Le attività della Corte nel 2020
RELAZIONE ANNUALE DI ATTIVITÀ
DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA

Corte dei conti europea
Chi siamo
- il revisore esterno dell’Unione europea;
- istituita dal trattato di Bruxelles del 1975 e operativa dall’ottobre 1977; istituzione europea a pieno titolo dal trattato di Maastricht del 1993;
- sede a Lussemburgo;
- un Membro per ciascuno Stato membro dell’UE, nominato dal Consiglio previa consultazione del Parlamento europeo;
- organico di circa 900 persone di tutte le nazionalità dell’UE.
Che cosa facciamo
- la Corte si accerta che l’UE tenga una buona contabilità, applichi correttamente le norme finanziarie a cui è soggetta e che le politiche e i programmi dell’UE conseguano gli obiettivi perseguiti assicurando un impiego proficuo delle risorse;
- contribuisce a migliorare la gestione finanziaria dell’UE e promuove il rispetto dell’obbligo di rendiconto e la trasparenza;
- segnala i possibili rischi, fornisce garanzie, evidenzia carenze e successi e offre orientamenti ai responsabili delle politiche e ai legislatori dell’UE;
- presenta osservazioni e raccomandazioni al Parlamento europeo, al Consiglio, ai governi e ai parlamenti nazionali, nonché al grande pubblico.
Prefazione del Presidente

Cara lettrice / caro lettore,
il 2020 è stato un anno particolarmente difficile per l’Unione europea e i suoi Stati membri a causa della pandemia di COVID-19.
Al tempo stesso, in questo periodo di crisi, l’Unione ha dimostrato di poter fare la differenza nel tutelare la sicurezza, la salute e il benessere economico dei suoi cittadini. Sono state prese decisioni fondamentali che avranno anche un impatto significativo sulle finanze dell’UE. Nei prossimi sette anni l’Unione potrà spendere 1 800 miliardi di euro. Tale cifra comprende i 750 miliardi di euro dell’iniziativa “Next Generation EU”, quale risposta dell’UE alla crisi provocata dalla COVID-19. I 27 Stati membri hanno convenuto che questo programma temporaneo di ripresa sarà parzialmente finanziato mediante l’emissione di debito pubblico. Queste decisioni segnano quindi una vera e propria svolta storica nelle finanze dell’UE.
In questo contesto, la Corte ha preparato una nuova strategia per il periodo 2021‑2025. Nel gennaio 2021 ha stabilito tre obiettivi strategici che ne guideranno l’attività di audit delle finanze dell’UE nei prossimi anni, nonché le modifiche all’organizzazione e all’uso delle risorse necessarie per svolgere i propri compiti in modo quanto più possibile efficace ed efficiente.
Il 2020 è stato anche un anno impegnativo per la Corte in quanto istituzione. La presente relazione di attività dimostra tuttavia che abbiamo saputo far fronte efficacemente alle particolari difficoltà operative derivanti dalla pandemia di COVID-19. Abbiamo mantenuto la continuità operativa durante tutto l’anno riuscendo, nell’arco di pochi giorni, a consentire a tutto il personale di lavorare a distanza.
Quanto all’attività di audit svolta nel 2020, è stata data priorità alle relazioni annuali, che sono state tutte pubblicate nei termini ufficiali. La Corte ha inoltre pubblicato 32 relazioni speciali e analisi, contenendo i ritardi entro limiti ragionevoli. Infine, ha formulato 11 pareri riguardanti principalmente il quadro finanziario pluriennale 2021‑2027 e l’iniziativa “Next Generation EU”.
Il 2020 è stato anche l’ultimo anno della strategia della Corte per il periodo 2018‑2020. La presente relazione coglie pertanto l’occasione per analizzare alcune tendenze a lungo termine, confrontando la performance della Corte degli ultimi tre anni con quella del periodo di applicazione della strategia precedente (2013‑2017).
La Corte assicura che farà tutto il possibile per continuare a svolgere il proprio ruolo di revisore esterno indipendente dell’UE, fornendo una valutazione imparziale delle politiche e dei programmi dell’UE e della qualità della gestione finanziaria dei fondi UE in tutta l’Unione e al di fuori di essa.
Ci auguriamo che troverà utili informazioni contenute nella relazione di attività di quest’anno.

Klaus-Heiner LEHNE
Presidente
Le attività della Corte
La risposta della Corte alla COVID-19
le restrizioni connesse alla COVID-19
Nel marzo 2020 la pandemia di COVID-19 ha colpito l’UE e i suoi Stati membri. Le restrizioni imposte ai cittadini e alle imprese a causa della crisi sanitaria pubblica hanno profondamente cambiato il nostro modo di vivere e lavorare. Come ogni cittadino, la Corte dei conti europea, i suoi membri e il suo personale, hanno dovuto adeguarsi alla nuova situazione.
Nonostante queste difficili circostanze, la Corte ha fatto tutto il possibile per continuare a fornire un servizio di audit pubblico efficace nell’UE e presentare tempestivamente relazioni di audit, pareri e analisi, tutelando nel contempo la salute del proprio personale e delle rispettive famiglie.
Ha attivato il proprio piano di continuità operativa, che le ha consentito di intraprendere rapidamente le azioni necessarie, in linea con le istruzioni delle autorità lussemburghesi e insieme alle altre istituzioni dell’UE con sede a Lussemburgo. In particolare, a partire dalla metà di marzo 2020, tutto il personale è passato in modalità di telelavoro digitale nell’arco di pochi giorni. Durante questo periodo tutti i sistemi informatici fondamentali sono rimasti pienamente disponibili.
È stata inoltre istituita una procedura eccezionale che consente al collegio di adottare documenti senza riunioni in presenza.
Le restrizioni sanitarie e di viaggio hanno tuttavia drasticamente ridotto la capacità di effettuare audit in loco. Nella misura del possibile, si è proceduto a raccogliere gli elementi probatori per via elettronica e a organizzare riunioni a distanza con le entità oggetto dell’audit.
Inoltre, nella fase iniziale della pandemia, la Corte ha sospeso tutte le pubblicazioni per diverse settimane e, a partire da aprile 2020, ha ripreso le attività di comunicazione, ma in modo graduale e meno intensivo.
alla luce delle mutevoli circostanze
dovute alla COVID-19
Nel maggio 2020, in una fase iniziale della pandemia, la Corte ha rivisto il proprio programma di lavoro per il 2020. Ove opportuno, ha ridefinito l’estensione dei compiti di audit in corso, aggiustandone anche l’approccio e il calendario per tener conto dell’evolversi delle circostanze.
Inoltre, ha deciso di intraprendere due analisi sulla risposta dell’UE alla crisi provocata dalla COVID-19.
Nel dicembre 2020 è stata pubblicata la prima di queste analisi, che esamina le misure di politica economica adottate a livello nazionale e dell’UE per limitare e contrastare i danni causati dalla pandemia. Vi sono segnalati i rischi, le sfide e le opportunità per il futuro del coordinamento economico dell’UE (ad esempio, norme di bilancio, norme sugli aiuti di Stato) e i nuovi strumenti dell’UE per combattere gli effetti della crisi di COVID-19, come l’iniziativa “Next Generation EU” (NGEU), che include il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), o il sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE). La seconda analisi, che esamina la risposta dell’UE in materia di sanità pubblica alla COVID-19, è stata pubblicata nel gennaio 2021.

Preparazione di una nuova strategia per il periodo 2021‑2025
Per molti anni, la Corte ha utilizzato strategie pluriennali per fornire orientamenti a lungo termine per il proprio lavoro di audit, promuovere iniziative di cambiamento organizzativo per un miglioramento continuo e per rimanere all’avanguardia degli sviluppi nell’audit del settore pubblico.
per il periodo 2018‑2020
Il 2020 è stato l’ultimo anno di attuazione della strategia della Corte per il periodo 2018‑2020. Durante il triennio suddetto, la Corte si è sforzata di raggiungere tre obiettivi strategici: migliorare il valore aggiunto della dichiarazione di affidabilità; prestare maggiore attenzione agli aspetti di performance dell’azione dell’UE; assicurarsi di far giungere messaggi chiari agli interlocutori della Corte.
Rispetto alla strategia del precedente periodo 2013‑2017, la Corte ha compiuto progressi in una serie di settori:
- effettua un maggior numero di audit selezionati e pubblica un maggior numero di relazioni;
- destina maggiori risorse ai controlli di gestione;
- ha ridotto i tempi per completare gli audit e giungere all’adozione della relazione;
- ha aumentato la propria produttività in tutti i tipi di audit;
- gli interlocutori istituzionali sono maggiormente interessati al suo lavoro e la Corte presenta più spesso i propri lavori al Parlamento europeo, al Consiglio e ai parlamenti nazionali;
- inoltre, ha registrato un significativo aumento della diffusione nei media delle proprie relazioni.
Nel febbraio 2020, la Corte ha pubblicato una relazione frutto della valutazione inter pares sul modo in cui è riuscita ad attuare la propria strategia 2018‑2020.
per il periodo 2021‑2025
Nel corso del 2020, la Corte ha anche iniziato a preparare la nuova strategia. Il lavoro è stato organizzato dal comitato consultivo in materia di strategia e prospettiva.
Fin dall’inizio, l’obiettivo della Corte era di preparare la nuova strategia in modo partecipativo coinvolgendo attivamente tutti i Membri, i manager e il personale. Nel corso dell’anno sono stati organizzati una serie di seminari, webinar e sondaggi per raccogliere opinioni e discutere la via da seguire.
Nel settembre 2020, è stata presentata una prima bozza della strategia in occasione del seminario annuale della Corte. La versione definitiva è stata adottata nel gennaio 2021.
La nuova strategia guiderà il lavoro della Corte in qualità di revisore esterno indipendente dell’UE per i prossimi cinque anni. Per questo periodo, la Corte si prefigge tre nuovi obiettivi strategici:
Incentrare gli audit su settori e temi per i quali la Corte può apportare il massimo valore aggiunto.
I settori e i temi in questione sono:
- la competitività economica dell’Unione;
- la resilienza a fronte delle minacce alla sicurezza dell’Unione e il rispetto dei valori europei di libertà, democrazia e Stato di diritto;
- i cambiamenti climatici, l’ambiente e le risorse naturali;
- le politiche di bilancio e le finanze pubbliche nell’Unione.
La Corte ha avviato questo processo di sviluppo della strategia specificando i principali valori che sono importanti per il proprio lavoro. In questo contesto, ha inoltre aggiornato la definizione della sua missione e sviluppato una visione nel suo ruolo di revisore esterno indipendente dell’UE.
Infine, la strategia 2021‑2025 fornisce una panoramica dei mezzi che ci aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi strategici.
L’audit della performance e della regolarità delle azioni UE
e audit di conformità
Gli audit della Corte forniscono ai cittadini dell’UE e ai responsabili delle politiche relazioni indipendenti e obiettive su questioni cruciali per il futuro dell’UE, evidenziando ciò che funziona bene e attirando l’attenzione su ciò che non funziona.
I controlli di gestione espletati dalla Corte esaminano l’efficacia, l’efficienza e l’economicità delle politiche e dei programmi dell’UE. Riguardano temi che rispecchiano le problematiche cui l’UE è confrontata, quali l’uso sostenibile ed ecocompatibile delle risorse naturali, la crescita e l’inclusione, le sfide della migrazione e delle dinamiche mondiali, il mercato unico e l’unione bancaria, onde far sì che l’Unione europea sia efficiente e risponda del proprio operato. Con tali audit si intende aiutare l’UE a conseguire meglio gli obiettivi delle proprie politiche.
Gli audit finanziari e di conformità condotti dalla Corte per il bilancio dell’UE e i bilanci dei Fondi europei di sviluppo (FES) comprendono una dichiarazione di affidabilità concernente l’affidabilità dei conti annuali e la legittimità e regolarità delle operazioni che ne sono alla base. La Corte può anche intraprendere audit di conformità selezionati per esaminare la situazione della contabilità di bilancio e della gestione finanziaria dell’UE oppure per valutare se i sistemi di gestione e di controllo per la riscossione e l’utilizzo dei fondi UE rispettino le norme UE e nazionali applicabili. Infine, la Corte è il revisore finanziario di una serie di agenzie, organismi decentrati e imprese comuni dell’UE e delle Scuole europee.
La Corte espleta tutti i propri audit in conformità dei princìpi di audit del settore pubblico riconosciuti a livello internazionale.
Programma di lavoro
per il 2021 e i mesi successivi
Il programma di lavoro della Corte per il 2021 e i mesi successivi, pubblicato nel gennaio 2021, ribadisce le priorità di audit per i prossimi cinque anni e illustra in dettaglio le 73 relazioni speciali e analisi che la Corte intende pubblicare nel 2021 e nel 2022.
Nel 2021, un nuovo compito di audit su quattro riguarderà la risposta dell’UE alla pandemia di COVID-19 e l’attuazione dell’iniziativa “Next Generation EU” (NGEU).
La Corte predispone il proprio programma di lavoro di audit in maniera indipendente, ma non isolatamente. Si rivolge alle parti interessate istituzionali, in particolare al Parlamento europeo. Dal 2015, l’anno in cui questo dialogo è stato avviato per la prima volta, il numero di suggerimenti formulati dalle commissioni parlamentari è aumentato costantemente: dai 37 del 2015 a un totale di 158 suggerimenti di audit ricevuti per il programma di lavoro relativo al 2021 e ai mesi successivi. Circa due terzi di questi suggerimenti sono presi in considerazione, interamente o in parte, nei lavori in corso o in quelli futuri, o alcuni sono già stati trattati in relazioni pubblicate di recente dalla Corte.

Il lavoro di audit sul campo
La maggior parte del lavoro di audit si svolge presso la sede della Corte, a Lussemburgo. Gli auditor effettuano anche numerose visite presso la Commissione europea (il principale soggetto controllato) e altre istituzioni dell’UE, nonché presso agenzie ed organismi, autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri, delegazioni UE nei paesi terzi e organizzazioni internazionali che gestiscono fondi UE.
Gli auditor della Corte svolgono anche controlli in loco presso i destinatari di fondi UE, tanto nell’UE stessa quanto al suo esterno. Mediante questi controlli, seguono la pista di audit e acquisiscono elementi probatori direttamente dai soggetti che partecipano alla gestione delle politiche e dei programmi dell’UE e alla riscossione o all’erogazione dei fondi UE, nonché dai beneficiari che ricevono tali fondi.
La Corte si adopera per portare a termine gli audit selezionati entro 13 mesi, in linea con l’obiettivo fissato nel regolamento finanziario dell’UE.

legate alla COVID‑19
Un’équipe di audit è generalmente composta da due o tre auditor e la durata di una visita di audit varia da alcuni giorni a un paio di settimane. I controlli in loco all’interno dell’UE sono generalmente coordinati con le istituzioni superiori di controllo degli Stati membri interessati.

La frequenza e l’intensità del lavoro di audit della Corte nei singoli Stati membri e nei paesi beneficiari dipendono dal tipo di audit svolto.
Per la maggior parte del 2020, le restrizioni di viaggio e le misure sanitarie (chiusure delle frontiere, norme di quarantena, prescrizioni in materia di test, ecc.) hanno limitato le possibilità di svolgere attività di audit sul campo.
Pertanto, rispetto agli anni precedenti, gli auditor della Corte hanno dedicato meno giornate agli audit in loco. I giorni trascorsi dagli auditor nell’espletare audit in loco, sia negli Stati membri che al di fuori dell’UE, sono stati in totale 1 190 (2019: 3 605; 2018: 3 761 giorni). A questi si aggiungono 627 giorni di lavoro presso le istituzioni dell’UE, nonché presso agenzie e organismi decentrati in tutta l’UE, imprese comuni, organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite o l’OCSE e società di audit private (2019: 2 504 giorni; 2018: 2 723 giorni).
Allo stesso tempo, la Corte ha fatto un uso maggiore dell’audit a distanza utilizzando strumenti di videoconferenza e altre tecnologie dell’informazione, come la condivisione sicura di dati e documenti, per interagire con le entità controllate.
Le relazioni della Corte
Le relazioni, le analisi e i giudizi di audit della Corte sono un elemento essenziale della catena di responsabilità dell’UE. Aiutano il Parlamento europeo e il Consiglio a monitorare e verificare il conseguimento degli obiettivi delle politiche dell’UE nonché, in particolare nell’ambito della procedura annuale di discarico, a chiamare i responsabili della gestione dei fondi dell’UE a rispondere dell’utilizzo di tali risorse.
In linea con la propria strategia per il 2018‑2020, negli ultimi anni la Corte ha posto maggiore attenzione alla valutazione della performance delle azioni dell’UE.
Relazioni speciali e analisi
Nel 2020, la Corte ha esaminato molte delle sfide che l’Unione si trova ad affrontare nei diversi settori di spesa dell’UE, quali la spesa per l’azione per il clima, le strade, la congestione urbana, l’unione dei mercati dei capitali, la difesa commerciale, per citarne solo alcuni.
Nelle proprie relazioni speciali, la Corte appura se siano stati raggiunti gli obiettivi di politiche e programmi selezionati dell’UE, se i risultati siano stati ottenuti in modo efficace ed efficiente e se l’azione dell’UE abbia fornito valore aggiunto, ossia se abbia prodotto più di quanto si sarebbe potuto conseguire mediante interventi effettuati al solo livello nazionale. In queste relazioni, la Corte formula inoltre raccomandazioni, individuando modi per risparmiare risorse, lavorare meglio, evitare sprechi o conseguire gli obiettivi strategici previsti con maggiore efficacia.
Le analisi sono volte a fornire descrizioni del contesto e disamine, spesso da una prospettiva trasversale e sulla base del lavoro di audit espletato in passato o di altre informazioni di dominio pubblico. Possono anche servire a presentare analisi di settori o di questioni non ancora sottoposti ad audit, nonché ad accertare i fatti in merito ad argomenti o problemi specifici. A differenza degli audit, non trattano quesiti valutativi né forniscono garanzie.
Nelle prossime pagine si illustrano l’attività svolta dalla Corte ed esempi di relazioni del 2020 riguardanti diversi ambiti di intervento.
Uso sostenibile delle risorse naturali
L’azione dell’UE per affrontare il problema dei rifiuti di plastica (Analisi 04/2020)

I soli imballaggi, come i vasetti di yogurt o le bottiglie d’acqua, costituiscono circa il 40 % dell’utilizzo della plastica e oltre il 60 % dei rifiuti di plastica generati nell’UE. Si tratta inoltre del tipo di imballaggio con il più basso tasso di riciclaggio nell’UE (di poco superiore al 40 %). Per risolvere questo crescente problema dei rifiuti, nel 2018 la Commissione ha adottato una strategia per la plastica, raddoppiando l’attuale valore-obiettivo di riciclaggio, che passa così al 50 % entro il 2025 e persino al 55 % entro il 2030. Il raggiungimento di questi valori-obiettivo sarebbe un passo avanti significativo verso il conseguimento dei traguardi che l’UE si è posta in materia di economia circolare.
L’analisi in questione ha esaminato la risposta dell’UE al problema sempre più pressante dei rifiuti di plastica, con particolare riguardo ai rifiuti di imballaggio di plastica. Vi sono evidenziate una serie di carenze, rischi, sfide e opportunità inerenti all’approccio adottato dall’UE per affrontare il problema dei rifiuti di imballaggio di plastica.
Al fine di ottenere un quadro più affidabile, sono state introdotte nuove norme più rigorose in materia di comunicazione, le quali potrebbero comportare una diminuzione del tasso medio di riciclaggio degli imballaggi di plastica comunicato dall’UE dall’attuale 42 % ad appena il 30 %. La sfida relativa al potenziamento della capacità di riciclaggio nell’UE è ancor maggiore se si tiene conto della recente Convenzione di Basilea, che dovrà presto essere applicata, la quale fissa condizioni più rigide per l’invio di rifiuti di plastica all’estero. A partire dal gennaio 2021, la maggior parte delle spedizioni di rifiuti di plastica sarà proibita. Ciò, assieme alla carente capacità di trattare questo tipo di rifiuti nell’UE, costituisce un ulteriore rischio per il raggiungimento dei nuovi valori-obiettivo. Vi è anche il rischio di un aumento delle spedizioni illegali e dei reati legati ai rifiuti, ma il quadro dell’UE è troppo debole per farvi fronte.
Tramite nuove norme UE si vogliono armonizzare e potenziare i regimi di responsabilità estesa del produttore, in modo che essi promuovano la riciclabilità (ad esempio, mediante sistemi di modulazione degli oneri o persino sistemi di cauzione-rimborso) e non solo imballaggi più leggeri, come la più parte di essi fa al momento. Le norme sulla progettazione degli imballaggi riviste dalla Commissione potrebbero condurre a una migliore progettazione degli imballaggi a fini di riciclabilità e incentivarne anche il riutilizzo.
Investimenti a favore della coesione, della crescita e dell’inclusione

Quasi un bambino su quattro nell’UE è a rischio di povertà o di esclusione sociale. In base agli ultimi dati Eurostat, sono quasi 23 milioni i bambini/e e ragazzi/e (di età inferiore ai 18 anni) interessati. Sono a rischio di povertà o di esclusione sociale coloro che vivono in famiglie che si trovano in almeno una di queste tre situazioni: rischio di povertà in termini di reddito, grave privazione materiale o intensità di lavoro molto bassa.
Gli studi condotti hanno ripetutamente evidenziato come un investimento effettuato durante l’infanzia, a costi finanziari relativamente ridotti, possa produrre utili per tutto l’arco della vita. Nell’Unione, la lotta alla povertà infantile è di competenza dei singoli Stati membri. Il ruolo della Commissione è di integrare e sostenere, tramite strumenti giuridici e finanziari, le azioni svolte a livello nazionale per combattere la povertà infantile.
La Corte ha valutato se la Commissione abbia apportato un contributo efficace agli sforzi profusi dagli Stati membri per ridurre la povertà infantile.
La Corte ha riscontrato che era quasi impossibile valutare in che modo l’UE contribuisca agli sforzi degli Stati membri volti a ridurre la povertà infantile. La pertinenza e la forza degli strumenti dell’UE esaminati, non essendo questi giuridicamente vincolanti, erano limitate e strumenti più potenti, come il semestre europeo o il sostegno dei fondi dell’UE, hanno raramente affrontato la povertà infantile in modo specifico. Pertanto, è stato difficile stabilire se l’intervento dell’UE contribuisca in maniera efficace agli sforzi intrapresi per risolvere questo grave problema.
La Corte ha raccomandato alla Commissione di: inserire nel suo piano d’azione per il pilastro europeo dei diritti sociali azioni e obiettivi per la lotta contro la povertà infantile; disporre di chiari orientamenti interni per individuare situazioni che potrebbero condurre a un’eventuale raccomandazione specifica per paese direttamente connessa alla povertà infantile; destinare investimenti alla lotta contro la povertà infantile nel periodo di programmazione 2021‑2027 e monitorarne l’esito e fare in modo che vi siano elementi sufficienti e affidabili per approntare a breve la garanzia europea per l’infanzia.
Azioni esterne, sicurezza e giustizia
Relazione speciale n. 14/2020: Gli aiuti allo sviluppo forniti dall’UE al Kenya

Obiettivo degli aiuti allo sviluppo dell’UE è la riduzione e, a termine, l’eliminazione della povertà nei paesi che beneficiano dei finanziamenti, mediante la promozione del buon governo e di una crescita economica sostenibile.
Il periodo finanziario di ciascun Fondo europeo di sviluppo (FES) ha in genere una durata variabile da cinque a sette anni. Settantacinque paesi ACP hanno ricevuto finanziamenti nell’ambito dell’11° FES, per un totale di 15 miliardi di euro. L’assegnazione è avvenuta sulla base di cinque indicatori: popolazione, RNL pro capite, indice di capitale umano, indice di vulnerabilità economica e indicatori mondiali della governance. Paesi molto popolati quali il Kenya hanno ricevuto, in proporzione, minori finanziamenti.
Per il Kenya, il FES rappresenta la principale fonte di finanziamenti UE. Gli aiuti ricevuti dal Kenya nel quadro dell’11° FES, tra il 2014 e il 2020, sono ammontati a 435 milioni di euro, pari a circa lo 0,6 % del gettito fiscale del paese.
La Corte ha esaminato se la Commissione e il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) avessero indirizzato con efficacia il sostegno fornito là dove avrebbe potuto maggiormente contribuire alla riduzione della povertà in Kenya. Gli auditor hanno valutato in particolare l’efficacia degli aiuti allo sviluppo forniti al Kenya tramite i FES, che rappresentano la principale fonte di finanziamenti UE del paese. La relazione utilizza inoltre l’esempio del Kenya per valutare la metodologia applicata all’assegnazione degli aiuti UE allo sviluppo nonché per essere d’aiuto nell’elaborazione di nuove azioni nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale. Gli auditor hanno esaminato se la Commissione e il SEAE avessero indirizzato con efficacia il sostegno del FES là dove avrebbe potuto maggiormente contribuire alla riduzione della povertà in Kenya.
La Corte ha inoltre constatato che tali aiuti erano ripartiti tra numerosi settori e che la Commissione non aveva spiegato in che modo e per quale motivo i settori finanziati avrebbero aiutato maggiormente il Kenya a ridurre la povertà. I progetti sottoposti ad audit hanno in linea generale prodotto le realizzazioni e gli effetti attesi; tuttavia, il loro impatto sul grado di sviluppo complessivo del paese non è stato ancora dimostrato.
La Corte ha raccomandato di rivedere l’approccio per l’assegnazione degli aiuti ai paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico alla luce del lavoro svolto in riferimento al Kenya. Ha raccomandato altresì di considerare prioritari alcuni settori in Kenya, prestando al contempo particolare attenzione a ben concentrare gli aiuti al fine di ottenere risultati.
Regolamentazione dei mercati ed economia competitiva

Le norme UE sulla concorrenza sono tese a impedire alle imprese di adottare pratiche anticoncorrenziali, come la creazione di cartelli segreti, o di abusare di una posizione dominante. La Commissione ha la facoltà di infliggere ammende alle imprese che violano dette norme. Negli ultimi dieci anni l’applicazione delle norme sulla concorrenza ha dovuto far fronte a profondi cambiamenti nelle dinamiche di mercato a seguito dell’affermarsi dei mercati digitali, dei big data e degli algoritmi di fissazione dei prezzi.
Mediante i procedimenti antitrust la Commissione, unitamente alle autorità nazionali garanti della concorrenza (ANGC), fa valere le norme dell’UE sulla concorrenza. Ha inoltre il compito di esaminare le concentrazioni di imprese che incidono sul mercato interno dell’UE.
Ogni anno la Commissione esamina oltre 300 notifiche di concentrazioni e circa 200 casi di antitrust. Tra il 2010 e il 2019 la Commissione ha inflitto ammende per un ammontare di 28,5 miliardi di euro per violazioni della normativa. Data la limitatezza delle risorse, dal 2005 ha condotto soltanto quattro inchieste di settore di propria iniziativa, che sono servite a rilevare violazioni.
La Corte ha valutato fino a che punto la Commissione sia stata efficace nel rilevare e prendere provvedimenti contro le violazioni delle norme UE sulla concorrenza relative a concentrazioni e antitrust, nonché in che modo avesse cooperato con le ANGC. Ha inoltre analizzato il modo in cui la Commissione ha valutato la propria performance e riferito in merito.
La Corte ha constatato che le decisioni della Commissione hanno ovviato ai problemi di concorrenza. Tuttavia, date le scarse risorse, le capacità per monitorare i mercati e individuare d’ufficio i casi di antitrust erano limitate. Le indagini sono divenute complesse a causa dei volumi crescenti di dati da trattare nei procedimenti e dell’affermarsi dei mercati digitali e non tutte le sfide erano state ancora affrontate. La cooperazione con le ANGC è stata soddisfacente, sebbene sotto alcuni aspetti gioverebbe un miglior coordinamento. Inoltre, occorre migliorare il modo in cui la Commissione valuta la performance delle proprie attività e riferisce in merito.
La Corte ha raccomandato alla Commissione di migliorare le proprie capacità di rilevare e prendere provvedimenti contro le violazioni delle norme sulla concorrenza, di lavorare in più stretta collaborazione con le ANGC e migliorare la rendicontazione sulla performance.
Finanziamento ed amministrazione dell’Unione

Ogni anno, le istituzioni UE assumono circa 1 000 nuovi funzionari permanenti per carriere a lungo termine tra oltre 50 000 candidati ai concorsi generali dell’EPSO, che sono estremamente selettivi: il tasso medio di superamento è del 2 %. Tra il 2012 e il 2018, 411 000 candidati hanno concorso per 7 000 posti sugli elenchi di riserva dell’EPSO: i concorsi per profili generici attraggono decine di migliaia di candidati e possono selezionare fino a 200 vincitori. L’EPSO ha ridotto la durata delle proprie procedure da 18 a 13 mesi, ma continua ad andare oltre il proprio valore-obiettivo di 10 mesi. Il costo per vincitore è di circa 24 000 euro: la struttura dei costi è studiata in modo da ridurre al minimo i costi per i concorsi su larga scala.
La Corte ha valutato se, tra il 2012 e il 2018, i processi di selezione dell’EPSO siano riusciti ad attrarre e selezionare candidati potenzialmente idonei all’assunzione presso le istituzioni dell’UE in modo tempestivo ed efficace sotto il profilo dei costi.
La Corte ha rilevato che il processo di selezione dell’EPSO non si adatta a concorsi specifici su scala ridotta che potrebbero indurre specialisti a candidarsi a posti nella funzione pubblica dell’UE. Al contempo, ha sottolineato anche una serie di debolezze nelle procedure di selezione per profili generici organizzate dall’EPSO.
La Corte ha raccomandato di consolidare il processo di selezione, introdurre un nuovo quadro per la selezione di specialisti e migliorare la capacità di adattamento dell’EPSO all’attuale contesto in rapida evoluzione.
Relazioni annuali e relazioni annuali specifiche
Le relazioni annuali illustrano principalmente i risultati esposti nella dichiarazione di affidabilità rilasciata dalla Corte sul bilancio dell’Unione europea e sul bilancio dei Fondi europei di sviluppo (FES).
Le relazioni annuali specifiche presentano i risultati degli audit finanziari annuali espletati dalla Corte in relazione alle agenzie, agli organismi decentrati e alle imprese comuni dell’UE, nonché alle Scuole europee.
La Corte pubblica inoltre una relazione sulle passività potenziali derivanti dalle attività intraprese dal Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB).

Relazione annuale sul bilancio dell’UE per l’esercizio finanziario 2019
Ogni anno la Corte controlla le entrate e le spese dell’UE per appurare se i conti annuali siano affidabili e se le operazioni relative alle entrate e alle spese che sono alla base dei conti siano conformi alla normativa finanziaria a livello dell’UE e degli Stati membri.
Gli auditor valutano inoltre in maniera specifica ogni importante settore del bilancio dell’UE, in base alle rubriche e alle sottorubriche del quadro finanziario pluriennale (QFP). Analizzano peraltro per quali motivi e in che ambito si siano verificati errori, formulano raccomandazioni per futuri miglioramenti e verificano se e in che modo le raccomandazioni espresse in precedenza siano state messe in pratica.
Basandosi sull’esito di tali vasti controlli, la Corte rilascia una dichiarazione di affidabilità, che ha l’obbligo di presentare al Parlamento europeo e al Consiglio in conformità del mandato conferitole dal trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
giudizio positivo per i conti e le entrate
Per l’esercizio finanziario 2019, la Corte ha espresso un “giudizio positivo” per quanto concerne i conti e le entrate dell’UE.
giudizio negativo sulla spesa
Nel 2019, la spesa dell’UE è ammontata a 159,1 miliardi di euro, pari al 2,1 % della spesa pubblica totale degli Stati membri dell’UE e all’1 % del reddito nazionale lordo dell’UE.
Gli auditor della Corte hanno verificato un campione di 747 pagamenti corrisposti a beneficiari in tutti i settori di spesa, su una popolazione di audit complessiva di un valore di circa 126 miliardi di euro. Ciò significa che hanno valutato casi diversi in cui i fondi UE sono stati usati per fornire sostegno a progetti di infrastrutture fondamentali, PMI, organizzazioni/istituti di ricerca, agricoltori e studenti negli Stati membri, nonché a beneficiari in paesi non-UE.
Per l’esercizio finanziario 2019, la Corte ha espresso un “giudizio negativo” sulla spesa dell’UE.
per la spesa 2019 è del 2,7 %
Per l’insieme delle spese, la Corte stima che il livello di errore per l’esercizio finanziario 2019 sia compreso tra l’1,8 % e il 3,6 %. Il punto medio di tale intervallo, noto come “errore più probabile”, è del 2,7 % (per l’esercizio finanziario 2018: 2,6 %).
Nota: la Corte stima il livello di errore applicando tecniche statistiche standard. Essa ritiene, con un grado di certezza del 95 %, che il livello di errore nella popolazione si collochi fra il limite inferiore e quello superiore dell’errore (per maggiori dettagli, cfr. capitolo 1, allegato 1.1 della relazione annuale sull’esercizio 2019).
considerata dalla Corte è inficiata da
errori rilevanti
Per l’esercizio finanziario 2019, le spese ad alto rischio hanno rappresentato il 53 % della popolazione di audit esaminata dalla Corte, una percentuale superiore a quella dei due anni precedenti. Il livello di errore per le spese ad alto rischio stimato dalla Corte è stato del 4,9 % (contro il 4,5 % dell’esercizio 2018).
La spesa dell’UE è costituita da due categorie di spese, comportanti scenari di rischio diversi:
- i pagamenti per diritti acquisiti, a basso rischio basati sul soddisfacimento di determinate condizioni (meno complesse) da parte dei beneficiari: questi includono le borse di studio e di ricerca (nell’ambito della sottorubrica “Competitività”), aiuti diretti agli agricoltori (rubrica “Risorse naturali”) e stipendi e pensioni per il personale dell’UE (rubrica “Amministrazione”);
- i rimborsi di spese, ad altro rischio con i quali l’UE rimborsa spese ammissibili per attività ammissibili (soggette a norme più complesse): questi riguardano progetti di ricerca (nell’ambito della sottorubrica “Competitività”), investimenti in sviluppo regionale e rurale (sottorubrica “Coesione” e rubrica “Risorse naturali”) e progetti di aiuto allo sviluppo (rubrica “Ruolo mondiale dell’Europa”).
“Coesione economica, sociale e territoriale” e
“Competitività per la crescita e l’occupazione”
Nell’esercizio finanziario 2019, la “Coesione economica, sociale e territoriale” è stata la (sotto)rubrica del QFP più soggetta a errore, seguita da “Competitività per la crescita e l’occupazione”.
Nota: il livello di errore stimato è basato sugli errori quantificabili riscontrati dagli auditor della Corte nel corso degli audit, specie tramite la verifica di un campione di operazioni. Per selezionare detto campione e stimare il livello di errore, gli auditor della Corte usano tecniche statistiche standard (cfr. capitolo 1, allegato 1.1, della relazione annuale sull’esercizio 2019).
La lotta contro le frodi a scapito degli interessi finanziari dell’UE
sono stati notificati all’OLAF
La Corte dei conti europea è il revisore esterno dell’UE. Gli audit che espleta non sono concepiti specificamente per individuare casi di frode. Nondimeno, gli auditor della Corte rilevano con regolarità una serie di casi in cui sospettano la possibile presenza di attività fraudolente.
Nel 2020 la Corte ha notificato all’OLAF sei casi di frode presunta (contro 10 casi nel 2019) che erano stati individuati nel corso dell’attività di audit. Nella relazione annuale della Corte sul bilancio UE sono riportate ulteriori informazioni sulla natura di questi casi di presunta frode e sui conseguenti recuperi finanziari raccomandati dall’OLAF.
pilota per l’esercizio finanziario 2019
Per il 2019, nell’ambito di un esercizio pilota, la relazione annuale della Corte è stata suddivisa in due parti. La seconda parte della relazione annuale ha per oggetto la performance dei programmi di spesa del bilancio dell’UE.
Per la prima volta nella sua attività di rendicontazione annuale, la Corte ha esaminato la relazione annuale sulla gestione e il rendimento (Annual Management and Performance Report (AMPR), che è la principale relazione ad alto livello sulla performance della Commissione.
Ha altresì esaminato i risultati ottenuti dai programmi dell’UE a titolo de QFP 2014‑2020. L’obiettivo della Corte era determinare quante informazioni pertinenti sulla performance fossero disponibili e, su tale base, valutare la performance effettiva dei programmi di spesa dell’UE.
Essa ha inoltre monitorato il seguito dato alle raccomandazioni di audit formulate nelle relazioni pubblicate nel 2016.
Relazione annuale sui Fondi europei di sviluppo per l’esercizio finanziario 2019
giudizio positivo per i conti e le entrate,
giudizio negativo per la spesa

I Fondi europei di sviluppo (FES), introdotti nel 1959, rappresentano lo strumento principale con cui l’UE fornisce aiuti nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Mirano a eliminare la povertà e a promuovere lo sviluppo sostenibile e l’integrazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) nonché dei paesi e territori d’oltremare (PTOM) nell’economia mondiale. Sono finanziati dagli Stati membri dell’UE e gestiti, al di fuori del quadro del bilancio dell’UE, dalla Commissione europea e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).
Come negli anni precedenti, per l’esercizio finanziario 2019 la Corte ha espresso un “giudizio positivo” sui conti e sulle entrate dei FES ma un “giudizio negativo” sulla spesa dei FES.
Relazioni annuali specifiche sulle agenzie dell’UE
Le agenzie dell’UE sono entità giuridiche distinte istituite allo scopo di svolgere specifici compiti tecnici, scientifici o gestionali che aiutino le istituzioni dell’UE a elaborare e attuare le politiche. Vi sono, in totale, 43 agenzie.
Nota: Nell’esercizio finanziario 2019 la Procura europea (EPPO) e l’Autorità europea del lavoro (ELA) non erano ancora finanziariamente autonome.
per l’esercizio finanziario 2019
Nell’esercizio finanziario 2019, la dotazione di bilancio complessiva di tutte le agenzie (escluso l’SRB) che rientrano nel mandato della Corte ammontava a 3,3 miliardi di euro (contro 4,2 miliardi nel 2018), pari a circa il 2,2 % del bilancio generale dell’UE per il 2019 (contro il 2,1 % del 2018).
Nel complesso, l’audit finanziario espletato dalla Corte sulle agenzie ha confermato le risultanze positive esposte negli anni passati. La Corte ha espresso “giudizi positivi” sui conti di 41 agenzie, sulle entrate e sui pagamenti alla base dei conti delle agenzie, a parte alcune problematiche inficianti i pagamenti effettuati dall’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) e dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO).
performance delle agenzie dell’UE
Nel 2020, per la prima volta, la Corte ha anche esaminato la performance delle agenzie dell’UE da una prospettiva trasversale. Dall’audit è emerso che occorre maggiore flessibilità nell’istituzione, nel funzionamento e nell’eventuale chiusura delle agenzie. La Corte ha concluso inoltre che un insufficiente sostegno da parte di Stati membri, operatori del settore, Commissione europea o altre agenzie impedisce ad alcune agenzie di svolgere appieno il proprio ruolo.
Relazioni annuali specifiche sulle imprese comuni dell’UE per l’esercizio finanziario 2019
Le imprese comuni, ossia i partenariati pubblico-privato conclusi tra l’UE e l’industria, i gruppi di ricerca e gli Stati membri, svolgono un ruolo importante nella realizzazione di aspetti specifici della politica dell’UE in materia di ricerca.
Otto delle nove imprese comuni stanno attuando azioni specifiche di ricerca e innovazione del programma Orizzonte 2020 nei settori dei trasporti, dei trasporti/dell’energia, della sanità, delle bioindustrie, dei componenti e dei sistemi elettronici e della ricerca digitale. La nona impresa comune “Fusion for Energy” è finanziata da Euratom ed è incaricata di apportare il contributo dell’Europa al reattore termonucleare sperimentale internazionale (ITER).
Nel 2020, la Corte ha controllato per la prima volta i conti annuali e le operazioni sottostanti dell’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo, istituita nel 2018.
per l’esercizio finanziario 2019
Per l’esercizio finanziario 2019, la Corte ha formulato “giudizi positivi” sui conti, sulle entrate e sui pagamenti di tutte le imprese comuni.
Tuttavia, come per gli esercizi precedenti, il giudizio di audit della Corte sui conti annuali 2019 dell’impresa comune “Fusion for Energy” (F4E) è corredato di un paragrafo d’enfasi, principalmente per attirare l’attenzione sul rischio di ulteriori aumenti dei costi e ritardi nell’attuazione del progetto ITER.
Relazioni annuali specifiche sulle scuole europee e sulle passività potenziali del Comitato di risoluzione unico
La Corte dei conti redige ogni anno una relazione sulle passività potenziali del Comitato di risoluzione unico (SRB), del Consiglio e della Commissione derivanti dallo svolgimento dei rispettivi compiti ai sensi del regolamento sul meccanismo di risoluzione unico. Nella relazione sull’esercizio finanziario 2019, la Corte conclude che l’SRB e la Commissione si sono adoperati in giusta misura per comunicare passività potenziali laddove avevano motivo di farlo.
La Corte ha inoltre pubblicato la relazione annuale sui conti delle 13 Scuole europee.
discarico del Parlamento europeo
La pubblicazione delle relazioni annuali della Corte segna anche l’inizio della procedura di discarico, durante la quale il Parlamento europeo decide, su raccomandazione del Consiglio, se la Commissione e gli altri organismi abbiano gestito il bilancio UE in modo soddisfacente. Se così è, concede loro il “discarico”.
In via eccezionale, a causa della pandemia di COVID-19, la presentazione delle relazioni annuali della Corte per il 2019 al Parlamento europeo è stata rinviata al gennaio 2021.

Pareri
e l’iniziativa “Next Generation EU” (NGEU)
Un modo in cui la Corte contribuisce a migliorare l’approccio della Commissione mirante a “legiferare meglio” consiste nell’esaminare le proposte della Commissione di introduzione o modifica di atti normativi. Qualora queste proposte legislative comportino un impatto finanziario significativo, il parere della Corte è obbligatorio ai sensi del diritto dell’UE. Altre istituzioni possono inoltre chiedere alla Corte di formulare un parere su ulteriori questioni specifiche. Tutti i pareri della Corte sono presentati al Parlamento europeo e al Consiglio.
Nel 2020 sono stati pubblicati 11 pareri di questo tipo. La grande maggioranza di essi riguarda modifiche delle norme vigenti nel QFP 2014‑2020 nel contesto della risposta dell’UE alla pandemia di COVID-19 o proposte legislative per il QFP 2021‑2027 e l’iniziativa “Next Generation EU” (NGEU).
Altri prodotti finalizzati alla comunicazione
Rassegne preliminari all’audit
Le rassegne preliminari all’audit forniscono informazioni su compiti di audit (controlli di gestione) in corso. Sono basate sui lavori preparatori intrapresi e intendono costituire una fonte di informazione per tutti coloro che sono interessati alla politica e/o al programma oggetto dell’audit.
Nel 2020 la Corte ha pubblicato 14 rassegne preliminari all’audit (18 nel 2019).
Il Journal
Ogni edizione del Journal della Corte propone articoli su un tema specifico, principalmente dal punto di vista dell’audit, con contributi di autori che lavorano nelle istituzioni dell’UE e di autori esterni.
Nel 2020, sono state pubblicate tre edizioni sui seguenti temi: “Big data and digitalisation”, “Climate change and audit” e “Realising European added value”.

Conferenze e webinar
Nel corso del 2020 la Corte ha anche organizzato una serie di conferenze e webinar. Tutti questi eventi sono stati organizzati a distanza e aperti alle parti interessate e ai cittadini.
Nei paragrafi che seguono sono presentati due esempi degli eventi organizzati.
investimenti guidati dallo Stato

Nel giugno 2020 la Corte ha ospitato un webinar per discutere la risposta dell’UE alla strategia cinese di investimenti guidata dallo Stato in relazione all’analisi stilata dalla Corte nel 2020 su questo tema. Gli esperti accademici invitati e gli esperti della Corte hanno condiviso le loro riflessioni sulle relazioni fra l’UE e la Cina, sulle implicazioni dell’ascesa economica della Cina e sulla risposta dell’UE agli investimenti cinesi.
settore pubblico

Nel settembre 2020, la Corte ha ospitato una conferenza sull’etica e l’integrità nell’amministrazione pubblica. L’obiettivo della conferenza era promuovere il dibattito sulle politiche delle istituzioni dell’UE in materia di etica e sulla loro correlazione con la fiducia dei cittadini nell’UE. Alle discussioni hanno partecipato rappresentanti del mondo accademico, ONG leader, il Parlamento europeo, l’OCSE, la BEI, il Mediatore europeo e gli organismi di normazione nella professione di revisore contabile. Il dibattito sorto in seno alla conferenza ha dato seguito alla relazione speciale del 2019, pubblicata dalla Corte, intitolata “I quadri etici delle istituzioni dell’UE controllate: ci sono margini di miglioramento”.
Innovazione e audit digitale
La Corte ambisce a utilizzare al meglio le moderne tecnologie nell’ambito dell’audit per ottenere un maggior numero di informazioni e di migliore qualità ai fini del rispetto dell’obbligo di rendiconto. La necessità di investire nell’audit digitale è riconosciuta anche nella strategia 2021‑2025 della Corte.
della Corte è proseguito nel 2020
Nel corso del 2020, la Corte ha continuato ad attuare il progetto “ECA audit goes digital” (“L’audit della Corte diventa digitale”) per preparare un piano di sviluppo dell’audit digitale e coordinare le diverse iniziative svolte dalle sezioni di audit. Questo progetto trasversale è gestito da un apposito comitato direttivo digitale.
con successo per le agenzie esecutive dell’UE
Nel 2020, per la prima volta, la Corte ha applicato tecniche di audit digitali per l’audit finanziario delle agenzie dell’UE.
L’audit finanziario delle agenzie dell’UE comprende circa 200 procedure di audit riguardanti settori quali pagamenti, retribuzioni, appalti, bilancio e assunzioni. L’esercizio pilota è stato condotto su alcune di queste procedure per sei agenzie esecutive aventi procedure amministrative e sistemi informatici simili.
Tale esercizio ha palesato il potenziale dell’audit digitale nel migliorare la qualità e l’efficienza degli audit della Corte.
Nel 2020 l’ECALab, l’équipe della Corte che si occupa del laboratorio di innovazione interdisciplinare, ha continuato ad esplorare tecnologie come l’analisi di testi (text mining), l’intelligenza artificiale, il process mining e il trattamento dei dati aperti (open data processing).
Inoltre, l’ECAlab ha sostenuto 12 attività di audit con soluzioni innovative per la raccolta e l’analisi dei dati.
La Corte ha presentato il lavoro dell’ECALab anche nell’ambito di alcune riunioni in ambito accademico e internazionale.
Dal 2018 la Corte partecipa al partenariato europeo per la blockchain, una dichiarazione firmata dai 27 Stati membri, dal Liechtenstein e dalla Norvegia. In particolare, la Corte ha guidato i lavori sulla chiave sigillata/autenticazione notarile affinché l’infrastruttura europea di servizi blockchain utilizzi la tecnologia di registro distribuito per creare piste di audit digitali affidabili, automatizzare i controlli di conformità e verificare l’integrità dei dati.
Nel 2020, la Corte ha attuato un prototipo utilizzando il “registro della Corte dei conti” per garantire agli utenti l’integrità delle sue pubblicazioni, che sono disponibili online sul suo sito web.
Relazioni interistituzionali
La Corte lavora a stretto contatto con il Parlamento europeo, il Consiglio e i parlamenti nazionali degli Stati membri, in quanto l’impatto del suo lavoro dipende in larga misura da come vengono utilizzate le risultanze dei suoi audit e le raccomandazioni da essa espresse.
Parlamento europeo
Nel gennaio 2020, la Conferenza dei presidenti di commissione (CPC) ha invitato il presidente della Corte per uno scambio di opinioni sui programmi di lavoro della Corte per il 2020, il 2021 e i mesi successivi.
Inoltre, i Membri e le équipe di audit della Corte sono invitati con regolarità a presentare i risultati dei propri lavori a commissioni e organismi del Parlamento europeo, e in particolare alla commissione per il controllo dei bilanci (CONT).

Alla fine del 2019, la commissione CONT ha introdotto una nuova procedura per selezionare le relazioni speciali e le analisi da presentare nell’ambito delle riunioni delle commissioni.
Il 2020 è stato tuttavia un anno eccezionale, a causa della crisi dovuta alla pandemia di COVID‑19. Durante la primavera e l’estate 2020, il Parlamento europeo non poteva organizzare riunioni in cui la Corte potesse presentare il proprio lavoro a distanza.
Nel settembre 2020, quando tale possibilità è stata ripristinata, la Corte ha ripreso le presentazioni. Nel complesso, durante il 2020, i Membri della Corte hanno presentato alla commissione CONT 12 relazioni speciali e un’analisi. Per alcune relazioni pubblicate nel 2020 e selezionate dalla commissione CONT, le presentazioni sono state rinviate al 2021.
Nel 2020, vi sono state inoltre 18 presentazioni di relazioni speciali e analisi, da parte di Membri della Corte, ad altre dieci commissioni del Parlamento europeo. Talvolta, ciò è avvenuto nel corso di riunioni congiunte, quando diverse commissioni erano interessate alla stessa relazione.
Consiglio dell’Unione europea
Di norma, gli organi preparatori del Consiglio trattano tutte le relazioni speciali della Corte, ma non necessariamente tutte le analisi o i pareri. Nel 2020, la Corte ha presentato 30 relazioni speciali, un’analisi e un parere a tre comitati del Consiglio (Comitato economico e finanziario, Comitato di politica economica e Comitato per i servizi finanziari) e a 20 gruppi di lavoro del Consiglio (2019: 26 relazioni speciali a 22 gruppi di lavoro del Consiglio).
Nel 2020 la Corte ha partecipato ad altri tre eventi:
- presentazione del progetto di bilancio 2021 al Comitato del bilancio;
- presentazione delle modifiche del regolamento interno della Corte al Gruppo “Affari generali”;
- partecipazione a un evento online della rappresentanza permanente della Romania sul piano europeo di ripresa economica.
Croazia: gennaio – giugno 2020
Germania: luglio – dicembre 2020
Nel febbraio 2020, il Presidente Klaus-Heiner Lehne (insieme ai Membri della Corte dei conti europea Ivana Maletić e Rimantas Šadžius) ha incontrato i rappresentanti della presidenza croata del Consiglio e di diverse autorità nazionali. Il Presidente e i Membri suddetti hanno inoltre partecipato a una conferenza ad alto livello sul nuovo QFPag.
Durante la presidenza tedesca del Consiglio le riunioni hanno dovuto svolgersi per lo più virtualmente.

Da sinistra a destra: Željko Reiner, vicepresidente del parlamento croato, Ivana Maletić, Membro della Corte, Klaus-Heiner Lehne, Presidente della Corte e Rimantas Šadžius, Membro della Corte.
Parlamenti nazionali
con i parlamenti nazionali
Nel corso del 2020, la Corte ha presentato il proprio lavoro in 47 riunioni con i parlamenti nazionali in 15 Stati membri. A partire dalla metà di marzo 2020, quasi tutte queste riunioni si sono svolte a distanza.
Inoltre, vi sono stati diversi eventi in cui la Corte ha presentato il proprio lavoro ai governi degli Stati membri e alle autorità nazionali.
del Consiglio e dei parlamenti nazionali a causa della
pandemia di COVID-19
Nel complesso, nel 2020, la Corte ha presentato i risultati del proprio lavoro in 156 occasioni presso le commissioni del Parlamento europeo, gli organi preparatori del Consiglio e i parlamenti nazionali, con una minor frequenza rispetto agli anni precedenti (2019: 264; 2018: 248).
Tuttavia, per l’insieme del periodo 2018‑2020 si è registrato un aumento significativo delle presentazioni, in particolare al Parlamento europeo. Il picco, con 133 presentazioni, è stato raggiunto nel 2018, l’anno dell’ultima sessione plenaria completa prima delle elezioni del maggio 2019. Nel periodo 2013‑2017 vi erano state, in media, 84 presentazioni all’anno.
Commissione europea
controllate dalla Corte
Nel settembre 2020, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha pronunciato il discorso principale in occasione del seminario 2020 della Corte dei conti europea, seguito da una presentazione della prima relazione annuale in materia di previsione strategica della Commissione da parte del vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič.
Nel marzo 2020, Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione, si è recata in visita alla Corte dei conti europea per uno scambio di opinioni con il presidente Klaus-Heiner Lehne e altri Membri della Corte. I principali temi discussi sono stati le sfide demografiche nell’UE, l’importanza della democrazia e, in particolare, la “Conferenza sul futuro dell’Europa”.

Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea e Klaus-Heiner Lehne, Presidente della Corte dei conti europea.
Da anni è una pratica consolidata, presso i Membri della Corte, tenere una riunione annuale con le relative controparti della Commissione europea.
Nel 2020, tuttavia, a causa della COVID-19, è stato convenuto di rinviare la riunione annuale a una data successiva.
Cooperazione con le altre Istituzioni superiori di controllo
Comitato di contatto delle ISC dell’UE
La cooperazione della Corte con le Istituzioni superiori di controllo (ISC) dei 27 Stati membri si svolge principalmente nel quadro del Comitato di contatto dei presidenti delle ISC dell’UE. Questo forum facilita la promozione del lavoro di audit esterno indipendente nell’UE e nei suoi Stati membri.
Nel 2020, la Corte ha avviato un nuovo tipo di cooperazione in materia di audit, l’audit della rete dell’UE su questioni connesse alla pandemia di COVID-19, allo scopo di condividere conoscenze ed esperienze e aumentare la visibilità e l’impatto del pertinente lavoro di audit svolto dalle ISC.
è stata posticipata
A causa della COVID-19, la riunione annuale del 2020, prevista per ottobre 2020 a Lussemburgo, è rinviata al 2021.
pubblicato nel dicembre 2020
Nel dicembre 2020 la Corte ha pubblicato, per conto del Comitato di contatto, un Compendio di audit sulle modalità con cui gli auditor in tutta l’Unione europea esaminano la cibersicurezza. La relazione fornisce informazioni di base sulla cibersicurezza nell’UE e nei suoi Stati membri e riflette la crescente attenzione che i revisori prestano alla resilienza dei sistemi informativi critici e delle infrastrutture digitali. A tale riguardo, fornisce anche una panoramica dei lavori di audit sul tema e illustra le recenti constatazioni della Corte dei conti europea e delle ISC di 12 Stati membri dell’UE.

Questa è la terza edizione del compendio di audit, divenuto ormai una pubblicazione annuale del comitato di contatto.
la tecnologia e l’innovazione per l’audit

Nel novembre 2020 la Corte ha inoltre lanciato una piattaforma di condivisione delle conoscenze e di collaborazione con altre ISC dell’UE sul tema tecnologia e innovazione per l’audit (TINA).
INTOSAI
Durante il 2020, la Corte ha continuato a partecipare in maniera costruttiva alle attività dell’Organizzazione internazionale delle istituzioni superiori di controllo (INTOSAI), in primo luogo in qualità di vicepresidente del Comitato delle norme professionali (Professional Standards Committee, PSC) e di membro dei relativi sottocomitati. Nel novembre 2020, ha partecipato alla riunione virtuale del consiglio direttivo dell’INTOSAI. Inoltre, la Corte ha guidato il progetto di revisione dell’ISSAI 200 del Financial Audit and Accounting Subcommittee (FAAS).
Ha poi partecipato alle attività e ai progetti di altri gruppi di lavoro dell’INTOSAI, concernenti in particolare l’audit ambientale, i big data, la modernizzazione finanziaria e la riforma normativa, nonché alla task force sulla professionalizzazione degli auditor dell’INTOSAI (TFIAP), alla Iniziativa di sviluppo dell’INTOSAI (IDI).
EUROSAI
La Corte ha partecipato attivamente anche alle attività dell’Organizzazione europea delle istituzioni superiori di controllo (EUROSAI), il gruppo regionale europeo dell’INTOSAI, specie nell’ambito dei gruppi di lavoro sull’audit ambientale, sulle tecnologie dell’informazione e sull’audit dei fondi stanziati a seguito di catastrofi e calamità.
Nel 2020 ha istituito un gruppo di progetto sul tema “Prepararsi ai rischi futuri e alle crisi climatiche: è tempo che l’audit adotti una visione a lungo termine?” nel quadro del portafoglio “Forward thinking and emerging issues” (Prospettive e questioni emergenti). Inoltre, la Corte ha contribuito attivamente al gruppo di progetto sull’audit della risposta alla COVID-19.
ISC dei paesi candidati e potenziali candidati all’adesione all’UE
La Corte sostiene anche le ISC dei paesi candidati e potenziali candidati all’adesione all’UE (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo*, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia).
Nel febbraio 2020, la Corte ha partecipato a una conferenza sul tema “Lavorare con i parlamenti per migliorare l’impatto dell’audit”, organizzata dall’ISC del Montenegro.
* Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza dell’ONU e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
Il corpo direttivo della Corte
Membri
La Corte dei conti europea è un organo collegiale composto di un Membro per ogni Stato membro. Previa consultazione del Parlamento europeo, il Consiglio designa i singoli Membri, precedentemente nominati dai rispettivi governi nazionali. La Corte non ha alcun ruolo nel processo di nomina o designazione dei Membri.
I Membri della Corte hanno un mandato di sei anni, rinnovabile. Essi esercitano le loro funzioni in piena indipendenza e nell’interesse generale dell’Unione europea. Al momento della loro entrata in carica, prestano solenne giuramento dinnanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Nel 2020 e all’inizio del 2021 il Consiglio ha nominato due nuovi Membri: l’austriaca Helga Berger (in carica dal 1° agosto 2020) e il polacco Marek Opioła (in carica dal 1 febbraio 2021, completerà il mandato dell’ex Membro Janusz Wojciechowski, nominato Commissario UE per l’agricoltura nel 2019). Phil Wynn Owen (Regno Unito) è stato Membro della Corte fino al 31 gennaio 2020.
Nel 2020, date le circostanze eccezionali, il collegio ha tenuto solo tre riunioni in presenza (contro 21 riunioni nel 2019 e 18 nel 2018). Il tasso di partecipazione a queste riunioni è stato del 96 %.
All’inizio della pandemia di COVID-19 è stata istituita una procedura straordinaria che consente al collegio di adottare documenti senza riunioni in presenza. A partire dal marzo 2020, il collegio ha tenuto 22 riunioni in regime di procedura straordinaria. Essendo tali riunioni equivalenti a una procedura scritta, il tasso di partecipazione non è stato misurato.
strategia 2021‑2025 e sul programma di lavoro
per il 2021 e i mesi successivi
Una volta all’anno, i Membri, il Segretario generale e i direttori della Corte effettuano un ritiro di due giorni per discutere questioni importanti relative al futuro funzionamento dell’istituzione.
Il seminario della Corte di quest’anno si è svolto nel settembre 2020 presso la sede dell’istituzione. In occasione del seminario, sono stati discussi la prima bozza della nuova strategia 2021‑2025, elaborata dal gruppo consultivo in materia di strategia e prospettiva, e il programma di lavoro per il 2021 e i mesi successivi.

Seminario della Corte dei conti europea, settembre 2020, Lussemburgo.
Il Presidente
Il Presidente è responsabile della strategia dell’istituzione, della pianificazione e della gestione della performance, della comunicazione e dei rapporti con i media, delle relazioni istituzionali, delle questioni giuridiche e dell’audit interno. Inoltre rappresenta l’istituzione nelle sue relazioni esterne.
I Membri della Corte eleggono al loro interno un/a Presidente per un periodo di tre anni rinnovabile, il quale (o la quale) assume il ruolo di primus inter pares.
Klaus-Heiner Lehne è stato eletto Presidente nel settembre 2016 e rieletto nel settembre 2019.
Presidente e Membri
Nota: al febbraio 2021.
Le Sezioni di audit e i comitati
I Membri sono assegnati ad una delle cinque Sezioni di audit della Corte, le quali preparano e adottano la maggior parte delle relazioni di audit, delle analisi e dei pareri. Le Sezioni di audit ripartiscono fra i propri Membri i compiti ad esse assegnati. Ciascun Membro risponde alla propria Sezione, e alla Corte, dei compiti di audit svolti. Il lavoro di audit è espletato da auditor professionisti che lavorano presso le direzioni delle Sezioni di audit.
A capo di ciascuna Sezione vi è un Decano, eletto fra e dai Membri della Sezione stessa. A dicembre 2020, i decani delle cinque Sezioni di audit erano Samo Jereb, Iliana Ivanova, Bettina Jakobsen, Alex Brenninkmeijer e Tony Murphy.
Il comitato per il controllo della qualità dell’audit (AQCC) si occupa delle politiche, dei princìpi e della metodologia di audit della Corte, dello sviluppo e del supporto all’audit, nonché del controllo di qualità dell’audit. È composto da un Membro di ciascuna Sezione di audit ed è presieduto da Jan Gregor.
Le decisioni relative a questioni strategiche e amministrative di più ampia portata spettano al comitato amministrativo (CA) e, ove opportuno, al collegio dei Membri, entrambi presieduti dal Presidente. Il Comitato amministrativo è composto dal Presidente, dai decani delle Sezioni, dal presidente dell’AQCC e dal Membro responsabile per le relazioni istituzionali (a fine 2020, Rimantas Šadžius).
Nel 2020, a causa della pandemia di COVID-19, le riunioni in presenza delle Sezioni e dei comitati si sono svolte fino a metà marzo. Il tasso di partecipazione medio a tali riunioni è stato del 96 % per le Sezioni di audit e del 91 % per il CA e l’AQCC.
Vi sono inoltre altri comitati, come il comitato etico (presieduto da João Figueiredo), il comitato di audit (alla fine del 2020 presieduto da Ildikó Gáll-Pelcz), il comitato direttivo digitale (presieduto da Eva Lindström) e il comitato consultivo in materia di strategia e prospettiva (presieduto da João Figueiredo).
L’alta dirigenza della Corte è costituita dal Segretario generale e dai direttori. In totale vi sono dieci direzioni: cinque di esse fanno capo alle Sezioni di audit, una al comitato per il controllo della qualità dell’audit, una al Presidente e tre al Segretario generale.
Eduardo Ruiz García è stato Segretario generale fino ad aprile 2020; Philippe Froidure ha assunto la carica ad interim fino alla fine dell’anno. Il 1º gennaio 2021 Zacharias Kolias ha assunto le funzioni di nuovo Segretario generale della Corte dei conti europea per un mandato di sei anni.
Nota: al febbraio 2021.
Misurazione della performance
La Corte applica indicatori chiave di performance (ICP) per informare la dirigenza dei progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi strategici della Corte, per sostenere il processo decisionale e fornire agli interlocutori istituzionali della Corte informazioni sulla performance del suo operato. Gli ICP offrono un’ampia panoramica della performance dell’istituzione in termini di presentazione del suo operato, nonché di impatto e percezione connessi.
nonostante le restrizioni connesse
alla COVID-19
Nel 2020, nonostante le difficili circostanze dovute alla COVID-19, la Corte ha pubblicato 32 relazioni: 26 relazioni speciali e 6 analisi. Si tratta tuttavia di sei relazioni in meno rispetto alle 38 previste nel programma di lavoro 2020 rivisto, in quanto alcuni audit hanno subìto ritardi nel corso dell’anno.
Numero di relazioni pubblicate
Confrontando il periodo strategico 2018‑2020 con quello precedente, si osserva un aumento significativo del numero di relazioni pubblicate ogni anno. Negli ultimi tre anni sono state pubblicate, in media, 37 relazioni, a fronte di una media di 27 relazioni all’anno pubblicate nel periodo 2013‑2017. Le analisi, che hanno ampliato il portafoglio di pubblicazioni della Corte, rappresentano una parte di questo aumento.
Nel corso del 2020, la produzione complessiva della Corte è stata di 69 pubblicazioni.
Presenza nei media
per le relazioni di audit della Corte è
stabile, ma nel complesso diminuisce
la copertura mediatica
Nel 2020, la Corte ha registrato circa 32 000 articoli online e post sui social media relativi alle relazioni di audit, ad altre pubblicazioni o alla Corte in generale (2019: 51 000; 2018: 44 000).
La copertura mediatica può variare considerevolmente a seconda del tema e della complessità di una relazione. Inoltre, l’interesse dei media per le pubblicazioni della Corte può essere fortemente influenzato da fattori esterni. In particolare, se la data di pubblicazione di una relazione coincide con un importante evento o sviluppo strategico, l’interesse del pubblico per il tema trattato può crescere notevolmente. Inoltre, in tempi di emergenza, come la pandemia di COVID-19, l’attenzione dei media si concentra in particolare su qualsiasi aspetto inerente alla crisi.
Rispetto agli anni precedenti, l’interesse per le relazioni di audit della Corte è rimasto sostanzialmente stabile. Allo stesso tempo, si è registrato un notevole calo della copertura mediatica per quanto riguarda altre pubblicazioni e la Corte in generale. In parte, ciò può essere attribuito alla riduzione delle nostre attività di comunicazione sui canali dei social media a partire dalla metà di marzo 2020.
rivela un successo
Nel 2020, la Corte ha pubblicato 68 comunicati stampa in 23 lingue dell’UE, nonché note informative e annunci per i media in alcune lingue. La Corte ha inoltre rilasciato una serie di interviste ai principali organi di informazione in tutta Europa. Ha anche organizzato 22 briefing per la stampa, fra cui briefing sulla relazione annuale dedicati alla stampa nazionale. Quasi tutti hanno avuto luogo a distanza, con una partecipazione molto maggiore e più ampia, in particolare da parte dei media negli Stati membri.
La Corte ha inoltre ricevuto visite virtuali di giornalisti accreditati a Bruxelles e negli Stati membri e ha fornito diversi briefing per i portatori di interessi di vari settori, ONG e think-tank.
della Corte
Nel 2020, il sito internet della Corte ha superato un milione di visite, per un totale di circa 463 500 singoli visitatori.
dimezzata
I social media sono canali di comunicazione indispensabili e un mezzo per interagire direttamente con i cittadini. Nel 2020, a fronte della pandemia di COVID-19, la Corte ha deciso di ridurre il proprio impegno sui social media, pubblicando, nel complesso, sui propri social media 1 007 post sulla Corte e sul suo lavoro (2019: 1 836).
Una fonte essenziale di contenuti per i post sui social media rimane il Journal della Corte. Nel 2020 circa un terzo dei post della Corte (32 %) ha riprodotto articoli pubblicati in precedenza nel Journal della Corte (2019: 26 % del 2018).
media ha continuato ad aumentare
Alla fine del 2020, i suoi tre account nei social media (Twitter, LinkedIn, Facebook) avevano attratto circa 35 000 follower (contro circa 29 500 nel 2019).
al periodo strategico precedente
Nel complesso, negli ultimi anni l’aumento della copertura mediatica delle relazioni e di altre pubblicazioni della Corte, nonché della Corte in generale, è stato significativo: una media di 42 300 articoli online e post sui social media all’anno nel periodo 2018‑2020 rispetto alle 7 300 menzioni nel periodo 2013‑2017; in altre parole, la copertura mediatica è quintuplicata.
Impatto e percezione del lavoro della Corte
ai sondaggi della Corte considera le
relazioni della Corte utili per il
proprio lavoro
La Corte valuta l’impatto e l’utilità probabili del proprio lavoro, quali percepiti dai lettori delle sue relazioni presso il Parlamento europeo, il Consiglio, la Commissione, le agenzie dell’UE, le rappresentanze permanenti degli Stati membri, le agenzie degli Stati membri, le ISC, le ONG, il mondo accademico, i media e altre parti interessate.
Dal 2018 vengono condotte indagini elettroniche anonimizzate per chiedere ai lettori delle relazioni della Corte di fornire un feedback su un campione di queste ultime. I questionari utilizzati permettono agli interpellati di esprimere anche un giudizio qualitativo sulle relazioni e di formulare suggerimenti di carattere generale per il lavoro della Corte.
Nel 2020, l’84 % degli oltre 550 interlocutori che hanno risposto riteneva le relazioni della Corte utili per il proprio lavoro, mentre il 75 % ne riconosceva l’impatto. Il risultato è quindi simile a quello dell’anno scorso (nel 2019 tali percentuali erano ammontate, rispettivamente, all’88 % e all’81 %).
Seguito dato alle raccomandazioni della Corte
delle Corte formulate nel 2016 sono
state attuate
La Corte misura l’attuazione delle proprie raccomandazioni basandosi sulla verifica, da parte degli auditor, del seguito che vi è stato dato. Per il 2020, sono state analizzate le raccomandazioni espresse nelle relazioni del 2016.
Dall’analisi risulta che il 97 % delle 29 raccomandazioni formulate dalla Corte nella relazione annuale sull’esercizio 2016 e il 91 % delle 360 raccomandazioni espresse nelle relazioni speciali pubblicate nel 2016 erano state interamente attuate o lo erano state per la maggior parte degli aspetti o (almeno) per alcuni di essi.
Il personale della Corte
Ripartizione degli effettivi
Alla fine del 2020, come negli anni precedenti, la tabella dell’organico della Corte contava 853 posti permanenti e temporanei. Di questi, 535 posti erano assegnati alle Sezioni di audit, compresi 114 posti nei Gabinetti dei Membri.
Alla fine dell’esercizio il personale della Corte comprendeva anche 83 agenti contrattuali e 15 esperti nazionali distaccati (nel 2019 queste categorie comprendevano, rispettivamente, 75 e 16 effettivi).
Assunzione del personale
La politica della Corte in materia di assunzioni applica i princìpi generali e il regime delle istituzioni dell’UE; il suo personale possiede un’ampia gamma di esperienze accademiche e professionali.
Nel 2020, sono state assunte 62 persone (2019: 77): 18 funzionari, 21 agenti temporanei, 20 agenti contrattuali e tre esperti nazionali distaccati.
Il programma ASPIRE della Corte rivolto agli auditor è stato introdotto nel 2017 ed è inteso a favorire l’integrazione professionale dei nuovi arrivati, consentendo loro di acquisire esperienza sul posto di lavoro in diversi compiti di audit e di partecipare ad attività di formazione mirate durante i primi tre anni.
Sono stati offerti anche 44 tirocini (2019: 55) a laureati, per una durata variabile compresa fra i tre e i cinque mesi. A partire dalla metà di marzo 2020, anche i tirocinanti hanno lavorato a distanza.
Fasce d’età
Tre quarti (76 %) del personale in servizio attivo alla fine del 2020 aveva un’età compresa fra i 40 e i 59 anni, in leggero aumento rispetto al 2019 (74 %).
Quattro quinti (80 %) dei direttori e dei primi manager, hanno un’età pari o superiore a 50 anni. Ciò porterà ad un rinnovo dei dirigenti nei prossimi 5-10 anni, in occasione del loro pensionamento.
Pari opportunità
Nel complesso, vi è una proporzione uguale di donne e uomini nell’organico dell’istituzione.
La Corte si è impegnata ad offrire pari opportunità di carriera al proprio personale, a tutti i livelli dell’organizzazione. Vi è una proporzione uguale di donne e uomini nell’organico dell’istituzione; nel 2020 circa un terzo dei direttori e dei primi manager erano donne.
Nel periodo di applicazione della strategia 2018‑2020, la Corte è riuscita ad aumentare la percentuale di prime manager nell’audit, passata dal 21 % al 29 %. Al fine di aumentare ulteriormente la percentuale di donne nei ruoli dirigenziali, si prefigge al riguardo un obiettivo del 40 % da raggiungere entro il 2027. In aggiunta, sta elaborando un nuovo piano d’azione in materia di pari opportunità.
La Corte conferma altresì il proprio impegno ad assicurare l’equilibrio geografico a livello manageriale.
L’obbligo di rendiconto
Informazioni finanziarie
La Corte dei conti europea è finanziata dalla linea del bilancio dell’UE concernente le spese amministrative.
Nel 2020, la sua dotazione di bilancio ammontava a circa 152 milioni di euro.
La dotazione a disposizione della Corte rappresenta circa l’1,5 % della spesa amministrativa totale dell’UE (ossia meno dello 0,1 % della spesa totale dell’UE).
Esecuzione del bilancio 2020
ESERCIZIO FINANZIARIO 2020 | Stanziamenti definitivi | Impegni | % di utilizzo (stanziamenti d’impegno) | Pagamenti |
Titolo 1: Persone appartenenti all’istituzione | (migliaia di euro) | |||
10 – Membri dell’istituzione | 11 151 | 10 189 | 91 % | 10 171 |
12 – Funzionari e agenti temporanei | 110 784 | 109 159 | 98 % | 109 159 |
14 – Altro personale e prestazioni esterne | 7 403 | 6 794 | 92 % | 6 538 |
162 – Missioni | 2 840 | 680 | 24 % | 571 |
161 + 163 + 165 – Altre spese relative alle persone appartenenti all’istituzione | 3 202 | 3 136 | 98 % | 2 020 |
Totale parziale Titolo 1 | 135 380 | 129 958 | 96 % | 128 459 |
Titolo 2: Immobili, mobilio, impianti e apparecchiature e spese varie di funzionamento | ||||
20 - Immobili | 3 366 | 3 359 | 99 % | 1 543 |
210 - Informatica e telecomunicazioni | 10 093 | 10 093 | 100 % | 5 561 |
212 + 214 + 216 – Beni mobili e spese associate | 896 | 745 | 83 % | 544 |
23 – Spese amministrative correnti | 499 | 221 | 44 % | 207 |
25 – Riunioni e conferenze | 596 | 142 | 24 % | 87 |
27 – Informazione e pubblicazioni | 1 407 | 1 180 | 84 % | 732 |
Totale parziale Titolo 2 | 16 857 | 15 740 | 93 % | 8 674 |
Totale Corte dei conti europea | 152 237 | 145 698 | 96 % | 137 133 |
Bilancio 2021
Il bilancio 2021 registra un incremento dello 0,98 % rispetto al bilancio 2020.
ESERCIZIO FINANZIARIO 2020 | 2021 | 2020 |
Titolo 1: Persone appartenenti all’istituzione | (migliaia di euro) | |
10 – Membri dell’istituzione | 10 704 | 11 751 |
12 – Funzionari e agenti temporanei | 114 120 | 111 860 |
14 – Altro personale e prestazioni esterne | 7 861 | 7 403 |
162 – Missioni | 2 988 | 3 370 |
161 + 163 + 165 – Altre spese relative alle persone appartenenti all’istituzione | 2 613 | 2 945 |
Totale parziale Titolo 1 | 138 286 | 137 329 |
Titolo 2: Immobili, mobilio, impianti e apparecchiature e spese varie di funzionamento | ||
20 - Immobili | 3 358 | 3 255 |
210 - Informatica e telecomunicazioni | 8 171 | 7 718 |
212 + 214 + 216 – Beni mobili e spese associate | 901 | 963 |
23 – Spese amministrative correnti | 565 | 563 |
25 – Riunioni e conferenze | 696 | 696 |
27 – Informazione e pubblicazioni | 1 745 | 2 613 |
Totale parziale Titolo 2 | 15 436 | 15 808 |
Totale Corte dei conti europea | 153 722 | 153 137 |
Audit interno ed esterno
Audit interno
Il servizio di audit interno (IAS) della Corte consiglia l’istituzione in merito alle modalità di gestione dei rischi. Fornisce garanzie indipendenti e obiettive nonché servizi di consulenza concepiti per produrre valore aggiunto e migliorare il funzionamento dell’istituzione. Lo IAS riferisce al comitato di audit interno composto di tre Membri della Corte e di un esperto esterno. Il comitato monitora regolarmente l’avanzamento dei vari compiti stabiliti nel programma di lavoro annuale dello IAS e ne assicura l’indipendenza.
Nel 2020 lo IAS ha continuato ad esaminare la politica della Corte in materia di gestione dei rischi e ha presentato relazioni per tre compiti: “Attuazione dell’accordo sul livello dei servizi con l’Ufficio di gestione e liquidazione dei diritti individuali”, “Attività di formazione professionale” e “Audit del modello di gestione contrattuale degli edifici/impianti”. Lo IAS ha inoltre concluso il principale lavoro di audit per altri tre compiti: “Pari opportunità”, “Gestione delle frodi” e “Continuità operativa e misure di protezione del personale a fronte della crisi determinata dalla COVID-19”, per i quali saranno pubblicate relazioni nel 2021.
Nel complesso, il lavoro dello IAS non ha rilevato carenze tali, per natura o entità, da mettere in discussione l’affidabilità generale dei sistemi di controllo interni posti in essere dall’ordinatore delegato per assicurare la legittimità e la regolarità delle operazioni finanziarie della Corte nel 2020.
Audit esterno
I conti annuali della Corte sono controllati da un revisore esterno indipendente. Si tratta di un aspetto importante, in quanto dimostra che la Corte applica nei propri confronti gli stessi princìpi di trasparenza ed obbligo di rendiconto applicati nei confronti delle entità controllate.
La relazione del revisore esterno – PricewaterhouseCoopers S.à.r.l. – sui conti della Corte per l’esercizio finanziario 2019 è stata pubblicata il 24 aprile 2020.
I giudizi del revisore esterno della Corte — esercizio finanziario 2019
Per quanto riguarda i rendiconti finanziari della Corte:
“A nostro giudizio, i rendiconti finanziari forniscono un’immagine fedele e veritiera della situazione finanziaria della Corte dei conti europea (“la Corte”) al 31 dicembre 2019, nonché dei risultati delle sue operazioni, dei flussi di cassa e delle variazioni dell’attivo netto per l’esercizio chiuso in tale data, conformemente al regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio (GU L 298 del 26.10.2012, Pag. 1) e le successive modifiche, di seguito denominato “il regolamento finanziario”; ed al regolamento delegato (UE) n. 1268/2012 della Commissione, del 29 ottobre 2012 (GU L 362 del 31.12.2012, Pag. 1), recante le modalità di applicazione del suddetto regolamento finanziario e le successive modifiche.”
Per quanto riguarda l’uso delle risorse e le procedure di controllo da parte della Corte:
“Basandoci sul lavoro descritto nella presente relazione, non abbiamo rilevato nulla che ci induca a credere che, sotto tutti gli aspetti rilevanti e sulla base dei criteri sopra descritti:
- le risorse assegnate alla Corte non siano state utilizzate per le finalità previste;
- le procedure di controllo poste in essere non forniscano le garanzie necessarie ad assicurare la conformità delle operazioni finanziarie alle norme applicabili”.
Per contattare la Corte
CORTE DEI CONTI EUROPEA
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Tel. +352 4398-1
Modulo di contatto: eca.europa.eu/it/Pages/ContactForm.aspx
Sito Internet: eca.europa.eu
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Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu).
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2021
ISBN 978-92-847-5675-9 | ISSN 2315-3970 | doi:10.2865/538923 | QJ-AA-21-001-IT-N | |
HTML | ISBN 978-92-847-5651-3 | ISSN 2315-3970 | doi:10.2865/781048 | QJ-AA-21-001-IT-Q |
ISBN 978-92-847-5695-7 | ISSN 1684-0690 | doi:10.2865/050 | QJ-AA-21-001-IT-C |
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