Presentazione delle relazioni annuali della Corte dei conti europea sull’esercizio 2017
Breve introduzione alla «Sintesi dell’audit dell’UE per il 2017» La «Sintesi dell’audit dell’UE per il 2017» illustra brevemente le relazioni annuali della Corte per l’esercizio 2017, presentando la dichiarazione della Corte sull’affidabilità dei conti e sulla legittimità e regolarità delle operazioni che ne sono alla base. Espone, inoltre, in sintesi le constatazioni essenziali della Corte sulle entrate e sui principali settori di spesa nel quadro del bilancio dell’UE e dei Fondi europei di sviluppo, nonché le constatazioni relative alla gestione finanziaria e di bilancio, all’uso delle informazioni sulla performance e il seguito dato a precedenti raccomandazioni.
La versione integrale delle relazioni è consultabile nel sito Internet della Corte (http://www.eca.europa.eu) o nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
La Corte dei conti europea è il revisore esterno indipendente dell’UE. Segnala i rischi, fornisce garanzie, evidenzia carenze e buone pratiche ed offre orientamenti ai responsabili delle politiche e ai legislatori dell’UE per migliorare la gestione delle politiche e dei programmi dell’Unione. Con il suo lavoro, fa in modo che i cittadini dell’UE sappiano come viene speso il loro denaro.
Prefazione del Presidente
Quest’anno la Corte pubblica la relazione annuale mentre è in corso il dibattito sul prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea (QFP), che riguarderà il periodo compreso fra il 2021 e il 2027. Non spetta alla Corte dei conti europea pronunciarsi in merito all’entità o alla ripartizione della spesa dell’UE. È tuttavia suo compito segnalare i rischi e fornire consigli volti a migliorare la gestione finanziaria, la trasparenza e il rispetto dell’obbligo di rendiconto per quanto riguarda il bilancio dell’UE.
Le risultanze contenute nella relazione annuale di quest’anno riguardano principalmente la spesa dell’UE eseguita nell’ambito dell’attuale QFP (2014-2020), nonché, per alcuni settori, del QFP precedente (2007-2013). Ciò pone in evidenza come, per gran parte del bilancio UE, tra la decisione politica e l’effettiva assegnazione dei fondi alle varie politiche, ai programmi e ai progetti passino necessariamente diversi anni. Illustra inoltre quanto sia importante evitare problemi sin dall’inizio, al momento di prendere decisioni su come l’UE debba spendere le proprie risorse, perché queste decisioni avranno ripercussioni per molti anni a venire. La Corte intende svolgere fino in fondo il proprio ruolo in questo processo e, pertanto, sta pubblicando una serie di documenti di riflessione e di pareri per illustrare i propri punti di vista al fine di migliorare ulteriormente le proposte della Commissione. E questo per raggiungere il proprio obiettivo primario: un bilancio UE in cui la spesa non sia solo conforme alla normativa, ma apporti anche risultati.
Per il 2017, come per gli esercizi precedenti, la Corte conclude che i conti dell’UE forniscono un’immagine fedele e veritiera della situazione finanziaria dell’Unione. Inoltre, come l’anno scorso, la Corte formula un giudizio con rilievi (anziché un giudizio negativo) sulla regolarità delle operazioni su cui sono basati i conti 2017. In altri termini, una parte significativa della spesa del 2017 da essa controllata non era inficiata da errori in misura rilevante. Le verifiche condotte mostrano anche che il livello di irregolarità nella spesa dell’UE ha continuato a diminuire.
Di fronte a questo costante miglioramento della gestione delle finanze dell’UE, e come stabilito nella strategia per il 2018-2020, la Corte ha mosso i primi passi verso la modifica dell’approccio applicato per la dichiarazione sull’affidabilità dei conti dell’UE e sulla regolarità delle operazioni che ne sono alla base. La sua principale preoccupazione a tale riguardo è di tener maggiormente conto dei diversi livelli di controllo interno presso la Commissione europea e le amministrazioni degli Stati membri in cui sono gestiti i fondi dell’UE. Ovunque sussistano le condizioni necessarie, la Corte intende scostarsi dalla pratica, adottata in precedenza, della verifica diretta (basata su elementi probatori da essa stessa raccolti) e optare invece per un approccio di attestazione (in base al quale valuta nuovamente gli elementi di prova già esaminati dalle autorità degli Stati membri e dalla Commissione). Per il 2017, è stato adottato in via sperimentale un approccio modificato per la sottorubrica «Coesione economica, sociale e territoriale». Il cambiamento sostanziale consiste nell’aver esaminato e rieseguito le verifiche e i controlli precedentemente svolti dai responsabili della spesa. Il nuovo approccio permette di individuare più chiaramente dove persistano carenze, sia a livello della Commissione europea sia degli Stati membri, consentendo così alla Corte di promuovere la rendicontabilità e di migliorare ulteriormente la gestione delle finanze dell’UE. L’anno prossimo il progetto sarà esteso ad altri settori di spesa.
Vorrei ora aggiungere una considerazione finale. L’impatto esercitato dall’UE è dovuto, probabilmente, soprattutto alla sua azione sul piano normativo, ad esempio nel settore del commercio e degli accordi internazionali. La sua incidenza sul bilancio è nettamente più limitata. Benché il bilancio complessivo dell’UE (circa 140 miliardi di euro) sia molto elevato, non rappresenta più dell’1 % circa del reddito nazionale lordo dell’intera UE. L’importo totale della spesa pubblica nei paesi dell’UE è cinquanta volte più elevato. È quindi particolarmente importante che la dotazione di bilancio dell’UE sia spesa in maniera efficace.
Contemporaneamente, però, dobbiamo essere realistici riguardo a ciò che si può ottenere con le risorse affidate all’UE, tanto più che ci si avvicina al prossimo QFP. Se generiamo aspettative che non possono essere soddisfatte, perdiamo credibilità agli occhi dei cittadini dell’UE e, cosa ancora più grave, perdiamo la loro fiducia. La conclusione è ovvia: l’UE non dovrebbe fare promesse che non può mantenere.
Klaus-Heiner LEHNE
Presidente della Corte dei conti europea
Risultanze complessive
Constatazioni principali
Sintesi della dichiarazione di affidabilità relativa all’esercizio 2017
La Corte dei conti europea formula un giudizio positivo sull’affidabilità dei conti dell’Unione europea relativi all’esercizio 2017.
Nel complesso, le entrate dell’esercizio 2017 sono state legittime e regolari, come negli anni precedenti.
I pagamenti 2017 sono risultati legittimi e regolari, tranne per quanto concerne i rimborsi.
Per il testo integrale della dichiarazione di affidabilità, si rimanda al capitolo 1 della relazione annuale sull’esercizio finanziario 2017.
- I conti 2017 sono stati compilati nel rispetto di principi internazionali e forniscono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, un’immagine fedele e veritiera. Pertanto, come avvenuto ogni anno a partire dal 2007, la Corte ha emesso un giudizio positivo sulla loro affidabilità.
- Il livello di errore stimato per i pagamenti effettuati a valere sul bilancio dell’UE continua a migliorare. Nel 2017 è stato del 2,4 %, in calo rispetto al 3,1 % del 2016 e al 3,8 % del 2015. Nel 2017, inoltre, una parte significativa della spesa controllata — principalmente i pagamenti per diritti acquisiti — non è stata inficiata da un livello di errore rilevante. Quest’anno, quindi — per il secondo anno consecutivo — la Corte formula un giudizio con rilievi sui pagamenti.
- I pagamenti per diritti acquisiti sono erogati ai beneficiari a fronte del rispetto di determinate condizioni, anziché a titolo di rimborso delle spese sostenute. Rappresentano il 53 % della spesa controllata per il 2017 e comprendono gli aiuti diretti agli agricoltori, la principale componente della spesa per il settore «Risorse naturali: pagamenti diretti» e per la rubrica «Amministrazione». Per entrambi i settori, il livello di errore è stato stimato inferiore alla soglia di rilevanza del 2 %. Fra le altre attività finanziate mediante pagamenti per diritti acquisiti figurano le borse di studio e di ricerca e le misure agroambientali.
- I rimborsi delle spese sono erogati a beneficiari che hanno sostenuto spese rimborsabili a valere sul bilancio dell’UE. Comprendono spese effettuate nei settori che registrano i tassi di errore più elevati: «Risorse naturali: sviluppo rurale, misure di mercato, ambiente, azione per il clima e pesca» e «Coesione economica, sociale e territoriale» (di seguito: «Coesione»). Altre attività finanziate mediante rimborso delle spese sostenute comprendono progetti di ricerca, azioni di formazione e progetti di aiuto allo sviluppo.
- Le singole componenti delle informazioni della Commissione sulla regolarità non sono sempre in linea con le constatazioni della Corte. La stima del livello di errore da parte della Commissione è sostanzialmente in linea con quelle della Corte per le rubriche «Risorse naturali» e «Amministrazione», ma è più bassa per le sottorubriche «Competitività per la crescita e l’occupazione» e «Coesione».
- Erano disponibili informazioni sufficienti per prevenire, o individuare e correggere, una parte significativa degli errori. Se tali informazioni fossero state usate dalle autorità nazionali per correggere gli errori, il livello di errore stimato, ad esempio, per la spesa complessiva della rubrica «Risorse naturali» sarebbe stato inferiore, nel 2017, alla soglia di rilevanza del 2 %.
- Gli Stati membri incontrano ancora difficoltà nell’utilizzare le risorse disponibili dei Fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE) e il bilancio dell’UE continua a subire una pressione considerevole a causa dell’entità dei pagamenti che l’UE si è impegnata ad erogare negli anni a venire. Le misure volte ad accrescere la flessibilità del bilancio nel 2017 sono state utili, ma potrebbero non essere sufficienti per aiutare l’UE a far fronte a possibili difficoltà in futuro. La combinazione di impegni elevati e di pagamenti modesti ha aumentato gli impegni di bilancio ancora da liquidare, che hanno registrato un nuovo picco di 267,3 miliardi di euro. Una miglior gestione del rischio di arretrati di pagamento dovrebbe costituire una priorità in sede di pianificazione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo che inizia nel 2021.
- La Corte ha esaminato l’uso delle informazioni sulla performance da parte della Commissione durante il processo decisionale, giungendo alla conclusione che la Commissione dovrebbe farne miglior uso e sviluppare una cultura interna maggiormente orientata alla performance.
- La Corte ha riscontrato 13 casi di presunta frode nelle 703 operazioni controllate ai fini della dichiarazione di affidabilità e di altri audit di conformità e/o controlli di gestione. Tali casi sono stati segnalati all’Ufficio europeo per la lotta antifrode.
Chi siamo
Quale revisore esterno dell’UE, la Corte ha per missione di contribuire a migliorare la gestione finanziaria dell’Unione, promuovere il rispetto dell’obbligo di rendiconto e la trasparenza e fungere da custode indipendente degli interessi finanziari dei cittadini dell’Unione.
La Corte segnala i rischi, fornisce garanzie, evidenza carenze e successi ed offre orientamenti ai responsabili delle politiche e ai legislatori dell’UE su come migliorare la gestione delle politiche e dei programmi dell’Unione. Con il suo lavoro, fa in modo che i cittadini dell’UE sappiano come viene speso il loro denaro.
Cosa abbiamo controllato
La dichiarazione di affidabilità della Corte sul bilancio dell’UE
Il bilancio dell’UE è approvato ogni anno dal Parlamento europeo e dal Consiglio nel contesto di quadri finanziari pluriennali (QFP). Fare in modo che la dotazione di bilancio sia spesa in maniera appropriata è, in primo luogo, responsabilità della Commissione.
Ogni anno la Corte controlla le entrate e le spese del bilancio UE ed appura se i conti annuali siano affidabili e se le operazioni relative alle entrate e alle spese siano conformi alla normativa applicabile a livello dell’Unione e degli Stati membri.
Basandosi sull’esito di tali controlli, rilascia una dichiarazione di affidabilità, che ha l’obbligo di presentare al Parlamento europeo e al Consiglio a norma dell’articolo 287 del trattato sul funzionamento dell’unione europea (TFUE).
Il bilancio dell’UE per il 2017 in cifre
La spesa di bilancio dell’UE è un importante strumento per conseguire gli obiettivi delle politiche dell’Unione.
Nel 2017, la spesa dell’UE è ammontata in totale a 137,4 miliardi di euro, pari al 2,0 % della spesa totale delle amministrazioni pubbliche degli Stati membri dell’UE e allo 0,9 % del reddito nazionale lordo dell’intera UE.
Da dove provengono i fondi?
Il bilancio dell’UE è finanziato con vari mezzi. La quota principale (78,4 miliardi di euro) proviene dai contributi versati dai singoli Stati membri, in proporzione ai rispettivi redditi nazionali lordi. Fra le altre fonti figurano i dazi doganali (20,3 miliardi di euro) e il contributo basato sull’imposta sul valore aggiunto riscossa dagli Stati membri (16,6 miliardi di euro).
Per cosa vengono spesi i fondi?
La dotazione annuale di bilancio dell’UE è utilizzata per un’ampia gamma di settori (cfr. grafico 1).
Grafico 1
Spesa 2017 controllata
I pagamenti vengono eseguiti a sostegno di varie attività, tra cui l’agricoltura e lo sviluppo delle zone rurali ed urbane, i progetti di infrastrutture di trasporto, la ricerca, le azioni di formazione per i disoccupati, il sostegno ai paesi che desiderano aderire all’UE e gli aiuti ai paesi vicini e ai paesi in via di sviluppo.
Circa due terzi del bilancio sono spesi nell’ambito della cosiddetta «gestione concorrente», in virtù della quale i singoli Stati membri distribuiscono i fondi e gestiscono la spesa conformemente alla normativa nazionale e dell’UE (ad esempio, nel caso della spesa per la sottorubrica «Coesione» e la rubrica «Risorse naturali»).
Quest’anno, la rubrica «Risorse naturali» ha rappresentato la percentuale più consistente della popolazione complessiva di audit (56 %), mentre, a differenza degli esercizi precedenti, la percentuale della spesa per la sottorubrica «Coesione» è stata relativamente modesta (8 %), a causa del basso livello di spesa accettata nel 2017.
Cosa è stato riscontrato
I conti dell’UE forniscono un’immagine fedele e veritiera
I conti dell’UE per il 2017 sono stati compilati nel rispetto dei principi internazionali di contabilità per il settore pubblico e forniscono, sotto tutti gli aspetti rilevanti, un’immagine fedele e veritiera dei risultati finanziari dell’UE per l’esercizio nonché delle attività e passività a fine esercizio.
La Corte può dunque formulare un giudizio positivo sull’affidabilità dei conti (ossia «controfirmarli»), così come avviene dal 2007.
La spesa dell’UE è legittima e regolare, eccetto per quanto concerne i rimborsi
La Corte verifica un campioni di operazioni estratte dall’insieme del bilancio dell’UE al fine di stimare in che misura le entrate e i diversi settori di spesa siano inficiati da errori. Per maggiori informazioni sull’approccio di audit della Corte e sul livello di errore stimato, cliccare qui.
La Corte conclude che le entrate sono scevre da errori rilevanti.
Quanto ai pagamenti eseguiti a valere sul bilancio UE, esprime per il 2017 un giudizio con rilievi.
Per quanto concerne le spese, stima che il livello di errore nell’insieme della spesa sia pari al 2,4 % (cfr. grafico 2), contro il 3,1 % del 2016 e il 3,8 % del 2015.
Grafico 2
Livello di errore stimato per l’insieme del bilancio dell’UE (periodo 2015-2017)
Nota:
la Corte usa tecniche statistiche standard per stimare il livello di errore. Essa ritiene, con un grado di certezza del 95 %, che il livello di errore nella popolazione si collochi fra il limite inferiore e quello superiore dell’errore (per maggiori dettagli, cfr. capitolo 1, allegato 1.1 della relazione annuale sull’esercizio 2017).
Le modalità di esborso dei fondi UE hanno un impatto sul rischio di errore
Le risultanze di audit per il 2017 confermano le constatazioni espresse per gli esercizi 2015 e 2016, ossia che la modalità con cui le spese sono erogate incide sul rischio di errore.
Gli errori sono stati riscontrati principalmente nei rimborsi delle spese, che quest’anno hanno rappresentato il 47 % della popolazione di audit. Per quei settori del bilancio UE in cui i pagamenti sono effettuati a titolo di rimborso delle spese sostenute, la Corte stima il livello di errore pari al 3,7 % (contro il 4,8 % del 2016). Il tasso di errore relativo ai pagamenti per diritti acquisiti è al disotto della soglia di rilevanza del 2 % (cfr. grafico 3).
Grafico 3
Circa la metà della spesa 2017 controllata è esente da errori rilevanti
La Corte conclude pertanto che l’errore non è pervasivo e che, ad eccezione dei rimborsi delle spese, i pagamenti 2017 sono legittimi e regolari.
Cosa sono i pagamenti per diritti acquisiti e i pagamenti per rimborsi?
La spesa dell’UE è costituita da due categorie di spese, che comportano scenari di rischio diversi:
- i pagamenti per diritti acquisiti, basati sul soddisfacimento di determinate condizioni: ad esempio, borse di studio e di ricerca (nell’ambito della spesa per la sottorubrica «Competitività per la crescita e l’occupazione»), aiuti diretti agli agricoltori («Risorse naturali»), e stipendi e pensioni per il personale dell’UE «Amministrazione»);
- i rimborsi delle spese, nell’ambito dei quali l’UE rimborsa spese ammissibili per attività ammissibili. Questa categoria comprende, ad esempio, i progetti di ricerca (nell’ambito della spesa per la sottorubrica «Competitività per la crescita e l’occupazione»), investimenti in regimi di sviluppo regionale e rurale e attività di formazione («Coesione» e «Risorse naturali») e progetti di aiuto allo sviluppo («Ruolo mondiale dell’Europa»).
La maggior parte della spesa controllata (56 %) rientra nella rubrica «Risorse naturali». La spesa in materia di «Pagamenti diretti», costituita perlopiù dagli aiuti diretti corrisposti agli agricoltori, ha rappresentato il 74 % della spesa in questo settore ed è esente da errori rilevanti. «Sviluppo rurale, misure di mercato, ambiente, azione per il clima e pesca» è l’altra componente della rubrica «Risorse naturali».
«Competitività per la crescita e l’occupazione» ha rappresentato la seconda categoria di spesa controllata in percentuale (15 %) ed è risultata inficiata da un livello di errore rilevante. La maggior parte degli errori in questo settore sono riconducibili al rimborso di spese per il personale non ammissibili e di altri costi diretti e indiretti non ammissibili.
La stima del tasso di errore per la sottorubrica «Coesione» tiene conto di tutti gli errori quantificati dalle autorità degli Stati membri o dalla Corte stessa, nonché degli aggiustamenti operati per tutte le rettifiche finanziarie pertinenti dalle autorità suddette o dalla Commissione. La Corte stima, su tale base, che il livello di errore è rilevante.
La rubrica «Amministrazione» è risultata esente da errori rilevanti. La maggior parte della spesa relativa a questa rubrica è rappresentata da stipendi, pensioni e indennità corrisposti dalle istituzioni e dagli organismi dell’UE.
Il grafico 4 pone a confronto i livelli di errore stimati per i vari settori di spesa fra il 2015 e il 2017. Ulteriori informazioni sulle risultanze relative alle entrate e a ciascun settore di spesa figurano qui e nei relativi capitoli della relazione annuale sull’esercizio 2017.
Grafico 4
Confronto tra i livelli di errore stimati per i settori di spesa dell’UE (2015-2017)
%Il livello di errore stimato è basato sugli errori quantificabili riscontrati dagli auditor della Corte nel corso degli audit, specie tramite la verifica di un campione di operazioni. Per estrarre detto campione e stimare il livello di errore, gli auditor della Corte usano tecniche statistiche standard (cfr. capitolo 1, allegato 1.1 della relazione annuale sull’esercizio 2017).
In determinate circostanze, la Corte tiene conto dell’azione correttiva nello stimare il livello di errore
In caso di spese irregolari, e laddove gli errori nei pagamenti non siano stati rilevati in una fase antecedente del processo, gli Stati membri e la Commissione applicano misure correttive. Ogniqualvolta le misure correttive siano applicate prima del pagamento o prima dell’esame da essa svolto, la Corte cerca di tenerne conto nei risultati di audit. Essa verifica quindi i risultati dell’applicazione delle rettifiche e aggiusta, ove opportuno, il livello di errore stimato.
Inoltre, le autorità degli Stati membri disponevano di informazioni sufficienti per prevenire o individuare e correggere una parte significativa di errori prima della dichiarazione della spesa alla Commissione. Se tali informazioni fossero state usate dalle autorità nazionali per correggere gli errori, il livello di errore stimato, ad esempio, per la spesa complessiva della sottorubrica «Competitività per la crescita e l’occupazione» sarebbe stato parti al 2,7 % e, per la rubrica «Risorse naturali», inferiore alla soglia di rilevanza del 2 %.
Le singole componenti delle informazioni della Commissione sulla regolarità non sono sempre in linea con le constatazioni della Corte
Ogni direzione generale della Commissione produce una relazione annuale di attività comprendente una dichiarazione in cui il direttore generale assicura che la relazione presenta in maniera adeguata le informazioni finanziarie e che le operazioni effettuate sotto la sua responsabilità sono legittime e regolari. Tutte le direzioni generali hanno fornito stime dei rispettivi livelli di errore che sono ampiamente in linea con quelle della Corte per le rubriche «Risorse naturali» e «Amministrazione» ma inferiori ad esse per le sottorubriche «Competitività per la crescita e l’occupazione» e «Coesione».
La Corte notifica all’OLAF i presunti casi di frode
La frode è un atto d’inganno deliberato volto a trarre un vantaggio. Il livello di errore stimato dalla Corte nel bilancio dell’UE non misura pertanto la frode, né l’inefficienza o gli sprechi. Si tratta piuttosto di una stima delle risorse finanziarie che non avrebbero dovuto essere erogate perché non utilizzate in conformità alla normativa applicabile.
La Corte segnala all’OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, tutti i casi di frode presunta rilevati nel corso degli audit. Spetta poi a quest’ultimo intraprendere indagini e dare ad essi il seguito necessario, ove opportuno in collaborazione con le autorità giudiziarie degli Stati membri. Per il 2017, la Corte ha riscontrato 13 casi di presunta frode nelle 703 operazioni controllate ai fini della dichiarazione di affidabilità e di altri audit di conformità e/o controlli di gestione (nel 2016 erano stati riscontrati 11 casi).
Questi casi sono stati notificati all’OLAF assieme ad altri sei casi segnalati alla Corte da privati cittadini. I casi di frode presunta riguardavano la creazione artificiale delle condizioni necessarie per fruire di finanziamenti UE, la dichiarazione di spese che non soddisfano i criteri di ammissibilità e irregolarità negli appalti.
Per saperne di più: informazioni complete sulle principali risultanze sono contenute nel capitolo 1 della relazione annuale sull’esercizio finanziario 2017.
Il testo integrale della relazione annuale della Corte è consultabile sul sito Internet della Corte (http://www.eca.europa.eu/it/Pages/DocItem.aspx?did=46515).
Le sfide cui deve far fronte la gestione finanziaria e di bilancio
Gli impegni di bilancio ancora da liquidare continuano ad aumentare
Nel 2017, l’UE ha impegnato 158,7 miliardi di euro (99,3 %) dell’importo disponibile per impegni. I pagamenti sono tuttavia ammontati a 124,7 miliardi di euro, una cifra nettamente inferiore a quella prevista in bilancio, probabilmente a causa della presentazione, da parte degli Stati membri, di un numero inferiore di richieste di pagamento rispetto a quanto previsto per i programmi pluriennali dei Fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE) 2014-2020.
L’utilizzo quasi integrale dell’importo disponibile per gli impegni, associato al basso livello di pagamenti, ha portato gli impegni di bilancio ancora da liquidare al nuovo livello record di 267,3 miliardi di euro. La necessità, nettamente più elevata, di effettuare pagamenti verso la fine del QFP potrebbe esercitare una pressione sui massimali degli stanziamenti di pagamento ed accrescere fortemente il rischio che gli stanziamenti disponibili non siano sufficienti per liquidare tutte le domande di pagamento. La Corte ritiene che previsioni più accurate in materia di pagamenti aiuterebbero a gestire tale rischio.
Per gli Stati membri risulta ancora difficile utilizzare le risorse disponibili dei fondi SIE
In diversi Stati membri, gli impegni ancora da liquidare dei Fondi SIE 2017 sono alquanto cospicui, specie se paragonati alla spesa annua complessiva dell’amministrazione pubblica (cfr. grafico 5). Alla fine del 2017, il tasso di assorbimento medio globale (16 %) per il QFP 2014-2020 era ancora più basso rispetto a quello del corrispondente anno del precedente QFP (2010: 22 %). Ciò è principalmente dovuto alla tardiva chiusura del precedente QFP, alla tardiva adozione di atti normativi, alle difficoltà nell’attuazione dei nuovi requisiti previsti per l’attuale QFP, alla modifica delle norme relative al disimpegno (passaggio da n+2 a n+3) nonché all’onere amministrativo derivante da sovrapposizioni dei due periodi dei QFP. La Corte desidera inoltre sottolineare il possibile impatto che ciò produrrebbe sulla qualità dei progetti e l’importanza di un quadro giuridico sufficientemente stabile.
Riquadro 5
Impegni ancora da liquidare per i Fondi SIE alla fine del 2017
Maggiore flessibilità nel bilancio dell’UE, ma permane il rischio di un accumulo di arretrati di pagamento
Il riesame intermedio del QFP ha conferito maggior flessibilità al bilancio dell’UE. Ha aumentato il margine globale per i pagamenti (MGP), consentendo di riportare a esercizi futuri gli stanziamenti di pagamento inutilizzati. Sono stati inoltre potenziati gli strumenti speciali. Gli importi disponibili per la riserva per aiuti d’urgenza e per lo strumento di flessibilità sono stati aumentati di 0,7 miliardi di euro. In aggiunta, a partire dal 2017, è stato consentito di stornare allo strumento di flessibilità gli importi prescritti del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e del Fondo di solidarietà dell’Unione europea.
Queste misure sono state utili, ma potrebbero non bastare a rendere il bilancio dell’UE sufficientemente flessibile per fronteggiare possibili difficoltà future. Inoltre, non è stato ancora deciso se gli strumenti speciali vadano conteggiati ai fini dei massimali applicabili agli stanziamenti di pagamento. Tale incertezza contribuisce ad aumentare il rischio di un accumulo di arretrati di pagamento.
L’esposizione finanziaria del bilancio dell’UE resta significativa
Il bilancio dell’UE continua a dover far fronte all’accumularsi di obblighi giuridici ad eseguire pagamenti in una data futura, a diverse condizioni. Tra questi obblighi vi sono passività potenziali sotto forma di garanzie che potrebbero dover essere finanziate al verificarsi di eventi futuri.
Nel presentare proposte legislative che includano la creazione o l’aggiunta di passività potenziali consistenti, la Corte raccomanda alla Commissione di allegare alle proposte un riepilogo del valore totale delle passività potenziali sostenute dal bilancio, nonché un’analisi degli scenari utilizzati per le prove di stress e della loro possibile incidenza sul bilancio.
L’annunciato recesso del Regno Unito dall’Unione nel 2019 pone ulteriori sfide per il bilancio dell’UE.
Per saperne di più: informazioni complete sulle principali risultanze relative alla gestione di bilancio e finanziaria sono contenute nel capitolo 2 della relazione annuale sull’esercizio finanziario 2017.
È necessario fare un miglior uso delle informazioni sulla performance
La Commissione utilizza le informazioni sulla performance per gestire programmi e politiche, ma non sempre sono adottate azioni adeguate quando i valori-obiettivo non vengono raggiunti
Le informazioni sulla performance mirano a fornire indicazioni in merito al conseguimento efficace ed efficiente degli obiettivi di determinate politiche, progetti e programmi. Tali informazioni dovrebbero essere usate per definire le misure correttive necessarie e per sostenere il processo decisionale della Commissione.
L’anno scorso la Corte ha esaminato l’approccio della Commissione alla rendicontazione della performance, in rapporto alle buone pratiche. Quest’anno la Corte ha esaminato, nello specifico, come la Commissione utilizzi le informazioni sulla performance per quanto concerne i programmi di spesa nonché lo sviluppo, l’attuazione e la valutazione delle politiche.
La Corte conclude questa sezione raccomandando alla Commissione di:
- razionalizzare e semplificare i quadri strategici che regolano l’esecuzione del bilancio dell’UE, rafforzando in tal modo il rispetto dell’obbligo di render conto dei risultati e aumentando la chiarezza e la trasparenza per tutti i portatori di interessi.
- inserire informazioni aggiornate sulla performance nell’informativa corrispondente riguardo ai progressi compiuti verso il conseguimento dei valori-obiettivo, e adottare sempre, o proporre, provvedimenti appropriati quando i valori-obiettivo non vengono raggiunti;
- razionalizzare gli indicatori in materia di performance del bilancio dell’UE e migliorare l’allineamento tra gli obiettivi generali di alto livello e gli obiettivi specifici a livello programmatico e strategico;
- fornire, nelle relazioni fondamentali sulla performance, indicazioni sul modo in cui ci si è avvalsi delle informazioni sulla performance nel processo decisionale;
- introdurre misure e incentivi per promuovere una maggiore attenzione alla performance nella propria cultura interna, partendo dai progressi già compiuti.
Ventotto relazioni speciali su un’ampia gamma di tematiche pubblicate nel 2017
Nelle sue relazioni speciali, la maggior parte delle quali sono basate su controlli di gestione o su una combinazione di valutazioni della conformità e della performance, la Corte valuta regolarmente la performance. Nelle relazioni del 2017, si è verificato in particolare se gli obiettivi delle politiche e dei programmi dell’UE selezionati fossero stati raggiunti, se i risultati fossero stati ottenuti in maniera efficace ed efficiente e se il finanziamento dell’UE avesse fornito valore aggiunto. Nel grafico che segue sono elencate tutte le 28 relazioni speciali pubblicate nel 2017.
Per saperne di più: informazioni complete sulla valutazione della performance svolta dalla Corte sono contenute nel capitolo 3 della relazione annuale sull’esercizio finanziario 2017.
Le relazioni speciali della Corte, riguardanti prevalentemente controlli di gestione, sono consultabili in 23 lingue dell’UE sul sito Internet della Corte (http://www.eca.europa.eu/it/Pages/AuditReportsOpinions.aspx?ty=Specialreport&tab=tab4).
La Commissione attua un’alta percentuale di raccomandazioni della Corte
La Corte esamina ogni anno le eventuali misure correttive adottate dalla Commissione in seguito alle proprie raccomandazioni. Conformemente alla propria strategia per il 2018-2020, la Corte verificherà il seguito dato a tutte le raccomandazioni da essa rivolte alla Commissione nei tre anni precedenti a seguito dei controlli di gestione.
Quest’anno, l’esame del seguito dato ha riguardato 100 raccomandazioni formulate in relazioni speciali pubblicate nel 2014. La Commissione ha attuato, interamente o nella maggior parte degli aspetti, 75 raccomandazioni. La Corte ha rilevato che solo sei raccomandazioni non sono state affatto attuate (cfr. grafico 6).
Grafico 6
Molte raccomandazioni formulate dalla Corte nel 2014 sono state attuate
Maggiori dettagli su entrate e settori di spesa
Entrate
139,7 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
L’audit della Corte ha riguardato le entrate del bilancio dell’UE con cui l’Unione finanzia le proprie spese. Sono stati esaminati taluni sistemi di controllo essenziali per il calcolo e la riscossione delle risorse proprie e un campione di operazioni concernenti le entrate.
I contributi degli Stati membri basati sui rispettivi redditi nazionali lordi (RNL) e le entrate provenienti dall’imposta sul valore aggiunto (IVA) hanno rappresentato, rispettivamente, il 56 % e il 12 % delle entrate complessive dell’UE nel 2017. Tali contributi sono calcolati utilizzando statistiche macroeconomiche e stime fornite dagli Stati membri.
Le risorse proprie tradizionali (RPT), costituite prevalentemente da dazi doganali sulle importazioni riscossi dalle amministrazioni degli Stati membri per conto dell’UE, hanno contribuito con un ulteriore 15 % alle entrate dell’Unione. Il restante 17 % proviene da altre fonti (quali i contributi e le restituzioni derivanti da accordi e programmi dell’Unione, l’eccedenza dell’esercizio finanziario 2016, multe inflitte dalla Commissione e interessi di mora).
Cosa è stato riscontrato
Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?
No
Livello di errore stimato:
0,0 % (2016: 0,0 %)
I sistemi relativi alle entrate esaminati sono, nel complesso, efficaci. Riguardo alle RPT, tuttavia, alcuni controlli sono risultati solo parzialmente efficaci. È emerso, inoltre, che vi sono possibili margini di miglioramento negli interventi della Commissione volti a salvaguardare le entrate dell’UE in alcuni settori. In particolare, sono state rilevate debolezze nella gestione, da parte della Commissione, del rischio di una sottovalutazione dei prodotti importati per quanto concerne le RPT, nonché nelle sue verifiche sulla risorsa propria basata sull’IVA. La presenza di debolezze in entrambi i settori può avere ripercussioni sui contributi versati dagli Stati membri al bilancio dell’UE.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda alla Commissione di:
- migliorare il proprio monitoraggio dei flussi di importazioni, ricorrendo tra l’altro ad un utilizzo più esteso delle tecniche di data mining per analizzare eventuali andamenti insoliti e le ragioni che ne sono all’origine, e di agire prontamente per far sì che gli importi di RPT dovuti siano messi a disposizione;
- riesaminare il quadro di controllo esistente e documentarne meglio l’applicazione nella verifica dei calcoli operati dagli Stati membri per la risorsa propria basata sull’IVA.
Competitività per la crescita e l’occupazione
14,9 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
L’audit ha riguardato la spesa per la ricerca e l’innovazione, i sistemi di istruzione, la creazione di posti di lavoro, il mercato unico digitale, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, la modernizzazione del settore dei trasporti e il miglioramento del contesto imprenditoriale, specie per le piccole e medie imprese (PMI).
Per il 2017, la spesa per questo settore sottoposta ad audit è ammontata in totale a 14,9 miliardi di euro. La maggior parte della spesa è stata erogata sotto forma di sovvenzioni a favore di beneficiari pubblici o privati che partecipano a progetti.
La spesa a favore della ricerca e dell’innovazione, che ha rappresentato nel 2017 il 53 % della spesa per questa sottorubrica, viene eseguita tramite il Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (7° PQ) relativo al periodo 2007-2013, e tramite Orizzonte 2020, il programma-quadro per il periodo 2014-2020.
Cosa è stato riscontrato
Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?
Sì
Livello di errore stimato:
4,2 % (2016: 4,1 %)
Il rischio principale per la regolarità delle operazioni consiste nella dichiarazione, da parte dei beneficiari, di spese non ammissibili che non vengano né rilevate né corrette prima del rimborso da parte della Commissione. La maggior parte degli errori ha riguardato infatti i rimborsi di spese per il personale e altri costi diretti non ammissibili (come spese di viaggio o per attrezzature non connesse ai progetti) o di costi indiretti non ammissibili dichiarati dai beneficiari. Fra questi errori figurano errori di calcolo, la mancanza di documentazione di sostegno per le spese dichiarate e costi sostenuti al di fuori del periodo consentito (cfr. esempio nel riquadro).
Esempi Costi non ammissibili
In un caso esaminato dagli auditor della Corte, la PMI beneficiaria aveva usato una metodologia non corretta per calcolare le tariffe orarie e aveva dichiarato in eccesso le ore di lavoro prestate da alcuni dipendenti. Inoltre, tutti i dipendenti che si occupavano del progetto erano in realtà alle dipendenze di un’impresa affiliata, che non era parte in causa nella convenzione di sovvenzione.
In un altro caso, un beneficiario aveva dichiarato oneri futuri che, al momento dell’accettazione dei costi da parte della Commissione, non erano stati né fatturati né pagati; inoltre, non vi erano prove dell’effettivo svolgimento dei lavori in questione.
Erano disponibili informazioni sufficienti per prevenire, o individuare e correggere, una parte significativa degli errori. Se tali informazioni fossero state usate per correggere gli errori, il livello di errore stimato per la spesa complessiva della sottorubrica «Competitività per la crescita e l’occupazione» sarebbe stato inferiore di 1,5 punti percentuali.
Sono stati inoltre riscontrati diversi casi di ritardo nella distribuzione, da parte del coordinatore del progetto, dei finanziamenti UE agli altri partecipanti al progetto. Sebbene alcuni ritardi fossero comprensibili, la Corte osserva che qualsiasi ritardo nel trasferimento dei fondi UE può avere gravi conseguenze finanziarie per i partecipanti ai progetti, specie per le PMI.
Norme relative a Orizzonte 2020 e al meccanismo per collegare l’Europa
La Corte ha segnalato, in precedenza, che rispetto al 7° PQ le norme di finanziamento applicabili a Orizzonte 2020 sono più semplici. Le norme relative alle spese per il personale, però, continuano a risultare difficili da comprendere e da applicare. Lo confermano gli audit della Corte e della Commissione, che mostrano il persistere di un alto livello di errore nelle spese per il personale.
Anche in altri programmi sono state osservate norme di ammissibilità generiche che potevano essere interpretate in maniera diversa. Nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa (MCE), mancano orientamenti riguardo agli elementi probatori necessari per dimostrare che un costo è stato sostenuto, condizione quest’ultima che costituisce un requisito di ammissibilità. La Corte ritiene che un’ulteriore semplificazione e un maggior chiarimento delle norme migliorerebbero la gestione finanziaria e consentirebbero un trattamento più uniforme dei beneficiari.
Informativa della Commissione sulla legittimità e la regolarità
Le relazioni annuali di attività delle direzioni generali Ricerca e innovazione e Istruzione, gioventù, sport e cultura, nonché quelle dell’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA) e dell’Agenzia esecutiva per la ricerca (REA), hanno fornito una valutazione corretta della gestione finanziaria esercitata da tali DG e agenzie in termini di regolarità delle operazioni sottostanti. Nel complesso, le informazioni fornite corroborano le osservazioni e le conclusioni della Corte. La Corte ha inoltre rilevato che i servizi della Commissione che attuano i programmi di ricerca e innovazione hanno adottato un approccio ancor più armonizzato per determinare gli importi stimati a rischio.
Per la ricerca e l’innovazione, la Corte ha esaminato la metodologia di campionamento e di audit adottata dalla Commissione su cui sono basate le informazioni sulla legittimità e la regolarità contenute nelle relazioni annuali di attività, nonché alcuni fascicoli di audit presso la Commissione e una delle società di revisione private che conducono audit per conto della Commissione sul 7° PQ, Orizzonte 2020 ed Erasmus+.
Per Erasmus+, il lavoro svolto dalla Corte sulla strategia e la metodologia della Commissione e delle agenzie nazionali in materia di audit ex post ha evidenziato che le agenzie e autorità nazionali controllate avevano posto in essere sistemi di supervisione e di controllo adeguati. Tuttavia, in due dei tre casi esaminati, sono state riscontrate debolezze nell’accuratezza e nella documentazione delle verifiche espletate dagli organismi di controllo indipendenti selezionati dalle autorità nazionali.
Le società di revisione private non avevano pienamente armonizzato i propri programmi di audit concernenti il 7° PQ.
I programmi di audit per Orizzonte 2020 erano coerenti, ma la documentazione di audit disponibile non era sufficiente per un esame completo. Inoltre, poiché la valutazione della Corte non riguardava le società di revisione private che espletano audit per conto della Commissione, non è possibile trarre conclusioni in merito alla qualità degli audit ex post per Orizzonte 2020.
Valutazione della performance
La Corte ha valutato l’informativa della Commissione sulla performance dei progetti di ricerca e innovazione inclusi nel campione. Benché la maggior parte dei progetti avesse conseguito le realizzazioni e i risultati attesi, in alcuni casi i progressi comunicati erano solo parzialmente in linea con gli obiettivi convenuti o i costi comunicati non erano ragionevoli rispetto ai progressi compiuti. In alcuni casi, per giunta, le realizzazioni e i risultati dei progetti erano stati solo parzialmente pubblicizzati.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda alla Commissione di:
- chiarire ulteriormente, per quanto riguarda Orizzonte 2020, le norme di ammissibilità sulle spese per il personale, rivedere la metodologia inerente a tali spese e completare l’elenco delle specificità relative a taluni paesi;
- per quanto riguarda l’MCE, migliorare la conoscenza delle norme di ammissibilità da parte dei beneficiari, in particolare operando una chiara distinzione fra contratto di attuazione e subappalto;
- affrontare tempestivamente le debolezze individuate dal Servizio di audit interno della Commissione nel processo di gestione delle sovvenzioni Erasmus+ da parte dell’EACEA e nel monitoraggio dei progetti di ricerca e innovazione.
Coesione economica, sociale e territoriale
8,0 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
La spesa relativa alla sotto-rubrica 1b del QFP «Coesione economica, sociale e territoriale» (di seguito «Coesione») mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo degli Stati membri e delle varie regioni dell’UE, nonché a rafforzare la competitività di tutte le regioni. Per il 2017, il campione di spese controllato per questo settore ammonta a soli 8,0 miliardi di euro, principalmente a causa del basso volume di spese accettate; è probabile che tale cifra aumenti considerevolmente per il 2018.
La spesa è gestita sotto la responsabilità di due direzioni generali della Commissione. La prima è la direzione generale della Politica regionale e urbana (DG REGIO), che supervisiona principalmente l’attuazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di coesione (FC); la spesa da essa gestita ha rappresentato il 65 % della popolazione di audit esaminata dalla Corte. La seconda è la direzione generale Occupazione, affari sociali e inclusione (DG EMPL), che monitora principalmente l’attuazione del Fondo sociale europeo (FSE) e ha rappresentato il 35 % della popolazione di audit.
La spesa è gestita, in maniera concorrente, dalla Commissione e dagli Stati membri e prevede il cofinanziamento di programmi operativi pluriennali tramite i quali sono finanziati i progetti.
Per la prima volta, l’audit della Corte ha riguardato i pagamenti relativi alla chiusura del periodo di programmazione 2007-2013 e la spesa liquidata per il periodo 2014-2020 nell’ambito del nuovo regime di controllo e affidabilità. Alla luce del riveduto regime di controllo e affidabilità, quest’anno l’audit della Corte ha esaminato il lavoro svolto dalle autorità di audit e dalla Commissione. Gli auditor della Corte hanno estratto un campione, statisticamente rappresentativo, di operazioni già esaminate dalle autorità di audit e hanno valutato l’operato di queste ultime. Per le operazioni in cui sono state rilevate carenze, si è anche proceduto alla riesecuzione dell’audit a livello di beneficiario.
Scopo dell’audit della Corte era contribuire alla dichiarazione di affidabilità globale e valutare il nuovo regime di controllo e affidabilità, nonché il suo grado di attendibilità. Questo allo scopo di accrescerne eventualmente l’impiego in futuro e di individuare, quindi, dove fossero necessari ulteriori miglioramenti.
Cosa è stato riscontrato
Il settore di spesa è inficiato da errori rilevanti?
Sì
Livello di errore stimato1:
3,0 % (2016: 4,8 %)
Il numero e l’impatto degli errori rilevati indicano il persistere di debolezze riguardo alla regolarità della spesa dichiarata dalle autorità di gestione. Al livello di errore stimato dalla Corte hanno contribuito soprattutto gli strumenti finanziari, seguiti dai costi non ammissibili (cfr. esempio).
Esempio: Prestiti non ammissibili sono stati approvati per strumenti finanziari a gestione concorrente
Il cofinanziamento a titolo del FESR per i prestiti deve essere utilizzato principalmente (ossia per oltre il 50 % del valore complessivo dei prestiti) a sostegno delle PMI. Uno degli strumenti finanziari sottoposti ad audit dalla Corte aveva però investito quasi l’80 % del valore complessivo dei prestiti approvato in società che non erano PMI. Né l’autorità di audit né la Commissione hanno rilevato il mancato rispetto di questo requisito di base per l’ammissibilità stabilito dal legislatore.
Valutazione dell’attività svolta dalle autorità di audit
Il lavoro svolto dalle autorità di audit è una componente cruciale del nuovo regime di controllo e affidabilità per accertare la regolarità della spesa concernente la sottorubrica «Coesione». Quest’anno, pertanto, la Corte ha prestato particolare attenzione all’analisi degli elementi chiave delle verifiche da esse condotte.
In diversi casi, l’esame dell’operato delle autorità di audit ha rivelato carenze che pregiudicano l’attendibilità dei tassi di errore residuo comunicati. Sono emerse debolezze concernenti l’estensione, la qualità e documentazione del lavoro da queste svolto nonché riguardo alla rappresentatività dei campioni estratti. La Commissione non ha rilevato tali criticità. In tutti i pacchetti di affidabilità e di chiusura analizzati dalla Corte, le autorità di audit avevano segnalato un tasso di errore residuo inferiore al 2 %.
Tuttavia, a causa degli errori aggiuntivi riscontrati dalla Corte, il tasso da questa ricalcolato era superiore al 2 % per sei dei 12 pacchetti di affidabilità per il periodo 2014-2020 e per tre dei dieci pacchetti di chiusura esaminati dalla Corte per il periodo 2007-2013.
Attività svolta dalla Commissione e informazioni da questa fornite sul tasso di errore residuo nelle relazioni annuali di attività
Le relazioni annuali di attività (RAA) sono il principale strumento di cui dispone la Commissione per comunicare se ha la ragionevole certezza che le procedure di controllo poste in essere assicurano la regolarità della spesa. Il nuovo regime di controllo e affidabilità è stato concepito per far sì che i tassi di errore residuo su base annua siano inferiori alla soglia di rilevanza del 2 %. Tuttavia, per quanto riguarda la sotto-rubrica «Coesione», le RAA 2017 delle DG EMPL e REGIO forniscono un insieme di tassi diversi come misura della spesa a rischio. Esse includono tassi di errore residuo per ciascun pacchetto di affidabilità dell’esercizio contabile per il periodo compreso fra il 1º luglio 2015 e il 30 giugno 2016. A giudizio della Corte, questi tassi sono gli unici che la Commissione avrebbe potuto corroborare ottenendo le necessarie garanzie dalle autorità di audit e tramite i controlli sulla regolarità da essa effettuati.
Inoltre, il lavoro svolto dalla Commissione per l’accettazione dei conti, la convalida dei singoli tassi di errore residuo e la definizione di un tasso di errore residuo globale deve essere ulteriormente migliorato.
Dall’audit della Corte risulta che i tassi di errore residuo globali presentati per l’esercizio contabile 2015/2016 nelle RAA della Commissione sono sottostimati e che la Corte non può, al momento, farvi affidamento.
Valutazione della performance
Uno dei principali obiettivi delle disposizioni normative per il periodo 2014-2020 era un maggior orientamento alla performance e ai risultati. Dai riscontri della Corte su 113 progetti completati emerge che vi è, in genere, un chiaro nesso tra gli obiettivi di realizzazione a livello di programma operativo e di progetto. I valori-obiettivo (ove stabiliti) sono stati perlopiù segnalati come raggiunti, almeno in parte. Tuttavia, molti sistemi di misurazione della performance sono privi di indicatori di risultato, il che rende difficile valutare il contributo complessivo del progetto agli obiettivi specifici dei PO.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda alla Commissione di:
- provvedere affinché le disposizioni in materia di audit per gli strumenti finanziari gestiti dal FEI siano adeguate a livello degli intermediari finanziari;
- proporre modifiche legislative per il quadro finanziario del periodo successivo al 2020 che escludano il rimborso dell’IVA a valere su fondi UE per gli enti pubblici;
- ovviare alle debolezze individuate dalla Corte per quanto riguarda la verifica eseguita dalla Commissione, nell’ambito degli audit sulla regolarità, sul lavoro di audit svolto dalle autorità di audit;
- ovviare alla complessità delle informazioni relative al regime di controllo e affidabilità per il periodo 2014-2020 riportate nelle RAA della DG REGIO e della DG EMPL;
- provvedere affinché le disposizioni in materia di audit siano modificate conformemente alla proposta concernente gli strumenti finanziari nel quadro di regolamentazione per il periodo successivo al 2020, in modo che per il calcolo dei tassi di errore residuo sia considerato solo l’impiego effettivo dei fondi a livello di destinatario finale;
- comunicare un tasso di errore residuo globale per la sotto-rubrica «Coesione» per ciascun esercizio contabile.
- eseguire sufficienti controlli della regolarità per trarre conclusioni sull’efficacia dell’attività svolta dalle autorità di audit e ottenere una ragionevole certezza sulla regolarità della spesa, al più tardi nelle RAA pubblicate l’anno successivo all’accettazione dei conti.
Risorse naturali
56,5 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
Questo settore di spesa include la politica agricola comune (PAC), la politica comune della pesca (PCP) e parte della spesa dell’UE per l’ambiente e l’azione per il clima. Per il 2017, le spese controllate per questo settore ammontano a 56,5 miliardi di euro.
La PAC è la base per le spese dell’UE nel settore dell’agricoltura. I suoi tre obiettivi generali, stabiliti nella normativa dell’UE, sono:
- la produzione alimentare redditizia, in particolare il reddito agricolo, la produttività agricola e la stabilità dei prezzi;
- la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima, con particolare attenzione per le emissioni di gas serra, la biodiversità, il suolo e le acque;
- uno sviluppo territoriale equilibrato.
La spesa per la PAC è gestita in maniera concorrente con gli Stati membri. Essa riguarda:
- i pagamenti diretti del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), corrispondenti al 74 % della spesa in questo settore;
- il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che cofinanzia i programmi di sviluppo rurale insieme agli Stati membri e che ha rappresentato il 19 % della spesa;
- le misure di mercato del FEAGA, che hanno costituito il 5 % della spesa.
La spesa per la PAC viene erogata tramite circa 80 organismi pagatori incaricati di verificare l’ammissibilità delle domande di aiuto e di effettuare i pagamenti ai beneficiari.
Anche la PCP è gestita, in maniera concorrente, dalla Commissione e dagli Stati membri.
La politica ambientale dell’UE è gestita dalla Commissione a livello centrale. Il programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE) è lo strumento principale per l’esecuzione della spesa in questo campo.
Cosa è stato riscontrato
Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?
Sì
Livello di errore stimato:
2,4 % (2016: 2,5 %)
La Commissione e le autorità degli Stati membri avevano applicato misure correttive che hanno ridotto il livello di errore stimato dalla Corte per questo capitolo di 1,1 punti percentuali. Tuttavia, per una percentuale significativa di operazioni che contenevano errori quantificabili, le autorità nazionali disponevano di informazioni sufficienti per prevenire gli errori, o individuarli e correggerli, prima di dichiarare la spesa alla Commissione. Se le autorità nazionali avessero usato in maniera adeguata tutte le informazioni di cui disponevano, il livello di errore stimato per questo capitolo sarebbe stato di 0,9 punti percentuali più basso.
I pagamenti diretti non presentavano errori rilevanti
La superficie agricola è la variabile principale ai fini dei pagamenti diretti. I continui miglioramenti apportati ai sistemi di controllo hanno contribuito a mantenere il livello di errore nel 2017 al di sotto della soglia di rilevanza del 2 %.
I «pagamenti per l’inverdimento» sono destinati a sostenere gli agricoltori che adottano pratiche agricole benefiche per il clima e per l’ambiente. Nell’ambito della verifica di 121 pagamenti diretti, gli auditor della Corte hanno visitato 35 beneficiari che percepiscono pagamenti relativi all’inverdimento; solo in un caso hanno riscontrato una violazione diretta degli obblighi previsti in materia. Come precedentemente osservato dalla Corte, gli obblighi di inverdimento non sono impegnativi e rispecchiano in gran parte normali pratiche agricole. Per maggiori informazioni, cfr. la relazione speciale della Corte n. 21/2017 intitolata «L’inverdimento: un regime di sostegno al reddito più complesso, non ancora efficace sul piano ambientale».
Sviluppo rurale, misure di mercato, ambiente, azione per il clima e pesca
Il livello di errore rimane elevato in questi settori di spesa.
Le principali fonti di errore erano l’inosservanza delle condizioni di ammissibilità, la dichiarazione di informazioni inesatte su superfici o numero di capi e l’inosservanza, da parte dei beneficiari, degli impegni agroambientali (cfr. esempio).
Esempio: Il beneficiario non ha rispettato gli impegni agroambientali
Gli auditor della Corte hanno esaminato un caso in cui un agricoltore ha ricevuto sostegno nell’ambito di una misura per l’ottimizzazione ambientale delle tecniche agronomiche ed irrigue. Per ricevere l’aiuto, il beneficiario doveva impegnarsi a piantare determinate colture su parte del terreno aziendale, a ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e l’uso di acqua a fini irrigui e a tenere registri di coltivazione e di irrigazione. Gli auditor della Corte hanno riscontrato che il beneficiario non aveva rispettato nessuno di questi impegni. Dopo la visita, l’organismo pagatore ha avviato una procedura di recupero dell’aiuto pagato.
Informativa della direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale sulla legittimità e la regolarità
I tassi di errore aggiustati per i principali settori di spesa della rubrica «Risorse naturali» presentati nella relazione annuale di attività 2017 della direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale (DG AGRI) sono in linea con la conclusione di audit della Corte, ovvero che il livello di errore nell’insieme della spesa per la rubrica in questione era rilevante, e che i regimi di aiuto diretto del FEAGA, che rappresentano il 74 % della spesa a titolo di questa rubrica del QFP, non erano inficiati da un livello di errore rilevante.
A partire dal 2015, gli organismi di certificazione degli Stati membri erano tenuti a formulare un giudizio sulla legittimità e regolarità della spesa degli organismi pagatori. Il lavoro degli organismi di certificazione contribuisce al modello di garanzia della Commissione per la spesa per la PAC: la DG AGRI tiene conto del lavoro da questi svolto nel calcolare i tassi di errore aggiustati per i principali settori di spesa. Tuttavia, sono necessari ulteriori miglioramenti se la Commissione desidera raggiungere l’obiettivo che si è prefissata di utilizzare il lavoro degli organismi di certificazione come fonte primaria di garanzia della regolarità della spesa per la PAC.
Valutazione della performance
La domanda di aiuto basata su strumenti geospaziali (GSAA) è un’applicazione web che gli agricoltori possono utilizzare per presentare online domande di aiuto per superficie che verranno poi trattate dagli organismi pagatori. Gli organismi pagatori devono rendere disponibile la GSAA per tutti i beneficiari dell’aiuto per superficie a decorrere dal 2018.
Gli auditor della Corte hanno visitato oltre 100 aziende agricole per esaminare l’uso dell’applicazione e svolto un’indagine presso 24 organismi pagatori riguardo alla sua introduzione. La maggior parte dei richiedenti l’aiuto per superfici che sono stati visitati dagli auditor usava già la GSAA, e nella maggior parte dei casi ciò ha comportato meno errori e consentito risparmi di tempo. Il 23 % degli agricoltori intervistati, tuttavia, presentava ancora domanda senza utilizzare la GSAA.
Gli auditor della Corte hanno esaminato 29 progetti di investimento nel settore dello sviluppo rurale per valutarne la performance. Nel complesso, le condizioni di ammissibilità erano in linea con le priorità individuate nei programmi di sviluppo rurale e le procedure di selezione erano appropriate. I beneficiari visitati hanno attuato, in generale, come da programma i progetti d’investimento per lo sviluppo rurale inclusi nel campione della Corte, e gli Stati membri hanno verificato la ragionevolezza dei costi. Tuttavia, gli Stati membri hanno utilizzato poco le opzioni semplificate in materia di costi.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda alla Commissione di:
- valutare l’efficacia delle azioni intraprese dagli Stati membri per rimediare alle cause degli errori per i pagamenti relativi alle misure di mercato e allo sviluppo rurale, e di emanare, ove necessario, ulteriori orientamenti;
- effettuare un più attento esame della qualità della verifica delle operazioni condotta dagli organismi di certificazione;
- controllare l’attuazione delle azioni correttive adottate dalle autorità degli Stati membri nei casi in cui la Commissione ha ritenuto che non fosse possibile fare affidamento sul lavoro espletato dall’organismo di certificazione o che lo fosse solo in misura limitata;
- monitorare i progressi compiuti dagli organismi pagatori nel sostenere gli agricoltori che non usano ancora la GSAA e promuovere le migliori pratiche, al fine di massimizzare i benefici e ottenere la piena attuazione del nuovo sistema entro i termini stabiliti dalla normativa.
Sicurezza e cittadinanza
2,7 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
Questo settore di spesa raggruppa varie politiche, il cui obiettivo comune è di rafforzare il concetto di cittadinanza dell’UE creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne.
Per il 2017, la spesa di questo settore sottoposta ad audit è ammontata a 2,7 miliardi di euro. Tale importo riguardava la protezione delle frontiere, la politica di immigrazione e asilo, la giustizia e gli affari interni, la salute pubblica, la protezione dei consumatori, la cultura, la gioventù, l’informazione e il dialogo con i cittadini. Si tratta di spese relativamente modeste, ma che rappresentano una quota crescente del bilancio dell’UE (approssimativamente il 2 % nel 2017).
Una parte significativa della spesa viene eseguita attraverso 12 agenzie decentrate, per ciascuna delle quali la Corte redige una relazione annuale specifica.
La spesa per «Migrazione e sicurezza», corrispondente al 45 % della spesa, è attuata prevalentemente in regime di gestione concorrente dagli Stati membri e dalla Commissione. I principali fondi che la finanziano sono:
- il Fondo asilo, migrazione e integrazione (AMIF), il cui obiettivo è di contribuire alla gestione efficace dei flussi migratori e porre in atto un approccio comune dell’UE in materia di asilo e immigrazione;
- il Fondo Sicurezza interna (ISF), che mira a raggiungere un elevato livello di sicurezza nell’UE.
Questi fondi sono divenuti operativi nel 2014, quando hanno sostituito il programma SOLID («Solidarietà e gestione dei flussi migratori»), e rimarranno attivi fino al 2020.
Oltre ai sistemi selezionati, gli auditor della Corte hanno esaminato un numero limitato di operazioni concernenti le principali politiche di questo settore di spesa.
Date le dimensioni del campione, non sono in grado di calcolare un tasso di errore rappresentativo per la rubrica «Sicurezza e cittadinanza», come hanno fatto invece per altri settori di spesa.
Cosa è stato riscontrato
L’audit della Corte ha riscontrato incongruenze nel modo in cui gli Stati membri hanno trattato l’ammissibilità dell’imposta sul valore aggiunto dichiarata dagli enti pubblici; tale situazione compromette la sana gestione finanziaria della spesa UE. È emerso, inoltre, che gli obblighi informativi dell’AMIF/ISF vigenti per i conti 2017 non hanno consentito alla Commissione di ottenere tutte le informazioni finanziarie necessarie per esercitare la propria supervisione.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda alla Commissione di:
- fornire orientamenti agli Stati membri sull’utilizzo dei fondi UE secondo i principi della sana gestione finanziaria. In particolare, le linee guida di attuazione per l’AMIF/ISF dovrebbero precisare che, quando gli enti pubblici attuano interventi UE, il cofinanziamento UE non può essere superiore alla spesa totale ammissibile al netto dell’IVA;
- richiedere agli Stati membri di scomporre, nei conti annuali dei rispettivi programmi nazionali relativi all’AMIF e all’ISF, gli importi iscritti in base alla loro natura, suddividendoli cioè in recuperi, prefinanziamenti e spese effettivamente sostenute; la Commissione dovrebbe inoltre indicare nella propria relazione annuale di attività, a partire da quella per il 2018, la spesa effettiva per singolo fondo.
Ruolo mondiale dell’Europa
8,2 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
Questo settore comprende le spese nell’ambito della politica estera, il sostegno ai paesi candidati e potenziali candidati all’adesione all’UE, nonché l’aiuto allo sviluppo e gli aiuti umanitari ai paesi in via di sviluppo e ai paesi vicini (ad eccezione della spesa a titolo dei Fondi europei di sviluppo – per maggiori informazioni, cliccare qui).
Per il 2017, la spesa per questo settore, erogata in oltre 150 paesi, sottoposta ad audit è ammontata a 8,2 miliardi di euro. La spesa è gestita direttamente da alcune direzioni generali della Commissione, attraverso i servizi centrali di Bruxelles o le delegazioni dell’UE nei paesi beneficiari, oppure indirettamente dai paesi beneficiari o da organizzazioni internazionali, per mezzo di una vasta gamma di strumenti di cooperazione e metodi di erogazione.
Date le dimensioni ridotte del campione, gli auditor della Corte non sono in grado di calcolare un tasso di errore rappresentativo per la rubrica «Ruolo mondiale dell’Europa», come hanno fatto invece per altri settori di spesa.
Cosa è stato riscontrato
Riguardo ai contributi dell’UE al bilancio generale dei paesi destinatari (sostegno al bilancio), la Commissione gode di un ampio margine di discrezionalità nel decidere se le condizioni di ammissibilità siano state rispettate. Eventuali debolezze nella gestione finanziaria che comportino un uso improprio a livello nazionale non condurranno alla rilevazione di errori nell’audit della Corte. Ciò vale anche per i fondi UE che vanno ad aggiungersi a quelli di altri donatori internazionali e che non sono destinati a voci di spesa specifiche. In questi casi, i costi sono considerati ammissibili ai sensi della normativa dell’UE fintanto che l’importo aggregato comprende spese ammissibili sufficienti a coprire il contributo dell’UE.
Le verifiche effettuate dagli auditor della Corte sulle operazioni hanno rilevato nei sistemi della Commissione alcune debolezze di controllo concernenti le procedure d’appalto di secondo livello (procedura di appalto esperita da un beneficiario) e debolezze nel rimborso degli stipendi di consulenti, residenti nell’ambito di un’azione di gemellaggio, distaccati per occuparsi di progetti finanziati dall’UE.
Informativa sulla conformità fornita dalla direzione generale Politica di vicinato e negoziati di allargamento
Come negli anni precedenti, nel tentativo di ridurre gli errori nei pagamenti, la direzione generale Politica di vicinato e negoziati di allargamento (DG NEAR) ha commissionato uno studio per valutare il «tasso di errore residuo» (TER) nella spesa di questo settore. Come nelle sue precedenti valutazioni dello studio, la Corte ha ritenuto la metodologia applicata sostanzialmente efficace e adatta allo scopo. La Corte ha però individuato una serie di ambiti in cui vi sono margini di miglioramento, quali la stratificazione della popolazione basata sul rischio, il grado di discrezionalità lasciato al contraente per le stime di errore per singole operazioni e gli errori non considerati.
Nell’esaminare la relazione annuale di attività (RAA) 2017 della DG NEAR, la Corte ha constatato che quest’ultima aveva compiuto sforzi considerevoli per attuare le raccomandazioni della Corte in merito alla sopravvalutazione della capacità correttiva e che aveva adottato un approccio prudente nell’analizzare gli ordini di riscossione.
Valutazione della performance
Oltre a verificare la regolarità, la Corte ha valutato aspetti legati alla performance per sette progetti completati. Per tutti i progetti esaminati vi erano indicatori di performance chiari e pertinenti. Il quadro logico era ben strutturato e le realizzazioni erano realistiche. La Corte ha tuttavia rilevato, nelle modalità di attuazione dei progetti, diverse problematiche che ne hanno ridotto la performance (cfr. esempio).
Esempio: Problematiche relative alla performance
In due casi esaminati dagli auditor, il costo del trasporto delle forniture è risultato molto più alto del valore delle forniture stesse. Nel primo caso, trasportare merci del valore di 78 000 euro è costato 152 000 euro. Nel secondo caso, trasportare merci del valore di 70 150 euro è costato 131 500 euro.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda alla Commissione di:
- fornire al contraente esterno incaricato di svolgere il prossimo studio sul tasso di errore residuo (TER) linee guida più precise sulla verifica degli appalti di secondo livello;
- per il prossimo studio sul TER, stratificare la popolazione di audit sulla base dei rischi intrinseci dei progetti, prestando maggior attenzione alle sovvenzioni in regime di gestione diretta e meno alle operazioni di sostegno al bilancio;
- indicare, nella prossima relazione annuale di attività, le limitazioni dello studio del TER;
- rivedere gli esistenti orientamenti per i beneficiari di progetti attuati in regime di gestione indiretta, per assicurarsi che le previste attività siano eseguite in maniera tempestiva e che le realizzazioni dei progetti siano effettivamente utilizzate, in modo da ottenere il miglior rapporto tra benefici e costi.
Amministrazione
9,7 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
L’audit della Corte ha riguardato le spese amministrative delle istituzioni e degli altri organismi dell’UE: il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio dell’Unione europea, la Commissione europea, la Corte di giustizia dell’Unione europea, la Corte dei conti europea, il Comitato economico e sociale europeo, il Comitato europeo delle regioni, il Mediatore europeo, il Garante europeo della protezione dei dati e il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE).
Nel 2017, si è proceduto all’audit di 9,7 miliardi di euro di spese delle istituzioni e di altri organismi dell’UE. Tale importo ha compreso la spesa per le risorse umane (circa il 60 % del totale), gli immobili, gli impianti e le apparecchiature, l’energia, le comunicazioni e le tecnologie dell’informazione.
Le risultanze degli audit svolti dalla Corte sulle agenzie e altri organismi decentrati dell’UE e sulle scuole europee sono esposte in relazioni annuali specifiche, pubblicate separatamente, sotto forma di una sintesi consolidata di questi audit.
L’audit dei rendiconti finanziari della Corte è affidato a una società esterna, la cui relazione di audit è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e sul sito Internet della Corte.
Cosa è stato riscontrato
Le operazioni sono inficiate da errori rilevanti?
No
Livello di errore stimato
0,5 % (2016: 0,2 %)
L’esame della Corte sui sistemi non ha evidenziato, nel complesso, alcuna debolezza significativa. Sono stati però individuati alcuni ambiti in cui sono possibili miglioramenti. Per ovviare a tali debolezze, sono state formulate le raccomandazioni esposte qui di seguito.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda che il Parlamento europeo:
- migliori, nel contesto della revisione del regolamento finanziario, gli orientamenti forniti in merito ai criteri di selezione e di aggiudicazione per le procedure di appalto;
- in occasione della prossima revisione delle norme concernenti l’accoglienza di gruppi di visitatori, rafforzi la procedura per la presentazione da parte di questi ultimi delle dichiarazioni di spesa.
Inoltre, raccomanda che la Commissione europea migliori, al più presto, i propri sistemi di gestione degli assegni familiari previsti dallo statuto.
Fondi europei di sviluppo
3,5 miliardi di euro
Cosa abbiamo controllato
I Fondi europei di sviluppo (FES) forniscono assistenza finanziaria dell’UE, nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, ai paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), nonché ai paesi e territori d’oltremare (PTOM). La spesa nell’ambito dei FES e gli strumenti di cooperazione mirano a eliminare la povertà e a promuovere lo sviluppo sostenibile e l’integrazione dei paesi ACP e PTOM nell’economia mondiale.
Per il 2017, le spese relative a questo settore sottoposte ad audit sono ammontate a 3,5 miliardi di euro. I FES sono finanziati dagli Stati membri dell’UE e sono attuati tramite singoli progetti o attraverso il sostegno al bilancio (ossia mediante un contributo al bilancio generale del paese o al bilancio settoriale). Ciascun FES è disciplinato da un proprio regolamento finanziario.
I FES sono gestiti, al di fuori del quadro del bilancio dell’UE, dalla Commissione europea (che ne gestisce la parte principale) e dalla Banca europea per gli investimenti.
Cosa è stato riscontrato
Affidabilità dei conti FES
I conti relativi all’esercizio 2017 presentano fedelmente la posizione finanziaria dei FES, i risultati delle loro operazioni, i flussi di cassa e le variazioni dell’attivo netto.
Le entrate dei FES sono inficiate da errori rilevanti?
No
I pagamenti dei FES sono inficiati da errori rilevanti?
Sì
Livello di errore stimato:
4,5 % (2016: 3,3 %)
Come per la rubrica «Ruolo mondiale dell’Europa», la Commissione gode di un ampio margine di discrezionalità nel decidere se le condizioni di ammissibilità siano state rispettate; un uso improprio dei fondi dell’UE a livello nazionale non condurrà necessariamente alla rilevazione di errori mediante l’audit della Corte. Ciò vale anche per i fondi UE che vanno ad aggiungersi a quelli di altri donatori internazionali e che non sono destinati a voci di spesa specifiche. In questi casi, i costi sono considerati ammissibili ai sensi della normativa dell’UE fintanto che l’importo aggregato comprende spese ammissibili sufficienti a coprire il contributo dell’UE.
Il 42 % del tasso di errore globale nei FES è costituito dalle spese non realmente sostenute (cfr. esempio seguente). Fra gli altri tipi di errori significativi figurano la mancanza di documenti giustificativi essenziali e l’inosservanza delle norme in materia di appalti.
Esempio: Spese non sostenute
Gli auditor della Corte hanno esaminato un progetto di gestione delle risorse naturali e hanno riscontrato che la Commissione aveva rimborsato, per errore, al partner attuatore 2 milioni di euro in più della spesa dichiarata da quest’ultimo. Nell’esaminare le singole voci di spesa, gli auditor hanno rilevato che tre di esse erano inficiate da errore, in quanto la spesa dichiarata non era stata interamente sostenuta.
Per una serie di operazioni che contenevano errori quantificabili, la Commissione disponeva di informazioni sufficienti per prevenire gli errori, o individuarli e correggerli. Se la Commissione avesse utilizzato in maniera adeguata tutte le informazioni di cui disponeva, il livello di errore stimato per la spesa dei FES sarebbe stato del 2,8 %.
Informativa sulla conformità fornita dalla direzione generale Cooperazione internazionale e sviluppo
Come negli anni precedenti, nel tentativo di ridurre gli errori nei pagamenti, la direzione generale Cooperazione internazionale e sviluppo (DG DEVCO) ha commissionato uno studio per valutare il «tasso di errore residuo» (TER) nella spesa di questo settore.
Nello studio sul TER per il 2017, non è stata effettuata, per il 67 % delle operazioni, alcuna verifica di convalida in quanto era stato fatto pieno affidamento, erroneamente o senza una giustificazione adeguata, sul lavoro di controllo precedente. A causa di ciò e in considerazione degli errori riscontrati, la Corte conclude che i risultati del 2017 non possono essere confrontati con quelli ottenuti negli anni precedenti. Tutto ciò incide sul tasso di errore residuo. La Commissione non ha monitorato in maniera adeguata il lavoro svolto dal contraente incaricato dello studio TER e pertanto non ha potuto impedire che si verificassero dei problemi.
La relazione annuale di attività 2017 della DG DEVCO comprendeva una sola riserva relativa alle sovvenzioni sottoposte a gestione diretta. La riserva era basata sui risultati dello studio sul TER. Se lo studio sul TER avesse seguito lo stesso approccio prudente degli anni scorsi, è probabile che l’esito, e quindi la dichiarazione di affidabilità, sarebbero stati diversi.
Il sistema di controllo della DG DEVCO è incentrato sulle verifiche ex ante condotte prima che la spesa dichiarata dai beneficiari sia rimborsata. Anche quest’anno, la frequenza degli errori riscontrati dalla Corte — fra l’altro in alcune delle dichiarazioni finali di spesa che erano state oggetto di audit esterni e di verifiche ex ante delle spese — continua a denotare debolezze in questi controlli.
Raccomandazioni della Corte
La Corte raccomanda alla Commissione di:
- monitorare attentamente lo svolgimento dello studio del TER, per assicurarsi in particolare che, laddove venga fatto pieno affidamento sul lavoro di controllo precedente, questo sia in linea con la metodologia applicabile e adeguatamente giustificato;
- indicare nuovamente, nella relazione annuale di attività, le limitazioni dello studio del TER, il quale presume che la popolazione non sottoposta a verifica sia esente da errore;
- prendere provvedimenti decisivi affinché sia applicata, di fatto, la guida all’accettazione della spesa per evitare di liquidare importi in eccesso;
- prendere provvedimenti per assicurarsi che solo le spese sostenute siano certificate come spese per le operazioni del fondo fiduciario UE per le infrastrutture in Africa;
- aggiungere un indicatore per monitorare l’anzianità degli anticipi versati ai fondi fiduciari;
- proporre una soluzione pertinente alle incongruenze fra la procedura di bilancio e la procedura di rendicontabilità per quanto riguarda i FES, nell’ambito degli studi attualmente in corso sulle disposizioni che sostituiranno l’accordo di Cotonou.
1 La stima comprende 50 errori individuati in precedenza dalle autorità di audit degli Stati membri e tiene conto delle rettifiche operate, per un totale di 101 milioni di euro, riguardo alla spesa di entrambi i periodi.
Informazioni di contesto
La Corte dei conti europea e le sue attività
La Corte dei conti europea (di seguito: «la Corte») è il revisore esterno indipendente dell’Unione europea. Ha sede a Lussemburgo e conta un organico di circa 900 persone, di tutte le nazionalità dell’Unione, che svolgono attività di audit o di supporto.
La sua missione consiste nel contribuire a migliorare la gestione finanziaria dell’UE, promuovere il rispetto dell’obbligo di rendiconto e la trasparenza e fungere da custode indipendente degli interessi finanziari dei cittadini dell’UE.
Le relazioni e i giudizi di audit della Corte sono un elemento essenziale della catena di responsabilità dell’UE. Servono a far sì che i responsabili della gestione dell’attuazione delle politiche e dei programmi dell’UE, ossia la Commissione, le altre istituzioni e gli organismi dell’UE e le amministrazioni degli Stati membri, rispondano del proprio operato.
La Corte segnala i rischi, fornisce garanzie, evidenzia carenze e buone pratiche ed offre orientamenti ai responsabili delle politiche e ai legislatori dell’UE su come migliorare la gestione delle politiche e dei programmi dell’Unione. Con il suo lavoro, fa in modo che i cittadini dell’UE sappiano come viene speso il loro denaro.
La produzione della Corte
La Corte produce:
- relazioni annuali, che contengono principalmente i risultati degli audit finanziari e di conformità concernenti il bilancio dell’UE e i Fondi europei di sviluppo, ma che riguardano anche aspetti relativi alla performance e alla gestione di bilancio;
- relazioni speciali, che presentano le risultanze di audit selezionati su specifici settori di spesa o di intervento dell’UE o su temi relativi al bilancio e alla gestione;
- relazioni annuali specifiche concernenti le agenzie, gli organismi decentrati e le imprese comuni dell’UE;
- pareri su atti normativi nuovi o aggiornati aventi un impatto significativo sulla gestione finanziaria, formulati su richiesta di un’altra istituzione o di propria iniziativa;
- pubblicazioni basate su analisi, quali:
- analisi panoramiche, ossia documenti descrittivi ed analitici che prendono in esame settori d’intervento complessi, tematiche di vasta portata o questioni gestionali, presentando le conoscenze e l’esperienza acquisite nel tempo dalla Corte sul tema selezionato, spesso esaminato da una prospettiva trasversale;
- documenti di riflessione simili alle analisi panoramiche ma che affrontano argomenti più specifici;
- analisi rapide dei casi, che presentano e accertano i fatti in merito a questioni o problemi molto puntuali e specifici e che, se necessario, includono una analisi utile alla comprensione di tali fatti.
Uno sguardo sull’approccio di audit adottato per la dichiarazione di affidabilità della Corte
I giudizi espressi nella dichiarazione di affidabilità della Corte sono basati su elementi probatori oggettivi, ottenuti mediante verifiche di audit, conformemente a principi di audit internazionali.
Come annunciato nella propria strategia per il periodo 2018-2020, la Corte intende applicare un approccio di attestazione per l’intera dichiarazione di affidabilità da essa rilasciata, il che significa che il suo giudizio di audit sarà basato sulla dichiarazione (dei responsabili) della Commissione. Così è stato per il lavoro svolto sull’affidabilità dei conti a partire dal 1994. Quest’anno è stato effettuato un esercizio pilota per estendere tale approccio alla spesa dell’UE nel settore della «Coesione economica, sociale e territoriale».
Affidabilità dei conti
I conti annuali dell’UE forniscono informazioni complete ed esatte?
Ogni anno, centinaia di migliaia di voci contabili vi vengono iscritte dalle direzioni generali della Commissione, che attingono informazioni da moltissime fonti (compresi gli Stati membri). La Corte verifica che i processi contabili funzionino in modo appropriato e che i dati contabili che ne risultano siano completi, correttamente registrati e adeguatamente presentati nei rendiconti finanziari dell’UE; Per l’audit sull’affidabilità dei conti, la Corte ha applicato l’approccio di attestazione sin dal 1994, quando ha espresso il suo primo giudizio.
- La Corte valuta il sistema contabile per accertare che costituisca una buona base per produrre dati attendibili.
- Verifica le procedure contabili fondamentali per accertarne il corretto funzionamento.
- Effettua controlli analitici dei dati contabili per verificarne la presentazione coerente e la plausibilità.
- Controlla direttamente un campione di scritture contabili per verificare l’esistenza delle operazioni sottostanti e l’esatta registrazione delle stesse.
- Controlla i rendiconti finanziari per assicurarsi che presentino fedelmente la situazione finanziaria.
Regolarità delle operazioni
Le operazioni di pagamento in conto spesa e di acquisizione delle entrate dell’UE alla base dei conti dell’Unione sono conformi alle norme?
Il bilancio UE prevede milioni di pagamenti a beneficiari, non solo nell’UE, ma anche nel resto del mondo. La maggior parte di questa spesa è gestita dagli Stati membri. Per ottenere gli elementi probatori di cui necessitano, gli auditor della Corte valutano i sistemi con cui sono amministrati e controllati i pagamenti in conto spesa e l’acquisizione delle entrate (ossia i pagamenti finali e la liquidazione degli anticipi) ed esaminano un campione di operazioni.
Laddove i pertinenti principi internazionali di audit sono stati rispettati, esaminano e rieseguono le verifiche e i controlli svolti dai responsabili dell’esecuzione del bilancio UE. La Corte tiene quindi pienamente conto delle eventuali misure correttive adottate sulla base di tali verifiche.
- Valuta i sistemi concernenti le entrate e le spese per stabilirne l’efficacia nel garantire la regolarità delle operazioni.
- Gli auditor della Corte estraggono campioni statistici di operazioni sulla base dei quali effettuano verifiche dettagliate. Esaminano le operazioni campionate in maniera approfondita, anche presso i destinatari finali (ad esempio, agricoltori, istituti di ricerca o imprese che eseguono lavori o forniscono servizi a seguito di un appalto pubblico), al fine di ottenere la prova che ciascun evento in questione sussista veramente, sia correttamente registrato e conforme alle norme che disciplinano i pagamenti.
- Gli auditor della Corte analizzano gli errori e li classificano come quantificabili o non quantificabili. Le operazioni sono inficiate da errori quantificabili se, in base alle norme, il pagamento non avrebbe dovuto essere autorizzato. La Corte estrapola gli errori quantificabili per stimare il livello di errore per ciascun settore in cui effettua una valutazione specifica. Confronta quindi il livello di errore stimato con la soglia di rilevanza, stabilita al 2 %, e valuta se gli errori siano pervasivi.
- Nel formulare i propri giudizi, la Corte tiene conto di queste valutazioni e di altre informazioni pertinenti, quali le relazioni annuali di attività e le relazioni di altri revisori esterni.
- Tutte le constatazioni vengono discusse sia con le autorità degli Stati membri sia con la Commissione, per confermare l’esattezza dei fatti.
Tutte le pubblicazioni della Corte sono consultabili nel suo sito Internet: http://www.eca.europa.eu.
Maggiori informazioni sulle procedure di audit applicate ai fini della dichiarazione di affidabilità sono contenute nell’allegato 1.1 della relazione annuale sull’esecuzione del bilancio dell’UE per l’esercizio 2017.
Nel sito figura un glossario dei termini tecnici usati nelle pubblicazioni della Corte (https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/GLOSSARY_AR_2017/GLOSSARY_AR_2017_IT.pdf).
Per contattare la Corte
CORTE DEI CONTI EUROPEA
12, rue Alcide De Gasperi
1615 Luxembourg
LUSSEMBURGO
Tel. +352 4398-1
Modulo di contatto: eca.europa.eu/it/Pages/ContactForm.aspx
Sito Internet: eca.europa.eu
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Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu).
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2018
| ISBN 978-92-847-0205-3 | doi:10.2865/20822 | QJ-02-18-847-IT-C | |
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