le seguenti raccomandazioni:

  • Nel definire la propria futura politica in materia di energie rinnovabili, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero tener conto delle circostanze e dei bisogni delle aree rurali, in particolare nel definire i piani nazionali integrati per l’energia e il clima.
  • La Commissione, assieme ai co-legislatori, dovrebbe definire il futuro quadro d’intervento per la bioenergia in modo che fornisca migliori salvaguardie contro l’utilizzo non sostenibile di fonti di biomassa a fini di produzione di energia.
  • La Commissione dovrebbe specificare la finalità ed il ruolo del sostegno del FEASR agli investimenti in energia da fonti rinnovabili.
  • Per quanto riguarda il sostegno del FEASR agli investimenti in energia da fonti rinnovabili, la Commissione dovrebbe chiedere agli Stati membri di fornire, nelle rispettive relazioni annuali sull’attuazione del 2019, informazioni pertinenti su quanto conseguito, nel contesto dei programmi di sviluppo rurale, dai progetti relativi a energie rinnovabili.
  • La Commissione dovrebbe ribadire agli Stati membri la necessità di applicare procedure di selezione pertinenti, al fine di concedere sostegno solo a progetti solidi relativi a energie rinnovabili, apportanti un chiaro beneficio in termini di sviluppo rurale sostenibile.

Introduzione

Energia da fonti rinnovabili nell’UE

01

L’energia da fonti rinnovabili è energia proveniente da fonti di energia rinnovabili, non fossili, che si ricostituiscono nel corso di una vita umana. Le fonti di energia rinnovabili comprendono energia solare, eolica, marina, idroelettrica, geotermica e bioenergia1, 2. I principali tipi di energia da fonti rinnovabili, le pertinenti tecnologie e le applicazioni tipiche sono illustrati nel grafico 1.

Grafico 1

Fonti di energia rinnovabili, tecnologie e applicazioni

Fonte: Corte dei conti europea.

02

L’utilizzo di energia da fonti rinnovabili è cruciale se l’UE vuole ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra al fine di rispettare l’accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici. Aumentare l’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili potrebbe altresì ridurre la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili e dall’energia importata, contribuendo così alla sicurezza del proprio approvvigionamento energetico.

03

Nel 2015, il 26,7 % dell’energia primaria prodotta in tutta l’UE proveniva da fonti rinnovabili (cfr. grafico 2). La produzione di energia da fonti rinnovabili è cresciuta del 71 %, passando da circa 120 Mtep (2005) a 205 Mtep (2015), mentre nello stesso periodo la produzione di energia primaria proveniente dalla maggior parte delle altre fonti è diminuita, sia in termini assoluti che relativi3.

Grafico 2

Produzione di energia primaria, UE-28, 2015 (% del totale, basato su tonnellate di petrolio equivalente)

Nota: Nei documenti statistici, le fonti di biomassa comprendono: il legno e altri biocarburanti solidi, il biogas, biocarburanti liquidi e i rifiuti rinnovabili (biodegradabili).

Fonte: Eurostat (nrg_100a) e (nrg_107a) (http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Energy_production_and_imports/it e http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Renewable_energy_statistics).

04

Il grafico 2 mostra inoltre che la biomassa (compresa la frazione biodegradabile dei rifiuti) è la fonte di energia rinnovabile più importante, e di molto, nell’UE: rappresenta il 63,3 % di tutta la produzione di energia rinnovabile. Questo fatto rende i settori dell’agricoltura e della silvicoltura particolarmente rilevanti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel 2010, il 48,5 % (80,7 Mtep) dell’energia rinnovabile prodotta in tutta l’UE proveniva dalla biomassa forestale, mentre un altro 10,6 % (17,6 Mtep) proveniva da biomassa agricola4.

Il quadro d’intervento dell’UE in materia di energia da fonti rinnovabili

05

L’elemento cruciale dell’attuale quadro d’intervento dell’UE in materia di energia da fonti rinnovabili è la direttiva sulle energie rinnovabili. La direttiva5 forma parte integrante del pacchetto UE sul clima e l’energia al 2020, che stabilisce tre valori-obiettivo a livello di UE da raggiungere entro il 2020. Uno di essi è che il 20 % dell’energia consumata nell’UE dovrebbe essere prodotta utilizzando risorse rinnovabili6. La direttiva stabilisce inoltre valori-obiettivo nazionali per la quota di energia da consumare proveniente da fonti rinnovabili, i quali vanno dal 10 % a Malta al 49 % in Svezia7. Dispone inoltre che il 10 % dell’energia usata nel settore dei trasporti in tutti gli Stati membri dovrebbe provenire da fonti rinnovabili.

06

La direttiva sulle energie rinnovabili dispone che gli Stati membri adottino piani d’azione nazionali per le energie rinnovabili (PANER) e che presentino alla Commissione, ogni due anni, una relazione sui progressi realizzati nel conseguimento dei rispettivi valori-obiettivo relativi all’energia da fonti rinnovabili. Utilizzando ognuna di queste relazioni, la Commissione prepara una relazione che fornisce il quadro degli sviluppi della politica in tema di energia da fonti rinnovabili nell’UE8.

07

Nel 2014, il Consiglio europeo ha adottato un nuovo pacchetto per l’energia ed il clima, che stabilisce nuovi valori-obiettivo da conseguire entro il 2030: entro quell’anno, almeno il 27 % dell’energia dell’UE dovrebbe provenire da fonti rinnovabili9. A tal fine, la Commissione ha presentato numerose proposte legislative, in particolare nella propria comunicazione “Energia pulita per tutti gli europei” (chiamata anche “pacchetto inverno”) del 30 novembre 2016. Detto pacchetto comprendeva una proposta di modifica della direttiva sulle energie rinnovabili (nella presente relazione “proposta DER II”)10 ed attualmente segue il procedimento legislativo.

08

La Commissione, nella proposta DER II, ha proposto di eliminare i valori-obiettivo nazionali obbligatori per gli Stati membri. Tuttavia, gli Stati erano tenuti a rispettare quelli relativi al 2020. Secondo la proposta sulla governance dell’Unione dell’energia11, gli Stati erano tenuti a preparare piani nazionali integrati per l’energia e il clima, per far sì che gli sforzi nazionali fossero abbastanza ambiziosi e coerenti da rispettare gli obiettivi dell’UE.

09

Sebbene l’energia da fonti rinnovabili rappresenti il 26,7 % dell’energia prodotta nell’UE (cfr. grafico 2), secondo la relazione della Commissione sui progressi compiuti in materia di energie rinnovabili la quota di energia da fonti rinnovabili nell’UE in termini di consumo aveva raggiunto solo il 16 % nel 2014. Ciò perché più della metà dell’energia consumata nell’UE è stata fornita da importazioni nette (per lo più gas naturale e petrolio greggio)12. Nella medesima relazione si afferma che l’insieme dell’UE e la maggioranza dei suoi Stati membri raggiungeranno o oltrepasseranno i rispettivi valori-obiettivo al 2020. Tuttavia, stando alle proiezioni, l’Irlanda, il Lussemburgo, i Paesi Bassi ed il Regno Unito non raggiungeranno i rispettivi valori-obiettivo nazionali13.

Regimi di sostegno alle energie rinnovabili

10

Per incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili e raggiungere i propri valori-obiettivo in termini di energie rinnovabili, gli Stati membri hanno attuato una serie di misure d’intervento, tra le quali incentivi finanziari, come “tariffe di riacquisto” (FIT) o “premi di riacquisto” (FIP); nonché misure quali contingenti obbligatori con certificati verdi commerciabili. Spesso viene usata una combinazione di questi strumenti, specie nel settore dell’energia elettrica. Nel settore del riscaldamento e del raffrescamento, il sostegno è per lo più basato su sovvenzioni agli investimenti e incentivi fiscali14.

11

L’energia da fonti rinnovabili costituisce una priorità trasversale pertinente per molti settori d’intervento dell’UE. L’UE fornisce sostegno in favore delle energie rinnovabili nel quadro di numerosi programmi di finanziamento. Tra essi, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), nonché i programmi Orizzonte 2020 e LIFE15.

12

La Commissione non è stata in grado di fornire informazioni esaurienti recenti sull’importo complessivo del sostegno finanziario alle energie rinnovabili, sia da programmi UE che da regimi nazionali istituiti dagli Stati membri. Solo lo studio dell’Ecofys Subsidies and costs of EU energy16 fornisce stime dei sussidi annuali a favore delle energie rinnovabili dal 2008 al 2012. Stando a detto studio, sono stati spesi 99,4 miliardi di euro di fondi pubblici a sostegno del settore dell’energia nell’UE nel 2012, principalmente a valere sui bilanci nazionali, 40,32 miliardi dei quali destinati alle energie rinnovabili. I principali tipi di aiuto assegnati alle rinnovabili sono stati: tariffe di riacquisto (23,8 miliardi di euro), premi di riacquisto (6,4 miliardi di euro) e sovvenzioni agli investimenti (4 miliardi di euro).

L’energia da fonti rinnovabili nell’ambito del quadro d’intervento dello sviluppo rurale dell’UE.

13

I documenti normativi e strategici dell’UE individuano un impatto potenzialmente positivo delle energie rinnovabili sullo sviluppo rurale. La direttiva sulle energie rinnovabili e la proposta DER II fanno riferimento alle opportunità che le energie rinnovabili offrono per l’occupazione e lo sviluppo regionale, “specialmente nelle zone rurali ed isolate”17.

14

Gli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale (periodo 2007-2013)18 ed il regolamento (CE) n. 1698/200519 affrontano tali questioni nel contesto del quadro d’intervento dello sviluppo rurale. Le considerazioni sul potenziale della produzione e dell’utilizzo di energie rinnovabili nelle zone rurali sono state esposte più in esteso nella “valutazione dello stato di salute”, un pacchetto di riforma della politica agricola comune (PAC) concordato dai ministri dell’agricoltura dell’UE nel novembre 2008. In quel contesto, i ministri riconoscevano che l’energia da fonti rinnovabili costituisce una di sei “nuove sfide”20.

15

Nel periodo di programmazione 2014-2020, il sostegno UE allo sviluppo rurale, compreso il sostegno a progetti relativi a energie rinnovabili, viene fornito nell’ambito di un nuovo quadro. Il FEASR è divenuto uno dei cinque fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE). Detto quadro intende permettere un migliore coordinamento tra i diversi fondi, al fine di migliorare l’attuazione della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva21. Gli obiettivi strategici della strategia Europa 2020 sono stati tradotti in 11 obiettivi tematici a livello dei fondi SIE. Per il FEASR, sono stati ulteriormente articolati in sei priorità per lo sviluppo rurale e 18 ambiti d’intervento specifici, detti “aspetti specifici”22 (cfr. grafico 3). Il giudizio della Corte sulla nuova procedura di programmazione è contenuto nella relazione speciale n. 16/2017 “Programmazione dello sviluppo rurale: occorrono minore complessità e maggiore focalizzazione sui risultati”.

Grafico 3

Quadro dello sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2014-2020

Fonte: Commissione europea, Rete europea per lo sviluppo rurale, Quadro strategico d’intervento (adattato) (https://enrd.ec.europa.eu/policy-in-action/policy-framework_it).

16

L’energia da fonti rinnovabili rientra nell’aspetto specifico 5C, che riguarda il “favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia”. Ciò significa che le misure del FEASR che sostengono la diffusione delle energie rinnovabili dovrebbero, in linea di principio, rientrare nell’aspetto specifico 5C.

17

Nel quadro della politica di sviluppo rurale, le misure di sostegno agli investimenti in energie rinnovabili formano l’oggetto di gestione concorrente tra la Commissione e gli Stati membri. I programmi di sviluppo rurale (PSR) sono redatti dagli Stati membri e approvati dalla Commissione. Gli Stati membri selezionano poi i progetti ai quali destinare i finanziamenti, sulla base dei programmi trasmessi.

Estensione e approccio dell’audit

18

La Corte ha esaminato il quadro relativo alle energie rinnovabili, soffermandosi sulle modalità con le quali vi sono stati integrati aspetti specifici relativi allo sviluppo rurale. Il principale quesito di audit è stato il seguente: “Il sostegno fornito dal FEASR per l’energia da fonti rinnovabili sta facilitando la diffusione delle energie rinnovabili e uno sviluppo rurale sostenibile?”

19

La Corte ha valutato se, e in che modo, gli strumenti della politica in materia di energie rinnovabili, a livello UE e di Stato membro, avessero sostenuto attivamente lo sviluppo rurale. La bioenergia è di primaria importanza per le aree rurali nelle quali la biomassa, ad esempio quella da raccolti, da rifiuti animali e organici e quella da legno, è prontamente disponibile, ma comporta alcuni rischi ambientali e socio-economici (cfr. paragrafi 23-41).

20

La Corte ha anche esaminato il quadro relativo alla politica di sviluppo rurale e la sua attuazione a livello di Stato membro, al fine di valutare se il sostegno del FEASR per le energie rinnovabili avesse effettivamente contribuito allo sviluppo rurale sostenibile (cfr. paragrafi 42-81).

21

Tenendo conto del lavoro dell’OCSE in questo campo23, gli auditor della Corte hanno ritenuto che gli investimenti in energie rinnovabili contribuiscano ad uno sviluppo rurale sostenibile se forniscono uno o più dei benefici seguenti:

  • benefici ambientali;
  • diversificazione delle fonti di reddito per gli agricoltori ed i silvicoltori;
  • opportunità occupazionali ed imprenditoriali nelle e a favore delle imprese rurali;
  • infrastrutture e servizi energetici nuovi e migliorati nelle aree rurali;
  • nuove fonti di reddito per sostenere infrastrutture e servizi pubblici fondamentali nelle aree rurali.
22

L’audit della Corte è stato espletato tra settembre 2016 e maggio 2017; sono stati raccolti elementi probatori dalle fonti seguenti.

  • Analisi della documentazione e colloqui con il personale di quattro direzioni generali della Commissione europea: DG Agricoltura e sviluppo rurale (AGRI); DG Energia (ENER), DG Ambiente (ENV) e DG Azione per il clima (CLIMA).
  • Visite di audit in cinque Stati membri: Bulgaria, Francia (Basse-Normandie), Italia (Toscana), Lituania ed Austria. Detti Stati membri sono stati scelti perché rappresentano il 53 % della spesa prevista per l’aspetto specifico 5C, nonché per fornire una copertura geografica bilanciata. Gli auditor della Corte hanno esaminato i cinque rispettivi PSR e altri documenti pertinenti ed hanno avuto colloqui con personale delle autorità di gestione per lo sviluppo rurale, degli organismi pagatori e dei ministeri dell’Energia di questi Stati membri. Sono stati visitati in loco 29 progetti relativi ad energie rinnovabili dei periodi di programmazione 2007-2013 e 2014-2020, e sono stati tenuti colloqui con i responsabili dei progetti (cfr. allegato II); i progetti visitati dagli auditor della Corte erano principalmente investimenti in impianti per energia da fonti rinnovabili, ma includevano anche alcuni progetti di sostegno: ad esempio, progetti di gestione delle foreste, oppure investimenti in impianti di produzione di trucioli o pellet di legno.
  • Un breve sondaggio condotto su sei Stati membri (Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Slovenia) che avevano destinato solo un piccolo importo, o nessun importo, di finanziamenti del FEASR all’aspetto specifico 5C. La finalità era di capire la ragione di questa scelta.
  • Riunioni di consultazione con pertinenti parti interessate, tra cui l’Associazione europea per la biomassa (AEBIOM) e BirdLife, per discutere i potenziali benefici, nonché i rischi per la sostenibilità, della bioenergia.

Osservazioni

Il quadro d’intervento dell’UE in materia di energia da fonti rinnovabili potrebbe sfruttare meglio le opportunità offerte dalla diffusione delle energie rinnovabili nelle aree rurali, mitigando al contempo i rischi associati

23

In questa sezione la Corte valuta se il quadro d’intervento in materia di energie rinnovabili promuova i potenziali vantaggi offerti dalle energie rinnovabili nelle aree rurali, mitigando al contempo i rischi ambientali e socioeconomici associati. Gli auditor della Core si sono soffermati sul caso particolare della bioenergia, poiché la bioenergia è l’energia rinnovabile connessa in modo più evidente con le aree rurali.

Le opportunità che le energie rinnovabili offrono per lo sviluppo rurale non sono state sfruttate a sufficienza

I potenziali effetti positivi delle energie rinnovabili sullo sviluppo rurale sono dimostrati da studi…
24

Numerosi studi mostrano che i progetti relativi ad energie rinnovabili possono esser sviluppati a vantaggio di interessi locali e di uno sviluppo rurale sostenibile24. Ad esempio, le energie rinnovabili possono creare posti di lavoro diretti (addetti al funzionamento e alla manutenzione delle attrezzature, ad esempio), ma la maggior parte dei posti di lavoro a lungo termine sono indiretti, e possono trovarsi lungo tutto il processo di filiera (costruzione, manifattura, oppure in silvicoltura ed agricoltura nel caso della biomassa). In alcuni casi, gli studi esaminati dagli auditor della Corte mostravano che la costruzione di componenti per pannelli solari o turbine eoliche era stata in grado di far rinascere impianti manifatturieri già esistenti che non erano stati usati in precedenza a fini di produzione di energia. Alcuni studi hanno riferito di innovazioni (ad esempio, lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche e politiche) in aree rurali con impianti ad energia da fonti rinnovabili. Le energie rinnovabili possono essere una nuova fonte di reddito per gli agricoltori o i silvicoltori, ma anche per i proprietari terrieri e le autorità locali. Inoltre, producendo energia in proprio, le comunità rurali possono divenire meno dipendenti dalle fluttuazioni del prezzo dei combustibili (fossili) convenzionali.

25

In ogni caso, al fine di massimizzare i benefici economici della diffusione delle energie rinnovabili per le aree rurali, gli studi sottolineano la necessità di un approccio alla politica di sviluppo rurale che sia ben adattato alle condizioni e alle opportunità locali e che sia incentrato sulla competitività delle aree rurali. A tal fine, bisogna considerare alcuni fattori cruciali (cfr. riquadro 1).

Riquadro 1

Fattori cruciali per collegare con successo energie rinnovabili e sviluppo rurale

L’OCSE, nel proprio studio Linking Renewable Energy to Rural Development, ha identificato i seguenti fattori cruciali25.

  • Incorporare la strategia energetica nella strategia di sviluppo economico locale, in modo da riflettere il potenziale e i bisogni locali.
  • Integrare le energie rinnovabili nell’ambito di filiere produttive più grandi nelle economie rurali, quali agricoltura, silvicoltura, industria manifatturiera tradizionale e turismo verde.
  • Limitare le sovvenzioni, sia in portata che in durata, ed utilizzarle unicamente per stimolare progetti relativi ad energie rinnovabili che sono prossimi alla commerciabilità.
  • Evitare di imporre alcuni tipi di energia da fonti rinnovabili in aree non adatte.
  • Focalizzarsi su tecnologie relativamente mature, quali produzione di calore da biomassa, piccoli impianti ad energia idroelettrica ed eolica.
  • Creare un sistema energetico integrato basato su piccole reti in grado di sostenere attività manifatturiere.
  • Riconoscere che l’energia da fonti rinnovabili compete con altri settori per le risorse, particolarmente per i terreni.
  • Valutare i potenziali progetti in base a criteri di investimento invece che in base ai livelli di sostegno a breve termine.
  • Garantire l’accettazione sociale a livello locale assicurando benefici chiari per le comunità locali e coinvolgendole nel processo.
26

Sulla base dell’esperienza acquisita nella diffusione delle energie rinnovabili nelle aree rurali di Norvegia, Svezia e Finlandia, va sottolineata l’importanza della cooperazione locale per favorire la diffusione delle energie rinnovabili e lo sviluppo rurale. Questi esempi si riferiscono principalmente alla biomassa forestale26. Il tipico modello di queste “comunità della bioenergia” comprende produttori di biomassa, industrie di trasformazione del legname forestale, autorità locali e organizzazioni della società civile locali. Queste parti interessate spesso lavorano assieme a società di consulenza o istituti di ricerca.

…ma la politica dell’UE in materia di energie rinnovabili potrebbe perseguire tali benefici in modo più attivo
27

La Corte ha riscontrato che l’attuale quadro d’intervento dell’UE in materia di energie rinnovabili potrebbe promuovere in modo più efficace i progetti relativi a energie rinnovabili che vanno a beneficio delle aree rurali.

  1. I documenti normativi e strategici dell’UE citano l’impatto potenzialmente positivo delle energie rinnovabili sullo sviluppo rurale. Tuttavia, sebbene la direttiva sulle energie rinnovabili faccia riferimento, nei considerando, al fatto che la diffusione dell’energia da fonti rinnovabili possieda una dimensione concernente lo sviluppo rurale, non vi sono specifiche disposizioni, nella parte normativa della direttiva, circa la promozione dello sviluppo rurale.
  2. Nei PANER e nelle pertinenti relazioni sui progressi compiuti vengono fatti pochissimi collegamenti tra l’energia da fonti rinnovabili e lo sviluppo rurale. Il FEASR è raramente menzionato come fonte di finanziamento per i progetti relativi ad energie rinnovabili. Vi è anche una apparente mancanza di coordinamento tra i diversi ministeri che si occupano di politica di sviluppo rurale e di energia da fonti rinnovabili negli Stati membri visitati.
28

Quanto riscontrato dalla Corte trova conferma nello studio Impacts of Renewable Energy on European Farmers (dicembre 2011) e in un Parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE), documenti in cui si suggerisce che gli Stati membri avrebbero dovuto definire strategie per collegare lo sviluppo rurale e la diffusione delle energie rinnovabili, ma che così non è stato27.

29

Nondimeno, in alcuni Stati membri la Corte ha anche rilevato buoni esempi di strategie concernenti le energie rinnovabili che tengono conto della dimensione rurale (cfr. riquadro 2).

Riquadro 2

Buoni esempi di strategie per le energie rinnovabili che tengono conto delle aree rurali

In Austria, il programma Klima- und Energie-Modellregionen (KEM) è stato finanziato nell’ambito del fondo nazionale per il clima e l’energia dal 2009. Detto programma invita le regioni a sviluppare ed attuare modelli concettuali dal basso verso l’alto su interventi per il clima e l’energia, al fine di soddisfare la domanda energetica con un mix intelligente di generazione di energia da fonti rinnovabili, maggiore efficienza energetica e controlli intelligenti secondo i rispettivi bisogni e potenziale. Attualmente, 99 regioni partecipano al programma KEM, coprendo il 65 % delle aree rurali austriache.

La Francia dispone di un piano nazionale per la digestione anaerobica specifico per le aree rurali, denominato EMAA (plan Énergie Méthanisation Autonomie Azote). L’obiettivo di tale piano è costruire 1 000 digestori anaerobici in aziende agricole in Francia entro il 2020. Il piano EMAA mira a sviluppare un modello francese per massimizzare le esternalità positive della digestione anaerobica (ad esempio, la riduzione delle emissioni di gas serra o il recupero di tipi diversi di rifiuti organici) e a fornire una fonte aggiuntiva di reddito per gli agricoltori. Alla fine del 2015, nelle aziende agricole francesi vi erano 236 digestori anaerobici.

30

Nella dichiarazione della conferenza europea sullo sviluppo rurale di Cork del settembre 201628 si auspica un “meccanismo di verifica per le aree rurali” per far sì che il “potenziale delle aree rurali di offrire soluzioni innovative, inclusive e sostenibili” sia riflesso nelle politiche e nelle strategie dell’UE. La “verifica per le aree rurali” (rural proofing) consiste nel trovare i modi migliori di realizzare le politiche nelle zone rurali e far sì che le aree rurali beneficino in maniera equa delle ricadute di tali politiche29. Nel maggio 2017, la Commissione ha dichiarato di aver iniziato ad analizzare pertinenti studi ed esperienze degli Stati membri. I risultati di tale lavoro analitico potrebbero essere usati per sviluppare un meccanismo di verifica per le aree rurali.

31

Nella comunicazione “Energia pulita per tutti gli Europei” (cfr. paragrafo 7), la Commissione ha proposto una serie di disposizioni e strumenti che potrebbero accrescere gli effetti potenzialmente positivi della diffusione delle energie rinnovabili per lo sviluppo rurale.

  1. I PANER dovrebbero essere sostituiti da piani nazionali integrati per l’energia e il clima che, secondo la Commissione, incorporeranno meglio le preoccupazioni delle aree rurali e delle diverse autorità competenti, razionalizzando al contempo la reportistica evitando sovrapposizioni.
  2. La proposta di regolamento sulla governance30 dispone che gli Stati membri prendano in considerazione tutte le parti interessate e migliorino le sinergie in diversi settori.
  3. La proposta DER II della Commissione ha introdotto disposizioni sugli autoconsumatori di energia rinnovabile e le comunità produttrici/consumatrici di energia rinnovabile31. La finalità era di dare agli autoconsumatori la possibilità di generare, stoccare, consumare e vendere energia elettrica da fonti rinnovabili senza che essi debbano andare incontro ad oneri sproporzionati, nonché di permettere alle comunità locali di essere coinvolte e di contribuire alla definizione di strategie specifiche per migliorare l’accettazione e la diffusione di energie rinnovabili, sbloccando così il potenziale esistente nelle aree rurali.

La Corte ritiene che dette proposte della Commissione rappresentino utili passi in avanti nella direzione di un miglioramento dell’integrazione della dimensione rurale nella politica dell’UE in materia di energia da fonti rinnovabili.

Il quadro d’intervento dell’UE in materia di energia da fonti rinnovabili non affronta appieno i rischi ambientali e socioeconomici della bioenergia per le aree rurali

32

Bioenergia non è sinonimo di energia sostenibile. La sostenibilità della bioenergia dipende largamente da come viene prodotta e utilizzata la biomassa. La produzione e l’uso di biomassa possono essere non sostenibili, ad esempio se hanno un impatto negativo sulle persone, l’ambiente o le risorse naturali tale da compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.

33

La bioenergia è l’energia da fonti rinnovabili più chiaramente legata alle aree rurali. Le materie prime32 usate per produrre bioenergia sono, in quasi tutti i casi, estratte dalle aree rurali. Coltivare ed estrarre biomassa agricola e forestale fornisce opportunità per diversificare il reddito delle aziende agricole, opportunità occupazionali ed imprenditoriali, ed opportunità di fornire nuovi servizi rurali.

34

Se la biomassa solida, il biogas o il biometano sostituiscono l’utilizzo di combustibili fossili convenzionali, hanno il potenziale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, come illustrato nei grafici A1 e A2 dell’allegato I. Tale potenziale varia, a seconda del sistema di produzione di biomassa agricola o forestale, e del sistema di produzione di biogas e di biometano.

35

Tuttavia, la bioenergia comporta anche rischi ambientali e socioeconomici per le aree rurali. Ad esempio, i cambiamenti della destinazione dei suoli, l’intensificazione della gestione delle foreste o la coltivazione intensiva di colture che verranno utilizzate per produrre energia potrebbero condurre ad un declino della biodiversità, alla degradazione dei suoli o all’inquinamento e al sovraconsumo delle risorse idriche (cfr. riquadro 3). La combustione di biomassa da legno può inoltre comportare emissioni più elevate di alcuni inquinanti dell’aria nocivi33 e si discute attualmente34 se la biomassa da legno sia effettivamente neutra in termini di emissioni di carbonio (cfr. riquadro A1). Gli auditor della Corte hanno individuato 16 rischi ambientali e socioeconomici associati alla produzione e all’impiego di bioenergia (cfr. tabella 1, nonché tabelle A2 e A3 dell’allegato I)35. La Commissione ha analizzato i rischi legati alla produzione e all’uso della bioenergia nel documento di valutazione d’impatto della sostenibilità della bioenergia, preparato per la rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili36.

Riquadro 3

Gli incentivi per la produzione di biogas in Germania hanno provocato una coltivazione non sostenibile di colture da utilizzare a fini di produzione di energia

La Germania è il maggiore produttore di biogas in Europa (ha 10 846 impianti di produzione, che rappresentano il 63 % del totale dell’UE). L’energia elettrica prodotta da biogas rappresenta il 16,8 % dell’energia elettrica generata da fonti rinnovabili in Germania37.

La produzione di biogas è stata fortemente incentivata dopo il 2000 tramite le disposizioni della legge sulle fonti di energia rinnovabili (EEG). Nell’ambito di detta legge, agli impianti di biogas veniva dato un collegamento prioritario alla rete elettrica. Era anche possibile vendere energia elettrica/biogas ad una tariffa di riacquisto fissa per 20 anni. Le modifiche apportate all’EEG nel 2004 e nel 2009 hanno introdotto ulteriori premi, quali un premio per l’utilizzo di colture ai fini della produzione di energia. La maggior parte degli impianti di biogas in Germania utilizzava come materia prima un miscuglio di colture per energia e di letame.

Nel 2013, una superficie di circa 1 157 000 ettari (il 6,9 % della superficie agricola utilizzata) è stata usata per produrre colture per energia, principalmente insilato di mais (73 %). Tuttavia, l’accresciuto utilizzo di colture per energia, in particolare del mais, ha generato controversie, quali ad esempio problemi di conflitto tra usi (uso della biomassa, uso del suolo), accresciuto costo degli affitti fondiari, cambiamenti della destinazione dei terreni (rotazione colturale più breve, maggiore lavorazione del terreno, meno pascoli permanenti) ed un surplus di nutrienti, creando anche problemi di accettazione da parte della popolazione38 39.

Numerose modifiche dell’EEG intervenute nel 2012, 2014 e 2017 (riduzione dei pagamenti, abolizione dei premi, ecc.) miravano a rallentare la crescita del settore e promuovevano l’uso di rifiuti anziché quello di colture per energia. Una simile modifica normativa ha recentemente avuto luogo in Italia, paese che è il secondo maggior produttore di biogas in Europa40.

36

La normativa UE attualmente vigente41 stabilisce criteri di sostenibilità per i biocombustibili e i bioliquidi42. Poiché questi criteri sono stati adottati nel 2009 e modificati nel 2015, vi è stato un dibattito sulla sostenibilità della bioenergia. Di conseguenza, nel pacchetto “Energia pulita per tutti gli Europei”, la Commissione ha proposto criteri di sostenibilità che si applicherebbero anche ad altri tipi di bioenergia, come la bioenergia da combustibili solidi e gassosi ricavati da biomassa utilizzati per generare calore ed energia elettrica.

37

La proposta della Commissione prevede due tipi di criteri di sostenibilità:

  1. criteri che fissano limiti concernenti la produzione di combustibili da biomassa agricola e forestale; e
  2. criteri che richiedono una percentuale minima di riduzioni di emissione di gas a effetto serra per i diversi impianti che usano biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa.
38

Gli auditor hanno valutato se, e in che misura, i criteri coprano i rischi da essi individuati, e se il quadro normativo proposto43 fornisca una base appropriata per la diffusione sostenibile dell’energia da fonti rinnovabili nelle aree rurali.

39

I criteri previsti dalla proposta della Commissione non sono una condizione da rispettare obbligatoriamente per immettere bioenergia sul mercato; sono obbligatori solo se:

  1. la produzione di bioenergia viene conteggiata al fine del raggiungimento del valore-obiettivo per le energie rinnovabili, nonché per misurare il rispetto degli obblighi in materia di energie rinnovabili e
  2. per stabilire quale biomassa utilizzata per produzione di energia sia ammissibile al sostegno finanziario.
40

La proposta non concerne tutte le colture e tutti gli usi, e neanche numerosi tipi di impianti (cfr. paragrafo A3). Nella proposta DER II sono stati affrontati in modo completo solo tre dei 16 rischi identificati dalla Corte e due in altri atti normativi; altri 11 di tali rischi sono stati affrontati in parte. I rischi non affrontati sono principalmente legati all’intensificazione delle pratiche agricole e della gestione delle foreste, alla combustione della biomassa e alle emissioni di inquinanti nel corso del restante ciclo di vita della bioenergia (cfr. tabella 1, nonché tabelle A2 e A3 dell’allegato I). La dettagliata analisi e le conclusioni della Corte a sostegno della tabella 1 sono illustrate nell’allegato I.

Tabella 1

Copertura dei rischi per la sostenibilità connessi alla bioenergia nella proposta DER II della Commissione

  Rischi per la sostenibilità Rischio affrontato?
1) Riduzione della biodiversità

1.a)dovuta a cambiamento diretto della destinazione dei suoli (ad esempio, deforestazione, perdita di aree protette)

 

1.b)dovuta all’intensificazione delle pratiche agricole (ad esempio, perdita di diversità delle colture)

 

1.c)dovuta all’intensificazione della gestione delle foreste

 
2) Degrado del suolo

2.a)dovuto a cambiamento diretto della destinazione dei suoli (comportante ad esempio perdita di carbonio nel suolo, erosione)

 

2.b)dovuto all’intensificazione delle pratiche agricole (comportante ad esempio compattazione, perdita di fertilità dei terreni, erosione)

 

2.c)dovuto all’intensificazione della gestione delle foreste (comportante ad esempio perdita di fertilità dei terreni nelle foreste a causa dell’estrazione di sostanze nutritive – rimozione di residui forestali)

 
3) Pressione sulle risorse idriche e loro inquinamento

3.a)dovuta al cambiamento diretto della destinazione dei suoli (ad esempio, modifiche dell’equilibrio idrico)

 

3.b)dovuti all’intensificazione delle pratiche agricole (ad esempio, irrigazione, concimazione)

 

3.c)dovuti all’intensificazione della gestione delle foreste (ad esempio, modifiche dell’equilibrio idrico)

 
4) Emissioni di gas a effetto serra (GES)

4.a)dovute alle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita, escludendo il carbonio biogenico (ad esempio, uso di fertilizzanti, trasporto di biomassa, perdite di metano da impianti a biogas)

 

4.b)dovute a effetti indiretti (ad esempio, cambiamenti indiretti nell’uso del suolo (ILUC) dovuti al trasferimento di colture alimentari, foreste più giovani)

 

4.c)dovute alle emissioni di CO2 prodotte dalla combustione di biomassa (emissioni biogeniche)

 
5) Inquinamento atmosferico

5.a)dovuto alla combustione di biomassa (ad esempio, particolato, SO2…)

 

5.b)dovuto ad emissioni di inquinanti durante il restante ciclo di vita della bioenergia (ad esempio, trasporto della biomassa)

 
6) Socioeconomici

6.a)Uso inefficiente della biomassa (compresi la mancata applicazione del principio dell’uso a cascata, i metodi non ottimali di conversione della biomassa in energia)

 

6.b)Concorrenza con altri usi (ad esempio, produzione di alimenti, legno per l’industria della carta e della pasta di cellulosa)

 

Legenda:

     
Rischio affrontato Rischio affrontato in parte Rischio non affrontato

Fonte: Corte dei conti europea.

41

Stabilire valori-obiettivo di energia rinnovabile in combinazione con i regimi di sostegno pubblico per la bioenergia stimola l’utilizzo della bioenergia, come avvenuto specialmente per i trasporti e la produzione di elettricità, dagli inizi degli anni duemila. Parte di questa bioenergia è importata: nel 2015, l’UE ha importato il 34 % dei pellet e il 9,5 % dei biocombustibili liquidi consumati al suo interno44. In assenza di sufficienti precauzioni (criteri di sostenibilità deboli), la Corte ritiene che vi sia il rischio che la proposta DER II incoraggi la produzione e l’uso di bioenergia per mezzo di valori-obiettivo ambiziosi per le energie rinnovabili in combinazione con incentivi finanziari, dal momento che ciò potrebbe determinare un maggior utilizzo di biomassa che sarebbe insostenibile nel lungo periodo. Dunque, il quadro normativo proposto non fornisce una base appropriata per massimizzare il potenziale delle aree rurali per uno sviluppo sostenibile.

Il FEASR non persegue a sufficienza finalità di sviluppo rurale tramite i fondi spesi in energie rinnovabili

42

Gli Stati membri possono decidere di finanziare investimenti in energie rinnovabili tramite il FEASR. La politica di sviluppo rurale dell’UE si prefigge di aiutare le aree rurali dell’UE a fronteggiare sfide economiche, ambientali e sociali. Pertanto, gli investimenti in energie rinnovabili finanziati tramite il FEASR dovrebbero andare a chiaro vantaggio delle aree rurali. Nelle parti che seguono si appurerà se la Commissione e gli Stati membri abbiano concepito e attuato strategie e misure appropriate, e se siano in grado di dimostrare quanto conseguito con il sostegno FEASR, sia in termini di diffusione delle energie rinnovabili che di sostenibilità dello sviluppo rurale.

All’atto della programmazione dello sviluppo rurale, non si tiene propriamente conto delle energie rinnovabili

43

Il FEASR potrebbe sostenere progetti che contribuiscano alla diffusione delle energie rinnovabili e ad uno sviluppo rurale sostenibile. Per promuovere un utilizzo ottimale delle risorse finanziarie, i finanziamenti FEASR per le energie rinnovabili dovrebbero scaturire da una robusta strategia, ed esser dispensati secondo bisogni identificati in maniera rigorosa e quantificati. Detti finanziamenti dovrebbero poi esser coordinati con altre fonti di finanziamento disponibili ed altri strumenti d’intervento, quali i PANER.

44

I beneficiari di progetti relativi ad energie rinnovabili possono recuperare parte dei costi d’investimento attraverso la cessione dell’energia prodotta a prezzi preferenziali o di mercato, oppure migliorare la performance economica delle proprie attività. Tuttavia, laddove il sostegno del FEASR agli investimenti sia affiancato da attraenti tariffe di riacquisto, vi è il rischio di sovracompensazione e di aiuti di Stato illeciti sotto forma di vantaggio finanziario per i beneficiari, come confermato da un audit espletato dalla Commissione in Bulgaria. I diversi approcci seguiti negli Stati membri visitati sono illustrati nel riquadro 4.

Riquadro 4

Approcci diversi seguiti negli Stati membri per combinare sostegno del FEASR e tariffe di riacquisto

In Bulgaria e Francia, la combinazione di tariffe di riacquisto e sostegno del FEASR era consentita nel periodo di programmazione 2007-2013. A seguito di un audit espletato in Bulgaria, la Commissione ha proposto rettifiche finanziarie, poiché aveva giudicato che l’approccio seguito risultasse in un aiuto di Stato illecito sotto forma di vantaggio finanziario per i beneficiari. Di conseguenza, le autorità bulgare avevano diminuito, con effetto retroattivo, le tariffe di riacquisto, al fine ridurre l’importo della rettifica proposta inizialmente dalla Commissione. La Corte non ha alcuna informazione circa modifiche simili in Francia.

In Lituania, questo tipo di sostegno combinato non era in genere permesso. Tuttavia, uno dei beneficiari visitati dagli auditor della Corte si è rivolto agli organi giudiziari ed ha alla fine ottenuto sia la tariffa di riacquisto che il sostegno del FEASR all’investimento.

In Austria e in Italia (Toscana), nel periodo di programmazione 2007-2013 era possibile ricevere sia pagamenti calcolati sulla base di tariffe di riacquisto sia il sostegno del FEASR, ma il sostegno del FEASR era minore per progetti che ricevevano il sostegno di una tariffa di riacquisto. Nel periodo di programmazione 2014-2020, combinare il sostegno del FEASR con le FIT non è più permesso.

La spesa totale prevista per energie rinnovabili a valere su diversi Fondi dell’UE non è nota
45

Non sono disponibili dati completi sulla spesa prevista per investimenti in energie rinnovabili nel periodo di programmazione 2014-2020 a titolo dei fondi SIE in generale e del FEASR in particolare. L’obiettivo tematico 4 dei fondi SIE, denominato “Transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, per il quale è prevista una spesa pari a 44 814 milioni di euro45, comprende l’energia da fonti rinnovabili, ma anche l’efficienza energetica e la mobilità urbana sostenibile. Di conseguenza, la Commissione non dispone di un quadro chiaro del previsto contributo degli investimenti a titolo dei fondi SIE per la diffusione dell’energia da fonti rinnovabili.

46

Il FEASR ha rappresentato l’11 % circa dello stanziamento dei fondi SIE per l’obiettivo tematico 4 (più o meno 5 027 milioni di euro46), mentre la spesa del FEASR prevista per l’aspetto specifico 5 C era di 798,9 milioni di euro per il periodo di programmazione 2014-2020 (cfr. grafico 4). Tuttavia, gli investimenti nell’ambito di detto aspetto specifico non riguardano solo le energie rinnovabili, ma anche altri aspetti della bioeconomia, quali la fornitura e l’uso di sottoprodotti, rifiuti, residui e di altre materie prime non alimentari.

47

D’altro canto, gli Stati membri possono attuare progetti con componenti relative ad energie rinnovabili nel quadro di altri ambiti specifici (cfr. paragrafi 55-58), il che complica ulteriormente l’analisi del contributo del FEASR al finanziamento delle energie rinnovabili. Dall’indagine svolta dalla Corte è emerso (cfr. paragrafo 22) che la Romania (cfr. riquadro 6) e la Slovenia, ad esempio, hanno deciso di assegnare solo un livello basso di finanziamenti, o nessun finanziamento, per l’aspetto specifico 5 C, poiché ritenevano che altri aspetti specifici (2A, 3A, 6A o 6B) fossero più appropriati. I Paesi Bassi e la Polonia hanno risposto che non avevano programmato alcuna spesa FEASR per le energie rinnovabili, perché ritenevano che gli altri fondi SIE ed i loro rispettivi programmi nazionali fossero sufficienti a sostenere la diffusione delle energie rinnovabili nelle aree rurali.

Grafico 4

Assegnazione di finanziamenti all’aspetto specifico 5C, per Stato membro, per il periodo di programmazione 2014-2020 e spesa sostenuta al 12 ottobre 2017 (milioni di euro)

Fonte: Commissione europea (SFC), 12 ottobre 2017.

48

A metà del periodo di programmazione, erano stati spesi solo 40,9 milioni di euro (il 5,1 % della dotazione finanziaria totale di 800 milioni di euro)47. I notevoli ritardi nell’attuazione dei programmi per le energie rinnovabili potrebbero essere il riflesso delle difficoltà relative alla programmazione degli aspetti specifici (cfr. paragrafi 55-58), senza contare i ritardi nell’approvazione dei PSR ed il tempo necessario agli Stati membri per adeguarsi al nuovo quadro normativo e progettare.

Margini di miglioramento del nesso tra bisogni individuati e approccio al finanziamento delle energie rinnovabili previsto nei PSR
49

Negli “Orientamenti per la programmazione strategica per il periodo 2014-2020” della Commissione, si affermava che la descrizione della strategia (logica di intervento) deve giustificare scelta, combinazione e definizione delle priorità delle misure di sviluppo rurale, riflettendo i risultati di un’analisi SWOT e dei bisogni identificati. Tale logica di intervento deve assegnare priorità ai vari bisogni identificati e giustificare tale scelta. A tal fine, la Commissione, nella fase di approvazione dei PSR, analizza le considerazioni strategiche degli Stati membri per la diffusione delle energie rinnovabili.

50

La Commissione fornisce orientamenti agli Stati membri tramite task force, comitati di monitoraggio, checklist, linee-guida per le misure (“schede misura”) ed altro al fine di facilitare l’impostazione e l’attuazione dei PSR. Tuttavia, i documenti di orientamento non discutono esplicitamente le considerazioni strategiche per le energie rinnovabili, né ciò che dovrebbe essere ottenuto dagli investimenti FEASR in energie rinnovabili, le modalità con le quali tali investimenti dovrebbero valorizzare le aree rurali e il modo in cui il FEASR dovrebbe affiancare gli esistenti regimi di finanziamento UE e nazionali.

51

La Corte ha constatato che tutti i cinque PSR esaminati contenevano gli elementi obbligatori concernenti la definizione degli obiettivi, i bisogni e le considerazioni strategiche riguardanti le energie rinnovabili, ma che nessuno di essi includeva un’analisi o una quantificazione esaustiva delle relative necessità finanziarie. Ad eccezione dell’Austria, gli Stati membri visitati non hanno usato in modo efficace i rispettivi bisogni identificati e le analisi SWOT per guidare il proprio approccio strategico alle energie rinnovabili nei rispettivi PSR; il loro approccio è rimasto molto generale. Ulteriori debolezze riguardavano l’attuazione e le modifiche a breve termine delle strategie iniziali (cfr. riquadro 5).

Riquadro 5

Modifiche all’approccio iniziale al finanziamento delle energie rinnovabili previsto nei PSR

Bulgaria: strategia per le energie rinnovabili non adattata alle raccomandazioni del valutatore e alle condizioni di mercato

In Bulgaria, oltre il 90 % dei progetti per energie rinnovabili approvati nel periodo 2007-2013 concernevano l’energia solare, che beneficiava anche di attraenti tariffe di riacquisto dell’energia elettrica in tal modo prodotta. Nella valutazione intermedia del PSR 2007-2013 bulgaro, si affermava che il potenziale del paese per la produzione di biomassa non era stato realizzato appieno, per lo più a causa di fattori di mercato esterni. Notando l’elevato numero di progetti relativi all’energia solare, il valutatore raccomandava di attuare un più equilibrato sostegno FEASR dei diversi tipi di energie rinnovabili. Tuttavia, le autorità non hanno adattato la propria strategia per tener conto, ad esempio, del potenziale della biomassa per la seconda parte del periodo di programmazione 2007-2013. In Bulgaria, gli investimenti in progetti per la cessione di energia non sono più ammissibili nel periodo di programmazione 2014-2020.

Francia (Basse-Normandie): i bisogni identificati per le energie rinnovabili dovranno esser soddisfatti con metà dei finanziamenti FEASR inizialmente previsti

Nell’agosto 2015, la Commissione ha approvato il PSR della regione francese della Basse-Normandie, il quale si basava sui bisogni identificati dalla regione stessa. Nel marzo 2017 la Basse-Normandie ha presentato una versione modificata del proprio PSR. Ne è risultata una riduzione del 48 % (da 14,6 a 7,6 milioni di euro) dei fondi FEASR per le energie rinnovabili nel quadro dell’aspetto specifico 5C. Non è chiaro se i bisogni inizialmente identificati nel PSR siano effettivamente diminuiti o siano scomparsi in tale breve lasso di tempo, o se siano stati coperti da altri regimi di aiuto UE o nazionali.

52

Gli orientamenti e i controlli della Commissione non hanno prevenuto tali debolezze. Non hanno garantito che gli Stati membri definissero solide strategie per le energie rinnovabili nelle aree rurali. Inoltre, la scelta delle misure del FEASR ed il rispettivo stanziamento di bilancio non sempre derivavano logicamente dal potenziale e dai bisogni descritti nei PSR.

Debole coordinamento tra le varie fonti di finanziamento per le energie rinnovabili
53

L’attuale quadro normativo48 promuove l’attuazione efficace, efficiente e coordinata dei vari fondi UE, in particolare dei fondi SIE. Spetta principalmente agli Stati membri giustificare la necessità dell’intervento nel quadro del PSR e garantire un buon coordinamento tra i fondi. La Commissione fornisce assistenza e orientamenti agli Stati membri emanando linee-guida strategiche, promuovendo buone pratiche e monitorando l’attuazione dei programmi.

54

Dopo aver analizzato un campione di accordi di partenariato e di PSR per il periodo 2014-2020, la Corte ha constatato che gli Stati membri avevano individuato numerose fonti di finanziamento potenziali e stabilito princìpi generali di demarcazione e misure per prevenire il doppio finanziamento. Tuttavia, i documenti strategici analizzati dagli auditor della Corte non contenevano alcuna ulteriore informazione sui benefici che potevano essere ottenuti coordinando efficacemente le diverse fonti di finanziamento per le energie rinnovabili. Inoltre, non vi era stata alcuna analisi dei potenziali effetti di sostituzione, né dei deficit di finanziamento in tale campo49.

Assegnazione di misure per le energie rinnovabili a differenti ambiti specifici
55

Come spiegato ai paragrafi 14 e 15, il quadro d’intervento per lo sviluppo rurale 2014-2020 è strutturato attorno a sei priorità, a loro volta articolate in 18 aspetti tematici specifici (cfr. grafico 3). Il sostegno per le energie rinnovabili rientra nell’aspetto specifico 5C, che riguarda l’approvvigionamento e l’uso di energia da fonti rinnovabili.

56

Detti aspetti specifici sono attuati tramite le misure di sviluppo rurale. Il grafico 5 fornisce esempi dell’assegnazione delle misure e degli indicatori definiti per la priorità 5. Una singola misura può però contribuire a diversi aspetti specifici, priorità ed obiettivi.

Grafico 5

Esempio di raggruppamento di misure e indicatori per la priorità 5 e i relativi aspetti specifici

Fonte: Commissione europea, DG AGRI (adattamento della Corte).

57

Per di più, gli Stati membri possono individuare, per determinate misure rientranti nell’aspetto specifico 5C, effetti secondari che incidono su ulteriori aspetti specifici. Ad esempio, l’aggiunta di pannelli fotovoltaici sul tetto di un nuovo granaio utilizzato per migliorare la performance economica di un beneficiario potrebbe essere valutata come progetto concernente le energie rinnovabili (ossia, nell’ambito dell’aspetto specifico 5C) o come parte di un progetto di ammodernamento dell’azienda agricola, che rientra quindi nell’aspetto specifico 2A (cfr. grafico 3), la cui componente di energie rinnovabili ha un effetto secondario sull’aspetto specifico 5C.

58

Gli Stati membri non hanno assegnato in modo uniforme agli aspetti specifici le misure relative a energie rinnovabili e i tipi di progetto (cfr. riquadro 6). Ciò avrà un impatto sull’efficacia del monitoraggio e della valutazione dei progetti per energie rinnovabili finanziati tramite il FEASR (cfr. paragrafi 69-71), specie perché la Commissione non ha emanato orientamenti aggiuntivi sull’assegnazione uniforme, in tutti gli Stati membri, dei progetti agli aspetti specifici.

Riquadro 6

Assegnazione di progetti per le energie rinnovabili a differenti aspetti specifici

Francia – assegnazione delle misure forestali

Alcune misure forestali incentivano la produzione e la vendita di energia derivante dal legno e possono dunque essere collegate alle energie rinnovabili50. Le misure forestali sono state attribuite agli aspetti specifici in modo non uniforme da parte delle regioni francesi. Meno della metà delle regioni francesi le ha fatte rientrare nell’aspetto specifico 5C; il resto in altri spetti specifici, quali il 2A, 2B, 2C, 5E o 6A. La scelta è dipesa dai bisogni identificati e dall’aspetto specifico che si è scelto di attivare, nonostante l’effetto atteso delle misure fosse simile.

Romania e Bulgaria – progetti per energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo

Nel periodo 2014-2020, la Romania e la Bulgaria hanno sostenuto in modo significativo od esclusivo progetti per energia da fonti rinnovabili a fini di autoconsumo (presso l’azienda agricola o l’impresa, senza procedere a vendita di energia). La Bulgaria ritiene che detti progetti contribuiscano all’aspetto specifico 5C, ed ha stanziato il terzo maggiore importo, tra tutti gli Stati membri, a questo aspetto specifico. Le autorità rumene, invece, hanno assegnato una modestissima dotazione finanziaria all’aspetto specifico 5C, ritenendo che gli investimenti in energie rinnovabili per autoconsumo apportassero un contributo unicamente secondario all’aspetto specifico 5C. Questi progetti sono invece stati fatti rientrare negli aspetti specifici 2A, 3A, 6A o 6B.

Il monitoraggio e la valutazione forniscono poche informazioni sui finanziamenti e sui risultati degli investimenti in energie rinnovabili

59

Le informazioni sulla performance relative all’efficacia e all’efficienza della spesa per lo sviluppo rurale a favore di energie rinnovabili sono necessarie per dimostrare quanto realizzato con le risorse di bilancio dell’UE e per provare che queste ultime sono state ben utilizzate. Inoltre, le informazioni derivanti da monitoraggio e valutazione costituiscono uno strumento prezioso per migliorare l’efficacia e all’efficienza della spesa per lo sviluppo rurale guidando la gestione in corso dei programmi, suggerendo possibili miglioramenti e contribuendo a definire future politiche.

Energia da fonti rinnovabili nel quadro comune per il monitoraggio e la valutazione (QCMV) 2007-2013
Nessuna informazione di monitoraggio completa nell’ambito del QCMV per le energie rinnovabili
60

Molti Stati membri (inclusi i cinque visitati dagli auditor della Corte) hanno deciso di usare i fondi del FEASR per finanziare progetti per energie rinnovabili dall’inizio del periodo di programmazione 2007-2013. In quel momento, non era stato definito alcun indicatore specifico per misurare le realizzazioni o i risultati dei progetti per energie rinnovabili.

61

Ciò è cambiato nel contesto della valutazione dello stato di salute della PAC, quando le energie rinnovabili sono state riconosciute come una “nuova sfida” e gli Stati membri hanno ricevuto fondi aggiuntivi per i progetti relativi a energie rinnovabili per il resto del periodo di programmazione (2009-2013) (cfr. paragrafo 14). In questo contesto, gli Stati membri erano tenuti a monitorare la spesa ed il numero di beneficiari dei progetti per energie rinnovabili finanziati nell’ambito di questa “nuova sfida”. Tuttavia, non dovevano raccogliere dati su quanto realizzato dai progetti, come energia da fonti rinnovabili prodotta o capacità installata. Di conseguenza, non esistono a livello UE informazioni esaurienti sui progetti per energie rinnovabili finanziati tramite il FEASR nel periodo 2007-2013; gli indicatori che esistono si riferiscono esclusivamente ai fondi aggiuntivi spesi per energie rinnovabili nell’ambito della valutazione dello stato di salute della PAC.

62

Gli auditor della Corte hanno esaminato i dati dei progetti per energie rinnovabili (numero di progetti, sostegno corrisposto) forniti dagli Stati membri visitati, ed hanno osservato, in quattro di detti Stati51, una serie di discrepanze tra i dati comunicati alla Commissione e i calcoli effettuati nel quadro dell’audit sulla base delle cifre contenute nelle banche dati dei progetti degli Stati membri. Le autorità nazionali non sono state in grado di fornire chiarimenti al riguardo, e ciò solleva dubbi circa la precisione e la completezza dei dati della valutazione dello stato di salute della PAC.

63

Inoltre, non sono altresì disponibili, a livello UE, informazioni esaurienti sul numero di progetti, la produzione di energia da fonti rinnovabili o la capacità installata. Risulta di conseguenza impossibile quantificare il contributo del FEASR alla diffusione delle energie rinnovabili nelle aree rurali. In assenza di informazioni pertinenti ed attendibili sulle energie rinnovabili, non è possibile valutare l’efficacia di tali misure in detto periodo, e continua a non esser chiaro su che base gli Stati membri abbiano concepito la parte dei propri PSR riservata all’energia da fonti rinnovabili. Queste constatazioni sono coerenti con precedenti osservazioni della Corte concernenti dati di monitoraggio del sostegno del FESR e del Fondo di coesione per le energie rinnovabili nel periodo di programmazione 2007-201352.

Le valutazioni dei programmi nell’ambito del QCMV forniscono informazioni limitate sull’impatto del sostegno alle energie rinnovabili sullo sviluppo rurale
64

I ritardi nell’attuazione dei programmi nell’ambito dei QFP costituiscono un problema ricorrente, che in passato è stato riscontrato dalla Corte in numerosi settori d’intervento53. I ritardi nell’attuazione dei PSR del 2007-2013 hanno ancora una volta provocato una mancata corrispondenza tra il ciclo della spesa ed il calendario degli obblighi di rendicontazione. Ciò ha portato alla limitata disponibilità di dati pertinenti sulle energie rinnovabili per le valutazioni intermedie, sebbene alcune utili informazioni siano state fornite (cfr. riquadro 7). Molti Stati membri sono andati incontro a ritardi nella finalizzazione delle rispettive valutazioni ex post54.

65

Dall’esame delle valutazioni ex post, effettuato dagli auditor della Corte, è emerso che dette valutazioni avevano riguardato gli investimenti in energie rinnovabili (ad esempio, le misure utilizzate), ma che l’impatto di tali investimenti sullo sviluppo rurale sostenibile non era stato sempre discusso. Non erano state svolte analisi pertinenti riguardo, ad esempio, ai benefici ambientali delle energie rinnovabili per le aree rurali, alla diversificazione del reddito, alla creazione di posti di lavoro, ai miglioramenti apportati alle infrastrutture e ai servizi energetici nelle aree rurali, ecc…

66

La Corte ha rilevato, tuttavia, alcune buone pratiche concernenti la valutazione dei progetti per energie rinnovabili (cfr. riquadro 7).

Riquadro 7

Esempi di buone pratiche a proposito della valutazione delle energie rinnovabili nelle aree rurali

Le autorità regionali della Toscana (Italia) avevano effettuato attività di valutazione aggiuntive che hanno fornito informazioni pertinenti sul contributo dei progetti sostenuti alla diffusione delle energie rinnovabili: una relazione di valutazione su 15 progetti integrati di filiera, una relazione di valutazione sulle misure forestali, che trattava la filiera legno-energia ed il potenziale del settore, nonché una pubblicazione sull’esperienza maturata per cinque sistemi di teleriscaldamento finanziati tramite LEADER+ nel 2000-2006.

Anche le autorità austriache avevano completato relazioni di valutazione sulle energie rinnovabili, in particolare per la misura 321 (“Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale”). La relazione, tramite una griglia di valutazione con 30 indicatori dettagliati, ha raccolto informazioni sugli effetti economici, regionali, sociali e ambientali dei progetti per energie rinnovabili. Sulla base di 20 casi di studio, i valutatori hanno concluso che l’impatto dei sistemi di riscaldamento a biomassa, così come realizzati in Austria, avevano avuto effetti positivi sullo sviluppo rurale sostenibile, quali ad esempio approvvigionamento di legname regionale, creazione di posti di lavoro lungo la filiera, e fornitura di riscaldamento alla popolazione rurale.

L’Austria aveva illustrato ulteriori esempi di buone pratiche effettuando attività di monitoraggio e valutazione al di fuori del QCMV, come studi sugli effetti economici e regionali di un programma nazionale mirante a sostenere iniziative locali e regionali per la diffusione delle energie rinnovabili (cfr. riquadro 2). Questi studi hanno concluso che tra i più utili impatti per le regioni partecipanti figuravano la sensibilizzazione a livello regionale e il coordinamento delle attività. Le autorità avevano anche introdotto un sistema di gestione della qualità per i sistemi di riscaldamento a biomassa di una certa dimensione, raccogliendo dati di riferimento utili per i responsabili dei progetti.

Energia da fonti rinnovabili nel sistema comune di monitoraggio e valutazione (SCMV) 2014-2020
67

Il nuovo quadro per la performance per il periodo di programmazione 2014-2020 mira a rendere l’attuazione dei programmi di sviluppo rurale più orientata ai risultati rispetto al passato. In questo contesto, l’SCMV55, il sistema di monitoraggio e valutazione dello sviluppo rurale, fornisce un dettagliato insieme comune di indicatori da usare per gli aspetti specifici, insieme a quesiti valutativi comuni cui rispondere in futuro, con l’intenzione di valutare i progressi compiuti e quanto conseguito dalla politica di sviluppo rurale, nonché l’impatto, l’efficacia, l’efficienza e la pertinenza degli interventi della politica di sviluppo rurale.

68

Ai sensi dell’SCMV, è necessario fornire informazioni di monitoraggio sul “Totale degli investimenti nella produzione di energia rinnovabile” (indicatore di obiettivo T 16) e sull’“Energia rinnovabile prodotta attraverso progetti sovvenzionati” (indicatore di risultato complementare R 15). Gli Stati membri hanno la facoltà di definire ulteriori indicatori di realizzazione per misure specifiche e la Commissione ha confermato che dieci Stati membri o regioni56 avevano deciso in tal senso. Tuttavia, la maggioranza di questi indicatori aggiuntivi propri alle misure per l’aspetto specifico 5C erano indicatori di input (come la spesa pubblica), o indicatori di realizzazione (numero di beneficiari, progetti o azioni sostenute). Pertanto, detti indicatori non possono servire da solida base per la valutazione dei risultati della componente energie rinnovabili dei PSR: non si è potuta dunque rafforzare l’attenzione all’orientamento ai risultati57.

69

Un’ulteriore complicazione è che le informazioni sulla performance sono raccolte solo a livello degli aspetti specifici58. Pertanto, i progetti FEASR assegnati all’aspetto specifico 5C non forniscono dati completi sulle energie rinnovabili nelle aree rurali, perché alcuni progetti (quali quelli per la gestione delle foreste) possono essere indirettamente connessi alle energie rinnovabili ma assegnati all’aspetto specifico 5C, mentre altri possono esser ritenuti apportatori di contributi secondari all’aspetto specifico 5C ed essere quindi sovvenzionati nell’ambito di altri aspetti specifici, quali il 2A, 3A, 6A, 6B, ecc. Di conseguenza, le informazioni sul “Totale degli investimenti nella produzione di energia rinnovabile” (indicatore di obiettivo T 16) rifletteranno solo ciò che è stato fatto rientrare nell’aspetto specifico 5C e non presenteranno il quadro completo di tutti gli investimenti in energie rinnovabili nelle aree rurali.

70

Un altro indicatore, l’indicatore di risultato R 15 (“Energia rinnovabile prodotta attraverso progetti sovvenzionati”) mira a coprire tutti i progetti per energie rinnovabili. Tuttavia, in base agli orientamenti della Commissione, i dati per questo indicatore potrebbero essere raccolti dai valutatori in modi diversi, ad esempio tramite indagini statistiche UE o nazionali. Pertanto, la comparabilità dei dati a livello dell’UE dipende dalle scelte fatte dai valutatori.

71

Sebbene la Commissione abbia emanato orientamenti dettagliati per assistere la preparazione della reportistica e delle valutazioni, le interconnessioni fra indicatori dell’SCMV e aspetti specifici potrebbero rappresentare un ulteriore onere per i valutatori, incidere sulla qualità delle valutazioni dei programmi e sulla loro confrontabilità, nonché generare ritardi, come avvenuto in passato. Se nei momenti cruciali della rendicontazione non sono disponibili informazioni di monitoraggio e di valutazione attendibili, gli Stati membri e la Commissione potrebbero perdere l’occasione per migliorare l’attuazione delle misure per le energie rinnovabili.

Nonostante debolezze nelle procedure di selezione e nell’attuazione, i progetti per energie rinnovabili confermano il proprio potenziale per lo sviluppo rurale

72

Spetta agli Stati membri scegliere i progetti per lo sviluppo rurale, con la finalità di indirizzare meglio le misure di sviluppo rurale verso le priorità dell’UE e gli obiettivi e le strategie degli Stati membri. A tal fine, Gli Stati membri devono definire ed applicare criteri di ammissibilità e di selezione chiari, pertinenti ed obiettivi, nonché procedure oggettive, eque e trasparenti59.

73

I criteri di ammissibilità sono i requisiti che i progetti devono soddisfare per essere ammissibili al sostegno a titolo del FEASR. L’ammissibilità è una condizione sì/no. I criteri di selezione sono definiti dagli Stati membri per assegnare priorità ai progetti che meglio soddisfano i bisogni identificati e gli obiettivi stabiliti nei PSR. Gli Stati membri dovrebbero applicare i criteri di selezione anche nei casi in cui siano disponibili fondi sufficienti per approvare tutte le domande, al fine di garantire una sana gestione finanziaria60. Nel caso in esame, gli Stati membri dovrebbero in particolare assicurarsi di selezionare progetti validi che sostengano la diffusione delle energie rinnovabili e apportino valore alle aree rurali.

La maggior parte dei progetti aveva apportato benefici per la diffusione delle energie rinnovabili e lo sviluppo rurale
74

La Corte ha esaminato progetti per energie rinnovabili di diverso tipo e dimensione (cfr. allegato II). Il campione di progetti comprendeva sia investimenti grazie ai quali era stata fornita energia da fonti rinnovabili a terze parti, sia altri investimenti grazie ai quali era stata generata energia ad uso dei responsabili del progetto.

75

La finalità dei progetti di “fornitura di energia a terzi” era principalmente di diversificare il reddito delle imprese agricole o forestali. Alcuni progetti erano stati avviati ed attuati da PMI o microimprese. I progetti riusciti di questo tipo avevano fornito nuovi e ben accetti servizi energetici a residenze private ed edifici pubblici in aree rurali. Detti progetti avevano prodotto benefici ambientali, specie nel caso dei sistemi di teleriscaldamento, che sono in genere più efficienti dal punto di vista energetico e generano meno emissioni rispetto ai sistemi di riscaldamento individuali. Avevano inoltre permesso ai responsabili dei progetti di beneficiare di nuove opportunità imprenditoriali. Avevano consentito ai fornitori di materie prime lungo la filiera della biomassa locale, per lo più agricoltori e silvicoltori, di diversificare i rispettivi redditi e mantenere le rispettive aziende (cfr. riquadro 8).

76

La diffusione delle energie rinnovabili richiede inoltre una rigorosa pianificazione, nonché attività di installazione e di manutenzione. Il know-how e l’esperienza acquisiti nella regione costituiscono beni preziosi per l’ulteriore sviluppo della stessa in termini di produzione e impiego di energie rinnovabili, ed i benefici potrebbero andare oltre l’iniziale investimento nei progetti.

Riquadro 8

Buone pratiche in progetti per la fornitura di energia a terzi finanziati dal FEASR

Sistemi di teleriscaldamento in zone rurali dell’Austria

In Austria, il sostegno del FEASR per le energie rinnovabili nel periodo di programmazione 2007-2013 è stato incentrato sull’ulteriore sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento a legna.

Uno dei progetti visitati dagli auditor della Corte riguardava il sostegno FEASR per la diversificazione in attività non-agricole. Era gestito da una cooperativa di 26 agricoltori a tempo parziale che possedevano e gestivano insieme una foresta di 400 ettari. Avevano creato un sistema di teleriscaldamento con una caldaia a trucioli di legno della capacità di 398 kW. Il sistema forniva 580 MWh di calore l’anno a tre edifici al di fuori del villaggio: una casa di riposo, un edificio per categorie deboli ed un monastero. Gli agricoltori gestivano il sistema di riscaldamento e fornivano il legname per la produzione di trucioli dalle foreste gestite, utilizzando principalmente legname di bassa qualità proveniente da diradamenti per il quale in precedenza non avevano mercato.

Gli agricoltori avevano tratto benefici economici dal progetto: avevano guadagnato flussi di reddito sia dalla produzione di calore che dai trucioli di legno. Inoltre, avevano acquisito nuove competenze partecipando a corsi per i soggetti gestori dei sistemi di teleriscaldamento.

Altri sistemi di teleriscaldamento con caldaie a trucioli di legno visitati dagli auditor della Corte erano gestiti da PMI o microimprese e disponevano di più elevate capacità di produzione di energia, fornendo quindi calore ad un maggior numero di consumatori, incluse residenze private, autorità locali e ristoranti. In tutti i casi, la legna o i trucioli venivano forniti da agricoltori o silvicoltori locali le cui imprese erano situate nel raggio di 50 km.

77

I “progetti per uso proprio” avevano apportato benefici alle aziende agricole o forestali e alle imprese di trasformazione alimentare, ad esempio tramite sicurezza ed autosufficienza energetica, minori costi per l’energia, migliore performance finanziaria o ridotta impronta di carbonio. Avevano inoltre contribuito indirettamente ad uno sviluppo rurale sostenibile fornendo posti di lavoro ed opportunità di guadagno ai residenti locali, oppure contribuendo a migliorare la situazione ambientale nella regione (cfr. riquadro 9).

Riquadro 9

I progetti per energie rinnovabili “ad uso proprio” contribuiscono indirettamente allo sviluppo rurale

Riduzione dell’impronta di carbonio di una cantina in Toscana

Un progetto multiforme visitato dagli auditor della Corte aveva ricevuto il sostegno del FEASR per la trasformazione alimentare; riguardava la costruzione di una nuova cantina. La sostenibilità ambientale era una priorità per la Cantina, che ha calcolato l’impronta di carbonio dei propri prodotti. Il progetto comprendeva vari elementi per la riduzione del consumo energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili: un impianto geotermico per il raffrescamento, un impianto fotovoltaico, una centrale di riscaldamento a biomassa legnosa e numerosi investimenti a fini di risparmio energetico (sistema di captazione della luce solare, ventilazione, torre di raffreddamento ad evaporazione). Nel 2015, l’impresa ha prodotto il 68 % dell’energia utilizzata. Il progetto ha avuto come risultato anche una riduzione dell’impronta di carbonio per bottiglia di vino.

Oltre a migliorare la propria performance ambientale, l’impresa ha migliorato i propri risultati economici, il che le ha anche permesso di accrescere il numero di dipendenti (da 8 nel gennaio 2011 a 20 nel dicembre 2016).

In Bulgaria, piccoli progetti per le energie rinnovabili adattati ai bisogni degli agricoltori

Due progetti d’investimento per piccole aziende agricole (12,5 e 4 ettari) visitate dagli auditor della Corte in Bulgaria facevano emergere il potenziale dei progetti per energie rinnovabili finanziati dal FEASR, sebbene in misura più modesta. Entrambi i progetti utilizzavano energia elettrica da celle fotovoltaiche per far funzionare una pompa di irrigazione per la produzione biologica di nocciole e tartufi, nonché per l’illuminazione di un magazzino di stoccaggio di frutta biologica. Entrambi i progetti erano attuati al di fuori del villaggio, senza connessione alla rete elettrica, per cui gli impianti fotovoltaici venivano ritenuti soluzioni economiche e rispettose dell’ambiente, adattate ai bisogni degli agricoltori. La produzione di nocciole e tartufi biologici fornisce opportunità di sviluppare nuove opportunità imprenditoriali, non soltanto per gli agricoltori ma anche per la regione.

Tuttavia, le procedure di selezione degli Stati membri non hanno fatto sì che venissero scelti i progetti maggiormente pertinenti…
78

Gli Stati membri devono fissare criteri di selezione per la scelta dei progetti, al fine di garantire che le risorse finanziarie per lo sviluppo rurale siano impiegate nel miglior modo. La Corte ha riscontrato che gli Stati membri visitati non hanno sempre rispettato tale principio.

79

Gli auditor della Corte hanno esaminato i criteri e i processi di selezione per il periodo 2014-2020, constatando che quattro61 dei cinque Stati membri visitati avevano utilizzato criteri di selezione pertinenti, in certa misura, per far sì che venisse data priorità ai progetti che promuovevano la diffusione delle energie rinnovabili e uno sviluppo rurale sostenibile: ad esempio, progetti che ci si attendeva avessero effetti positivi sulla diversificazione dei redditi e sull’ambiente, sull’uso delle materie prime prodotte e trasformate localmente (combustibili da biomassa) o sulla considerazione delle strategie locali ed il coinvolgimento della popolazione locale. Tuttavia, detti sforzi sono stati in parte compromessi da procedure di selezione deboli. Gli auditor della Corte hanno ritenuto che l’Austria, la Bulgaria, l’Italia (Toscana) e la Francia (Basse-Normandie, riguardo alle misure forestali) avessero utilizzato sistemi di attribuzione del punteggio tutt’altro che severi, con soglie minime che potevano esser raggiunte rispettando solo uno o pochi criteri.

… e, di conseguenza, alcuni progetti per energie rinnovabili hanno apportato benefici marginali alle aree rurali
80

Debolezze nel processo di selezione dei progetti possono condurre al finanziamento di progetti che apportano un beneficio economico ai rispettivi responsabili, ma che hanno scarso impatto sulle aree rurali. Ciò è avvenuto per alcuni dei progetti visitati nel corso dell’audit. Il sostegno finanziario non era sempre stato utilizzato per creare posti di lavoro o avviare altre opportunità imprenditoriali, per migliorare la situazione delle aziende agricole/forestali esistenti o per fornire servizi energetici alla popolazione rurale (cfr. riquadro 10).

Riquadro 10

Progetti per energie rinnovabili con benefici marginali per lo sviluppo rurale

Benefici marginali apportati alle aree rurali in Bulgaria da progetti per impianti fotovoltaici

Come illustrato nel riquadro 2, la Bulgaria aveva utilizzato più del 90 % del sostegno FEASR assegnato al paese per le energie rinnovabili nel periodo di programmazione 2007-2013 per progetti fotovoltaici, nonostante le raccomandazioni contrarie e nonostante i limiti di capacità della rete elettrica62.

Tre progetti per energie rinnovabili visitati dagli auditor della Corte avevano ricevuto il sostegno del FEASR per la creazione e lo sviluppo di microimprese e per la diversificazione verso attività non-agricole. Ciascuno dei progetti ha creato un posto di lavoro per la manutenzione e la protezione degli impianti. Tutti i tre progetti dipendevano da tariffe di riacquisto preferenziali, e non hanno fornito altre opportunità d’impresa o servizi, non creando quindi alcun beneficio considerevole per lo sviluppo rurale.

81

Dalle visite espletate, si è avuta conferma dell’impatto positivo di alcuni tipi di progetti per energie rinnovabili sullo sviluppo rurale, il che giustifica il sostegno finanziario a titolo del FEASR. Tuttavia, tenendo conto dell’esistenza di numerosi altri regimi di sostegno per le energie rinnovabili, i progetti che non contribuiscono tanto al raggiungimento del valore-obiettivo in termini di energie rinnovabili quanto al raggiungimento dell’obiettivo generale di sviluppo rurale non dovrebbero ricevere il sostegno del FEASR.

Conclusioni e raccomandazioni

82

I documenti normativi e strategici dell’UE sottolineano l’intento di sfruttare l’impatto potenzialmente positivo che gli investimenti in energie rinnovabili possono produrre sullo sviluppo rurale. Gli studi confermano che l’energia da fonti rinnovabili può avere effetti positivi sullo sviluppo rurale sostenibile, ma che esistono anche rischi ambientali e socio-economici connessi alla diffusione di alcuni tipi di energie rinnovabili.

83

Con il presente audit, la Corte ha esaminato il quadro di riferimento relativo alle energie rinnovabili, soffermandosi sulle modalità con le quali vi sono stati integrati aspetti specifici relativi allo sviluppo rurale. Ha esaminato inoltre il quadro relativo alla politica di sviluppo rurale e la sua attuazione negli Stati membri, al fini di valutare se il sostegno del FEASR per le energie rinnovabili avesse effettivamente contribuito ad uno sviluppo rurale sostenibile.

84

Sulla base del lavoro di audit svolto, la Corte conclude che il finanziamento di progetti in materia di energie rinnovabili ha notevoli potenzialità per promuovere uno sviluppo rurale sostenibile, ma fino ad ora detto potenziale è rimasto per lo più non sfruttato.

85

La Corte ha rilevato che la dimensione dello sviluppo rurale nell’ambito delle energie rinnovabili non è stata adeguatamente presa in considerazione nell’attuale quadro di intervento della Commissione e degli Stati membri. Di conseguenza, le opportunità di diffusione delle energie rinnovabili nelle aree rurali non sono state sufficientemente sfruttate. La Commissione ha proposto recentemente alcune modifiche al quadro di riferimento della politica in materia di energie rinnovabili, che potrebbero potenzialmente migliorare la situazione (paragrafi 24-31).

Raccomandazione 1 – Verificare l’impatto sulle aree rurali della futura politica in materia di energie rinnovabili

Nel definire la futura politica in materia di energie rinnovabili, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero tener conto del contesto e dei bisogni delle comunità rurali e dell’economia rurale, prendere in esame i potenziali impatti positivi e negativi della politica e far sì che le aree rurali beneficino equamente delle ricadute di tale politica.

A tal fine, la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, dovrebbe elaborare un dispositivo, che potrebbe eventualmente ispirarsi al dispositivo di verifica per le aree rurali previsto dall’“Orientamento 1 della politica rurale e agricola” della dichiarazione di Cork 2.0 del 2016.

La Commissione dovrebbe introdurre tale dispositivo nel processo di consultazione con gli Stati membri sui piani nazionali integrati per l’energia e il clima, che devono essere notificati alla Commissione entro il 1° gennaio 2019 e assistere gli Stati membri nella loro attuazione.

Data-obiettivo di attuazione: fine 2019.

86

Inoltre, i rischi ambientali e socio-economici associati alla diffusione della bioenergia, che è l’energia rinnovabile più evidentemente collegata alle aree rurali, non sono stati sufficientemente affrontati dalla Commissione nel quadro di intervento attuale o nei quadri di intervento da questa proposti. La combinazione di valori-obiettivo in termini di energia da fonti rinnovabili, regimi di sostegno pubblico e criteri di sostenibilità deboli per la bioenergia rischia di incentivare l’uso della biomassa a fini energetici, senza fornire però sufficienti garanzie riguardo alla sostenibilità delle fonti da cui tale biomassa proviene (paragrafi 32-41).

Raccomandazione 2 – Migliorare il quadro di sostenibilità per la bioenergia

La Commissione, assieme ai co-legislatori, dovrebbe definire il futuro quadro d’intervento per la bioenergia in modo che fornisca sufficienti salvaguardie contro l’utilizzo non sostenibile di fonti di biomassa a fini di produzione di energia. Nell’ambito di detto quadro si dovrebbe prendere atto, affrontandoli, dei rischi per la sostenibilità derivanti dall’incentivazione dell’uso delle bioenergie attraverso la definizione di valori-obiettivo e di regimi di sostegno finanziario, e garantire la mitigazione dei rischi ambientali e socio-economici associati.

Data-obiettivo di attuazione: 2020.

87

La Commissione non ha fornito indicazioni chiare su come il sostegno del FEASR per le energie rinnovabili possa fornire valore aggiunto a livello europeo, né su come dovrebbe essere complementare ai regimi di finanziamento UE e nazionali esistenti. Vi è pertanto il rischio che il FEASR diventi semplicemente un’altra fonte di finanziamento per le energie rinnovabili, senza che venga attribuita alcuna priorità allo sviluppo rurale.

88

La Commissione ha fornito agli Stati membri orientamenti completi sull’elaborazione e l’attuazione dei rispettivi PSR. Tuttavia, in parte a causa della mancanza di una visione chiara riguardo al sostegno del FEASR per le energie rinnovabili, gli Stati membri visitati avevano adottato un approccio strategico solo molto generale per il sostegno alle energie rinnovabili e non avevano sufficientemente coordinato il sostegno del FEASR con le altre fonti di finanziamento nazionali e UE per le energie rinnovabili allo scopo di massimizzarne l’impatto nelle aree rurali. La Corte ha rilevato inoltre che le misure relative alle energie rinnovabili non erano state assegnate in modo coerente ad aspetti tematici specifici (focus areas) nell’UE, situazione non certo ottimale, ma ha ritenuto che questo problema riguardasse principalmente il monitoraggio e la valutazione (paragrafi 49-58).

Raccomandazioni 3 – Fornire orientamenti precisi sul ruolo del FEASR nel sostegno alle energie rinnovabili

Nell’elaborare la futura politica di sviluppo rurale, la Commissione dovrebbe definire la finalità che gli investimenti del FEASR in energie rinnovabili dovrebbero perseguire, le modalità con cui dovrebbero fornire valore aggiunto nelle aree rurali e il modo in cui il FEASR debba affiancarsi ai regimi di finanziamento UE e nazionali esistenti per le energie rinnovabili.

In tale contesto, la Commissione dovrebbe basarsi sull” esperienza acquisita in materia di buone pratiche, che sono state individuate nel corso del presente audit (cfr. riquadro 7, riquadro 8 e riquadro 9), nonché sulle esperienze simili descritte nello studio dell’OCSE “Linking Renewable Energy to Rural Development” (cfr.riquadro 1).

Data-obiettivo di attuazione: fine 2018.

89

La disponibilità di informazioni pertinenti e affidabili fornite dal monitoraggio e dalla valutazione al momento della stesura delle relazioni è fondamentale affinché la Commissione e gli Stati membri migliorino l’attuazione del sostegno del FEASR per le energie rinnovabili. Tuttavia, nonostante alcuni esempi di buone pratiche, non sono disponibili informazioni complete sul monitoraggio e sulla valutazione dei progetti di energie rinnovabili finanziati dal FEASR e da altri fondi UE disponibili per il periodo di programmazione 2007-2013 (paragrafi 60-65).

90

Per il periodo di programmazione 2014-2020, la Commissione ha emanato orientamenti per assistere gli Stati membri nelle attività di rendicontazione e valutazione. Tuttavia, gli approcci non uniformi adottati dagli Stati membri per definire i contributi primari e secondari dei progetti ed assegnare i tipi di misure e di progetti incideranno negativamente sull’efficacia del monitoraggio e della valutazione. I principali indicatori relativi alle energie rinnovabili nel periodo di programmazione 2014-202063 hanno limitato valore informativo, a causa dell’ambito ristretto e di problemi metodologici. Gli Stati membri avevano facoltà di utilizzare indicatori supplementari pertinenti, ma solo pochi lo hanno fatto. Questi limiti richiedono ulteriore impegno da parte dei valutatori degli Stati membri e potrebbero determinare incongruenze nella rendicontazione e ritardi in tutta l’UE (cfr. paragrafi 67-71).

91

Nella relazione speciale n. 16/201764, la Corte ha già evidenziato la necessità per la Commissione di far sì che le approfondite relazioni annuali sull’attuazione del 2019 forniscano informazioni chiare e complete su quanto conseguito dai programmi e di definire con maggiore precisione i vari tipi di indicatori per il periodo di programmazione successivo al 2020.

Raccomandazione 4 – Porre in essere un quadro di monitoraggio e valutazione più semplice e utile

Per quanto riguarda il sostegno del FEASR agli investimenti in energia da fonti rinnovabili, la Commissione dovrebbe chiedere agli Stati membri di fornire, nelle rispettive relazioni annuali sull’attuazione del 2019, informazioni pertinenti su quanto conseguito, nel contesto dei programmi di sviluppo rurale, dai progetti relativi a energie rinnovabili. Queste informazioni dovrebbero consentire alla Commissione di conoscere quanti fondi FEASR sono stati spesi per i progetti nel campo delle energie rinnovabili, la capacità energetica installata e la quantità di energia prodotta da tali progetti.

Data-obiettivo di attuazione: fine 2018.

92

Spetta agli Stati membri orientare la selezione dei progetti in base alle priorità dell’UE e ai propri obiettivi, in linea con la propria strategia. A tal fine, dovrebbero definire ed applicare criteri di ammissibilità e di selezione chiari, pertinenti ed obiettivi, nonché procedure oggettive, eque e trasparenti. La Commissione ha emanato orientamenti in proposito, ad esempio sotto forma di seminari e linee-guida65.

93

I progetti visitati dagli auditor della Corte producevano energia per uso proprio da parte degli operatori dei progetti o per approvvigionamento di terzi, o sostenevano indirettamente la diffusione delle energie rinnovabili (paragrafi 74-77). Tuttavia, le consistenti risorse finanziarie stanziate per l’aspetto specifico 5C, insieme ai bassi tassi di attuazione (paragrafo 48) e alla debolezza delle procedure di selezione (paragrafi 78-79), comportano il rischio che il sostegno del FEASR venga assegnato a progetti per energie rinnovabili che non forniscono benefici evidenti alle aree rurali in cui vengono attuati, al solo scopo di evitare il disimpegno degli stanziamenti concessi.

Raccomandazione 5 – Migliorare la selezione dei progetti, affinché tenga conto del valore aggiunto per le aree rurali e della validità economica dei progetti

Al fine di mitigare i rischi associati alle ingenti risorse stanziate per l’aspetto specifico 5C, insieme ai bassi tassi di attuazione e alla debolezza delle procedure di selezione, la Commissione dovrebbe ribadire la necessità che gli Stati membri applichino procedure di selezione pertinenti per concedere il sostegno unicamente a progetti per energie rinnovabili economicamente validi, che forniscono benefici evidenti per la sostenibilità dello sviluppo rurale.

Data-obiettivo di attuazione: fine 2018.

La presente relazione è stata adottata dalla Sezione I, presieduta da Phil WYNN OWEN, Membro della Corte, a Lussemburgo, nella riunione del 10 gennaio 2018.

Per la Corte dei conti europea

Klaus-Heiner LEHNE
Presidente

Allegati

Allegato I

Analisi: Il quadro di sostenibilità della bioenergia dell’UE mitiga in modo sufficiente i rischi ambientali e socio-economici associati?

A1

La Corte ha esaminato se, e in che misura, il quadro di sostenibilità per la bioenergia affronti i 16 rischi ambientali e socio-economici connessi all’uso della bioenergia.

La Commissione ha proposto di modificare l’attuale quadro di sostenibilità per la bioenergia…
A2

La normativa UE attualmente vigente66 stabilisce criteri di sostenibilità per i biocombustibili e i bioliquidi. Poiché questi criteri sono stati adottati nel 2009 e modificati nel 2015, vi è stato un dibattito sulla sostenibilità della bioenergia. Di conseguenza, nel pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, la Commissione ha proposto criteri di sostenibilità che si applicherebbero anche ad altri tipi di bioenergia, come la bioenergia da combustibili solidi e gassosi ricavati da biomassa (cfr. tabella A1).

Tabella A1

Breve descrizione del quadro di sostenibilità per la bioenergia proposto

Criteri di sostenibilità proposti
Criteri di sostenibilità1 riguardanti la produzione di combustibili da biomassa Criteri per ridurre le emissioni di gas affetto serra
prodotti dall’agricoltura prodotti dalla silvicoltura

-una percentuale minima della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra prodotta da diversi tipi di impianti dipende dalla data in cui questi sono entrati in funzione (cfr. anche paragrafo A4 per le questioni relative alla contabilità)

-è vietato ottenere biomassa per la produzione di energia da alcuni tipi di terreni (ad esempio, terreni che presentano un elevato valore in termini di biodiversità, terreni che presentano un elevato stock di carbonio e torbiere)

-devono esistere norme e sistemi di monitoraggio e di attuazione tali da garantire il rispetto di determinate pratiche di gestione delle foreste

-i paesi o le regioni che forniscono biomassa forestale all’UE devono rispettare una serie di obblighi LULUCF, tra cui aver ratificato l’accordo di Parigi, introdotto azioni e impegni per conservare e migliorare gli stock e i pozzi di assorbimento di carbonio ed aver istituito un sistema per la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra

Articolo 26, paragrafi 2-4 Articolo 26, paragrafi 5-6 Articolo 26, paragrafo 7
Altre disposizione che potrebbero incidere sulla sostenibilità della bioenergia
Requisito di efficienza energetica

-necessità di utilizzare una tecnologia di cogenerazione ad alto rendimento in impianti per la produzione di elettricità con una capacità di combustione >= 20 MW

Articolo 26, paragrafo 8
Limitazione dell’utilizzo di colture alimentari o foraggere

-la quota delle colture alimentari o foraggere utilizzata per la produzione di biocarburanti e bioliquidi non deve superare il 7 % e deve scendere al 3,8 % nel 2030

Articolo 7
Valore-obiettivo di energia da fonti rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento

-la quota di energia rinnovabile destinata al riscaldamento e al raffrescamento deve aumentare di almeno 1 punto percentuale ogni anno

Articolo 23
Valore-obiettivo di energia proveniente da “biocarburanti avanzati”

-la quota minima di energia proveniente da “biocarburanti avanzati”(indicati nell’allegato IX), da carburanti per autotrazione rinnovabili liquidi e gassosi di origine non biologica, da combustibili fossili ricavati da rifiuti e dall’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel totale dei carburanti per autotrazione deve essere almeno pari all’1,5 % nel 2021, aumentando fino al 6,8 % nel 2030

Articolo 25, paragrafo 1

1I criteri di sostenibilità si applicano a impianti per la produzione di energia elettrica, riscaldamento e raffrescamento o di carburanti con una capacità di combustione pari o superiore a 20 MW (biomassa solida) e con una capacità elettrica pari o superiore a 0,5 MW (biomassa gassosa). Gli Stati membri possono applicare i criteri ad impianti con capacità di combustione inferiore.

Fonte: Corte dei conti europea.

… ma l’ambito della proposta è limitato …
A3

Il quadro di sostenibilità non riguarda tutte le biomasse prodotte e utilizzate nell’UE. Si applica unicamente alle biomasse usate a fini energetici: alcune colture o usi sono esclusi ed il numero di impianti presi in considerazione è limitato.

  1. Le colture destinate ad essere utilizzate per produrre biogas per elettricità non sono incluse nell’articolo 7, paragrafo 1.
  2. Il biogas per autotrazione non è incluso tra i criteri per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (articolo 26. paragrafo 7).
  3. Questi criteri si applicano solo ad impianti al di sopra di una data capacità. Il settore industriale non è il maggiore consumatore di biomassa solida, dal momento che la maggior parte viene utilizzata dagli impianti di riscaldamento residenziali67. Inoltre, la soglia dei 20 MW per i combustibili solidi da biomassa è stata fissata unicamente basandosi su dati relativi ad impianti che utilizzavano trucioli di legno68; ma solo il 32 % della biomassa solida è consumato sotto forma di trucioli da impianti con capacità superiore ad 1 MW69. La soglia di 0,5 MW per gli impianti a biogas comporta il rischio che i criteri vengano applicati solo ad un numero molto limitato di impianti a biogas, dato che gli impianti alimentati da materie prime di origine agricola hanno capacità elettrica di 450 kW70.
… include questioni non risolte relative alla contabilizzazione delle emissioni di gas a effetto serra …
A4

Calcolare i livelli di emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla produzione di bioenergia è problematico. I problemi più significativi sono descritti più avanti. Tali problemi non sono però affrontati nella proposta DER II, ma dovrebbero essere trattati dalla proposta della Commissione sul LULUCF.

  1. A livello dei singoli impianti: le emissioni dirette di biossido di carbonio associate alla combustione di biomassa non sono considerate nell’analisi del ciclo di vita (ACV)71 ai fini del calcolo delle emissioni di gas a effetto serra nella direttiva sulle energie rinnovabili. Il presupposto implicito è che vi sia un quasi immediato assorbimento dell’anidride carbonica grazie alla ricrescita delle piante. Tale presupposto è però errato nel caso della biomassa da legna perché gli alberi hanno bisogno di tempo per crescere e raggiungere la maturità e perché non tiene conto dell’assorbimento e dell’emissione del carbonio che il terreno avrebbe generato se non fosse stato utilizzato per la produzione di biomassa. Questo aspetto viene approfondito nel riquadro A1
  2. A livello della contabilizzazione nazionale delle emissioni di gas a effetto serra: in base alle attuali norme di contabilizzazione nazionale di Kyoto, la combustione della biomassa conta zero nel settore energetico, in base al presupposto che le eventuali modifiche degli stock di anidride carbonica da essa risultanti sono conteggiate come emissioni nel settore LULUCF72. L’obiettivo è evitare una doppia contabilizzazione di queste emissioni. D’altra parte, il LULUCF non è ancora pienamente incluso nel target di riduzione delle emissioni interne dell’UE per il 2020, per cui le emissioni di gas a effetto serra prodotte dalla combustione di biomassa non sono attualmente contabilizzate in nessun settore. Nel luglio 2016, la Commissione ha proposto un regolamento che richiederebbe che le emissioni e gli assorbimenti dei gas a effetto serra derivanti dal LULUCF siano incluse nel quadro 2030 per le politiche dell’energia e del clima a partire dal 202173.

Riquadro A1

L’uso della biomassa da legno è neutra in termini di emissioni di carbonio?

Bruciare legna per produrre energia produce generalmente più carbonio per unità di energia prodotta rispetto alla combustione di combustibili fossili.

Ciò significa che i benefici ambientali della bioenergia sotto forma di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra non si possono ottenere nella fase di uso della biomassa (ossia bruciando la biomassa per produrre energia). Invece, i benefici devono essere conseguiti durante la produzione della biomassa, riducendo le emissioni (specialmente quando si utilizzano rifiuti o residui che altrimenti avrebbero rilasciato il proprio carbonio nell’atmosfera se non utilizzati a fini energetici), oppure aumentando i pozzi di assorbimento del carbonio (ossia, se la produzione di biomassa a fini energetici comporta un aumento delle piante coltivate, nota come “biomassa aggiuntiva”).

Gli scienziati non sono d’accordo sui tempi entro cui i benefici ambientali della bioenergia possono concretizzarsi (il periodo di ritorno del carbonio). Nel breve periodo, la combustione di biomassa prodotta dai rifiuti o residui di legno può determinare una notevole riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Invece, lo sfruttamento delle foreste principalmente a fini energetici aumenterà il contenuto di CO2 nell’atmosfera anche se vengono piantati nuovi alberi, in quanto gli alberi appena piantati non possono assorbire lo stesso quantitativo di carbonio degli alberi maturi, dato che occorre tempo perché la CO2rilasciata durante la combustione sia nuovamente catturata. Ciò potrebbe addirittura produrre un cambiamento irreversibile del clima mondiale, passando da uno stato stabile ad un altro caratterizzato da temperature più elevate (“punti di non ritorno”). Alcuni scienziati sostengono che la durata del periodo di ritorno del carbonio non sia effettivamente importante, dal momento che tutte le emissioni di CO2 vengono alla fine riassorbite.

Ulteriori dibattiti fanno riferimento a specifici scenari di riferimento. Secondo il Comitato scientifico dell’AEA, l’errore fondamentale dell’ipotesi di neutralità della biomassa in termini di emissioni di carbonio è dovuto al fatto di non tener conto della produzione e dell’uso della biomassa che sarebbe stata generata sui quei terreni se non fosse stata utilizzata per la bioenergia (controfattuale). Pertanto, il Comitato raccomanda che solo la biomassa prodotta in eccesso e i rifiuti, ossia la biomassa che altrimenti si decomporrebbe nelle foreste, sia utilizzata per il consumo di bioenergia. Altri scienziati dissentono, dichiarando che è accettabile abbattere le foreste a fini energetici, in quanto le foreste sarebbero comunque abbattute.

… e non affronta completamente i rischi per la sostenibilità della bioenergia
A5

I dati statistici confermano che la produzione di biomassa dalle foreste e dall’agricoltura sta aumentando in termini assoluti74. Le foreste dell’UE, un pozzo di assorbimento di carbonio netto, si stanno espandendo. Ogni anno, questo aumento annulla l’equivalente di circa il 10 % delle emissioni non LULUCF di gas a effetto serra dell’UE. Tuttavia, questa capacità di assorbimento potrebbe essere compromessa, e altri rischi per la sostenibilità potrebbero venire esacerbati, se la domanda di bioenergia aumentasse significativamente.

A6

Gli auditor della Corte hanno rilevato, nel corso della loro analisi, che il quadro di sostenibilità, così come riportato nella proposta DER II, non affronta pienamente i 16 rischi ambientali e socio-economici da essi individuati. Solo tre dei 16 rischi identificati sono stati affrontati nella proposta DER II e due in altri atti normativi; altri sei rischi sono stati affrontati solo in parte e cinque non sono stati del tutto affrontati (cfr. tabelle A2 e A3). I principali rischi che non sono stati affrontati, o che lo sono stati solo in parte, sono i seguenti:

  1. Intensificazione delle pratiche forestali (cfr. tabella A2, rischi 1(c), 2(c) e 3(c)). La Commissione non ha proposto di rendere obbligatori gli attuali requisiti per la gestione sostenibile delle foreste. In assenza di norme vincolanti che garantiscano un livello uniforme ed elevato di pratiche sostenibili di gestione forestale75, la proposta si basa sulle iniziative volontarie negli Stati membri dell’UE (come Forest Europe) e nei paesi terzi che forniscono biomassa all’UE.
  2. Intensificazione delle pratiche agricole (cfr. tabella A2, rischi 1(b), 2(b) e 3(b)). Nell’attuale direttiva sulle energie rinnovabili, i criteri di sostenibilità per i biocombustibili impongono esplicitamente norme per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali76. Questo obbligo è stato eliminato nella proposta DER II. Di conseguenza, le norme ambientali al riguardo non sono obbligatorie per le superfici che non sono oggetto di controlli nell’ambito della politica agricola comune. Tali norme non esistono neppure per la biomassa originata al di fuori dell’UE.
  3. Uso a cascata (cfr. tabella A3, rischio 6.a)). In base alla logica dell’economia circolare, il legname dovrebbe essere sfruttato utilmente prima di essere riutilizzato, riciclato e infine bruciato per produrre energia. Questo principio, noto come il “principio dell’uso a cascata”, considera prioritari gli usi a più alto valore e promuove l’uso a fini energetici solo nel momento in cui inizino a mancare altre opzioni alternative. Tuttavia, gli usi a cascata vengono stabiliti solo se ciò ha un senso dal punto di vista economico. I forti incentivi previsti dalla politica riguardo all’uso di biomassa come fonte di energia rinnovabile, come il sostegno finanziario e target ambiziosi, possono distorcere questa logica. Questo rischio non è considerato nella proposta della Commissione.
A7

Stabilire target di energia rinnovabile in combinazione con i regimi di sostegno pubblico per la bioenergia stimola il ricorso alla bioenergia, come avvenuto specialmente per i trasporti e la produzione di elettricità, dagli inizi degli anni duemila. Parte di questa biomassa è importata: nel 2015, l’UE ha importato il 34 % dei pellet e il 9,5 % dei biocombustibili liquidi consumati al suo interno77. In assenza di sufficienti precauzioni (criteri di sostenibilità deboli), la Corte ritiene che vi sia il rischio che la proposta DER II incoraggi la produzione e l’uso di bioenergia per mezzo di valori-obiettivo ambiziosi per le energie rinnovabili in combinazione con incentivi finanziari, dal momento che ciò potrebbe determinare un maggior utilizzo di biomassa che sarebbe insostenibile nel lungo periodo. Pertanto, il quadro proposto non fornisce una base adeguata per proteggere a sufficienza le aree rurali dai rischi ambientali e socioeconomici individuati, né per massimizzare le loro potenzialità per un ulteriore sviluppo sostenibile.

Figura A1

Emissioni di GES prodotte dalle diverse fonti di approvvigionamento confrontate con le emissioni prodotte dai combustibili fossili di riferimento per le filiere di produzione di biomassa solida più rappresentative

Nota: I valori escludono la combustione e tutte le emissioni e gli assorbimenti di carbonio biogenico nella filiera di approvvigionamento, escluso il metano. I valori sono basati sui valori di default delle emissioni di GES. SRC = bosco ceduo a rotazione rapida.

a)I calcoli sono basati sui dati relativi ai gas a effetto serra per le colture di eucalipto nelle zone tropicali.

b)I dati sono basati sulle colture di pioppi dell’UE non trattate con fertilizzanti sintetici.

c)Tronchi non scortecciati (GN) = pellet prodotti utilizzando gas naturale come combustibile di processo, tutte le altre filiere utilizzano il legno come combustibile di processo.

Fonte: J. Giuntoli, A. Agostini, R. Edwards, L. Marelli, Solid and gaseous bioenergy pathways: input values and GHG emissions. Calculated according to the methodology set in COM(2016) 767, EUR 27215 EN, doi:10.2790/27486, pag. 131 (http://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/bitstream/JRC104759/ld1a27215enn.pdf).

Figura A2

Riduzione delle emissioni di GES per le filiere di produzione di biogas e biometano più rappresentative

Nota: I valori escludono la combustione e tutte le emissioni e gli assorbimenti di carbonio biogenico nella filiera di approvvigionamento, escluso il metano. I valori sono basati sui valori di default delle emissioni di GES. I valori superiori a 100 % rappresentano sistemi in cui i crediti dalla migliorata gestione agricola superano le emissioni di una catena di approvvigionamento. A fini dimostrativi, sono inclusi anche i valori ottenuti dalla co-digestione di un mix di 70 % di concime (massa umida) e di 30 % di mais (massa umida).

Fonte: J. Giuntoli, A. Agostini, R. Edwards, L. Marelli, Solid and gaseous bioenergy pathways: input values and GHG emissions. Calculated according to the methodology set in COM(2016) 767, EUR 27215 EN, doi:10.2790/27486, pag. 141 (adattato) (http://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/bitstream/JRC104759/ld1a27215enn.pdf).

Tabella A2

In che misura sono affrontati i rischi associati alla produzione di biomassa?

Rischi per la sostenibilità I criteri di sostenibilità o di riduzione delle emissioni di GES della proposta DER II affrontano il rischio? Relativo quadro d’intervento UE
Ambientale (1) Riduzione della biodiversità 1.a) dovuta a cambiamento diretto della destinazione dei suoli (ad esempio, deforestazione, perdita di aree protette) Sì:
Articolo 26(2)(a), (b) e (c); Articolo 26(3)(b) e (c); Articolo 26(5)(a)(ii), (iii) e (iv); Articolo 26(5)(b)(ii), (iii) e (iv)

Strategia dell’UE sulla biodiversità:

direttiva Uccelli (2009/147/CE),
direttiva Habitat (92/43/CEE),
Regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive

1.b) dovuta all’intensificazione delle pratiche agricole (ad esempio, perdita di diversità delle colture)
In parte affrontato dall’articolo 7, par. 1, che stabilisce un limite all’uso di colture alimentari o foraggere per la produzione di biocarburanti e bioliquidi e per i combustibili da biomassa consumati nel settore dei trasporti. Tale limite non si applica però all’uso di biogas per la produzione di elettricità. In aggiunta, il riferimento agli obblighi di condizionalità (articolo 17, par. 6, DER) è stato rimosso.

Politica agricola comune:

Regolamento n. 1306/2013 del Consiglio.
Regolamento di esecuzione (UE) n. 809/2014 della Commissione,
Regolamento delegato (UE) n. 640/2014 della Commissione,

1.c) dovuta all’intensificazione della gestione delle foreste Parzialmente affrontato dall’articolo 26(5)(a)(iv) e articolo 26(5)(b)(iv), ma non vengono imposte ulteriori misure di gestione sostenibile delle foreste (GSF). L’articolo 25, par. 5, è basato sulla normativa e sui piani di gestione esistenti. In assenza di norme vincolanti che garantiscano un livello uniforme ed elevato di pratiche sostenibili di gestione forestale, la proposta si basa sulle iniziative volontarie. Strategia forestale dell’UE (COM(2013) 659 final
2) Degrado del suolo 2.a) dovuto a cambiamento diretto della destinazione dei suoli (comportante ad esempio perdita di carbonio nel suolo, erosione) Sì:
Articolo 26(3)(a); articolo 26(4); articolo 26(5)(a)(ii) e articolo 26(5)(b)(ii)

Politica agricola comune:

Regolamento n. 1306/2013 del Consiglio.
Regolamento di esecuzione (UE) n. 809/2014 della Commissione,
Regolamento delegato (UE) n. 640/2014 della Commissione,

2.b) dovuto all’intensificazione delle pratiche agricole (comportante ad esempio compattazione, perdita di fertilità dei terreni, erosione) Parzialmente affrontato.
Indirettamente e parzialmente affrontato dall’allegato VI, punto 6: determinate pratiche di gestione agricola possono essere considerate ai fini del calcolo della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (ad es. la ridotta o nessuna lavorazione del terreno, migliore rotazione delle colture, uso di colture di copertura), se vi sono elementi solidi e verificabili attestanti un aumento di carbonio nel suolo. In aggiunta, il riferimento agli obblighi di condizionalità (articolo 17, par. 6, DER) è stato rimosso. Non sono definite misure di salvaguardia in relazione all’aumentata estrazione di residui agricoli, che causa degrado del suolo.
2.c) dovuto all’intensificazione della gestione delle foreste (comportante ad esempio perdita di fertilità dei terreni nelle foreste a causa dell’estrazione di sostanze nutritive – residui delle foreste) Parzialmente affrontato. Sebbene l’articolo 26, par. 5, preveda obblighi relativi al rischio di utilizzare produzione di biomassa forestale non sostenibile, non sono definite misure di salvaguardia in relazione all’aumentata estrazione di residui forestali che causa degrado del suolo. Non sono imposte misure aggiuntive di gestione sostenibile delle foreste (GSF). L’articolo 26, par. 5, fa pieno affidamento sulla normativa e sui piani di gestione esistenti, a patto che rispettino i requisiti stabiliti nello stesso articolo. In assenza di norme vincolanti che garantiscano un livello uniforme ed elevato di pratiche sostenibili di gestione forestale, la proposta si basa sulle iniziative volontarie. Strategia forestale dell’UE (COM(2013) 659 final)
3) Pressione sulle delle risorse idriche e loro inquinamento 3.a) dovuta al cambiamento della destinazione dei suoli (ad esempio, modifiche dell’equilibrio idrico) Sì:
Articolo 26(3)(a); articolo 26(4); articolo 26(5)(a)(ii) e articolo 26(5)(b)(ii)
Direttiva quadro in materia di acque 2000/60/CE
3.b) dovuta all’intensificazione delle pratiche agricole (ad esempio, irrigazione, concimazione) Parzialmente affrontato. Indirettamente e parzialmente affrontato dall’allegato VI: i boschi cedui a rotazione rapida di pioppi non fertilizzati determinano valori di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra leggermente più elevati rispetto ai boschi cedui a rotazione rapida di pioppi fertilizzati. In aggiunta, il riferimento agli obblighi di condizionalità (articolo 17, par. 6, DER) è stato rimosso.

Politica agricola comune:

Regolamento n. 1306/2013 del Consiglio.
Regolamento di esecuzione (UE) n. 809/2014 della Commissione,
Regolamento delegato (UE) n. 640/2014 della Commissione

3.c) dovuta all’intensificazione della gestione delle foreste (ad esempio, modifiche dell’equilibrio idrico) Parzialmente affrontato. Sebbene l’articolo 26, par. 5, preveda obblighi relativi al rischio di utilizzare produzione di biomassa forestale non sostenibile, non vengono imposte ulteriori misure di gestione sostenibile delle foreste (GSF). L’articolo 25, par. 5, è basato sulla normativa e sui piani di gestione esistenti. In assenza di norme vincolanti che garantiscano un livello uniforme ed elevato di pratiche sostenibili di gestione forestale, la proposta si basa sulle iniziative volontarie. Strategia forestale dell’UE (COM(2013) 659 final)
4) Emissioni di gas a effetto serra (GES) 4.a) dovute alle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita, escludendo il carbonio biogenico (ad es. uso di fertilizzanti, trasporto di biomassa, perdite di metano da impianti a biogas) Parzialmente:
Articolo 26(7)(a), (b), (c); articolo 26(7)(d)
Tuttavia, gli obblighi per la riduzione delle emissioni di GES non prendono in considerazione il biogas per autotrazione.

Politica per il clima:

proposta di regolamento LULUCF, direttive 2003/87/CE e 2009/29/CE sul sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS),
decisione n. 406/2009/CE sulla condivisione degli sforzi di riduzione delle emissioni,
direttiva 2009/30/CE sulla qualità del combustibile,
direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica

4.b) dovute a effetti indiretti (ossia a cambiamenti indiretti nell’uso del suolo (ILUC) provocati dal trasferimento di colture alimentari, foreste più giovani) Parzialmenteaffrontato dall’articolo 7, par. 1, che stabilisce un limite all’uso di colture alimentari o foraggere per la produzione di biocarburanti e bioliquidi e per i combustibili da biomassa consumati nel settore dei trasporti. Tale limite non si applica però all’uso di biogas per la produzione di elettricità. Proposta di regolamento LULUCF, direttiva ILUC (UE) 2015/1513

Fonte: Corte dei conti europea.

Tabella A3

In che misura sono affrontati i rischi associati all’uso di biomassa?

Rischi per la sostenibilità I criteri di sostenibilità o di riduzione delle emissioni di GES della proposta DER II affrontano il rischio? Relativa normativa UE
Ambientale 4) Emissioni di gas a effetto serra (GES) 4.c) dovute alle emissioni di CO2 prodotte dalla combustione di biomassa (emissioni biogeniche) Parzialmente:
Articolo 26, paragrafo 7, lettere a), b), c) e d)
Tuttavia, gli obblighi per la riduzione delle emissioni di GES non prendono in considerazione il biogas per autotrazione.
Non vengono affrontate le questioni non risolte relative alla contabilizzazione delle emissioni biogeniche di gas a effetto serra (cfr. paragrafi A1 e A4).

Politica per il clima:

Direttive 2003/87/CE e 2009/29/CE sul sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS),
Decisione n. 406/2009/CE sulla condivisione degli sforzi,
Direttiva 2009/30/CE sulla qualità del combustibile,
Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica

5) Inquinamento atmosferico 5 a) dovuto alla combustione di biomassa (ad esempio, particolato, SO2…) Non affrontato in questa proposta ma contrastato attraverso altri strumenti.
La normativa non copre il gran numero di vecchi apparecchi (edilizia residenziale) che utilizzano biomassa a fini di riscaldamento.

Politica dell’UE in materia di inquinamento atmosferico:

Direttiva 2009/125/CE sulla progettazione ecocompatibile,
Direttiva 2015/2193 sugli impianti di combustione medi,
Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali

5.b) dovuto alle emissioni di inquinanti durante il restante ciclo di vita della bioenergia (ad es. il trasporto della biomassa) Non affrontato in questa proposta ma contrastato attraverso altri strumenti. Norme sull’efficienza energetica dei veicoli
6) Socio-economici 6.a) Uso inefficiente della biomassa (compresi la mancata applicazione del principio dell’uso a cascata, i metodi non ottimali di conversione della biomassa in energia) Parzialmente: L’articolo 26, par. 8, affronta la questione dell’efficienza della produzione di elettricità a partire da biomassa, ma non prende in considerazione la produzione di calore. Questo articolo si applica solo agli impianti con una capacità di combustione >= 20 MW Dato che in media gli impianti a biogas hanno dimensioni notevolmente più ridotte, si applica solo ad una esigua minoranza di impianti a gas.
Il rischio di mancata applicazione del principio dell’uso a cascata non è preso in considerazione dalla proposta. I princìpi della gerarchia dei rifiuti sono menzionati all’articolo 7, par. 5, ma solo per quanto riguarda l’inclusione di nuove materie prime nell’elenco figurante nell’allegato IX (Materie prime per la produzione di biocarburanti avanzati)

Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica

Direttiva quadro in materia di rifiuti 2008/98/CE

6.b) Concorrenza con altri usi (ad esempio, produzione di alimenti, legno per l’industria della carta e della pasta di cellulosa) Parzialmenteaffrontato dall’articolo 7 (1) che stabilisce un limite all’uso di colture alimentari o foraggere per la produzione di biocarburanti e bioliquidi e per i combustibili da biomassa consumati nel settore dei trasporti. Tale limite non si applica però all’uso di biogas per la produzione di elettricità.
L’articolo 7, par. 5, riconosce la necessità di evitare … significativi effetti di distorsione sui mercati dei (sotto)prodotti, rifiuti o residui, nell’includere nuove materie prime nell’allegato IX (Materie prime per la produzione di biocarburanti avanzati).
Non vengono menzionati i potenziali effetti di distorsione sui mercati dei prodotti, rifiuti o residui attualmente inclusi nel proposto allegato IX. Le materie prime incluse nell’allegato IX non possono essere eliminate successivamente.
 

Fonte: Corte dei conti europea.

Allegato II

Caratteristiche dei progetti controllati

N. del progetto Periodo di programmazione
Misura FEASR
Titolo e breve descrizione del progetto Costi effettivi del progetto (intero progetto, comprendente in alcuni casi componenti non energetiche) Tipo di energia rinnovabile;
Tipo di uso energetico
Caratteristiche del progetto in relazione allo sviluppo rurale sostenibile
01 AT-01 2007-2013
M 121
Riscaldamento da biomassa da legno in azienda (azienda agricola) 36 424,57 euro Bioenergia
Produzione di energia per uso proprio

Aspetti ambientali: sistema di riscaldamento efficiente dal punto di vista energetico; emissioni di particolato da combustione di legna

Approvvigionamento di combustibile a livello locale: legname proveniente dalla foresta di proprietà dell’agricoltore

Nessuna diversificazione del reddito agricolo, nessuna attività o servizi agricoli supplementari

02 AT-02 2007-2013
M 413 (321)
Teleriscaldamento – biomassa da legna (progetto di estensione della rete di riscaldamento) 269 512,69 euro Bioenergia
Fornitura di energia a terzi

Aspetti ambientali: sistema di riscaldamento efficiente dal punto di vista energetico; sistema di teleriscaldamento; emissioni di particolato da combustione di legna

Approvvigionamento di combustibile a livello locale: legna proveniente da fornitori situati entro 50 km dall’ubicazione della caldaia

Diversificazione del reddito agricolo / mantenimento dei posti di lavoro nell’azienda agricola e nella filiera di approvvigionamento del legname

Fornitura di servizi energetici a livello locale

Partecipazione a livello locale (progetto LEADER)

03 AT-03 2007-2013
M 321
Teleriscaldamento – biomassa da legna, biogas + rete di distribuzione 928 443,47 euro Bioenergia
Fornitura di energia a terzi

Aspetti ambientali: sistema di riscaldamento efficiente dal punto di vista energetico; sistema di teleriscaldamento; emissioni di particolato da combustione di legna; “produzione” di liquame (concime organico) da impianti di biogas.

Approvvigionamento di combustibile a livello locale: legna proveniente da fornitori situati entro 50 km dall’ubicazione della caldaia e impianti locali di biogas

Diversificazione del reddito agricolo / mantenimento dei posti di lavoro nell’azienda agricola e nella filiera di approvvigionamento del legname

Fornitura di servizi energetici a livello locale

04 AT-04 2007-2013
M 413 (311)
Teleriscaldamento – biomassa da legna, cooperativa di agricoltori 311 865,86 euro Bioenergia
Fornitura di energia a terzi

Aspetti ambientali: sistema di riscaldamento efficiente dal punto di vista energetico; sistema di teleriscaldamento; emissioni di particolato da combustione di legna

Approvvigionamento di combustibile a livello locale: legna proveniente da fornitori situati entro 50 km dall’ubicazione della caldaia

Diversificazione del reddito agricolo / mantenimento dei posti di lavoro nell’azienda agricola e nella filiera di approvvigionamento del legname (cooperativa di agricoltori) e grazie alla vendita di calore

Fornitura di servizi energetici a livello locale

Partecipazione a livello locale (progetto LEADER)

05 AT-05 2007-2013
M 311
Impianto per la produzione di biogas 1 550 000,00 euro Bioenergia
Fornitura di energia a terzi e produzione per uso proprio

Aspetti ambientali: produzione combinata di calore e di elettricità (PCCE); uso nell’impianto per la produzione di biogas principalmente di rifiuti animali provenienti da aziende di proprietà o da altre aziende locali; “produzione” di biogas da concimi organici

Diversificazione del reddito agricolo / mantenimento dei posti di lavoro nell’azienda agricola

Un posto di lavoro creato: manutenzione tecnica e gestione contabile/finanziaria

Uso produttivo del calore: fornitura di servizi di essiccazione (sementi); concimi essiccati per aziende orticole

06 AT-06 2014-2020
M 6.4.3
Impianto fotovoltaico 18 065,00 euro Energia solare
Produzione di energia per uso proprio

Riduzione dei costi energetici dell’azienda

Nessuna diversificazione del reddito agricolo, nessuna attività o servizi agricoli supplementari

07 AT-07 2014-2020
M 4.1.1
Riscaldamento da biomassa da legno in azienda 25 902,53 euro Bioenergia
Produzione di energia per uso proprio

Aspetti ambientali: sistema di riscaldamento efficiente dal punto di vista energetico; emissioni di particolato da combustione di legna

Approvvigionamento di combustibile a livello locale: legname proveniente da foreste locali

Mantenimento dell’occupazione ed estensione delle attività aziendali (estensione della zootecnia) grazie al risparmio di tempo e di spazio (precedentemente utilizzato per immagazzinare la paglia per il riscaldamento).

08 BG-01 2007-2013
M 121
Impianto fotovoltaico per alimentare la pompa per irrigazione ed altri dispositivi elettrici; produzione di tartufi e nocciole biologici 42 791,12 euro Energia solare
Produzione di energia per uso proprio

Aspetti ambientali: uso di energia solare (invece che di un generatore diesel, che sarebbe stata l’alternativa, dato che la particella non era collegata alla rete elettrica del paese)

Creazione di una nuova azienda agricola con una produzione innovativa: nuova attività e creazione di posti di lavoro

09 BG-02 2007-2013
M 312
Impianto fotovoltaico (micro-impresa) 278 112,28 euro Energia solare
Fornitura di energia a terzi

Micro-impresa creata: reddito derivante dalla vendita di elettricità (pagamenti per il riacquisto dell’energia immessa in rete)

Un posto di lavoro creato (principalmente per la sorveglianza)

Nessuna nuova attività o nuova opportunità creata o nessun nuovo servizio fornito

10 BG-03 2007-2013
M 312
Impianto fotovoltaico (micro-impresa) 277 908,78 euro Energia solare
Fornitura di energia a terzi

Micro-impresa creata: reddito derivante dalla vendita di elettricità (pagamenti per il riacquisto dell’energia immessa in rete)

Un posto di lavoro creato (principalmente per la sorveglianza)

Nessuna nuova attività o nuova opportunità creata o nessun nuovo servizio fornito

11 BG-04 2007-2013
M 123
Impianto fotovoltaico e impianto per la produzione di biogas (produzione di calore); uso proprio attraverso la trasformazione di prodotti alimentari 3 615 358,49 euro Energia solare e bioenergia
Produzione di energia per uso proprio

Aspetti ambientali: energia solare, trattamento delle acque reflue e uso produttivo dei fanghi di depurazione nell’impianto per la produzione di biogas

Riduzione dei costi energetici dell’azienda

Offerta di posti di lavoro in area rurale

Offerta di opportunità di commercializzazione per i produttori locali (mantenimento delle aziende agricole e di posti di lavoro)

12 BG-05 2014-2020
M 04.1
Impianto fotovoltaico per l’illuminazione: aziende agricole nuove e piccole Progetto non completato all’epoca della visita di audit Energia solare
Produzione di energia per uso proprio

Aspetti ambientali: uso di energia solare (invece che di un generatore diesel, che sarebbe stata l’alternativa, dato che la particella non era collegata alla rete elettrica del paese)

Creazione di una nuova azienda agricola con una produzione innovativa: nuova attività e creazione di posti di lavoro

13 BG-06 2007-2013
M 311
Impianto fotovoltaico; diversificazione delle attività dell’azienda agricola 255 764,12 euro Energia solare
Fornitura di energia a terzi

Diversificazione del reddito dell’azienda agricola (pagamenti per il riacquisto dell’energia immessa in rete)

Un posto di lavoro creato (principalmente per la sorveglianza)

Nessuna nuova attività o nuova opportunità creata o nessun nuovo servizio fornito

14 FR-01 2007-2013
M 121
Installazione di una pompa di calore 49 945,00 euro Progetto per l’efficienza energetica

Migliore performance economica e ambientale dell’attività agricola grazie alla riduzione del consumo di combustibile in azienda e miglioramento della produzione di latte

15 FR-02 2007-2013
M 413 (311)
Costruzione di un digestore anaerobico all’interno dell’azienda agricola 1 409 920,00 euro Bioenergia
Fornitura di energia a terzi e produzione per uso proprio

Aspetti ambientali: produzione combinata di calore e di elettricità (PCCE); uso nell’impianto per la produzione di biogas principalmente di rifiuti animali provenienti da aziende di proprietà o da altre aziende locali; “produzione” di biogas da concimi organici

Diversificazione del reddito agricolo / mantenimento dei posti di lavoro nell’azienda agricola

Un posto di lavoro creato: manutenzione tecnica

Uso produttivo del calore per l’essiccazione dei cereali

Partecipazione a livello locale (progetto LEADER)

16 FR-03 2007-2013
M 411 (121)
Impianto fotovoltaico 47 500,00 euro Energia solare
Fornitura di energia a terzi

Riduzione dei costi energetici dell’azienda agricola

Nessuna diversificazione del reddito agricolo, nessuna attività o servizi agricoli supplementari

Partecipazione a livello locale (progetto LEADER)

17 FR-04 2014-2020
M 04.3
Sostegno per i servizi forestali – Volet 2 13 506,00 euro Progetti a sostegno della produzione di biomassa
I progetti sono stati selezionati perché, al momento della visita di audit, nessun progetto di investimento in energie rinnovabili per il periodo 2014-2020 era iniziato

Opportunità di affari per le imprese forestali locali

18 FR-05 2014-2020
M 08.6
Conversione forestale – Volet 2 Progetto non completato all’epoca della visita di audit
19 IT-01 2007-2013
M 311
Impianto geotermico 71 042,00 euro Energia geotermica
Produzione di energia per uso proprio

Miglioramento della performance economica e ambientale delle attività agricole e agrituristiche grazie alla riduzione delle emissioni di CO2 e l’aumento delle vendite di vino

20 IT-02 2007-2013
M 311
Impianto fotovoltaico 16 570,12 euro Energia solare
Produzione di energia per uso proprio

Miglioramento della performance economica e ambientale dell’attività agricola grazie all’uso del fotovoltaico e l’aumento delle attività agrituristiche

21 IT-03 2007-2013
M 123
Impianto geotermico, impianto di riscaldamento a biomassa, pannelli fotovoltaici e sistema di captazione della luce 807 500,00 euro Energia geotermica, energia solare, bioenergia, più tecniche di risparmio energetico
Produzione di energia per uso proprio

Aspetti ambientali: valorizzazione dei resti di potatura, pulizia di fossati, aree boschive e arbustive dell’azienda; risparmio energetico; ridotta impronta di carbonio (per bottiglia di vino)

Aumento delle vendite di vino

Creazione di 12 nuovi posti di lavoro

22 IT-04 2007-2013
M 121
Isolamento degli edifici a fini di risparmio energetico 241 064,50 euro Progetto di efficientamento energetico (questo progetto è parte del progetto IT-03)

Benefici ambientali del risparmio energetico

23 IT-05 2007-2013
M 121
Impianto geotermico 315 022,94 euro Energia geotermica
Produzione di energia per uso proprio

Migliore performance economica e ambientale dell’attività agricola grazie alla riduzione delle emissioni di CO2 e aumento del fatturato

Due imprese locali hanno installato un impianto geotermico

24 IT-06 2007-2013
M 311
Pannelli fotovoltaici, pannelli solari termici e riscaldamento a biomassa 32 740,20 euro Energia geotermica, energia solare, bioenergia
Produzione di energia per uso proprio

Aspetti ambientali: sistemi efficienti di produzione energetica sostituiscono le caldaie a combustibile fossile (gas);

Le materie prime (legname) provengono dalle attività di gestione delle foreste del beneficiario e dalla potatura degli olivi e degli alberi da frutto

Avvio di attività agrituristiche

Creazione di posti di lavoro (2-3 ETP)

I componenti degli impianti per l’energia rinnovabile sono stati installati unicamente da imprese locali

25 LT-01 2007-2013
M 312
Impianto idroelettrico 552 712,80 euro Energia idroelettrica
Fornitura di energia a terzi

Diversificazione del reddito aziendale grazie alla vendita di elettricità (nessun pagamento per il riacquisto dell’energia immessa in rete)

26 LT-02 2007-2013
M 123
Produzione di pellet di paglia 831 500,00 euro Produzione di combustibile da biomassa

Creazione di una micro-impresa rurale

20 posti di lavoro creati

Uso di materie prime locali

La fornitura di pellet di paglia per impianti ad energia da fonti rinnovabili non era redditizia, per cui vi è stato uno spostamento verso la produzione di materiali per lettiere

27 LT-03 2007-2013
M 312
Produzione di pellet di paglia e attività per la produzione di riscaldamento 202 784,00 euro Bioenergia
Fornitura di energia a terzi

Aspetti ambientali: riscaldamento efficiente dal punto di vista energetico di due edifici pubblici

Creazione di una micro-impresa rurale

Sei posti di lavoro creati

Uso di materie prime locali

La fornitura di pellet di paglia per impianti ad energia da fonti rinnovabili non era redditizia, per cui si valuta lo spostamento verso la produzione di materiali per lettiere

28 LT-04 2007-2013
M 311
Produzione di trucioli di legno – acquisizione della necessaria attrezzatura (trattore, rimorchio, semirimorchio e sminuzzatrice) 85 200,00 euro Produzione di combustibile da biomassa

Diversificazione del reddito agricolo

Mantenimento dei tre posti di lavoro esistenti

Trattore ed altri macchinari utilizzano il diesel

29 LT-05 2007-2013
M 311
Turbina eolica nell’azienda 404 024,00 euro Energia eolica
Fornitura di energia a terzi

Diversificazione del reddito aziendale grazie alla vendita di elettricità (pagamenti per il riacquisto dell’energia immessa in rete)

Risposte della Commissione

Sintesi

IV

La direttiva dell'UE sulle energie rinnovabili promuove la diffusione delle energie rinnovabili fissando un obiettivo UE del 20% entro il 2020 e obiettivi nazionali vincolanti in materia di energie rinnovabili. Gli Stati membri dispongono di un ampio margine di discrezionalità sulle modalità con cui conseguire i propri obiettivi nazionali in materia di energie rinnovabili e sulla scelta delle energie rinnovabili da sostenere.

Le modalità con cui contribuire ulteriormente ai vantaggi rurali dell'energia rinnovabile possono essere meglio definite nell'ambito della politica di sviluppo rurale e attuate tramite i programmi nazionali o regionali di sviluppo rurale.

È dimostrato che i criteri di sostenibilità dell'UE esistenti per i biocombustibili e i bioliquidi stabiliti nell'attuale direttiva sulle energie rinnovabili (DER) si sono rivelati efficaci nell'evitare gli impatti ambientali diretti non intenzionali. Nel 2015, la DER è stata modificata al fine di trattare anche i rischi relativi al cambiamento indiretto della destinazione dei terreni. La proposta della Commissione di rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili per il periodo successivo al 2020 rafforza i criteri di sostenibilità dell'UE occupandosi anche di biomassa e biogas come fonti di calore e di energia, proteggendo così a sufficienza le aree rurali dai rischi ambientali e socioeconomici individuati e massimizzando le potenzialità della bioenergia per un ulteriore sviluppo sostenibile.

Inoltre, la proposta legislativa della Commissione sull'uso del suolo nell'ambito del pacchetto di attuazione per il clima e l'energia UE 2030 (proposta LULUCF), attualmente sottoposta a procedura di codecisione (con un accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori il 14 dicembre 2017), offre una garanzia complessiva di sostenibilità sulla biomassa per tutti gli utilizzi stabilendo che il pozzo di assorbimento di carbonio terrestre dell'UE deve essere almeno mantenuto se non addirittura aumentato (regola del non debito).

Inoltre, la politica agricola comune, attualmente, prevede la protezione del carbonio organico nel suolo nei terreni erbosi e coltivati. Pertanto, la politica agricola comune è volta a proteggere il carbonio organico nel suolo contribuendo in tal modo alla sostenibilità della biomassa per l'area soggetta ai pagamenti della PAC. Per il futuro, la Commissione intende rafforzare l'ambizione della PAC in materia di efficienza delle risorse, protezione dell'ambiente e azione per il clima.

V

Durante i negoziati per il periodo di programmazione 2014-2020, la Commissione ha promosso attivamente la creazione di sinergie e complementarietà nell'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei tenendo conto al contempo di altri regimi di finanziamento esistenti a livello nazionale o dell'UE. Le scelte in materia di attuazione sono tuttavia di competenza degli Stati membri.

VI

Benché non esistessero indicatori di realizzazione specifici per i progetti per energie rinnovabili all'inizio del periodo 2007-2013, in seguito all'introduzione della valutazione dello stato di salute sono stati resi disponibili i dati relativi alle spese. Inoltre, il QCMV 2007-2013 comprendeva un indicatore di impatto relativo alla produzione di energie rinnovabili.

Per il periodo di programmazione 2014-2020, l'SCMV è stato migliorato tenendo conto delle problematiche relative alla disponibilità dei dati in tutti gli Stati membri, dell'efficacia sotto il profilo dei costi del sistema e degli oneri amministrativi accettabili per gli Stati membri.

VII

Il quadro giuridico prevede che gli Stati membri inseriscano i principi per l'introduzione dei criteri di selezione nei propri PSR; tuttavia, le procedure e i criteri di selezione effettivi continuano a essere una prerogativa degli Stati membri in virtù del principio di gestione concorrente.

VIII

Primo punto: La Commissione accoglie tale raccomandazione per quanto riguarda l'intervento della Commissione. La Commissione ritiene di essersi occupata dell'elaborazione della futura politica in materia di energie rinnovabili mediante le proposte di regolamento sulla governance e di rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili, avanzate dalla Commissione stessa.

Durante la stesura dei piani nazionali integrati per l'energia e il clima previsti dal regolamento sulla governance, attualmente sottoposto a procedura di codecisione, gli Stati membri potrebbero tenere conto, tra l'altro, delle circostanze e dei bisogni delle proprie aree rurali.

Secondo punto: La raccomandazione è accolta. La Commissione ritiene che la sua proposta di rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili (DER II) del 2016 rafforzi significativamente il quadro di sostenibilità della bioenergia dell'UE, offrendo ulteriori salvaguardie contro l'utilizzo non sostenibile delle fonti di biomassa forestale.

Inoltre, la proposta legislativa della Commissione sull'uso del suolo nell'ambito del pacchetto di attuazione per il clima e l'energia UE 2030 (proposta LULUCF), attualmente sottoposta a procedura di codecisione (con un accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori il 14 dicembre 2017), offre una garanzia complessiva di sostenibilità sulla biomassa per tutti gli utilizzi stabilendo che il pozzo di assorbimento di carbonio terrestre dell'UE deve essere almeno mantenuto se non addirittura aumentato (regola del non debito).

Come delineato nella comunicazione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura, la Commissione intende inoltre rafforzare l'ambizione della PAC in materia di efficienza delle risorse, protezione dell'ambiente e azione per il clima.

Terzo punto: La Commissione può accogliere solo in parte questa raccomandazione, poiché in questa fase non è in grado di assumere alcun impegno specifico in relazione alle proposte legislative per il periodo successivo al 2020.

La Commissione si impegna a esaminare le possibilità di rafforzare l'orientamento ai risultati della futura PAC, garantendo il valore aggiunto europeo e integrando meglio al contempo le esigenze e le aspirazioni dei territori interessati, come illustrato nella comunicazione della Commissione COM(2017) 713 final.

Quarto punto: La Commissione accoglie in parte tale raccomandazione. La raccomandazione è già stata attuata e le relazioni annuali approfondite sull'attuazione del 2019 conterranno le informazioni richieste.

Quinto punto: La Commissione ritiene che gli Stati membri siano destinatari della presente raccomandazione. Anche se le effettive procedure di selezione e la definizione dei criteri di selezione continuano a essere una prerogativa degli Stati membri in virtù del principio di gestione concorrente, la Commissione continuerà ad adoperarsi per incoraggiare gli Stati membri ad applicare le procedure di selezione pertinenti.

Introduzione

12

La Commissione ha già iniziato a preparare un nuovo studio sul sostegno nel settore dell'energia e in altri settori (ad es. i trasporti), comprese le fonti di energia rinnovabili. Nell'ambito della proposta sulla governance dell'Unione dell'energia, attualmente sottoposta a procedura di codecisione, la Commissione sta controllando le sovvenzioni nel settore dell'energia. Analisi e risultati dettagliati saranno disponibili nella prossima edizione della relazione sui prezzi e sui costi dell'energia, che sarà pubblicata nel 2018.

15

La posizione della Commissione è definita nelle risposte della Commissione alla relazione speciale n. 16/2017.

Osservazioni

25

La politica di sviluppo rurale offre un quadro/insieme di strumenti flessibile che consente agli Stati membri, in linea con il principio di sussidiarietà e nel contesto della gestione concorrente, di decidere come sostenere al meglio la diffusione delle energie rinnovabili in linea con gli obiettivi strategici dell'UE e con il contesto, il potenziale e i bisogni specifici degli Stati membri e/o delle regioni.

27

i) Il collegamento tra energia rinnovabile e sviluppo rurale avviene in due modi. Da un lato, la politica dell'UE in materia di energie rinnovabili, creando domanda di energie rinnovabili, può sostenere indirettamente lo sviluppo nelle zone rurali che diventano fornitrici di energia rinnovabile (ad es. energia eolica e solare) oppure di materie prime per biomassa (provenienti da agricoltura e silvicoltura). Dall'altro lato, è possibile sostenere direttamente la produzione di energie rinnovabili nelle zone rurali nel quadro della politica di sviluppo rurale che, a livello dell'UE, è sostenuta principalmente tramite il FEASR.

30

Nella comunicazione della Commissione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura è presente un riferimento a un meccanismo di verifica per le aree rurali (cfr. COM(2017) 713 final, pag. 22).

In tale comunicazione la Commissione si impegna a promuovere un meccanismo di verifica per le aree rurali riesaminando periodicamente le politiche pertinenti attraverso una "lente rurale", tenendo conto dei possibili effetti sulle comunità rurali.

Un esempio concreto di verifica per le aree rurali è rappresentato dal concetto di piccoli comuni intelligenti, che è sostenuto da diverse politiche e fondi SIE per promuovere la creazione di piccoli comuni del futuro, in grado di valorizzare i propri punti di forza specifici (cfr. COM(2017) 713 final, pag. 21).

35

I rischi associati alla produzione e all'impiego della bioenergia sono analizzati nella valutazione d'impatto sulla sostenibilità della bioenergia del 20161 (SWD(2016) 418 final), preparata per la rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili. L'impatto della produzione di biomassa in termini di emissioni di carbonio è analizzato anche nella valutazione d'impatto del 2016 allegata alla proposta di regolamento LULUCF (SWD(2016) 249 final)2.

39

I criteri di sostenibilità dell'UE per la bioenergia proposti ed esistenti sono vincolanti per gli Stati membri e gli operatori economici. I criteri di sostenibilità dell'UE non rappresentano una condizione vincolante per commercializzare la bioenergia nell'UE. Al fine di evitare eccessivi oneri amministrativi, i criteri UE di sostenibilità e riduzione dei gas a effetto serra inseriti nella proposta DER II non si applicano ai piccoli impianti di riscaldamento/raffreddamento e di produzione di energia elettrica a base di biomassa, con una capacità di combustione inferiore a 20 MW nel caso della biomassa e a 0,5 MWel nel caso del biogas.

40

I rischi associati alla produzione e all'impiego di bioenergia e il relativo quadro d'intervento dell'UE sono analizzati nella valutazione d'impatto della Commissione sulla sostenibilità della bioenergia, preparata per la rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili. L'impatto della produzione di biomassa in termini di emissioni di carbonio è analizzato anche nella valutazione d'impatto del 2016 allegata al regolamento LULUCF (SWD(2016) 249 final)3.

La DER II, una volta adottata, rafforzerà i criteri di sostenibilità dell'UE per ridurre al minimo i rischi significativi di impatti negativi sull'ambiente associati alla biomassa per la produzione di energia. In particolare, la proposta è volta a ridurre al minimo il rischio di impatti ambientali negativi associati all'accresciuto sfruttamento della biomassa forestale. Si chiede inoltre di ridurre al minimo l'impatto dello sfruttamento della biomassa sulla qualità del suolo e sulla biodiversità. La conformità a tali requisiti può essere comprovata tramite la normativa in vigore nel paese d'origine della biomassa oppure, qualora non fosse possibile, tramite prove a livello dell'azienda silvicola. Tali criteri dovrebbero essere considerati in relazione alle altre politiche pertinenti dell'UE.

Inoltre, la proposta di regolamento della Commissione per integrare le emissioni e gli assorbimenti dei gas a effetto serra risultanti da uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura nel quadro 2030 per le politiche dell'energia e del clima (regolamento LULUCF) comprende le emissioni e gli assorbimenti relativi alla produzione di biomassa per la generazione di energia e prevede il mantenimento dello stock di carbonio del LULUCF (regola del non debito).

41

La Commissione ritiene che sia l'attuale DER che la proposta DER II disincentivino la bioenergia non sostenibile.

La Commissione ritiene che la proposta DER II rafforzi notevolmente il quadro di sostenibilità della bioenergia dell'UE e garantisca che l'impiego di bioenergia nell'UE dopo il 2020 produca riduzioni delle emissioni di GES ottimali riducendo al minimo il rischio di impatti ambientali negativi associati al maggiore sfruttamento della biomassa forestale. La proposta della Commissione sul LULUCF, attualmente sottoposta a procedura di codecisione, offre un'ulteriore tutela alla sostenibilità. La proposta prevede la prosecuzione della regola del non debito del protocollo di Kyoto per il settore LULUCF dell'UE, che consiste nel proteggere, o almeno mantenere, il pozzo di assorbimento del carbonio del LULUCF dell'UE.

43

La politica di sviluppo rurale si fonda sui principi della gestione concorrente e della sussidiarietà. Spetta pertanto agli Stati membri o alle regioni determinare come gli investimenti nelle energie rinnovabili finanziati a titolo del FEASR possano conseguire al meglio gli obiettivi di sviluppo rurale in linea con il proprio contesto, il proprio potenziale e i propri bisogni specifici.

44

Al fine di evitare la sovracompensazione, le norme in materia di aiuti di Stato orizzontali fissano intensità massime di aiuto e altre condizioni, segnatamente il regolamento generale di esenzione per categoria (UE) n. 651/2014 (cfr. sezione 7) e la disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia 2014-2020.

Risposta comune della Commissione ai paragrafi 45 e 46:

Gli obiettivi tematici nell'ambito dei fondi SIE sono intenzionalmente fissati a livello più generale e non riguardano solo singoli elementi di aspetti interconnessi quali la diffusione delle energie rinnovabili. Tuttavia, l'indicatore di obiettivo T 16 rispecchia adeguatamente gli investimenti previsti nella produzione di energie rinnovabili nell'ambito del FEASR (aspetto specifico 5C, cfr. anche paragrafo 68).

48

La Commissione non condivide l'opinione secondo cui le presunte difficoltà relative alla programmazione degli aspetti specifici hanno determinato notevoli ritardi nell'attuazione dei programmi per le energie rinnovabili. Tali ritardi sono causati tra l'altro dai tempi necessari agli Stati membri per pubblicare inviti e selezionare progetti, nonché per realizzare concretamente tali progetti di investimento.

50

La Commissione ha fornito un'ampia serie di documenti di orientamento sulla programmazione strategica, indicando agli Stati membri le modalità secondo cui sviluppare un'oculata logica di intervento per contribuire alle priorità e agli obiettivi dell'UE (come l'obiettivo relativo alle energie rinnovabili) e agli obiettivi di sviluppo rurale in linea con il contesto, il potenziale e i bisogni specifici degli Stati membri e delle regioni. Tale logica di intervento (scelta degli obiettivi pertinenti, definizione degli obiettivi, combinazione delle misure pertinenti, rispettiva assegnazione dei finanziamenti, ecc.) è definita nei PSR e accuratamente valutata dalla Commissione durante la negoziazione dei programmi.

L'agevolazione dell'approvvigionamento e dell'utilizzo delle energie rinnovabili è solo uno di un'ampia serie di obiettivi del FEASR. Gli Stati membri possono decidere di sostenere le energie rinnovabili tramite strumenti diversi dai PSR. Il coordinamento tra i diversi fondi SIE e altri strumenti di finanziamento è stabilito negli accordi di partenariato valutati dalla Commissione.

51

La quantificazione delle necessità finanziarie emerge dalla dotazione destinata alle misure pertinenti e dai valori obiettivo fissati per gli indicatori pertinenti. La Commissione riconosce tuttavia l'esistenza di un margine di miglioramento nel collegamento tra le esigenze individuate e l'approccio strategico.

Riquadro 5 – Modifiche all'approccio iniziale al finanziamento delle energie rinnovabili definito nei PSR

Primo punto:

Nel caso della Bulgaria, gli insegnamenti appresi dall'attuazione nel periodo di programmazione 2007-2013, tra cui un maggiore tasso di errore e le rettifiche finanziarie, erano stati presi in considerazione per l'attuale periodo di programmazione. Per il programma di sviluppo rurale 2014-2020, la Bulgaria ha deciso di sostenere solo i progetti relativi all'autoconsumo al fine di ridurre il rischio di errori futuri.

Secondo punto:

Gli stanziamenti di bilancio possono essere adeguati per vari motivi durante il periodo di programmazione. Nel caso della Francia (Basse-Normandie), la dotazione finanziaria del FEASR per gli obiettivi relativi alle energie rinnovabili è stata ridotta in quanto la regione ha deciso di modificare la fonte di finanziamento per alcuni tipi di progetto per cui era stato inizialmente previsto un finanziamento da parte del FEASR. Le motivazioni della proposta di modifica sono state comunicate alla Commissione prima della modifica. Le modifiche consistevano nello spostare il finanziamento della produzione di energia dal legno e dei regimi relativi alle caldaie al finanziamento nazionale da parte dell'Agenzia per l'ambiente e il controllo dell'energia (Agence de l'environnement et de la maîtrise de l'énergie - ADEME) e nel sostenere i progetti relativi al biogas (digestione anaerobica) tramite apporti di capitale o garanzie bancarie con l'aiuto dell'Agenzia di sviluppo della Normandia (Agence de Développement pour la Normandie - ADN).

52

La programmazione strategica nell'ambito del FEASR mira a trovare un equilibrio tra le diverse esigenze e i diversi obiettivi piuttosto che attuare una strategia completa per le energie rinnovabili nelle zone rurali.

Le modifiche alla dotazione di bilancio come nel caso del PSR in Bassa Normandia devono essere giustificate nelle richieste di modifica dei programmi. Inoltre, una modifica superiore al 50% dell'obiettivo quantificato legato a un aspetto specifico, ovvero con sostanziali modifiche di bilancio, necessita di un cambiamento nella strategia di programma, con una conseguente decisione della Commissione mediante atti di esecuzione ai sensi dell'articolo 11, lettera a), del regolamento (UE) n. 1305/2013.

54

Durante i negoziati degli accordi di partenariato e dei programmi pertinenti, la Commissione ha promosso attivamente la creazione di sinergie e complementarietà nell'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei tenendo conto al contempo di altri regimi di finanziamento esistenti a livello nazionale o dell'UE. Le scelte in materia di attuazione sono tuttavia di competenza degli Stati membri.

Risposta comune della Commissione ai paragrafi 56 e 57:

Nell'ambito dell'approccio di programmazione strategica gli Stati membri possono scegliere l'aspetto specifico che ritengono più idoneo per la programmazione di una misura specifica in linea con lo scopo specifico della misura stessa. Logicamente, una misura può dunque comparire in diversi aspetti specifici. Inoltre, il concetto di effetti secondari rispecchia le molteplici caratteristiche di molte misure di sviluppo rurale che sono spesso funzionali a più di un obiettivo.

Riquadro 6 – Assegnazione di progetti per le energie rinnovabili a diversi aspetti specifici

Primo punto:

L'assegnazione delle misure a diversi aspetti specifici nei programmi di sviluppo rurale riflette altresì la quantificazione degli esiti previsti della misura, che possono variare tra i diversi programmi. Le misure sono assegnate agli aspetti specifici in base al loro effetto primario, mentre gli effetti secondari non hanno un ruolo decisivo in tal senso.

Secondo punto:

Anche il paragone tra i PSR di Romania e Bulgaria dimostra la diversa classificazione degli obiettivi: la Bulgaria persegue come obiettivo primario la produzione di energie rinnovabili ai fini di autoconsumo assegnandolo pertanto all'aspetto specifico 5C. Nel PSR rumeno, la situazione è effettivamente diversa dato che solo i progetti contenenti investimenti in energie rinnovabili per l'autoconsumo sono stati programmati per contribuire direttamente all'aspetto specifico 5C mentre per le altre misure, programmate nell'ambito degli aspetti specifici FA 2A, 3A, 6A e 6B, si è ritenuto che apportassero un contributo unicamente secondario all'aspetto specifico 5C. Un esempio è rappresentato dalle infrastrutture su piccola scala, tra cui gli investimenti nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico, che si ritiene contribuiscano principalmente allo sviluppo locale nelle zone rurali e sono pertanto assegnate all'aspetto specifico 6B.

61

Benché non esistessero indicatori di realizzazione specifici per i progetti per energie rinnovabili all'inizio del periodo 2007-2013, il QCMV 2007-2013 conteneva un indicatore che faceva esplicito riferimento alla produzione di energie rinnovabili per la valutazione dei programmi. L'indicatore di impatto n. 7 Contributo alla lotta contro il cambiamento climatico è stato affrontato misurando l'aumento della produzione di energie rinnovabili (modifica quantitativa e qualitativa nella produzione di energie rinnovabili attribuita all'intervento finanziato dal FEASR).

62

Nel contesto della rendicontazione sul monitoraggio e sugli indicatori, la Commissione fornisce orientamenti per aiutare gli Stati membri a creare capacità nell'affrontare i propri obblighi di monitoraggio. In merito ai dati presentati dagli Stati membri, la Commissione ne valuta la qualità. Spetta tuttavia agli Stati membri garantirne l'affidabilità.

63

Dato che i progetti finalizzati alla diffusione delle energie rinnovabili sono disseminati in diverse misure e prima della valutazione dello stato di salute non esisteva un unico indicatore di realizzazione, è difficile ottenere informazioni esaustive. Tuttavia, l'indicatore di impatto presentato nella risposta al paragrafo 61 offre alcune informazioni sulla possibile efficacia del sostegno agli investimenti nelle energie rinnovabili.

Considerando che l'energia rinnovabile è stata inserita come nuova sfida nella valutazione dello stato di salute solo quando il programma era già iniziato, le informazioni relative alle energie rinnovabili nelle valutazioni ex ante impiegate per la progettazione dei PSR erano limitate.

65

Nelle valutazioni ex post tutti gli Stati membri e/o le regioni hanno dovuto rispondere a un particolare quesito di valutazione direttamente collegato all'energia rinnovabile. La Commissione ha fornito orientamenti (che non sono vincolanti). Tuttavia, il contenuto delle valutazioni ex post dipende dal contenuto di un particolare PSR che riflette le scelte strategiche adottate dagli Stati membri. Se nell'ambito di un PSR viene dedicata un'attenzione marginale all'energia rinnovabile la copertura nell'ambito della valutazione lo sarà altrettanto.

Risposta comune della Commissione ai paragrafi 68 e 69:

Nel quadro dei programmi di sviluppo rurale, i risultati previsti e gli obiettivi corrispondenti sono definiti a livello degli obiettivi (ovvero aspetti specifici) e non a livello delle misure individuali.

L'efficacia e l'efficienza dei programmi di sviluppo rurale saranno valutate tramite valutazioni estese per cui gli indicatori dell'SCMV rappresentano solo uno strumento e saranno integrati con altre informazioni. Gli indicatori comuni sono stati definiti tenendo conto delle problematiche relative alla disponibilità dei dati in tutti gli Stati membri, dell'efficacia sotto il profilo dei costi del sistema e degli oneri amministrativi accettabili per gli Stati membri. Anche se non sempre corrispondenti alla definizione degli indicatori di risultato, la Commissione ritiene che gli indicatori aggiuntivi specifici per programma possano essere utili ai fini della valutazione dei programmi.

70

Le linee guida della Commissione "Valutazione dei risultati dei PSR: come prepararsi per la rendicontazione in merito alla valutazione nel 2017" suggeriscono nell'allegato 11 (pag. 76) varie fonti di dati quali: moduli di candidatura dei beneficiari e richieste di pagamento, statistiche nazionali/regionali, dati degli enti di controllo e approvvigionamento energetico, Eurostat – statistiche sull'energia. Anche "indagini/gruppi di discussione" sono citati come possibile fonte di dati, all'ultimo posto di un lungo elenco di altre fonti di dati summenzionate (https://enrd.ec.europa.eu/evaluation/publications/guidelines-assessment-rdp-results-how-prepare-reporting-evaluation-2017_it).

Occorre altresì osservare che le linee guida della Commissione non sono documenti vincolanti, mirano bensì a migliorare la qualità e comparabilità delle valutazioni che sono di responsabilità degli Stati membri.

71

Nel quadro dei programmi di sviluppo rurale, diverse misure possono contribuire al conseguimento dei risultati di un dato obiettivo. Tali risultati possono essere esaminati solo tramite valutazioni. La Commissione riconosce il rischio degli oneri amministrativi così generati ma aspira a raggiungere il giusto equilibrio tra costi e benefici. Per quanto riguarda la presunta mancanza di comparabilità a causa delle specificità dei programmi, ad esempio indicatori aggiuntivi specifici per programma, una singola valutazione di un PSR valuta comunque gli impatti e i risultati del programma stesso e funge da esempio per altri PSR che potrebbero addirittura non disporre delle rispettive misure.

75

Nell'ambito dello sviluppo rurale, diverse attività contribuiscono a una migliore diffusione delle energie rinnovabili: gli investimenti nella produzione di energia da fonti rinnovabili o la mobilitazione di biomassa forestale a fini energetici rappresentano solo due esempi.

Il FEASR sostiene anche progetti per le energie rinnovabili tramite strategie di sviluppo locale sostenute da LEADER. Tali iniziative di sviluppo locale di tipo partecipativo offrono solitamente benefici in termini di maggiore accettazione locale e garantiscono che i progetti per le energie rinnovabili siano inseriti all'interno di una più ampia strategia per lo sviluppo sostenibile della zona in questione.

78

I criteri di selezione servono ad attribuire priorità ai progetti in virtù della classificazione degli obiettivi del programma nel suo complesso, in base alle esigenze e alle potenzialità individuate.

In linea con la gestione concorrente, gli Stati membri fissano i criteri di selezione per ciascuna misura e consultano il comitato di monitoraggio del PSR (in cui sono rappresentate tutte le parti interessate pertinenti in linea con il principio di partenariato).

79

La Commissione prende parte ai comitati di monitoraggio, fornendo orientamenti e riscontri. Tali riscontri possono indicare chiaramente che le soglie sono considerate troppo basse, come nel caso del PSR francese che è stato esaminato dalla Corte dei conti.

Riquadro 10 – Progetti per energie rinnovabili con benefici marginali per lo sviluppo rurale

In base agli insegnamenti appresi nel periodo di programmazione 2007-2013, nell'attuale periodo di programmazione il PSR bulgaro sostiene investimenti nella produzione di energie rinnovabili destinate esclusivamente all'autoconsumo (nell'azienda agricola o nell'impresa).

81

Gli Stati membri sono solitamente incoraggiati a scegliere progetti sostenuti a titolo del FEASR che apportino un contributo significativo allo sviluppo rurale. Tuttavia, occorre tenere conto della portata di tali progetti nell'ambito del FEASR quando si valutano i benefici per lo sviluppo rurale rispetto ai progetti per le energie rinnovabili finanziati tramite altri regimi di sostegno. Il numero di posti di lavoro creati e le altre opportunità e servizi aziendali offerti devono essere esaminati alla luce di tale contesto.

Conclusioni e raccomandazioni

84

La Commissione conviene che i progetti per le energie rinnovabili possono potenzialmente contribuire allo sviluppo rurale sostenibile, in particolare tramite l'inclusione delle parti interessate locali. Tuttavia, la realizzazione del potenziale dei finanziamenti a titolo del FEASR a tal riguardo resta una prerogativa degli Stati membri e/o delle regioni quando elaborano i propri programmi di sviluppo rurale e tentano di raggiungere un equilibrio tra i vari obiettivi delle loro strategie di sviluppo rurale.

85

La direttiva sulle energie rinnovabili rappresenta il quadro giuridico generale per promuovere la diffusione delle energie rinnovabili nell'UE e il conseguimento degli obiettivi in materia di energie rinnovabili per il 2020. Sebbene lo sviluppo rurale rappresenti un importante catalizzatore per la diffusione delle energie rinnovabili, la direttiva stessa lascia grande libertà agli Stati membri su come conseguire i propri obiettivi nazionali in materia di energie rinnovabili, e anche su come promuovere la diffusione delle energie rinnovabili nelle zone rurali. La proposta della Commissione di rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili si occupa dei modelli emergenti di consumo delle energie rinnovabili e delle comunità produttrici/consumatrici di energia rinnovabile, che possono ulteriormente sostenere i benefici per lo sviluppo rurale delle energie rinnovabili.

Raccomandazione 1 – Verificare l'impatto sulle aree rurali della futura politica in materia di energie rinnovabili

Primo paragrafo: La Commissione accoglie tale raccomandazione per quanto riguarda l'intervento della Commissione. La Commissione ritiene di essersi occupata dell'elaborazione della futura politica in materia di energie rinnovabili mediante le proposte di regolamento sulla governance e di rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili, avanzate dalla Commissione stessa.

Durante la stesura dei piani nazionali integrati per l'energia e il clima previsti dal regolamento sulla governance, attualmente sottoposto a procedura di codecisione, gli Stati membri potrebbero tenere conto, tra l'altro, delle circostanze e dei bisogni delle proprie aree rurali.

Secondo paragrafo: Nella comunicazione della Commissione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura è presente un riferimento a un meccanismo di verifica per le aree rurali (cfr. COM(2017) 713 final, pag. 22).

In tale comunicazione la Commissione si impegna a promuovere un meccanismo di verifica per le aree rurali riesaminando periodicamente le politiche pertinenti attraverso una "lente rurale", tenendo conto dei possibili effetti sulle comunità rurali.

Terzo paragrafo: La raccomandazione è accolta in virtù del fatto che la proposta di regolamento della Commissione sulla governance dell'Unione dell'energia, attualmente sottoposta a procedura di codecisione, già prevede un dialogo interattivo con gli Stati membri al fine di valutare se gli obiettivi, le finalità e i contributi inseriti nei loro piani nazionali in materia di energia e clima siano sufficienti a conseguire a livello collettivo gli obiettivi dell'Unione dell'energia.

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Dalla modellizzazione condotta per la valutazione d'impatto sulla sostenibilità della bioenergia emerge che, sebbene sia previsto un aumento delle importazioni di biomassa, l'approvvigionamento di biomassa per la produzione di energia continuerà ad avvenire principalmente a livello nazionale. Secondo la modellizzazione della Commissione per una prospettiva 2020-2030, la domanda di biomassa come fonte di calore ed energia raggiungerà il suo apice nel 2025 per diminuire leggermente entro il 2030, a causa della concorrenza con altre energie rinnovabili e degli effetti dell'efficienza energetica degli edifici. In una prospettiva a lungo termine (2050), è previsto un significativo aumento della domanda di biocarburante a causa della necessità di decarbonizzare il settore dei trasporti, compreso quello aereo.

Inoltre, la Commissione ritiene che la proposta di rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili rafforzi il quadro di sostenibilità della bioenergia dell'UE, offrendo salvaguardie sufficienti per assicurare che la biomassa per la produzione di energia sia prodotta e utilizzata in maniera sostenibile.

Raccomandazione 2 – Migliorare il quadro di sostenibilità per la bioenergia

La Commissione accoglie la raccomandazione. La Commissione è del parere che la proposta di rifusione della direttiva sulle energie rinnovabili, attualmente sottoposta a procedura di codecisione, una volta adottata rafforzerà il quadro di sostenibilità della bioenergia dell'UE, offrendo salvaguardie sufficienti per assicurare che la biomassa per la produzione di energia sia prodotta in maniera sostenibile e utilizzata efficientemente.

Inoltre, la proposta di regolamento avanzata dalla Commissione per integrare le emissioni e gli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti da uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura nel quadro 2030 per le politiche dell'energia e del clima (regolamento LULUCF), attualmente sottoposta a procedura di codecisione (con un accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori il 14 dicembre 2017), è volta a garantire che le emissioni o gli assorbimenti di biomassa per la produzione di energia siano contabilizzati a livello nazionale dagli Stati membri e che venga applicata la regola del non debito per il LULUCF. La Commissione ritiene pertanto che tale raccomandazione sia soddisfatta per quanto riguarda le proprie proposte sulla DER II e sul LULUCF.

Inoltre, la politica agricola comune, attualmente, prevede disposizioni per la protezione del carbonio organico nel suolo nei terreni erbosi e coltivati. Pertanto, la politica agricola comune è volta a proteggere il carbonio organico nel suolo contribuendo in tal modo alla sostenibilità della biomassa per l'area soggetta ai pagamenti della PAC.

Come delineato nella comunicazione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura, la Commissione intende rafforzare l'ambizione della PAC in materia di efficienza delle risorse, protezione dell'ambiente e azione per il clima.

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Durante i negoziati degli accordi di partenariato e dei programmi pertinenti, la Commissione ha promosso attivamente la creazione di sinergie e complementarietà nell'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei tenendo conto al contempo di altri regimi di finanziamento esistenti a livello nazionale o dell'UE. Tuttavia, le scelte in materia di attuazione sono di competenza degli Stati membri.

Nel caso di progetti per le energie rinnovabili, il FEASR può sicuramente rappresentare un meccanismo di sostegno idoneo per i progetti locali, integrando così altri finanziamenti esistenti, rivolgendosi inoltre a potenziali beneficiari nelle zone rurali che non possono accedere ad altri fondi.

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Nell'ambito dell'approccio di programmazione strategica gli Stati membri possono scegliere l'aspetto specifico che ritengono più idoneo per la programmazione di una misura specifica in linea con l'obiettivo specifico della misura. Logicamente, i progetti per le energie rinnovabili possono dunque comparire in diversi aspetti specifici.

Raccomandazione 3 – Fornire orientamenti precisi sul ruolo del FEASR nel sostegno alle energie rinnovabili

Primo paragrafo: La Commissione può accogliere solo in parte questa raccomandazione, poiché in questa fase non è in grado di assumere alcun impegno specifico in relazione alle proposte legislative per il periodo successivo al 2020.

La Commissione si impegna a esaminare le possibilità di rafforzare l'orientamento ai risultati della futura PAC, garantendo il valore aggiunto europeo e integrando meglio al contempo le esigenze e le aspirazioni dei territori interessati, come illustrato nella comunicazione della Commissione COM(2017) 713 final.

Inoltre, gli Stati membri/le regioni sono nella posizione migliore per decidere quali strumenti di finanziamento risultano i più idonei nel loro contesto specifico e come dovrebbero essere combinati al meglio per conseguire gli obiettivi in materia di energie rinnovabili e di sviluppo rurale nel modo economicamente più conveniente.

Secondo paragrafo: La Commissione accoglie tale raccomandazione e la considera già attuata.

Il sito web della rete europea per lo sviluppo rurale presenta una banca dati di buone prassi tra cui, tra l'altro, esempi di progetti in materia di energie rinnovabili sostenuti dal FEASR e di approcci ti tipo partecipativo in questo settore. Inoltre, nell'ambito della rete PEI-AGRI, è stato appena avviato un gruppo di discussione sul miglioramento della produzione e dell'utilizzo delle energie rinnovabili nelle aziende agricole; la prima riunione si è svolta il 21-22 novembre 2017.

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Benché non esistessero indicatori di realizzazione specifici per i progetti per energie rinnovabili all'inizio del periodo 2007-2013, il QCMV 2007-2013 conteneva un indicatore di impatto relativo all'aumento della produzione di energie rinnovabili per la valutazione dei programmi. In tal modo era possibile ottenere alcune informazioni a seconda della misura in cui i programmi affrontavano la questione.

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Nel quadro della gestione concorrente, le valutazioni dei PSR sono di competenza degli Stati membri.

L'efficacia e l'efficienza dei programmi di sviluppo rurale saranno valutate tramite valutazioni estese per cui gli indicatori dell'SCMV rappresentano solo uno strumento e saranno integrati con altre informazioni. Gli indicatori comuni sono stati definiti tenendo conto delle problematiche relative alla disponibilità dei dati in tutti gli Stati membri, dell'efficacia sotto il profilo dei costi del sistema e degli oneri amministrativi accettabili per gli Stati membri.

Anche se indicatori aggiuntivi specifici per programma possono rendere la rendicontazione meno paragonabile, la Commissione lo ritiene accettabile e reputa che possa essere utile ai fini della valutazione dei programmi.

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Le linee guida della Commissione per le relazioni annuali approfondite sull'attuazione del 2019 sono attualmente in fase di preparazione.

Come esposto nelle riflessioni sul periodo successivo al 2020, la Commissione si impegna ad analizzare possibili metodi per migliorare la misurazione della performance della PAC nel suo complesso. È previsto un modello di attuazione della PAC migliorato incentrato sui risultati. A tal fine occorrerebbe adeguare il processo di garanzia ai requisiti di una progettazione strategica orientata ai risultati, compresi lo sviluppo e l'applicazione di indicatori solidi e misurabili e di un monitoraggio e una rendicontazione sulla performance credibili.

Raccomandazione 4 – Porre in essere un quadro di monitoraggio e valutazione più semplice e utile

La Commissione accoglie in parte tale raccomandazione. La raccomandazione è stata già attuata per quanto concerne i dati sulle spese nelle energie rinnovabili e sulle energie rinnovabili prodotte dai progetti finanziati. Le relazioni annuali approfondite sull'attuazione del 2019 conterranno tali informazioni.

Tuttavia, la Commissione non ha la facoltà di chiedere agli Stati membri di fornire informazioni in tali relazioni che non è stato loro richiesto di raccogliere fin dall'inizio del periodo di programmazione, come i dati sulla capacità energetica installata.

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L'attuale periodo di programmazione applica la cosiddetta regola N+3 a livello di programma al fine di consentire il totale impiego dei finanziamenti del FEASR conformemente agli obiettivi fissati nei rispettivi programmi di sviluppo rurale. Ciò ha lo scopo di ridurre il rischio che il sostegno del FEASR sia concesso senza benefici, mentre le procedure di selezione possono essere adattate durante il periodo di programmazione in linea con la gestione concorrente e il principio di partenariato.

Raccomandazione 5 – Migliorare la selezione dei progetti, affinché tenga conto del valore aggiunto per le aree rurali e della validità economica dei progetti

La Commissione ritiene che gli Stati membri siano destinatari della presente raccomandazione. Anche se le effettive procedure di selezione e la definizione dei criteri di selezione continuano a essere una prerogativa degli Stati membri in virtù del principio di gestione concorrente, la Commissione continuerà ad adoperarsi per incoraggiare gli Stati membri ad applicare le procedure di selezione pertinenti.

Glossario e abbreviazioni

Accordo di partenariato: Documento preparato da uno Stato membro, con il coinvolgimento dei partner, che definisce la strategia e le priorità di tale Stato membro nonché le modalità di impiego efficace ed efficiente dei fondi strutturali e di investimento europei (“fondi SIE”). È approvato dalla Commissione in seguito a valutazione e dialogo con lo Stato membro interessato.

AEBIOM: Associazione europea per la biomassa

Aiuto di Stato: Aiuto fornito dagli Stati membri, tramite il quale i beneficiari ricevono un vantaggio economico. Può consistere in un vero e proprio aiuto finanziario o in un sostegno indiretto, come vantaggi fiscali, migliori condizioni per l’acquisto o l’affitto di terreni, concessione di un prestito o di una garanzia per prendere denaro a prestito da una banca a condizioni migliori dei normali tassi di mercato, ecc.

Analisi del ciclo di vita (life-cycle analysis, LCA): Procedura multi-fase per calcolare l’impatto ambientale di un prodotto o servizio per tutta la vita utile dello stesso.

Analisi SWOT: Metodo per individuare punti di forza, debolezze, opportunità e minacce di una organizzazione o regione, utilizzato nel PSR.

Aspetto specifico 5C: Si tratta dell’aspetto specifico “Energie rinnovabili”, che include un’ampia gamma di obiettivi, tra cui favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto e residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia.

“Aspetti specifici” (focus areas) delle priorità: L’Unione europea ha individuato sei priorità per lo sviluppo rurale, a loro volta articolate in 18 “aspetti specifici” intesi a precisare meglio le finalità di ciascuna priorità e facilitare la programmazione.

Bioeconomia: Settori di un’economia che utilizzano risorse biologiche rinnovabili provenienti dal suolo e dal mare (quali raccolti, foreste, prodotti ittici, animali e micro-organismi) per produrre cibo, materiali ed energia.

Bioenergia: Energia prodotta dalla biomassa.

Biomassa: La frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura, comprendente sostanze vegetali e animali, dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti, compresi i rifiuti industriali e urbani di origine biologica.

Cambiamenti indiretti della destinazione dei terreni (ILUC): Conversione dei terreni causata dallo “spiazzamento” della produzione agricola, ossia quando un terreno agricolo esistente viene destinato alla coltivazione di colture che verranno utilizzate per produrre energia (in appresso “colture energetiche”), quali mais, “erba degli elefanti” (Pennisetum purpureum) o salice, e la produzione di alimenti e mangimi viene estesa a terreni in precedenza non agricoli, ad esempio a foreste, superfici erbose, torbiere, zone umide o altri ecosistemi ricchi di carbonio. Convertendo tali tipi di terreno in terreno agricolo, le emissioni di CO2 potrebbero aumentare.

Certificato verde: Bene commerciabile che prova che un certo tipo di energia è generata utilizzando fonti rinnovabili.

CO2: Biossido di carbonio

Comitato economico e sociale europeo (CESE): Organo consultivo che fornisce ai gruppi d’interesse socio-occupazionali europei e ad altri una piattaforma formale per esprimere i rispettivi punti di vista su tematiche relative all’UE.

Comunità produttrice/consumatrice di energia rinnovabile: Una PMI o un’organizzazione senza fini di lucro, i cui azionisti o membri collaborano per la generazione, la distribuzione, lo stoccaggio o la fornitura di energia da fonti rinnovabili.

Consumatore di energia rinnovabile prodotta autonomamente (“autoconsumatore di energia rinnovabile”): Cliente attivo che consuma e può immagazzinare e vendere energia elettrica rinnovabile generata nei suoi locali; rientra nella definizione un condominio, un sito commerciale o di servizi condivisi o un sistema di distribuzione chiuso, purché, per gli autoconsumatori di energia rinnovabile diversi dai nuclei familiari, tali attività non costituiscano l’attività commerciale o professionale principale.

Contingenti obbligatori: Quote minime di fonti di energia rinnovabili nel mix energetico di impianti per la produzione di energia elettrica, fornitori di energia elettrica o talvolta anche grandi consumatori di energia elettrica, fissate da amministrazioni nazionali, regionali o locali.

Criteri di sostenibilità: Un insieme di criteri applicabili a biocombustibili, bioliquidi e combustibili ricavati dalla biomassa, fissati dalla DER e dalla proposta DER II, relativi a modalità di uso del suolo e di gestione delle foreste, riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ed efficienza di conversione dell’energia, al fine di assicurare la sostenibilità ambientale della bioenergia.

DG: Dipartimenti e servizi della Commissione europea noti come direzioni generali.

DG CLIMA: Direzione generale per l’Azione per il clima della Commissione europea.

DG ENV: Direzione generale dell’Ambiente della Commissione europea.

DG AGRI: Direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione europea.

DG ENER: Direzione generale dell’Energia della Commissione europea.

Digestione anaerobica: Processo tramite il quale la sostanza organica, quali rifiuti animali o alimentari, viene degradata per produrre biogas e biofertilizzante.

Direttiva sulle energie rinnovabili (DER): Direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE (GU L 140 del 5.6.2009, pag. 16).

EEG: Legge sulle fonti di energia rinnovabile (dal tedesco Erneuerbare-Energien-Gesetz).

Energia rinnovabile: Energia proveniente da risorse rinnovabili, che si ricostituiscono in modo naturale nel corso del ciclo della vita umana, come la luce solare, il vento, la biomassa e il calore geotermico.

Fondi strutturali e d’investimento europei (Fondi SIE): I Fondi SIE sono costituiti da un gruppo di cinque fondi distinti, miranti a ridurre gli squilibri tra regioni dell’UE, con ambiti d’intervento fissati per il periodo di bilancio settennale previsto nel quadro finanziario pluriennale. Comprendono il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione (FC), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR): Fondo volto ad aiutare le aree rurali dell’UE a fronteggiare un’ampia gamma di sfide economiche, ambientali e sociali.

Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR): Fondo volto a rafforzare la coesione economica e sociale in seno all’Unione europea eliminando le principali disparità regionali. Questo obiettivo viene perseguito attraverso il sostegno finanziario alla realizzazione di infrastrutture e investimenti produttivi che creano occupazione, principalmente a favore delle imprese.

FV: Fotovoltaico

Gas a effetto serra (GES): Gas che fungono da cappa nell’atmosfera della Terra, intrappolando il calore e provocando il riscaldamento della superficie terrestre, tramite il fenomeno del cosiddetto “effetto serra”. I principali gas a effetto serra sono il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4), l’ossido di azoto (N2O) e i gas fluorurati (HFC, PFC, SF6 e NF3).

Impronta di carbonio: La quantità di gas a effetto serra emessi nell’atmosfera durante il ciclo di vita di un prodotto o di un’attività. È espressa in termini di equivalente-biossido di carbonio (CO2 equivalente, CO2e)

Leader: Metodo di sviluppo gestito dalle comunità locali per la mobilitazione e lo sviluppo delle comunità rurali attraverso i partenariati pubblico-privato (gruppi di azione locale). Si tratta di un acronimo francese per Liaison Entre Actions de Développement de l’Economie Rurale che significa collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia rurale.

LIFE: Dal francese L’Instrument Financier pour l’Environnement. È lo strumento finanziario dell’UE che sostiene i progetti ambientali, di salvaguardia della natura e di azione per il clima in tutta l’UE.

Meccanismo di verifica per le aree rurali: La verifica per le aree rurali mira a comprendere gli impatti dell’intervento delle politiche pubbliche e ad assicurare esiti giusti ed equi per le aree rurali. Concerne il trovare i modi migliori di realizzare le politiche nelle zone rurali.

Orizzonte 2020: Programma di ricerca e di innovazione adottato dall’UE per il periodo 2014-2020.

PANER: Piani di azione nazionali per le energie rinnovabili, in conformità dell’articolo 4 della direttiva sulle energie rinnovabili (“DER”).

Periodo di programmazione: Periodo dedicato all’attuazione della politica di sviluppo rurale, coincidente con il quadro finanziario pluriennale dell’UE. L’attuale periodo di programmazione è il 2014-2020 e fa seguito al periodo di programmazione 2007-2013.

PMI: Piccole e medie imprese

Politica agricola comune (PAC): L’insieme di norme e pratiche adottate dall’Unione europea per fornire una politica unificata comune in materia di agricoltura e sviluppo rurale.

Premi per l’energia immessa in rete (feed-in premiums, FIP), detti anche “premi di riacquisto”: Regime di sostegno nell’ambito del quale l’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili è solitamente venduta sul mercato dell’energia elettrica ed i produttori ricevono un premio, oltre al prezzo di mercato dell’energia da essi prodotta. Detti premi possono essere fissi (ossia ad un livello costante, che prescinde dai prezzi di mercato) o variabili (ossia con livelli variabili, a seconda dell’evoluzione dei prezzi di mercato).

Programma di sviluppo rurale (PSR): Documento di programmazione preparato da uno Stato membro o da una regione e approvato dalla Commissione per pianificare e monitorare l’attuazione della politica di sviluppo rurale a livello regionale o nazionale.

Proposta DER II: Proposta della Commissione europea, del 30.11.2016, per una direttiva sulle energie rinnovabili nel periodo 2021-2030.

Quadro comune per il monitoraggio e la valutazione (QCMV): Quadro per il monitoraggio e la valutazione dello sviluppo rurale a livello dell’UE nel periodo di programmazione 2007-2013. Per il periodo di programmazione 2014-2020 riguarda entrambi i pilastri della PAC (FEASR e FEAGA).

Quadro finanziario pluriennale (QFP): Piano di spesa pluriennale dell’UE che traduce in termini finanziari le priorità politiche della stessa. Si applica per un periodo di sette anni.

Sistema comune di monitoraggio e valutazione (SCMV): Fa parte del QCMV: le norme e procedure che si riferiscono allo sviluppo rurale (secondo pilastro della PAC).

Tariffe per l’energia immessa in rete (feed-in tariffs, FIT), dette anche “tariffe di riacquisto”: Regime di sostegno nell’ambito del quale ai produttori di energia da fonti rinnovabili vengono corrisposti prezzi fissi per ciascuna unità di energia elettrica prodotta ed immessa nella rete elettrica. Il pagamento della tariffa di riacquisto è garantito per un certo periodo di tempo, spesso collegato alla vita utile del rispettivo progetto di energia da fonti rinnovabili (solitamente tra i 10 e i 25 anni).

Teleriscaldamento o teleraffrescamento: La distribuzione di energia termica in forma di vapore, acqua calda o liquidi refrigerati, da una fonte centrale di produzione verso una pluralità di edifici o di siti tramite una rete, per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi o di processi.

Trilogo: Riunione tripartita tra rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione per esaminare proposte legislative. La finalità di tali riunioni è raggiungere un accordo su un pacchetto di emendamenti che sia accettabile sia per il Consiglio che per il Parlamento. La Commissione svolge il ruolo di mediatore al fine di facilitare il raggiungimento di un accordo fra i co-legislatori.

Unità di misura dell’energia

  • tep: la tonnellata equivalente petrolio è la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo e vale circa 42 GJ.
    ktep: mille tonnellate (una chilo-tonnellata) di equivalente petrolio
    Mtep: un milione di tonnellate di equivalente petrolio
  • kW: chilowatt
  • MWh/kWh: megawattora/chilowattora

Uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura (LULUCF): Settore-inventario dei gas a effetto serra: comprende le emissioni e l’assorbimento di gas a effetto serra risultanti da uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura provocati direttamente dall’uomo. Come per altri settori economici, l’uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura incidono sul ciclo globale del carbonio. Le attività ricomprese nell’uso del suolo, nei cambiamenti di uso del suolo e nella silvicoltura possono aggiungere gas serra all’atmosfera, o assorbirli da essa, incidendo sui cambiamenti climatici in modo negativo (ad esempio, deforestazione) o positivo (ad esempio, imboschimento e rimboschimento).

“Valutazione dello stato di salute” della PAC: Nel 2009, le varie componenti della PAC sono state esaminate e adattate al fine di orientare tale politica verso uno sviluppo equilibrato e rispettoso dell’ambiente. Questo aggiustamento è noto come “valutazione dello stato di salute” (della PAC).

Note di chiusura

1 La bioenergia è l’energia prodotta dalla biomassa. La biomassa è la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura, comprendente sostanze vegetali e animali, dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti, compresi i rifiuti industriali e urbani di origine biologica.

2 L’articolo 2, lettera a), della direttiva sulle energie rinnovabili (DER) definisce l’energia da fonti rinnovabili come segue: “a) «energia da fonti rinnovabili»: energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas;”.

3 Eurostat, Simplified energy balances – annual data [nrg_100a], ultimo aggiornamento: 8.6.2017 (http://ec.europa.eu/eurostat/web/energy/data/database).

4 Eurostat, Agri-environmental indicator – renewable energy production. Dati di marzo 2013 (aggiornamento dell’articolo previsto per: dicembre 2018) (http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Archive:Agri-environmental_indicator_-_renewable_energy_production).

5 Proposta dalla Commissione nel gennaio 2008 ed adottata dal Parlamento europeo nel dicembre 2008 e dal Consiglio nell’aprile 2009; per dettagli, cfr. EURLex – Procedimento 2008/0016/COD http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/HIS/?uri=CELEX:32009L0028&qid=1464183881140.

6 Articolo 3, paragrafo 1, della direttiva sulle energie rinnovabili (DER).

7 Allegato I della DER.

8 Articoli 22 e 23 della DER.

9 Conclusioni del Consiglio europeo del 23-24 ottobre 2014 (EUCO 169/14).

10 Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (rifusione), COM(2016) 767 final del 23.2.2017.

11 Commissione europea, proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla governance dell’Unione dell’energia, COM(2016) 759 final del 30.11.2016 (https://ec.europa.eu/energy/en/news/commission-proposes-new-rules-consumer-centred-clean-energy-transition).

12 Eurostat, “Produzione e importazioni di energia” (http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Energy_production_and_imports/it).

13 “Relazione sui progressi compiuti in materia di energie rinnovabili”, COM(2017) 57 definitivo dell’1.2.2017, pagg. 4 e 9.

14 Cfr. M. Herczeg, Renewable energy support schemes in Europe, Copenhagen Resource Institute”, 2012 e C. Fruhmann, A. Tuerk, Renewable Energy Support Policies in Europe, Climate Policy Info Hub, 3.11.2014 (http://climatepolicyinfohub.eu/renewable-energy-support-policies-europe).

15 Cfr. Future of Rural Energy in Europe (FREE)– Funding tool (http://www.rural-energy.eu/en_GB/funding) e Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, “Guida rapida alle opportunità di finanziamento per lo Sviluppo energetico Locale (2014-2020)”, Bruxelles, 2016 (http://www.pattodeisindaci.eu/support/funding-instruments_it.html).

16 Ecofys, Subsidies and costs of EU energy, 2014 (http://ec.europa.eu/energy/en/content/final-report-ecofys).

17 Cfr. considerando (1) della DER e considerando (2) della proposta DER II.

18 Decisione 2006/144/CE del Consiglio, del 20 febbraio 2006, relativa agli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale (periodo di programmazione 2007-2013) (GU L 55 del 25.2.2006, pag. 20), modificata dalla decisione 2009/61/CE del Consiglio del 19 gennaio 2009 (GU L 30 del 31.1.2009, pag. 112). Cfr. punti 3.1, 3.2, 3.3 e 3.4.bis.

19 Cfr. considerando (22) e 23 del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (GU L 277 del 21.10.2005, pag. 1).

20 Le altre “nuove sfide” erano: i cambiamenti climatici, la gestione delle risorse idriche, la biodiversità, la ristrutturazione del settore lattiero-caseario e la banda larga”.

21 Cfr. “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, COM(2010) 2020 definitivo del 3.3.2010.

22 Cfr. articolo 5 del regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 487).

23 OCSE, Linking Renewable Energy to Rural Development, OECD Green Growth Studies, OECD Publishing, 2012, (http://dx.doi.org/10.1787/9789264180444-en).

24 OCSE, Linking Renewable Energy to Rural Development, OECD Green Growth Studies, OECD Publishing, 2012, (http://dx.doi.org/10.1787/9789264180444-en).

International Energy Agency – Renewable Energy Technology Deployment platform (IEA RETD), Revitalisation of local economy by development of renewable energy: good practices and case studies (REvLOCAL), Utrecht, 2016 (http://iea-retd.org/archives/publications/revlocal).

B. Pedroli e H. Langeveld (a cura di), Impacts of Renewable Energy on European Farmers – Creating Benefits for Farmers and Society, AGRI-2010-EVAL-03, relazione finale per la direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione europea, 5.12.2011 (https://ec.europa.eu/agriculture/external-studies/renewable-energy-impacts_it).

Documento di lavoro dei servizi della Commissione, REFIT evaluation of the Directive 2009/28/EC of the European Parliament and of the Council, SWD(2016) 416 final del 30.11.2016. pag. 54 (http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:52016SC0416).

25 OCSE, Linking Renewable Energy to Rural Development, OECD Publishing, Parigi, 2012, pagg. 18-19 (http://dx.doi.org/10.1787/9789264180444-en).

26 Cfr. Bioenergy and rural development in Europe: Policy recommendations from the TRIBORN research and stakeholder consultations, 2014-17 Nordregio Policy Brief 3, 2017 (http://www.nordregio.se/en/Publications/Publications-2017/Bioenergy-and-rural-development-in-Europe-Policy-recommendations-from-the-TRIBORN-research-and-stakeholder-consultations-2014-17/).

27 B. Pedroli e H. Langeveld (a cura di), Impacts of Renewable Energy on European Farmers – Creating Benefits for Farmers and Society, AGRI-2010-EVAL-03, relazione finale per la direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione europea, 5.12.2011 (https://ec.europa.eu/agriculture/external-studies/renewable-energy-impacts_it).

Parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE) sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (rifusione) [COM(2016) 767 final – 2016/0382 (COD)], paragrafo 2.9 (https://webapi.eesc.europa.eu/documentsanonymous/eesc-2016-06926-00-00-ac-tra-it.docx).

28 Commissione europea, “Dichiarazione di Cork 2.0 – Una vita migliore nelle aree rurali” (https://enrd.ec.europa.eu/sites/enrd/files/cork-declaration_it.pdf).

29 DEFRA, Rural proofing – Practical guidance to assess impacts of policies on rural areas, marzo 2017 (https://www.gov.uk/government/publications/rural-proofing).

30 Commissione europea, proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla governance dell’Unione dell’energia, COM(2016) 759 final del 30.11.2016 (https://ec.europa.eu/energy/en/news/commission-proposes-new-rules-consumer-centred-clean-energy-transition).

31 Articoli 21 e 22 della proposta DER II.

32 Quali raccolti agricoli (ad esempio, semi di colza, mais, miscanto), rifiuti provenienti dalla produzione agricola, dall’allevamento e dal settore del legno (ad esempio, legname in tronchi, legname da potatura o diradamento, scarti delle industrie di lavorazione del legno).

33 Compresi particolato (PM) e benzo[a]pirene (BaP).

34 IPCC, Special Report on Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, 2011.

Agenzia europea dell’ambiente, Opinion of the EEA Scientific Committee on Greenhouse Gas Accounting in Relation to Bioenergy, 15.9.2011, pag. 4.

Nordregio, Bioenergy and rural development in Europe: Policy recommendations from the TRIBORN research and stakeholder consultations, 2014-171, Nordregio Policy Brief 2017:3, maggio 2017, pag. 5.

Agenzia europea dell’ambiente, Air quality in Europe – 2016 report, 2016.

European Academies’ Science Advisory Council, Multi-functionality and sustainability in the European Union’s forests, 2017.

T.D. Searchinger, T. Beringer, A. Strong, Does the world have low-carbon bioenergy potential from the dedicated use of land?, 2017.

D. Brack, Woody Biomass for Power and Heat Impacts on the Global Climate, Chatham House, 23.2.2017.

IEA Bioenergy, Response to Chatham House report “Woody Biomass for Power and Heat: Impacts on the Global Climate”, 13.3.2017.

35 I rischi sono stati individuati basandosi principalmente sui seguenti documenti della Commissione:

  • Documento di lavoro dei servizi della Commissione, State of play on the sustainability of solid and gaseous biomass used for electricity, heating and cooling in the EU, SWD(2014) 259 final del 28.7.2014.
  • Documento di lavoro dei servizi della Commissione, Impact assessment: Sustainability of Bioenergy., che correda la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (rifusione), SWD(2016) 418 final del 30.11.2016.

A tale procedura sono stati affiancate analisi di altri studi scientifici e documenti strategici.

36 Documento di lavoro dei servizi della Commissione, Impact assessment: Sustainability of Bioenergy., SWD(2016) 418 final del 30.11.2016, che correda la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (rifusione), SWD(2016) 418 final del 30.11.2016.

37 K. Schaubach, M. Lauer, Bioenergy Development in Germany and implications of the 2017 Renewable Energy Act, Bundesministerium für Wirtschaft und Energie, 4.4.2017.

38 ADEME, Benchmark des stratégies européennes des filières de production et de valorisation de biogaz, ottobre 2014.

39 Scientific Advisory Board on Agriculture Policy at the Federal Ministry of Food, Agriculture and Consumer Protection (http://www.bmel.de/SharedDocs/Downloads/EN/Ministry/Biogas-EEG.pdf).

40 Decreto ministeriale 6 luglio 2012 – Incentivi per energia da fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche; cfr. Eurobserv’ER, Biogas barometer 2014 (https://www.eurobserv-er.org/biogas-barometer-2014).

41 Direttiva sulle energie rinnovabili (DER) e direttiva 2009/30/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, che modifica la direttiva 98/70/CE (“direttiva sulla qualità dei carburanti”) (GU L 140 del 5.6.2009, pag. 88). Nel 2015, è stata introdotta una modifica a queste direttive, allo scopo di affrontare la questione del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (ILUC) causato dalla produzione di biocarburanti da colture alimentari.

42 Relazione speciale n. 18/2016 della Corte, “Il sistema dell’UE per la certificazione dei biocarburanti sostenibili, paragrafi 10 e 11 (http://eca.europa.eu).

43 Proposta RED II come pubblicata il 30 novembre 2016, con un corrigendum del 23 febbraio 2017.

44 Percentuali calcolate dagli auditor della Corte sulla base dei dati dell’AEBIOM. Cfr. AEBIOM, Statistical report 2016, pagg. 121 e 147.

45 Commissione europea (SFC), 12 ottobre 2017.

46 Ibidem.

47 Ibidem.

48 Articolo 27, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).

49 Relazione speciale n. 16/2017 della Corte, “Programmazione dello sviluppo rurale: occorrono minore complessità e maggiore focalizzazione sui risultati”, paragrafi 25-29 (http://eca.europa.eu).

50 Le misure forestali a titolo del FEASR riguardano vari aspetti della gestione delle foreste (in genere miranti a promuovere la gestione sostenibile delle foreste ed il ruolo multifunzionale delle stesse) nonché ad attività connesse al settore agricolo e silvicolo. Le foreste sono una delle principali fonti di biomassa, uno dei più importanti tipi di energia da fonti rinnovabili nelle aree rurali. Le misure forestali incentivano, tra l’altro, la produzione e la vendita dell’energia da legno. Il loro effetto, in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili, è quindi solo parziale.

51 Tutti gli Stati membri visitati, ad eccezione della Lituania.

52 Relazione speciale n. 6/2014 della Corte, “Il sostegno dei fondi della politica di coesione alla produzione di energia da fonti rinnovabili ha ottenuto buoni risultati?”, paragrafi 28 e 29 (http://eca.europa.eu).

53 Cfr. relazione speciale n. 16/2017 della Corte, paragrafi 89-92.

54 A maggio 2017, la Commissione ha confermato che erano ancora pendenti tre valutazioni ex post: Bulgaria, Romania e Spagna (Galicia).

55 L’SCMV, istituito dagli articoli 67 e 68 del regolamento (UE) n. 1305/2013 e dall’articolo 14 e gli allegati IV, V e VI del regolamento (UE) n. 808/2014, ha sostituito il QCMV del periodo di programmazione 2007-2013.

56 Danimarca, Estonia, Germania (Renania settentrionale-Vestfalia), Italia (Sicilia, Valle d’Aosta), Lituania, Spagna (intero paese, Catalogna e Murcia), Regno Unito (Scozia).

57 Relazione speciale n. 16/2017 della Corte, paragrafi 50 e 51.

58 Relazione speciale n. 16/2017 della Corte, paragrafi 23 e 24.

59 Cfr. articolo 49 del regolamento (UE) n. 1305/2013.

60 DG AGRI, Draft Guidelines on eligibility conditions and selection criteria for the programming period 2014-2020, marzo 2014.

61 Tutti gli Stati membri visitati, ad eccezione della Bulgaria, avevano utilizzato criteri pertinenti.

62 DG ENER, Mid-term evaluation of the Renewable Energy Directive for the European Commission, aprile 2015, pag. 38.

63 T16 – Investimenti totali nella produzione di energia da fonti rinnovabili, R15 – Energie rinnovabili prodotte dai progetti sovvenzionati.

64 Cfr. relazione speciale n. 16/2017, raccomandazioni 3 e 4.

65 Commissione europea, Draft Guidelines on eligibility conditions and selection criteria for the programming period 2014 – 2020 e FAQs. Selection criteria (https://enrd.ec.europa.eu/news-events/events/enrd-workshop-selection-criteria-towards-more-performant-rd-policy_it).

66 DER e Direttiva 2009/30/CE. Nel 2015, è stata introdotta una modifica a queste direttive, allo scopo di affrontare la questione del cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (ILUC) causato dalla produzione di biocarburanti da colture alimentari.

67 Le statistiche sul consumo di biomassa solida mostrano che i consumi residenziali (escludendo i pellet) rappresentano da soli il 39 % del consumo totale di biomassa solida. A questa cifra bisogna aggiungere una percentuale del consumo di “pellet” (ricordando che il 65 % del consumo di pellet di legno proviene dagli impianti di riscaldamento residenziali) e di “altri biocombustibili solidi (uso su scala ridotta di trucioli di legno, liscivio nero ecc.)” che non avviene in ambito industriale.

68 A livello UE, non si conosce né il numero né le dimensioni degli impianti elettrici che utilizzano biomassa solida (in particolare per quanto riguarda gli impianti che usano pellet e altri biocombustibili solidi (uso su scala ridotta di trucioli di legno, liscivio nero ecc.)”; esistono invece alcuni dati relativi agli impianti che utilizzano trucioli di legno. Gli impianti che utilizzano trucioli di legno oltre 20 MW rappresentano, secondo la relazione integrale AEBIOM 2016, il 16 % del numero totale di impianti che utilizzano tale materiale come materia prima: questi impianti, da soli, consumano il 75 % della biomassa da trucioli di legno.

69 Percentuale calcolata dagli auditor della Corte sulla base dei dati dell’AEBIOM. Cfr. AEBIOM, Statistical report 2016, pag. 68.

70 Le informazioni disponibili sul numero e la capacità degli impianti a biogas nell’UE sono molto limitate. La relazione statistica dell’EBA 2016 (pag. 8) fornisce una cifra media di 450 kW per la capacità elettrica degli impianti alimentati da materie prime di origine agricola.

71 L’ACV è uno strumento per la valutazione sistematica degli aspetti ambientali di un prodotto o di un sistema di servizi durante tutte le fasi del ciclo di vita. Purtroppo i metodi di ACV non sono in grado di caratterizzare adeguatamente gli effetti dell’uso dei terreni.

72 LULUCF sta per “Uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura”; per ulteriori spiegazioni cfr. glossario.

73 COM(2016) 479 final e SWD(2016) 249 final.

74 http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Agri-environmental_indicator_-_renewable_energy_production.

75 Impact assessment, SWD(2016) 418 final.

76 L’articolo 17, paragrafo 6, della DER prevede che gli obblighi di condizionalità si applichino ai terreni agricoli utilizzati per la produzione di biocarburanti e di bioliquidi. Alcuni di questi obblighi riguardano la protezione del suolo, il mantenimento dei livelli di sostanza organica e la struttura del suolo, le modalità per evitare il deterioramento degli habitat e la gestione delle risorse idriche.

77 Percentuali calcolate dagli auditor della Corte sulla base dei dati dell’AEBIOM. Cfr. AEBIOM, Statistical report 2016, pagg. 121 e 147.

 

1 http://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:1bdc63bd-b7e9-11e6-9e3c-01aa75ed71a1.0001.02/DOC_1&format=PDF

2 http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52016SC0249&from=EN

3 http://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52016SC0249&from=EN

Evento Data
Adozione del piano di indagine (APM) / Inizio dell’audit 10.11.2016
Trasmissione ufficiale del progetto di relazione alla Commissione (o ad altra entità sottoposta ad audit) 13.11.2017
Adozione della relazione finale dopo la procedura del contraddittorio 10.1.2018
Ricezione, in tutte le lingue, delle risposte ufficiali della Commissione (o di altra entità sottoposta ad audit) 7.2.2018

Équipe di audit

Le relazioni speciali della Corte dei conti europea illustrano le risultanze degli audit espletati su politiche e programmi dell’UE o su temi relativi alla gestione concernenti specifici settori di bilancio. La Corte seleziona e pianifica detti compiti di audit in modo da massimizzarne l’impatto, tenendo conto dei rischi per la performance o la conformità, del livello delle entrate o delle spese, dei futuri sviluppi e dell’interesse pubblico e politico.

Il presente controllo di gestione è stato espletato dalla Sezione di audit I, presieduta da Phil Wynn Owen, Membro della Corte, la quale è specializzata nell’uso sostenibile delle risorse naturali. L’audit è stato diretto da Samo Jereb, Membro della Corte, coadiuvato da: Jerneja Vrabic, attaché di Gabinetto; Michael Bain, primo manager; Ramona Bortnowschi e Els Brems, nucleo principale dell’équipe di audit; Roussalia Nikolova, Anžela Poliulianaitė, Maria Eulàlia Reverté i Casas, Frédéric Soblet, Pekka Ulander e Jolanta Žemailaitė, auditor. Miroslava Chakalova-Siddy e Richard Moore hanno fornito assistenza linguistica e Terje Teppan-Niesen ha svolto mansioni di segreteria.

Per contattare la Corte

CORTE DEI CONTI EUROPEA
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Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2018

PDFISBN 978-92-872-9234-6ISSN 1977-5709doi:10.2865/185202QJ-AB-18-002-IT-N
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