Presentazione delle relazioni annuali della Corte dei conti europea sull’esercizio 2015

SINTESI: La Corte dei conti europea, custode delle finanze dell’Unione, è l’istituzione di controllo indipendente dell’UE. Il presente documento espone in sintesi le principali constatazioni e conclusioni delle relazioni annuali della Corte dei conti europea sul bilancio dell’UE e sui Fondi europei di sviluppo concernenti l’esercizio finanziario 2015. Oggetto del documento sono l’affidabilità dei conti, la regolarità delle entrate e delle spese e i risultati ottenuti attraverso le risorse di bilancio dell’UE. La versione integrale delle relazioni è pubblicata sul sito Internet della Corte (www.eca.europa.eu) e nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

La presente pubblicazione è disponibile in 23 lingue e nei seguenti formati:
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Prefazione del presidente

La sintesi dell’audit dell’UE per il 2015 presenta le principali constatazioni delle relazioni annuali della Corte dei conti europea sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio 2015 e sulle attività finanziate dai Fondi europei di sviluppo. Tale sintesi presenta una panoramica della gestione finanziaria dell’UE nel corso dell’anno, nonché i nostri suggerimenti su come migliorarla. Così facendo, aiutiamo il Parlamento europeo e il Consiglio ad analizzare come vengono utilizzati i fondi UE.

Durante l’esercizio finanziario 2015, il bilancio dell’UE è stato sottoposto ad una notevole pressione in quanto gli Stati membri e le istituzioni dell’UE, oltre a continuare a finanziare le attività dell’UE in corso nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, hanno cercato di affrontare la crisi dei rifugiati e di promuovere maggiori investimenti nell’economia.

Il nostro lavoro di audit copre i diversi e spesso complessi regimi relativi alle entrate e alle spese a tutti i livelli delle amministrazioni UE, nazionali e regionali, fino al singolo beneficiario. Forniamo una dichiarazione concernente l’affidabilità dei conti e la regolarità delle operazioni sottostanti, evidenziando inoltre le aree nelle quali il rischio che i fondi UE siano spesi indebitamente è più elevato. Riferiamo inoltre sul quadro utilizzato dalla Commissione per gestire la performance dei fondi UE.

Come per gli esercizi precedenti, concludiamo che i conti dell’UE relativi al 2015 sono affidabili, ma che la spesa continua ad essere inficiata da un livello rilevante di irregolarità («errore»). Il livello di errore complessivo stimato dalla Corte per il 2015 è del 3,8 %, il che rappresenta un miglioramento rispetto agli ultimi anni ma è ancora nettamente al di sopra della soglia di rilevanza del 2 % stabilita dalla Corte.

Dalla nostra analisi emerge che i regimi di sovvenzioni basati sul rimborso dei costi sostenuti dai beneficiari tendono a presentare un livello di errore maggiore rispetto ai regimi basati sui diritti acquisiti. Abbiamo inoltre attirato l’attenzione sui rischi per la gestione finanziaria insiti nel fornire sostegno finanziario tramite prestiti, garanzie o investimenti azionari attingendo direttamente o indirettamente al bilancio dell’UE.

Le informazioni presentate dalla Corte sulla gestione della performance dell’UE evidenziano nuovamente la necessità di stabilire un legame più chiaro tra le nuove priorità politiche dell’UE, gli attuali obiettivi strategici e le attività effettivamente finanziate dall’UE. La relazione annuale di quest’anno si concentra sulla gestione della performance relativamente alla spesa per la ricerca e l’innovazione.

Infine, la presente relazione contiene le raccomandazioni della Corte su come ridurre gli errori e migliorare la performance globale del bilancio dell’UE. La revisione intermedia della Commissione sui piani di spesa dell’UE per il periodo 2014-2020 rappresenta ora un’opportunità per compiere reali progressi nella semplificazione delle norme relative ai regimi di spesa e nel rendere il bilancio più flessibile e più mirato al conseguimento dei risultati più importanti per i cittadini.

Vítor Manuel da SILVA CALDEIRA

Presidente della Corte dei conti europea

Risultanze complessive

Principali risultanze e messaggi

Sintesi della dichiarazione di affidabilità relativa all’esercizio 2015

La Corte dei conti europea formula un giudizio positivo sull’affidabilità dei conti dell’Unione europea relativi all’esercizio 2015.

Le entrate dell’esercizio 2015 sono, nel complesso, legittime e regolari.

I pagamenti relativi al 2015 sono inficiati da un livello di errore rilevante. La Corte formula pertanto un giudizio negativo sulla legittimità e regolarità degli stessi.

Per il testo integrale della dichiarazione di affidabilità, consultare il capitolo 1 della relazione annuale sull’esercizio finanziario 2015.

  • I conti dell’UE per il 2015 sono stati preparati nel rispetto dei principi internazionali e forniscono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, un’immagine fedele e veritiera. La Corte ha dunque potuto esprimere nuovamente un giudizio positivo sull’affidabilità degli stessi; ha invece espresso un giudizio negativo sulla regolarità dei pagamenti.
  • Il livello di errore stimato, che misura il livello di irregolarità, ammonta per i pagamenti 2015 al 3,8 %. Tale percentuale rappresenta un miglioramento rispetto agli ultimi anni, ma rimane ancora nettamente al di sopra della soglia di rilevanza del 2 %.
  • La modalità di gestione ha un impatto limitato sul livello di errore. È stato nuovamente riscontrato un livello di errore stimato quasi identico per la spesa gestita direttamente dalla Commissione (3,9 %) e per quella soggetta a gestione concorrente con gli Stati membri (4,0 %). I livelli di errore stimati più elevati riguardano ancora la spesa a titolo delle rubriche «Coesione economica, sociale e territoriale» (5,2 %) e «Competitività per la crescita e l’occupazione» (4,4 %). La spesa amministrativa ha registrato il più basso livello di errore stimato (0,6 %).
  • I diversi profili di rischio tra i regimi di rimborso (in virtù dei quali l’UE rimborsa i costi ammissibili sostenuti per attività ammissibili sulla base di dichiarazioni di spesa redatte dai beneficiari) e i regimi legati a diritti acquisiti (nell’ambito dei quali i pagamenti non sono effettuati a titolo di rimborso dei costi ma sono subordinati al soddisfacimento di determinate condizioni) hanno continuato ad avere una notevole influenza sul livello di errori nei diversi settori di spesa. Il rimborso delle spese è associato ad un livello di errore nettamente superiore (5,2 %) rispetto alla spesa basata sui diritti acquisiti (1,9 %).
  • Le azioni correttive intraprese dalle autorità degli Stati membri e dalla Commissione hanno avuto un impatto positivo sul livello di errore stimato. Senza questi interventi, il livello di errore complessivo stimato dalla Corte sarebbe stato del 4,3 %. Sebbene la Commissione abbia adottato misure volte a migliorare la propria valutazione del rischio e l’impatto delle azioni correttive, rimangono margini di miglioramento.
  • Se la Commissione, le autorità degli Stati membri o i revisori indipendenti avessero fatto uso di tutte le informazioni a loro disposizione, avrebbero potuto prevenire, o rilevare e correggere, una parte significativa degli errori prima dell’esecuzione dei relativi pagamenti.
  • Il livello degli importi da pagare nell’esercizio corrente e in quelli futuri rimane molto alto. La Commissione, tuttavia, non ha prodotto una previsione sui flussi di cassa che abbracci i prossimi sette-dieci esercizi. Tale previsione consentirebbe alle parti interessate di prevedere anticipatamente i futuri obblighi di pagamento e le priorità di bilancio future.
  • L’utilizzo crescente di strumenti finanziari, non finanziati direttamente dal bilancio dell’UE né sottoposti all’audit della Corte, comporta rischi più elevati per quanto riguarda la rendicontazione e il coordinamento delle politiche e operazioni dell’UE.
  • Sono stati registrati progressi per quanto riguarda gli indicatori utilizzati dalla Commissione per misurare la performance, ma permangono alcune carenze. Inoltre, gli obiettivi di gestione devono essere definiti meglio a livello delle direzioni generali della Commissione.
  • È stato riscontrato che nell’ambito di Orizzonte 2020, sebbene vi siano stati miglioramenti rispetto al settimo programma quadro, la capacità della Commissione di monitorare e riferire sulla performance del programma è ancora limitata. È necessario chiarire ulteriormente i legami tra le dieci nuove priorità politiche della Commissione e il quadro strategico Europa 2020/Orizzonte 2020. Questa mancanza di chiarezza potrebbe inficiare anche altre attività dell’UE.
  • Nonostante vi sia, complessivamente, un ragionevole livello di consapevolezza per quanto riguarda le raccomandazioni della Corte agli Stati membri, il seguito formale dato varia notevolmente, e di conseguenza vi sono pochi elementi che attestano l’introduzione di modifiche nelle politiche e prassi nazionali.
Il testo integrale delle relazioni annuali della Corte sul bilancio dell’UE per l’esercizio 2015 e sulle attività finanziate dall’ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo è consultabile cliccando qui.

Chi siamo

La Corte dei conti europea è il revisore esterno dell’UE. In virtù dell’articolo 287 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, è tenuta a presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una dichiarazione concernente l’affidabilità dei conti e la legittimità e la regolarità delle operazioni sottostanti. La Corte è indipendente dalle istituzioni e dagli organismi che controlla.

Cosa abbiamo controllato

Bilancio dell’UE

La spesa di bilancio dell’UE è un importante strumento per conseguire gli obiettivi delle politiche dell’Unione. Ogni anno la Corte controlla le entrate e le spese del bilancio UE e formula un giudizio sull’affidabilità dei conti annuali e sulla misura in cui le operazioni relative alle entrate e alle spese rispettano la normativa applicabile.

Nel 2015 la spesa è ammontata in totale a 145,2 miliardi di euro, ovvero a circa 285 euro per ogni cittadino. Tale somma rappresenta il 2,1 % della spesa pubblica totale degli Stati membri dell’UE.

Il bilancio UE è approvato ogni anno — nell’ambito di quadri finanziari settennali — dal Parlamento europeo e dal Consiglio. È, in primo luogo, responsabilità della Commissione fare in modo che la dotazione di bilancio sia spesa in maniera appropriata. L’80 % circa del bilancio è speso nell’ambito della cosiddetta «gestione concorrente», in virtù della quale i singoli Stati membri distribuiscono i fondi e gestiscono la spesa conformemente al diritto dell’UE (ad esempio, nel caso della spesa per le rubriche «Coesione economica, sociale e territoriale» e «Risorse naturali»).

Da dove provengono i fondi?

Il bilancio dell’UE è finanziato con vari mezzi. Il principale contributo (94,0 miliardi di euro), versato dagli Stati membri, è basato sul reddito nazionale lordo di questi ultimi. Altre fonti comprendono i pagamenti degli Stati membri basati sui diritti agricoli e doganali (18,7 miliardi di euro), nonché sull’imposta sul valore aggiunto da questi riscossa (18,3 miliardi di euro).

Per cosa vengono spesi i fondi?

La dotazione annuale di bilancio dell’UE è utilizzata per un’ampia gamma di settori (cfr. grafico 1). I pagamenti vengono eseguiti a sostegno di varie attività, tra le quali l’agricoltura e lo sviluppo delle zone rurali ed urbane, i progetti di infrastrutture di trasporto, la ricerca, le azioni di formazione per i disoccupati, il sostegno ai paesi che desiderano aderire all’UE o gli aiuti ai paesi vicini e ai paesi in via di sviluppo.

Grafico 1

Spesa complessiva dell’UE nel 2015 (145,2 miliardi di euro)

La spesa dell’UE viene eseguita tramite due tipi di programmi di spesa, che comportano diversi scenari di rischio:

  • programmi di sostegno legati a diritti acquisiti, con pagamenti basati sul soddisfacimento di determinate condizioni: ad esempio, borse di studio e di ricerca (nell’ambito della spesa per la rubrica «Competitività»), aiuti diretti agli agricoltori (nell’ambito della rubrica «Risorse naturali»), sostegno diretto al bilancio (nell’ambito della rubrica «Ruolo mondiale dell’Europa») o salari e pensioni (nell’ambito della rubrica «Amministrazione»);
  • regimi di rimborso, nell’ambito dei quali l’UE rimborsa costi ammissibili per attività ammissibili. Tali regimi includono, ad esempio, progetti di ricerca (nell’ambito della spesa per la rubrica «Competitività»), programmi d’investimento in sviluppo regionale e rurale (nell’ambito delle rubriche «Coesione» e «Risorse naturali»), azioni formative (nell’ambito della rubrica «Coesione») e progetti di sviluppo (nell’ambito della rubrica «Ruolo mondiale dell’Europa»).

Cosa abbiamo riscontrato

I conti dell’UE forniscono un’immagine fedele e veritiera

I conti dell’UE per il 2015 sono stati preparati nel rispetto dei principi internazionali di contabilità per il settore pubblico e forniscono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, un’immagine fedele e veritiera dei risultati finanziari dell’UE per l’esercizio nonché delle attività e passività a fine esercizio. La Corte ha dunque potuto formulare un giudizio positivo sull’affidabilità dei conti («controfirmandoli»), così come avviene dal 2007.

Il livello di errore stimato è ancora nettamente al di sopra della soglia di rilevanza del 2 %

Un elemento fondamentale del lavoro di audit della Corte consiste nella verifica di campioni di operazioni estratte dall’insieme del bilancio dell’UE al fine di stimare in modo imparziale e rigoroso in che misura le entrate e i diversi settori di spesa siano inficiati da errori.

Il grafico 2 espone in sintesi i risultati per il 2015. Cliccare qui per ulteriori informazioni sull’approccio di audit della Corte e sul livello di errore stimato.

Grafico 2

Risultati per il 2015 delle verifiche delle operazioni per l’insieme del bilancio UE

Il livello di errore stimato si basa sugli errori quantificabili riscontrati nel campione statistico di operazioni verificate dalla Corte.

La Corte conclude che, per il 2015, le entrate sono state scevre da errori rilevanti.

Per l’insieme delle spese di bilancio, il livello di errore stimato dalla Corte, pari al 3,8 %, induce a formulare un giudizio negativo sulla regolarità delle spese (per la spiegazione del termine «regolarità», cliccare qui).

Le verifiche forniscono altresì le risultanze ottenute per ciascun settore di spesa, illustrate nel grafico 3.

Grafico 3

Risultati per il 2015 delle verifiche delle operazioni per i settori di spesa dell’UE

% Il livello di errore stimato si basa sugli errori quantificabili riscontrati nel corso del lavoro di audit, specie tramite la verifica di un campione di operazioni. Per estrarre detto campione e stimare il livello di errore, gli auditor della Corte usano tecniche statistiche standard (cfr. capitolo 1, allegato 1.1, della relazione annuale sull’esercizio 2015).

* Non vi è una valutazione specifica per quanto riguarda le spese relative alle rubriche del QFP n. 3 («Sicurezza e cittadinanza») e n. 6 («Compensazioni»), né per altre spese (strumenti speciali al di fuori del QFP 2014-2020 quali la riserva per gli aiuti d’urgenza, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, il Fondo di solidarietà dell’Unione europea e lo strumento di flessibilità). Il lavoro svolto in questi ambiti contribuisce tuttavia alla nostra conclusione globale sulla spesa per l’esercizio 2015.

** La differenza negli importi di cui al grafico 1 e al grafico 3 si verifica perché gli auditor della Corte esaminano le operazioni di pagamento quando la spesa è stata sostenuta, registrata ed approvata. Gli anticipi vengono esaminati solo quando i destinatari dei fondi giustificano l’uso fatto di tali fondi e il pagamento viene liquidato, oppure diviene recuperabile.

Analisi delle risultanze di audit

Il livello di errore stimato, che misura il livello di irregolarità nelle operazioni, per i pagamenti 2015 ammonta al 3,8 %, percentuale inferiore a quella per il 2014 (4,4 %) e a quella per il 2013 (4,5 %). Tale livello rappresenta un miglioramento rispetto agli ultimi anni, ma rimane ancora nettamente al di sopra della soglia di rilevanza del 2 % (cfr. grafico 4). Le risultanze di audit sono ampiamente in linea con quelle degli anni precedenti.

Grafico 4

Livello di errore stimato per l’insieme del bilancio UE: periodo 2013-2015

Note:

La Corte usa tecniche statistiche standard per stimare il livello di errore. Essa ritiene, con un grado di certezza del 95 %, che il livello di errore nella popolazione si collochi fra il limite inferiore e quello superiore dell’errore (per maggiori dettagli, cfr. capitolo 1, allegato 1.1, della relazione annuale sull’esercizio 2015).

A seguito di una modifica nel quadro giuridico della politica agricola comune nel 2015, la condizionalità non è più inclusa nella verifica delle operazioni. Gli errori relativi alla condizionalità sono stati presi in considerazione negli anni precedenti (cfr. il riquadro seguente sull’aggiornamento dell’approccio di audit della Corte).

L’aggiornamento dell’approccio di audit della Corte: esclusione degli errori relativi alla condizionalità nella rubrica n. 2 del QFP «Risorse naturali» a partire dal 2015

A seguito di una modifica nel quadro giuridico della politica agricola comune nel 2015, la condizionalità non è più inclusa nella verifica delle operazioni. Nel 2014, gli errori relativi alla condizionalità hanno inciso per 0,6 punti percentuali sul livello di errore globale stimato per la rubrica n. 2 del QFP, «Risorse naturali». L’incidenza annua di tali errori sul livello di errore globale stimato era compresa tra 0,1 e 0,2 punti percentuali per il periodo 2011-2014.

Errori, sprechi e frodi

Il livello di errore stimato dalla Corte nel bilancio dell’UE non misura la frode, l’inefficienza o gli sprechi. È una stima delle risorse finanziarie che non avrebbero dovuto essere erogate perché non utilizzate in conformità della normativa applicabile. Gli errori più comuni comprendono il rimborso di spese non ammissibili o di acquisti non effettuati in conformità con le norme in materia di appalti pubblici.

La frode è un atto d’inganno deliberato volto a ottenere un vantaggio. La Corte notifica i casi di presunta frode riscontrati nel corso del suo lavoro di audit all’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), che indaga e vi dà seguito, ove necessario, in cooperazione con le autorità degli Stati membri. Tra le circa 1 200 operazioni di cui ha esaminato la legittimità e regolarità nel corso degli audit relativi al 2015, la Corte ha rilevato 12 casi di frode presunta (nel 2014: 22) e li ha trasmessi all’OLAF. I casi più frequenti di presunta frode hanno riguardato i conflitti di interesse e la creazione artificiale di determinate condizioni per ottenere sovvenzioni, seguiti dalle dichiarazioni di spesa che non soddisfano i criteri di ammissibilità. Nel corso dell’anno, la Corte rileva inoltre casi di frode presunta durante lo svolgimento di audit non finalizzati alla dichiarazione di affidabilità.

Il grafico 5 mette a confronto i livelli di errore stimati tra il 2014 e il 2015, tenendo conto delle rubriche per i vari settori di spesa del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP). Vi è stato un notevole abbassamento del livello di errore stimato per le rubriche «Coesione economica, sociale e territoriale», «Competitività per la crescita e l’occupazione» e «Risorse naturali». Sono stati riscontrati livelli di errore leggermente più alti rispetto al 2014 per le rubriche «Ruolo mondiale dell’Europa» e «Amministrazione». La spesa amministrativa ha registrato il livello più basso di errore stimato (0,6 %) ed è risultata priva di errori rilevanti.

Grafico 5

Confronto tra i livelli di errore stimati per i settori di spesa dell’UE (2014-2015)

% Il livello di errore stimato si basa sugli errori quantificabili riscontrati nel corso del lavoro di audit, specie tramite la verifica di un campione di operazioni. Per estrarre detto campione e stimare il livello di errore, gli auditor della Corte usano tecniche statistiche standard (cfr. capitolo 1, allegato 1.1 della relazione annuale sull’esercizio 2015).

* A seguito di una modifica nel quadro giuridico della politica agricola comune nel 2015, la condizionalità non è più inclusa nella verifica delle operazioni. Nel 2014, gli errori relativi alla condizionalità hanno inciso per 0,6 punti percentuali sul livello di errore globale stimato per la rubrica n. 2 del QFP (3,6 %).

Il grafico 6 analizza, per ciascuna rubrica del QFP, l’incidenza di specifici settori di spesa sul livello complessivo di errore stimato. La spesa nell’ambito della rubrica «Coesione economica, sociale e territoriale» è la seconda, in termini di volume, del bilancio dell’UE e presenta il livello di errore stimato più alto. È quindi la rubrica che incide di più (per metà del totale) sul livello complessivo di errore stimato. La spesa in tale settore è quasi interamente costituita da rimborsi. Le spese non ammissibili nelle dichiarazioni di spesa dei beneficiari e la selezione di progetti, attività o beneficiari non ammissibili incidono per tre quarti sul livello di errore stimato per il 2015 per questo settore di spesa. Un settimo degli errori sono dovuti a violazioni delle norme sugli appalti pubblici.

Grafico 6

Ripartizione del livello di errore stimato complessivo per settore di spesa e tipo di errore (2015)

% Parte del livello di errore stimato complessivo, espressa in punti percentuali.

La spesa nell’ambito della rubrica «Risorse naturali» assorbe la maggior parte del bilancio UE e, dato il suo elevato livello di errore stimato per il 2015, incide inoltre in maniera significativa (quasi un terzo del totale) sul livello di errore stimato complessivo. Gran parte del livello di errore stimato in questo settore (oltre la metà) è legato a sovradichiarazioni di superfici agricole. Gli errori legati a beneficiari, attività o spese non ammissibili hanno inciso per un quinto. Il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) rappresenta oltre tre quarti della spesa nell’ambito della rubrica «Risorse naturali», ma è nettamente meno inficiato da errori (2,2 %) rispetto alla spesa per lo sviluppo rurale (5,3 %). Quest’ultimo settore è caratterizzato da livelli di errore più elevati nella spesa per investimenti; in questo contesto, le aziende agricole sono sovvenzionate mediante il rimborso di spese ammissibili.

Il livello di errore stimato nella spesa per la rubrica «Competitività per la crescita e l’occupazione» rimane relativamente più alto che negli altri settori di spesa. La maggior parte della spesa consiste in rimborsi e gli errori in questo ambito erano perlopiù legati al rimborso di costi indiretti e per il personale non ammissibili dichiarati dai beneficiari. Per quanto riguarda la rubrica «Ruolo mondiale dell’Europa», due terzi del livello di errore totale stimato sono legati all’accettazione, da parte della Commissione, di pagamenti per lavori, servizi o forniture mai eseguiti, insieme al rimborso di costi non ammissibili.

Ad incidere più di tutte le altre spese sul livello complessivo di errore stimato sono ancora una volta le spese che non soddisfacevano le condizioni necessarie per essere poste a carico dei progetti finanziati dall’UE (costi non ammissibili inclusi nelle dichiarazioni di spesa, che hanno rappresentato il 42 % del livello complessivo di errore stimato). Contribuiscono notevolmente al livello di errore stimato anche le dichiarazioni inesatte di superfici da parte degli agricoltori (19 %) e i progetti/attività o beneficiari non ammissibili (16 %). Gli errori gravi in materia di appalti pubblici (11 %) hanno inciso in misura nettamente inferiore rispetto al 2014 (cfr. grafico 7).

Grafico 7

Raffronto tra tipi di errore e loro incidenza sul livello di errore stimato complessivo (2014 e 2015)

% Parte del livello di errore stimato complessivo, espressa in punti percentuali.

* A seguito di una modifica nel quadro giuridico della politica agricola comune nel 2015, la condizionalità non è più inclusa nella verifica delle operazioni.

La spesa per rimborsi è stata quella maggiormente inficiata da errore

La correttezza del calcolo dei pagamenti ai destinatari dei fondi dipende spesso dalle informazioni fornite dai destinatari stessi. Ciò è particolarmente significativo nel settore delle attività a rimborso.

La spesa dell’UE, suddivisa per tipo di programma, contiene gli errori seguenti:

  • iI livello di errore stimato per i rimborsi è pari al 5,2 % (5,5 % per il 2014). Tra gli errori tipici in questo settore vi sono spese non ammissibili incluse nelle dichiarazioni di spesa, progetti, attività e beneficiari non ammissibili, nonché violazioni gravi delle norme sugli appalti pubblici;
  • per quanto riguarda la spesa per programmi di sostegno legati a diritti acquisiti, il livello di errore stimato è pari all’1,9 % (2,7 % per il 2014). Tra gli errori tipici vi sono lievi sovradichiarazioni di superfici agricole da parte degli agricoltori.

Dal grafico 8, basato sulle verifiche di audit svolte dalla Corte sulla spesa dell’UE nell’arco degli ultimi due anni, emerge chiaramente che quanto più sono complesse le informazioni richieste ai beneficiari, tanto più alto è il rischio di errore.

Grafico 8

Rapporto fra base di pagamento e livello di errore stimato nelle operazioni dell’UE (2014-2015)

1 I rimborsi per la rubrica «Ruolo mondiale dell’Europa» comprendono progetti finanziati da più donatori, che in pratica possiedono molte caratteristiche della spesa connessa all’acquisizione di determinati diritti e che presentano livelli di errore più bassi.

La modalità di gestione ha avuto un impatto limitato sul livello di errore

Per il 2015, come per l’anno precedente, è stato nuovamente riscontrato quasi lo stesso livello di errore stimato sia per la spesa gestita direttamente dalla Commissione (3,9 % nel 2015 e 4,6 % nel 2014) sia per quella soggetta a gestione concorrente con gli Stati membri (4,0 % nel 2015 e 4,6 % nel 2014).

Ad incidere sul livello di errore nei diversi ambiti di spesa sono i diversi profili di rischio del regime di rimborso e del regime di diritti acquisiti, più che la modalità di gestione (cfr. grafico 9). Il livello di errore stimato mostra una relazione molto più stretta con la base di pagamento che con la modalità di gestione. I livelli di errore più elevati per gli ultimi due esercizi sono stati riscontrati nelle rubriche «Competitività per la crescita e l’occupazione» (sottoposta alla gestione diretta della Commissione e a quella indiretta delle entità delegate) e «Coesione economica, sociale e territoriale» (sottoposta a gestione concorrente). In entrambi i settori di spesa prevalgono i regimi di rimborso.

Grafico 9

Livello di errore stimato medio, per modalità di gestione e per base di pagamento (2014 e 2015)

Spiegazione:

I due grafici presentano lo stesso ammontare della spesa.

Nel grafico in alto, la spesa è suddivisa in base alla modalità di gestione; si evince che gran parte della spesa operativa è sottoposta alla gestione concorrente.

Il grafico in basso rappresenta la spesa ripartita in funzione della base di pagamento; si deduce che la spesa per rimborsi è significativamente superiore a quella per diritti acquisiti.

La posizione delle barre indica il livello di errore stimato per ciascuna voce. Dal grafico emergono l’impatto limitato della modalità di gestione e l’incidenza significativa della base di pagamento.

Le azioni correttive hanno inciso sul livello di errore stimato

In caso di spese irregolari, e laddove gli errori nei pagamenti non siano stati rilevati in una fase antecedente del processo, gli Stati membri e la Commissione applicano misure correttive. I meccanismi applicati per effettuare e registrare un’azione correttiva sono complessi. Ogniqualvolta le misure correttive siano applicate prima del pagamento o prima del suo esame, la Corte cerca di tenerne conto. Verifica l’applicazione delle rettifiche (ad esempio, procedure di recupero presso i beneficiari e rettifiche a livello di progetto) e adegua all’occorrenza la quantificazione dell’errore. La Corte prende atto delle rettifiche operate dopo la notifica del suo audit, ma non crede che l’adozione di un’azione correttiva indotta dal proprio lavoro di audit sia rappresentativa dell’intera popolazione.

Se ai pagamenti 2015 da essa controllati non fossero state applicate tali misure correttive, il livello complessivo di errore stimato dalla Corte sarebbe stato del 4,3 %, anziché del 3,8 %.

Tuttavia, la Corte ha anche constatato quanto segue: se, per alcune operazioni inficiate da errore, la Commissione, le autorità degli Stati membri o i revisori indipendenti avessero fatto uso di tutte le informazioni a loro disposizione, avrebbero potuto prevenire, o rilevare e correggere anticipatamente, gli errori in questione. Sulla base delle operazioni comprese nei campioni utilizzati, ciò avrebbe potuto ridurre i livelli di errore stimati sia per la spesa a gestione concorrente sia per la spesa gestita direttamente dalla Commissione.

Ad esempio, l’utilizzo di tutte le informazioni disponibili avrebbe potuto ridurre il livello di errore di 3,2 punti percentuali nel settore di spesa sviluppo rurale, ambiente, azione per il clima e pesca (5,3 %), di 3,0 punti percentuali nel settore di spesa «Coesione economica, sociale e territoriale» (5,2 %) e di 0,9 punti percentuali per quanto riguarda la spesa nell’ambito dell’agricoltura — FEAGA (2,2 %). Per quanto riguarda i Fondi europei di sviluppo (FES), in gran parte gestiti direttamente dalla Commissione, il livello di errore stimato (3,8 %) avrebbe potuto essere ridotto di 1,7 punti percentuali.

Possibilità di ulteriori miglioramenti nella valutazione, da parte della Commissione, del rischio e dell’impatto delle azioni correttive

Ogni direzione generale della Commissione produce una relazione annuale di attività. Fornisce inoltre un resoconto del conseguimento dei principali obiettivi strategici (discussi di seguito) e una relazione sulla gestione presentata dal direttore generale ai commissari. Nel 2015 la Commissione ha semplificato la struttura delle relazioni annuali di attività e ha concesso ai direttori generali maggiore flessibilità quanto alla modalità di presentazione delle informazioni.

Come emerge dall’analisi del livello di errore stimato dalla Commissione («importo a rischio»), sono state adottate ulteriori misure per migliorare la quantificazione degli importi a rischio e la capacità correttiva. Vi sono, tuttavia, margini di miglioramento nella valutazione della Commissione riguardo a entrambi i punti.

Per saperne di più: informazioni complete sulle principali risultanze sono contenute nel capitolo 1 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Il livello degli importi da pagare nell’esercizio corrente e in quelli futuri è molto elevato

La dotazione finanziaria per i pagamenti nel 2015 è stata la seconda più alta di sempre. Inoltre, per il terzo esercizio consecutivo, il livello finale dei pagamenti (145,2 miliardi di euro) è stato superiore a quello stabilito nel bilancio iniziale (141,3 miliardi di euro). Ciò ha richiesto otto bilanci rettificativi nel corso dell’esercizio.

Più di tre quarti delle spese operative hanno riguardato regimi operanti in base alle norme del precedente QFP. Questi comprendono i sussidi agli agricoltori per il 2014, il rimborso delle spese dichiarate per progetti di coesione riguardanti i programmi operativi del periodo 2007-2013 e i pagamenti per progetti di ricerca nell’ambito del settimo programma quadro, iniziato nel 2007.

Cosa sono gli impegni e i pagamenti?

Il bilancio dell’UE si compone di impegni (che rappresentano gli importi da pagare nell’esercizio corrente o in esercizi futuri) e di pagamenti (che riguardano i versamenti di fondi nell’esercizio corrente). I pagamenti possono essere effettuati solo a fronte di un impegno valido. I massimali annuali per gli impegni e i pagamenti sono fissati nei quadri finanziari pluriennali adottati dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Nel 2015, il livello degli impegni è stato più elevato rispetto a tutti gli esercizi precedenti ed è rientrato per poco nel limite massimo complessivo (il 97,7 % dell’importo disponibile). I persistenti lunghi ritardi tra gli impegni iniziali e la liquidazione finale della spesa fanno sì che i modelli di spesa rispondano lentamente al mutare delle priorità di bilancio ed accrescono il rischio che la documentazione non sia disponibile alla chiusura. La Corte raccomanda alla Commissione di adottare misure volte a ridurre gli impegni non ancora liquidati, tra cui una procedura di disimpegno più veloce, una più rapida chiusura dei programmi del periodo 2007-2013, un maggior utilizzo delle rettifiche nette per la spesa nel settore della coesione, una riduzione della liquidità detenuta dalle fiduciarie e la stesura di piani e previsioni di pagamento nei settori in cui gli impegni ancora da liquidare ed altri obblighi di pagamento sono significativi.

Vi sono arretrati significativi nell’utilizzo dei fondi strutturali e d’investimento europei per il periodo 2007-2013. Alla fine dell’esercizio 2015, il 10 % dei 446,2 miliardi di euro totali stanziati per tutti i programmi operativi approvati non erano stati ancora liquidati. La Corte osserva che oltre la metà degli impegni dei fondi SIE non utilizzati che non hanno condotto a pagamenti sono riconducibili a cinque Stati membri (Repubblica ceca, Spagna, Italia, Polonia e Romania).

Tali arretrati potrebbero rappresentare un problema significativo per alcuni Stati membri. Per utilizzare tutti i fondi disponibili per il periodo citato, le autorità devono presentare dichiarazioni valide per importi pari alla somma di tutti gli impegni ancora da liquidare, del cofinanziamento nazionale richiesto e dei prefinanziamenti già versati dal bilancio. In alcuni Stati membri il contributo UE per cui non è stata presentata domanda di pagamento, unitamente al cofinanziamento nazionale richiesto, supera il 15 % della spesa totale delle amministrazioni pubbliche. La Corte raccomanda che la Commissione, nell’espletare la gestione di bilancio e finanziaria, tenga conto dei limiti di capacità esistenti in alcuni Stati membri, al fine di assicurare un uso efficace dei fondi.

Come indicato dalla Corte negli anni scorsi, la Commissione non prepara né aggiorna annualmente una previsione sui flussi di cassa che copra un orizzonte temporale da sette a dieci anni e che includa elementi chiave come i massimali di bilancio, il fabbisogno di pagamenti, le limitazioni di capacità e i potenziali disimpegni. Una tale previsione consentirebbe alle parti interessate di prevedere i futuri obblighi di pagamento e le priorità di bilancio future.

L’utilizzo crescente di strumenti finanziari comporta rischi più elevati

Diversi meccanismi finanziari a sostegno delle politiche dell’UE non sono finanziati direttamente dal bilancio UE né figurano in esso. Tra questi, il Fondo europeo di stabilità finanziaria, il meccanismo europeo di stabilità, il meccanismo di risoluzione unico, la Banca europea per gli investimenti e il Fondo europeo per gli investimenti ad essa collegato. Per alcuni di questi, la Corte non è responsabile dell’audit. Il crescente ricorso a tali strumenti finanziari comporta rischi più elevati per quanto riguarda la rendicontazione e il coordinamento delle politiche e operazioni dell’UE.

Altri meccanismi figurano in parte nel bilancio finanziario dell’UE, come gli strumenti di finanziamento combinato e il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). Un meccanismo sul quale la Corte svolge un audit specifico sono i Fondi europei di sviluppo (Cliccare qui per consultare le osservazioni).

La Corte ha inoltre riscontrato un aumento nel numero di strumenti finanziari soggetti a gestione indiretta per il periodo 2014-2020. Tali strumenti sono composti principalmente da prestiti, strumenti azionari, garanzie e strumenti di condivisione del rischio. Il gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI) ha gestito quasi tutti gli strumenti finanziari nell’ambito della gestione indiretta. Importi crescenti sono detenuti in tali strumenti finanziari.

Nell’ambito della gestione concorrente, gli importi inutilizzati degli strumenti finanziari rimangono relativamente elevati e sono concentrati per l’80 % in cinque Stati membri (dei quali l’Italia rappresenta il 45 % del totale).

L’istituzione del FEIS ha inciso sull’avvio ritardato del meccanismo per collegare l’Europa. Il FEIS avrà inoltre un impatto sull’utilizzo di alcuni altri strumenti finanziari. La Corte raccomanda alla Commissione di valutare tali fattori.

Per saperne di più: informazioni complete sulle principali risultanze relative alla gestione finanziaria e di bilancio sono contenute nel capitolo 2 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

È necessaria una maggiore focalizzazione sulla performance

I fondi dell’UE dovrebbero essere spesi secondo i principi della sana gestione finanziaria: economia, efficienza e efficacia. Per raggiungere un buon livello di performance occorrono quattro elementi: le risorse (ossia i mezzi finanziari, umani, materiali, organizzativi o normativi necessari per l’attuazione del programma), le realizzazioni (i conseguimenti tangibili del programma), i risultati (gli effetti immediati del programma sui destinatari o beneficiari diretti) e l’impatto (i cambiamenti a lungo termine a livello della società attribuibili, almeno in parte, all’intervento dell’UE).

La Corte valuta regolarmente questi elementi attraverso controlli di gestione. Include inoltre nella relazione annuale un capitolo nel quale valuta i diversi sistemi utilizzati dalla Commissione per garantire che i fondi UE siano spesi bene, e non solo conformemente alla legislazione applicabile. In questo capitolo, la Corte valuta inoltre il seguito dato alle proprie raccomandazioni e considera alcuni messaggi fondamentali dei controlli di gestione svolti nel corso dell’esercizio in questione. Per la presente relazione annuale, tale capitolo esamina in particolare i sistemi di gestione della performance per Orizzonte 2020, basandosi sull’esame di Europa 2020 dello scorso anno.

Orizzonte 2020 dispone di una dotazione di bilancio di circa 75 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Sostiene la strategia Europa 2020 e l’obiettivo dell’UE di creare uno spazio europeo della ricerca; inoltre, riunisce per la prima volta programmi di spesa per la ricerca e l’innovazione in precedenza separati. I fondi sono principalmente erogati sotto forma di sovvenzioni, ma sono previste altre modalità di finanziamento, come ad esempio gli strumenti finanziari.

Difficoltà nell’individuare il contributo di Orizzonte 2020 al conseguimento degli obiettivi di Europa 2020

Orizzonte 2020 è un programma ambizioso e di ampia portata, il cui obiettivo generale è basato su tre priorità: eccellenza scientifica, leadership industriale e sfide per la società. Vi sono collegamenti ad alto livello fra Europa 2020 e Orizzonte 2020. Due dei tre indicatori principali di Orizzonte 2020 misurano anche i progressi rispetto a Europa 2020. Tali indicatori sono, tuttavia, poco utili per rilevare il contributo fornito da Orizzonte 2020 a Europa 2020.

Due insiemi sovrapposti ma diversi di priorità politiche per Orizzonte 2020

La Commissione europea ha adottato dieci priorità politiche per il periodo 2014-2019. Tali priorità non coincidono esattamente con quelle di Europa 2020. Ciò non rappresenta un problema, in quanto è normale che le priorità strategiche cambino con il modificarsi delle circostanze e che le priorità della Commissione non coincidano esattamente con quelle dell’UE nel suo complesso. Tuttavia, come osservato dal servizio di audit interno della Commissione e ora anche dalla Corte dei conti, la Commissione non ha finora analizzato la relazione tra i due insiemi di priorità, e tali collegamenti andrebbero ora chiariti. La Commissione accetta la raccomandazione della Corte al riguardo.

Vi è una parziale complementarità tra i programmi di ricerca nazionali ed europei

Un fattore di successo fondamentale di Orizzonte 2020 è l’efficace sinergia e complementarità fra i programmi per la ricerca e l’innovazione nazionali ed europei. Le istituzioni superiori di controllo della Bulgaria e del Portogallo hanno riscontrato la presenza di ambiti di complementarità nei loro paesi, ma anche alcuni limiti a livello nazionale.

I meccanismi di Orizzonte 2020 non promuovono sistematicamente una focalizzazione sulla performance

Il quadro giuridico di Orizzonte 2020 introduce vari elementi significativi per la gestione della performance, come obiettivi e indicatori chiave di performance. Complessivamente, gli obiettivi e indicatori concordati rappresentano un reale miglioramento rispetto ai programmi quadro precedenti. Permangono, tuttavia, alcune debolezze negli indicatori di performance impiegati in Orizzonte 2020, ad esempio per quanto riguarda l’equilibrio tra gli indicatori che misurano solo le risorse impiegate o le realizzazioni e quelli che misurano risultati e impatti, l’assenza di valori di partenza o target poco ambiziosi.

La normativa relativa a Orizzonte 2020 prevede che i programmi di lavoro stabiliscano gli obiettivi da conseguire e i risultati attesi. In tal modo, gli obiettivi di alto livello definiti nella normativa possono essere tradotti in obiettivi di livello inferiore, utili per gestire la performance. La Corte ha riscontrato, tuttavia, che la Commissione non sta utilizzando i programmi di lavoro di Orizzonte 2020 e i relativi inviti a presentare proposte per accrescere la necessaria focalizzazione sulla performance.

La Corte ha rilevato che le proposte e le convenzioni di sovvenzione esaminate pongono sufficientemente l’accento sulla performance negli obiettivi, laddove ciò sia richiesto dalla Commissione. Lo stesso vale per il processo di valutazione di queste proposte. Le convenzioni di sovvenzione richiedono ai beneficiari di riferire le informazioni utili all’aggregazione di indicatori chiave di performance di Orizzonte 2020. Tuttavia, l’uso della nozione più ampia di «impatto previsto» anziché di «risultato previsto» aumenta il rischio che le informazioni fornite per questa parte siano troppo generali e che sia difficile aggregare la valutazione della performance di Orizzonte 2020.

La Commissione non sempre utilizza coerentemente i concetti fondamentali della performance (ad esempio «realizzazione», «risultato» e «impatto»). Pur avendo definito come tali termini andrebbero comunemente usati, la Commissione non sempre si attiene a queste definizioni.

La capacità della Commissione di monitorare e riferire sulla performance di Orizzonte 2020 è limitata

La Corte ha riscontrato che l’assetto attuale non consente alla Commissione di monitorare e riferire in modo specifico sulla spesa e sulla performance in materia di ricerca e sviluppo e innovazione nell’ambito di Orizzonte 2020. Inoltre, sebbene il contributo finanziario di Orizzonte 2020 nell’ambito di Europa 2020 sia ben stabilito nella procedura di bilancio tramite la pubblicazione delle dichiarazioni programmatiche, la Commissione non ha ancora riferito in modo utile circa l’attuazione di Orizzonte 2020 e il contributo dello stesso a Europa 2020.

Sono stati rilevati obiettivi non adatti a fini gestionali anche a livello delle direzioni generali

La Corte ha esaminato i piani di gestione e le relazioni annuali di attività di quattro direzioni generali, responsabili della spesa nell’ambito della rubrica «Risorse naturali». In una sezione a parte del relativo capitolo si è riscontrato che molti degli obiettivi impiegati nei piani di gestione e nelle relazioni annuali di attività erano stati tratti direttamente dai documenti legislativi o sulle politiche, e che non erano sufficientemente dettagliati da risultare utili ai fini della gestione e del monitoraggio.

La Corte ha formulato tre raccomandazioni su questioni relative alla performance, che la Commissione ha accettato

La Corte raccomanda alla Commissione di:

  • valutare la performance dei programmi di lavoro e degli inviti a presentare proposte traducendo gli obiettivi di alto livello stabiliti nella normativa di Orizzonte 2020 in obiettivi operativi a livello del programma di lavoro;
  • chiarire ulteriormente i collegamenti tra la strategia Europa 2020 (2010-2020), il quadro finanziario pluriennale (2014-2020) e le priorità della Commissione (2015-2019). Il processo di pianificazione strategica (2016-2020) potrebbe rappresentare un’opportunità per tale chiarificazione;
  • assicurare un utilizzo coerente dei termini «risorsa», «realizzazione», «risultato» e «impatto», aderendo alle definizioni contenute negli orientamenti per legiferare meglio.

Questioni che inficiano l’impiego ottimale delle risorse e i risultati nell’UE

Nel 2015 la Corte ha pubblicato 25 relazioni speciali che affrontano una vasta gamma di tematiche relative al controllo di gestione, valutando se gli interventi dell’UE siano stati gestiti conformemente ai principi della sana gestione finanziaria (economia, efficienza ed efficacia). Cliccare qui per la lista completa di tali relazioni.

Seguito dato a raccomandazioni contenute nelle relazioni speciali

Quest’anno la Corte ha esaminato in che misura le autorità degli Stati membri siano a conoscenza delle raccomandazioni contenute nelle sue relazioni speciali e siano in grado di darvi seguito, in quanto, sebbene la Commissione sia la principale entità da essa controllata, alcune raccomandazioni della Corte hanno un impatto sugli Stati membri. Da un’indagine della Corte è emerso che vi è, a livello di Stato membro, un ragionevole livello di consapevolezza riguardo alle raccomandazioni formulate dalla Corte in esito ai controlli di gestione, e che i relativi messaggi arrivano effettivamente agli Stati membri tramite uno o più dei canali di comunicazione utilizzati. Tuttavia, il seguito dato varia notevolmente e non vi sono molti elementi che indichino la conseguente introduzione di modifiche nelle politiche e prassi nazionali. Vi è chiaramente un margine di miglioramento; ciò sarà oggetto di ulteriore considerazione da parte della Corte, nonché delle autorità e parti interessate, nei prossimi mesi.

Per saperne di più: informazioni complete sulla valutazione della performance svolta dalla Corte sono contenute nel capitolo 3 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.
Le relazioni speciali della Corte, riguardanti prevalentemente controlli di gestione, sono consultabili in tutte le lingue dell’UE sul sito Internet della Corte.

Maggiori dettagli su entrate e settori di spesa

Nota sugli Stati membri indicati negli esempi

Il metodo di campionamento utilizzato dalla Corte non prevede che ogni anno vengano sottoposte ad audit le operazioni di tutti gli Stati membri, paesi e/o regioni beneficiari. Gli esempi di errori forniti nel presente documento hanno lo scopo di illustrare i tipi di errore più frequenti. Non costituiscono una base per trarre conclusioni riguardo ai singoli Stati membri, paesi e/o regioni beneficiari in questione.

Entrate
153,8 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

L’audit della Corte ha riguardato le entrate con cui l’UE finanzia il proprio bilancio. Nel 2015, le entrate calcolate sulla base del reddito nazionale lordo (RNL) degli Stati membri e dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) da questi riscossa sono ammontate, rispettivamente, al 64 % e al 13 % del totale. Un ulteriore 13 % delle entrate è stato fornito dalle risorse proprie tradizionali (principalmente dazi doganali sulle importazioni e tassa sulla produzione dello zucchero riscossi dalle amministrazioni degli Stati membri per conto dell’UE), mentre il restante 10 % proveniva da altre fonti.

Cosa abbiamo riscontrato

Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?

No

Livello di errore stimato:

0,0 % (per il 2014: 0,0 %)

L’audit espletato dalla Corte sulle entrate dell’UE

Le entrate dell’UE basate sull’IVA e sull’RNL sono calcolate sulla base di statistiche macroeconomiche e di stime fornite dagli Stati membri. L’audit espletato dalla Corte sulla regolarità delle operazioni sottostanti riguarda i sistemi della Commissione usati per l’elaborazione dei dati da essa ricevuti, ma non la produzione iniziale dei dati stessi ad opera delle autorità degli Stati membri. Di conseguenza, la conclusione di audit tratta dalla Corte riguarda l’impatto di eventuali errori commessi dalla Commissione sul totale delle entrate.

Riguardo ai dazi doganali e alle imposte sullo zucchero, la Corte esamina: il trattamento, da parte della Commissione, degli estratti trasmessi dagli Stati membri; i controlli negli Stati membri selezionati; la riscossione degli importi da parte della Commissione e la loro registrazione nei conti.

Gli elementi probatori di audit raccolti dagli auditor della Corte indicano che questi sistemi erano complessivamente efficaci; non è stato rilevato alcun errore nelle operazioni controllate.

Il 26 maggio 2014 è stato approvato formalmente dal Consiglio un nuovo pacchetto normativo sulle risorse proprie. Una volta ratificato dagli Stati membri, sarà applicato con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2014. La Corte effettuerà un debito monitoraggio di tali sviluppi e del calcolo dell’incidenza retroattiva.

Una riserva è uno strumento mediante il quale un elemento dubbio dei dati RNL trasmessi da uno Stato membro viene lasciato in sospeso, oggetto di possibile rettifica. I cicli di verifica della Commissione relativi all’RNL coprono lunghi periodi. Le rettifiche che ne risultano possono avere un impatto significativo sui contributi di alcuni Stati membri.

Dopo rettifiche di notevole entità operate nel 2014, nel 2015 la Commissione ha revocato la maggior parte delle riserve. Gli auditor della Corte non hanno rilevato gravi problemi nelle riserve revocate analizzate.

Si attira inoltre l’attenzione sulle uniche riserve generali pendenti alla fine del 2015, quelle per i dati RNL greci relativi al 2008 e al 2009. Sebbene siano stati compiuti progressi per migliorare l’affidabilità dei dati RNL greci, dette riserve non sono state revocate.

Per quel che riguarda i dazi doganali, le autorità degli Stati membri effettuano controlli per appurare se gli importatori rispettino la normativa in materia di tariffe e importazioni. Come per gli anni precedenti, è emerso che la metodologia usata per questi controlli (che includono audit «successivi allo svincolo») la qualità e i risultati da essi prodotti variavano tra gli Stati membri oggetto dell’audit della Corte. La Corte mette altresì in evidenza l’interruzione del periodo triennale di prescrizione per la notifica dei debiti in Francia, una pratica che differisce da quelle di altri Stati membri e comporta un diverso trattamento degli operatori economici all’interno dell’UE.

A fine 2015, la Commissione aveva inoltre un elenco di 325 osservazioni aperte riguardanti violazioni della normativa doganale dell’UE, rilevate tramite ispezioni negli Stati membri. Dette questioni pendenti obbligano gli Stati membri ad adottare misure per rettificare la propria posizione e possono avere un’incidenza finanziaria. La Corte ha constatato inefficienze nella gestione dei crediti (nota come «contabilità B») negli Stati membri. La Commissione ha rilevato carenze analoghe in 17 dei 22 Stati membri da essa visitati.

La Corte ha individuato rischi relativi al recupero dei crediti doganali presso imprese con sede legale al di fuori dell’UE o cittadini di paesi non-UE. In diversi Stati membri, sono stati rilevati numerosi casi in cui le autorità non erano in grado di riscuotere crediti presso cittadini o imprese basate, ad esempio, in Bielorussia, Isole Vergini britanniche, Russia, Svizzera, Turchia e Ucraina.

Cosa raccomandiamo

La Corte raccomanda alla Commissione di:

  • adottare le misure necessarie ad armonizzare i termini temporali delle notifiche di debito agli operatori economici degli Stati membri;
  • far sì che gli Stati membri dichiarino in modo esatto negli estratti trimestrali gli importi riscossi a titolo di dazi doganali, nonché di fornire orientamenti su ciò che dovrebbe esservi registrato;
  • facilitare, nella misura del possibile, il recupero dei crediti doganali da parte degli Stati membri nei casi in cui i debitori non siano stabiliti in uno Stato membro dell’UE;
  • migliorare i controlli sui calcoli dei contributi dei contributi dello Spazio economico europeo e dell’Associazione europea di libero scambio, nonché il calcolo dei meccanismi di rettifica.
Per saperne di più: informazioni complete sull’audit espletato dalla Corte sulle entrate dell’UE sono contenute nel capitolo 4 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Competitività per la crescita e l’occupazione
14,5 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

Tra gli obiettivi di queste spese, figurano il miglioramento della ricerca e dell’innovazione, il potenziamento dei sistemi di istruzione e la promozione dell’occupazione, l’assicurare un mercato unico digitale, la promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, la modernizzazione del settore dei trasporti e il miglioramento del contesto imprenditoriale, specie per le piccole e medie imprese (PMI).

La spesa per «Ricerca e innovazione», che rappresenta il 62 % della spesa, viene eseguita tramite il settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo (7° PQ) relativo al periodo 2007-2013, e tramite Orizzonte 2020, il nuovo programma quadro per il periodo 2014-2020. Altri importanti strumenti di spesa sostengono finanziariamente l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport (programma di apprendimento permanente e programma Erasmus+), lo sviluppo dell’infrastruttura dei trasporti (programma relativo alle reti transeuropee di trasportomeccanismo per collegare l’Europa), progetti nel settore dell’energia (programma energetico europeo per la ripresa) e i programmi spaziali (programmi di navigazione satellitare GalileoEGNOS (Servizio europeo di copertura per la navigazione geostazionaria), oltre a Copernicus, che è un programma di osservazione della Terra).

Quasi il 90 % della spesa viene eseguita sotto forma di sovvenzioni a beneficiari pubblici o privati: la Commissione rimborsa le spese dichiarate dai beneficiari nelle dichiarazioni di spesa dei progetti.

Cosa abbiamo riscontrato

Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?

Livello di errore stimato:

4,4 % (per il 2014: 5,6 %)

Per «Ricerca e innovazione», gli auditor della Corte hanno riscontrato errori dello stesso tipo e con lo stesso intervallo di quelli rilevati per il 7° PQ. Hanno invece rilevato meno errori nei pagamenti relativi ad altri strumenti di spesa rispetto agli esercizi precedenti.

La maggior parte degli errori riguardava i rimborsi di costi indiretti e di spese per il personale, dichiarati dai beneficiari, non ammissibili.

Riguardo alle spese per il personale, i beneficiari calcolavano spesso, in maniera non corretta, le tariffe orarie del proprio personale assegnato al progetto, oppure non erano in grado di fornire elementi probatori adeguati da cui risultasse il tempo effettivamente dedicato al progetto. Nel caso dei costi indiretti, gli errori derivavano dall’applicazione di tassi non corretti per le spese generali o dall’inclusione di costi non collegati al progetto. Quando i beneficiari hanno dichiarato un tasso forfettario per i costi indiretti, che è basato su una percentuale dei costi diretti, gli errori relativi questi ultimi hanno anche comportato un errore proporzionale nei costi indiretti dichiarati. Gli auditor hanno anche rilevato casi di inosservanza della normativa in materia di appalti pubblici, anche se vi è stato un generale miglioramento del livello di conformità in questo ambito.

Esempi: i rimborsi di costi indiretti e di spese per il personale non ammissibili nell’ambito del 7° PQ e di altri programmi

Gli auditor della Corte hanno riscontrato che alcuni costi indiretti e spese per il personale di un beneficiario impegnato assieme a 11 partner in un progetto del 7° PQ per lo sviluppo di sistemi informativi potenziati per la gestione di dati geo-riferiti non erano ammissibili. Parte delle spese per il personale dichiarate dal beneficiario erano in realtà imputabili a un altro progetto. Il beneficiario aveva anche incluso voci non ammissibili nel calcolo dei costi indiretti (come costi per il personale non connessi al supporto amministrativo, costi di marketing e costi per uffici e di trasferta non connessi alle attività di ricerca).

In un altro caso, riguardante un progetto per lo sviluppo di servizi di cloud computing finanziato dal programma quadro per la competitività e l’innovazione 2007-2013, gli auditor hanno rilevato che il beneficiario aveva imputato al progetto spese per il personale superiori al dovuto, in quanto calcolate sulla base di un numero di ore standard superiore al numero delle ore effettive. Il beneficiario ha inoltre dichiarato pagamenti di premi non ammissibili e spese che in realtà non erano state sostenute nel periodo a cui si riferiva la dichiarazione di spesa.

Quasi tutti gli errori riscontrati dagli auditor della Corte nelle dichiarazioni di spesa erano dovuti ad una interpretazione errata, da parte dei beneficiari, delle norme complesse di ammissibilità o al calcolo non corretto dei loro costi. Gli auditor hanno riscontrato due casi di presunta frode, in cui i beneficiari avrebbero deliberatamente sovradichiarato i costi ammissibili dei rispettivi progetti.

Orizzonte 2020 prevede norme di finanziamento più semplici rispetto al 7° PQ e la Commissione si è molto adoperata per ridurre la complessità amministrativa. Tuttavia, la Corte ha rilevato, nella relazione annuale sull’esercizio 2014, che alcuni criteri di ammissibilità del nuovo programma quadro determinano in realtà un aumento del rischio di errore e ha raccomandato alla Commissione di aggiornare la strategia di controllo per tener conto di situazioni in cui, ad esempio, i ricercatori ricevono retribuzioni aggiuntive o i partecipanti fanno uso di grandi infrastrutture di ricerca. Dalla verifica limitata svolta nel 2015 su Orizzonte 2020, gli auditor della Corte hanno riscontrato che il rischio di errori connessi a retribuzioni aggiuntive si era effettivamente concretizzato.

La Commissione ha istituito un Centro comune di supporto al fine di pervenire ad una gestione efficiente ed armonizzata di Orizzonte 2020 da parte dei vari organismi attuatori. Si tratta di un passo avanti verso la semplificazione delle operazioni e dei sistemi informatici, l’armonizzazione della gestione delle sovvenzioni, il coordinamento della attività di audit e l’applicazione sistematica, da parte dei vari organismi attuatori, delle norme di Orizzonte 2020. L’Istituto europeo di innovazione e tecnologia, che dovrebbe gestire il 3 % della dotazione di Orizzonte 2020, non partecipa però a questo quadro di gestione e controllo.

Cosa raccomandiamo

La Corte raccomanda alla Commissione di:

  • insieme alle autorità nazionali e ai revisori indipendenti, utilizzare tutte le informazioni pertinenti disponibili per prevenire o rilevare e correggere gli errori prima del rimborso;
  • fornire ai beneficiari orientamenti sulle differenze specifiche fra Orizzonte 2020 e il 7° PQ e programmi analoghi;
  • emanare linee guida comuni destinate agli organismi attuatori per la spesa in materia di ricerca e innovazione, al fine di assicurare un trattamento uniforme dei beneficiari nell’applicare le raccomandazioni di audit per il recupero dei costi non ammissibili nell’ambito del 7° PQ e
  • monitorare attentamente l’attuazione delle rettifiche estrapolate sulla base degli audit ex post da essa svolti sui costi rimborsati a titolo del 7° PQ.
Per saperne di più: informazioni complete sull’audit espletato dalla Corte sulla spesa dell’UE per la rubrica «Competitività per la crescita e l’occupazione» sono contenute nel capitolo 5 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Coesione economica, sociale e territoriale
53,9 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

La spesa in questa rubrica mira a ridurre le disparità nel livello di sviluppo delle regioni, a ristrutturare le zone industriali in declino e a promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. Si articola in due componenti principali: il settore «Politica regionale e urbana» e il settore «Occupazione e affari sociali».

  • La politica regionale e urbana dell’UE, attuata per lo più tramite il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione (FC), ha costituito circa l’80 % della spesa nel 2015. Il FESR finanzia progetti infrastrutturali, la creazione o il mantenimento di posti di lavoro, iniziative regionali di sviluppo economico e attività a sostegno delle PMI. L’FC finanzia investimenti infrastrutturali nel campo dell’ambiente e dei trasporti.
  • La politica in materia di «Occupazione e affari sociali» è finanziata principalmente tramite il Fondo sociale europeo (FSE). La spesa in tale settore, ammontante al 20 % circa del totale, consta di investimenti in capitale umano e azioni di sostegno miranti a migliorare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese ai cambiamenti dei modelli lavorativi, ad aumentare l’accesso all’occupazione, a rafforzare l’inclusione sociale delle persone svantaggiate e a rafforzare la capacità e l’efficienza delle amministrazioni e dei servizi pubblici.

Il FESR, l’FC e l’FSE sono disciplinati da norme comuni, salvo eccezioni previste nei regolamenti specifici di ciascun Fondo. La gestione della spesa avviene in maniera concorrente con gli Stati membri e prevede il cofinanziamento di progetti nel quadro di programmi di spesa approvati. Le norme di ammissibilità per il rimborso dei costi sono definite a livello nazionale o regionale e possono variare da uno Stato membro all’altro.

Vi sono inoltre strumenti e fondi specifici, come lo strumento europeo di vicinato (ENI), rivolto ai paesi limitrofi, e il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Nel loro insieme, rappresentano meno dell’1 % della spesa totale.

Cosa abbiamo riscontrato

Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?

Livello di errore stimato:

5,2 % (per il 2014: 5,7 %)

Le principali fonti di errore nella spesa relativa all’intera rubrica «Coesione economica, sociale e territoriale» sono l’inclusione di spese non ammissibili nelle dichiarazioni di spesa dei beneficiari e la selezione di progetti, attività o beneficiari non ammissibili, seguite dalle violazioni delle norme in materia di appalti pubblici e di aiuti di Stato.

Gli errori sono riconducibili prevalentemente alla dichiarazione di spese non ammissibili da parte dei beneficiari. Inoltre, alcuni progetti esaminati dagli auditor della Corte non possedevano i requisiti di ammissibilità stabiliti dai regolamenti UE e/o dalle norme nazionali di ammissibilità.

Per la spesa a titolo del FESR e dell’FC, una fonte di errore significativa rimane la grave inosservanza delle norme UE e nazionali sugli appalti pubblici, come lavori o servizi aggiuntivi appaltati in modo non corretto e l’aggiudicazione diretta non giustificata di contratti. Tali problematiche sono analizzate e illustrate in maniera più approfondita nella relazione speciale n. 10/2015 della Corte sulle azioni intraprese dagli Stati membri e dalla Commissione per risolvere il problema degli errori concernenti gli appalti pubblici in questo settore di spesa.

Esempio di dichiarazione di spese non ammissibili

Nel Regno Unito, per un progetto FESR che forniva sostegno finanziario alle PMI, una parte dei finanziamenti è stata trattenuta dal beneficiario invece di essere erogata come sovvenzione alla PMI. Gli importi trattenuti non erano ammissibili in quanto non rispettavano le condizioni di ammissibilità.

Esempio di progetto non ammissibile

Per un progetto FESR nella Repubblica ceca, l’invito a presentare proposte precisava che erano ammissibili esclusivamente le PMI. L’autorità di gestione ha fornito finanziamenti a un beneficiario su tale base, che però non era stata confermata al momento della selezione del progetto. Altri progetti non ammissibili sono stati individuati in Italia e in Polonia.

Esempio di grave inosservanza delle norme sugli appalti pubblici

In Germania, in un progetto di costruzione stradale finanziato tramite il FESR sono stati aggiudicati direttamente al medesimo appaltatore lavori supplementari per un importo superiore al 50 % del valore iniziale dell’appalto, in violazione della direttiva UE sugli appalti pubblici. Casi simili sono stati riscontrati in altri progetti FESR in Italia e nel Regno Unito.

La Corte verifica altresì il rispetto delle norme UE in materia di aiuti di Stato. Gli aiuti di stato illegittimi conferiscono un vantaggio sleale ai beneficiari e in tal modo comportano una distorsione del mercato interno. Possono esserci eccezioni alla regola, che però devono essere notificate e approvate dalla Commissione.

Per una percentuale significativa di operazioni inficiate da errori quantificabili, le autorità degli Stati membri disponevano di informazioni sufficienti per prevenire gli errori, o individuarli e correggerli prima di chiedere il rimborso alla Commissione. Se tutte le informazioni di cui sopra fossero state usate per correggere gli errori prima di dichiarare le spese alla Commissione, il livello di errore stimato per la spesa complessiva a titolo della rubrica «Coesione economica, sociale e territoriale» sarebbe stato inferiore di 2,4 punti percentuali. Inoltre, in molti casi gli auditor della Corte hanno riscontrato che l’errore rilevato era stato commesso dalle autorità nazionali. Detti errori hanno inciso per 0,6 punti percentuali sul livello di errore stimato.

Gli strumenti finanziari del FESR e dell’FSE

A fine 2014 il tasso di esborso medio ai destinatari finali degli strumenti finanziari era del 57 %, in miglioramento rispetto all’anno precedente (47 %). Questi fondi forniscono aiuti a imprese o progetti urbani mediante investimenti in capitale azionario, prestiti o garanzie. In totale, sono stati costituiti 1 025 strumenti finanziari con una dotazione di circa 16,0 miliardi di euro. Vari Stati membri hanno difficoltà a utilizzare appieno le dotazioni; i tassi di esborso più bassi a fine 2014 si registravano in Grecia, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Austria e Slovacchia.

Nella relazione speciale n. 19/2016 della Corte sono riportate ulteriori informazioni sugli insegnamenti utili del periodo di programmazione 2007-2013 circa l’esecuzione del bilancio UE tramite gli strumenti finanziari.

Valutazione dei tassi di errore da parte della Commissione

In generale, la valutazione operata dalla Commissione sui tassi di errore comunicati dalle autorità di audit è in larga misura coerente con gli elementi probatori forniti da dette autorità di audit. Ciononostante, il margine d’azione della Commissione nel convalidare (e, ove necessario, correggere) i tassi di errore comunicati è limitato se le autorità di audit non sono obbligate a fornire alla Commissione informazioni più specifiche sugli audit delle operazioni da esse svolti, in modo da consentirle di verificare le relazioni annuali di controllo (ad esempio, riportando dettagli su estensione dell’audit, copertura, sottocampionamento e classificazione degli errori). Dall’analisi della Corte emerge che nel 2015 informazioni simili sono state chieste più spesso che negli anni precedenti.

Nel complesso, il calcolo eseguito dalla Commissione sugli importi a rischio nelle relazioni annuali di attività del 2015 è esatto e coerente con le informazioni disponibili comunicate e/o fornite dalle autorità di audit. A giudizio degli auditor, inoltre, le riserve espresse dalla Commissione nelle relazioni annuali di attività del 2015 erano in linea con le istruzioni della Commissione e le informazioni messe a disposizione delle due direzioni generali.

Valutazione della performance dei progetti

Ai fini della valutazione relativa al 2015, la Corte ha esaminato 149 progetti completati di 15 Stati membri. Per due progetti non è stato possibile eseguire la valutazione dal momento che le autorità di gestione non avevano specificato alcun indicatore.

La Corte ha peraltro riscontrato che quasi tutti i progetti esaminati avevano conseguito in tutto o in parte i propri obiettivi in termini di realizzazioni. Alcuni Stati membri, tuttavia, devono migliorare ulteriormente la definizione degli indicatori di risultato a livello di singolo progetto. Per il 38 % dei progetti valutati, le autorità degli Stati membri hanno applicato un sistema di misurazione della performance che consentiva di monitorare le realizzazioni dei progetti, ma non hanno definito alcun indicatore di risultato o valore-obiettivo nei documenti di approvazione del progetto. Infine, solo quattro progetti non sono riusciti a raggiungere nessuno degli obiettivi fissati.

Prospettive per il periodo di programmazione 2014-2020

Alla fine del 2015 era stato designato meno del 20 % delle autorità nazionali responsabili dei Fondi strutturali e d’investimento europei (SIE). Si tratta di una tappa obbligata perché le autorità di uno Stato membro possano presentare le dichiarazioni di spesa alla Commissione. Sussiste quindi il rischio che i ritardi nell’esecuzione del bilancio per il periodo di programmazione 2014-2020 siano persino più lunghi di quelli osservati nel periodo 2007-2013.

Nel 2015 la Commissione ha istituito un gruppo di esperti ad alto livello perché valuti e promuova l’esecuzione di misure di semplificazione da parte degli Stati membri a favore dei beneficiari dei fondi SIE e perché contribuisca alla preparazione del periodo di programmazione successivo al 2020.

Cosa raccomandiamo

La Corte raccomanda alla Commissione di:

  • riconsiderare sostanzialmente la concezione e il meccanismo di erogazione dei fondi SIE al momento di elaborare la proposta legislativa per il prossimo periodo di programmazione, tenendo conto anche delle indicazioni del gruppo ad alto livello per la semplificazione;
  • attingere all’esperienza maturata nel periodo di programmazione 2007-2013, nonché riferire su un’attenta analisi delle norme di ammissibilità nazionali per il periodo di programmazione 2014-2020 e sfruttarne i risultati per fornire orientamenti agli Stati membri su come semplificare ed evitare norme inutilmente complesse e/o onerose;
  • presentare una proposta legislativa, volta a modificare il regolamento applicabile, concernente la proroga del periodo di ammissibilità per gli strumenti finanziari a gestione concorrente;
  • chiarire agli Stati membri il concetto di «IVA recuperabile», specie per i beneficiari pubblici, al fine di evitare differenze interpretative dell’espressione «IVA non recuperabile» e un uso non ottimale dei fondi UE;
  • fare in modo che tutte le spese relative agli strumenti finanziari del FESR e dell’FSE nell’ambito del periodo di programmazione 2007-2013 siano incluse con sufficiente anticipo nelle dichiarazioni di chiusura per consentire agli Stati membri di procedere ai controlli, nonché incoraggiare gli Stati membri a espletare audit sugli strumenti finanziari in preparazione della chiusura dei programmi.
Per saperne di più: informazioni complete sull’audit espletato dalla Corte sulle spese dell’UE di cui alla rubrica «Coesione economica, sociale e territoriale» sono contenute nel capitolo 6 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Risorse naturali
58,6 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

Questa rubrica di spesa include la politica agricola comune (PAC), la politica comune della pesca (PCP) e le misure a tutela dell’ambiente.

La PAC è la base per le spese dell’UE nel settore dell’agricoltura. Essa mira ad incrementare la produttività dell’agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori.

La PAC è attuata attraverso due fondi: il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), che finanzia integralmente le misure a sostegno dei mercati e gli aiuti diretti dell’UE, e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che cofinanzia i programmi di sviluppo rurale insieme agli Stati membri. La gestione della spesa per la PAC viene condivisa con gli Stati membri. La spesa nell’ambito di entrambi i fondi viene erogata attraverso circa 80 organismi pagatori, responsabili di verificare l’ammissibilità delle domande di aiuto e di effettuare i pagamenti ai beneficiari.

La PCP è attuata principalmente attraverso il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), gestito dalla Commissione e dagli Stati membri in regime di gestione concorrente. La politica dell’UE in materia di ambiente è gestita centralmente dalla Commissione e il programma LIFE rappresenta il fondo principale per la spesa in questo settore.

Cosa abbiamo riscontrato

Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?

Agricoltura: sostegno al mercato e aiuti diretti:

Sviluppo rurale, ambiente, azione per il clima e pesca:

Livello di errore stimato1:

Totale per l’insieme della rubrica «Risorse naturali»:

2,9 %

(2014: 3,6 % /escludendo gli errori relativi alla condizionalità: 3,0 %)

comprendente:

Agricoltura: sostegno al mercato e aiuti diretti:

2,2 %

(2014: 2,9 % /escludendo gli errori relativi alla condizionalità: 2,2 %)

Sviluppo rurale, ambiente, azione per il clima e pesca:

5,3 %

(2014: 6,2 % /escludendo gli errori relativi alla condizionalità: 6,0 %)

1 Il dato per il 2015 non include la quantificazione degli errori relativi alla condizionalità derivanti dalle modifiche introdotte nel quadro giuridico della PAC, a differenza di quello relativo al 2014.

La natura e la tipologia degli errori differisce in modo significativo tra la spesa a titolo del FEAGA e gli altri settori di spesa della rubrica «Risorse naturali».

Agricoltura: sostegno al mercato e aiuti diretti (FEAGA)

Molti degli errori individuati mediante gli audit della Corte sono dovuti a domande di rimborso inesatte o non ammissibili presentate dai beneficiari. Il fenomeno più frequente è la sovradichiarazione di terreni e superfici agricole. Gli auditor della Corte hanno riscontrato questo tipo di errori in 12 dei 18 Stati membri visitati.

L’affidabilità dei dati contenuti nel sistema di identificazione delle parcelle agricole (SIPA) è migliorata negli ultimi anni, ma gli auditor rilevano tuttora errori nelle superfici dichiarate. È vero che le imprecisioni inferiori al 2 % sono difficili da rilevare e correggere, tuttavia, incongruenze di maggiore entità tra i dati sull’ammissibilità registrati nel SIPA e le superfici ammissibili effettive visibili sulle ortofoto (fotografie aeree) conservate nella banca dati SIPA avrebbero dovuto essere individuate e corrette (ad esempio, nel caso degli errori rilevati in Grecia, Spagna, Italia e Regno Unito).

Altri errori relativi alle superfici agricole sono dovuti al fatto che le definizioni nazionali di pascolo permanente ammissibile non sono conformi alla definizione vigente nella normativa dell’UE.

Esempio: criteri nazionali di ammissibilità non conformi alla normativa dell’UE

In Francia, le autorità concedono aiuti per brughiere pascolabili anche se tali aree comprendono «un misto di vegetazione erbacea ammissibile e di cespugli, arbusti e simili non ammissibili». La Corte aveva già sollevato tale questione nella relazione annuale sull’esercizio 2013 e continua a rilevare problemi di questo tipo (sei casi nel 2015).

Per molti dei casi di errori quantificabili riscontrati a livello di beneficiari finali in agricoltura, le autorità nazionali disponevano di informazioni sufficienti per prevenire, o individuare e correggere, gli errori prima di dichiarare la spesa alla Commissione. Se tutte queste informazioni fossero state usate per correggere gli errori, il livello di errore stimato sarebbe stato inferiore di 0,3 punti percentuali. Inoltre, gli auditor hanno riscontrato quattro casi di errori commessi dalle autorità nazionali, che hanno inciso per 0,6 punti percentuali sul livello di errore stimato. La Corte ha individuato anche carenze relative agli aggiustamenti operati dalla Commissione sul livello di errore stimato nell’ambito del FEAGA.

Sviluppo rurale, ambiente, azione per il clima e pesca

Le principali cause di errore in questo settore di spesa sono state la non ammissibilità di beneficiari, attività, progetti o spese, oppure il mancato rispetto delle norme in materia di appalti pubblici. Inoltre, gli auditor hanno rilevato errori connessi al mancato rispetto degli impegni agroambientali e alla sovradichiarazione di superfici ammissibili.

Esempio: spese o attività non ammissibili

In Romania, gli auditor della Corte hanno rilevato che le autorità nazionali, nel calcolare le spese utilizzando l’opzione semplificata in materia di costi, non avevano tenuto conto in modo adeguato del numero di cicli di produzione. Di conseguenza, i pagamenti corrisposti a tutti i beneficiari sono stati sistematicamente dichiarati in eccesso. A seguito di ulteriori verifiche, la Corte ha concluso che tra il 2012 (anno di introduzione dell’aiuto) e ottobre 2015, fino a 152 milioni di euro, su un totale di 450 milioni di euro, potrebbero non essere ammissibili. Le opzioni semplificate in materia di costi potrebbero ridurre l’onere amministrativo per Stati membri e beneficiari, ma dovrebbero essere basate su una valida metodologia, in particolare su un calcolo esatto dei costi semplificati.

Esempio: inosservanza delle norme sugli appalti pubblici

Gli auditor della Corte hanno rilevato casi di mancato rispetto della normativa sugli appalti pubblici in Germania, Grecia, Italia e Romania. Ad esempio, in Italia le autorità hanno valutato le offerte per l’appalto di una infrastruttura con monorotaia (finanziata con sovvenzioni UE) per aiutare gli agricoltori a trasportare le olive, principalmente sulla base dei lavori aggiuntivi non rientranti nell’oggetto dell’appalto (nuove strade, fognature e un acquedotto). Tale procedura è irregolare ai sensi della normativa italiana in materia di appalti pubblici.

In diversi casi di errori quantificabili riscontrati a livello di beneficiari finali in questo settore di spesa, le autorità nazionali disponevano di informazioni sufficienti per prevenire, o individuare e correggere, gli errori prima di dichiarare la spesa alla Commissione. Se tutte queste informazioni fossero state usate per correggere gli errori, il livello di errore stimato sarebbe stato inferiore di 1,7 punti percentuali. Inoltre, gli auditor della Corte hanno riscontrato alcuni casi di errori commessi dalle autorità nazionali, che hanno inciso per 1,5 punti percentuali sul livello di errore stimato.

Altri elementi relativi al controllo interno e alla performance

A giudizio della Corte, gli audit di conformità espletati dalla Commissione nel settore dell’agricoltura rispettavano complessivamente i principi internazionali di audit e le principali disposizioni normative. Gli auditor hanno riscontrato inoltre che la Commissione aveva significativamente ridotto l’arretrato di vecchie pratiche pendenti relative a procedure di conformità. Tuttavia, il manuale di audit usato dalla Commissione non comprende procedure di audit dettagliate né obblighi di documentazione per la verifica dei dati trasmessi dagli Stati membri sulle rettifiche finanziarie e, in alcuni casi, gli auditor non hanno reperito elementi probatori adeguati e sufficienti a comprovare l’effettivo svolgimento di tali verifiche.

Dalle visite effettuate presso sei organismi pagatori che avevano eseguito spese del FEAGA e del FEASR sono emerse alcune debolezze nelle funzioni di controllo chiave relative al SIPA, ai controlli amministrativi, alla qualità dei controlli sul posto e alle procedure di recupero per i pagamenti indebiti. Gli auditor hanno rilevato inoltre debolezze nei controlli amministrativi eseguiti da cinque dei sei organismi pagatori per verificare l’ammissibilità dei pagamenti a titolo dello sviluppo rurale. I piani d’azione destinati ad ovviare alla causa principale degli errori frequenti sono in fase di aggiornamento, ma sono necessari ulteriori miglioramenti nel settore degli appalti pubblici.

Nel caso della pesca, gli auditor hanno rilevato che tutti i cinque audit esaminati presentavano debolezze relative alla supervisione e alla documentazione degli audit. La riesecuzione da parte degli auditor della Corte di un audit svolto dalla Commissione in Romania ha fatto emergere carenze nelle verifiche amministrative svolte dall’autorità di gestione, in particolare in materia di appalti.

Nel valutare le questioni relative alla performance per i progetti di investimento nel settore dello sviluppo rurale per il 2015, la Corte ha rilevato che la maggior parte dei progetti esaminati rispondeva ai bisogni dei beneficiari, sia in termini di quantità che di qualità dei lavori e dei prodotti forniti. In alcuni casi, tuttavia, le realizzazioni dei progetti erano superiori al necessario. Inoltre, la focalizzazione del sostegno e la selezione dei progetti non erano rigorose quanto ci si sarebbe potuto aspettare e, in molti progetti, gli elementi probatori comprovanti la ragionevolezza dei costi erano insufficienti. Nel complesso, non vi sono stati miglioramenti a tale riguardo.

Esempio: costi irragionevoli

In Slovacchia, la Corte ha concluso che l’organismo pagatore non aveva verificato adeguatamente la ragionevolezza dei costi dichiarati da un beneficiario per la costruzione di una struttura di stoccaggio. Gli auditor hanno riscontrato che il prezzo del cemento acquistato era sei volte superiore al normale prezzo di mercato e che, nel complesso, il costo del progetto avrebbe dovuto essere inferiore del 50 %.

Cosa raccomandiamo

La Corte raccomanda quanto segue:

  • per il FEAGA, la Commissione continui a dar seguito ai casi in cui la normativa nazionale non è conforme alla normativa dell’UE e a verificare inoltre che gli Stati membri per i quali vi è una valutazione quantitativa negativa del SIPA adottino le necessarie misure correttive;
  • per lo sviluppo rurale, la Commissione provveda affinché i piani di azione degli Stati membri includano azioni concrete per ridurre gli errori in materia di appalti pubblici;
  • per il FEAGA e lo sviluppo rurale, la Commissione adotti provvedimenti per migliorare il lavoro svolto dagli organismi di certificazione degli Stati membri, di modo che i dati da questi forniti ed utilizzati per il calcolo delle rettifiche finanziarie siano adeguatamente verificati e
  • nel settore della pesca, la Commissione intervenga per garantire che gli audit di conformità siano svolti conformemente ai principi internazionali di audit.
Per saperne di più: informazioni complete sull’audit espletato dalla Corte sulle spese per la rubrica «Risorse naturali» sono contenute nel capitolo 7 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Ruolo mondiale dell’Europa
6,9 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

La spesa in questa rubrica comprende le spese nell’ambito della politica estera, del sostegno ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione all’UE, nonché l’aiuto allo sviluppo e gli aiuti umanitari ai paesi in via di sviluppo e ai paesi vicini (ad eccezione della spesa a titolo dei Fondi europei di sviluppo).

La spesa è attuata in più di 150 paesi, per mezzo di una vasta gamma di strumenti di cooperazione e metodi di erogazione. La spesa è gestita direttamente da alcune direzioni generali della Commissione, attraverso i servizi centrali di Bruxelles o le delegazioni dell’UE nei paesi beneficiari, oppure indirettamente dai paesi beneficiari o da organizzazioni internazionali.

Cosa abbiamo riscontrato

Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?

Livello di errore stimato:

2,8 % (per il 2014: 2,7 %)

Il tipo di errore più frequente rilevato durante gli audit della Corte era costituito dalla dichiarazione di spese non ammissibili da parte dei beneficiari finali. Tali spese riguardavano attività non contemplate da contratti o sostenute al di fuori del periodo di ammissibilità. Gli auditor della Corte hanno anche rilevato casi di mancato rispetto delle obbligazioni giuridiche e contrattuali, tra cui le norme in materia di appalti, la norma relativa all’origine, nonché costi indiretti imputati erroneamente come costi diretti o l’inclusione di imposte non ammissibili.

Altri errori rilevati dagli auditor riguardavano l’approvazione e liquidazione dei pagamenti da parte della Commissione per spese relative a servizi, lavori o forniture che il beneficiario non aveva ancora sostenuto o per le quali il beneficiario non è stato in grado di fornire alla Corte la documentazione giustificativa delle spese sostenute. Sono stati inoltre evidenziati ritardi nella convalida delle spese da parte della Commissione e nell’autorizzazione dei relativi pagamenti.

Esempio: spese non sostenute

Gli auditor della Corte hanno rilevato che, per una sovvenzione a sostegno della non proliferazione dei missili balistici erogata attraverso il programma degli strumenti di politica estera, la Commissione aveva accettato una spesa dichiarata da una fondazione di ricerca con sede in Europa basata su costi stimati per il personale superiori a quelli effettivamente sostenuti.

Esempio: spese non previste dal contratto

Per un progetto in Myanmar gestito da una organizzazione internazionale che promuove la lotta al consumo di droga, gli auditor della Corte hanno riscontrato che la Commissione aveva accettato costi relativi alla formazione del personale non contemplati dal relativo contratto.

Esempio: costi finanziati da un altro donatore

Gli auditor della Corte hanno esaminato i pagamenti della Commissione ad una organizzazione umanitaria in risposta alla crisi siriana e hanno rilevato che i costi dichiarati per il trasporto di derrate alimentari erano stati in realtà finanziati da un altro donatore.

Gli auditor non hanno rilevato errori nei pagamenti eseguiti direttamente dalla Commissione a favore dei bilanci generali degli Stati, dato che la Commissione è estremamente elastica nel valutare il rispetto delle condizioni di ammissibilità. Anche i pagamenti per attività di sostegno che coinvolgono più donatori internazionali presentano un rischio inferiore, dato che i costi che non sono ammissibili in base alle norme UE possono essere coperti dai contributi degli altri donatori.

La verifica delle operazioni svolta dalla Corte ha inoltre rilevato che i costi indiretti per i progetti di gemellaggio finanziati nel quadro dello strumento europeo di vicinato e partenariato sono significativamente superiori agli importi considerati accettabili per le sovvenzioni. Non esiste un limite massimo per importi forfettari e costi a tasso fisso nell’ambito di tale strumento e di conseguenza vi è il rischio che lo Stato membro partner attuatore consegua un profitto.

Cosa raccomandiamo

La Corte raccomanda alla Commissione di:

  • potenziare i controlli sulla qualità delle verifiche sulla spesa commissionate dai beneficiari e migliorare i capitolati in base ai quali i revisori esterni svolgono il loro incarico;
  • rivedere la metodologia applicata dalla direzione generale della Politica di vicinato e dei negoziati di allargamento della Commissione per stimare il livello di errore nella spesa, al fine di migliorare la precisione statistica delle informazioni fornite e
  • far sì che i finanziamenti erogati tramite lo strumento del gemellaggio rispettino il divieto del fine di lucro e il principio della sana gestione finanziaria.
Per saperne di più: informazioni complete sull’audit espletato dalla Corte sulle spese dell’UE per la rubrica «Ruolo mondiale dell’Europa» sono contenute nel capitolo 8 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Sicurezza e cittadinanza
2,1 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

Questo settore di spesa raggruppa varie politiche il cui obiettivo comune è di rafforzare il concetto di «cittadinanza dell’UE» creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne. Le spese riguardano la protezione delle frontiere, la politica di immigrazione e asilo, giustizia e affari interni, la salute pubblica, la protezione dei consumatori, la cultura, la gioventù, l’informazione e il dialogo con i cittadini. Si tratta di spese relativamente modeste, ma che rappresentano una quota crescente del bilancio dell’UE (approssimativamente l’1,4 %).

Quasi un terzo della spesa viene eseguita attraverso 12 agenzie decentrate per ciascuna delle quali la Corte redige una relazione annuale specifica. La Corte ha focalizzato il proprio audit su «Migrazione e sicurezza», che rappresenta la maggior parte della spesa (40 %).

La spesa per «Migrazione e sicurezza» è prevalentemente soggetta alla gestione concorrente degli Stati membri e della Commissione. Nel 2015, tuttavia, un quarto significativo di questa spesa è stato gestito direttamente dalla Commissione. La Corte ha pertanto esaminato i principali sistemi posti sotto la responsabilità delle direzione generale della Migrazione e degli affari interni della Commissione, esaminando sia le procedure applicate per le sovvenzioni e per gli appalti nell’ambito della gestione diretta, sia le valutazioni eseguite dalla Commissione sui sistemi degli Stati membri per la gestione dei fondi nell’ambito della gestione concorrente.

Cosa abbiamo riscontrato

Per quanto riguarda le sovvenzioni e le procedure di appalto gestite direttamente dalla Commissione, la Corte ha concluso che i controlli prescritti dal regolamento finanziario erano stati eseguiti e che non vi erano gravi debolezze.

Gli auditor hanno individuato però carenze nelle valutazioni svolte dalla Commissione sui sistemi di gestione e controllo degli Stati membri utilizzati per il programma SOLID del periodo 2007-2013 («Solidarietà e gestione dei flussi migratori»). È emerso che le valutazioni della Commissione non includevano test dell’efficacia dei controlli interni, ma miravano piuttosto a comprendere e documentare le procedure di controllo. Di conseguenza, in alcuni casi la Commissione potrebbe aver erroneamente giudicato basso il livello di rischio. La Commissione ha inoltre eseguito relativamente pochi audit ex post negli Stati membri su programmi che considerava a basso rischio. A giudizio della Corte, ciò riduce l’affidabilità delle spese degli Stati membri per il programma SOLID.

Per saperne di più: informazioni complete sull’audit espletato dalla Corte sulle spese dell’UE per la rubrica «Sicurezza e cittadinanza» sono contenute nel capitolo 8 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Amministrazione
9,0 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

La rubrica «Amministrazione» comprende le spese delle istituzioni e di altri organismi dell’UE. Tra le istituzioni rientrano la Commissione, il Parlamento, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), il Consiglio europeo e il Consiglio, la Corte di giustizia, la Corte dei conti, il Comitato economico e sociale europeo, il Comitato delle regioni, il Mediatore europeo e il Garante europeo della protezione dei dati.

Le spese relative alle risorse umane (stipendi, pensioni e indennità) rappresentano circa il 60 % del totale. La parte restante riguarda le spese concernenti gli immobili, gli impianti e le apparecchiature, l’energia, le comunicazioni e le tecnologie dell’informazione.

Le risultanze degli audit svolti sulle agenzie e altri organismi decentrati dell’Unione europea e sulle scuole europee sono presentate in relazioni annuali specifiche, pubblicate separatamente, assieme ad una sintesi delle risultanze stesse. L’audit della spesa della Corte dei conti europea è affidato a una società esterna e la relazione di audit è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e sul sito Internet della Corte.

Cosa abbiamo riscontrato

Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?

No

Livello di errore stimato:

0,6 % (per il 2014: 0,5 %)

L’esame della Corte sui sistemi non ha, nel complesso, rilevato alcuna debolezza significativa. Tuttavia, sono stati individuati alcuni ambiti per i quali vi sono margini di miglioramento in alcune istituzioni e in alcuni organismi. Per ovviare a tali debolezze, sono state formulate le raccomandazioni esposte qui di seguito.

Cosa raccomandiamo

La Corte raccomanda quanto segue:

  • il Parlamento europeo dovrebbe monitorare più attivamente l’attuazione delle norme e delle procedure applicate dai gruppi politici per l’autorizzazione e la liquidazione delle spese nonché le procedure d’appalto;
  • la Commissione dovrebbe migliorare i sistemi per aggiornare tempestivamente i dati sulla situazione personale dei propri dipendenti, utilizzati per calcolare gli assegni familiari e
  • il SEAE dovrebbe potenziare le procedure adottate dalle delegazioni per l’assunzione di personale locale e per l’aggiudicazione di contratti di valore inferiore a 60 000 euro.
Per saperne di più: informazioni complete sull’audit della Corte sulle spese dell’UE per la rubrica «Amministrazione» sono contenute nel capitolo 9 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2015.

Fondi europei di sviluppo
3,1 miliardi di euro

Cosa abbiamo controllato

I Fondi europei di sviluppo (FES) forniscono assistenza finanziaria dell’Unione europea, nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, agli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), nonché ai paesi e territori d’oltremare (PTOM). La spesa nell’ambito dei FES e gli strumenti di cooperazione mirano a eliminare la povertà e a promuovere lo sviluppo sostenibile e l’integrazione dei paesi ACP e dei PTOM nell’economia mondiale.

I FES sono finanziati dagli Stati membri dell’UE e sono attuati tramite singoli progetti o fornendo sostegno al bilancio (un contributo al bilancio generale del paese per una specifica politica o uno specifico obiettivo). Ciascun FES è disciplinato da un proprio regolamento finanziario.

Gli aiuti esterni finanziati dai FES sono attuati in un ambiente ad alto rischio, in particolare a motivo della distribuzione geografica delle attività e della debole capacità istituzionale e amministrativa dei paesi partner. Sono gestiti, al di fuori del quadro del bilancio dell’UE, dalla Commissione europea e, per alcuni tipi di sostegno, dalla Banca europea per gli investimenti.

Cosa abbiamo riscontrato

Affidabilità dei conti FES

I conti relativi all’esercizio 2015 presentano fedelmente la posizione finanziaria dei FES, i risultati delle loro operazioni, i flussi di cassa e le variazioni dell’attivo netto.

È emerso che la spesa FES per il sostegno al bilancio e le azioni multi-donatore attuate da organizzazioni internazionali è notevolmente meno soggetta ad errore rispetto ad altri pagamenti FES. Tuttavia, ciò è legato alla natura del finanziamento e alla considerevole flessibilità di cui gode la Commissione nel decidere se siano state soddisfatte le condizioni generali. A titolo di esempio, nei progetti multi-donatore la Commissione accetta che le condizioni di pagamento siano state rispettate a condizione che l’importo contribuito dagli altri donatori sia sufficiente a coprire le spese ritenute non ammissibili ai sensi delle norme FES.

Per i pagamenti connessi al sostegno al bilancio, l’audit della regolarità espletato dalla Corte può unicamente spingersi fino alla fase in cui l’aiuto è corrisposto al paese partner. Ciò non consente alla Corte di rilevare possibili carenze nell’impiego di tali fondi una volta che essi siano stati incorporati nel bilancio nazionale.

Nel complesso, come per gli esercizi precedenti, il livello di errore riscontrato dalla Corte nella spesa FES (anche in alcune delle domande di pagamento finale che erano state oggetto di verifica della spesa e di audit esterni) denota debolezze nei controlli ex ante. Gli errori dovuti all’assenza di documenti giustificativi della spesa e all’inosservanza della normativa sugli appalti (cfr. esempi) hanno costituito più di due terzi del livello di errore stimato.

Esempio: mancata fornitura della necessaria documentazione giustificativa della spesa

Gli auditor della Corte hanno esaminato la spesa (finanziata da un progetto FES) per materiale da laboratorio, tecnologie dell’informazione e materiale per ufficio in Mozambico. Per quattro dei dieci pagamenti del campione, non era stata fornita sufficiente documentazione giustificativa relativa all’appalto e alla consegna di detti beni/servizi.

Esempio: inosservanza, da parte del beneficiario, delle norme sugli appalti

Gli auditor della Corte hanno controllato l’appalto per la fornitura di materiale per laboratori di analisi di prodotti agricoli in Etiopia, rilevando che il contratto era stato aggiudicato direttamente ad una società senza seguire la necessaria procedura di gara. Inoltre, la società prescelta agiva solo da intermediario, non essendo un distributore autorizzato del materiale acquistato.

Se tutte le informazioni fossero state usate dalla Commissione per correggere errori commessi da essa stessa o dai beneficiari per progetti finanziati dai FES, il livello di errore stimato sarebbe stato di 1,7 punti percentuali più basso.

La direzione generale della Cooperazione internazionale e dello sviluppo della Commissione, che gestisce quasi tutta la spesa a titolo dei FES, nel 2015 ha adottato un nuovo piano d’azione per ovviare alle debolezze esistenti nel proprio sistema di controllo. È prematuro per la Corte valutare i progressi compiuti in relazione a tali azioni. La Corte ha inoltre riscontrato che il precedente piano d’azione, adottato nel 2013, è stato in gran parte attuato, con 19 azioni concluse e le rimanenti quattro in corso di attuazione a fine 2015.

Cosa raccomandiamo

La Corte raccomanda alla Commissione di:

  • potenziare il monitoraggio della qualità degli audit e delle verifiche sulle spese commissionati direttamente dai beneficiari;
  • rivedere le proprie stime delle rettifiche e migliorare la propria valutazione dei rischi e il livello di errore nella spesa gestita indirettamente con i paesi beneficiari;
  • comminare sanzioni appropriate alle entità che non rispettano il proprio obbligo di fornire agli auditor della Corte dei conti europea la necessaria documentazione giustificativa.
Per saperne di più: informazioni complete sull’audit espletato dalla Corte sui FES sono contenute nella relazione annuale sulle attività finanziate dall’ottavo, nono, decimo e undicesimo Fondo europeo di sviluppo per l’esercizio finanziario 2015.

Informazioni esplicative

L’approccio di audit in sintesi

I giudizi espressi nella dichiarazione di affidabilità della Corte sono basati su elementi probatori oggettivi, ottenuti mediante verifiche di audit, conformemente a principi di audit internazionali, secondo la procedura descritta di seguito.

Affidabilità dei conti

I conti annuali dell’UE forniscono informazioni complete ed esatte?

Il bilancio dell’UE è complesso. Ogni anno, centinaia di migliaia di voci contabili vi vengono iscritte dalle direzioni generali della Commissione, che attingono informazioni da moltissime fonti (compresi gli Stati membri). La Corte verifica che i processi contabili funzionino in modo appropriato e che i dati contabili che ne risultano siano completi, correttamente registrati e adeguatamente presentati.

  • Valutazione del sistema contabile intesa ad accertare che costituisca una buona base per produrre dati attendibili.
  • Verifica delle procedure contabili fondamentali per accertarne il corretto funzionamento.
  • Controlli analitici dei dati contabili intesi a verificarne la presentazione coerente e la plausibilità.
  • Controllo diretto di un campione di scritture contabili per verificare l’esistenza delle operazioni sottostanti e l’esatta registrazione delle stesse.
  • Controllo dei rendiconti finanziari per assicurarsi che presentino fedelmente la situazione finanziaria.

Regolarità delle operazioni

Le operazioni di pagamento in conto spesa1 e di acquisizione delle entrate dell’UE alla base dei conti dell’Unione sono conformi alle norme che le disciplinano?

Il bilancio UE prevede milioni di pagamenti a beneficiari non solo nell’UE ma anche nel resto del mondo. La maggior parte di questa spesa è gestita dagli Stati membri. Per ottenere gli elementi probatori di cui necessita, la Corte procede a verifiche dirette delle entrate e dei pagamenti contabilizzati come spese e valuta i sistemi con cui sono amministrati e controllati.

  • I campioni di operazioni da controllare sono estratti dall’insieme del bilancio UE mediante tecniche statistiche per costituire una base su cui gli auditor della Corte svolgono verifiche dettagliate.
  • Le operazioni campionate vengono controllate in maniera approfondita, solitamente presso i destinatari finali (ad esempio, un agricoltore, un istituto di ricerca, una società che esegue lavori o servizi a seguito di un appalto pubblico) al fine di ottenere la prova diretta che l’evento in questione sussista veramente, sia correttamente registrato e sia conforme alle norme che disciplinano i pagamenti in causa.
  • Gli errori sono analizzati e classificati come quantificabili o non quantificabili.
  • L’impatto degli errori viene calcolato mediante estrapolazione degli errori quantificabili, sotto forma di un livello di errore stimato.

    Il livello di errore stimato viene raffrontato con una soglia di rilevanza del 2 % per formulare il giudizio della Corte.

  • Vengono valutati i sistemi concernenti le entrate, per stabilirne l’efficacia nel garantire la legittimità e la regolarità delle operazioni gestite.
  • Vengono prese in considerazione altre informazioni pertinenti, come le relazioni annuali di attività e le relazioni redatte da altri revisori esterni.
  • Tutte le constatazioni vengono discusse sia con le autorità degli Stati membri sia con la Commissione, per accertare l’esattezza dei fatti.
  • La Corte formula i propri giudizi sulla base del lavoro svolto e delle relative risultanze.

1 Pagamenti contabilizzati come spese: pagamenti intermedi, pagamenti finali e liquidazione di anticipi.

Maggiori informazioni sulle procedure di audit applicate ai fini della dichiarazione di affidabilità sono contenute nell’allegato 1.1 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio 2015.

La Corte dei conti europea e le sue attività

La Corte dei conti europea è l’istituzione di controllo indipendente dell’Unione europea. Ha sede a Lussemburgo e ha un organico di circa 900 persone, di tutte le nazionalità dell’Unione europea, che svolgono attività di audit o di supporto. Sin da quando ha iniziato ad operare, nel 1977, la Corte ha prestato particolare attenzione all’importanza della gestione finanziaria dell’UE ed ha contribuito a migliorarla.

Le relazioni e i giudizi di audit della Corte sono un elemento essenziale della catena di responsabilità dell’UE. I lavori dalla Corte servono a far sì che i responsabili della gestione del bilancio dell’UE rispondano del proprio operato, specialmente nell’ambito della procedura annuale di discarico. Ciò riguarda principalmente la Commissione, ma anche le altre istituzioni e gli altri organismi dell’UE. Anche gli Stati membri svolgono un ruolo importante nell’ambito della gestione concorrente.

I compiti principali svolti dalla Corte comprendono:

  • audit finanziari e di conformità, che sfociano in primo luogo nella dichiarazione di affidabilità;
  • controlli di gestione su temi selezionati per massimizzare l’impatto del lavoro svolto;
  • pareri su regolamenti concernenti la gestione del bilancio e altre questioni di rilievo.

La Corte intende gestire le risorse di cui dispone in modo tale che risultino adeguatamente ripartite fra le varie attività e contribuiscano al conseguimento di solidi risultati ed a una buona copertura dei vari settori del bilancio dell’UE.

La produzione della Corte

La Corte produce:

  • relazioni annuali sul bilancio dell’UE e sui Fondi europei di sviluppo. Le relazioni annuali, pubblicate ogni anno tra ottobre e novembre, comprendono principalmente i giudizi di audit e le risultanze degli audit svolti ai fini della dichiarazione di affidabilità;
  • relazioni annuali specifiche contenenti i giudizi formulati dalla Corte a seguito degli audit finanziari su ogni agenzia e organismo dell’UE. Nel 2015 ne sono state pubblicate 52;
  • relazioni speciali su temi di audit selezionati, pubblicate nel corso di tutto l’anno. Esse riguardano perlopiù controlli di gestione. Nel 2015 ne sono state pubblicate 25;
  • pareri, che il Parlamento europeo e il Consiglio utilizzano nell’ambito dell’adozione della normativa UE e di altre decisioni aventi un impatto significativo sulla gestione finanziaria, nonché altri lavori basati su analisi. Nel 2015 sono stati pubblicati otto pareri e due relazioni di sintesi sulle agenzie dell’UE e sulle imprese comuni;
  • relazioni annuali di attività contenenti informazioni e una panoramica delle attività svolte nel corso dell’anno in esame.

Il lavoro della Corte contribuisce a far conoscere la gestione finanziaria dell’UE e a incrementarne la trasparenza, fornendo una garanzia sullo stato di tale gestione e formulando raccomandazioni per ulteriori miglioramenti. Tale compito viene assolto nell’interesse dei cittadini dell’Unione europea.

2015 Relazioni speciali

Le relazioni speciali della Corte, riguardanti prevalentemente controlli di gestione, sono consultabili nelle lingue dell’UE sul sito Internet della Corte (eca.europa.eu).

Trasporto per vie navigabili interne in Europa: dal 2001 nessun significativo miglioramento nella quota modale e nelle condizioni di navigabilità (n. 1/2015)

Il finanziamento dell’UE agli impianti di trattamento delle acque reflue urbane nel bacino idrografico danubiano: occorrono ulteriori sforzi per aiutare gli Stati membri a conseguire gli obiettivi della politica dell’UE in materia di acque reflue (n. 2/2015)

La Garanzia per i giovani nell’UE: i primi passi sono stati compiuti, ma si profilano rischi di attuazione (n. 3/2015)

Assistenza tecnica: qual è il contributo fornito all’agricoltura e allo sviluppo rurale? (n. 4/2015)

Gli strumenti finanziari sono uno strumento valido e promettente nel settore dello sviluppo rurale? (n. 5/2015)

L’integrità e l’attuazione dell’ETS dell’UE (n. 6/2015)

La missione di polizia dell’UE in Afghanistan: risultati disomogenei (n. 7/2015)

Il sostegno finanziario dell’UE fa adeguatamente fronte alle esigenze dei microimprenditori? (n. 8/2015)

Sostegno dell’UE alla lotta contro la tortura e all’abolizione della pena di morte (n. 9/2015)

Occorre intensificare gli sforzi per risolvere i problemi degli appalti pubblici nell’ambito della spesa dell’UE nel settore della coesione (n. 10/2015)

Gli accordi di partenariato nel settore della pesca sono gestiti dalla Commissione in maniera adeguata? (n. 11/2015)

La priorità dell’UE consistente nel promuovere un’economia rurale basata sulla conoscenza è stata inficiata dalla cattiva gestione delle misure di trasferimento delle conoscenze e di consulenza (n. 12/2015)

Sostegno dell’Unione europea ai paesi produttori di legname nell’ambito del piano d’azione FLEGT (n. 13/2015)

Il Fondo investimenti ACP fornisce valore aggiunto? (n. 14/2015)

Sostegno dello Strumento ACP-UE per l’energia a favore delle energie rinnovabili in Africa orientale (n. 15/2015)

Migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico mediante lo sviluppo del mercato interno dell’energia: occorre un impegno maggiore (n. 16/2015)

Sostegno della Commissione ai gruppi di intervento per i giovani: fondi FSE riorientati, ma scarsa focalizzazione sui risultati (n. 17/2015)

L’assistenza finanziaria fornita ai paesi in difficoltà (n. 18/2015)

Per migliorare l’assistenza tecnica fornita alla Grecia, va prestata una maggiore attenzione ai risultati (n. 19/2015)

L’efficacia in termini di costi del sostegno UE per lo sviluppo rurale agli investimenti non produttivi in agricoltura (n. 20/2015)

Analisi dei rischi connessi all’approccio orientato ai risultati per l’azione dell’UE in materia di sviluppo e cooperazione (n. 21/2015)

La vigilanza dell’Unione europea esercitata sulle agenzie di rating del credito è adeguatamente consolidata, ma non ancora del tutto efficace (n. 22/2015)

La qualità delle acque nel bacino idrografico danubiano: sono stati compiuti progressi nell’attuazione della direttiva quadro in materia di acque, ma resta ancora strada da fare (n. 23/2015)

Lotta alle frodi nel campo dell’IVA intracomunitaria: sono necessari ulteriori interventi (n. 24/2015)

I finanziamenti dell’UE per le infrastrutture rurali: il rapporto costi-benefici può essere significativamente migliorato (n. 25/2015)

Informazioni

CORTE DEI CONTI EUROPEA
12, rue Alcide De Gasperi
1615 Luxembourg
LUXEMBOURG

Tel. +352 4398-1
Modulo di contatto: eca.europa.eu/it/Pages/ContactForm.aspx
Sito Internet: eca.europa.eu
Twitter: @EUAuditorsECA

Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu).

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2016

PrintISBN 978-92-872-5565-5doi:10.2865/685991QJ-04-16-526-IT-C
PDFISBN 978-92-872-5554-9doi:10.2865/321470QJ-04-16-526-IT-N
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© Unione europea, 2016

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